GEOmedia 5 2015

17.12.2015 Views

Rivista bimestrale - anno XIX - Numero 5/2015 - Sped. in abb. postale 70% - Filiale di Roma TERRITORIO CARTOGRAFIA GIS CATASTO INFORMAZIONE GEOGRAFICA FOTOGRAMMETRIA URBANISTICA 3D GNSS BIM RILIEVO TOPOGRAFIA CAD REMOTE SENSING SPAZIO EDILIZIA WEBGIS UAV SMART CITY AMBIENTE NETWORKS BENI CULTURALI LBS LiDAR Set/Ott 2015 anno XIX N°5 La prima rivista italiana di geomatica e geografia intelligente GALILEO una costellazione di orologi ultra stabili nel cielo GEOmedia a INTERGEO 2015 Edificato residenziale e pericolosità sismica Passare al BIM 2 a Conferenza Utenti Leica Laser Scanner

Rivista bimestrale - anno XIX - Numero 5/<strong>2015</strong> - Sped. in abb. postale 70% - Filiale di Roma<br />

TERRITORIO CARTOGRAFIA<br />

GIS<br />

CATASTO<br />

INFORMAZIONE GEOGRAFICA<br />

FOTOGRAMMETRIA<br />

URBANISTICA<br />

3D<br />

GNSS<br />

BIM<br />

RILIEVO TOPOGRAFIA<br />

CAD<br />

REMOTE SENSING SPAZIO<br />

EDILIZIA<br />

WEBGIS<br />

UAV<br />

SMART CITY<br />

AMBIENTE<br />

NETWORKS<br />

BENI CULTURALI<br />

LBS<br />

LiDAR<br />

Set/Ott <strong>2015</strong> anno XIX N°5<br />

La prima rivista italiana di geomatica e geografia intelligente<br />

GALILEO una<br />

costellazione<br />

di orologi<br />

ultra stabili<br />

nel cielo<br />

<strong>GEOmedia</strong><br />

a INTERGEO<br />

<strong>2015</strong><br />

Edificato residenziale<br />

e pericolosità sismica<br />

Passare al BIM<br />

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dei fondali e delle coste<br />

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Geospatial 4.0, il GNSS Galileo e Einstein<br />

Geospatial 4.0 è il termine usato quest’anno per identificare gli sviluppi del nostro settore.<br />

Un momento di profonda trasformazione che ci induce a stare molto attenti per non perdere<br />

il treno dell’innovazione che ci sta passando davanti. La geomatica, pur essendo relativamente<br />

giovane, sta soffrendo di una forte obsolescenza proprio nel momento in cui è entrata a<br />

far parte della nostra vita quotidiana. In Italia specialmente si soffre per la poca importanza<br />

che le Istituzioni, non sensibilizzate ovviamente, dedicano al corretto sviluppo e promozione<br />

della ricerca. Gran parte della produzione della ricerca geomatica è stata ormai assimilata nel<br />

nostro quotidiano e non ci rendiamo neanche conto di quanto la usiamo per le nostre normali<br />

operazioni quotidiane come quelle che vanno dall’uso di un navigatore per arrivare ad<br />

una destinazione prestabilita, oppure quelle che ci portano alla ricerca del nostro immobile<br />

ideale attraverso un sistema informativo geografico. Eppure ci sono cose, come ad esempio<br />

le transazioni bancarie e la misura precisa del tempo, che si poggiano sulla ricerca geomatica,<br />

senza neanche accorgersene.<br />

Purtroppo c’è carenza nella mancanza di divulgazione e cooperazione nella ricerca stessa, con<br />

gruppi di settori diversi che utilizzano la geomatica e cercano di ridefinirne i termini solo per<br />

mancata conoscenza della attività svolte dagli altri esperti del settore che, spesso preda di autoreferenzialismo<br />

dovuto alla selezione del sistema della ricerca universitaria, non divulgano<br />

più il loro operato.<br />

In effetti i ricercatori si chiedono perché andare a divulgare i risultati della ricerca ad un<br />

Convegno che non da i crediti per l’avanzamento della carriera? Chi ha stabilito che un<br />

ricercatore vale più di un altro solo perché citato da altri in un sistema talmente chiuso che<br />

non consente neanche l’accesso libero alla lettura?<br />

La rivoluzione apportata da Google Map è una testimonianza incredibile se pensiamo oggi<br />

che mentre si ricercava l’assurda precisione avvalorata dai confronti ineludibili di scarti quadratici<br />

medi di ambiziosi risultati geodetici e topografici, un sistema geografico che non<br />

garantisce alcuna precisione ha conquistato il mondo intero.<br />

Dobbiamo ora, anche in considerazione di ciò, prepararci alla nuova rivoluzione, in considerazione<br />

che la rete intelligente di sensori, dati e servizi sta ridefinendo gli sviluppi tecnologici<br />

e strategici del settore. Nell’ambito del Geospatial 4.0 annunciato nello scorso Intergeo, si è<br />

parlato dell’ormai prossima sostituzione delle tradizionali cartografie analogiche con metodi<br />

cutting edge di trasmissione delle informazioni con la crescente integrazione di realtà aumentata.<br />

La mappa del futuro potrebbe non essere più disponibile su carta, ma in digitale 3D o<br />

4D su dispositivi mobili.<br />

Nell’anniversario della scoperta della Teoria della Relatività, per i nessi ovvi collegati alla<br />

misurazione del tempo, viene spontaneo pensare che i sistemi di posizionamento Global<br />

Navigation Satellite System che hanno rivoluzionato la geomatica come il GPS, GLONASS,<br />

Galileo e Beidou, costituiscono insieme una infrastruttura interoperabile e coordinata che<br />

sta supportando in un modo vitale i più importanti aspetti industriali ed economici della nostra<br />

società. La misura del tempo è ancora una volta uno degli aspetti strategici ed essenziali<br />

dei servizi offerti dai GNSS, elementi di vitale importanza per tutte le infrastrutture critiche<br />

della nostra società.<br />

Buona lettura,<br />

Renzo Carlucci


In questo<br />

numero...<br />

FOCUS<br />

REPORTS<br />

La Teoria della<br />

Relatività ed il<br />

sistema di navigazione<br />

satellitare europeo<br />

Galileo<br />

di Marco Lisi<br />

6<br />

LE RUBRICHE<br />

26 IMMAGINE ESA<br />

36 SCHEDA PRODOTTO<br />

38 MERCATO<br />

Evoluzione<br />

dell'edificato<br />

residenziale in<br />

rapporto alla<br />

pericolosità sismica<br />

di Juri Corradi, Gianluigi<br />

Salvucci e Valerio Vitale<br />

10<br />

46 OPPORTUNITIES<br />

48 RECENSIONE<br />

50 AGENDA<br />

In copertina il nucleo di lavoro di<br />

Galileo, il sistema di navigazione<br />

satellitare indipendente in Europa,<br />

già posizionato ed attivo.<br />

La completa costellazione Galileo<br />

sarà composta da 30 satelliti lungo<br />

tre piani orbitali in orbita terrestre<br />

media (tra cui due di riserva per<br />

ogni orbita). Il risultato sarà la più<br />

grande flotta europea di satelliti.<br />

18<br />

INTERGEO <strong>2015</strong><br />

l'evoluzione/<br />

rivoluzione del<br />

settore geospaziale<br />

di Fulvio Bernardini<br />

(Credits: ESA)<br />

www.rivistageomedia.it<br />

<strong>GEOmedia</strong>, bimestrale, è la prima rivista italiana di geomatica.<br />

Da quasi 20 anni pubblica argomenti collegati alle tecnologie dei<br />

processi di acquisizione, analisi e interpretazione dei dati,<br />

in particolare strumentali, relativi alla superficie terrestre.<br />

In questo settore <strong>GEOmedia</strong> affronta temi culturali e tecnologici<br />

per l’operatività degli addetti ai settori dei sistemi informativi<br />

geografici e del catasto, della fotogrammetria e cartografia,<br />

della geodesia e topografia, del telerilevamento aereo e<br />

spaziale, con un approccio tecnico-scientifico e divulgativo.


A proposito<br />

24<br />

de "La buona<br />

Scuola"<br />

di Carlo Monti<br />

e Attilio Selvini<br />

28<br />

PASSARE AL BIM<br />

10 regole per<br />

avere successo<br />

di Marco Parisi<br />

INSERZIONISTI<br />

Aerrobotix 16<br />

Codevintec 2<br />

Epsilon 38<br />

Esri Italia 17<br />

Flytop 42<br />

Geogrà 46<br />

Geomax 52<br />

Gistam 39<br />

Hexagon S&I 37<br />

Menci 49<br />

Me.s.a 41<br />

Planetek 45<br />

Progesoft 40<br />

Sinergis 51<br />

Sistemi Territoriali 44<br />

Teorema 50<br />

Topcon 47<br />

Trimble 43<br />

32<br />

Il Caso di Veio<br />

Nuove scoperte<br />

archeologiche<br />

con APR<br />

di Zaira Baglione<br />

Innovazione<br />

e tecnologie<br />

avanzate alla 2a<br />

Conferenza<br />

degli utenti Laser<br />

Scanner Leica<br />

Geosystems<br />

a cura della redazionee<br />

34<br />

una pubblicazione<br />

Science & Technology Communication<br />

Direttore<br />

RENZO CARLUCCI, direttore@rivistageomedia.it<br />

Comitato editoriale<br />

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Luigi Di Prinzio, Michele Dussi, Michele Fasolo, Flavio<br />

Lupia, Beniamino Murgante, Aldo Riggio, Mauro Salvemini,<br />

Domenico Santarsiero, Attilio Selvini, Donato Tufillaro<br />

Direttore Responsabile<br />

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Redazione<br />

VALERIO CARLUCCI, GIANLUCA PITITTO,<br />

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ISSN 1128-8132<br />

Reg. Trib. di Roma N° 243/2003 del 14.05.03<br />

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Editore: mediaGEO soc. coop.<br />

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sistemi di archiviazione e prelievo dati, senza il consenso scritto dell’editore.<br />

Rivista fondata da Domenico Santarsiero.<br />

Numero chiuso in redazione il 30 Novembre <strong>2015</strong>.


