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Ernest Hemingway VERO ALL'ALBA

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14<br />

Mthuka non possedeva altri indumenti all’infuori della camicia a quadri e del paio di<br />

calzoni con le toppe lavati di fresco che indossava. Il portatore d’armi di Pop aveva<br />

una camicia sportiva gialla in tinta unita, che stava molto bene con il rosso muleta di<br />

Ngui. Mi dispiaceva essere vestito in modo tanto conservatore, ma dato che il giorno<br />

prima, dopo la partenza dell’aereo, mi ero rasato la testa e poi me n’ero<br />

completamente dimenticato, decisi che se mi toglievo il berretto avrei avuto un<br />

aspetto un po’ troppo inconsueto. Sfortunatamente, quando è rasata, o anche solo con<br />

i capelli tagliati corti, la mia testa evoca un qualche modellino in plastica di una tribù<br />

scomparsa da tempo. Non è certo spettacolare come la Great Rift Valley, ma possiede<br />

una configurazione che potrebbe interessare tanto gli archeologi quanto gli<br />

antropologi. Non sapevo come l’avrebbe presa Debba, ma avevo un vecchio berretto<br />

da pescatore dalla lunga visiera piegata da un lato, e quando entrammo nello Shamba<br />

per fermarci all’ombra del grande albero, non ero né preoccupato né ansioso.<br />

Scoprii in seguito che Mthuka aveva mandato Nguili, il ragazzo che voleva<br />

diventare cacciatore ma intanto faceva il vicecameriere addetto alla tenda pranzo, ad<br />

avvertire la Vedova e la mia fidanzata che saremmo andati a prenderle per portarle a<br />

Laitokitok a comprare gli abiti per la Nascita di Gesù Bambino. Il ragazzo era ancora<br />

un nanake e di conseguenza non gli era consentito bere birra, ma per dimostrare che<br />

sapeva correre, aveva superato il tragitto molto in fretta e ora, appoggiato al tronco<br />

del grande albero, sudava copiosamente, mentre cercava di controllare l’affanno.<br />

Scesi dalla macchina per distendermi le gambe e per ringraziare il nanake.<br />

«Corri meglio di un Masai» dissi.<br />

«Io sono Kamba» disse lui, sforzandosi di respirare normalmente, e io<br />

immaginai il saporaccio che doveva avere in bocca.<br />

«Vuoi andare sulla Montagna?»<br />

«Sì. Ma non sta bene, e ho i miei doveri.»<br />

In quel momento fummo raggiunti dall’Informatore, che indossava il Paisley e<br />

camminava con grande dignità, bilanciandosi sui talloni.<br />

«Buon pomeriggio, fratello» disse, e vide Ngui voltarsi e sputare alla parola<br />

fratello.<br />

«Buon pomeriggio, Informatore» dissi io. «Come va la salute?»<br />

«Meglio. Posso venire con voi sulla Montagna?»<br />

«Non puoi.»<br />

«Posso farvi da interprete.»<br />

«Ho già un interprete, sulla Montagna.»<br />

Arrivò il bambino della Vedova, che mi picchiò con forza la fronte contro il<br />

ventre. Lo baciai sulla testa e lui mise la mano nella mia, mettendosi diritto.<br />

«Informatore» dissi, «non posso chiedere la birra a mio suocero. Per favore, va’<br />

a vedere se ne trovi un po’.»<br />

«Vado a vedere che birra abbiamo.»

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