A A - Parco Naturale Adamello Brenta

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tività e i luoghi che, per la particolare conformazione del territorio, hanno favorito il sorgere di strutture o attività umane. Nell’ambito della redazione del Piano di azione del Geoparco, tutti i geositi censiti sono stati catalogati compilando una dettagliata e approfondita scheda suddivisa in tre sezioni principali: la prima comprendente una sintetica descrizione del sito, la sua valutazione e le azioni che lo possono interessare; la seconda rappresentata dall’inquadramento cartografico; infine, la terza, costituita da una tabella che riassume i parametri del valore scientifico, della fruibilità, del valore aggiunto, della tutela e della vulnerabilità. 1. Ghiacciaio d’Agola Descrizione È un piccolo ghiacciaio di forma triangolare accolto nella Conca circolare dei XII Apostoli, nei pressi dell’omonimo rifugio. Più ampio e ripido alla quota maggiore, diventa più stretto e appuntito mano a mano che l’altitudine decresce. A monte, per oltre tre quarti del perimetro, è circondato da pareti rocciose dolomitiche. A valle termina appoggiandosi su un versante detritico quasi pianeggiante. Il ghiacciaio è alimentato dalle numerose valanghe che si staccano dalle rocce attorno e si depositano al centro della vedretta, in corrispondenza di un cambio di pendenza. La di- AdAmello BrentA GeopArk ADAMELLO BRENTA stribuzione centrale dell’accumulo è anomala e costituisce una caratteristica peculiare di numerosi ghiacciai delle Dolomiti di Brenta. Le pareti rocciose ai lati del ghiacciaio e l’area a valle, in corrispondenza della soglia, sono caratterizzate da rocce arrotondate dall’azione del ghiacciaio che si sposta verso il basso. D’estate l’acqua generata dallo scioglimento del ghiaccio è catturata dal sistema di circolazione carsica delle acque che contraddistingue la conca dei XII Apostoli. Valutazione Il Ghiacciaio d’Agola fa parte di un gruppo di quattro geositi che comprende anche la morena della Piccola Età Glaciale del ghiacciaio d’Agola (sito 1), la conca glaciocarsica dei XII Apostoli (sito 22) e la Grotta Silvia (sito 26), tutte collocate nella zona del rifugio XII Apostoli. Il ghiacciaio, lontano dai circuiti escursionistici, conserva la naturale distribuzione del manto nevoso e ha, quindi, un elevato valore per la ricerca. È monitorato e oggetto di studi sul bilancio di massa da alcuni anni. Sito di grande rilevanza ambientale classificato come zona A di riserva integrale (Capo III, art. 21 Tutela dei ghiacciai-Piano del Parco). Per la tutela e la gestione valgono le norme previste per le riserve integrali. 2. Ghiacciaio d’Amola Descrizione È un significativo esempio di “ghiacciaio nero”, ricoperto per oltre due terzi della superficie da uno strato di detriti, che in alcuni punti raggiunge il metro di spessore. Questa caratteristica rallenta la fusione e in particolari zone permette la formazione dei caratteristici “funghi”: grandi massi sorretti da un sottile gambo di ghiaccio. È l’unico ghiaccio nero dell’Adamello Brenta Geopark. Valutazione È posto in un contesto 32 in cui sono presenti altri tre geositi testimoni delle più recenti vicende glaciali: Morene d’Amola e Rock glacier d’Amola (sito 16), Rock glacier Cima Laeng 1-2 (sito 9). La posizione in alta quota e l’assenza di sentieri nelle vicinanze non pongono problemi di degrado antropico del sito. La logistica favorevole e la presenza di altri geositi nelle vicinanze permettono lo sviluppo di attività didattico-educative, geoturistiche e di ricerca. Sito di grande rilevanza ambientale classificato come zona A di riserva integrale (Capo III, art. 21 Tutela dei ghiacciai-Piano del Parco). Per la tutela e la gestione valgono le norme previste per le riserve integrali. 3. Ghiacciaio della Lobbia Descrizione È un ghiacciaio di “altopiano dotato di due lingue a diffluenza simmetrica”, il secondo più esteso del Gruppo dell’Adamello. Si trova in un ampio solco vallivo disposto in direzione nord sud. A est e a ovest è delimitato da due dorsali rocciose con cime che in alcuni casi superano i 3400 m. Nel fianco occidentale dell’apparato glaciale confluiscono alcuni piccoli ghiacciai laterali. Al centro, scolpito nel ghiaccio, si trova il Passo della Val di Fumo, che separa la grande lingua settentrionale che scende verso la Val Genova da quella, molto più ridotta ma più larga, che corre a sud, in direzione della Val di Fumo. Il ghiacciaio, alimentato quasi esclusivamente per via diretta, è caratterizzato da numerosi crepac-
