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Ernest Hemingway VERO ALL'ALBA

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«Vado.»<br />

Per tutto il tempo avevamo sentito il battere dei tamburi e il tintinnio dei<br />

braccialetti da caviglia e il sibilo dei fischietti da traffico. Non mi sentivo ancora di<br />

umore festivo né avevo voglia di ballare e così, quando l’Informatore se ne fu andato,<br />

aggiunsi del Gordon’s Gin al Campari e spruzzai un po’ di selz dal sifone. Se si<br />

fossero ben mescolati con la penicillina per via orale, avrei stabilito qualcosa, anche<br />

se magari non per il regno della scienza pura. Parvero amalgamarsi armoniosamente<br />

e, se non altro, resero più sonoro il battito dei tamburi. Ascoltai con attenzione per<br />

sentire se anche i fischietti della polizia erano più acuti, ma mi parvero inalterati.<br />

Prendendolo per un ottimo segno, tirai su un quarto di birra fredda dalla gocciolante<br />

sacca di tela per l’acqua e tornai allo Ngoma. Qualcuno stava suonando sul fondo del<br />

mio tamburo di metallo e così mi trovai un bell’albero contro il quale sedermi, dove<br />

fui raggiunto dal mio amico Tony.<br />

Tony era un brav’uomo e uno dei miei migliori amici. Era un Masai ed era stato<br />

sergente del Corpo Carristi ed era stato un soldato molto coraggioso e capace. Anche<br />

se non era l’unico Masai dell’esercito inglese, se non altro era l’unico sergente masai.<br />

Lavorava per G.C. al Dipartimento della Caccia e io avevo sempre invidiato G.C. che<br />

lo aveva con sé, perché Tony era un buon meccanico, ed era leale, devoto e sempre<br />

allegro e parlava un buon inglese, un Masai perfetto, naturalmente, e lo Swahili, un<br />

po’ di Chagga e un discreto Kamba. Aveva una struttura fisica molto poco masai, con<br />

gambe corte e notevolmente storte, e torace, braccia e collo massicci e possenti. Gli<br />

avevo insegnato a tirare di boxe e ci battevamo spesso ed eravamo ottimi amici e<br />

compagni.<br />

«È un bellissimo Ngoma, signore» disse.<br />

«Sì. Non balli, Tony?»<br />

«No, signore. È uno Ngoma dei Kamba.»<br />

Ora stavano facendo un ballo molto complicato e ballavano anche le ragazze più<br />

giovani, con figure assai intense ed erotiche.<br />

«Ci sono delle ragazze molto belle. Quale ti piace di più, Tony?»<br />

«E a lei, signore, quale piace di più?»<br />

«Non so decidere. Quattro sono decisamente molto belle.»<br />

«Ce n’è una che è la migliore. Capisce quale dico, signore?»<br />

«È molto carina, Tony. Di dov’è?»<br />

«Dello Shamba kamba, signore.»<br />

Era la migliore eccome, e meglio della migliore. La guardammo tutti e due.<br />

«Hai visto Miss Mary e il capitano Ranger della Caccia?»<br />

«Sì, signore. Erano qui poco fa. Sono veramente felice che Miss Mary ha ucciso<br />

il leone. Ricorda i vecchi tempi e la caccia al leone con le lance e i Masai che<br />

masticavano gomma? Ricorda il campo dell’Albero di Fico? Ne è passato, di tempo,<br />

da quando Miss Mary ha cominciato a dare la caccia al leone. Stamattina le ho detto<br />

un proverbio masai. Gliel’ha raccontato?»<br />

«No, Tony. Non credo che l’abbia fatto.»<br />

«Ecco il proverbio: c’è sempre molto silenzio quando muore un grande<br />

maschio.»<br />

«È verissimo. C’è silenzio anche ora, perfino con il rumore dello Ngoma.»

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