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Ernest Hemingway VERO ALL'ALBA

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sarebbero andati a passare la giornata, ma finché non vedevo le loro tracce e non ero<br />

sicuro che ci avessero superati dovevo essere prudente, con Miss Mary che voleva<br />

andarsene in giro a cercare un albero di Natale di suo gusto.<br />

Fermammo la macchina e io presi il grosso fucile e aiutai Miss Mary a scendere.<br />

«Non ho bisogno d’aiuto» disse lei.<br />

«Sta’ a sentire, tesoro» cominciai a spiegarle. «Devo starti vicino con il fucile.»<br />

«Vado semplicemente a prendere un albero di Natale.»<br />

«Lo so. Ma là dentro potrebbe esserci di tutto. E c’è stato, quanto a questo.<br />

Almeno fa’ venire Ngui con te.»<br />

«C’è Charo.»<br />

«Tesoro, sono responsabile della tua incolumità.»<br />

«A volte sei noioso da morire.»<br />

«Lo so.» Poi dissi: «Ngui».<br />

«Bwana?»<br />

Nessuno scherzava più.<br />

«Va’ a vedere se i due elefanti sono entrati nella foresta. Arriva fino alle pietre.»<br />

«Ndio.»<br />

Partì attraverso lo spazio aperto cercando tracce sull’erba e reggendo il mio<br />

Springfield nella destra.<br />

«Voglio solo scegliere un albero» disse Miss Mary. «Poi una mattina torniamo<br />

qui, lo sradichiamo e lo riportiamo al campo per piantarlo mentre fa ancora fresco.»<br />

«Va’ pure» dissi. Osservavo Ngui, che si era fermato ad ascoltare e poi<br />

proseguiva, camminando con molta prudenza. Seguii Miss Mary, che studiava i<br />

diversi alberi argentei dalle foglie aculeate per trovarne uno di forma e grandezza<br />

giuste, ma io continuai a guardare Ngui di sopra la spalla. Lui si fermò di nuovo ad<br />

ascoltare e alla fine indicò la foresta con un gesto del braccio sinistro. Si voltò a<br />

guardarmi e io gli feci cenno di tornare da noi. Ci raggiunse in fretta, camminando il<br />

più veloce che poteva senza correre.<br />

«Dove sono?» chiesi.<br />

«Attraversano là per entrare in foresta. Li ho sentiti. Il vecchio maschio e la sua<br />

ascari.»<br />

«Bene» dissi.<br />

«Ascolta» bisbigliò lui. «Faro.» Indicò il folto degli alberi sulla destra. Non<br />

sentivo niente. «Mzuri macna» continuò, volendo dire, in breve: “Meglio salire in<br />

macchina”.<br />

«Va’ a chiamare Miss Mary.»<br />

Mi voltai verso il punto indicato da Ngui. Riuscivo a vedere solo gli arbusti<br />

argentati, l’erba verde e la fila di alti alberi con festoni di viticci e rampicanti. Poi<br />

sentii un suono simile a un forte rombo profondo. Era il suono che si emette quando<br />

si tiene la lingua contro il palato e si soffia con tanta forza da farla vibrare come una<br />

canna. Veniva dal punto indicato da Ngui. Ma non riuscivo a vedere niente. Tolsi la<br />

sicura al .577 e voltai la testa verso sinistra. Miss Mary stava arrivando da una<br />

direzione che l’avrebbe portata dietro di me. Ngui la teneva per un braccio per<br />

guidarla e lei avanzava come camminando sulle uova. Charo la seguiva. Poi sentii di<br />

nuovo il forte rombo sonoro e vidi Ngui tirarsi indietro con lo Springfield imbracciato

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