FOCUS<br />

La Teoria della Relatività ed<br />

il sistema di navigazione<br />

satellitare europeo Galileo<br />

di Marco Lisi<br />

Ricorrono in questo anno <strong>2015</strong> i<br />

centodieci anni dalla pubblicazione<br />

della teoria della Relatività Ristretta<br />

ed i cento anni da quella della teoria<br />

della Relatività Generale di Einstein.<br />

Fig. 1 - Albert Einstein e la sua<br />

famosa formula di equivalenza<br />

tra massa ed energia.<br />

Un famoso mensile di<br />

informatica e tecnologia<br />

ha giustamente titolato:<br />

“Cento anni di relatività generale<br />

(e non sentirli)”.<br />

Sì perché sebbene, almeno di<br />

nome, le due teorie siano note a<br />

tutti (insieme ad alcune formule,<br />

come E=mc 2 ), assai poco digeriti<br />

sono i loro contenuti e poco percepiti<br />

i loro effetti nella nostra<br />

vita di tutti i giorni.<br />

D’altra parte, abbiamo appena<br />

finito di digerire, dopo quasi<br />

quattrocento anni, la prima<br />

grande rivoluzione scientifica,<br />

quella di Copernico, Keplero,<br />

Galileo e Newton e quindi a<br />

soli cento anni dalla Teoria della<br />

Relatività siamo ancora all’antipasto.<br />

Eppure quelle di Einstein non<br />

sono astratte teorie, degne<br />

dell’attenzione di pochi scienziati<br />

ed addetti ai lavori. Come vedremo,<br />

le loro ricadute nella vita<br />

pratica sono magari poco note,<br />

ma molto tangibili.<br />

Un minimo di storia<br />

e di teoria<br />

La teoria della relatività ristretta,<br />

anche detta “speciale”, fu pubblicata<br />

da Einstein nel 1905 proprio<br />

per conciliare il principio di relatività<br />

galileiano con le equazioni<br />

delle onde elettromagnetiche, o di<br />

Maxwell, che ci sono particolarmente<br />

care essendo la base delle<br />

trasmissioni radio. Nel concepire<br />

la relatività ristretta, Einstein<br />

immaginò un esperimento puramente<br />

concettuale, nel quale egli<br />

viaggiava nello spazio cavalcando<br />

un raggio di luce. Le conseguenze<br />

della teoria sono semplici, ma alquanto<br />

sconvolgenti:<br />

1. la velocità della luce nel<br />

vuoto ha lo stesso valore in<br />

tutti i sistemi di riferimento<br />

inerziali, indipendentemente<br />

dalla velocità dell’osservatore<br />

o dalla velocità della sorgente<br />

di luce (in parole semplici, la<br />

velocità della luce è una costante<br />

ed è invalicabile);<br />

2. massa ed energia possono<br />

trasformarsi l’una nell’altra,<br />

secondo la famosa legge E =<br />

mc 2, che trovò la sua conferma<br />

nella realizzazione della<br />

prima pila atomica da parte<br />

di Fermi (e, purtroppo, nella<br />

realizzazione della bomba<br />

atomica e della bomba H).<br />

L’equivalenza massa-energia<br />

ci ha anche permesso di capire<br />

le reazioni che alimentano<br />

il nostro Sole e tutte le stelle;<br />

3. il nostro universo è uno spazio<br />

a quattro dimensioni, la<br />

quarta essendo il tempo, il<br />

quale dipende dal sistema di<br />

riferimento ed in particolare<br />

rallenta all’aumentare della<br />

velocità.<br />

Molto noto, anche per alcune<br />

recenti interpretazioni cinematografiche<br />

(il film di fantascienza<br />

“Interstellar”), è il cosiddetto<br />

“paradosso dei gemelli” (fig. 2).<br />

Di due gemelli, uno parte a bordo<br />

di un astronave che viaggia a<br />

6 <strong>GEOmedia</strong> n°5-<strong>2015</strong>


FOCUS<br />

Fig. 2 - Il paradosso dei<br />

gemelli.<br />

velocità prossime a quella della<br />

luce e rimane per molto tempo<br />

nello spazio, l’altro rimane sulla<br />

Terra. Al ritorno del primo dal<br />

suo viaggio spaziale, ritroverà il<br />

gemello molto invecchiato perché<br />

il tempo, a bordo dell’astronave,<br />

è trascorso più lentamente<br />

che a Terra.<br />

Anche per la relatività generale,<br />

pubblicata dieci anni dopo, nel<br />

1915, Einstein immaginò un<br />

esperimento ideale: cadere dal<br />

tetto di un alto edificio.<br />

Le conseguenze della teoria sono<br />

innumerevoli e necessiterebbero<br />

di una matematica complicatissima<br />

per essere dimostrate. Si possono<br />

tuttavia riassumere in un<br />

concetto abbastanza semplice: la<br />

gravità (quella che ci tiene con<br />

i piedi per terra e che fa ruotare<br />

i pianeti intorno al Sole) non è<br />

altro che una deformazione dello<br />

“spazio-tempo” causata dalla<br />

massa (o dall’energia, visto che le<br />

due sono equivalenti).<br />

Per spiegare il meccanismo, i fisici<br />

si aiutano spesso con la metafora<br />

del foglio di gomma (fig. 3).<br />

Lo spazio-tempo si può immaginare,<br />

per l’appunto, come una<br />

superficie morbida che viene<br />

curvata dalle masse che vi sono<br />

appoggiate. La forza di gravità<br />

che avvertiamo, per esempio,<br />

sulla superficie della Terra è il risultato<br />

della curvatura del foglio<br />

di gomma quadridimensionale<br />

causata dalla massa della Terra<br />

stessa. Un’analoga deformazione,<br />

causata questa volta dal Sole,<br />

spiega la forza esercitata da questo<br />

sui pianeti e la rotazione di<br />

essi intorno al Sole.<br />

Prove sperimentali delle<br />

due teorie della relatività<br />

Negli ultimi cento e passa anni,<br />

gli scienziati di tutto il mondo<br />

si sono affannati per dimostrare<br />

con i loro esperimenti le due<br />

teorie della relatività di Einstein,<br />

con le loro implicazioni e conseguenze.<br />

Pochi tuttavia forse<br />

sanno che una delle più complete<br />

dimostrazioni delle due teorie<br />

deriva proprio da quei sistemi satellitari<br />

globali per la navigazione<br />

(“Global Navigation Satellite<br />

Systems”, GNSS), quali l’americano<br />

GPS o l’europeo Galileo,<br />

che vengono ormai utilizzati in<br />

tutte le nostre autovetture, ma<br />

anche nella gran parte dei nostri<br />

telefoni cellulari (“smartphone”).<br />

Fig. 3 - La gravità è una<br />

deformazione dello spazio-tempo<br />

dovuta alla massa.<br />

Volendo essere sintetici e radicali,<br />

potremmo affermare che, senza<br />

la conoscenza delle due teorie<br />

della relatività (speciale e generale)<br />

di Einstein, i navigatori satellitari<br />

non potrebbero funzionare.<br />

Cerchiamo di capire perché.<br />

Ricordiamo innanzi tutto che<br />

il principio di funzionamento<br />

dei GNSS consiste nella misura<br />

molto accurata (accurata nell’ordine<br />

dei nanosecondi, cioè dei<br />

miliardesimi di secondo) del<br />

ritardo temporale fra la trasmissione<br />

di un segnale radio da un<br />

satellite e la sua ricezione da parte<br />

del ricevitore dell’utente. Da<br />

questa misura si ricava la distanza<br />

fra il satellite stesso (di cui posizione<br />

ed orbita sono ben note)<br />

e l’utente. Essendo la velocità<br />

delle onde radio nel vuoto pari a<br />

300˙000 chilometri al secondo,<br />

un errore pari ad un nanosecondo<br />

corrisponde a 0,3 metri (30<br />

centimetri) nella determinazione<br />

della distanza (e quindi della<br />

posizione).<br />

Questo è il motivo per il quale<br />

si utilizzano a bordo dei satelliti<br />

per la navigazione orologi atomici<br />

estremamente stabili. A bordo<br />

dei satelliti Galileo, ad esempio,<br />

si sta facendo volare il “Passive<br />

Hydrogen Maser” (PHM), che,<br />

con una stabilità di frequenza<br />

equivalente ad uno scarto di 1<br />

secondo ogni 3 milioni di anni,<br />

è il più stabile orologio mai realizzato<br />

per applicazioni spaziali<br />

(fig. 4).<br />

Gli effetti relativistici sul funzionamento<br />

delle costellazioni di<br />

satelliti per la navigazione sono<br />

molteplici, anche se non tutti<br />

della stessa entità.<br />

Ci limiteremo ad analizzarne<br />

due, derivanti rispettivamente<br />

dalla teoria ristretta e da quella<br />

generale:<br />

<strong>GEOmedia</strong> n°5-<strong>2015</strong> 7


FOCUS<br />

4Relatività Ristretta: i satelliti<br />

si muovono rispetto al ricevitore,<br />

e il loro orologio va più<br />

piano;<br />

4Relatività Generale: i campi<br />

gravitazionali cambiano sia<br />

la velocità degli orologi, sia<br />

la propagazione dei segnali<br />

radio.<br />

I satelliti GNSS ruotano intorno<br />

alla Terra su orbite circolari ad<br />

un’altezza di circa 20000 chilometri.<br />

A questa quota, la loro<br />

velocità di rotazione rispetto al<br />

suolo è di circa 3,8 km/s.<br />

Dalle trasformate di Lorentz<br />

(quelle che discendono dalla teoria<br />

della relatività ristretta) si ricava<br />

la contrazione del tempo che<br />

l’orologio a bordo subisce rispetto<br />

ad un orologio a terra, pari a 7,1<br />

microsecondi al giorno.<br />

Questo significa che dopo un<br />

giorno l’errore in termini di<br />

determinazione della distanza<br />

diventa pari a 2,2 chilometri<br />

(7,1 microsecondi per la velocità<br />

della luce).<br />

Ricordiamoci che l’obiettivo di<br />

sistemi come GPS o Galileo è<br />

quello di fornire un’accuratezza<br />

sulla posizione di pochi metri.<br />

L’effetto della teoria della relatività<br />

generale è ancora più<br />

drammatico. In questo caso<br />

l’effetto dipende dall’intensità<br />

dell’attrazione gravitazionale ed è<br />

di segno opposto.<br />

La forza di gravità modifica lo<br />

spazio-tempo rallentando gli<br />

orologi. Quindi gli orologi in<br />

volo a 20˙000 chilometri di<br />

altezza, sperimentando un’attrazione<br />

gravitazionale più bassa,<br />

marciano più velocemente di<br />

quelli a terra.<br />

La deviazione è pari a 47,5 microsecondi<br />

al giorno, pari a circa<br />

14 chilometri di errore sulla distanza,<br />

che vengono solo in parte<br />

compensati dai 7,1 microsecondi<br />

precedentemente considerati.<br />

In conclusione, la combinazione<br />

di questi due effetti relativistici<br />

implica che gli orologi (i sofisticati<br />

e costosi orologi atomici) a<br />

bordo dei satelliti GPS marciano<br />

più velocemente di orologi identici<br />

a terra di circa 38 microsecondi<br />

(45-7=38)!<br />

Poca cosa, potreste pensare, ma<br />

l’altissima precisione richiesta dal<br />

sistema è basata su un’accuratezza<br />

nell’ordine dei nanosecondi,<br />

e 38 microsecondi sono ben<br />

38˙000 nanosecondi.<br />

Per essere ancora più espliciti se<br />

gli effetti delle teorie di Einstein,<br />

apparentemente astruse e poco<br />

utili in pratica, non fossero tenuti<br />

in conto, ci ritroveremmo a<br />

guidare le nostre auto al centro<br />

di Roma o Milano con un’incertezza<br />

sulla nostra posizione<br />

di qualche decina di chilometri.<br />

Non molto utile, davvero!<br />

L’importanza dei<br />

riferimenti di tempo<br />

nella nostra società<br />

La determinazione e la misurazione<br />

accurata del tempo sono<br />

alla base della nostra civiltà tecnologica.<br />

I maggiori progressi<br />

in questo campo si sono avuti<br />

nel secolo scorso, con l’invenzione<br />

dell’oscillatore a cristallo<br />

di quarzo nel 1920 e dei primi<br />

orologi atomici negli anni ’40.<br />

Oggigiorno la misura del tempo<br />

è di gran lunga la più accurata<br />

fra le misure delle altre grandezze<br />

fisiche fondamentali. La stessa<br />

unità di misura delle lunghezze,<br />

una volta basata sul mitico metro<br />

campione di Platino-Iridio<br />

conservato a Parigi, è stata<br />

internazionalmente ridefinita<br />

nel 1983 come “la lunghezza di<br />

percorso coperta dalla luce nel<br />

vuoto durante un intervallo di<br />

tempo pari ad 1/299792458 di<br />

secondo”.<br />

Il secondo (simbolo s) è l’unità<br />

di misura ufficiale del tempo nel<br />

Sistema Internazionale di Unità<br />

(SI). Il suo nome deriva semplicemente<br />

dall’essere la seconda divisione<br />

dell’ora, mentre il minuto<br />

ne è la prima. Il secondo era<br />

originariamente definito come<br />

la 86400-esima parte del giorno<br />

solare medio, cioè della media<br />

sulla base di un anno del giorno<br />

solare, inteso come intervallo<br />

di tempo che intercorre tra due<br />

successivi passaggi del Sole sullo<br />

stesso meridiano.<br />

Nel 1884 fu ufficialmente stabilito<br />

come standard di tempo a livello<br />

internazionale il Greenwich<br />

Mean Time (GMT), definito<br />

come il tempo solare medio al<br />

meridiano che passa per l’Osservatorio<br />

Reale di Greenwich<br />

(Inghilterra).<br />

Nel 1967 è stata proposta una<br />

nuova definizione del secondo,<br />

basato sul moto di precessione<br />

dell’isotopo 133 del cesio. Il<br />

secondo è ora definito come<br />

l’intervallo di tempo pari a<br />

9192631770 cicli della vibrazione<br />

dell’atomo di cesio 133.<br />

Questa definizione permette agli<br />

scienziati ovunque nel mondo di<br />

ricostruire la durata del secondo<br />

con uguale precisione e su di essa<br />

è basato il concetto di Tempo<br />

Atomico Internazionale o TAI.<br />

Fig. 4 - Il<br />

“Passive<br />

Hydrogen<br />

Maser” della<br />

Selex Galileo<br />

(Finmeccanica).<br />

8 <strong>GEOmedia</strong> n°5-<strong>2015</strong>


FOCUS<br />

Il tempo UTC (“Universal<br />

Coordinated Time”), definito<br />

dallo storico Bureau<br />

International des Poids et<br />

Mesures (BIPM) di Sevres<br />

(Parigi), è dal 1972 la base legale<br />

della misura del tempo a livello<br />

mondiale, sostituendo in modo<br />

definitivo il vecchio GMT. Esso<br />

viene derivato dal TAI, dal quale<br />

differisce solamente per un numero<br />

intero di secondi (al momento<br />

36). Il TAI è a sua volta<br />

calcolato dal BIPM a partire dai<br />

dati di più di 200 orologi atomici<br />

situati negli istituti di metrologia<br />

di più di 30 paesi (uno<br />

di essi, in Italia, è il prestigioso<br />

Istituto Elettrotecnico Nazionale<br />

Galileo Ferraris di Torino).<br />

Un riferimento del tempo UTC<br />

estremamente accurato è oggigiorno<br />

fornito su scala mondiale<br />

dai sistemi di navigazione satellitare<br />

(GNSS), come il GPS<br />

(Global Positioning System)<br />

e, presto, il sistema europeo<br />

Galileo. Entrambi sono sistemi<br />

di satelliti orbitanti intorno alla<br />

Terra, ciascuno recante a bordo<br />

degli orologi atomici tra loro sincronizzati.<br />

E’ possibile ricavare dal segnale<br />

GPS, attraverso una serie di correzioni<br />

basate su dati forniti dal<br />

segnale stesso, il tempo UTC,<br />

secondo la stima effettuata dallo<br />

United States Naval Observatory<br />

(USNO). L’accuratezza ottenibile,<br />

anche con ricevitori commerciali<br />

molto economici (alcuni<br />

ricevitori GPS sono ormai venduti<br />

per meno di venti euro), è<br />

di circa un microsecondo.<br />

Il sistema GPS viene anche usato<br />

per comparare i vari orologi atomici<br />

che, come già detto, costituiscono<br />

il sistema mondiale di<br />

riferimento del tempo. I laboratori<br />

campione che si trovano nella<br />

stessa area geografica misurano<br />

la differenza temporale esistente<br />

fra se stessi ed un singolo satellite<br />

GPS nel medesimo istante.<br />

Tenendo conto dei ritardi del<br />

segnale dovuti alla propagazione<br />

nello spazio, queste misure possono<br />

essere usate per calcolare la<br />

differenza temporale fra i laboratori<br />

con un’accuratezza di circa<br />

+/- 3 nanosecondi.<br />

Ma perché è tanto importante<br />

avere un’accurata ed univoca definizione<br />

del tempo?<br />

Non è una questione solo per<br />

scienziati ed addetti ai lavori. Un<br />

riferimento di tempo universalmente<br />

riconosciuto e molto<br />

accurato è di fatto alla base della<br />

maggior parte delle infrastrutture<br />

della nostra società.<br />

Tutte le reti cellulari e wireless,<br />

ad esempio, sono basate<br />

su un’accurata sincronizzazione<br />

dei loro network ottenuta<br />

ricevendo segnali GNSS. Lo<br />

stesso è vero per le reti di distribuzione<br />

dell’energia elettrica.<br />

Sorprendentemente, anche le<br />

transazioni finanziarie e bancarie<br />

e tutti i mercati azionari dipendono<br />

da un accurato riferimento<br />

di tempo, data l’estrema volatilità<br />

di azioni e valute, i cui prezzi<br />

variano ormai nel giro di pochi<br />

microsecondi.<br />

Un orologio atomico nel<br />

nostro smartphone: un<br />

sogno irraggiungibile?<br />

Sarebbe bello, penserà qualcuno,<br />

avere nel nostro smartphone un<br />

orologio atomico che ci fornisca<br />

un preciso riferimento di tempo<br />

e frequenza.<br />

Come precedentemente descritto,<br />

tutto questo è già abbastanza<br />

facilmente ottenibile attraverso<br />

la ricezione dei segnali GNSS.<br />

Ma c’è di più. Sono da poco<br />

tempo disponibili in commercio<br />

oscillatori atomici miniaturizzati,<br />

delle dimensioni di un circuito<br />

integrato.<br />

Il circuito in figura 5 è grande<br />

quanto un francobollo ed è<br />

alimentato a 5 volt, fornendo<br />

un’onda quadra di riferimento a<br />

10 MHz basata su un oscillatore<br />

atomico al rubidio.<br />

Fig. 5 – Oscillatore atomico miniaturizzato.<br />

La deviazione complessiva (parzialmente<br />

compensabile) nell’arco<br />

di una giornata è di alcuni<br />

microsecondi, ma su intervalli<br />

di tempo brevi l’accuratezza è di<br />

pochi nanosecondi.<br />

Il prezzo del dispositivo è al<br />

momento ancora un po’ alto<br />

(intorno ai duemila euro), ma è<br />

prevedibile che nel breve termine<br />

dispositivi simili, anche in forma<br />

di chip, si diffonderanno a prezzi<br />

tanto bassi da essere integrati in<br />

tutti i nostri telefoni cellulari<br />

Le possibili applicazioni pratiche<br />

di questi orologi atomici miniaturizzati<br />

sono in parte immaginabili<br />

e molto interessanti, ma<br />

molte altre dipenderanno anche<br />

dalla nostra creatività ed immaginazione.<br />

ABSTRACT<br />

The Article concerns the theories of the<br />

Special Relativity and of the General Relativity<br />

developed by Albert Einstein in the last<br />

century and how they influence our society.<br />

The relations of these theories with global<br />

satellite navigation systems and, more generally,<br />

with all applications based on exact<br />

time references are explained.<br />

PAROLE CHIAVE<br />

Gnss; sistema di navigazione galileo;<br />

GPS; Teoria della relatività<br />

AUTORE<br />

Dott. Ing. Marco Lisi<br />

European Space Agency<br />

marco.lisi@esa.int<br />

<strong>GEOmedia</strong> n°5-<strong>2015</strong> 9


FOCUS<br />

Evoluzione dell'edificato residenziale<br />

in rapporto alla pericolosità sismica<br />

di Juri Corradi,<br />

Gianluigi Salvucci<br />

e Valerio Vitale<br />

Un'analisi storica, da fonti<br />

censuarie, quantitativa e<br />

Fig. 1 - Distribuzione del tasso di variazione<br />

dell'edificato italiano rispetto alle classi di<br />

pericolosità sismica - elaborazione su dati<br />

Istat e Ingv.<br />

qualitativa dello sviluppo<br />

urbano in relazione alle<br />

caratteristiche sismiche<br />

del territorio italiano.<br />

Il rischio sismico e il ruolo<br />

delle indagini statistiche<br />

In un lavoro precedente (Corradi,<br />

Salvucci, Vitale; 2014a) è<br />

stata analizzata la vulnerabilità<br />

dell’edificato urbano, desumibile<br />

dalle variabili (epoca di<br />

costruzione, tipologia strutturale,<br />

numero di piani fuori<br />

terra e stato di conservazione<br />

di ciascun fabbricato) ricavati<br />

dall’indagine Istat sulla Rilevazione<br />

dei Numeri Civici (Rnc),<br />

associando tali informazioni<br />

alla pericolosità sismica di base<br />

del suolo, desunte dai dati<br />

dell’Ingv. Lo studio ha permesso<br />

l’individuazione di edifici a<br />

maggior criticità, ossia quelli del<br />

raggruppamento più vulnerabile<br />

(rappresentato dal fabbricato<br />

in muratura costruito nell’immediato<br />

dopoguerra), situati<br />

nelle aree con un’accelerazione<br />

sismica di base del terreno (Pga)<br />

superiore al 25% dell’accelerazione<br />

gravitazionale.<br />

Ulteriori approfondimenti<br />

(Corradi, Salvucci, Vitale;<br />

2014b), possibili grazie alla diffusione<br />

dei primi dati censuari<br />

della Popolazione del 2011, ci<br />

hanno consentito anche una valutazione<br />

sull’esposizione della<br />

popolazione all’evento sismico<br />

qualora questo si manifestasse,<br />

tenendo conto della distribuzione<br />

della componente dipendente<br />

(bambini 0-14 e anziani over<br />

64) nelle aree di maggior vulnerabilità<br />

e ad elevata pericolosità.<br />

Al momento della stesura<br />

del presente lavoro non sono<br />

ancora disponibili i dati sul<br />

censimento degli edifici al<br />

2011; tuttavia, sfruttando le<br />

informazioni provenienti dal<br />

Censimento degli edifici del<br />

2001, è possibile individuare gli<br />

stessi indicatori di vulnerabilità<br />

della Rnc con lo svantaggio che<br />

10 <strong>GEOmedia</strong> n°5-<strong>2015</strong>


FOCUS<br />

Epoca di<br />

Muratura<br />

Calcestruzzo Calcestruzzo<br />

costruzione<br />

portante<br />

armato a piano armato a piano<br />

Altro<br />

Totale<br />

terra chiuso terra aperto<br />

Prima del 1919 18,05% 0,00% 0,00% 1,10% 19,15%<br />

Dal 1919 al 1945 10,55% 0,71% 0,04% 1,04% 12,33%<br />

Dal 1946 al 1961 10,39% 2,46% 0,11% 1,83% 14,78%<br />

Dal 1962 al 1971 9,41% 5,03% 0,24% 2,85% 17,53%<br />

Dal 1972 al 1981 7,34% 6,67% 0,36% 3,30% 17,67%<br />

Dal 1982 al 1991 3,73% 5,24% 0,29% 2,23% 11,50%<br />

Dopo il 1991 2,04% 3,34% 0,18% 1,50% 7,05%<br />

Totale 61,50% 23,45% 1,21% 13,85% 100,00%<br />

Tab. 1 - Distribuzione bivariata degli edifici al 2001 tra epoca di costruzione e materiale della struttura portante - Elaborazione su dati Istat 2001.<br />

Numero<br />

piani<br />

Prima del<br />

1919<br />

Dal 1919 al<br />

1945<br />

Dal 1946 al<br />

1961<br />

Dal 1962 al<br />

1971<br />

Dal 1972 al<br />

1981<br />

Dal 1982 al<br />

1991<br />

Dopo il<br />

1991<br />

Totale<br />

1 3,01% 2,75% 3,62% 4,03% 4,48% 3,09% 1,60% 22,57%<br />

2 10,73% 6,83% 7,69% 9,15% 9,13% 5,79% 3,63% 52,95%<br />

3 4,41% 2,11% 2,20% 2,63% 2,74% 1,86% 1,32% 17,28%<br />

4 0,75% 0,39% 0,63% 0,82% 0,79% 0,47% 0,32% 4,18%<br />

5 0,17% 0,13% 0,29% 0,37% 0,26% 0,15% 0,10% 1,46%<br />

6 0,06% 0,07% 0,16% 0,23% 0,13% 0,07% 0,04% 0,77%<br />

7 0,02% 0,03% 0,08% 0,14% 0,07% 0,03% 0,02% 0,39%<br />

8 0,00% 0,01% 0,05% 0,08% 0,03% 0,02% 0,01% 0,21%<br />

9 0,00% 0,00% 0,03% 0,04% 0,02% 0,01% 0,00% 0,10%<br />

10 0,00% 0,00% 0,01% 0,02% 0,01% 0,00% 0,00% 0,05%<br />

11 0,00% 0,00% 0,00% 0,01% 0,00% 0,00% 0,00% 0,02%<br />

Oltre 0,00% 0,00% 0,00% 0,00% 0,00% 0,00% 0,00% 0,01%<br />

Tab. 2 - Distribuzione bivariata degli edifici al 2001 tra epoca di costruzione e numero dei piani - Elaborazione su dati Istat 2001.<br />

non possono essere georeferiti<br />

al singolo edificio, ma possono<br />

essere sintetizzati per l’intera<br />

sezione di censimento.<br />

Ciò consente comunque una<br />

valutazione nazionale sulle caratteristiche<br />

degli edifici e sulla<br />

loro evoluzione temporale, che<br />

aiuta a comprendere l’entità del<br />

miglioramento nel tempo della<br />

vulnerabilità dell’edificato; inoltre<br />

si rende possibile, all’interno<br />

di sezioni censuarie a maggiore<br />

pericolosità sismica, un’analisi<br />

sulle dinamiche edificatorie tra<br />

una classe e l’altra di epoca di<br />

costruzione, interessante per<br />

comprendere come sia variata<br />

nel tempo la percezione del rischio<br />

sismico nel territorio italiano<br />

e quale è stata la reazione<br />

in termini di quantità e qualità<br />

insediativa.<br />

L’edificato italiano: caratteristiche<br />

e vulnerabilità<br />

Passando in rassegna i dati rilevati<br />

dal precedente censimento<br />

del 2001 emerge un quadro<br />

critico, costituito da un edificato<br />

piuttosto vetusto, costruito<br />

prevalentemente a cavallo degli<br />

anni ’60 e ’70; tuttavia, come<br />

avremo modo di affrontare in<br />

seguito, quello dell’epoca di<br />

costruzione non sarebbe l’unico<br />

aspetto da considerare ai fini<br />

della valutazione della vulnerabilità<br />

dell’edificio.<br />

Alcune considerazioni devono<br />

essere inevitabilmente effettuate<br />

circa lo stile edificatorio, evoluto<br />

nel tempo, grazie al miglioramento<br />

delle tecniche costruttive<br />

(come ad esempio la simmetria<br />

ed ortogonalità in pianta o la<br />

messa in posa contemporanea<br />

degli elementi strutturali oppure,<br />

più recentemente, l’isolamento<br />

sismico tra le fondazioni<br />

e la parte superiore dell’edificio),<br />

alle innovazioni sui materiali<br />

utilizzati per la costruzione<br />

(si pensi al calcestruzzo precompresso<br />

oppure ai laterizi rettificati)<br />

e alle normative succedutesi<br />

dalla legge 2 febbraio 1974 n.<br />

64 in poi; è normale infatti che<br />

il progresso tecnologico, con il<br />

relativo abbattimento di tempi<br />

e costi di edificazione, incida<br />

sulla scelta di una modalità<br />

realizzativa (cemento armato)<br />

rispetto all’altra (muratura),<br />

sebbene quest’ultima continui<br />

ad essere predominante. Incrociando<br />

i dati relativi all’epoca<br />

di costruzione con la tipologia<br />

strutturale (Tabella 1) si ottiene<br />

immediatamente una prima<br />

sintesi dell’edificato italiano: il<br />

dato relativo al 2001, evidenzia<br />

Fig. 2 – Immagini di alcuni sistemi MMS commerciali.<br />

<strong>GEOmedia</strong> n°5-<strong>2015</strong> 11


FOCUS<br />

una predominanza di edifici<br />

costruiti in muratura portante<br />

piuttosto datati, dal momento<br />

che l’epoca di costruzione mediana<br />

dell’edificato si attesta<br />

intorno al 1963. In un’analisi<br />

retrospettiva, nell’ipotesi che<br />

gli edifici demoliti e ricostruiti<br />

siano infinitesimali rispetto a<br />

quelli esistenti nel 2001, dei<br />

5.193.903 edifici costruiti prima<br />

del 1961 ben l’84% è stato<br />

costruito in muratura portante.<br />

Lo stato di conservazione<br />

dell’edificato è sostanzialmente<br />

buono, giacché oltre il 70% dei<br />

fabbricati manifesta tale modalità<br />

od ottima. La situazione<br />

è particolarmente critica per i<br />

manufatti più antichi, considerato<br />

che delle 2.150.259 unità<br />

costruite prima del 1919, ben<br />

il 15% ha manifestato al 2001<br />

una condizione ottima e il 47%<br />

buona, trattandosi evidentemente<br />

di edifici architettonicamente<br />

pregiati, che vanno a<br />

comporre i centri storici delle<br />

nostre città e che, dato il loro<br />

valore commerciale, si prestano<br />

ad una frequente manutenzione.<br />

Per questo motivo, lo stato<br />

di conservazione rilevato dai<br />

censimenti non garantisce di<br />

per sé una garanzia di invulnerabilità,<br />

né di adeguatezza delle<br />

strutture alla normativa vigente.<br />

Fig. 3 - Abruzzo, particolare della Figura 1. Distribuzione del tasso di variazione dell'edificato<br />

italiano rispetto alle classi di pericolosità sismica - elaborazione su dati Istat e Ingv.<br />

Evoluzione dell’edificato<br />

urbano rispetto alle zone<br />

di pericolosità sismica<br />

I dati censuari a livello di<br />

sezione, come mostrato nel<br />

precedente paragrafo, consentono<br />

di comprendere alcune<br />

caratteristiche essenziali dell’edificato<br />

residenziale; in particolare<br />

l’epoca di costruzione, se<br />

si trascura l’esiguità di edifici<br />

demoliti e ricostruiti, fornisce<br />

una dimensione dell’espansione<br />

urbana nel tempo, la cui sostenibilità<br />

rispetto ai fenomeni<br />

naturali, quali gli eventi sismici,<br />

può essere valutata attraverso il<br />

confronto con altre fonti informative<br />

(dati sulla pericolosità<br />

sismica di base del terreno,<br />

elaborati dall’Ingv). A partire<br />

dall’esame dei microdati, è stato<br />

individuato, per ogni sezione, il<br />

tasso di incremento dell’edificato<br />

rispetto a quello esistente nel<br />

1919, rappresentato in Figura<br />

1, limitandoci a visualizzare i<br />

soli valori superiori a quattro<br />

volte quelli iniziali. Dall’esame<br />

comparato emerge in maniera<br />

abbastanza netta un proliferare<br />

di fabbricati sul versante adriatico<br />

molto più intenso di quanto<br />

avvenga nel resto del paese, soprattutto<br />

per l’Emilia Romagna<br />

e l’Abruzzo.<br />

Utilizzando i numeri indici a<br />

base fissa 1919 per individuare<br />

Epoca di Ottimo stato di Buono stato di Mediocre stato di Pessimo stato di<br />

costruzione conservazione conservazione conservazione conservazione<br />

Totale<br />

Prima del 1919 2,86% 8,98% 6,20% 1,11% 19,15%<br />

Dal 1919 al 1945 1,60% 6,06% 4,10% 0,56% 12,33%<br />

Dal 1946 al 1961 2,34% 8,19% 3,93% 0,34% 14,78%<br />

Dal 1962 al 1971 3,75% 10,59% 3,03% 0,16% 17,53%<br />

Dal 1972 al 1981 5,18% 10,38% 2,01% 0,09% 17,67%<br />

Dal 1982 al 1991 4,83% 5,82% 0,80% 0,04% 11,50%<br />

Dopo il 1991 5,05% 1,78% 0,21% 0,01% 7,05%<br />

Totale 25,61% 51,81% 20,29% 2,30% 100,00%<br />

Tab. 3 - Distribuzione bivariata degli edifici al 2001 tra epoca di costruzione e numero dei piani - Elaborazione su dati Istat 2001.<br />

