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Ernest Hemingway VERO ALL'ALBA

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mai avuto il coraggio di tagliare un filetto e di chiedere al cuoco di cucinarlo.<br />

Quest’anno, invece, quando avevamo ucciso il primo leone e avevo chiesto a Ngui di<br />

prepararci il filetto, era stato diverso. Pop sosteneva che era da barbari e che nessuno<br />

mangiava il leone. Ma quasi sicuramente quello era l’ultimo safari che facevamo<br />

insieme ed eravamo arrivati a un punto in cui entrambi rimpiangevamo le cose che<br />

non avevamo fatto piuttosto che quelle che avevamo realizzato, e così si era opposto<br />

solo formalmente e quando Mary aveva mostrato a Mbebia come preparare le<br />

cotolette e quando avevamo assaggiato il loro buon sapore e quando avevamo<br />

constatato che la carne si tagliava esattamente come quella del vitello e quanto ci<br />

piaceva, anche lui l’aveva assaggiata e gli era piaciuta.<br />

«In America, hai mangiato un orso che avevi cacciato sulle Montagne Rocciose»<br />

dissi. «L’orso è come il maiale, ma troppo grasso. Mangi anche il maiale, e il maiale<br />

è molto più sporco dell’orso e del leone.»<br />

«Non rompermi le scatole» disse Pop. «La sto mangiando, questa maledetta<br />

roba.»<br />

«Non è buona?»<br />

«Sì, maledizione. È buona. Ma non rompermi le scatole.»<br />

«Signor P., prendine ancora. Ti prego, prendine ancora» disse Miss Mary.<br />

«D’accordo, ne prendo un altro po’» esclamò Pop, sforzando la voce in un acuto<br />

falsetto lamentoso. «Ma non continuate a fissarmi, mentre mangio.»<br />

Parlammo di Pop e fu gradevole, perché io e Mary lo amavamo molto. Era<br />

l’uomo al quale ero più affezionato fra tutti quelli che conoscevo. Mary mi raccontò<br />

alcune delle cose che Pop le aveva detto durante il lungo viaggio fatto insieme a lui<br />

attraverso il Tanganica, quando eravamo andati a caccia nel paese del fiume Gran<br />

Ruaha e delle pianure del Bohoro. Ascoltare quelle storie e immaginare le cose che<br />

Pop non aveva detto era come averlo lì con noi e io pensai che perfino quando era<br />

assente riusciva a rendere facile ciò che era difficile.<br />

Poi fu meraviglioso anche mangiare il leone e averlo come compagno vicino e<br />

irripetibile e gustarne il buon sapore.<br />

Quella sera Mary disse che era stanca e andò a dormire nel suo letto. Io rimasi<br />

sveglio per un po’ e alla fine uscii per andare a sedermi vicino al fuoco. Sulla<br />

poltroncina, seduto a guardare il fuoco, pensai a Pop e a com’era triste che non fosse<br />

immortale e a com’ero contento che avesse potuto stare tanto a lungo con noi e che<br />

eravamo fortunati ad aver fatto tre o quattro cose insieme, cose che erano come i<br />

vecchi tempi, oltre alla semplice felicità di essere insieme e di parlare e di scherzare,<br />

e finalmente andai a letto.

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