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E così caricammo i Masai scelti da Ngui e da Mwengi, e Debba, molto eccitata e<br />
rigida d’orgoglio, con gli occhi bassi. Eravamo tre sui sedili anteriori e cinque, tutti<br />
Kamba, su quelli posteriori, e la Vedova si mise fra Ngui e Mwengi. I quattro Masai<br />
prescelti si sedettero dietro sui sacchi di posho e sulle casse con gli acquisti.<br />
Avremmo potuto caricarne un altro paio, ma sulla strada c’erano due punti dissestati,<br />
dove i Masai vomitavano regolarmente.<br />
Scendemmo dalla collina, che era il termine usato per il pendio più basso della<br />
grande Montagna, e Ngui cominciò ad aprire le bottiglie di birra, che nella vita<br />
wakamba erano importanti quanto qualunque altro sacramento. Chiesi a Debba come<br />
si sentiva. Era stata una giornata lunga e in qualche modo faticosa, con gli acquisti e<br />
il cambio di altitudine e le curve, lei aveva tutto il diritto di sentirsi in qualunque<br />
modo si sentisse. Ora davanti a noi si stendeva la pianura con i suoi grandi spazi<br />
irregolari, e Debba afferrò la fondina della pistola, dicendo: «En la puta gloria».<br />
«Yo también» dissi io e chiesi del tabacco da presa a Mthuka. Lui me lo passò e<br />
io lo passai a Debba che lo ripassò a me, senza prenderne neanche un po’. Era un<br />
tabacco molto buono, non forte come quello di Arap Meina, ma abbastanza da farsi<br />
sentire, quando te ne cacciavi un pezzo sotto il labbro superiore. Debba non poteva<br />
usare il tabacco da presa, ma mentre scendevamo dalla Montagna mi fece cenno di<br />
offrirne alla Vedova. Era un eccellente tabacco Kajiado e la Vedova ne prese un<br />
pizzico e dette la scatola a Debba che la dette a me e io la restituii a Mthuka.<br />
«Tu non ne vuoi?» chiesi a Debba. Conoscevo già la risposta e non solo fu<br />
stupido chiederlo da parte mia, ma fu anche la prima cosa non proprio gradevole della<br />
giornata.<br />
«Non posso prenderlo» disse Debba. «Non sono sposata con te e non posso<br />
prenderlo.»<br />
Non c’era niente da dire e così non dicemmo niente, e lei rimise la mano sulla<br />
fondina che amava veramente, la fondina sulla quale la Heiser & Company di Denver<br />
aveva inciso, meglio di quanto chiunque altro avesse mai inciso o disegnato, un bel<br />
disegno floreale levigato dal sapone da sella e schiarito e corroso dal sudore e ancora<br />
leggermente incrostato dalla polvere di quel giorno. «Ho tutto di te nella pistola»<br />
disse Debba.<br />
E io dissi qualcosa di molto volgare. I Kamba ricorrono sempre all’impudenza,<br />
quando una donna diventa insolente, e se non c’è amore si spingono anche oltre.<br />
L’amore è una cosa terribile che non si augura a nessuno e, come in qualunque paese,<br />
è una festa itinerante. La fedeltà non esiste né viene mai sottintesa, tranne che nel<br />
primo matrimonio. La fedeltà del marito, s’intende. Quello era il nostro primo<br />
matrimonio e io avevo poco da offrire tranne quello che offrivo. Certo era poco, ma<br />
non senza importanza, e nessuno dei due aveva dubbi in proposito.