Epoca di<br />

Classi di pericolosità sismica<br />

Numero indice<br />

costruzione<br />

1 2 3 4<br />

nazionale<br />

1919 1 1 1 1 1<br />

1945 2,05 2,28 2,49 2,66 2,39<br />

1961 2,82 3,16 3,38 3,59 3,27<br />

1971 3,54 4,18 4,5 4,69 4,32<br />

1981 4,35 5,39 5,86 5,95 5,57<br />

1991 5,22 6,64 7,22 7,01 6,82<br />

2001 5,99 7,45 8,05 7,62 7,62<br />

Tab. 4 - Comparazione del numero indice dell'edificato per classe di pericolosità sismica - Elaborazione su dati Istat 2001 e Ingv<br />

12 <strong>GEOmedia</strong> n°5-<strong>2015</strong>


FOCUS<br />

le dinamiche edificatorie nel<br />

territorio italiano, si evidenzia<br />

come, a fronte di un incremento<br />

superiore a sette volte rispetto<br />

alla base iniziale, esso si sia<br />

concentrato nelle zone a bassa<br />

pericolosità sismica. Sebbene<br />

questo dato appaia confortante,<br />

non nasconde una realtà in cui,<br />

nella classe di pericolosità più<br />

elevata (classe 1), nel 2001 si<br />

sia arrivati ad un edificato pari<br />

a sei volte quello iniziale, dato<br />

inferiore a quello nazionale,<br />

comunque notevole e degno di<br />

attenzione. Si è lungi dal ritenere<br />

che si possano dislocare intere<br />

popolazioni in zone più sicure<br />

del paese, tuttavia occorre riflettere<br />

sull’adeguatezza delle scelte<br />

costruttive effettuate in passato,<br />

compensabili nel presente e nel<br />

futuro prossimo, solo con una<br />

diminuzione della vulnerabilità<br />

dei fabbricati, aumentando la<br />

sicurezza della popolazione residente.<br />

La distribuzione<br />

dell’indicatore di<br />

vulnerabilità nel 2001<br />

Con le dovute modifiche relative<br />

al numero delle modalità<br />

delle epoche di costruzione,<br />

rappresentate da sette classi nel<br />

2001 contro le nove del 2011,<br />

si è proceduto a calcolare l’indice<br />

sintetico di vulnerabilità<br />

sismica degli edifici, adottando<br />

il microdato per singola unità<br />

rilevata durante il Censimento<br />

del 2001 e rappresentandolo<br />

cartograficamente a livello di<br />

sezione censuaria. Nella fattispecie,<br />

per sintetizzare a livello<br />

nazionale l’indicatore di vulnerabilità<br />

sismica dell’edificato<br />

è stata utilizzata la mediana<br />

Fig. 4 - Distribuzione della mediana dell’indice<br />

di vulnerabilità sismica per sezione di censimento<br />

- Elaborazione su dati Istat 2001.<br />

dei valori calcolati per i singoli<br />

fabbricati; essa risulta, infatti,<br />

più robusta della media, trascurando<br />

l’effetto dei valori estremi<br />

della distribuzione. Inoltre la<br />

scelta dell’indicatore di sintesi<br />

deve comunque tener conto<br />

della funzione associativa con la<br />

quale viene sintetizzato il carattere<br />

a livello locale che, nel caso<br />

in ispecie, non ha alcun senso,<br />

se effettuato attraverso la somma,<br />

perché esso non è trasferibile.<br />

Come noto in questi casi si<br />

preferisce utilizzare la mediana.<br />

Al momento non si è in grado<br />

di stabilire, sulla base dell’indicatore<br />

proposto, le classi di<br />

vulnerabilità che individuino<br />

eventuali situazioni a rischio;<br />

pertanto si è preferito rappresentarlo<br />

in classi di quantili,<br />

all’interno delle quali si ripartiscono<br />

le sezioni di censimento<br />

del 2001. Questa classificazione<br />

risente naturalmente della distribuzione<br />

dell’indicatore, e<br />

Fig. 5 - Comune de L'Aquila, sovrapposizione della sezioni ricadenti in zona di interdizione<br />

con la mediana per sezione dell'indicatore di vulnerabilità - Elaborazione su dati Istat - Comune<br />

de L'Aquila.<br />

<strong>GEOmedia</strong> n°5-<strong>2015</strong> 13


FOCUS<br />

non potrà essere utilizzata come<br />

limite teorico per le distribuzioni<br />

successive. Se si guarda<br />

contemporaneamente la diffusione<br />

delle sezioni con maggiore<br />

vulnerabilità rispetto alla<br />

classificazione della pericolosità<br />

sismica, si può verificare che le<br />

aree a pericolosità più elevata<br />

(Italia meridionale) rilevano<br />

la mediana dell’indicatore per<br />

sezione, nella parte bassa della<br />

distribuzione ovvero hanno edifici<br />

“più sicuri”. Si tratta di un<br />

fenomeno positivo in quanto<br />

avere una bassa vulnerabilità<br />

nelle aree più pericolose è sintomo<br />

di una particolare cautela<br />

nel costruire e nel manutenere<br />

gli edifici residenziali.<br />

Pur considerando l’impossibilità<br />

pratica di realizzare compiutamente<br />

una tavola di mortalità<br />

degli edifici attraverso la quale<br />

poter verificare quali siano<br />

effettivamente le cause di danneggiamento<br />

degli stessi in relazione<br />

agli eventi sismici, a causa<br />

della mancanza di informazioni<br />

puntuali in merito, si propone<br />

Fig. 6 - Comune de l’Aquila, densità degli edifici storici in zona di interdizione - Elaborazione<br />

su dati Istat 2001.<br />

Fig. 7 - Comune di Camposanto, distribuzione della mediana dell'indicatore di vulnerabilità<br />

per sezione - Elaborazione su dati Istat 2001.<br />

una verifica empirica sovrapponendo<br />

le aree danneggiate del<br />

comune de L’Aquila, successive<br />

al terremoto del 2009, con le<br />

risultanze dell’indicatore di vulnerabilità.<br />

Utilizzando la perimetrazione<br />

della zona di interdizione del<br />

Comune, denominata “zona<br />

rossa” (Ordinanze del Comune<br />

de L’Aquila n.6 del 09/04/2009<br />

e n.73 del 29/04/2009 e ss.mm.<br />

ii.), sono state considerate tutte<br />

le sezioni la cui superficie ricade<br />

in tale tracciato per almeno il<br />

70% dell’area totale.<br />

La zona delimitata dal retinato<br />

blu in Figura 5 evidenzia valori<br />

dell’indicatore di vulnerabilità<br />

abbastanza elevati. Ricadono<br />

nella classe più bassa solo 2 sezioni<br />

delle 178 coinvolte, mentre<br />

un valore “critico” dell’indice<br />

superiore a 0.7 individua<br />

le aree che possono destare una<br />

particolare attenzione.<br />

Come si evince dalla Figura 6,<br />

la concentrazione di edifici storici<br />

ha contribuito ad innalzare<br />

notevolmente la vulnerabilità<br />

delle aree che qualche anno più<br />

tardi sono state seriamente danneggiate.<br />

Altra conferma viene dagli<br />

eventi sismici che hanno<br />

colpito di recente l’Emilia<br />

Romagna: nel comune di<br />

Camposanto, ad esempio,<br />

i danni maggiori si sono<br />

rilevati nelle aree storiche<br />

del paese.<br />

Per comprendere meglio<br />

il fenomeno si osservi<br />

la distribuzione percentuale<br />

degli edifici storici<br />

nel comune, notando<br />

come ci sia un’evidente<br />

correlazione tra i risultati<br />

dell’indicatore e l’epoca di<br />

costruzione.<br />

Ciò non significa che l’età del<br />

fabbricato sia la dimensione<br />

prevalente dell’indicatore e che<br />

si possano trascurare le altre<br />

caratteristiche.<br />

14 <strong>GEOmedia</strong> n°5-<strong>2015</strong>


FOCUS<br />

Il fatto che negli anni ci sia stata<br />

un’evoluzione tecnica, dei materiali<br />

e legislativa, contribuisce a<br />

diminuire ulteriormente la vulnerabilità<br />

rispetto alla minore<br />

azione dell’usura temporale.<br />

Popolazione e rischio nei<br />

comuni italiani<br />

Lo studio vuole stimolare la<br />

consapevolezza di una situazione<br />

particolarmente gravosa<br />

per il paese. Considerare la<br />

diffusione della popolazione<br />

in questo contesto può agevolare<br />

le strategie urbanistiche.<br />

Difficilmente si può pensare<br />

di stabilire a priori delle soglie<br />

di indicatori che possano in<br />

qualche modo garantire l’efficacia<br />

degli interventi. Da questa<br />

riflessione deriva l’esigenza di<br />

un indicatore di vulnerabilità<br />

dell’edificato da confrontare con<br />

le caratteristiche demografiche<br />

della popolazione residente. In<br />

queste situazioni i risultati possono<br />

essere aleatori a seconda di<br />

come cambi sia la costruzione<br />

dell’indicatore, sia la risoluzione<br />

dei dati geografici considerati.<br />

Ai fini conoscitivi della consapevolezza<br />

del rischio, la miglior<br />

risoluzione geografica sarebbe<br />

quella comunale, in quanto<br />

proprio il Comune è l’ente territoriale<br />

che materialmente può<br />

intervenire con provvedimenti<br />

di gestione delle emergenze.<br />

Sono stati, quindi, analizzati<br />

i comuni in base alle superfici<br />

ricadenti nelle classi di pericolosità<br />

sismica, considerando “pericolosi”<br />

quelli che hanno una<br />

superficie superiore al 70% con<br />

valori di Pga maggiori del 15%<br />

dell’accelerazione gravitazionale.<br />

Successivamente è stata valutata<br />

la distribuzione dell’indicatore<br />

di vulnerabilità dell’edificato, ricalcolato<br />

sui microdati del censimento<br />

edifici del 2001. Infine<br />

è stata calcolata la popolazione<br />

residente nelle sezioni con un<br />

edificato particolarmente vulne-<br />

Fig. 8 - Comune di Camposanto, distribuzione percentuale degli edifici storici (epoca di<br />

costruzione ante 1919) - Elaborazione su dati Istat 2001.<br />

Popolazione<br />

residente<br />

Popolazione in sezioni<br />

ad alta vulnerabilità<br />

dell’edificato<br />

Procom<br />

Comune<br />

(A)<br />

(B).<br />

(B/A)x100<br />

63049 Napoli 1.003.495 755.780 75.31%<br />

82053 Palermo 685.704 427.089 62.28%<br />

37006 Bologna 370.684 305.536 82.42%<br />

87015 Catania 312.887 199.344 63.71%<br />

23091 Verona 252.590 159.245 63.04%<br />

83048 Messina 251.852 129.550 51.44%<br />

36023 Modena 175.236 113.417 64.72%<br />

39014 Ravenna 134.602 77.409 57.51%<br />

54039 Perugia 149.060 71.883 48.22%<br />

80063 Reggio di Calabria 180.246 66.917 37.13%<br />

99014 Rimini 128.629 66.465 51.67%<br />

35033 Reggio nell’Emilia 141.743 64.770 45.70%<br />

40012 Forli’ 108.139 63.616 58.83%<br />

47014 Pistoia 84.254 59.529 70.65%<br />

55032 Terni 105.006 58.940 56.13%<br />

63084 Torre del Greco 90.570 58.353 64.43%<br />

40007 Cesena 90.916 55.993 61.59%<br />

63059 Portici 60.203 53.412 88.72%<br />

51002 Arezzo 91.553 48.555 53.03%<br />

78045 Cosenza 72.771 48.333 66.42%<br />

89017 Siracusa 123.599 47.554 38.47%<br />

30129 Udine 94.949 47.189 49.70%<br />

42002 Ancona 100.279 45.742 45.61%<br />

41044 Pesaro 90.859 43.237 47.59%<br />

79023 Catanzaro 95.251 38.760 40.69%<br />

62008 Benevento 61.756 38.199 61.85%<br />

63067 San Giorgio a Cremano 50.730 37.483 73.89%<br />

63002 Afragola 62.303 35.809 57.48%<br />

37032 Imola 64.055 35.136 54.85%<br />

63023 Casoria 81.888 32.976 40.27%<br />

39010 Faenza 53.597 32.368 60.39%<br />

66049 L’Aquila 68.198 31.197 45.74%<br />

8055 San Remo 50.266 29.996 59.67%<br />

63064 Ercolano 56.738 29.733 52.40%<br />

72005 Andria 95.636 29.431 30.77%<br />

67041 Teramo 51.023 28.330 55.52%<br />

101010 Crotone 60.003 28.239 47.06%<br />

71051 San Severo 55.861 27.542 49.30%<br />

44007 Ascoli Piceno 51.258 25.999 50.72%<br />

54051 Spoleto 37.752 25.882 68.56%<br />

69022 Chieti 52.256 25.772 49.32%<br />

54018 Foligno 51.030 25.510 49.99%<br />

39012 Lugo 31.603 25.400 80.37%<br />

76063 Potenza 68.321 25.050 36.67%<br />

79160 Lamezia Terme 70.501 24.327 34.51%<br />

31007 Gorizia 35.667 24.139 67.68%<br />

63001 Acerra 45.686 23.496 51.43%<br />

36040 Sassuolo 39.785 23.061 57.96%<br />

38004 Cento 29.266 22.881 78.18%<br />

88006 Modica 52.639 22.276 42.32%<br />

44066 San Benedetto del Tronto 45.041 22.229 49.35%<br />

93033 Pordenone 49.085 21.984 44.79%<br />

26092 Vittorio Veneto 29.170 21.906 75.10%<br />

63041 Marano di Napoli 57.448 21.710 37.79%<br />

89002 Avola 31.288 21.585 68.99%<br />

57059 Rieti 43.767 21.104 48.22%<br />

58111 Velletri 48.220 20.927 43.40%<br />

42021 Jesi 39.224 20.782 52.98%<br />

64008 Avellino 52.698 20.760 39.39%<br />

70006 Campobasso 50.659 20.628 40.72%<br />

63060 Pozzuoli 78.347 20.608 26.30%<br />

43023 Macerata 40.872 20.513 50.19%<br />

Tab. 5 - Comuni a maggior densità di rischio sismico - Elaborazione su dati Istat 2001.<br />

%<br />

<strong>GEOmedia</strong> n°5-<strong>2015</strong> 15


FOCUS<br />

rabile, individuate dalla mediana<br />

della distribuzione dell’indice di<br />

vulnerabilità, con valori superiori<br />

alla soglia di 0,7 su una scala<br />

0-1. Nella Tabella 5 sono elencati<br />

i comuni con almeno 20.000<br />

residenti in zone a pericolosità e<br />

vulnerabilità appena individuate,<br />

che rappresentano territori ad<br />

alto rischio sismico, nei quali<br />

porre particolare attenzione in<br />

un’ottica di uno sviluppo sostenibile<br />

urbano.<br />

La tabella non deve assolutamente<br />

portare ad una visione<br />

apocalittica del territorio. Il<br />

lavoro proposto vuole esser un<br />

momento di incontro tra diverse<br />

discipline, al fine di favorire<br />

l’utilizzo di dati censuari sempre<br />

più particolareggiati ed in grado<br />

di descrivere al meglio le realtà<br />

territoriali. È auspicabile che<br />

questi vengano sempre più utilizzati<br />

e condivisi al fine di aumentare<br />

il livello di sorveglianza<br />

e protezione.<br />

Ringraziamenti<br />

Si ringrazia il Dott. Andrea<br />

Mancini per i preziosi suggerimenti<br />

che hanno portato allo<br />

sviluppo del presente lavoro<br />

allargando la metodologia precedentemente<br />

proposta all’intero<br />

territorio nazionale.<br />

Si ringrazia il Dott. Francesco Di<br />

Pede per la messa a disposizione<br />

dei dati e l’attenta lettura critica<br />

del contributo.<br />

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Civile : Con Supporti Operativi per La Pianificazione<br />

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Corradi Juri, Gianluigi Salvucci, and Valerio<br />

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Calcestruzzo Armato. Milano: McGraw-Hill<br />

Libri Italia.<br />

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Della Qualità Della Vita E Loro<br />

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Che La Definiscono: Alcune Critiche Al<br />

Dossier de Il Sole 24 Ore.” Quaderni Di<br />

Statistica 6: 105–127.<br />

Leti Giuseppe. 1983. Statistica descrittiva. Il<br />

Mulino.<br />

ABSTRACT<br />

Census data at the enumeration area level can<br />

help us to understand some essential aspects<br />

about residential building, in particular, in a<br />

Country where the portion of buildings demolished<br />

and rebuilt is almost nothing, the variable<br />

time of construction provides the dimension of<br />

the urban sprawl. This information was compared<br />

with national seismic hazard map, developed<br />

by National Institute of Geophysics and Volcanology<br />

(INGV), to assess the evolution of the residential<br />

building compared to natural phenomena<br />

such as seismic events.<br />

The comparison between various types of information<br />

was carry out using GIS software, in particular<br />

"overlay" functions allows us to assign to<br />

each enumeration area the level of seismic hazard.<br />

Moreover, the use of microdata at the enumeration<br />

area level, it allows the calculation of the<br />

vulnerability indicators, grouped by time of construction<br />

and by population density, in seismic<br />

hazard classes at the municipal level.<br />

NOTE<br />

Contributo presentato in occasione della 15a<br />

Conferenza Italiana Utenti Esri (9 e 10 Aprile<br />

<strong>2015</strong>).<br />

PAROLE CHIAVE<br />

vulnerabilità; edificio; censimento<br />

AUTORE<br />

Juri Corradi<br />

jucorradi@Istat.it<br />

Valerio Vitale<br />

vitale@Istat.it<br />

Gianluigi Salvucci<br />

salvucci@Istat.it<br />

• Rilievi batimetrici automatizzati<br />

• Fotogrammetria delle sponde<br />

• Acquisizione dati e immagini<br />

• Mappatura parametri ambientali<br />

• Attività di ricerca<br />

Vendita – Noleggio - Servizi chiavi in mano, anche con strumentazione cliente<br />

