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Ernest Hemingway VERO ALL'ALBA

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«E un’introduzione di Louis Bromfield.»<br />

«E chi è questo Bromfield?» chiese G.C. «Un costruttore d’armi?»<br />

«È uno che scrive e ha una fattoria molto nota in America, nell’Ohio. Siccome<br />

anche lui è molto noto per via della fattoria, l’Oxford University Press gli ha<br />

commissionato un’introduzione. Girando le pagine riesce a vedere i campi di Virgilio<br />

e gli animali di Virgilio e la gente di Virgilio e perfino la sua faccia severa e un po’<br />

tozza, o forse la sua corporatura, non ricordo bene quale delle due. Ma deve pur<br />

parlare di corporatura tozza, se è un contadino. Comunque, Louis riesce a vederlo e<br />

sostiene che rappresenta la grande poesia eterna, o le poesie eterne, per ogni tipo di<br />

lettore.»<br />

«Dev’essere l’edizione che ho io, quella senza Bromfield» disse G.C. «Credevo<br />

che tu l’avessi lasciata a Kajiado.»<br />

«La mia ha sopra il mio nome» disse Miss Mary.<br />

«Bene» dissi io. «Anche il tuo Lo Swahili del Nord ha sopra il tuo nome e in<br />

questo momento è nel mio taschino posteriore, inzuppato di sudore e con le pagine<br />

tutte appiccicate. Ti darò il mio e tu ci potrai scrivere il tuo nome.»<br />

«Non voglio il tuo. Voglio il mio, e dovevi proprio inzupparlo di sudore e<br />

rovinarlo?»<br />

«Non so. Probabilmente fa parte del mio piano per rovinare l’Africa. Ma eccolo.<br />

Ti consiglio di prendere quello pulito.»<br />

«Questo ha parole scritte da me che nell’altro non ci sono e ha anche delle<br />

annotazioni.»<br />

«Scusa. Devo essermelo messo in tasca per errore una mattina al buio.»<br />

«Tu non fai mai errori» disse Miss Mary. «Lo sappiamo tutti. E ti troveresti<br />

molto meglio se avessi studiato lo Swahili, invece di parlare continuamente la Lingua<br />

Sconosciuta e di leggere esclusivamente libri francesi. Era necessario venire fino in<br />

Africa per leggere in francese?»<br />

«Forse, non lo so. Questa è la prima volta che riesco ad avere una serie completa<br />

di Simenon. La ragazza della libreria sotto il lungo passaggio del Ritz è stata così<br />

gentile da trovarli tutti e mandarmeli.»<br />

«E tu li hai lasciati a casa di Patrick in Tanganica. Tutti tranne qualcuno. Pensi<br />

che li leggeranno loro?»<br />

«Non so. Per certi versi Pat è misterioso come me. Potrebbe leggerli e potrebbe<br />

non leggerli. Ma ha un vicino che ha la moglie francese, e lei sarà contenta di averli.<br />

No. Li leggerà Pat.»<br />

«Hai mai studiato il francese e imparato a parlarlo rispettando la grammatica?»<br />

«No.»<br />

«Sei senza speranza.»<br />

G.C. mi guardò, accigliato.<br />

«No» dissi. «Non sono senza speranza perché ce l’ho ancora, la speranza. Il<br />

giorno che non l’avrò farai maledettamente in fretta ad accorgertene.»<br />

«Riguardo a che cosa hai speranza? Al furto dei libri altrui? Ai menomati<br />

mentali? Al mentire su un leone?»<br />

«Mancanza di sintesi. Bastava che dicessi mentire.»

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