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le probabilità in suo favore, ma in caso di necessità deve combattere anche contro<br />
qualunque probabilità e senza preoccuparsi dell’esito. Deve seguire fin dove possibile<br />
i propri usi e le proprie leggi tribali, e quando non può, deve accettare la punizione<br />
prevista da queste leggi. Ma non gli si deve dire come un rimprovero che ha<br />
conservato un cuore da bambino, un’onestà da bambino, una freschezza e una nobiltà<br />
da bambino.<br />
Nessuno sapeva perché Miss Mary dovesse uccidere un gerenuk. I gerenuk<br />
erano strane gazzelle dal collo lungo, e i maschi avevano grosse corna corte e curve,<br />
impiantate nella parte anteriore della testa. In quella particolare zona erano eccellenti<br />
da mangiare, ma le gazzelle di Thomson e gli impala erano migliori. I ragazzi<br />
pensavano che avesse a che fare con la religione di Mary.<br />
Tutti capivano perché Mary doveva uccidere un leone, anche se per alcuni dei<br />
vecchi, che avevano partecipato a centinaia di safari, era difficile capire perché<br />
dovesse proprio ucciderlo nel vecchio modo diretto. I cattivi elementi erano sicuri che<br />
avesse a che fare con la sua religione, come la necessità di uccidere il gerenuk verso<br />
mezzogiorno. Evidentemente per Miss Mary non significava niente uccidere il<br />
gerenuk normalmente, quando capitava.<br />
Alla fine della mattinata di caccia, o di pattuglia, le gazzelle sarebbero state nel<br />
folto degli alberi. Se per sfortuna ne avessimo avvistata una, Mary e Charo sarebbero<br />
scesi dalla macchina per braccarla, e l’animale si sarebbe nascosto, o dato alla fuga, o<br />
sarebbe schizzato via. Io e Ngui avremmo seguito i due cacciatori per dovere e per<br />
garantire con la nostra presenza che il gerenuk continuasse a muoversi. Alla fine<br />
avrebbe fatto troppo caldo per insistere nel farlo spostare, e Charo e Mary sarebbero<br />
tornati alla macchina. A quanto mi risultava, in quel tipo di caccia al gerenuk non era<br />
mai stato sparato un solo colpo.<br />
«Accidenti ai gerenuk» disse Mary. «Ho visto il maschio fissare direttamente<br />
verso di me. Ma ho visto solo il muso e le corna. Poi si è nascosto dietro un altro<br />
cespuglio e non l’avrei distinto da un’antilope. Dopodiché si è allontanato fino a<br />
scomparire. Avrei potuto sparargli, ma forse l’avrei solo ferito.»<br />
«Lo beccherai un altro giorno. Secondo me, l’hai braccato molto bene.»<br />
«Se non foste arrivati tu e i tuoi amici.»<br />
«Dovevamo, tesoro.»<br />
«Non ne posso più di questa storia. Ora magari volete andare tutti allo Shamba.»<br />
«No. Penso che torneremo diritti a casa, al campo, a berci qualcosa di fresco.»<br />
«Non so perché mi piace quest’assurda parte del paese» disse Miss Mary. «Fra<br />
l’altro, non ho niente neanche contro i gerenuk.»<br />
«Qui è una specie di isola di deserto. È come il grande deserto che dobbiamo<br />
attraversare per arrivare in questa zona. Qualunque deserto è bello.»<br />
«Vorrei saper sparare bene e in fretta, con la velocità del lampo. Vorrei non<br />
essere bassa. Quella volta non sono riuscita a vedere il leone, mentre tu lo vedevi, e<br />
anche tutti gli altri lo vedevano.»<br />
«Era in un punto molto difficile.»<br />
«Lo so dov’era, e non era neanche tanto lontano da qui.»<br />
«No» risposi, e all’autista: «Kwenda na campi».