16 <strong>GEOmedia</strong> n°5-<strong>2015</strong>


FOCUS<br />

<strong>GEOmedia</strong> n°5-<strong>2015</strong> 17


REPORTS<br />

INTERGEO <strong>2015</strong><br />

l'evoluzione/rivoluzione<br />

del settore geospaziale<br />

a cura di Fulvio Bernardini<br />

Intergeo si conferma ancora una<br />

volta evento di riferimento per il<br />

settore geospaziale. L’edizione <strong>2015</strong><br />

ha portato all’attenzione degli oltre<br />

16.000 visitatori nuove soluzioni,<br />

campi applicativi ed un tema che<br />

affascina: quello del Geospatial 4.0.<br />

Non è bastato il tempo<br />

poco clemente di<br />

Stoccarda per scoraggiare<br />

le migliaia di visitatori<br />

che anche quest'anno hanno<br />

affollato Intergeo, il più importante<br />

evento a livello globale<br />

dedicato ai settori della geodesia,<br />

della geoinformazione e<br />

della gestione del territorio. I<br />

numeri – comunica l’organizzazione<br />

(impeccabile) – parlano<br />

di un incremento nel numero<br />

degli espositori del 15% e di<br />

un totale di 16.500 presenze.<br />

Distribuite all’interno dei 3<br />

padiglioni della funzionale fiera<br />

di Stoccarda, le 545 aziende<br />

provenienti da 30 paesi hanno<br />

presentato soluzioni dedicate a<br />

diversi settori applicativi: cartografia,<br />

GIS, strumenti topografici,<br />

droni (APR), BIM, smart<br />

city, software per la gestione<br />

delle informazioni geografiche,<br />

geomarketing, gestione degli<br />

asset, ambiente, ecc. L’interesse<br />

del pubblico si è concentrato<br />

soprattutto nei confronti delle<br />

soluzioni e delle strumentazioni<br />

per la topografia e, a seguire,<br />

verso il GIS la gestione dei dati<br />

e i servizi correlati. Circa un<br />

terzo delle presenze era in qualche<br />

modo legato alle istituzioni,<br />

mentre la parte restante era<br />

composta da ingegneri, professionisti<br />

del settore, studenti e<br />

ovviamente curiosi.<br />

L'APR ad ala fissa di<br />

Trimble UX5, dotato oggi<br />

di fotocamera da 36 Mpx.<br />

Sopra, la strumentazione<br />

Leica Geosystems all'opera.<br />

Geospatial 4.0, evoluzione<br />

o rivoluzione?<br />

Che l’edizione <strong>2015</strong> di Intergeo<br />

sarebbe stata da ricordare lo si<br />

era già capito dalle anticipazioni:<br />

il settore geospaziale è<br />

in costante crescita, sopratutto<br />

per quanto riguarda le persone<br />

coinvolte nella produzione,<br />

gestione e sfruttamento delle<br />

18 <strong>GEOmedia</strong> n°5-<strong>2015</strong>


Lo stand Topcon Positioning.<br />

REPORTS<br />

Uno dei dispositivi mobile proposto<br />

dalla italiana Stonex.<br />

informazioni geografiche. Per<br />

questo, forse, nella sessione plenaria<br />

si è voluto dare risalto al<br />

presente e al futuro del settore<br />

ma anche al suo passato o, meglio,<br />

alla tradizione.<br />

Tradizione incarnata da<br />

Georg Gartner, presidente<br />

dell’Associazione Cartografica<br />

Internazionale ed esperto-visionario<br />

per quanto riguarda le<br />

mappe, con il quale si è tornati<br />

alle basi: si è discusso cioè del<br />

ruolo delle mappe nelle nostra<br />

società. Basti pensare a come<br />

esse vengano ormai impiegate<br />

nell’era dei dispositivi smart<br />

e del webmapping. Le mappe<br />

sono tra gli strumenti più efficienti<br />

per veicolare informazioni<br />

e l’evoluzione in mappe<br />

responsive, ovvero tagliate sulle<br />

esigenze degli utenti, è la chiave<br />

del loro futuro sfruttamento nel<br />

contesto del Geospatial 4.0.<br />

Ma cosa s’intende per<br />

‘Geospatial 4.0’, un termine che<br />

a più di qualcuno è suonato del<br />

tutto nuovo? Ha fatto chiarezza<br />

in questo senso Karl-Friedrich<br />

Thöne, presidente della società<br />

organizzatrice di Intergeo:<br />

con il Geospatial 4.0 siamo<br />

agli albori di una nuova era<br />

digitale e al quarto stadio della<br />

rivoluzione nel settore della<br />

geoinformazione. Il primo cambiamento<br />

epocale avvenne tra<br />

gli anni Sessanta e Ottanta, con<br />

la creazione delle prime carte<br />

tematiche digitali, i prodromi<br />

del GIS. Il secondo avvenne in<br />

corrispondenza della diffusione<br />

dei primi personal computer<br />

tra gli anni Ottanta e Novanta:<br />

i sistemi informativi geografici<br />

diventano uno strumento di<br />

decisione e gestione in mano<br />

agli esperti. Il terzo stadio della<br />

rivoluzione è datato 2005, anno<br />

in cui nasce Google Earth: le<br />

informazioni geografiche, il loro<br />

accesso, lo sfruttamento e la<br />

condivisione entrano a far parte<br />

della vita degli utenti di internet<br />

e strumenti che prima erano alla<br />

portata dei soli esperti, sono ora<br />

alla base di molte interazioni<br />

online.<br />

Il quarto stadio di questa rivoluzione<br />

è oggi: la diffusione<br />

di dispositivi tecnologici in<br />

<strong>GEOmedia</strong> n°5-<strong>2015</strong> 19


REPORTS<br />

Un momento della conferenza<br />

stampa ufficiale dell'evento.<br />

grado di fornire informazioni<br />

di tipo spaziale è capillare. La<br />

rete di sensori, dati e servizi<br />

pone l’utente finale al centro<br />

di tutto, in tutti i settori,<br />

compreso quello geospaziale.<br />

L’integrazione di tecnologie e<br />

dati diversi permette oggi la<br />

creazione di soluzioni orientate<br />

alle esigenze specifiche degli<br />

utenti. Si tratta di un’evoluzione,<br />

certo, ma è vero che siamo<br />

anche all’apice di una rivoluzione.<br />

Rimanendo nel contesto<br />

dello sfruttamento delle informazioni<br />

spaziali, molti saranno<br />

i settori ad approfittare di questa<br />

dinamica, basti pensare alle<br />

smart city, alla gestione delle<br />

risorse energetiche, al monitoraggio<br />

ambientale in 3D, al<br />

settore edile e alla digitalizzazione<br />

dei relativi processi, alla<br />

gestione consapevole dell’agricoltura<br />

o – argomento oggi in<br />

voga – allo sviluppo di veicoli<br />

autonomi.<br />

Se è vero che ogni evento ha<br />

bisogno di un tema chiave<br />

al fine di strutturare l’offerta<br />

espositiva e le relative conferenze,<br />

è altrettanto vero che il momento<br />

che stiamo vivendo è topico<br />

ed insistere su un concetto<br />

come quello di Geospatial 4.0<br />

non è puro esercizio retorico.<br />

Come anche Chris Cappelli di<br />

Esri ha sottolineato (sempre<br />

nel contesto della plenaria),<br />

dalla raccolta e l’analisi dei<br />

dati, ci stiamo muovendo verso<br />

un sistema in cui i processi di<br />

condivisione durante la fase di<br />

creazione delle geinformazioni<br />

porteranno alla nascita di<br />

soluzioni dinamiche, utili per<br />

risolvere problemi sempre più<br />

complessi. In poche parole, il<br />

futuro.<br />

La parte espositiva<br />

Disposte all’interno dei 3<br />

enormi padiglioni della fiera di<br />

Stoccarda, le 545 aziende<br />

espositrici hanno portato all’attenzione<br />

del pubblico prodotti,<br />

soluzioni e servizi in linea con le<br />

esigenze di un mercato sempre<br />

più esigente in termini di precisione,<br />

velocità di esecuzione e<br />

performance. Leit motiv della<br />

parte espositiva – come ormai<br />

accade da molti anni – era l’integrazione:<br />

le tecnologie di base<br />

vengono fatte lavorare assieme<br />

per risolvere problemi sempre<br />

più specifici e complessi. Oltre<br />

ai grandi nomi del settore geospaziale,<br />

si è notata la presenza<br />

di una pletora di aziende minori<br />

dedite alla fornitura di servizi.<br />

Sempre più importante la presenza<br />

cinese, sebbene relegata –<br />

a parte alcune aziende maggiori<br />

– ai margini dell’area.<br />

Le aziende italiane, non molto<br />

numerose, hanno portato in<br />

dote soluzioni già affermate ma<br />

comunque forti dell’etichetta<br />

‘made in Italy’. In grandissimo<br />

spolvero l’offerta dedicata agli<br />

APR (Aeromobili a Pilotaggio<br />

Remoto): tanti i velivoli esposti,<br />

anche se molto simili in<br />

termini di performance. I settori<br />

applicativi di riferimento<br />

per i produttori e i fornitori di<br />

servizi con APR erano l’aerofotogrammetria,<br />

l’agricoltura di<br />

precisione e la documentazione<br />

dei Beni Culturali ma i velivoli,<br />

a parità di classe, difficilmente<br />

hanno introdotto novità tecniche<br />

degne di nota. Gli APR più<br />

tecnicamente performanti e di<br />

classe superiore, in ogni caso,<br />

non sono sembrati possano<br />

avere attualmente mercato data<br />

la chiusura dei regolamenti vigente<br />

in molti paesi. L’indotto<br />

generato dal settore degli APR è<br />

comunque notevole ed il comparto<br />

che è sembrato più vivace<br />

è sembrato quello dei sensori e<br />

dei relativi hardware/software<br />

necessari affinché i sensori vengano<br />

integrati a bordo di APR<br />

sempre più piccoli, affidabili e<br />

maneggevoli.<br />

Di seguito, un breve elenco delle<br />

aziende che più si sono fatte<br />

notare durante l’edizione <strong>2015</strong><br />

di Intergeo, con un occhio di<br />

riguardo a quelle di casa nostra.<br />

3D-One<br />

Le soluzioni per APR della<br />

olandese 3D-One colpiscono<br />

per le performance e le dimensioni<br />

ridotte. Allo stand è stato<br />

possibile scoprire soluzioni in<br />

grado di combinare colori RGB<br />

con immagini ad infrarosso.<br />

Interessante la soluzione che integra<br />

sensori iperspettrali multipli<br />

con GNSS e IMU esterni<br />

e informazioni d’irraggiamento<br />

per la posizione, l’orientamento,<br />

la normalizzazione e le informazioni<br />

sul momento di acquisizione<br />

dei dati.<br />

Applanix<br />

Introdotte due nuove soluzioni<br />

al portfolio POS LV (Position<br />

and Orientation for Land vehicles).<br />

Con esse Applanix punta<br />

ad offrire risposte per un ampio<br />

20 <strong>GEOmedia</strong> n°5-<strong>2015</strong>


REPORTS<br />

ventaglio di applicazioni territoriali<br />

come ad esempio la mappatura<br />

dinamica di grandi flotte<br />

di veicoli, la guida automatica<br />

di veicoli e l’impiego di robot<br />

sul campo. POS LV 125 viene<br />

usato per il posizionamento,<br />

nelle applicazioni robotiche e<br />

come sistema di mobile mapping<br />

entry level. Si basa sul<br />

modulo GNSS Trimble BD982<br />

e sull’unità inerziale recentemente<br />

sviluppata da Applanix e<br />

Trimble, l’AIMU-M5. POS LV<br />

125 è pienamente compatibile<br />

con il software POSPac MMS.<br />

POS LVX è invece un modulo<br />

piccolo e leggero che si integra<br />

con molti tipi di sensori compresi<br />

quelli ottici, infrarossi e lidar<br />

fornendo dati di posizionamento<br />

IARTK (Inertially-Aided<br />

Real-Time Kinematic). Può<br />

essere facilmente incorporato in<br />

veicoli dalle ridotte dimensioni<br />

o su piattaforme autonome.<br />

Ascending Technologies<br />

Si tratta di un’azienda tedesca<br />

leader nella produzione<br />

di APR per uso professionale.<br />

Il suo AscTec Falcon 8 è un<br />

APR multi-rotore dalla foggia<br />

particolare e dal peso di 2,3 kg<br />

pensato per operare nel contesto<br />

delle ispezioni industriali e per<br />

applicazioni di documentazione<br />

e rilievo del territorio. L’azienda<br />

ha sfruttato la vetrina offerta da<br />

Intergeo <strong>2015</strong> per presentare<br />

una versione del Falcon 8 potenziata<br />

con tecnologia RealSense<br />

per l’elusione automatica delle<br />

collisioni. Falcon 8 è stato scelto<br />

da uno dei più importanti player<br />

internazionali del settore geospaziale<br />

come complemento multirotore<br />

alla sua offerta di APR per<br />

l’aerofotogrammetria.<br />

Bentley Systems<br />

Bentley si riaffaccia ad Intergeo<br />

dopo 8 anni di assenza con<br />

l’intento di avvicinarsi maggiormente<br />

ai sui utenti che,<br />

per l’80%, sono internazionali.<br />

Con la sua presenza Bentley ha<br />

confermato il ruolo di player<br />

chiave nel settore della modellazione<br />

3D e, forte della recente<br />

acquisizione della Acute3D,<br />

ha presentato il software<br />

ContextCapture, che permette<br />

di ottenere sofisticati modelli<br />

tridimensionali partendo da<br />

semplici fotografie. Sarà quindi<br />

possibile creare, in maniera facile<br />

e veloce, contesti reali 3D<br />

da sfruttare durante le fasi di<br />

progettazione, costruzione e decision<br />

making di un progetto.<br />

e-GEOS<br />

Stand condiviso con i partner<br />

all’interno del quale sono state<br />

presentate le attività nel settore<br />

geospaziale di e-GEOS - la produzione<br />

di dati ottici e radar ad<br />

alta risoluzione da satellite. È<br />

stato anche possibile indagare il<br />

portfolio di servizi e applicazioni<br />

basato sulla costellazione di<br />

satelliti COSMO-SkyMed, grazie<br />

ai quali e-GEOS è in grado<br />

di fornire, anche in tempo reale,<br />

dati utili per il monitoraggio<br />

ambientale, il supporto durante<br />

calamità naturali, prodotti per<br />

la difesa, l’intelligence e la sorveglianza<br />

marittima, oltre che<br />

dati per la produzione di cartografia<br />

tematica.<br />

Faro<br />

Sono state presentate le ultime<br />

novità relative ai prodotti per<br />

la documentazione 3D. È stato<br />

possibile approfondire sul posto<br />

i benefici derivanti dell’integrazione<br />

tra le soluzioni Faro ed<br />

i software della Kubit, ultima<br />

acquisizione dell’azienda.<br />

Foif<br />

Tra le aziende cinesi presenti ad<br />

Intergeo, Foif ha sicuramente<br />

giocato un ruolo di primo piano.<br />

Allo stand è stato possibile<br />

ammirare il nuovo ricevitore<br />

RTK A50, compatto, leggero<br />

e dotato di nuove funzionalità<br />

quali la connettività wi-fi,<br />

USB on-the-go ed un sensore<br />

di inclinazione. Inoltre, è stata<br />

presentata la stazione totale<br />

RTS160: leggera e facile da<br />

trasportare, facilita il lavoro sul<br />

campo. È equipaggiata con un<br />

display a 6 linee in modo da visualizzare<br />

più informazioni. La<br />

RTS010, invece, offre una distanza<br />

di 1500 metri senza prisma,<br />

angoli di misura di 1 pollice<br />

e precisione di 1mm+1ppm.<br />

Geomax<br />

Forte del rapporto tra qualità<br />

e prezzo che la contraddistingue,<br />

GeoMax ha sfruttato il<br />

suo stand a Intergeo per dare<br />

visibilità alla gamma di prodotti<br />

dedicati alla topografia, all’edilizia,<br />

al GIS e al machine control,<br />

ovvero: la stazione totale robotica<br />

Zoom90, il micro robot<br />

per il rilievo 3D degli interni<br />

Zoom3D, l’antenna GNSS<br />

<strong>GEOmedia</strong> n°5-<strong>2015</strong> 21


REPORTS<br />

Zenith35 e PicPoint, una fotocamera<br />

calibrata abbinabile per<br />

il rilievo di punti inaccessibili o<br />

di facciate.<br />

Gexcel<br />

In vetrina l’intero portfolio di<br />

prodotti per il trattamento dei<br />

dati provenienti da laser scanner.<br />

JRC 3D Reconstructor è il<br />

software Gexcel per la gestione<br />

delle nuvole di punti e delle immagini.<br />

La nuova versione 3.2<br />

presenta la funzione LineUp<br />

Pro (grazie alla quale è possibile<br />

eseguire la registrazione<br />

automatica di progetti di ampie<br />

dimensioni e minimizzare gli<br />

errori globali di registrazione),<br />

importare formati (IFC), creare<br />

modelli mesh e gestire e aggiungere<br />

livelli di colore. JRC<br />

3D Reconstructor è in grado<br />

di combinare dati acquisiti da<br />

sensori a terra, in movimento o<br />

montati su APR.<br />

Leica Geosystems<br />

Lo stand Leica ha permesso ai<br />

visitatori di vedere e toccare<br />

con mano i prodotti chiave<br />

dell’azienda svizzera. Tra le novità<br />

è stato possibile vedere in<br />

azione le ultimissime soluzioni<br />

per l’acquisizione 3D appartenenti<br />

alla famiglia ScanStation<br />

e il software con interfaccia<br />

touch Leica Captivate, in grado<br />

di creare rendering tridimensionali<br />

altamente realistici. E<br />

ancora: la Nova MultiStation<br />

MS60, il field controller<br />

CS20, il tablet Leica CS35 e il<br />

DISTO S910.<br />

Mavinci<br />

E’ un’azienda tedesca attiva<br />

nella produzione di APR per<br />

il mapping e la topografia.<br />

L’esperienza nei settori hardware<br />

e software permette a<br />

Mavinci di soddisfare un’ampia<br />

gamma di esigenze diverse.<br />

L’APR ad ala fissa Sirius è facile<br />

da usare, specialmente in aree<br />

ampie che richiedono attenzione<br />

per via degli ostacoli. L’APR<br />

opera anche in condizioni meteo<br />

sfavorevoli.<br />

Menci Software<br />

In linea con la tendenza generale<br />

della fiera e con il core<br />

business aziendale, Menci ha<br />

sfruttato la vetrina di Intergeo<br />

per proporre la propria gamma<br />

di prodotti dedicata alla post<br />

elaborazione delle informazioni<br />

acquisite da APR. APS è<br />

una suite per il mapping 3D<br />

da APR in grado di produrre<br />

mappe 3D e 2D, modelli<br />

nuvola di punti, modelli del<br />

terreno (DTM) e della superficie<br />

(DSM), curve di<br />

livello, ortomosaici<br />

idonei al rilievo cartografico,<br />

topografico,<br />

l’agricoltura di<br />

precisione, il GIS e<br />

la stereoscopia. Oggi<br />

la suite si arricchisce<br />

del supporto RTK<br />

e della possibilità di<br />

gestire sensori multipli.<br />

StereoCAD è<br />

invece un software<br />

pensato per rendere<br />

agile la fruizione<br />

stereoscopica delle<br />

immagini da APR.<br />

La nuova versione<br />

permette l’ispezione delle sole<br />

immagini stereoscopiche, la<br />

possibilità di aggiungere note,<br />

importare informazioni termiche<br />

su RGB e un ambiente<br />

CAD ancora più versatile.<br />

Microsoft UltraCam<br />

La business unit UltraCam di<br />

Microsoft nasce nel 2006 dopo<br />

l’acquisizione dell’azienda di<br />

