A A - Parco Naturale Adamello Brenta

A DAMELLO BRENT
A
PARCO
DOSSIER DI CANDIDATURA E PIANO D’AZIONE
LUGLIO 2009
L’ADAMELLO BRENTA GEOPARK
SPECIALE

“...Scopo dei parchi è la tutela delle caratteristiche
naturali e ambientali, la promozione dello
studio scientifico e l’uso sociale dei beni ambientali...”
(art. 1 della legge Prov.le n° 18/1988,
istitutiva dei parchi naturali trentini)
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Presentazione
ADAMELLO BRENT
PARCO A
Sommario - Speciale - Luglio 2009
1. L’Adamello Brenta Geopark
Sito internet: www.pnab.it - Posta elettronica: info@pnab.it
Parco Adamello Brenta
Sede dell’Ente - Via Nazionale, 24
38080 Strembo (TN)
tel. 0465.806666 - fax 0465.806699
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questa rivista
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a tutte le famiglie dei Comuni del Parco,
agli enti, alle associazioni e ai collaboratori.
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del versamento) intestato a:
Parco Naturale Adamello Brenta
via Nazionale, 24
38080 Strembo (Trento)
1.1 Alla scoperta dell’Adamello Brenta Geopark
1.2 I geoparchi: conservazione, valorizzazione, tutela dei beni geologici
1.3 Il geoturismo
1.4 La Rete mondiale Unesco dei Geoparchi e la Rete europea
1.5 Adamello Brenta Geopark: perché?
2. La geodiversità nel Parco Naturale Adamello Brenta
2.1 Inquadramento geografico
2.2 La geologia
2.3 La geomorfologia
2.4 Gli studi geologici nel Parco
3. I geositi dell’Adamello Brenta Geopark
4. La Valorizzazione dell’Adamello Brenta Geopark
4.1 La strategia e il Piano d’azione
4.2 La valorizzazione del patrimonio geologico: uno sguardo al passato
4.3 La strategia di valorizzazione dell’Abg
4.4 Il Piano d’azione
4.5 Schede riepilogative delle azioni 2008-2012
Glossario
Adamello Brenta Parco
quadrimestrale
del Parco Adamello Brenta
Autorizzazione del Tribunale di Trento
n. 670 Aprile 1997
Redazione e Amministrazione:
via Nazionale, 24 - 38080 Strembo (TN)
tel. 0465.806666
Direttore responsabile ed editing
Alberta Voltolini
Comitato di Redazione
Roberto Bombarda
Matteo Ciaghi
Claudio Ferrari
Sergio Franceschinelli
Lorena Iob
Donata Sartori
Alberta Voltolini
Antonello Zulberti
Il presente numero di “Adamello Brenta
Parco” è curato da:
Alberto Carton (Università di Padova),
Marco Avanzini e Riccardo Tomasoni
(Museo Tridentino di Scienze Naturali),
Claudio Ferrari e Violette Masè (Parco
Naturale Adamello Brenta)
Fotografie di:
Arch. Parco Adamello Brenta
M. Branca, pag. 1; V. Masè, pagg. 3, 7, 24,
34, 38, 40, 44; G. Alberti, pagg. 4, 6, 14,
19, 20, 25, 26, 32, 47, 62, 70, 72, 78; A.
