A A - Parco Naturale Adamello Brenta

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esposti nel settore sud-occidentale del Brenta (Massimeno e Malga Plan, Val d’Algone tra Malga Movlina e Malga Stablei). Le unità del Triassico inferiore e medio sono rappresentate principalmente nelle zone occidentali (Val Rendena) e sud occidentali. Si ricorda la Formazione di Werfen ben visibile nei pressi di Ragoli e in Val d’Algone (a sud di Malga Stablei) e il Conglomerato di Richthofen affiorante in Val Perse. Nella zona di Tione sono ben rappresentate unità di mare profondo come il Calcare di Prezzo, una formazione rappresentata da calcari a grana fine, scuri, con impronte di ammoniti (Cima Durmont) e sottili intercalazioni di argille marnose grigio-verdi o giallognole di origine vulcanica (Formazione di Buchenstein). Le successioni sedimentarie del settore centrale del Gruppo di Brenta poggiano su formazioni del Triassico medio, sulla Formazione del Contrin e sulla Formazione dello Sciliar. Queste formazioni costituiscono una successione di dolomie di età Anisico superiore-Ladinico, ben esposte nelle pareti del settore interno del Gruppo di Brenta (Val Brenta Alta, Rifugio Casinei, Val Perse). AdAmello BrentA GeopArk ADAMELLO BRENTA Al di sopra di esse, nel settore del Brenta Centrale (Val Brenta Alta, Rifugio Brentei e Val Perse) una successione di circa un centinaio di metri di dolomie e calcari dolomitici selciosi è stata riferita alla Formazione di Breno di età Triassico superiore. Segue, in successione stratigrafica, la Dolomia Principale, una tipica formazione di piattaforma carbonatica costituita da una monotona successione di strati dolomitici dal tipico aspetto laminato. Si tratta della formazione più diffusa nelle Dolomiti di Brenta, che da questo tipo di roccia prendono il nome. In essa sono modellate le cime più conosciute del gruppo montuoso: Cima Brenta, Cima Tosa e il Grostè. Sui versanti di queste vette risultano molto evidenti le ripetizioni regolari degli strati, ma anche ampie e spettacolari vallate come la Val di Tovel, la Val delle Seghe e la Val Brenta Alta. Alla Dolomia Principale si sovrappone il Calcare di Zu (Val delle Seghe, Val d’Ambiez, Rifugio Grostè, pareti del Turrion Basso, della Pietra Grande, del Croz dell’Altissimo, Val d’Ambiez, Val Ceda). Spesso questi sedimenti sono ricchissimi di fossili di bivalvi e coralli, ben visibili, 22 ad esempio, presso il “cimitero dei fossili” a nord-ovest del Rifugio “Al Cacciatore” in alta Val d’Ambiez, ricchissimo giacimento di bivalvi Megalodonti di dimensioni talvolta ragguardevoli. A seguire troviamo il Gruppo dei Calcari Grigi, un’unità di piattaforma carbonatica tra le più classiche del Giurassico inferiore delle Alpi meridionali, che si è depositata sotto il controllo di eventi tettonici distensivi. In questo periodo, infatti, nel Trentino centro-occidentale erano attive una serie di grandi faglie subverticali orientate da nord a ovest che, con il loro movimento, hanno determinato il progressivo abbassamento delle aree poste più a occidente. Durante il Giurassico il Gruppo di Brenta era caratterizzato da un’articolata paleogeografia contraddistinta da zone di mare poco profondo alternate a settori dalle acque più profonde. In questo particolare contesto ambien- ∑ Particolare delle rocce di dolomia. œ Il Monte Peller. † Il “cimitero dei fossili” in Val d’Ambiez.
tale si sono formate unità tipiche delle Dolomiti di Brenta come il Membro di Stenico (Formazione di Monte Zugna dei Calcari Grigi) costituito da calcari formati da frammenti di gusci di organismi marini (gasteropodi, bivalvi, spugne, coralli) e ooliti che rappresentano i depositi accumulatisi sul bordo della piattaforma carbonatica esposto al mare aperto. Un altro esempio è rappresentato dal Membro di Tovel (Formazione di Rotzo dei Calcari Grigi) presente solo nel settore del Brenta che si affaccia sulla Valle di Tovel fino alla Valle del Sarca. Sopra ai Calcari Grigi si è depositata l’Oolite di S.Vigilio che precede il definitivo affondamento della piattaforma in zone di mare più profondo, testimoniate dai sovrastanti calcari del Rosso Ammonitico Veronese e della Maiolica. Anche l’Oolite di San Vigilio, costituita in prevalenza da sabbie cementate di colore rossastro ricche di crinoidi, mostra aspetti così peculiari nel settore nord del Brenta che a lungo è stata chiamata Encrinite del Peller. Al suo interno sono molto abbondanti i resti fossili di brachiopodi, alcuni di essi come la Rhynchonella pellerii sono tipici del Brenta, e si trovano concentrati in lenti discontinue (Val Formiga) in associazione con bivalvi ed ammoniti. L’instabilità tettonica di questo settore tra Giurassico e Cretacico è magnificamente illustrata dalle imponenti nicchie di frana sottomarina fossilizzate nel settore del Monte Peller-Sasso Rosso e dai grandi accumuli di materiale franato nelle profondità marine. In vari settori del Brenta sono visibili i corpi di queste antiche frane sottomarine, rappresentati da accumuli di brecce ADAMELLO BRENTA a grandi blocchi intercalati nella Scaglia Rossa. Essi possono raggiungere decine di metri di spessore (50 m nei pressi del Castello di Stenico). I franamenti sono stati innescati dai movimenti avvenuti lungo le scarpate di faglia della linea Ballino-Garda e della Linea del Monte Valandro e Monte Ghirlo, che hanno provocato il progressivo sprofondamento del settore occidentale del Brenta rispetto al blocco orientale. Grandi fratture apertesi nel substrato roccioso sono state riempite dal materiale franato, in buona parte costituito da Scaglia Rossa. Si sono così formati i filoni sedimentari che tagliano gli strati dei Calcari Grigi per alcune decine di metri. Uno dei più imponenti e spettacolari è il filone dei Marugini (a nord-est del Castello dei Camosci), dove il corpo di megabrecce cretacee raggiunge uno spessore di circa 250 m. Un altro deposito sedimentario del tutto peculiare testimonia le prime fasi del sollevamento della catena alpina in questo settore. Si tratta della Formazione di Valagola, ben visibile sul versante sinistro dell’omonima val- 23 le. Appare come una successione di conglomerati e arenarie direttamente sovrapposta a pochi metri di Scaglia. Si è formata per l’accumulo di sabbie e ciottoli erosi e trasportati sul fondale marino dalle correnti durante le fasi iniziali di sollevamento della Alpi avvenuto oltre 50 milioni di anni fa. Il settore dell’Adamello Nel settore dell’Adamello (Val Rendena), le rocce più antiche sono rappresentate dal basamento metamorfico Sudalpino costituito dagli Scisti di Rendena che affiorano diffusamente in Val Borzago, in bassa Val Rendena e in minor misura in Val Siniciaga. Si tratta di micascisti, paragneiss nodulari e filladi con intercalazioni di ortogneiss acidi di età compresa tra i 439 e i 470 milioni di anni. Incassate nel basamento si trovano le rocce magmatiche intrusive del batolite del Doss del Sabion e del batolite dell’Adamello. Il primo, di prevalente composizione granodioritica, (Granodioriti del Doss del Sabion e di Caderzone), risale al Permiano inferiore (280 milioni di anni fa) e si è formato in seguito al lento AdAmello BrentA GeopArk
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