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Ernest Hemingway VERO ALL'ALBA

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E così caricammo i Masai scelti da Ngui e da Mwengi, e Debba, molto eccitata e<br />

rigida d’orgoglio, con gli occhi bassi. Eravamo tre sui sedili anteriori e cinque, tutti<br />

Kamba, su quelli posteriori, e la Vedova si mise fra Ngui e Mwengi. I quattro Masai<br />

prescelti si sedettero dietro sui sacchi di posho e sulle casse con gli acquisti.<br />

Avremmo potuto caricarne un altro paio, ma sulla strada c’erano due punti dissestati,<br />

dove i Masai vomitavano regolarmente.<br />

Scendemmo dalla collina, che era il termine usato per il pendio più basso della<br />

grande Montagna, e Ngui cominciò ad aprire le bottiglie di birra, che nella vita<br />

wakamba erano importanti quanto qualunque altro sacramento. Chiesi a Debba come<br />

si sentiva. Era stata una giornata lunga e in qualche modo faticosa, con gli acquisti e<br />

il cambio di altitudine e le curve, lei aveva tutto il diritto di sentirsi in qualunque<br />

modo si sentisse. Ora davanti a noi si stendeva la pianura con i suoi grandi spazi<br />

irregolari, e Debba afferrò la fondina della pistola, dicendo: «En la puta gloria».<br />

«Yo también» dissi io e chiesi del tabacco da presa a Mthuka. Lui me lo passò e<br />

io lo passai a Debba che lo ripassò a me, senza prenderne neanche un po’. Era un<br />

tabacco molto buono, non forte come quello di Arap Meina, ma abbastanza da farsi<br />

sentire, quando te ne cacciavi un pezzo sotto il labbro superiore. Debba non poteva<br />

usare il tabacco da presa, ma mentre scendevamo dalla Montagna mi fece cenno di<br />

offrirne alla Vedova. Era un eccellente tabacco Kajiado e la Vedova ne prese un<br />

pizzico e dette la scatola a Debba che la dette a me e io la restituii a Mthuka.<br />

«Tu non ne vuoi?» chiesi a Debba. Conoscevo già la risposta e non solo fu<br />

stupido chiederlo da parte mia, ma fu anche la prima cosa non proprio gradevole della<br />

giornata.<br />

«Non posso prenderlo» disse Debba. «Non sono sposata con te e non posso<br />

prenderlo.»<br />

Non c’era niente da dire e così non dicemmo niente, e lei rimise la mano sulla<br />

fondina che amava veramente, la fondina sulla quale la Heiser & Company di Denver<br />

aveva inciso, meglio di quanto chiunque altro avesse mai inciso o disegnato, un bel<br />

disegno floreale levigato dal sapone da sella e schiarito e corroso dal sudore e ancora<br />

leggermente incrostato dalla polvere di quel giorno. «Ho tutto di te nella pistola»<br />

disse Debba.<br />

E io dissi qualcosa di molto volgare. I Kamba ricorrono sempre all’impudenza,<br />

quando una donna diventa insolente, e se non c’è amore si spingono anche oltre.<br />

L’amore è una cosa terribile che non si augura a nessuno e, come in qualunque paese,<br />

è una festa itinerante. La fedeltà non esiste né viene mai sottintesa, tranne che nel<br />

primo matrimonio. La fedeltà del marito, s’intende. Quello era il nostro primo<br />

matrimonio e io avevo poco da offrire tranne quello che offrivo. Certo era poco, ma<br />

non senza importanza, e nessuno dei due aveva dubbi in proposito.

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