Campanile, pag. 4; A. Aprili, pag. 5;
M. Cencini, pag. 7;
M. Zeni, pagg. 8, 9, 17, 22, 34, 69;
B. Tassoni, pag. 8; T. Martini, pagg. 23, 47;
A. Alberti, pag. 24; E. Guella, pag. 46;
G. Pincelli, pag. 49; E. Barbieri, pag. 49;
L. Bosetti, pag. 51; F. Polla, pag. 60;
C. Hvala, pag. 65, 71; Arch. Pnab pagg. 10,
11, 12, 13, 14, 15, 50, 56, 57, 58, 59, 60;
R. Gadotti, pagg. 18, 21, 22, 24, 52, 54-55, 64;
R. Seppi, pagg. 29, 36-37; R. Tomasoni,
pagg. 34, 37, 39, 40, 42, 45, 46, 48, 51;
Cgt-Sat, pag. 36; Gruppo Grotte Rovereto
‘49, pag. 39; Mtsn, pag. 41;
Arc. Servizio geologico Pat, pag. 50,
M. Viviani, cartine pagg. 2 e 30
F. Bernardini-“Fulber”, mascotte a pag. 67
La foto di copertina:
Il Gruppo di Brenta e l’Adamello-Presanella
(Foto Archivio Pnab)
Progetto grafico
Studio Grassi&Associati
Alberto Marangoni
Impaginazione e stampa:
Litografia EFFE e ERRE
38121 Trento, Via Brennero 169/17
Tel. 0461 821356

ADAMELLO BRENTA
Cime innevate nate dal mare, cattedrali di roccia modellate dal tempo, ghiacciai che smussano le montagne,
voragini sotterranee che suscitano il senso del mistero.
La varietà delle forme inventate dalla natura è straordinaria, generata da una storia che si conta a secoli,
a millenni. Immutabili e serene solo all’apparenza, queste meraviglie hanno avuto una genesi movimentata.
Poi, per lunghi periodi, l’evoluzione è continuata lentamente: la goccia d’acqua scolpisce il granito,
il vento modella strane sculture minerali, il fiume rettifica insensibilmente il suo corso… L’apparenza
di eternità permane fino al prossimo scompiglio.
Di questo incredibile mosaico di meraviglie naturali, il Parco Naturale Adamello Brenta è una tessera
rappresentativa, in particolare per la compresenza di due mondi completamente diversi eppure così vicini:
a est il Gruppo delle Dolomiti di Brenta con le sue maestose cattedrali di roccia affiorate, milioni di
anni fa, dal mare, ad ovest l’imponente catena montuosa dell’Adamello-Presanella, incisa nella durissima
tonalite, la roccia derivata dalla lava risalita attraverso la crosta terrestre e qui rimasta imprigionata.
Per valorizzare le particolarità di questo patrimonio geologico, il Parco Naturale Adamello Brenta nel
2007 si è candidato a diventare Geoparco dell’Unesco, un parco nel parco dedicato agli aspetti geologici.
L’iter di candidatura si è concluso positivamente nel mese di giugno 2008, aprendo una nuova strada
per la valorizzazione di un aspetto particolare del Parco: quello della geologia.
A giugno dello scorso anno, nell’ambito della terza Conferenza generale dei geoparchi svoltasi presso il
Nature Park “Terra Vita” di Osnabrück, in Germania, l’Unesco ha così ufficializzato l’ingresso del Parco
Naturale Adamello Brenta nella Rete europea (European Geoparks Network) e mondiale (Global Unesco
Network of Geoparks) dei geoparchi.
La Rete europea dei geoparchi conta trentaquattro aree che, sotto l’egida dell’Organizzazione delle Nazioni
Unite per l’educazione, la scienza e la cultura, l’Unesco appunto, lavorano insieme per conservare e valorizzare
il proprio patrimonio geologico. La straordinaria opera geologica del Parco Naturale Adamello
Brenta e i siti di interesse che si trovano nel suo territorio di riferimento sono così ulteriormente valorizzati e
promossi in tutto il mondo attraverso la “finestra” dell’Unesco e la fitta rete di scambi che essa favorisce.
L’iniziativa è stata portata avanti in coerenza con quanto stabilito nella Carta europea del turismo sostenibile,
il Piano strategico adottato dal Parco Naturale Adamello Brenta nel 2006 e strumento-guida delle
azioni dell’Ente nell’ambito del turismo sostenibile.
Attraverso le pagine di questo numero speciale di “Adamello Brenta Parco”, vi invitiamo a scoprire la
geologia del Parco Naturale Adamello Brenta, capire i suoi come e i suoi perché, apprezzare i segreti e
le sorprese dei sessantuno siti geologici che sono l’anima dell’Adamello Brenta Geopark e conoscere le
iniziative programmate per valorizzarli.
Le Glare, Val di Tovel.