Redmond della Vexcel Imaging.<br />

Ad Intergo è stato possibile scoprire<br />

le novità relativa ai sistemi<br />

UltraCam così come la nuova<br />

versione del software UltraMap.<br />

Oltre alla gamma di prodotti<br />

UltraCam – composta dalle<br />

camere Osprey (una camera<br />

digitale aerotrasportata nadirale/obliqua),<br />

Eagle, Falcon e<br />

Hawk – è stato possibile vedere<br />

all’opera il sistema di gestione<br />

del volo e di georeferenziazione<br />

diretta UltraNav ed il software<br />

UltraMap, che da oggi viene rilasciato<br />

anche su abbonamento.<br />

Riegl<br />

Presentato a Intergeo l’intero<br />

portfolio di prodotti compresi<br />

gli ultimissimi sensori lidar:<br />

la serie di sensori ad alto rendimento<br />

VUX-1 per il laser<br />

scanning cinematico, il nuovo<br />

sistema ultra-compatto VP-1<br />

– che integra il sensore VUX-<br />

1LR, fotocamera e IMU/GNSS<br />

per il rilevamento in volo –, ed<br />

il sistema laser scanner mobile<br />

VMQ-450 dotato di singola<br />

testa, per eseguire mappature in<br />

movimento con budget ridotti.<br />

Sierrasoft<br />

Allo stand è stato possibile<br />

visionare il software per la progettazione<br />

stradale Roads in cui<br />

sono stati migliorati l’ambiente di<br />

lavoro, il CAD, il tracciamento<br />

degli assi, l’inserimento di profili<br />

e sezioni e la progettazione di intersezioni.<br />

Sarà possibile dividere<br />

il progetto in più finestre, più<br />

pagine, più monitor.<br />

22 <strong>GEOmedia</strong> n°5-<strong>2015</strong>


REPORTS<br />

Tutti i dati e le viste sono sincronizzati<br />

in tempo reale, lo<br />

spazio in memoria occupato<br />

dal progetto viene ottimizzato<br />

ed è possibile progettare entro<br />

il contesto normativo di riferimento.<br />

Siteco<br />

L’azienda italiana ha sviluppato<br />

un sistema di mobile mapping<br />

scalabile e ad alto rendimento<br />

in grado di integrare in maniera<br />

intercambiabile scanner Faro,<br />

Z+F e Riegl. Quest’anno è<br />

stato introdotto il nuovo Road-<br />

Scanner “Compact”, leggero e<br />

di piccolo ingombro. Il modello<br />

base è disponibile con una<br />

MEMS-based IMU e può essere<br />

aggiornato con giroscopi meccanici<br />

o in fibra ottica per maggiori<br />

prestazioni. Equipaggiato<br />

con uno o due sensori laser, è<br />

la soluzione ideale per i rilievi<br />

ferroviari e dei tunnel.<br />

South<br />

Presentati ad Intergeo il nuovissimo<br />

ricevitore GNSS della<br />

serie Galaxy e l’Aeromobile<br />

a Pilotaggio Remoto AS120;<br />

oltre agli aggiornamenti alla<br />

stazione totale NTS-360R6<br />

e le nuove funzionalità delle<br />

stazioni totali NTS-380R10 e<br />

NTS-391R10 che oggi permettono<br />

misurazioni a 1000 metri<br />

senza prisma.<br />

Stonex<br />

La società brianzola ha mostrato<br />

a Intergeo le sue ultime<br />

novità in campo topografico,<br />

del 3D scanning e del GIS<br />

attraverso un ampio stand<br />

suddiviso per settori. La principale<br />

novità è consistita nella<br />

presentazione della sezione<br />

dedicata ai Progetti Speciali<br />

composta da STX-DRILL<br />

(un sistema di guida GPS<br />

per le opera di jet grouting),<br />

STX-Agri Map (sistema GPS<br />

portatile per la misura ed il<br />

rilievo di punti, aree e perimetri<br />

di appezzamenti agricoli di<br />

qualsiasi forma e dimensione),<br />

STX-SUITE (sistema per la<br />

progettazione di impianti<br />

fotovoltaici a terra e la guida<br />

della macchina piantapalo sulla<br />

posizione progettuale).<br />

Topcon<br />

Grande stand per Topcon,<br />

che ha annunciato alcune<br />

importanti novità relative al<br />

suo portfolio strumenti: sono<br />

state infatti introdotte le nuove<br />

versioni del laser scanner GLS<br />

2000, la ‘S’, la ‘M’ e la ‘L’ che,<br />

rispettivamente, sono ottimizzate<br />

per operare su brevi, medie<br />

e lunghe distanze. Grazie alla<br />

tecnologia Precise Scan questi<br />

modelli di scanner emettono segnali<br />

tre volte più veloci rispetto<br />

ai precedenti sistemi GLS.<br />

In bella mostra anche l’APR ad<br />

ala fissa Sirius Pro e il nuovo<br />

Falcon 8 nelle versioni geoEX-<br />

PERT per il mapping e rilievi<br />

su piccole porzioni di terreno<br />

e inspectionPRO per lavori di<br />

monitoraggio e ispezione.<br />

Trimble<br />

Forte di uno stand gigantesco,<br />

che ha attratto moltissime di<br />

persone, ha presentato il suo intero<br />

portfolio di soluzioni per la<br />

topografia, il mapping, il GIS,<br />

la fotogrammetria e il telerilevamento.<br />

Grande risalto per il<br />

lancio dell’APR multi-rotore<br />

ZX5 dotato di fotocamera a<br />

16Mp e per l’upgrade dell’APR<br />

ad ala fissa UX5, ora equipaggiato<br />

con una fotocamera a<br />

36Mp – per una risoluzione a<br />

terra senza precedenti – e ricevitore<br />

GNSS Trimble. Ha trovato<br />

poi spazio la nuova gamma<br />

di stazioni totali e il ricevitore<br />

GNSS R2, compatto e dal<br />

peso di solo 1kg. Il ricevitore<br />

supporta le costellazioni GPS,<br />

GLONASS, Galileo, BeiDou,<br />

QZSS oltre che i sistemi SBAS.<br />

Il nuovo APR multi-rotore<br />

ella Trimble, lo ZX5.<br />

L’R2 è progettato per il lavoro<br />

GIS sul campo e le attività di<br />

rilievo topografico.<br />

Verso Amburgo 2016<br />

Nel 2016 Intergeo muoverà a<br />

nord, ad Amburgo per la precisione.<br />

Il 90% delle aziende<br />

che hanno esposto all’edizione<br />

<strong>2015</strong> ha già confermato la sua<br />

presenza per il 2016 e ciò basta<br />

a dare un’idea delle dimensioni<br />

dell’evento. Il tema per il<br />

prossimo anno è già stato individuato:<br />

tutto girerà attorno ai<br />

concetti di smart city e al BIM,<br />

ovvero all’integrazione tra tecnologie<br />

e fonti di dati spaziali<br />

diverse, con l’obiettivo di trovare<br />

soluzioni ai piccoli grandi<br />

problemi con i quali hanno a<br />

che fare i professionisti e i normali<br />

utenti nella vita di tutti i<br />

giorni. In parole povere, si parlerà<br />

ancora di Geospatial 4.0.<br />

PAROLE CHIAVE<br />

Intergeo; Geomatica; Geospatial 4.0;<br />

APR;<br />

ABSTRACT<br />

Intergeo proves once again to be the most<br />

important geospatial event globallyimportant<br />

event of the geospatial industry. <strong>2015</strong><br />

edition has been held in Stuttgart from the<br />

15th to the 17th of september <strong>2015</strong>. With<br />

more than 16.000 attendees and 545 exhibitors<br />

Intergeo's edition will be remembered<br />

for the introduction of the concept<br />

of Geospatial 4.0.<br />

AUTORE<br />

Fulvio Bernardini<br />

fbernardini@rivistageomedia.it<br />

<strong>GEOmedia</strong> n°5-<strong>2015</strong> 23


REPORTS<br />

A PROPOSITO DE “LA BUONA SCUOLA”<br />

di Carlo Monti e<br />

Attilio Selvini<br />

Alcune “sbadataggini” grammaticali e<br />

terminologiche circa la “Seconda prova<br />

scritta o scritto-grafica” elaborata dal<br />

MIUR per candidarsi alla professione<br />

di topografo. Cosa ne penserà la<br />

Federazione Internazionale dei Geometri?<br />

Fig. 1 - Estratto dal tema d’esame.<br />

Con il titolo ”Al peggio<br />

non c’è mai fine”, il<br />

secondo dei presenti<br />

autori criticava, sul numero<br />

4/2014 de “Il Seprio”, rivista del<br />

Collegio dei Geometri di Varese,<br />

i temi ministeriali per l’esame<br />

di stato di quell’anno. Non si<br />

può che ricordare e sottolineare<br />

quello stesso titolo, recensendo<br />

il secondo tema della sessione<br />

<strong>2015</strong>. Non resta che confermare<br />

quanto allora scritto, alla luce<br />

del documento qui unito, che<br />

riguarda la “Seconda prova scritta<br />

o scritto-grafica” di questo anno,<br />

come si vede nell’allegato del<br />

MIUR, posto in fondo a questo<br />

articolo.<br />

Mentre il primo tema, quello<br />

di progettazione, era a nostro<br />

avviso pienamente calibrato sui<br />

programmi (e sulle possibilità<br />

operative) dei geometri, leggendo<br />

il secondo non credevamo<br />

ai nostri occhi. A parte le manchevolezze,<br />

anche grammaticali,<br />

era il tema stesso che sembrava<br />

scritto da un insegnante di seconda<br />

od al più di terza media:<br />

altro che lavoro per candidati<br />

alla onorevole professione di<br />

topografo!<br />

Incominciamo dalle prime<br />

mende: non si forniscono coordinate<br />

purchessia, senza indicare<br />

il sistema di misura corrispondente.<br />

Quelle scritte nel foglio<br />

ministeriale, erano da intendersi<br />

certamente in metri, ma perché<br />

non mettere, accanto ai numeri,<br />

le “marche” corrispondenti? E,<br />

signori del MIUR, un segmento<br />

che divide una qualunque<br />

superficie, in buon italiano si<br />

chiama “dividente”, come si trova<br />

per esempio sul Vocabolario<br />

dell’Accademia della Crusca, 3°<br />

edizione 1961, vol. 1 pag. 345.<br />

Il gerundio dividenda (ripetuto<br />

due volte!) riguarda invece in<br />

genere una massa ereditaria, in<br />

questo caso semmai la superficie<br />

da ripartire! In uno qualunque<br />

dei molti testi di topografia per<br />

geometri, si parla correttamente<br />

di “dividenti” soddisfacenti a<br />

particolari condizioni (parallele<br />

a …, perpendicolari a …. passanti<br />

per … eccetera). Ci si trova<br />

male, pensando che in un atto<br />

ufficiale non si usino i termini<br />

corretti, utilizzando invece approssimazioni<br />

che sanno tanto di<br />

derivazioni dialettali. E veniamo<br />

alla sostanza topografica. Il tema<br />

chiede ai candidati quanto riportato<br />

in fig.1, estrapolato dall’allegato<br />

foglio ministeriale.<br />

Con non poco stupore, viste<br />

le coordinate (in qualunque<br />

sistema di misura, ma come già<br />

detto presumibilmente in metri)<br />

si nota che non di un generico<br />

quadrilatero si tratta, bensì di<br />

un rettangolo; la elementare figura<br />

sottostante (fig.2), ricavata<br />

semplicemente con AutoCad,<br />

non fidandoci (perché, ripetiamo,<br />

non ci sembrava di credere<br />

ai nostri occhi!) del disegno a<br />

matita e con righello, ne dà la<br />

conferma.<br />

E allora è chiaro che le lunghezze<br />

dei lati, per sola sottrazione,<br />

e senza calcoli trigonometrici,<br />

sono le seguenti:<br />

AB = CD = 50 m<br />

BC = AD = 40 m<br />

Per cui l’area (sola moltiplicazione,<br />

quarta classe elementare) vale<br />

(50 x 40) = 2000 m 2.<br />

Fig. 2 - Il rettangolo<br />

con la dividente.<br />

24 <strong>GEOmedia</strong> n°5-<strong>2015</strong>


REPORTS<br />

Come si vede, sono bastate le<br />

classiche quattro operazioni<br />

aritmetiche per risolvere il problema:<br />

cosa per l’appunto da<br />

licenza di scuola primaria, e con<br />

l’impiego di tempo pari a non<br />

più di cinque minuti. Possiamo<br />

aggiungere che non ci piace per<br />

nulla quel verbo ministeriale<br />

“determinare”? Noi avremmo<br />

scritto “calcolare”, perché tale è<br />

l’operazione richiesta. Il verbo<br />

“determinare” ha molti e diversi<br />

significati, come si apprende dai<br />

vocabolari: quello di “calcolare” è<br />

solo secondario.<br />

Comunque, da indagini discrete<br />

sembra che ci siano stati non<br />

pochi sprovveduti che si sono<br />

calcolata l’area del rettangolo per<br />

coordinate, utilizzando la ben<br />

nota formula di Gauss, che ricordiamo<br />

è la seguente:<br />

E quindi:<br />

2S = 6(13-53) + 56(53-13) +<br />

56(53-13) + 6(13-53 ) = 4000 .<br />

Quindi, S = 2000 m 2 come già<br />

sopra calcolato in modo semplice,<br />

corretto ed elementare.<br />

Come si vede, sarebbe come<br />

dire che per andare da Milano<br />

a Piacenza non si è presa l’autostrada<br />

del Sole alla barriera di<br />

Melegnano, preferendo il circuito<br />

Milano – Verona - Modena<br />

- Parma. Anche questo può succedere!<br />

Secondo i dati ulteriori del tema<br />

(si veda il testo completo in allegato),<br />

a una abitazione di 450<br />

m 3 corrisponde una superficie di<br />

562,50 m 2 (450 : 0.8).<br />

La risposta al secondo quesito è<br />

quindi, vista la disposizione del<br />

rettangolo e per semplice equazione<br />

di primo grado, roba da<br />

terza media:<br />

(40 · x ) = 562,50; ne deriva: x =<br />

562,5/40 = 14,06 m<br />

Per cui, “illico et immediate”, le<br />

coordinate dei vertici della dividente<br />

risultano essere le seguenti,<br />

pur sempre per sottrazione:<br />

E (41,94 ; 53) m<br />

F (41,94 ; 13) m<br />

“Sic et simpliciter”, alla faccia<br />

delle otto ore messe a disposizione<br />

dei candidati, e dell’impiego<br />

delle “calcolatrici non programmabili”<br />

che il predetto MIUR<br />

si ostina a prescrivere in epoca<br />

digitale. Sono bastate, ripetiamo,<br />

le quattro operazioni aritmetiche<br />

per risolvere il problema posto a<br />

dei candidati, che bene o male<br />

hanno studiato trigonometria e<br />

algebra.<br />

Ma a questo punto ci si imbatte<br />

in un altro guaio, e grosso: come<br />

farà l’acquirente della parte staccata<br />

dal lotto rettangolare, a costruire<br />

una abitazione di 450 m 3 ?<br />

Tale parte è larga 14,06 metri:<br />

ricordando che le norme vigenti<br />

dei PGT (Piani di Governo del<br />

Territorio) prescrivono dovunque<br />

una distanza dai confini di<br />

5 metri, resterebbero costruibili<br />

4,06 metri in larghezza dell’ipotetico<br />

fabbricato: nemmeno adatti<br />

ad un “corpo semplice”, tolti gli<br />

spessori dei muri! E’ mai possibile<br />

che l’estensore del tema non ci<br />

abbia pensato?<br />

Facciamo grazia del terzo quesito,<br />

di tipo estimativo, che si risolve<br />

in non più di dieci minuti,<br />

pur sempre con l’impiego delle<br />

quattro operazioni sopraddette.<br />

A questo punto ci sorge il classico<br />

dubbio amletico: l’estensore<br />

del tema è stato forse tradito dalla<br />

fretta e dalla sbadataggine, per<br />

non aver controllato la forma del<br />

vantato “quadrilatero”? Oppure<br />

l’impiegato che ha battuto il<br />

testo al computer gli ha giocato<br />

un brutto scherzo? Sarebbe bastato<br />

che una ordinata, quella di<br />

C o di B fosse stata diversa, e il<br />

rettangolo si sarebbe trasformato<br />

in un trapezio; e allora il calcolo<br />

della posizione della dividente<br />

avrebbe richiesto quanto meno<br />

qualche modico sforzo in più<br />

da parte dei candidati. Resta il<br />

fatto, a nostro parere gravissimo,<br />

di un tema d’Esame di Stato che<br />

non solo avrà stupito commissari<br />

e candidati (nessuno di noi<br />

due era quest’anno presidente di<br />

commissione e quindi non ne<br />

siamo testimoni); ma che letto<br />

al di fuori dei confini italiani<br />

(cosa sicuramente avvenuta<br />

nell’ambito della Federazione<br />

Internazionale Geometri (FIG)<br />

non getta certamente buona luce<br />

sulla serietà di questi esami.<br />

PAROLE CHIAVE<br />

esame di stato; dividente; quadrilatero<br />

ABSTRACT<br />

The article relates some grammatical errors and terminology<br />

that were found in the second written test prepared by the<br />

Ministry of Education to perform the profession of surveyors.<br />

The opinion that the International Federation of Surveyors<br />

will make on the reliability and competence of the Ministry of<br />

Education and, not only on those who composed the theme<br />

but also on those who have graduated, surely innocent, but<br />

without having faced a written test worth to be called such, it<br />

may not be the best.<br />

AUTORE<br />

Attilio Selvini<br />

Attilio.selvini@polimi.it<br />

Carlo Monti<br />

Carlo.monti@polimi.it<br />

Già professori di ruolo, gruppo ICAR06<br />

nel Politecnico di Milano<br />

<strong>GEOmedia</strong> n°5-<strong>2015</strong> 25


Il Cratere Manicouagan<br />

Un’immagine a falsi colori acquisita dal satellite<br />

Sentinel-1A il 21 Marzo scorso e che mostra il<br />

Cratere Manicouagan. Questo cratere si trova in Quebec<br />

(Canada) ed è stato originato dall’impatto di un asteroide avvenuto<br />

circa 214 milioni di anni fa: è noto per essere uno dei più antichi<br />

e più grandi crateri da impatto esistenti sul nostro pianeta. Gli scienziati<br />

ritengono che al processo di erosione che ha caratterizzato la storia del cratere<br />

abbiano sensibilmente contribuito i ghiacciai. La sua struttura concentrica è<br />

dovuta all’effetto delle onde d’urto generate al momento dell’impatto. Il suo aspetto<br />

ricorda gli anelli che si formano quando un sassolino viene gettato in uno specchio<br />

d’acqua. Essendo così grande e riconoscibile, il cratere può essere facilmente individuato<br />

dallo spazio. La sua struttura ad anelli multipli ha complessivamente un diametro di<br />

circa 100 km, mentre l’anello più interno – quello maggiormente prominente – misura<br />

un diametro di 70 km. Il lago Manicouagan, a forma di anello, si estende per oltre 550<br />

km dalla sorgente del suo più lungo fiume immissario. L’immagine è stata acquisita da<br />

Sentinel-1A illuminando lo scenario con impulsi radar in polarizzazione sia verticale<br />

che orizzontale, motivo per il quale l’immagine è composita a colori artificiali. Colori<br />

diversi mettono in evidenza diversità nella copertura del suolo. Le differenti tonalità<br />

di uno stesso colore indicano differenze nelle caratteristiche del terreno. Per cui,<br />

mentre le tonalità blu indicano superfici di ghiaccio o di acqua, le tonalità giallo<br />

ed arancione denotano l’invecchiamento di vegetazioni di tipi differenti,<br />

mescolate con presenze di ghiaccio ed acqua. Il satellite Sentinel-1A è stato<br />

immesso in orbita il 3 Aprile 2014 su un’orbita polare. Si tratta di una<br />

missione orientata all’acquisizione di immagini radar per servizi<br />

sul territorio e sugli oceani ed è in grado di operare in ogni<br />

condizione meteorologica, sia di notte che di giorno.<br />

(Credits: ESA, traduzione G. Pititto)


