Villaggi di pescatori in Scozia su Arte Navale

luoghi di fascino
A B E R D E E N S H I R E E B A N F F S H I R E
Più forti del tempo e delle maree
Stronger than Time and Tide
Nell’est della Scozia c’è un tratto di costa che vive di quanto il Mare del Nord riesce a dargli. Con la pesca, ma anche
e soprattutto con il turismo, attratto dal fascino dei piccoli paesi disseminati sul litorale più panoramico del mondo
di/by Roberta Roccati - foto/photo by Francesco Rastrelli
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Quando si pensa alla Scozia l’immaginario
vola immediatamente a
lande sconfinate su cui dominano
castelli in pietra a rievocare l’orgoglio di
un antico popolo indomito. C’è però una
parte dell’East Coast, identificabile nell’Aberdeenshire
e Banffshire, che conserva
in maniera esemplare i tratti distintivi di
una terra circondata dal Mare del Nord,
da cui tutt’oggi continua a trarre il proprio
sostentamento. Se Aberdeen vive di un
mare sfruttato dalle moderne piattaforme
petrolifere, i tanti villaggi lungo i 200
chilometri di questa costa, ritenuta dal Na-
Sopra: il villaggio di Crovie, con i suoi cottage allineati sulla riva.
Nella pagina a fianco, in alto: Pennan, pittoresco borgo di pescatori e, in basso:
una veduta di Stonehaven da Dunnottar Castle.
Above: Crovie, nestled under the hills along the shore. Top right: Pennan, a
picturesque fishing village. Bottom right: Stonehaven seen from Dunnottar Castle.
When we think of Scotland, we
immediately imagine an endless
countryside dominated by
castles in stone, proud reminders of
an ancient unconquered land. But in
Aberdeenshire and Banffshire we have
a piece of the East Coast where the distional
Geographic tra le più panoramiche
al mondo, sono rimasti indissolubilmente
legati alla grande tradizione della pesca
scozzese, non tanto perché venga ancora
assiduamente praticata, quanto per la
conservazione perfetta della struttura portuale
del XIX secolo. L’identità di questi
tinctive traits of a land surrounded by
the North Sea are exemplary preserved
and the inhabitants still earn their living
from the sea. While Aberdeen prospers
from modern offshore oil rigs, many of
the villages are still closely tied to the
great Scottish fishing tradition. Scattered
along 200 kilometers of coast,
one of the most beautiful in the world
according to National Geographic, the
villages are inseparably tied to fishing:
not because it is still widely practiced,
but because of the perfectly preserved
XIXth century system of harbors. The

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orghi di pescatori, unita alla bellezza delle
baie su cui si affacciano, è così peculiare
da aver dato origine agli itinerari turistici
Harbour Trail verso nord e Coastal Trail
verso sud. Crovie, 40 chilometri a nord di
Aberdeen, è un suggestivo paesino nato nel
1300 e sopravvissuto miracolosamente alla
furia della natura. Adagiato sul mare, sotto
una ripida parete rocciosa, venne fondato
dalla gente cacciata dal latifondista locale
per far posto ai pascoli di pecore e iniziò
a prosperare agli inizi del 1800 grazie alla
pesca praticata con ben 50 imbarcazioni
costruite dai 200 residenti. Crovie non ha
un vero porto ma solo un molo vicino riva,
a testimonianza del periodo iniziale della
pesca ottocentesca su queste coste. In quel
identity of these villages, and the beauty
of the bays they face, are characterized
by the north running Harbour Trail and
the south running Costal Trail.
Crovie, forty kilometers north of Aberdeen,
is a picturesque hamlet from the
1300’s, incredibly untouched by the fury
of the elements. Set by the sea beneath
steep rocky cliffs, Crovie was established
by farmers driven from their land
by the local landowner to make room for
sheep grazing. The town began to prosper
in the early 1800’s thanks to a fishing
fleet of fifty vessels built by the two
hundred inhabitants. Crovie does not
have a real harbor, just a jetty close to
shore that exemplifies the early fishing
Sopra: un tradizionale herring
drifter per la pesca delle aringhe
nel porto di Anstruther. Nella
pagina a fianco: nasse per la pesca
delle aragoste sulla banchina
di Crail.