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AdAmello BrentA GeopArk

ADAMELLO BRENTA
1. L’ ADAMELLO BRENTA GEOPARK
AdAmello BrentA GeopArk
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ADAMELLO BRENTA
1.1 ALLA SCOPERTA
DELL’ADAMELLO BRENTA GEOPARK
L’Adamello Brenta Geopark
comprende l’intera superficie
del Parco Naturale Adamello
Brenta e il territorio dei comuni
ad esso afferenti, abbracciando
un’area di 1.146 kmq.
Calcari, dolomia, granodiorite,
tonalite, porfidi, scisti…
Poche aree geografiche al mondo
presentano una così grande
varietà di rocce e ambienti come
quella che può essere osservata
nel territorio del Parco
Naturale Adamello Brenta.
Si tratta di un’area molto articolata
e diversificata il cui cuore
è racchiuso nella spettacolare
unicità dei paesaggi delle
alte quote e nella marcata diversità
geologica e geomorfo-
3
logia dei due massicci montuosi
che la dominano: il massiccio
dell’Adamello-Presanella e il
gruppo delle Dolomiti di Brenta.
Da una parte, ad ovest, la dura
e compatta tonalite, roccia
magmatica che dona ai monti
dell’Adamello e della Presanella
una morfologia massiccia, percorsa
da numerose creste affilate.
È questa la roccia più “giovane”
del Parco, originatasi dai 29
ai 42 milioni di anni fa grazie alla
cristallizzazione di roccia fusa
(magma) risalita da centinaia di
chilometri di profondità lungo le
fratture nella crosta terrestre. La
risalita è stata però rallentata da
una forte viscosità del magma,
che si è infine arrestato all’in-
In primo piano le rocce di dolomia, sullo sfondo l’Adamello-Presanella.
AdAmello BrentA GeopArk

terno della crosta terrestre, senza
uscire in superficie come la
lava di un vulcano. Avendo così
un “coperchio” che rallentava il
raffreddamento, i singoli cristalli
hanno avuto il tempo e la possibilità
di organizzare gli atomi
che li formano secondo ordinate
impalcature, dando luogo ad una
roccia completamente cristallina,
in cui si possono facilmente
riconoscere i singoli minerali
che la compongono. Caratteristica
della tonalite è anche l’impermeabilità:
48 laghi incantati,
numerose e spettacolari cascate
e impetuosi torrenti regnano nel
paesaggio dell’Adamello, dove
l’acqua è il tema dominante.
Dall’altra parte, ad est, si trova
un mondo completamente differente:
l’acqua superficiale sparisce
in profondità, e solo 4 laghi,
di una incomparabile bellezza,
ornano il paesaggio roccioso
delle Dolomiti di Brenta. Ci
troviamo al cospetto di un grandioso
castello di rocce sedimentarie,
dove torrioni, campanili e
AdAmello BrentA GeopArk
ADAMELLO BRENTA
ardite guglie tolgono il fiato allo
spettatore. Chi immaginerebbe
che circa 200 milioni di anni fa,
dove oggi si trovano quei monti,
vi era un mare sottile, caldo
e tropicale, ricco di barriere coralline.
Eppure ne abbiamo le testimonianze:
“popolano” le rocce
calcaree e dolomitiche del
4
Brenta numerosi fossili, scheletri
e gusci di organismi marini.
Tra questi spicca il Megalodon,
fossile guida della Dolomia
principale, formazione rocciosa
che costituisce il cuore del
gruppo montuoso. Inoltre, anche
l’occhio meno esperto riesce
a notare le stratificazioni più
o meno orizzontali, originatesi
grazie a intervalli nella deposizione
di particelle sedimentarie
sul fondo di questo antico mare.
Fra i due gruppi montuosi affiorano
le rocce più antiche
della zona, che sono chiamate
“Scisti di Rendena”. Hanno
circa 300 milioni di anni e
sono rocce metamorfiche, che
si sono formate per trasformazione
di rocce preesistenti.
Il territorio del Geoparco è un
vero laboratorio a cielo aperto,
in cui si possono osservare tutti
e tre i tipi di rocce: magmatiche,
sedimentarie e metamorfiche.
∑ Le creste dell’Adamello-Presanella.
