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Ernest Hemingway VERO ALL'ALBA

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«L’ha notato anche lei, signore?»<br />

«Sì. È tutto il giorno che ho il silenzio dentro. Vuoi della birra?»<br />

«No, grazie, signore. Stasera ci sarà qualche boxe?»<br />

«Ti senti in vena?»<br />

«Se si sente in vena lei, signore. Ma ci sono molti ragazzi nuovi da provare.<br />

Possiamo farlo meglio domani senza Ngoma.»<br />

«Stasera, se vuoi.»<br />

«Forse è meglio domani. Un ragazzo non è un ragazzo molto simpatico. Non<br />

cattivo. Ma non simpatico. Conosce il genere.»<br />

«Ragazzo di città?»<br />

«Un po’, signore.»<br />

«Sa tirare di boxe?»<br />

«Non proprio. Ma è veloce.»<br />

«Colpisce?»<br />

«Sì, signore.»<br />

«Cos’è quel ballo, ora?»<br />

«Il nuovo ballo della boxe. Vede? Tirano destri e uncini, come ha insegnato lei.»<br />

«Meglio di come ho insegnato io.»<br />

«Domani è meglio, signore.»<br />

«Ma domani te ne sarai andato.»<br />

«Avevo dimenticato. Prego di scusarmi. Dimentico facile da quando il grande<br />

maschio è morto. Lo faremo quando torniamo. Vado a controllare il camion, adesso.»<br />

Uscii per cercare Keiti e lo trovai ai margini del ballo. Aveva l’aria molto<br />

allegra e possessiva.<br />

«Quando viene il buio, mandali a casa con il camion» dissi. «Mthuka può<br />

caricarne parecchi anche sulla camionetta. La Memsahib è stanca, dovremmo cenare<br />

presto e andare a letto.»<br />

«Ndio» acconsentì.<br />

Trovai Ngui, e lui disse: «Jambo, Bwana».<br />

«Jambo tu» risposi. «Perché non balli?»<br />

«Troppa gente. Non è il mio giorno per ballare.»<br />

«Neanche il mio.»<br />

Quella sera la cena fu molto allegra. Mbebia, il cuoco, aveva preparato cotolette<br />

impanate di filetto di leone ed erano eccellenti. In settembre, quando avevamo<br />

mangiato le prime cotolette di leone, ne era nata una discussione e avevamo decretato<br />

che era un’eccentricità o qualcosa di barbaro. Ora le mangiavamo tutti, e tutti le<br />

consideravamo una grande prelibatezza. La carne era bianca come quella di vitello e<br />

tenera e squisita. E non sapeva per niente di selvatico.<br />

«Credo che nessuno noterebbe la differenza fra questa e la cotoletta alla<br />

milanese di un buon ristorante italiano» disse Mary. «Tranne che la carne di leone è<br />

migliore.»<br />

Che la carne era buona l’avevo capito la prima volta che avevo visto un leone<br />

scuoiato. Mkola, che all’epoca era il mio portatore di armi, aveva detto che il filetto<br />

di leone era la migliore carne che esistesse al mondo. Ma poi eravamo stati molto<br />

rimproverati da Pop, che tentava di fare di me almeno un semi-pukka, e io non avevo

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