A A - Parco Naturale Adamello Brenta
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della Val di Daone, settore più meridionale<br />
del Geoparco e sede della<br />
Casa del <strong>Parco</strong> “Fauna”.<br />
Il sito è sostanzialmente integro,<br />
ad eccezione delle imponenti opere<br />
idroelettriche presenti da oltre<br />
cinquant’anni e divenute parte integrante<br />
del paesaggio. Non si ravvisano<br />
rischi di depauperamento<br />
connessi allo sviluppo di attività<br />
geoturistica, se questa prevederà<br />
fin da principio un programma di<br />
mobilità sostenibile e il controllo<br />
dell’accesso dei visitatori. La frequentazione<br />
del sito avviene lungo<br />
itinerari ben tracciati, per cui non<br />
si evidenziano episodi di deterioramento<br />
connessi alla sua fruizione.<br />
Dal punto di vista del Geoparco la<br />
presenza della diga può rappresentare<br />
un interessante spunto per stimolare<br />
l’attenzione sulla gestione<br />
della risorsa acqua e sull’impatto<br />
che gli interventi antropici possono<br />
avere sul territorio.<br />
19. Arca di Fraporte<br />
Descrizione Ponte naturale scolpito<br />
nella formazione rocciosa dei calcari<br />
grigi (Giurassico inferiore) a 1436<br />
m di altitudine sul versante destro<br />
della testata della Val Laone, a nord<br />
ADAMELLO BRENTA<br />
dell’abitato di Stenico nelle Giudicarie<br />
Esteriori. Le sue dimensioni sono<br />
così imponenti che, osservata da<br />
vicino, la forma ad arco non si mostra<br />
alla vista. Ad un primo sguardo<br />
ha le sembianze di un’ampia caverna<br />
lunga 66 m, alta 49 e larga 42, che<br />
si riduce progressivamente verso il<br />
fondo. Solo varcata la soglia dell’anfratto<br />
si nota l’enorme ponte in roccia<br />
sospeso a 50 m di altezza, lungo<br />
circa 40 m e largo 31. Un’ampia finestra<br />
a semiluna separa l’arco dalla<br />
parete rocciosa posteriore.<br />
La genesi dell’Arca di Fraporte è riconducibile<br />
all’azione modellatrice<br />
dell’acqua che si è insinuata nei settori<br />
più fratturati e permeabili della<br />
roccia. Una prima fase evolutiva ha<br />
formato un’ampia cavità sotterranea<br />
sotto la balza rocciosa in cui è modellata<br />
l’arca. In un secondo periodo,<br />
a causa dell’apertura e dell’ampliamento<br />
della finestra a semiluna,<br />
la porzione più esterna della volta si<br />
è separata dal resto della parete. Sulla<br />
parete opposta a quella dell’Arca,<br />
si può osservare un enorme foro<br />
circolare di alcune decine di metri,<br />
anch’esso legato alla complessa<br />
evoluzione idrogeologica di questa<br />
piccola e angusta valle.<br />
Valutazione Sito di valore scientifico<br />
e indice di fruibilità medioalto,<br />
rilevante come testimonianza<br />
paleoambientale e per la valenza didattica.<br />
Il sito è inserito in un territorio<br />
ricco di emergenze carsiche (sorgenti<br />
e cavità ipogee), tra cui le<br />
sorgenti del Rio Bianco, presso<br />
le quali si trovano la casa del<br />
<strong>Parco</strong> “Flora” e un percorso didattico-geologico.<br />
Può pertanto<br />
rappresentare il naturale ampliamento<br />
dell’offerta geoturistica di<br />
tale itinerario. Ubicato alla testata<br />
della Val Laone è difficilmente<br />
raggiungibile e fruibile. È dunque<br />
problematica una sua utilizzazione<br />
come itinerario sistematicamente<br />
frequentato, mentre è sicuramente<br />
valorizzabile attraverso<br />
iniziative editoriali e mediante<br />
opportuna segnalazione.<br />
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20. Bus de la Spia<br />
Descrizione Si apre sopra il paese<br />
di Sporminore, poco oltre la Val<br />
Gosalda, nei pressi di Castel Sporo-Rovina.<br />
È una delle grotte naturali<br />
più anticamente conosciute<br />
in Trentino. Marx Sittich von Volkenstein<br />
la cita già agli inizi del<br />
1600 nel suo “Landesbeschreibung<br />
von Südtirol”. La prima esplorazione,<br />
accompagnata da una dettagliata<br />
descrizione, è stata compiuta<br />
agli inizi del ‘900 da Cesare Battisti.<br />
La grotta si è formata lungo un<br />
piano di faglia che si immerge verso<br />
l’interno del versante. È costituita<br />
da un’unica galleria, lunga circa<br />
300 m e con diametro medio di 3 m,<br />
che scende in profondità fino ad incontrare<br />
un lago-sifone, il cui livello<br />
minimo invernale è posto a circa<br />
-59 m rispetto all’ingresso e oltre<br />
il quale è possibile proseguire solo<br />
in immersione. La galleria prosegue<br />
con andamento discendente per oltre<br />
200 m (dislivello massimo raggiunto<br />
dagli speleologi -38 m) in direzione<br />
sud. La grotta è nota per il<br />
fenomeno della ritmica oscillazione<br />
del livello del sifone terminale: ad<br />
intervalli di 6-7 ore l’acqua inizia a<br />
salire lentamente accompagnata da<br />
cupi rimbombi provocati dall’espulsione<br />
delle bolle d’aria intrappolate<br />
negli anfratti della roccia. Dopo<br />
circa 45 minuti il livello comincia a<br />
calare progressivamente fino a raggiungere<br />
la più bassa altezza iniziale.<br />
Solo in rarissime occasioni l’acqua<br />
fuoriesce all’esterno. Il sistema<br />
carsico del Bus de la Spia è in stretta<br />
connessione idraulica con la vici-<br />
AdAmello BrentA GeopArk