ci, soprattutto in corrispondenza dei bacini di alimentazione laterali e dei cambi di pendenza delle due lingue vallive. Attorno al 1820, secondo le stime di Julius Payer, la superficie del ghiacciaio raggiungeva l’ampiezza di 1200 ha, ridottasi a circa 930 nel 1925. Negli anni ’60 il Catasto dei ghiacciai italiani stimava una superficie di 760 ha. Attualmente (2003) l’area ammonta a 666 ha. Fra la metà dell’Ottocento e la metà degli anni ’80 del Novecento, la fronte che oggi si affaccia sulla conca del lago Nuovo si è ritirata di oltre 2 km. Durante l’apice della Piccola Età Glaciale (1850 circa) il ghiacciaio raggiungeva la piana di Malga Matarot ed intorno al 1820, secondo una carta del Suda (1879), era pressoché unito alla grande colata del Ghiacciaio dell’Adamel- lo/Mandrone. Negli ultimi anni, la fronte settentrionale ha registrato un forte ritiro (circa 220 m tra il 1996 e il 2005) e oggi, a causa del suo limitato spessore, si sta progressivamente disgregando. Valutazione Per la notevole valenza scientifica e paesaggistica e per il patrimonio ambientale intrinseco rappresenta, nell’ambito del Geoparco, insieme al ghiacciaio dell’Adamello/Mandrone, il principale sito connesso alle morfologie glaciali. La valorizzazione geoturistica sul posto è limitata all’itinerario glaciologico “Vigilio Marchetti” e all’attività divulgativa svolta presso il Centro “Julius Payer”. È un geosito ad alto valore scientifico e a basso indice di fruibilità a causa delle difficoltà dell’itinerario ADAMELLO BRENTA che occorre percorrere per raggiungerlo. Il luogo sarà dunque valorizzato attraverso iniziative di comunicazione e divulgazione (punto info, guida esplicativa, filmati). La posizione in alta quota e il non facile accesso rappresentano una naturale limitazione all’afflusso dei visitatori. Di conseguenza si ritiene che il sito non sia soggetto ad un immediato degrado per cause antropiche. Non dovrà essere alterata la naturale distribuzione del manto nevoso e il suo attraversamento avverrà solamente lungo itinerari prestabiliti. Sito di grande rilevanza ambientale classificato come zona A di riserva integrale (Capo III, art. 21 Tutela dei ghiacciai-Piano del Parco). Per la tutela e la gestione valgono le norme previste per le riserve integrali. 4. Ghiacciaio dell’Adamello (Vedretta del Mandrone, dell’Adamè, di Salarno, Ghiaccio dell’Adamello) Descrizione È il ghiacciaio più esteso delle Alpi italiane e costituisce l’elemento principale del sistema glaciale del settore centrale del Gruppo dell’Adamello. Solo recentemente è stato catalogato come un apparato glaciale unitario, classificabile come un ghiacciaio di “altopiano con lingue diffluenti”. Recenti indagini hanno verificato lo spessore e le principali direzioni dei flussi glaciali nella zona del Passo Adamè e in corrispondenza del Pian di Neve, suggerendo come tale area sia una grande zona di accumulo dalla quale si originano le diverse lingue. La più estesa di esse si incanala verso la Val Genova (lingua del Mandrone) e ricade entro l’area del Geoparco. L’inizio della colata glaciale che si incanala verso la Val Genova (lingua del Mandrone) si trova in corrispondenza del Passo Adamè. Il ghiacciaio è alimentato direttamente dalla neve ed è caratterizzato da nu- 33 merosi crepacci, soprattutto in corrispondenza delle rotture di pendenza e lungo i settori laterali più inclinati. Secondo le stime di Payer, alla fine dell’Ottocento la superficie del ghiacciaio superava i 3000 ha, mentre negli anni ’20 del secolo scorso si era ridotta a meno di 2500. Nel 1997, quando è stato effettuato l’ultimo rilievo completo dell’area, la superficie del ghiacciaio misurava 1763 ha. La lingua che occupa la testata della Val Genova si è ritirata di circa 2 km dal 1820 quando, all’apice della Piccola Età Glaciale, si è arrestata a monte del rifugio Bedole (1650 m circa). La fronte del ghiacciaio si è molto assottigliata e tra il 1989 e il 2005 ha subito un ritiro superiore a 130 m. Valutazione Nell’ambito del Geoparco rappresenta, con il Ghiacciaio della Lobbia, il principale sito di ambiente glaciale, caratterizzato da un alto valore scientifico e un indice di fruibilità medio-alto. Tra i ghiacciai del Geoparco è quello che più si presta allo sviluppo del geoturismo e della ricerca. Nell’ottica di rendere il centro Payer e il Rifugio Mandrone un centro di alta formazione, il sito, con la zona circostante il rifugio e la conca del lago Nuovo, rappresenta un ideale laboratorio di osservazione all’aperto. La posizione in alta quota e il non facile accesso rappresenta una naturale limitazione all’afflusso di visitatori. Di conseguenza si ritiene che il sito non sia soggetto ad un immediato degrado per cause antropiche. Non dovrà essere alterata la naturale distribuzione del manto nevoso e l’attraversamento del ghiacciaio avverrà solamente lungo itinerari prestabiliti, gestendo, nella previsione di un consistente incremento della frequentazione, i flussi di visitatori. Sito di grande rilevanza ambientale classificato come zona A di riserva integrale (Capo III, art. 21 Tutela dei ghiacciai-Piano del Parco). Per la tutela e la gestione valgono le norme previste per le riserve integrali. AdAmello BrentA GeopArk
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