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Ernest Hemingway VERO ALL'ALBA

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villaggio. Il ragazzo doveva anche farsi controllare le ferite e chiedere della<br />

penicillina.<br />

Ricevuto il messaggio, i due anziani parlarono fra loro e poi con me e io<br />

bofonchiai comprensivo per tutto il loro discorso, con quel bofonchiare dalla<br />

particolare inflessione in crescendo che assicura la massima attenzione per il<br />

problema.<br />

«Signore, dicono che devi esprimere un parere sul caso e loro rispetteranno<br />

questo parere. Dicono che tutto quello che hanno raccontato è vero e che tu hai già<br />

parlato con gli altri Mzee.»<br />

«Digli che devono consegnare il guerriero alla polizia. È probabile che la polizia<br />

non prenda provvedimenti, dato che non è stata presentata nessuna denuncia. Devono<br />

andare dal Boma della polizia e le ferite devono essere controllate e il ragazzo deve<br />

prendere la penicillina. Devono farlo.»<br />

Strinsi la mano ai due anziani e al giovane guerriero. Era un bel ragazzo, snello<br />

e diritto, ma era stanco e le ferite gli facevano male, anche se non aveva battuto<br />

ciglio, mentre gliele pulivo.<br />

L’Informatore mi seguì fino alla tenda dove dormivamo e io mi lavai<br />

accuratamente le mani con del sapone azzurro. «Ascolta» dissi, «voglio che tu dica<br />

alla polizia esattamente quello che ho detto io e quello che il Mzee ha detto a me. Se<br />

ne inventi una delle tue, lo sai che cosa succederà.»<br />

«Come può pensare il mio fratello che non sarò fedele e non farò il mio dovere?<br />

Come può il mio fratello dubitare di me? Il mio fratello mi presterà dieci scellini?<br />

Glieli renderò il primo del mese.»<br />

«Dieci scellini non ti tireranno mai fuori dal guaio in cui ti trovi.»<br />

«Lo so. Ma sono dieci scellini.»<br />

«Eccoti i dieci scellini.»<br />

«Non vuoi mandare un regalo allo Shamba?»<br />

«Ci penserò io a farglielo avere.»<br />

«Hai proprio ragione, fratello. Hai sempre ragione e sei molto generoso.»<br />

«Va’ a farti fottere. Adesso corri al camion e aspetta di salirci con i Masai.<br />

Spero che tu trovi la Vedova e che non ti ubriachi.»<br />

Andai alla tenda, dove aspettava Mary. Leggeva l’ultimo “New Yorker” e<br />

sorseggiava gin e Campari. «Era ferito gravemente?»<br />

«No. Ma le ferite erano infette. Una molto seriamente.»<br />

«Non mi meraviglio, dopo essere stata al Manyatta, quel giorno. Le mosche<br />

erano davvero qualcosa di terribile.»<br />

«Dicono che il fiato delle mosche tiene pulite le ferite» dissi. «Ma le larve mi<br />

fanno venire la pelle d’oca. Secondo me, mentre i fiati tengono pulita la ferita, la<br />

ingrandiscono molto. E quel ragazzo ne ha una nel collo che non può sopportare certo<br />

di essere ingrandita.»<br />

«L’altro ragazzo era ferito in modo più grave, vero?»<br />

«Sì. Ma è stato curato subito.»<br />

«Stai facendo un sacco di pratica come medico dilettante. Pensi di essere capace<br />

di curare te stesso?»<br />

«Per che cosa?»

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