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scienze della vita roma, 22-23 ottobre 2012 - SIF

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RILASCIO DI INTERFERENTI ENDOCRINI IN ALIMENTI<br />

INSCATOLATI: IL CASO DEL BISFENOLO A<br />

Bianco M. (1,2,3) ,Errico S. (1) , Mita L. (1,2) , Catapane M. (1) , Gallo P. (3) , Romano Carratelli C. (1) , Mita<br />

D.G. (1,2) , Diano N. (1,2)<br />

(1) Seconda Università di Napoli, Dipartimento di Medicina Sperimentale , Via Costantinopoli,<br />

16 - 80138 Napoli<br />

(2) Consorzio INBB, Viale Medaglie d’Oro 305, 80135 - Roma<br />

(3) Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Mezzogiorno<br />

Gli Interferenti Endocrini (IE) sono una categoria eterogenea di sostanze xenobiotiche che<br />

interferiscono con il sistema endocrino ed in particolare con l’omeostasi degli ormoni sessuali e<br />

tiroidei. Il bisfenolo A 2,2-bis(4-idrossifenil)propano (BPA) è un interferente endocrino utilizzato<br />

nella fabbricazione di materiali polimerici, incluse le resine epossidiche.Le resine epossidiche<br />

hanno trovato un vasto utilizzo nelle industrie, specialmente in quella del packaging alimentare.<br />

Sulla base di tali considerazioni lo scopo del presente studio è stato quello di determinare e<br />

quantificare il rilascio di bisfenolo A in alimenti da contenitori metallici. A questo scopo sono stati<br />

utilizzati alimenti conservati in lattine rivestite internamente da resine epossidiche. Tutti i campioni<br />

analizzati sono stati sottoposti ad un trattamento a tre diverse temperature: a 27 °C per simulare le<br />

condizioni di una buona conservazione, a 37 °C per simulare un cattivo trasporto ed una cattiva<br />

conservazione, ed a 45 °C per simulare conservazioni di pessima conservazione. Inoltre un gruppo<br />

di lattine dello stesso lotto è stato ammaccato al fine di valutare l’incremento del rilascio di BPA in<br />

seguito alla lesione <strong>della</strong> resina epossidica. Le concentrazioni di BPA sono state determinate<br />

mediante c<strong>roma</strong>tografia liquida ad alta risoluzione (HPLC). I cibi inscatolati esaminati sono stati:<br />

pomodori pelati, pomodorini, concentrato di pomodoro, tonno in olio d’oliva o al naturale, mais.<br />

Per la misurazione del “rilascio limite” del BPA sono state condotte prove di laboratorio utilizzando<br />

i solventi simulanti, in accordo con la direttiva 82/711/CEE. Tutti i campioni hanno rilevato un<br />

rilascio di BPA dalla resina epossidica nell’alimento già a 25 °C. La concentrazione di BPA rilevata<br />

è maggiore nel pomodoro e nel tonno conservato in olio. Dopo un’ incubazione del campione a<br />

37°C e a 45°C per un tempo di 24 ore è possibile osservare un aumento esponenziale del rilascio di<br />

bisfenolo A al variare <strong>della</strong> temperatura. Confrontando il rilascio di bisfenolo A da contenitori di<br />

alimenti integri ed ammaccati <strong>della</strong> stessa marca, la concentrazione di bisfenolo A misurata<br />

all’HPLC risulta centinaia di volte superiore rispetto a quella rilasciata dal contenitore integro.<br />

La misurazione del rilascio limite di BPA utilizzando il solvente simulante specifico ed eseguita a<br />

100°C per 1h mostra un notevole incremento del rilascio. Nel caso dei contenitori di tonno<br />

conservati in olio ed ammaccati il limite di migrazione specifica del BPA, pari a 0.6mg/Kg, viene<br />

superato.<br />

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