Above: a traditional herring drifter
in Anstruther Harbour. Right:
lobster traps on the quay in Crail.
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Alcune piccole barche in legno
ancora in uso nel porto di Portsoy,
costruito con pietre disposte in
verticale.
periodo, infatti, venivano usate piccole
barche a vela, a uno o due alberi, che non
si avventuravano lontano dalla terraferma
perché non pontate e instabili in condizioni
di maltempo. Le violente tempeste del
1848 portarono all’introduzione di barche
dotate di coperta, più pesanti, in grado di
affrontare il mare aperto e di aumentare
il pescato. Questo tipo di imbarcazione,
a vela quadra, divenne la base della flottiglia
da pesca, nelle sue diverse varianti
Skaffie, Fifie e Zulu e rese necessaria la
trasformazione delle banchine in veri e
propri porti riparati. Il 31 gennaio 1953 una
terribile mareggiata travolse Crovie, ma
il borgo non venne demolito e oggi le case
imbiancate a calce, allineate lungo l’unica
via pedonale del paese, guardano le onde
infrangersi sulle rocce in un silenzio irreale,
che sospende questo delizioso paese fuori
dal tempo e dalle rotte del vivere quotidiano.
Pennan, nato con il porto del 1704 come
villaggio di pescatori, è invece un pittoresco
paesino portuale di casette disposte in
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Several small wooden boats still
in use in Portsoy, where you see
the harbor walls and their vertical
stones.
period along the coast. Then small sailboats
were used, with one or two masts,
which never sailed far from the coast
as they were open boats and unstable
in heavy weather. The violent storms
of 1848 brought about the introduction
of heavier decked craft, able to survive
the open sea and increase their catch.
These square rigged vessels became the
basis of the fishing fleet, and variations
in design, with Skaffie, Fifie and Zulu
craft, called for the transformation of
the jetties into protected harbors. On
January 31 st , 1953, a terrible storm
damaged Crovie, but the town survived
and today, with the whitewashed houses
lining the town’s only pedestrian street,
it overlooks the waves that break over
the rocks in an unreal silence, suspending
this delightful town out of time and
away from the paths of daily life.
Established together with its harbor in
1704, the picturesque fishing village of
Pennan is made up of a single row of
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La tradizione marittima
della East Coast è presente
anche nei dettagli della vita
quotidiana.
The maritime tradition of the
East Coast is visible in details
of daily life.
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un’unica fila, nascosto sotto l’alta scogliera
di arenaria rossa. Generazioni di uomini
delle famiglie Watt, Gatt e West hanno
affrontato il Mare del Nord con una flotta
di circa 40 herring drifters (barche a vela in
legno per la pesca delle aringhe con la rete
da posta) in cerca del pesce che le donne e i
ragazzi del villaggio avrebbero poi venduto
nell’entroterra; dal porto partivano anche
le navi per trasportare le pietre delle famose
cave locali. Negli ultimi 50 anni, molte
di quelle famiglie si sono trasferite altrove
e il turismo è cresciuto, grazie anche al film
Local Hero, del 1983, ambientato proprio
qui. Il villaggio in pietra di Portsoy vanta
ben 2 porti, entrambi centenari e perfettamente
conservati. Il primo venne costruito
nel 1693 e fu uno dei più sicuri della Scozia:
si presenta come un bacino chiuso da alte
mura, realizzate con grandi pietre poste in
In questa pagina: gli allievi
della Stonehaven Sea Cadets si
esercitano durante le lezioni di
arte marinaresca. Nella pagina a
fianco: finestra con vista a Portsoy.
Left: students from the Stonehaven
Sea Cadets practice rowing.
Right: the view from a window in
Portsoy.
cottages, sheltered under a high red
sandstone cliff. Generations of men
from the Watt, Gast and West families
have dared the North Sea in a forty
strong fleet of gillnet herring drifters
in search of the fish that the villages
women and children would sell inland;
ships from the port also transported
rocks from the famous local quarries.
Over the last fifty years many families
have moved elsewhere and tourism has
increased thanks to the filming of the
1983 movie “Local Hero”.
