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e Charo farsi avanti per prendere Miss Mary per un gomito. Ora erano alla mia<br />
altezza. Ci dirigemmo tutti verso il punto in cui doveva essere la macchina. Sapevo<br />
che l’autista, Mthuka, era sordo e non avrebbe sentito il rinoceronte. Ma quando li<br />
avesse visti avrebbe capito che cosa stava succedendo. Non volevo guardarmi<br />
attorno. Ma lo feci e vidi Charo spingere Miss Mary verso la camionetta. Ngui si<br />
muoveva in fretta insieme a loro, con lo Springfield pronto, e guardava indietro di<br />
sopra una spalla. Avevo il dovere di non uccidere il rinoceronte. Ma se avesse<br />
caricato sarei stato costretto a farlo, non avevo scelta. Decisi che avrei sparato il<br />
primo colpo verso terra, per far scappare l’animale. Se non fosse scappato, l’avrei<br />
ucciso con il secondo. Grazie mille, dissi a me stesso. Facile.<br />
In quel momento sentii il motore della camionetta avviarsi e il veicolo<br />
avvicinarsi veloce con la marcia bassa. Cominciai a indietreggiare, pensando che un<br />
metro era solo un metro e sentendomi meglio a ogni metro guadagnato. La<br />
camionetta descrisse una stretta curva al mio fianco e io misi la sicura e feci un balzo<br />
per afferrare la presa del sedile anteriore, mentre il rinoceronte caricava verso di noi,<br />
squarciando i viticci e i rampicanti. Era una grossa femmina e arrivava al galoppo.<br />
Vista dalla macchina aveva qualcosa di ridicolo, con il cucciolo che le galoppava<br />
dietro.<br />
Per un attimo guadagnò terreno su di noi, ma poi la macchina la distanziò. Di<br />
fronte avevamo un buono spazio aperto e Mthuka sterzò di colpo a sinistra. Il<br />
rinoceronte continuò il suo galoppo diritto davanti a sé e poi rallentò a un trotto, e<br />
anche il cucciolo cominciò a trottare.<br />
«Hai scattato qualche fotografia?» chiesi a Miss Mary.<br />
«Non ce l’ho fatta. Era dietro di noi.»<br />
«Non l’hai presa mentre usciva?»<br />
«No.»<br />
«Non te ne faccio una colpa.»<br />
«Ma ho scelto l’albero di Natale.»<br />
«Adesso lo capisci perché volevo proteggerti?» dissi stupidamente, senza che ce<br />
ne fosse bisogno.<br />
«Non lo sapevo che il rinoceronte fosse proprio lì.»<br />
«Vive da queste parti e scende ad abbeverarsi al ruscello al limite della palude.»<br />
«Eravate tutti così seri» disse Miss Mary. «Non vi ho mai visti così seri, voi<br />
pagliacci.»<br />
«Tesoro, sarebbe stato orribile se fossi stato costretto a ucciderla. Ed ero<br />
preoccupato per te.»<br />
«Eravate tutti così seri» ripeté. «E tutti mi tenevate per le braccia. Sapevo<br />
tornarci da sola, alla macchina. Non c’era bisogno che mi si tenesse per le braccia.»<br />
«Tesoro, ti tenevano per le braccia solo per impedirti di finire con un piede in un<br />
buco o di inciampare in qualcosa. Osservavano continuamente il terreno. Il<br />
rinoceronte era molto vicino e poteva caricare da un momento all’altro, e non ci è<br />
consentito di ucciderlo.»<br />
«Come facevi a sapere che era una femmina con un cucciolo?»<br />
«Per logica. Quella bestia gira qua attorno da quattro mesi.»<br />
«Peccato che fosse proprio nel punto in cui crescono gli alberi di Natale.»