07.12.2012 Views

Ernest Hemingway VERO ALL'ALBA

Ernest Hemingway VERO ALL'ALBA

Ernest Hemingway VERO ALL'ALBA

SHOW MORE
SHOW LESS

Create successful ePaper yourself

Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.

almeno, sarebbe dovuto tornare. Altrimenti, qualunque cosa accadesse, la mattina<br />

dopo G.C. doveva partire, lasciando me e Mary da soli. Ma il leone aveva rotto il suo<br />

schema di comportamento, commettendo un errore molto grave, e io non mi<br />

preoccupavo più della possibilità di non prenderlo. Forse sarei stato più felice di<br />

dargli la caccia da solo con Mary, ma mi piaceva cacciare con G.C. e non ero tanto<br />

stupido da desiderare che accadesse qualcosa di brutto mentre ero solo con Mary.<br />

G.C. aveva specificato molto bene come sarebbe andata. Io coltivavo sempre la<br />

grande illusione che Mary colpisse il leone esattamente dove andava colpito e che il<br />

leone crollasse a terra come tutti gli animali che avevo visto cadere tante volte e che<br />

fosse morto come solo i leoni possono esserlo. Se poi fosse caduto ancora vivo, gli<br />

avrei piazzato io due colpi, e questo era tutto. Miss Mary avrebbe ucciso il suo leone<br />

e ne sarebbe stata per sempre felice, io gli avrei inferto solo la puntilla, e lei l’avrebbe<br />

capito e mi avrebbe amato moltissimo fino alla fine dei nostri giorni, amen. Ormai<br />

erano sei mesi che aspettavamo quel momento. A questo punto, attraverso la<br />

splendida distesa di fiori bianchi che un mese prima era polvere e una settimana<br />

prima fango, entrò nel campo una Land Rover, uno dei nuovi modelli più grandi e più<br />

veloci che non avevamo mai visto prima. La macchina era guidata da un uomo dalla<br />

faccia arrossata, di mezza età, che indossava una sbiadita divisa kaki da agente della<br />

polizia del Kenia. Era coperto della polvere della strada e, agli angoli degli occhi,<br />

piccole rughe bianche provocate dal sorriso incrinavano la polvere.<br />

«C’è nessuno in casa?» chiese, entrando nella tenda pranzo e togliendosi il<br />

berretto. Avevo visto arrivare la macchina attraverso la tenda di mussola dell’apertura<br />

che dava sulla Montagna.<br />

«Siamo tutti in casa» risposi. «Come sta, signor Harry?»<br />

«Benone.»<br />

«Si sieda e lasci che le prepari da bere. Può fermarsi, stasera, vero?»<br />

Si sedette e stese le gambe e mosse le spalle, con la grazia di un gatto.<br />

«Non dovrei bere niente. La gente perbene non beve, a quest’ora.»<br />

«Che cosa desidera, allora?»<br />

«Potremmo dividerci una birra?»<br />

Aprii la birra e la versai, e mentre alzavamo i bicchieri, l’osservai rilassarsi e<br />

sorridere con gli occhi morti per la stanchezza.<br />

«Farò mettere la sua roba nella tenda del giovane Pat. È quella verde, ed è<br />

vuota.»<br />

Harry Dunn era timido, travolto dal lavoro, gentile e spietato. Amava gli africani<br />

e li capiva, ed era pagato per fare applicare le leggi e per eseguire gli ordini. Sapeva<br />

essere cortese quanto rozzo, e non era vendicativo, né sapeva odiare, né era mai<br />

stupido o sentimentale. Non nutriva risentimenti in un paese pieno di risentimenti e<br />

non l’avevo mai visto comportarsi con meschinità. Amministrava la legge in un<br />

periodo di corruzione, odio, sadismo e considerevole isterismo e lavorava, ogni<br />

giorno, oltre i limiti che un uomo può sopportare; comunque non lavorava per<br />

ottenere una promozione o un avanzamento, ma solo perché era consapevole del<br />

proprio valore e di ciò che faceva. Una volta Miss Mary l’aveva definito una fortezza<br />

d’uomo portatile.<br />

«Vi divertite, qui?»

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!