† Il Brenta visto dal lago di Cornisello.
® Le vedrette di Lares e di Fumo.

Il paesaggio geografico come
bene culturale
Il paesaggio geografico riflette,
come uno specchio, il “bene culturale”,
inteso come somma delle
opere dell’uomo e quindi testimonianza
della storia umana
e, parimenti, il “bene naturale”,
che trova nei geositi – siti di interesse
geologico – una delle sue
più importanti espressioni.
Il paesaggio geografico, con le
sue componenti fisiche, biologiche,
storiche e architettoniche
è oggi considerato un “bene
culturale”, risultato di relazioni
complesse che è necessario conoscere,
proteggere e valorizzare.
Altresì, il concetto di bene
culturale non è più solamente
riferito alle opere dell’uomo,
ma sempre più spesso viene associato
a concetti più generali
che includono, tra i beni culturali,
anche le “opere della natura”,
alle quali viene attribuito
il nome di “beni naturali”. Di
questi ultimi, quelli che si riferiscono
a corpi non viventi (di
tipo abiologico), sono oggi universalmente
noti come geositi
o geótopi: luoghi con una marcata
identità geologica, particolarmente
importanti per la conoscenza
dell’evoluzione della
Terra, la ricostruzione della storia
della Vita e dei cambiamenti
del clima. I geositi, tuttavia,
non hanno solo un valore conoscitivo,
ma possono essere presi
in considerazione anche per il
ADAMELLO BRENTA
1.2 I GEOPARChI: CONSERVAZIONE,
VALORIZZAZIONE, TUTELA
DEI BENI GEOLOGICI
loro valore economico, archeologico,
storico e culturale.
Attorno al tema della conoscenza
e della valorizzazione del patrimonio
naturale è nato, negli
ultimi anni, un dibattito scientifico
che ha fornito, in ambito
nazionale e internazionale, indicazioni
riguardo metodi e criteri
per il censimento, la conoscenza,
la conservazione, la valorizzazione
e la tutela dei beni della
natura.
Il patrimonio geologico
Il patrimonio naturale include, a
sua volta, il più specifico concetto
di patrimonio geologico
definibile come l’insieme delle
risorse naturali non rinnovabili
– formazioni e strutture geologiche,
forme del paesaggio, giacimenti
fossili e mineralogici –
di valore scientifico, culturale o
educativo, che permettono di riconoscere,
studiare e interpreta-
5
re l’evoluzione geologica della
Terra ed i processi che l’hanno
interessata, dalla formazione del
pianeta ad oggi. Ne consegue
che le istituzioni, di diverso ordine
e grado, devono impegnarsi
per difendere il patrimonio
geologico, poiché la sua compromissione
ed ancor più la sua
perdita deve considerarsi irreparabile.
È in tal senso che qualsiasi
forma di sviluppo e di occupazione
del suolo deve tenere
conto del valore e delle singolarità
di questo patrimonio. In
Europa l’associazione ProGeo
(European association for the
Conservation of the geological
heritage) opera per la conservazione
del ricco patrimonio geologico
del “vecchio continente”,
e a livello dei singoli Paesi promuove
iniziative a favore delle
politiche di conservazione e valorizzazione
del patrimonio geologico.
AdAmello BrentA GeopArk

La protezione dei geótopi
La geoconservazione, o protezione
dei geótopi, passa anzitutto
attraverso l’impegno nel
fornire al grande pubblico una
più vasta e migliore conoscenza
del valore e del significato
dei siti di interesse. La distruzione
del patrimonio geologico
e geomorfologico è talvolta
dovuta a semplice ignoranza.
A giudizio di numerose persone
la geologia e la geomorfologia
costituiscono un “qualche
cosa” di statico, indistruttibile
nel tempo perché “fatto di pietra”
e, per questo motivo, non
meritevole di una particolare
protezione. Si tratta dunque di
educare il pubblico alla visione
dinamica dell’involucro più
superficiale del globo terrestre
(litosfera) e delle mutevoli forme
del rilievo.