REPORTS<br />

PASSARE AL BIM<br />

10 regole per avere successo<br />

di Marco Parisi<br />

Tanti hanno comprato<br />

software BIM. Molti non hanno<br />

ancora iniziato ad usarlo<br />

mentre alcuni hanno provato<br />

ma si sono arenati. Vediamo<br />

dunque 10 regole da seguire<br />

per far sì che il passaggio dal<br />

CAD al BIM di un ufficio di<br />

progettazione possa avvenire<br />

con successo.<br />

BIM è un processo, una<br />

metodologia, non un software.<br />

Per questo motivo<br />

non basta comprare qualche<br />

licenza, fare un corso di formazione<br />

e “smanettare” un po’ per<br />

passare al BIM.<br />

Nonostante ciò tante aziende<br />

hanno negli ultimi tempi acquistato<br />

licenze di programmi<br />

BIM (spesso sull’onda di offerte<br />

speciali) e sono in procinto di<br />

cimentarsi con questa nuova<br />

tecnologia. Altre hanno anche<br />

fatto corsi di formazione ma<br />

non riescono a “decollare”.<br />

Qualche tempo fa ho fatto una<br />

chiacchierata con un architetto,<br />

responsabile della progettazione<br />

di una società di ingegneria,<br />

in cui mi ha raccontato delle<br />

loro difficoltà ad introdurre<br />

l’uso del BIM dopo aver fatto il<br />

loro bravo corso. Questo articolo<br />

nasce da quell’incontro.<br />

Di tutte le attività legate alla<br />

vita di un edificio, abbracciate<br />

dalla metodologia BIM, ci soffermiamo<br />

oggi su quelle legate<br />

alla progettazione ben sapendo<br />

che ciò non esaurisce quello<br />

che bisogna sapere del BIM e i<br />

vantaggi che da esso ne possono<br />

derivare.<br />

Andare avanti per step<br />

L’uso del BIM migliora ogni<br />

disciplina in cui viene adottato<br />

ciò nonostante anche se lo<br />

inseriamo in una sola attività<br />

potremo avere dei vantaggi.<br />

Questo ci permette di introdurlo<br />

nel nostro lavoro per gradi.<br />

Normalmente conviene iniziare<br />

dalla progettazione architettonica<br />

per poi passare a quella<br />

strutturale, impiantistica, e così<br />

28 <strong>GEOmedia</strong> n°5-<strong>2015</strong>


REPORTS<br />

via fino, volendo, ad abbracciare<br />

l’intero ciclo di vita dell’edificio,<br />

dalla ideazione fino alla demolizione<br />

e allo smaltimento.<br />

Scegliere i settori più utili<br />

all’azienda<br />

Data la vastità del mondo BIM<br />

c’è il rischio di perdersi. Gli<br />

addetti ai lavori giustamente<br />

ragionano già sulle attività di<br />

domani, sulle frontiere dell’applicazione<br />

del metodo, ma<br />

chi deve iniziare è bene che si<br />

concentri il più possibile su un<br />

solo argomento. In linea con il<br />

punto precedente, sceglieremo<br />

di utilizzare il BIM nei settori in<br />

cui siamo più attivi, dagli studi<br />

di fattibilità ai progetti esecutivi,<br />

dai rendering ai computi<br />

metrici, dal project management<br />

alla Direzione Lavori, dal<br />

facility management alle manutenzioni.<br />

Scegliere la squadra<br />

e motivarla<br />

Un punto molto delicato<br />

per partire con il piede giusto<br />

è la scelta della squadra.<br />

Tipicamente, in un ufficio con<br />

diversi progettisti che seguono<br />

più lavori contemporaneamente,<br />

si forma una piccola squadra<br />

che si dedica alle nuove metodologie.<br />

È importante scegliere<br />

persone inclini alla<br />

sperimentazione,<br />

curiose delle novità,<br />

non scettiche<br />

ne spaventate<br />

dall’uso dell’informatica.<br />

Inoltre<br />

queste persone<br />

vanno motivate<br />

spiegando l’importanza<br />

della loro<br />

sperimentazione<br />

per il successivo<br />

travaso al resto<br />

dell’ufficio. Per<br />

questo non guasta<br />

una buona capacità<br />

didattica.<br />

I nuovi workflow<br />

Entrando nel vivo dell’attività<br />

è indispensabile capire che il<br />

BIM richiede di modificare i<br />

workflow abituali dell’azienda.<br />

Non possiamo più applicare lo<br />

schema classico del progettista<br />

architettonico che passa il lavoro<br />

finito agli strutturisti e agli<br />

impiantisti i quali poi passano il<br />

lavoro finito ai computisti. Nel<br />

BIM le attività avvengono, per<br />

così dire, in contemporanea e<br />

lo scambio di informazioni, che<br />

per la maggior parte passa attraverso<br />

il modello progettuale,<br />

segue nuove logiche che vanno<br />

assimilate e accettate. Il risultato<br />

sarà quello di avere il progetto<br />

completo e coerente in tempi<br />

molto più rapidi.<br />

Coordinatore<br />

Per poter disciplinare quanto<br />

detto al punto precedente è<br />

necessario stabilire un coordinatore<br />

il cui compito è quello di<br />

favorire lo scambio di informazioni<br />

fra i vari progettisti stabilendo<br />

di volta in volta regole di<br />

precedenza fra le varie discipline.<br />

Questo a maggior ragione<br />

se una parte della progettazione<br />

viene svolta al di fuori dell’azienda<br />

magari da studi non<br />

organizzati con metodologia<br />

BIM. In questo caso direi che<br />

è indispensabile una figura che<br />

capisca le necessità interne del<br />

proprio metodo e dialoghi con i<br />

consulenti esterni per farsi dare<br />

dei prodotti utilizzabili all’interno<br />

del proprio ciclo progettuale.<br />

Regole per le modifiche<br />

Nello sviluppo di un progetto<br />

BIM, vuoi per approfondimenti<br />

progettuali, vuoi per nuove<br />

richieste del cliente, sorgerà la<br />

necessità di apportare modifiche<br />

a parti del progetto già sviluppate<br />

da diversi progettisti e che<br />

quindi coinvolgeranno diverse<br />

discipline. Questo è un momento<br />

cruciale per il processo<br />

BIM. Non si può più modificare<br />

liberamente il proprio progetto<br />

perché si rischia di renderlo<br />

incoerente con quello degli altri.<br />

È indispensabile che il coordinatore<br />

definisca regole chiare<br />

per le modifiche e organizzi<br />

riunioni apposite per trovare<br />

soluzioni condivise. In genere<br />

è compito del coordinatore vigilare<br />

sull’integrità del modello<br />

comune; ovvero sincerarsi che<br />

ciascun progettista segua le regole<br />

stabilite per il progetto.<br />

<strong>GEOmedia</strong> n°5-<strong>2015</strong> 29


REPORTS<br />

Dataset<br />

Una questione che per logica<br />

viene solo ora ma che cronologicamente<br />

viene per prima è quella<br />

relativa al “Dataset”. Ovvero<br />

quell’insieme di impostazioni<br />

del software che servono a “personalizzarlo”<br />

e impostarlo su<br />

misura per il proprio lavoro.<br />

Di solito uno studio di progettazione<br />

ha degli standard grafici<br />

consolidati e un proprio “stile”<br />

di redazione di un progetto.<br />

Quando si inizia ad utilizzare<br />

un software BIM si chiede<br />

come prima cosa che si riesca<br />

a produrre i disegni secondo il<br />

proprio “stile”.<br />

Questa è una cosa semplice che<br />

si può realizzare con qualunque<br />

programma BIM, bisogna però<br />

avere la pazienza di fare lo sforzo<br />

iniziale di impostare il proprio<br />

dataset secondo le proprie<br />

esigenze.<br />

Psicologicamente tutti i membri<br />

dell’ufficio non guarderanno<br />

con simpatia al nuovo metodo<br />

se i risultati avranno un aspetto<br />

diverso da quello abituale.<br />

Hardware adeguato<br />

Un paragrafo apposito va speso<br />

per l’hardware. I programmi<br />

attuali “girano” su computer<br />

standard ma per lavorare tutto il<br />

giorno vale la pena di spendere<br />

qualche euro in più per avere<br />

un PC performante che non rallenti<br />

il lavoro. Per prima cosa è<br />

utile avere abbondante RAM; 8<br />

o meglio, 16 GB. Il BIM utilizza<br />

modelli tridimensionali che<br />

diventano rapidamente molto<br />

grandi per cui avere molta RAM<br />

è utile per riuscire a gestirli.<br />

Io personalmente trovo poi<br />

molto comodo utilizzare due<br />

schermi. Più area visibile si ha<br />

a disposizione più informazioni<br />

si riescono a gestire. Per ultima,<br />

ma non meno importante, è<br />

un’infrastruttura di rete adeguata.<br />

Già in un ufficio con più di<br />

3-4 progettisti è indispensabile<br />

un server di rete su cui tenere i<br />

progetti, i dataset, le librerie.<br />

Per strutture appena un po’ più<br />

grandi può convenire anche<br />

l’utilizzo di un software di gestione<br />

documentale che diventa<br />

quasi indispensabile se vogliamo<br />

distribuire geograficamente il<br />

nostro BIM, ovvero se vogliamo<br />

che sullo stesso progetto possano<br />

lavorare uffici dislocati al di<br />

fuori della nostra rete LAN.<br />

Elementi parametrici<br />

Nell’ambito del discorso sulla<br />

personalizzazione un capitolo a<br />

parte spetta agli elementi da catalogo,<br />

parametrici e non.<br />

Negli attuali programmi di progettazione<br />

sono presenti delle<br />

tecnologie che permettono di<br />

realizzare elementi geometrici<br />

dalle caratteristiche modificabili<br />

al momento dell’utilizzo.<br />

Con questi strumenti vengono<br />

normalmente realizzate le porte<br />

e le finestre ma ci si può fare<br />

qualunque cosa: scale, ringhiere,<br />

scale mobili, arredi, elementi<br />

impiantistici.<br />

Tutti questi elementi, parametrici<br />

o dalle dimensioni fisse che<br />

siano, vengono archiviati in cataloghi<br />

da cui attinge il progettista<br />

per inserirli nel modello.<br />

Vari di questi cataloghi vengono<br />

forniti con il software e molti<br />

altri si trovano su internet ma<br />

durante il lavoro capita spesso<br />

che si abbia bisogno di un elemento<br />

nuovo, magari simile ad<br />

uno già esistente, ma non proprio<br />

uguale.<br />

Per questo c’è bisogno di una<br />

persona che si specializzi nella<br />

realizzazione di questi elementi<br />

di catalogo personalizzati. In alternativa<br />

ci si può accordare con<br />

un consulente esterno che, su<br />

chiamata, possa farlo per noi.<br />

Preferire software integrati<br />

Un ultimo suggerimento che<br />

voglio dare riguarda l’interoperabilità<br />

dei dati. Alla base della<br />

metodologia BIM c’è<br />

proprio la capacità di<br />

rendere disponibili i<br />

dati di ciascuna disciplina<br />

alle altre tramite<br />

modelli geometrici<br />

connessi con database<br />

alfanumerici. Questa<br />

interoperabilità può<br />

avvenire tramite<br />

formati pubblici di<br />

interscambio di dati<br />

e procedure condivise<br />

all’interno del gruppo<br />

di progetto ma può<br />

avvenire anche in<br />

tutto o in parte attraverso<br />

l’utilizzo di sof-<br />

30 <strong>GEOmedia</strong> n°5-<strong>2015</strong>


REPORTS<br />

tware integrati che<br />

utilizzano lo stesso<br />

formato per gestire<br />

diverse discipline.<br />

Questa seconda<br />

possibilità, in base<br />

alla mia esperienza,<br />

facilita il lavoro<br />

e contribuisce<br />

all’affermarsi della<br />

metodologia BIM.<br />

Considerando però<br />

che ogni software<br />

house si è specializzata<br />

più su un<br />

aspetto che su un<br />

altro, vale la pena<br />

analizzare con attenzione<br />

le proprie<br />

esigenze prima di<br />

scegliere su quale<br />

programma basarsi.<br />

Questi suggerimenti<br />

non esauriscono<br />

certamente le cose che<br />

conviene sapere per avviare un<br />

processo BIM ma credo che<br />

possano servire ad evitare la<br />

maggior parte degli errori che<br />

comunemente si fanno all’inizio<br />

del cammino. Sono consigli pratici,<br />

forse per qualcuno possono<br />

sembrare scontati, ma si basano<br />

sull’esperienza che ho fatto in<br />

quasi dodici anni di attività<br />

BIM all’interno di una grande<br />

azienda del settore immobiliare<br />

che si occupa di edifici pubblici<br />

non convenzionali.<br />

Ho parlato in questo articolo<br />

solo di un piccolo aspetto legato<br />

al mondo BIM, ma credo che<br />

in questo momento in Italia sia<br />

un argomento molto attuale<br />

proprio perché, come ho scritto<br />

all’inizio, sono in molti ad aver<br />

acquistato ultimamente licenze<br />

BIM o in procinto di farlo.<br />

Ci saranno altre occasioni per<br />

poter approfondire altri temi<br />

altrettanto importanti per il miglior<br />

utilizzo della metodologia.<br />

Per concludere vorrei raccontarvi<br />

un aneddoto che mi da lo<br />

spunto per un’ultima riflessione.<br />

Tempo fa ho incontrato un<br />

amico ingegnere, socio di una<br />

società di ingegneria che lavora<br />

sia in Italia che all’estero, e gli<br />

ho chiesto: ”Voi utilizzate il<br />

BIM nei vostri progetti?”. E lui<br />

mi ha risposto: “Se i clienti ce<br />

lo chiedono lo facciamo, ma<br />

non possono pensare che gli<br />

diamo un progetto BIM allo<br />

stesso prezzo di un progetto<br />

normale. Se vogliono qualcosa<br />

di più devono pagare di più.”.<br />

Questo fa capire che non c’è<br />

stato l’approccio giusto. Il BIM<br />

non può venire “dopo” un progetto<br />

normale, dev’essere fatto<br />

“invece” di un progetto normale.<br />

Il processo BIM si attua non<br />

perché ce lo chiede il cliente,<br />

ne per avere una certificazione<br />

in più, un bollino da attaccare<br />

sui disegni. Il processo BIM si<br />

utilizza perché conviene. Perché<br />

ci fa risparmiare tempo e ci fa<br />

produrre lavori di miglior qualità.<br />

Se non raggiungiamo questa<br />

convenienza vuol dire che nel<br />

nostro processo BIM c’è qualcosa<br />

da rivedere.<br />

PAROLE CHIAVE<br />

BIM; Avviamento BIM; Progettazione<br />

integrata; Tips and tricks<br />

ABSTRACT<br />

Many companies are beginning to use<br />

BIM software or have already started but<br />

have stalled.<br />

We see 10 rules to follow to ensure that the<br />

transition from CAD to BIM of a project<br />

department can be successful.<br />

Of all the activities related to the life of a<br />

building, embraced by BIM methodology,<br />

we focus today on those related to the<br />

design.<br />

Proceed by steps, to dedicate a small team,<br />

well-chosen and motivated, understand<br />

right away the new workflow, are some of<br />

the tips of the article.<br />

These tips do not cover all the things you<br />

need to know to start a BIM process but<br />

I believe they can help to avoid the most<br />

common mistakes that you make at the<br />

beginning of the journey.<br />

We use the BIM process because it gives us<br />

benefits. Because it saves time and makes<br />

us produce work of the highest quality. If<br />

we do not reach this convenience means<br />

that in our process BIM's about to change.<br />

AUTORE<br />

Ing. Marco Parisi<br />

Bim.marcoparisi@gmail.com<br />

<strong>GEOmedia</strong> n°5-<strong>2015</strong> 31


REPORTS<br />

Il Caso di Veio<br />

Nuove scoperte archeologiche con APR<br />

di Zaira Baglione<br />

Giuseppe Ceraudo dell’Università del Salento e Gabriele<br />

Santiccioli di FlyTop riferiscono l’esito della missione nel Parco<br />

di Veio a riprova dell’affidabilità della tecnologia UAV per la<br />

documentazione dei siti archeologici.<br />

Negli ultimi anni è cresciuta<br />

significativamente<br />

l’applicazione delle<br />

tecnologie APR (Aeromobili a<br />

Pilotaggio Remoto) nel settore<br />

dei beni culturali. Le declinazioni<br />

del connubio droni e<br />

archeologia sono molteplici, in<br />

continua espansione e riguardano<br />

non soltanto il monitoraggio<br />

e la documentazione ma anche<br />

l’attività di scoperta. Proprio di<br />

quest’ultimo aspetto ci riporta<br />

un’importante testimonianza<br />

il Prof. Giuseppe Ceraudo,<br />

docente di Topografia antica<br />

presso l’Università del Salento,<br />

che ha svolto in collaborazione<br />

con FlyTop una ricognizione<br />

archeologica nella zona del Parco<br />

di Veio. A pochi chilometri<br />

da Roma, in un’area compresa<br />

tra i comuni di Formello e Isola<br />

Farnese, mediante l’utilizzo<br />

dell’APR ad ala fissa<br />

FlyGeo24Mpx, è stato<br />

possibile individuare<br />

l’esistenza di antichi<br />

insediamenti etruschi<br />

e romani, in particolare<br />

resti di strutture di<br />

edifici e strade.<br />

“Questa scoperta nasce da un<br />

progetto di ricerca che l’Università<br />

del Salento conduce da<br />

oltre dieci anni – dichiara Ceraudo<br />

– e la base di partenza è<br />

stato proprio uno studio di un<br />

gruppo di archeologi del laboratorio<br />

di Topografia antica e Fotogrammetria<br />

del Dipartimento<br />

dei Beni Culturali. La missione<br />

si è svolta la scorsa primavera e<br />

ha permesso di confermare la<br />

probabile presenza di un impianto<br />

urbano di epoca etrusca<br />

e romana. Abbiamo esaminato<br />

un territorio di circa quaranta<br />

ettari, un’ampia<br />

superficie che è stata<br />

sorvolata con un drone<br />

FlyTop equipaggiato<br />

con una fotocamera digitale<br />

Sony Alpha 6000<br />

a 24Mpx con obiettivo<br />

a focale fissa. L’operazione<br />

ha interessato<br />

la località Archi di<br />

Pontecchio ed è stata<br />

effettuata nel rispetto<br />

delle specifiche Enac. Il<br />

volo ci ha consentito di<br />

ottenere immagini di<br />

altissima qualità: quasi duecento<br />

foto con una risoluzione di<br />

1,7 cm per pixel, georefenziate<br />

e complete di 3 parametri di<br />

traslazione e altrettanti di rotazione.<br />

Attraverso i fotogrammi<br />

acquisiti c’è stata la convalida<br />

di quelle che finora erano solo<br />

delle ipotesi; osservando dall’alto<br />

la crescita differenziata della<br />

vegetazione, infatti, abbiamo<br />

riconosciuto distintamente parti<br />

dell’antica città etrusca di Veio”.<br />

Per spiegare come viene garantita<br />

l’eccellente precisione dei dati<br />

aerofotogrammetrici interviene<br />

il Geom. Gabriele Santiccioli,<br />

Presidente di FlyTop: “La nostra<br />

azienda è da sempre impegnata<br />

nel coniugare innovazione e integrazione,<br />

per questo abbiamo<br />

utilizzato tutti gli strumenti che<br />

il topografo possiede, giungendo<br />

in poche ore alla produzione<br />

di cartografie di elevata qualità<br />

tecnica”.<br />

Il rilievo aerofotogrammetrico<br />

di prossimità con l’uso degli<br />

APR rappresenta un panorama<br />

interessante dell’indagine archeologica,<br />

nonché un concreto e<br />

32 <strong>GEOmedia</strong> n°5-<strong>2015</strong>


REPORTS<br />

accessibile sistema per l’approfondimento<br />

di ricerche preliminari.<br />

“Il caso di Veio – prosegue<br />

il Professore – è la dimostrazione<br />

delle straordinarie potenzialità<br />

delle tecnologie APR che, a<br />

mio avviso, non possono essere<br />

limitate alla realizzazione di<br />

foto e video degli scavi in corso<br />

d’opera, ma vanno quanto più<br />

sfruttate per sorvolare aree di<br />

interesse archeologico e riconoscere<br />

l’eventuale presenza di<br />

strutture sepolte. Dalle immagini<br />

digitali elaborate abbiamo<br />

ricavato una nuvola di punti,<br />

un modello 3D, il DTM e il<br />

DSM che ci hanno consentito<br />

di conoscere meglio la morfologia<br />

del terreno. In seguito,<br />

con successivi accertamenti e<br />

attività di scavo, sarà possibile<br />

stabilire con maggiore esattezza<br />

l’epoca di riferimento e altre<br />

informazioni di maggior dettaglio.<br />

Considerati gli scenari futuribili,<br />

non escludo che a breve<br />

prenda piede anche nel settore<br />

archeologico l’applicazione di<br />

sensori termici e multispettrali.<br />

Per il momento lo sviluppo<br />

della sensoristica ha riguardato<br />

prevalentemente il comparto<br />

dell’agricoltura, ma è chiaro che<br />

si apre sempre più lo spazio per<br />

utilizzi diversi”.<br />

Il brillante risultato di Veio dimostra<br />

come il telerilevamento<br />

di prossimità attraverso SAPR<br />

sia vantaggioso in termini di<br />

tempi e costi, soprattutto per<br />

le ispezioni di zone particolarmente<br />

vaste o non facilmente<br />

raggiungibili e per ottimizzare<br />

l’avvio mirato di scavi archeologici.<br />

PAROLE CHIAVE<br />

Archeologia aerea; APR; modelli 3D;<br />

Veio; aerofotogrammetria; topografia;<br />

cartografia<br />

ABSTRACT<br />

Etruscan settlements outside Rome identified<br />

by the use of fixed wing UAV FlyGeo24Mpx.<br />

Prof. Giuseppe Ceraudo from University<br />

of Salento and Gabriele Santiccioli of Fly-<br />

Top explain the results of the mission in<br />

the Veio Park as proof of the reliability of<br />

the UAV technology at the service of the<br />

archeology.<br />

AUTORE<br />

Zaira Baglione<br />

zaira@flytop.it<br />

<strong>GEOmedia</strong> n°5-<strong>2015</strong> 33


REPORTS<br />

Innovazione e tecnologie avanzate alla 2 a Conferenza<br />

degli utenti Laser Scanner Leica Geosystems<br />

a cura della redazione<br />

Anche quest’anno la 2° User Conference HDS di Leica Geosystems, tenutasi<br />

il 19 Novembre a Roma presso lo Sheraton Golf al Parco dei Medici, ha<br />

alimentato l’interesse dei professionisti e degli emergenti del settore<br />

divulgando e mettendo in mostra le nuove tecnologie e strumentazioni.<br />

Fig. 1 - Apertura della 2 a Conferenza degli utenti Laser<br />

Scanner Leica Geosystems.<br />

Come abbiamo già introdotto<br />

negli highlights<br />

della conferenza (consultabili<br />

sul nostro sito web<br />

www.geoforall.it/k3yrk) l’evento<br />

organizzato dalla Leica Geosystems<br />

Italia, ha incrementato la<br />

volontà del singolo professionista<br />

a lavorare in team utilizzando<br />

nuovi software. É stata<br />

anche molto utile per foraggiare<br />

l’interesse dei giovani, dandogli<br />

la possibilità di rendersi conto<br />

che, il settore, non soltanto è<br />

ancora in via di sviluppo, ma<br />

restituisce tanto alla scienza e<br />

quanto all’uomo grazie anche<br />

alle molteplici ricadute tecnologiche<br />

che si diffondono su tutta<br />

la conoscenza umana.<br />

Fig. 2 - Le categorie delle nuove soluzioni.<br />

Sergio Padovani insieme a Simone<br />

Oppici hanno moderato<br />

l’evento, quest’ultimo ha mostrato<br />

una presentazione introduttiva<br />

che ha posto subito in<br />

rilievo le soluzioni innovative<br />

