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leggermente G.C., dietro al quale c’era Charo. Procedevano dritti verso gli alberi<br />
circondati alla base da piccoli cespugli. Ora che riuscivo a vedere il leone, continuai a<br />
spostarmi a sinistra, camminando di lato e poi in avanti. La luce illuminava l’enorme<br />
criniera nera e il lungo corpo grigio dorato, e il leone ci guardava. Lui ci guardava e<br />
io pensavo che si era cacciato in una brutta situazione. A ogni passo che facevo,<br />
bloccavo maggiormente la zona di sicurezza nella quale si era ritirato tante volte. Ora<br />
non aveva altra scelta che venire verso di me o andare verso Mary e G.C., cosa che<br />
non intendeva fare a meno che non fosse ferito, oppure poteva tentare di raggiungere<br />
il rifugio di alberi e cespugli che era centocinquanta metri a nord. Ma per farlo,<br />
doveva attraversare la pianura aperta.<br />
Decisi che mi ero spostato abbastanza a sinistra e cominciai ad avanzare verso il<br />
leone. Lui se ne rimase là, con la vegetazione che gli arrivava alle cosce, e a un certo<br />
punto vidi che girava la testa verso di me. Poi la voltò di nuovo per guardare G.C. e<br />
Mary. La testa era scura ed enorme, ma quando la muoveva non sembrava troppo<br />
grossa per il corpo. Il corpo era massiccio, grande e lungo. Non sapevo quanto vicino<br />
al leone G.C. avrebbe spinto Mary. Non li guardavo. Guardavo il leone e aspettavo di<br />
sentire lo sparo. Ormai ero vicino quanto era necessario esserlo e se fosse arrivato<br />
avevo spazio per mirare. Ero sicuro che se restava ferito si sarebbe diretto dalla mia<br />
parte, dato che il suo rifugio naturale era dietro di me. Mary deve fare presto a<br />
colpirlo, pensai. Non può avvicinarsi di più. Ma forse G.C. vuole che si avvicini. Li<br />
spiai con la coda dell’occhio, la testa china, senza distogliere lo sguardo dal leone.<br />
Capii che Mary voleva sparare e G.C. glielo impediva. Non stavano tentando di<br />
avvicinarsi, e così immaginai che nel punto in cui si trovavano Mary doveva avere<br />
qualche ramo che le impediva la vista. Guardai il leone e vidi cambiare il suo colore<br />
quando la prima sommità delle colline coprì il sole. Era un’ottima luce per sparare,<br />
ma se ne sarebbe andata in fretta. Osservai il leone e lui si mosse leggermente a<br />
sinistra e poi fissò Mary e G.C. Riuscivo a vedere i suoi occhi. Mary continuava a<br />
non sparare. Poi il leone si mosse di nuovo leggermente e io sentii il fucile di Mary<br />
entrare in azione e lo schiocco secco del proiettile. Forse l’aveva colpito. Il leone fece<br />
un balzo fra i cespugli e poi sbucò dall’altra parte, diretto a nord verso la folta<br />
macchia d’alberi che doveva fargli da rifugio. Mary stava sparando, e questa volta fui<br />
certo che l’avesse colpito. Il leone procedeva a grandi balzi, con la grossa testa che<br />
ondeggiava. Sparai e alzai uno sbruffo di polvere dietro di lui. Corsi con lui e<br />
rallentai quando mi accorsi che stavo per superarlo e rimasi di nuovo indietro. Ora<br />
stava sparando il grosso fucile a doppia canna di G.C. e vidi schizzare la terra dove<br />
colpiva. Sparai anch’io, seguendo il leone attraverso il cannocchiale, e mirai davanti a<br />
lui, e davanti a lui si alzò una nube di terriccio. Ora correva pesante e disperato, ma<br />
nel cannocchiale cominciava a rimpicciolire, e quando fu quasi certo di farcela a<br />
raggiungere il suo rifugio lontano, lo inquadrai di nuovo nel cannocchiale, ormai<br />
piccolo mentre si allontanava velocissimo, e spostai leggermente il tiro in avanti e in<br />
alto e quando lo ebbi appena superato tirai il grilletto e non vi furono spruzzi di<br />
polvere e lo vidi scivolare in avanti con le zampe anteriori piantate nel terreno. La<br />
grossa testa fu giù prima che mi arrivasse il rumore sordo della pallottola che colpiva.<br />
Ngui mi batté una mano sulla schiena e mi passò un braccio attorno alle spalle. Il<br />
leone tentò di alzarsi e G.C. sparò e il leone rotolò su un fianco.