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Agrarbericht 2011 italienisch

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nellate. L’importazione di formaggio a pasta molle ha subito un lieve calo di 117 tonnellate, ovvero dell’1,4<br />

per cento, mentre quella delle varietà di formaggio a pasta dura e semidura ha, nel complesso, segnato un<br />

incremento di 326 tonnellate, pari al 2,3 per cento. Si segnala un massiccio aumento delle importazioni di<br />

formaggio fresco di 2 134 tonnellate (+14 %). Nel segmento del formaggio fresco il maggiore fornitore è<br />

stata l’Italia (7 142 t), mentre i due terzi del formaggio a pasta molle, ovvero 5 200 tonnellate, sono stati<br />

importati dalla Francia. Sono aumentate anche le importazioni di formaggio fuso (formaggio convenience<br />

destinato, come prodotto semilavorato, all’industria alimentare di trasformazione), segnatamente del 12,2<br />

per cento, attestandosi a 3 260 tonnellate.<br />

1.1 Economia<br />

Commercio caseario Svizzera – UE<br />

In t<br />

50 000<br />

45 000<br />

40 000<br />

35 000<br />

30 000<br />

25 000<br />

20 000<br />

15 000<br />

10 000<br />

5 000<br />

0<br />

2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010<br />

Importazioni dall'UE alla CH<br />

Esportazioni dalla CH all'UE<br />

Fonte: DGD<br />

Anche nel 2010, il fabbisogno di burro è stato ampiamente coperto dalla produzione indigena. A causa<br />

prevalentemente delle elevate forniture di latte e dei problemi correlati allo smercio di singole varietà di<br />

formaggio, la produzione di burro è aumentata considerevolmente, raggiungendo quota 48 511 tonnellate.<br />

Tali motivi, oltre all’esigua portata del contingente doganale parziale per il burro, hanno fatto sì che nel<br />

2010 venissero importate soltanto 220 tonnellate di questo prodotto.<br />

Nonostante il cambio sfavorevole, è stato possibile esportare 4 200 tonnellate di burro, ovvero un quantitativo<br />

pressoché analogo a quello dell’anno precedente. Se nel 2009 si erano potute esportare 5 354<br />

tonnellate di panna grazie a misure straordinarie di sgravio del mercato, nell’anno oggetto del rapporto il<br />

volume d’esportazione è crollato a 2 745 tonnellate.<br />

n Consumo: stabilità<br />

Da diversi anni si segnalano variazioni soltanto lievi nel consumo pro capite di latte e latticini. Il consumo di<br />

formaggio e panna è in ascesa: nel 2010 sono stati consumati, pro capite, 21,5 chilogrammi di formaggio,<br />

ovvero 0,5 per cento in più rispetto all’anno precedente e 8,3 chilogrammi di panna, ovvero 0,1 chilogrammi<br />

in più rispetto al 2009. Il consumo pro capite di yogurt è invece diminuito di 0,5 chilogrammi a 18,2 chilogrammi<br />

(–1,6 %). Anche per burro, bevande a base di latte e latte di consumo si segnala un consumo in calo.<br />

n Prezzi alla produzione: continua la pressione<br />

Nell’anno oggetto del rapporto il prezzo medio alla produzione del latte è diminuito ulteriormente, seppure<br />

in misura minore rispetto al 2009. Esso si è infatti attestato su 61,79 centesimi il chilogrammo, segnando<br />

un calo di circa 3 centesimi.<br />

I mercati esteri influenzano l’economia lattiera svizzera; il prezzo medio del latte dipende, quindi, dall’andamento<br />

dei prezzi a livello internazionale e, in particolare, dalla situazione dello smercio nell’UE. La ripresa<br />

dei mercati ha fatto ipotizzare un miglioramento sul fronte dello smercio di latte e latticini in Svizzera e<br />

all’estero. In considerazione del minore divario rispetto ai prezzi del latte praticati all’estero, in particolare<br />

rispetto al prezzo medio del latte nell’UE, ci si attendeva una spinta al rialzo del volume d’esportazione. Nel<br />

2010 la differenza del prezzo del latte con l’UE ammontava, mediamente, a 20 centesimi il chilogrammo,<br />

ovvero 5 centesimi circa in meno rispetto al 2009. Nonostante tali buoni presupposti, però, non si sono<br />

avute ricadute positive sui prezzi alla produzione a causa del franco svizzero forte.<br />

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