della conferenza: Terrestrial<br />

Laser Scanning, Multistation,<br />

Mobile Mapping e il Braccio<br />

Portatile.<br />

Le soluzioni innovative<br />

Fra le soluzioni di maggior rilievo<br />

utilizzate dai professionisti del<br />

settore spiccano quelle inerenti<br />

i lavori di rilievo circa il Nodo<br />

ferroviario di Torino, il Cyclone<br />

9.1, i Data-fusion dell’azienda<br />

Prisma in ambito costiero/<br />

portuale e l’applicazione scan to<br />

BIM per la creazione del modello<br />

3D della Chiesa degli Eremitani<br />

di Padova.<br />

Il Nodo Ferroviario di Torino,<br />

collegamento della linea Torino-<br />

Ceres con la rete RFI (passante<br />

Ferroviario) lungo la direttrice di<br />

corso Grosseto, concerne la variante<br />

della linea ferroviaria proveniente<br />

dalle valli di Lanzo che<br />

consentirà il collegamento diretto<br />

con la rete RFI e la metropolitana.<br />

Sostanzialmente il rilievo<br />

ha assistito le fasi di costruzione<br />

di una nuova stazione interrata,<br />

la demolizione del cavalcavia esistente,<br />

la costruzione di un nuovo<br />

sottopasso e di una rotatoria<br />

tra le più grandi d’Europa.<br />

Fig. 3 - Modello virtuale del collegamento della<br />

linea Torino-Ceres.<br />

Questo rilievo topografico<br />

finalizzato alla progettazione<br />

esecutiva è stato commissionato<br />

alla S.T.A. ed è stato eseguito<br />

tramite un laser scanner per<br />

quanto riguarda il rilievo del<br />

cavalcavia, delle aree circostanti<br />

e di due porzioni di galleria ferroviaria;<br />

4 squadre con stazione<br />

totale e uno Strumento Leica<br />

P20 sono scese in campo per la<br />

misurazione della restante parte<br />

e di tutti i chiusini.<br />

L’intervento di Valentina Albano<br />

(architetto di Leica) ha sottolineato<br />

le nuove potenzialità<br />

del Cyclone 9.1, richiamando<br />

l’attenzione su 4 punti chiave:<br />

Serie ScanStation P16/P30/<br />

P40, CloudWorx per Navisworks,<br />

JetStream e Truview Global.<br />

Il JetStream è una piattaforma<br />

software che fornisce un formato<br />

dati più leggero, con una<br />

tecnologia derivata dal Gaming<br />

34 <strong>GEOmedia</strong> n°5-<strong>2015</strong>


REPORTS<br />

Fig. 4 - Schema della presentazione di Valentina Albano.<br />

per le nuvole di punti, denominata<br />

Fly through. Permette<br />

di processare le nuvole di punti<br />

in CloudWorx ad una velocità<br />

tre volte superiore e facilita la<br />

gestione di Dataset complessi<br />

accrescendo la produttività degli<br />

utenti CloudWorx. I vantaggi –<br />

più che evidenti – vanno dal risparmio<br />

di tempo, al risparmio<br />

di spazio fino ad arrivare alle<br />

prestazioni di visualizzazione.<br />

Il Truview Global, un software<br />

disponibile per tutti i tipi di<br />

browser, primo visualizzatore<br />

di rilievi 3D basato su web<br />

browser, introdotto 10 anni fa,<br />

è oggi compatibile con tutti<br />

i tipi di dispositivi e browser;<br />

ed oltre ad avere una completa<br />

compatibilità con tutti i<br />

Truview creati in modo tradizionale<br />

non richiede installazione<br />

di plug-in (Link video:<br />

https://www.youtube.com/<br />

watch?v=zEja9_DsV9U)<br />

L’azienda Prisma ha presentato<br />

un forte contributo al mondo<br />

della geomatica nel corso della<br />

conferenza divulgando una relazione<br />

sul Data-Fusion in ambiente<br />

costiero e portuale.<br />

Per quanto riguarda l’ambiente<br />

Fig. 5 - Slide dimostrativa della fase a mare e delle<br />

soluzioni adottate nella fase a terra. Alcuni numeri<br />

sul rilievo: 6 comuni coinvolti, 33 Km di spiaggia<br />

rilevati, impiegata una squadra composta da 20<br />

rilevatori e l’estensione dell’area rilevata a mare è<br />

stata di circa 50 Km 2<br />

costiero (Grande Progetto<br />

di Salerno), il<br />

processo d’integrazione<br />

dei dati è stato svolto<br />

con differenti sensori.<br />

Le operazioni possono<br />

riassumersi in una<br />

prima fase di rilievi sul<br />

campo (Topografia,<br />

Batimetria, Laser Scanner<br />

Prelievo Campioni, Rilievi SSS,<br />

Rilievi MB, Rilievi SBP, Rilievi<br />

Magnetometrici, Mappatura<br />

delle Biocenosi), una seconda<br />

fase di elaborazione dei dati, ed<br />

una terza di realizzazione del<br />

GIS con i dati acquisiti.<br />

Invece per l’ambiente portuale<br />

è stato effettuato il rilievo<br />

della Gru semi-sommersa del<br />

IV sporgente ILVA nel Porto<br />

di Taranto (incidente dell’11<br />

dicembre 2014). La migliore<br />

soluzione possibile prevedeva<br />

l’integrazione di 3 tipologie<br />

di rilievo: Multi-Beam, Laser<br />

Scanner e Fotogrammetrico.<br />

Il dato finale è stato composto<br />

attraverso la fusione metrica<br />

dei 3 rilievi in data-fusion. Nel<br />

data-fusion rappresentativo assume<br />

un forte valore l’impiego<br />

del Truview. Due sono i punti<br />

di forza: semplicità di realizzazione<br />

e possibilità per il cliente<br />

di usufruire di uno strumento<br />

intuitivo e valido. Lo strumento<br />

è risultato un ottimo software<br />

d’integrazione su SR. La versatilità<br />

d’importazione consente<br />

di ottenere una gran quantità di<br />

formati.<br />

L’ultimo intervento ha trovato<br />

l’applicazione Scan to<br />

BIM come protagonista del<br />

rilievo e del modello 3D della<br />

Chiesa degli Eremitani di<br />

Padova. Il lavoro è stato suddiviso<br />

in 5 fasi principali che<br />

hanno portato allo sviluppo<br />

del modello 3D, l’ispezione<br />

generale e la realizzazione<br />

della documentazione fotografica,<br />

il rilevamento fotogrammetrico,<br />

il rilevamento<br />

elettro-ottico e il rilevamento di<br />

completamento per gli elementi<br />

di dettaglio (al fine di una loro<br />

visualizzazione su device). L’elaborazione<br />

finale dei modelli laser<br />

scanner e fotogrammetrici è<br />

stata conclusa con l’archiviazione<br />

di tutti i dati preposti (Link<br />

video: https://www.youtube.com/<br />

watch?v=cLH5wK8YCo4).<br />

Fig. 6 - Riproduzione dell’ambiente portuale di<br />

Taranto in dissesto.<br />

Le soluzioni innovative presentate<br />

quest’anno alla 2° User Conference<br />

HDS di Leica Geosystems, sono state<br />

molteplici e di varia natura. Nel prossimo<br />

numero di <strong>GEOmedia</strong> si continuerà<br />

l’esposizione relativa alla seconda<br />

parte della Conferenza dedicata<br />

alla soluzioni di ultima generazione.<br />

PAROLE CHIAVE<br />

laser scanner; rilievo; conferenza<br />

utenti leica geosystem; nuvole di<br />

punti<br />

ABSTRACT<br />

This year the 2nd Leica Geosystems HDS<br />

User Conference, held on November 19<br />

in Rome at the Sheraton Golf, located at<br />

the Parco dei Medici, has fueled the interest<br />

of professionals and emerging industry<br />

by disseminating and showcasing the new<br />

techniques and new instruments.<br />

AUTORE<br />

Redazione <strong>GEOmedia</strong><br />

<strong>GEOmedia</strong> n°5-<strong>2015</strong> 35


SCHEDA MERCATO TECNICA<br />

Le Soluzioni ME.S.A<br />

ME.S.A. S.R.L.<br />

Strada Antica di None, 2<br />

10092 Beinasco (TO)<br />

Tel. +39 011 3971937<br />

Fax +39 011 3972614<br />

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www.mesa-laserscanner3d.com<br />

ME.S.A. leader nella<br />

vendita di strumenti<br />

di misura e rilievo<br />

tridimensionale per il<br />

territorio, l’architettura,<br />

i Beni Culturali, la geologia,<br />

offre una gamma<br />

di prodotti per la scansione<br />

3D, oltre a Bracci<br />

di misura e Laser Trackers<br />

per acquisizioni ad<br />

altissima precisione. L’azienda<br />

è partner esclusivo<br />

in Italia di operatori<br />

primari del settore come<br />

FARO, TRIMBLE, GE-<br />

OSLAM, GEXCEL.<br />

ME.S.A. supporta il<br />

professionista e l’azienda<br />

con disponibilità, competenza,<br />

flessibilità e formazione,<br />

punti di forza<br />

che la distinguono dal<br />

resto del mercato della<br />

distribuzione.<br />

La distribuzione dello<br />

strumento portatile Freestyle3D<br />

della FARO<br />

persegue il concetto per<br />

cui in ogni strumento<br />

si trova il prezioso aiuto<br />

per svolgere in modo<br />

veloce e preciso l’attività<br />

di MISURAZIONE. Il<br />

Freestyle3D infatti è uno<br />

scanner manuale ad alta<br />

precisione e di eccellente<br />

qualità, che documenta<br />

in modo rapido e affidabile<br />

ambienti, strutture e<br />

oggetti tridimensionali<br />

creando nuvole di punti<br />

ad alta definizione. Grazie<br />

alla sua imbattibile<br />

precisione può essere<br />

utilizzato ogniqualvolta<br />

sia richiesta una misurazione<br />

rapida di installazioni<br />

da diverse prospettive.<br />

Il suo utilizzo estremamente<br />

flessibile consente<br />

l’acquisizione di<br />

informazioni metriche<br />

in diversi settori, dall’edilizia<br />

alla produzione<br />

industriale, dall’interior<br />

design al settore forense.<br />

Il corpo leggero in fibra<br />

di carbonio e il peso inferiore<br />

al chilogrammo<br />

lo rendono infatti estremamente<br />

maneggevole<br />

e mobile. Lo strumento<br />

è caratterizzato da notevoli<br />

vantaggi quali il<br />

rapporto qualità/prezzo,<br />

la determinazione di dati<br />

3D digitali in tempo reale,<br />

la possibilità di lavorare<br />

in modo flessibile<br />

senza target artificiali,<br />

la perfetta integrazione<br />

con i dati del laser scanner<br />

terrestre Focus3D,<br />

un software di scansione<br />

intuitivo utilizzabile<br />

tramite tablet e l’alimentazione<br />

esterna non necessaria.<br />

Tutte queste caratteristiche<br />

permettono<br />

di ottimizzare la produttività<br />

grazie alla rapida<br />

fase di acquisizione dei<br />

dati e il loro trattamento<br />

all’interno software<br />

Scene. Facile da usare, il<br />

Freestyle3D è un laser di<br />

Classe 1 con un raggio di<br />

misurazione incluso tra i<br />

0,5-3m, una risoluzione<br />

laterale di 0,2-1mm e in<br />

profondità di 0,2mm a<br />

una distanza di 0,5m e<br />

una precisione dei punti<br />

3D inferiore a 1,5mm.<br />

Dotato di fotocamera<br />

RGB, permette di ottenere<br />

scansioni texturizzate.<br />

FateVi incuriosire dalle<br />

potenzialità del Freestyle3D<br />

e degli strumenti<br />

distribuiti da ME.S.A.<br />

Richiedete una DEMO<br />

GRATUITA inviando<br />

la richiesta con i Vostri<br />

dati al seguente indirizzo<br />

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36 <strong>GEOmedia</strong> n°5-<strong>2015</strong>


MERCATO<br />

<strong>GEOmedia</strong> n°5-<strong>2015</strong> 37


MERCATO<br />

Laser Scanner Leica HDS,<br />

attenzione ai dettagli e facilità d'uso<br />

Per i progetti di rilievo c'è bisogno di strumenti<br />

di scansione precisi. Sia che occorra una<br />

rappresentazione dettagliata di una facciata costruita,<br />

una planimetria in 2D o dati 3D per<br />

l’integrazione nella modellazione BIM (Building<br />

Information Modeling), ricostruire una<br />

scena del crimine, acquisire la geometria 3D di<br />

strade, gallerie e ponti.<br />

Teorema srl Milano, distributore per Lombardia<br />

e Piacenza degli Strumenti Topografici<br />

Leica presenta le ultime novità dei Laser Scanner HDS, la scelta giusta<br />

quando i dettagli sono importanti:<br />

• Leica ScanStation P16 - Scansioni laser precise con un solo tasto<br />

• Leica ScanStation P30 P40 - La tua Soluzione Laser Scanner completa<br />

Leica ScanStation P16. L'elevata qualità, le prestazioni e la massima robustezza,<br />

rendono Leica ScanStation P16 lo strumento ideale nel mondo<br />

della scansione laser 3D. Il suo interessante rapporto prezzo-prestazioni e<br />

l'interfaccia semplice, garantiscono una soluzione interessante per tutte le<br />

applicazioni con una portata fino a 40 metri.<br />

Leica ScanStation P16 dispone di un’interfaccia touchscreen pratica ed<br />

intuitiva. Il pulsante di scansione «one-touch» e il software in modalità<br />

procedura guidata garantiscono un flusso di lavoro semplice ed un controllo<br />

rapido dei dati sul campo. Combinato al comando a distanza WLAN, il<br />

sistema Leica ScanStation P16 può essere utilizzato da qualsiasi dispositivo<br />

palmare.<br />

Leica ScanStation P30 è uno scanner ad alta versatilità adatto per una vasta<br />

gamma di tipiche soluzioni di scansione. Con il suo mix ottimale di velocità,<br />

autonomia e precisione ed una robustezza senza pari, è la soluzione<br />

all-in-one per una ampia gamma completa di applicazioni.<br />

Leica ScanStation P40 offre massima versatilità, ottima portata, elevata velocità<br />

di scansione ed eccellente qualità dei dati quando e dove necessario.<br />

E' la soluzione perfetta per qualsiasi attività di scansione laser 3D.<br />

Per maggiori informazioni potete contattare Teorema ai seguenti riferimenti:<br />

Teorema srl Via Romilli 20/8 20139 MILANO Tel 02/5398739<br />

www.geomatica.it<br />

(Fonte:Teorema)<br />

T-50P: nuovo multibeam portatile<br />

ad altissima risoluzione da Reson<br />

“Mai visto dati così” commentano i tecnici. Il nuovo SeaBat T50-P ha<br />

nel nome la P di portatile e nel cuore la tecnologia dei più precisi e performanti<br />

Multibeam Reson, come l’icona 7125.<br />

• Altissima risoluzione<br />

• 512 beam da 0.5°x1°<br />

• 165° di area investigata<br />

• oltre 500 m di range<br />

• frequenza selezionabile on-the-fly da<br />

190 a 420 kHz<br />

• possibilità di distribuire a piacimento<br />

i beam<br />

• possibilità di mantenerne costante<br />

la spaziatura dei beam al variare della<br />

profondità<br />

• visualizzazione della colonna d’acqua<br />

• modulazione FM Chirp per dati incredibilmente puliti…<br />

• e molto altro…<br />

Il tutto in un processore portatile con tutte le connessioni pronte e i cavi<br />

ridotti al minimo per essere rapidamente installato e operativo.<br />

Tutto questo in uno strumento “mai visto prima”, ad un prezzo lancio<br />

fino a fine novembre.<br />

Sul canale YouTube di Codevintec il video di presentazione<br />

https://youtu.be/btxYWmHM_Z0<br />

Codevintec è rappresentante in esclusiva di Teledyne Reson per l’Italia.<br />

(Fonte: Codevintec)<br />

38 <strong>GEOmedia</strong> n°5-<strong>2015</strong>


MERCATO<br />

<strong>GEOmedia</strong> n°5-<strong>2015</strong> 39


MERCATO<br />

ENVI 5.3 passa al 3D<br />

Il software ENVI è noto per i<br />

suoi potenti strumenti di analisi<br />

delle immagini geospaziali.<br />

Tuttavia la nuova versione<br />

aggiunge ora funzionalità significative<br />

di analisi e visualizzazione<br />

delle nuvole di punti<br />

LiDAR, precedentemente<br />

disponibili solo nel pacchetto<br />

software ENVI LiDAR.<br />

ENVI, nuovo e migliorato, offre<br />

agli utenti una singola interfaccia software per lavorare con<br />

dati iperspettrali, multispettrali, pancromatici e LiDAR.<br />

"Il software ENVI base offre ora funzionalità significative<br />

subito disponibili per la visualizzazione delle nuvole di punti<br />

3D, la generazione di prodotti di terreni derivati (p. es. DEM)<br />

e l'analisi LiDAR, come l'analisi di visibilità", afferma Adam<br />

O'Connor, Product Manager ENVI e IDL presso Harris. "In<br />

caso di richiesta di nuvole di punti o prodotti derivati in un'area<br />

in cui la raccolta LiDAR risulta impraticabile o troppo costosa,<br />

l'ENVI Photogrammetry Module è in grado di generare<br />

nuvole di punti 3D sintetiche partendo da immagini ottiche<br />

stereo, in modo da sfruttare gli archivi di immagini esistenti",<br />

aggiunge O'Connor.<br />

L'8 ottobre si è svolto a Roma l'evento "ENVI e SARscape<br />

User Group <strong>2015</strong>" promosso da EXELIS (Visual Information<br />

Solutions), azienda produttrice di strumenti e sistemi software<br />

con elevati standard di qualità, che permettono di visualizzare,<br />

analizzare e condividere qualsiasi tipo di dati e immagini sia<br />

nell'ambito di applicazioni civili, sia in ambito di sicurezza e<br />

difesa.<br />

Si tratta del primo evento "user group" promosso dall'azienda<br />

dopo l'acquisizione dell'85% di Exelis da parte di Harris Corporation,<br />

azienda americana leader nell'offerta di soluzione<br />

tecnologiche avanzate, con un organico di oltre 23 mila dipendenti,<br />

di cui 9000 tra ingegnerie ricercatori e clienti in oltre<br />

125 paesi nel mondo.<br />

Come sappiamo oggi i dati telerilevati vengono utilizzati per<br />

prendere decisioni strategiche, fare scoperte e comprendere più<br />

a fondo il mondo che ci circonda. Diversi tipi di dati acquisiti<br />

da piattaforme aeree e satellitari, ottici oppure di altra natura<br />

(come LiDAR e SAR), sono disponibili e utilizzati in maniera<br />

crescente. Utilizzati da soli o integrati insieme per una visione<br />

più completa di una zona geografica, i dati telerilevati consentono<br />

ai professionisti di tutti i settori di prendere decisioni in<br />

maniera più consapevole. Fiore all'occhiello di EXELIS sono<br />

i prodotti ENVI, che consentono di estrarre facilmente le informazioni<br />

dalle immagini geospaziali. Tra i prodotti ENVI<br />

di particolare importanza è certamente ENVI SARscape,<br />

che consente di leggere facilmente e di processare dati SAR,<br />

in modo da poter trasformare un dato difficile da interpretare<br />

in informazioni contestuali significative. Il dato SAR è un<br />

tipo di dato sofisticato che può essere utilizzato per analizzare<br />

una zona di interesse durante il giorno o di notte, indipendentemente<br />

dalle condizioni atmosferiche. E' utile ricordare<br />

che l'impiego dei sensori SAR negli ultimi anni è diventato<br />

sempre più pervasivo, in quanto in grado di offrire ad un vasto<br />

40 <strong>GEOmedia</strong> n°5-<strong>2015</strong>


MERCATO<br />

ZEB 1 | SURVEY IN MOTION<br />

ventaglio di professionisti un valido approvvio misurabile<br />

ed analitico nella acquisizione di informazioni su un'area<br />

geografica di interesse.<br />

L'evento svoltosi a Roma è stato dedicato alle innovazioni<br />

introdotte nell'ultima evoluzione dei prodotti ENVI (5.3),<br />

nell'ambito dei quali ha fatto il suo ingresso anche l'impiego<br />

del concetto di applicazione basata su cloud (ENVI<br />

Service Engine). ENVI e SARscape User Group è stata<br />

così una occasione preziosa - come tutte le precedenti edizioni-<br />

per la presentazione di alcune esperienze sul campo<br />

utilmente condotte da utilizzatori di dati satellitari e dei<br />

prodotti EXELIS.<br />

Il primo contributo è stato portato da Livio Rossi di e-<br />

GEOS, società Telespazio/ASI leader nell'offerta di prodotti<br />

e servizi nell'ambito della Earth Observation. Rossi ha<br />

parlato diffusamente dell'uso degli strumenti ENVI nella<br />

gestione delle attività legate al programma europeo Copernicus,<br />

con particolare riferimento al ruolo di Copernicus<br />

come supporto alle emergenze nazionali ed internazionali.<br />

Si tratta del "Copernicus Emergency Management Service-<br />

Rapid Mapping", il servizio operativo che fornisce mappe<br />

a richiesta in caso si disastri ad ogni Protezione Civile di<br />

stati membri dell'EU, oppure ad istituzioni internazionali<br />

autorizzate. E' stata analizzata tutta la catena di eventi che<br />

determina il coinvolgimento delle risorse di Copernicus in<br />

un evento di emergenza, come il rilevamento ed il monitoraggio<br />

di una massiccia perdita di petrolio in mare, incendi,<br />

emergenze sanitarie, alluvioni,emergenze umanitarie, etc.<br />

All'interno di questo processo assume ruolo ovviamente<br />

fondamentale la scelta dei dati da acquisire (di tipo radar<br />

oppure ottico, estensione territoriale dell'area di interesse,<br />

risoluzione, etc.), che vengono stabiliti in parte su base di<br />

automatismi, in parte per l'intervento di decisori umani attivi<br />

H24.<br />

E' interessante sapere che il primo mapping utile per l'intervento<br />

viene realizzato entro 3 ore dall'arrivo dei primi<br />

dati dai sensori e cotestualmente viene realizzata (entro 6<br />

ore dall'allarme) anche una mappa "pre"-evento (per gli opportuni<br />

utili confronti) con i dati esistenti in archivio. Per la<br />

produzione delle mappe vengono impiegati oltre ai dati dei<br />

sensori anche tutti i dati "open" disponibili ed ultimamente<br />

anche i cosiddetti "social data" (da fonti come Twitter o<br />

Flicker). I satelliti delle serie Sentinel-1 e Sentinel-2 sono<br />

particolarmente impiegati su questo servizio.<br />

Ad oggi si sono avute 130 attivazioni e circa 500 mappe<br />

prodotte per circa 40 paesi a livello internazionale.<br />

A margine, un dato inaspettato e sorprendente: parlando di<br />

emergenze, la maggior parte del mondo della cooperazione<br />

internazionale (ed italiana) pare non utilizzi o utilizzi scarsamente<br />

la geoinformazione. Dunque è probabile che l'uso di<br />

questi strumenti abbia grandi opportunità di diffusione in<br />

tale ambito nel prossimo futuro.<br />

Il secondo contributo è stato dedicato alla presentazione di<br />

un sistema, basato su dati SAR, per la mappatura di aree<br />

allagate: intervento a cura di Luca Pulvirenti del CIMA Reserch<br />

Foundation di Savona (Centro di Competenza della<br />

Protezione Civile per il Rischio Idrogeologico). Ancora un<br />

esempio di "rapid mapping" focalizzato su una particolare<br />

situazione emergenziale di tipo ambientale, in cui il telerilevamento<br />

di tipo radar assume un ruolo privilegiato, grazie<br />

alla sua sostanziale indipendenza dalla illuminazione sola-<br />

Arriva in Italia il primo laser scanner<br />

handheld per il mobile mapping.<br />

Basato su tecnologia SLAM,<br />

rappresenta la soluzione ideale<br />

per il rilievo 3D rapido e accurato<br />

di realtà complesse.<br />

Forestale, underground mining,<br />

immobiliare:<br />

rivoluziona il tuo modo di<br />

lavorare!<br />

Presentazione ufficiale del prodotto<br />

a settembre <strong>2015</strong>.<br />

Seguirà un programma di roadshow<br />

in Italia nei mesi successivi.<br />

Per maggiorni informazioni scrivere a<br />

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Il tuo partner ideale per il rilievo 3D<br />