La formazione e la genesi della
litosfera sono legate a processi
complessi e remoti, non più
ripetibili, perlomeno in tempi
umanamente misurabili. Un
processo educativo di questo
tipo può essere avviato all’interno
di territori relativamente
estesi, ad esempio in un Geoparco,
dove la geologia e la geomorfologia
costituiscono un
patrimonio di così grande valore
da poter diventare l’oggetto
di una valorizzazione didattica
e turistica.
Infine, la conservazione dei beni
geologici è necessaria perché
un Geoparco fornisce una visione
d’assieme particolarmente significativa
sulla genesi del paesaggio
e dei processi all’origine
della sua formazione e trasformazione.
œ Al tramonto il Brenta si tinge di rosa.
AdAmello BrentA GeopArk
ADAMELLO BRENTA
UN GEOPARCO
è un’area, dai confini ben definiti, con un patrimonio geologico
e geomorfologico significativo e speciale per rarità, interesse
scientifico, richiamo estetico e valore educativo. La sua identità
è strettamente legata alla geologia, ma in un Geoparco sono importanti
anche il patrimonio naturale e quello culturale;
comprende più geositi, di interesse geologico, ma anche archeologico
e storico, oggetto di comuni azioni di valorizzazione;
valorizza il patrimonio geologico e geomorfologico, promuovendo
l’educazione ambientale, la formazione, l’incremento della ricerca
scientifica nelle varie discipline delle scienze della Terra e
una forma particolare di turismo sostenibile: il geoturismo;
tutela, attraverso una strategia coordinata di protezione, il patrimonio
geologico e geomorfologico attraverso innovative strategie
di conservazione che non escludono l’uomo dalla fruizione
dell’ambiente; senza l’integrità dei siti, che ne giustifica l’esistenza,
il Geoparco non esiste;
è gestito da una struttura manageriale coerente e strutturata, che
ha già adottato una strategia di sviluppo economico sostenibile
e durevole;
coinvolge gli abitanti, gli enti, le organizzazioni pubbliche e le
imprese nella gestione e valorizzazione dei siti geologici, mirando
al progresso economico locale;
migliora l’ambiente naturale e quindi la vita della gente che lo
abita.
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Partendo dal presupposto che la
componente geologica del paesaggio
è un libro aperto sulla storia
della Vita sulla Terra, si può
affermare che integrare la conoscenza,
la protezione e la valorizzazione
dei beni culturali con la
conoscenza, la protezione e la valorizzazione
del patrimonio geologico
può incoraggiare la valorizzazione
del paesaggio tout
court. Lo sviluppo delle relazioni
esistenti e potenziali fra patrimonio
geologico, paesaggio, risorse
naturali e culturali può favorire un
turismo a tema geologico, che si
integra con il concetto più generale
di turismo sostenibile. In presenza
di tematiche supplementari
quali, per esempio, gli aspetti geologici
e paesaggistici, i motivi di
attrazione e di frequentazione di
una regione a vocazione turistica
possono aumentare. L’obiettivo è
dunque quello di salvaguardare e
diffondere conoscenze non soltanto
sull’ambiente naturale, ma
anche sulle caratteristiche geografiche
e sulla combinazione tra
le risorse ambientali e umane che
definiscono l’identità dei diversi
territori.
Un Geoparco garantisce la conservazione
dell’ambiente e, nello
stesso tempo, favorisce uno sviluppo
socio-economico sostenibile.
Nuovi settori professionali e
fonti di reddito possono ad esempio
nascere, stimolando il tessuto
economico locale, nell’ambito del
geoturismo, in particolare attraverso
il turismo didattico. L’isti-
ADAMELLO BRENTA
1.3 IL GEOTURISMO
tuzione di un Geoparco porta
vantaggi alla conservazione della
natura e alla protezione del paesaggio
e incoraggia nuove opportunità
scientifiche e pedagogiche.
Dal punto di vista turistico, la
presenza di un Geoparco può potenziare
i flussi turistici nelle stagioni
intermedie della primavera
e dell’autunno. Le regioni turistiche
di montagna, già dotate di in-
Alpinismo in alta quota.
