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Ernest Hemingway VERO ALL'ALBA

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18<br />

Era una bella giornata per volare, e la Montagna era molto vicina. Mi sedetti contro<br />

l’albero a guardare gli uccelli e gli animali che brucavano. Ngui venne a prendere<br />

ordini e io gli dissi che lui e Charo dovevano pulire e lubrificare tutte le armi e<br />

affilare e lubrificare le lance. Keiti e Mwindi stavano spostando il letto rotto per<br />

portarlo nella tenda vuota del Bwana Mouse. Mi alzai per andare a vedere. Non era<br />

molto rovinato. Una delle gambe incrociate al centro aveva una lunga frattura e uno<br />

dei bastoni principali che reggevano la tela era spezzato. Lo si poteva riparare<br />

facilmente. Dissi che mi sarei procurato del legno e che l’avrei fatto segare su misura<br />

e rifinire nel negozio del signor Singh. Keiti, molto allegro perché stava per arrivare<br />

Miss Mary, propose di usare la branda del Bwana Mouse, che era identica, e io tornai<br />

alla mia poltroncina e al libro sugli uccelli e a una seconda tazza di tè. In quella<br />

mattina che sapeva di primavera su un altopiano alpino, mi sentivo come uno che si<br />

fosse vestito troppo presto per un party, e mentre andavo alla tenda pranzo per fare<br />

colazione, mi chiesi che cos’avrebbe portato la giornata. La prima cosa che portò fu<br />

l’Informatore.<br />

«Buongiorno, fratello» disse. «Come va la tua buona salute?»<br />

«Mai stato meglio, fratello. Che c’è di nuovo?»<br />

«Posso entrare?»<br />

«Naturalmente. Hai fatto colazione?»<br />

«Ore fa. Ho colazionato sulla Montagna.»<br />

«Perché?»<br />

«La Vedova è stata così difficile che l’ho lasciata per vagare da solo nella notte<br />

come fai tu, fratello.»<br />

Sapevo che era una bugia. «Vuoi dire che hai camminato fino alla strada e hai<br />

chiesto un passaggio per Laitokitok sul camion di uno dei ragazzi di Benji, vero?»<br />

«Qualcosa di così, fratello.»<br />

«Va’ avanti.»<br />

«Fratello, ci sono in ballo cose disperate.»<br />

«Versati quello che vuoi e racconta.»<br />

«È previsto per la vigilia di Natale e per Natale, fratello. Credo che ci sarà un<br />

massacro.»<br />

Avrei voluto chiedere: “Commesso da loro o da noi?” ma mi controllai.<br />

«Dimmi di più» lo sollecitai, guardando la sua faccia orgogliosa, scura, segnata<br />

dal senso di colpa, mentre si portava alle labbra di un rosso grigiastro un bicchiere di<br />

gin Canadian con una spruzzata di bitter.<br />

«Perché non bevi il Gordon? Vivrai di più.»<br />

«So stare al mio posto, fratello.»<br />

«E il tuo posto è nel mio cuore» dissi, citando l’ultimo Fats Waller. Gli occhi<br />

dell’Informatore si riempirono di lacrime.

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