The stone village of Portsoy has two
harbors, both centuries old and in perfect
condition. The first was built in
1693 and was one of the best ports in
Scotland: the inner basin is surrounded
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Nella pagina a fianco: barche
spiaggiate dalla bassa marea a
Earlsferry. Sopra: il fish’n’chips
shop di Anstruther, uno tra i
migliori del Regno Unito.
Left: drying out at low tide
in Earlsferry. Above: the
fish’n’chip shop of Anstruther,
one of the best in the United
Kingdom.
verticale perché ritenute in tal modo più
resistenti all’impatto dei flutti. Il nuovo
porto, risalente al 1825, venne costruito
per ospitare barche dedite al contrabbando,
come testimoniato dai passaggi segreti
di collegamento tra il porto e alcune abitazioni
del paese, al trasporto del famoso
marmo di Portsoy, utilizzato addirittura
per i caminetti di Versailles, e a quello del
salmone affumicato. La tradizione marinara
del paese è ben esposta nelle ex camere
refrigeranti e di deposito delle nasse al Salmon
Bothy Museum. Imperdibile è anche
lo Scottish Traditional Boat Festival, che
si tiene in giugno o luglio, a seconda delle
maree: centinaia di imbarcazioni tradizionali
si affollano nei porticcioli, mentre sulle
banchine i mastri d’ascia danno dimostrazione
delle loro abilità costruttive. La costa
più a sud ospita un’attività di pesca ancora
fervente: a Stonehaven, Anstruther, Crail e
Earlsferry gli herring drifters hanno lasciaby
high walls made of vertically placed
large stones to better withstand the
impact of the sea. The more recent
harbor, built in 1825, was built to shelter
vessels engaged in smuggling, with
secret passages connecting the port to
houses in the village, ships transporting
the famous Portsoy marble, used in the
fireplaces of Versailles, and in the commerce
of smoked salmon. The town’s
seagoing traditions are well illustrated
in the Salmon Bothy Museum, found
in the town’s old cold rooms and creel
deposit. The Scottish Traditional Boat
festival is not to be missed. Held in
June or July, depending on the tides,
hundreds of traditional vessels crowd
the harbors, while along the quays shipbuilders
show off their skills. Farther
south the coast hosts even more active
fishing: in Stonehaven, Anstruther and
Craile Earlsferry the herring trawlers
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Una foto d’epoca di pescatori di aringhe nel Museo Marittimo di Aberdeen.
A period image of herring fishermen from the Aberdeen Maritime Museum.
trici, capesante, aragoste e eglefini, pronti
per gli eccellenti ristoranti del lungomare o
per le smoke house, con negozietti annessi,
che preparano piatti pronti per i numerosi
turisti. Lo scozzese Robert Burns scrisse
“Nae man can tether time or tide” (l’uomo
non può controllare il tempo o la marea):
sulla East Coast sembrano esserci riusciti.
to il posto ai trawler per la pesca a strascico
e ai moderni pescherecci che usano reti
a circuizione per i pelagici e nasse per i
crostacei. Ai tipici porti del secolo scorso,
con la loro struttura circolare dalle alte
mura, sono state spesso aggiunte chiuse in
entrata, per contrastare la notevole escursione
delle maree e non lasciare in secca le
barche più grandi. Siamo nella regione del
fish’n’ chips e dei frutti di mare: ogni giorno
la banchina si anima quando i pescatori rientrano
con merluzzi, platesse, rane pescahave
succumbed to ocean going trawlers
and modern fishing boats that use
seine nets for fish and traps for the
shellfish.
These century old ports, with their circular
walls, now are often fitted with
locks to limit the considerable tides and
keep the larger vessels afloat. This is
the area for fish’n’chips and seafood:
each day the quays fill with fisherman
returning with their catch – cod,
flounder, monkfish, scallops, lobster
and haddock, destined for the excellent
seaside restaurants or the smoke
houses with their stores that prepare
ready made dishes for the passing tourists.
The Scottish author Robert Burns
wrote: “Nae man can tether time or
tide”: but on the East Coast they seem
to have done both.