You also want an ePaper? Increase the reach of your titles
YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.
dimenticare, era allegra e senza problemi. Riusciva a dimenticare più completamente<br />
e amabilmente di chiunque avessi conosciuto. Una sera poteva anche litigare ma per<br />
la fine della settimana aveva dimenticato tutto, completamente e sinceramente. Aveva<br />
una memoria molto selettiva, che non sempre andava a suo favore. In quella sua<br />
memoria perdonava se stessa e anche gli altri. Era una ragazza assai strana e io<br />
l’amavo molto. Al momento aveva solo due difetti. Non era adeguata all’onesta<br />
caccia al leone e aveva un cuore troppo buono per essere un’assassina, e alla fine<br />
avevo deciso che era questo a farla esitare e mancare leggermente la mira, quando<br />
sparava a un animale. Io lo trovavo carino e non ne ero mai esasperato. Lei invece lo<br />
era, esasperata, perché nella sua testa capiva il motivo per cui uccidevamo ed era<br />
necessario uccidere e aveva finito con il piacerle, dopo aver stabilito che non avrebbe<br />
mai abbattuto un animale bello come l’impala, ma solo animali brutti e pericolosi. In<br />
sei mesi di uscite quotidiane aveva imparato ad amare la caccia, una cosa vergognosa<br />
se fatta senza regole e priva di vergogna se fatta in modo corretto, ma in lei c’era<br />
qualcosa di troppo buono che scattava inconsapevolmente e la portava a sbagliare il<br />
bersaglio. L’amavo per questo allo stesso modo in cui non avrei mai potuto amare<br />
una donna capace di lavorare in un parco bestiame o di abbattere un cane o un gatto<br />
per non farlo soffrire o di eliminare un cavallo che si è rotto una zampa durante una<br />
corsa.<br />
«Come si chiamava il soldato?» chiese G.C. «Albertine?»<br />
«No. Monsieur.»<br />
«Ci prende in giro, Miss Mary.»<br />
Continuarono a parlare di Londra. E così anch’io cominciai a pensare a Londra,<br />
e non fu sgradevole, anche se ebbi la sensazione di troppo rumore e di poca<br />
normalità. Mi resi conto di non sapere niente di Londra e così ricominciai a pensare a<br />
Parigi, e con più particolari di prima. In realtà ero preoccupato per il leone di Mary,<br />
come lo era G.C., solo che affrontavamo la cosa in modo diverso. Quando accadeva<br />
realmente, era sempre abbastanza facile. Ma la storia del leone di Mary durava da<br />
troppo tempo e volevo levarmela dai piedi e farla finita.<br />
Poi, quando i diversi dudu, che era il nome generico per tutti i parassiti, gli<br />
scarafaggi e gli insetti, ebbero formato sul pavimento della tenda pranzo un tappeto<br />
abbastanza spesso da scricchiolare sotto i piedi, ce ne andammo a letto.<br />
«Non preoccuparti per il domani» dissi a G.C., mentre si avviava verso la sua<br />
tenda.<br />
«Vieni qui un momento.» Eravamo a metà strada dalla sua tenda, e Mary era<br />
entrata nella nostra. «Dove ha mirato, quando ha sparato contro quel povero gnu?»<br />
«Non te l’ha detto?» chiesi.<br />
«No.»<br />
«Va’ a letto. Tanto, noi non entriamo prima del secondo atto.»<br />
«Non potresti mettere in scena la vecchia commedia del marito e della moglie?»<br />
«No. È da un mese che Charo mi supplica di farlo.»<br />
«Miss Mary è meravigliosamente ammirevole» disse G.C. «Anche tu sei<br />
ammirevole, ma solo leggermente.»<br />
«Siamo un branco di ammirevoli ammiragli.»<br />
«Buonanotte, ammiraglio.»