ME.S.A. srl (Metrology & Survey<br />

Application) già partner esclusivo in<br />

Italia della Faro Technologies e della<br />

GeoSLAM UK, rinforza la gamma di<br />

tecnologie d'avanguardia presenti a<br />

livello mondiale nel campo<br />

dell'architettura del survey e della<br />

metrologia. ME.S.A. srl si propone sul<br />

mercato nazionale con uno sguardo<br />

all'Europa come supporto<br />

d'eccellenza a tutte quelle aziende<br />

che, resistenti agli anni della crisi,<br />

fanno dell'innovazione il loro cavallo<br />

di battaglia per rendersi altamente<br />

competitive.<br />

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<strong>GEOmedia</strong> n°5-<strong>2015</strong> 41


MERCATO<br />

re e dalle condizioni meteo. In questo caso i prodotti ENVI<br />

sono stati presentati soprattutto nella accezione di "ambiente<br />

di sviluppo" per applicazioni specifiche. E' stata illustrata la realizzazione<br />

in ambiente ENVI-IDL ed ENVI-SARscape di un<br />

modulo software per la generazione di mappe ad alta risoluzione<br />

(provviste di indice di affidabilità) di aree allagate estratte da<br />

immagini SAR provenienti da Cosmo-SkyMed. Lo strumento<br />

realizzato è stato mostrato all'opera nel caso reale dell' alluvione<br />

di fiume Secchia (Emilia Romagna) del 21 Gennaio 2014.<br />

Dopo il tradizionale coffe-break ha avuto luogo la terza sessione<br />

a cura di Alessio Cantone di Sarmap (azienda svizzera<br />

che si occupa della realizzazione di prodotti software avanzati<br />

per il telerilevamento). L'intervento è stato dedicato ad una<br />

presentazione di dettaglio della nuova release di SARScape: la<br />

5.2 rilasciata da poco. Inoltre sono stati presentati alcuni risultati<br />

basati su dati Sentinel-1 e PALSAR-2. Particolare enfasi<br />

è stata posta sui nuovi sensori supportati da SARScape 5.2,<br />

tra cui: Sentinel-1,Kompsat-5,RiSAT-1, ALOS-2 e COSMO-<br />

SkyMed (II Gen.). Molto interessante l'aggiunta nella versione<br />

5.2 di tutti i processamenti di fase, nonchè la possibilità di<br />

effettuare il download automatico all'interno di SARScape dei<br />

dati Sentinel di una particolare area.<br />

Peristono però, a quanto pare, alcuni vecchi problemi di calibrazione<br />

radiometrica dei dati Sentinel e si riscontrano anche<br />

rilevanti effetti atmosferici. Altro aspetto sviluppato nell'intervento<br />

è stato il tema dell'aggiornamento degli algoritmi: molti<br />

componenti sono stati aggiornati, in particolare completamente<br />

rinnovati gli algoritmi di coregistrazione ed interferometria<br />

per poter sviluppare nuovi sensori, con miglioramento di robustezza,<br />

precisione e velocità. Le conclusioni dell'intervento<br />

sono state dedicate ad una carrellata sui temi della ricerca e<br />

dello sviluppo che Sarmap ha in laboratorio sull'elaborazione<br />

delle immagini satellitari.<br />

Il successivo intervento ha aperto una finestra sul mondo militare,<br />

con l'intervento di Sergio De Ceglie, Ufficiale della Marina<br />

Militare ed esperto di optoelettronica del CISAM (Centro<br />

Interforze Studi Applicazioni Militari), dedicato alla elaborazione<br />

di immagini iperspettrali in ambito militare. In questo<br />

caso non si è parlato immagini satellitari, ma telerilevate da<br />

mezzi aerei (sensori SIMGA e SPHYDER).<br />

Gli obiettivi di queste applicazioni sono state: la classificazione<br />

delle aree e la loro sorveglianza, la scoperta di potenziali<br />

minacce e la individuazione di bersagli (algoritmi di Anomaly<br />

Detection, Change Detection e Spectral Matching).<br />

L'impiego di ENVI e del linguaggio IDL di sviluppo in questo<br />

contesto è risultato utile per la relativa facilità nella gestione<br />

delle immagini di grandi dimensioni, nella estrazione di informazioni<br />

di interesse, nella georeferenziazione e coregistrazione<br />

e nella individuazione dei bersagli tramite la loro firma spettrale.<br />

Quest'ultima circostanza non va considerata un'esigenza<br />

strettamente legata ad un teatro bellico: nella individuazione di<br />

un bersaglio ricade anche la necessità di individuare un uomo<br />

in mare (naufrago), tema di grande attualità di questi tempi in<br />

relazione ai processi di migrazione di esseri umani via mare nel<br />

Mar Mediterraneo. E' in atto in questo senso una sperimentazione<br />

che per l'acquisizione delle immagini grezze fa uso di<br />

elicotteri. Dall'esperienza militare scaturisce un suggerimento<br />

per gli sviluppi futuri di ENVI: una integrazione di dati provenienti<br />

da sensori eterogenei in tecnologia e piattaforma.<br />

Penultimo intervento prima della chiusura della interessante<br />

giornata di lavori: quello di Magdalena Stefanova Vassileva di<br />

Ithaca (altro industrial provider del "Copernicus Emergency<br />

Management Service-Rapid Mapping"), con un intervento<br />

dedicato alla gestione delle aree alluvionate in immagini SAR,<br />

nel quale sono stati ripercorsi sostanzialmente i temi del primo<br />

intervento di Livio Rossi di e-GEOS. Infine, a conclusione<br />

l'ultimo affascinante intervento di Chris Stewart (ESA Esrin,<br />

Frascati) dedicato alla elaborazione di dati SAR con ENVI e<br />

SARScape per la Ricerca Archeologica. Stewart ha raccontato<br />

la propria esperienza di una settimana di training presso Sarmap,<br />

in Svizzera, dedicato a studi di prospezione archeologica<br />

utilizzando dati di COSMO SkyMed, ALOS e Radarsat-2 per<br />

il rilevamento di strutture (sepolte o meno) in zone desertiche<br />

e segni di vegetazione archeologica. I test sono stati condotti<br />

su un'area del nord del Sinai (in Egitto),sul Porto di Traiano e<br />

su Torre Angela (in Italia). Le nuove funzionalità di SARScape<br />

hanno consentito di effettuare interessanti test su Analisi di<br />

Artefatti ed analisi di Serie Temporali, con risultati incoraggianti<br />

e di sicuro interesse per approfondimenti futuri.<br />

(Fonte: Redazionale)<br />

42 <strong>GEOmedia</strong> n°5-<strong>2015</strong>


MERCATO<br />

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proprietari. GEO-068A-ITA (05/15)<br />

<strong>GEOmedia</strong> n°5-<strong>2015</strong> 43


MERCATO<br />

Mobile mapping:<br />

presentato il nuovo<br />

MLS-16 mobile<br />

laser scanner 3D<br />

economico, compatto<br />

e leggero<br />

Microgeo ha annunciato<br />

il sistema mobile laser<br />

scanner 3D più economico,<br />

contenuto e leggero<br />

sul mercato. L’esprienza maturata nel settore “mobile<br />

mapping” tramite un network tra aziende del settore,<br />

ha permesso la progettazione e realizzazione del sistema<br />

MLS-16.<br />

Il sistema MLS-16 nasce dalla capacità di Microgeo di poter<br />

realizzare un sistema di rilievo dinamico 3D adatto ad<br />

ogni cliente, potendo installare diversi tipi di hardware,<br />

che consentono una massima personalizzazione.<br />

MLS-16 sposa perfettamente le richieste di un ampio<br />

pubblico, che necessita di raggiungere elevati livelli di produttività<br />

nel mondo del rilievo 3D, mantenendo un ottimo<br />

rapporto qualità prezzo. Progetto, svolto interamente<br />

in Italia, nell’ingegnerizzazione Hardware e nello sviluppo<br />

della parte software, per la massima ottimizzazione del<br />

funzionamento del sistema in fase di acquisizione ed in<br />

elaborazione dati.<br />

SOFTWARE:<br />

3Dcapture: Software dedicato al controllo del corretto funzionamento<br />

dei componenti hardware interni e alla parametrizzazione<br />

dei valori di acquisizione. E’ possibile osservare<br />

la navigazione del tragitto di scansione in tempo reale.<br />

3Dpos: Software per la correlazione tra dati laser scanner,<br />

dati di traiettoria / GPS e dati fotografici.<br />

3Dimage: Software per l’analisi delle immagini acquisite<br />

con possibilità di misura diretta.<br />

CARATTERISTICHE TECNICHE:<br />

Velocita’ di acquisizione: 300.000 pti/sec<br />

Campo di vista: 360°<br />

Multi-Eco: Si<br />

Fotocamera: 30 Megapixel formato sferico<br />

Odometro: Si<br />

Sistema di navigazione INS/GNSS: Novatel; Applanix; ecc.<br />

(scelta personalizzabile da parte del cliente)<br />

PC on board: Si<br />

Sistema di controllo: PC Tablet<br />

Dimensioni: 65x55x45 cm<br />

Peso: inferiore a 8kg<br />

Per maggiori informazioni contattate:<br />

Info@microgeo.it 0558954766<br />

(Fonte: Microgeo)<br />

44 <strong>GEOmedia</strong> n°5-<strong>2015</strong>


MERCATO OPPORTUNITIES IN EUROPE<br />

13 Progetti Galileo<br />

finanziati in ambito<br />

Horizon 2020 di cui 4<br />

a leadership italiana<br />

Horizon<br />

L'Agenzia europea GNSS<br />

(GSA) ha annunciato i<br />

risultati della valutazione<br />

della seconda call 2020<br />

per applicazioni di Galileo,<br />

con 13 progetti finanziati,<br />

che riceveranno una<br />

sovvenzione cumulativa di<br />

euro 24.894.169. Quattro<br />

di questi sono a leadership<br />

italiana. La seconda call<br />

in oggetto ha ricevuto 91<br />

proposte. Dopo le valutazioni<br />

che hanno avuto<br />

luogo tra il 27 maggio e il<br />

11 giugno scorso, il finanziamento<br />

è andato a quelle<br />

13 proposte che meglio<br />

hanno mostrato un focus<br />

significativo sull’impatto<br />

verso i mercati globali con<br />

una forte innovazione e<br />

l'inserimento di nuove conoscenze.<br />

Delle 91 proposte, 45 nel<br />

tema European GNSS<br />

applications, 31 nel tema<br />

Small and Medium Enterprise<br />

(SME) Based European<br />

GNSS applications e<br />

15 sotto il tema releasing<br />

the potential of European<br />

GNSS applications through<br />

international cooperation.<br />

Il finanziamento per<br />

i 13 progetti scelti con<br />

successo sarà assegnato a<br />

95 diversi partecipanti.<br />

Sotto il primo tema di<br />

applicazioni di E-GNSS,<br />

il finanziamento è stato<br />

assegnato a otto progetti,<br />

che coprono i trasporti,<br />

geodetici, servizi basati<br />

sulla localizzazione (LBS),<br />

agricoltura, servizi di<br />

emergenza e altre applicazioni<br />

professionali. Il contributo<br />

totale raccomandato<br />

dalla UE per questo<br />

argomento è stato pari a<br />

20.357.180.<br />

Per il secondo tema di<br />

applicazioni di e-GNSS<br />

based per Piccole e Medie<br />

Imprese (PMI), tre progetti<br />

sono stati approvati<br />

per il finanziamento, che<br />

coprono applicazioni nei<br />

mercati di nicchia e modelli<br />

di business, mercato<br />

di massa per prodotti<br />

LBS, test di mercato, ecc.<br />

Il contributo totale per<br />

questo argomento è di<br />

euro 2.918.619.<br />

Nell'ambito del terzo e<br />

ultimo argomento di liberare<br />

il potenziale delle<br />

applicazioni E-GNSS<br />

attraverso la cooperazione<br />

internazionale, a due<br />

progetti sono stati assegnati<br />

i finanziamenti, che<br />

riguardano lo sviluppo di<br />

applicazioni internazionali<br />

innovative che porterà<br />

i servizi E-GNSS alla ribalta<br />

della consapevolezza<br />

globale. Il finanziamento<br />

totale raccomandato per<br />

questo argomento è stato<br />

di euro 2.693.639.<br />

Oltre a questi progetti in<br />

lista principale per il finanziamento,<br />

ci sono altri 14<br />

progetti in lista di riserva.<br />

Il contributo finanziamento<br />

totale raccomandato<br />

dell'UE per questi progetti<br />

di riserva viene a euro<br />

30.740.370.<br />

(Fonte GSA)<br />

46 <strong>GEOmedia</strong> n°5-<strong>2015</strong>


MERCATO<br />

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<strong>GEOmedia</strong> n°5-<strong>2015</strong> 47


MERCATO RECENSIONE<br />

GIS Open Source per<br />

geologia e ambiente<br />

Analisi e gestione dei<br />

dati territoriali con QGIS<br />

AUTORE DEL LIBRO:<br />

VALERIO NOTI<br />

EDITORE:<br />

DARIO FLACCOVIO EDITORE<br />

PAGINE: 352<br />

PREZZO: 38€<br />

ISBN: 9788857903392<br />

Fra i professionisti del territorio,<br />

i geologi sono sicuramente<br />

quelli che hanno<br />

maggiore necessità nell'uso di<br />

strumenti GIS e di dati geografici.<br />

Non è un uso di sola<br />

rappresentazione perché, più<br />

di altri, i geologi analizzano il<br />

territorio attraverso modelli e<br />

elaborazioni sofisticate.<br />

Pensate a ciò che succede in<br />

Italia, ormai con periodicità<br />

definita, in fatto di dissesto<br />

idrogeologico. Proprio questo<br />

ci consente di capire l'importanza<br />

del lavoro dei geologi<br />

in fatto di analisi e programmazione<br />

di interventi per prevenire<br />

i disastri derivanti dai<br />

fenomeni naturali e dalla disattenzione<br />

umana.<br />

Quindi direi che Valerio Noti<br />

con il suo libro "GIS Open<br />

Source per geologia e ambiente",<br />

pubblicato da Dario<br />

Flaccovio Editore, ha centrato<br />

l'obiettivo. La necessità di avere<br />

un testo guida che consentisse<br />

di imparare ad usare un<br />

desktopGIS, non solo nelle sue<br />

funzioni di base ma in tutte<br />

le estensioni che consentono<br />

elaborazioni utili all'analisi del<br />

territorio, del suolo e del sottosuolo.<br />

L'occhio agli aspetti utili<br />

e necessari ai geologi è evidente<br />

in molti dei capitoli del libro,<br />

che in 350 pagine offre vari<br />

livelli di studio ed approfondimento.<br />

Il primo capitolo aiuta il lettore<br />

nella comprensione dei<br />

concetti fondamentali dei sistemi<br />

informativi geografici,<br />

di fresca memoria per chi si è<br />

laureato nell'ultimo decennio.<br />

Una piacevole lettura che introduce<br />

con chiarezza anche<br />

aspetti legati all'uso in Italia<br />

dei GIS, come ad esempio: i sistemi<br />

nazionali di coordinate, i<br />

codici EPSG, la conversione di<br />

coordinate usando il Geoportale<br />

Nazionale, i metadati ed il<br />

Repertorio Nazionale dei Dati<br />

Territoriali.<br />

Quasi 150 pagine sono poi dedicate<br />

all'uso del noto software<br />

open source QGIS, disponibile<br />

gratuitamente per Windows,<br />

Linux e Mac. Questo<br />

desktopGIS, precedentemente<br />

denominato Quantum GIS,<br />

nasce da GRASS, uno dei<br />

software GIS storici, nato nel<br />

1982 in ambito militare americano.<br />

A parte gli argomenti da<br />

manuale pratico del software,<br />

si evidenzia un capitolo dedicato<br />

all'uso delle Carte Tecniche<br />

Regionali e dei servizi web<br />

di interoperabilità a standard<br />

OGC.<br />

Seguono quasi 150 pagine dedicate<br />

al geoprocessing. Qui<br />

troviamo un'ampia descrizione<br />

pratica delle tantissime funzionalità<br />

di analisi spaziale dei<br />

plugin GRASS richiamabili da<br />

QGIS. E' questo il vero pane<br />

per il geologo (e non solo!) da<br />

masticare e digerire. La trattazione<br />

passa dalle tecniche<br />

di geoprocessing vettoriale a<br />

quelle raster, evidenziando le<br />

potenzialità delle due tecniche<br />

e le possibili integrazioni.<br />

E per chi analizza il suolo non<br />

poteva mancare un capitolo<br />

dedicato ai modelli digitali di<br />

elevazione nelle loro varie forme<br />

e formati, ed alle funzioni<br />

che consentono di derivarne<br />

informazioni utili per l'analisi<br />

del territorio (analisi di visibilità,<br />

calcolo volumetrico,<br />

estrazione di profili, pendenze,<br />

esposizione dei versanti, ecc.).<br />

Con mia piacevole sorpresa<br />

troviamo anche un capitolo<br />

dedicato al Geoprocessing che<br />

introduce a questo ostico ma<br />

molto utile approccio di studio,<br />

fondamentale per le analisi<br />

spaziali nel campo delle Scienze<br />

della Terra, che fanno uso di<br />

parametri ambientali rilevati in<br />

campo.<br />

Il testo si conclude con tre<br />

esempi concreti di applicazioni<br />

dedicate a temi geologici:<br />

studio della morfologia dei<br />

bacini idrografici, zonizzazione<br />

della suscettività da frana,<br />

individuazione di aree potenzialmente<br />

interessate ai fenomeni<br />

di esondazione dei corsi<br />

d'acqua. In questi tre esempi<br />

troviamo spiegati, con dovizia<br />

di particolari, gli usi concreti<br />

di dati geografici di vario tipo e<br />

natura e di funzioni specifiche<br />

di elaborazione ed analisi.<br />

Quindi, in sostanza, un libro<br />

completo, manuale ideale per<br />

il geologo, ma anche per altre<br />

tipologie di professionisti del<br />

territorio come ingegneri ambientali,<br />

pianificatori, urbanisti,<br />

agronomi, ecc. L'autore<br />

esalta giustamente l'uso avanzato<br />

del GIS, attraverso l'applicazione<br />

concreta delle funzioni<br />

di analisi spaziale. Un testo da<br />

non perdere, ma soprattutto da<br />

consumare. Disponibile anche<br />

in e-book.<br />

A cura di Giovanni Biallo<br />

48 <strong>GEOmedia</strong> n°5-<strong>2015</strong>


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AGENDA<br />

3 Dicembre <strong>2015</strong><br />

Convegno Open data<br />

cartografici<br />

Milano<br />

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3-4 Dicembre <strong>2015</strong><br />

Copernicus Marine Service<br />

User & Training<br />

La Spezia<br />

www.geoforall.it/k3y8r<br />

10-11 Dicembre <strong>2015</strong><br />

GeoBIM Europe <strong>2015</strong><br />

Amsterdam<br />

www.geoforall.it/k3yap<br />

2-4 Febbraio 2016<br />

Scatterometer Science<br />

Conference 2016<br />

Noordwijk<br />

www.geoforall.it/k3y63<br />

10-12 Febbraio 2016<br />

Amsterdam<br />

GIM International Summit<br />

www.geoforall.it/k38cy<br />

15-17 Marzo 2016<br />

Santa Cruz de Tenerife (Spain) -<br />

2016 Conference on Big Data<br />

from Space<br />

www.geoforall.it/k3ypx<br />

28 Aprile 2016<br />

Castel Gandolfo (RM)<br />

FORUM<br />

TECHNOLOGYforALL<br />

Field Workshop<br />

Web: www.technologyforall.it<br />

17-18 Maggio 2016<br />

Rome<br />

FORUM<br />

TECHNOLOGYforALL<br />

Conference<br />

Web: www.technologyforall.it<br />

20-24 Giugno 2016<br />

36th EARSeL Symposium<br />

Bonn<br />

www.geoforall.it/k3ypr<br />

12-19 Luglio 2016<br />

23rd ISPRS Congress<br />

Praga<br />

www.geoforall.it/k3fcd<br />

27-28 Gennaio 2016<br />

SkyTech Event 2016<br />

London<br />

www.geoforall.it/k3y3a<br />

26-27 Aprile 2016<br />

GISTAM 2016<br />

Roma<br />

www.geoforall.it/k3hd4<br />

3-5 Maggio 2016<br />

Big Data 2016<br />

Alicante<br />

www.geoforall.it/k3y6r<br />

2-4 Febbraio 2016<br />

TUSExpo 2016<br />

The Hague<br />

www.geoforall.it/k3y3x<br />

24-25 Maggio 2016<br />

Geo Business 2016<br />

London<br />

www.geoforall.it/k3y39<br />

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(velocità 200gon/sec.)<br />

❚❚Messa a fuoco automatica - 30 ingrandimenti (Autofocus)<br />

❚❚Precisione angolare Hz e V 1” (0.3mgon)<br />

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