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che dava a Miss Mary la faccia squisitamente semitica di un ragazzo, con in più un<br />
corpo femminile quanto quello di una buona moglie masai. Arap non la chiamava<br />
Mama, come di solito gli africani chiamano le donne bianche sposate quando non si<br />
sentono di usare il termine Memsahib, ma Mummy. Miss Mary, che non era mai stata<br />
chiamata Mummy da nessuno, gli aveva chiesto di non chiamarla così. Ma quello era<br />
il titolo più nobile che Arap Meina fosse riuscito a salvare dai suoi contatti con la<br />
lingua inglese e così aveva cominciato a chiamarla Miss Mary Mummy o Mummy<br />
Miss Mary, a seconda se aveva usato le erbe o le cortecce d’albero allucinogene o se<br />
era entrato in contatto con il suo vecchio amico, l’alcol.<br />
Dopo cena eravamo seduti davanti al fuoco a parlare della devozione di Arap<br />
Meina per Miss Mary e io mi preoccupavo perché quel giorno non l’avevo visto,<br />
quando Mary disse: «Non è un male che tutti siano innamorati di tutti gli altri, come<br />
succede in Africa, vero?».<br />
«No.»<br />
«Sei sicuro che all’improvviso non ne verrà fuori qualcosa di terribile?»<br />
«Con gli europei viene continuamente fuori qualcosa di terribile. Bevono troppo<br />
e sono troppo promiscui e poi danno la colpa all’altitudine.»<br />
«C’è veramente qualcosa nell’altitudine, o almeno, nell’altitudine all’Equatore.<br />
È l’unico posto che conosco dove il gin puro sa d’acqua. È innegabile, e dunque<br />
dev’esserci qualcosa nell’altitudine o roba del genere.»<br />
«Certo che c’è qualcosa. Ma noi che lavoriamo sodo e andiamo a caccia a piedi<br />
e buttiamo fuori l’alcol con il sudore e ci arrampichiamo su per quella maledetta<br />
scarpata e ci arrampichiamo attorno a questa montagna non dobbiamo preoccuparci<br />
per i liquori. Ci escono dai pori. Tesoro, cammini più tu andando avanti e indietro da<br />
quel gabinetto di quanto la maggior parte delle donne che vengono per i safari<br />
camminino per tutta l’Africa.»<br />
«Non nominiamo il gabinetto. È sempre zeppo del miglior materiale di lettura e<br />
c’è anche un magnifico viottolo per arrivarci. Non l’hai ancora finito, il libro sui<br />
leoni?»<br />
«No. Lo conservo per quando sarai via.»<br />
«Non conservare troppe cose per quando sarò via.»<br />
«Conservo solo questo.»<br />
«Spero che ti insegni a essere buono e prudente.»<br />
«Lo sono comunque.»<br />
«No che non lo sei. Tu e G.C. siete molto simili, a volte, e tu lo sai. Quando<br />
penso che tu, un buono scrittore e un uomo prezioso e mio marito, fai le cose che tu e<br />
G.C. fate in quelle orribili spedizioni notturne.»<br />
«Dobbiamo studiare gli animali di notte.»<br />
«Ma non li studiate. Fate solo delle cose diaboliche per esibirvi l’uno con<br />
l’altro.»<br />
«Non è così, gattina. Facciamo quello che facciamo per divertirci. Quando si<br />
smette di fare qualcosa per divertirsi, tanto vale essere morti.»<br />
«Ma non c’è bisogno che tu faccia cose che possono ucciderti e fingere che la<br />
Land Rover sia un cavallo e che stai correndo al Grand National. Nessuno di voi due<br />
cavalca abbastanza bene da correre ad Aintree su quella pista.»