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frastrutture consolidate e sviluppate
(sentieri, impianti di risalita,
rifugi, alberghi, ristoranti) ben si
prestano a questo tipo di attività,
soprattutto se si attua un’efficace
messa in rete dei singoli geositi,
che possono così rappresentare
un’attrazione globale. Già in
questa fase, l’impiego del geosito
non solo con finalità scientifiche
ma anche economiche, induce a
AdAmello BrentA GeopArk

mettere in atto una serie di azioni
finalizzate alla sua conservazione,
non solo per motivi scientifici
(salvaguardia di un bene naturale
non più riproducibile), ma
anche per il mantenimento di una
fonte di reddito.
In conseguenza dello sviluppo di
questo fenomeno, che dà un valore
aggiunto alle località turistiche,
il territorio si apre ad una
nuova clientela. Accanto a persone
orientate per esempio verso
l’attività sportiva, le nuove offerte
potranno richiamare turisti
alla ricerca di aspetti culturali,
in virtù del fatto che il “geoturismo”
è una forma di turismo culturale.
Infrastrutture come centri
d’informazione, in combinazione
con altre attività e proposte – dalle
escursioni guidate alle serate
culturali, dai corsi di aggiornamento
al materiale didattico e informativo
– potranno diventare, a
medio termine, redditizie.
Gli elementi geologici diventano
“oggetti pedagogici” che attraggono
e le Scienze della Terra, attraverso
la promozione di iniziative
formative, si trasformano in
un’esperienza interessante da vivere
in vacanza, all’aria aperta.
Un Geoparco può essere un’attrazione
per le famiglie, le scuole, i
œ Alla scoperta del sentiero delle cascate.
† Escursionismo lungo il sentiero delle
Palette.
AdAmello BrentA GeopArk
ADAMELLO BRENTA
ricercatori e le persone interessate
all’ambiente e alla geologia.
Va ricordato, inoltre, che lo studio
del patrimonio geologico
migliora la comprensione delle
trasformazioni del paesaggio nel
tempo e nello spazio e la responsabilità
di ciascuno nei confronti
della natura.
L’istituzione dei geoparchi si dimostra,
in sintesi, il miglior modo
per conservare, valorizzare e tutelare
i beni geologici. Una recente
indagine effettuata tra i visitatori
del Geoparco della Foresta pietrificata
di Lesvos, in Grecia, ha
messo in evidenza che i geoparchi
sono lo strumento più appropriato
per aumentare la consapevolezza
del valore del patrimonio
geologico e che il buon funzionamento
di tali strutture garantisce
la protezione e la promozione dei
geositi e contribuisce in maniera
significativa allo sviluppo locale.
L’Isola di Lesvos rappresenta
uno degli esempi più clamorosi
dell’applicazione nella realtà delle
teorie sul geoturismo. Attorno
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all’originale idea di valorizzazione
della sua foresta pietrificata –
fenomeno geologico davvero affascinante
– questa isola sperduta
nell’Egeo ha avviato, alla fine
degli anni Novanta, uno sviluppo
turistico che oggi sta dando risultati
inaspettati.
Ma si potrebbero citare molti altri
esempi. Il Vulkaneifel Geopark,
che risiede in un’antica regione
vulcanica delle Germania
settentrionale (Rheinland-Pfalz),
è attivo dal 1988 e negli ultimi
anni è diventato la terza maggiore
attrazione turistica della Germania,
tanto importante che il
comprensorio, a seguito di un
referendum, ha cambiato denominazione
assumendo proprio
quella di Vulkaneifel. E anche
in Italia è interessante il caso del
Parco Naturale del Beigua, in Liguria,
Geoparco dal 2004, che su
questo tema sta orientando un’articolata
e innovativa offerta turistica,
candidata a diventare complementare,
o anche alternativa,
a quella tradizionale della costa.

Global Unesco Network of Geoparks
(Ggn)
Oggi molti Paesi considerano
la valorizzazione del patrimonio
geologico irrinunciabile non
solo dal punto di vista scientifico,
ma anche in riferimento alle
implicazioni di carattere socioeconomico.
In questo contesto e nell’ottica
di una valorizzazione del patrimonio
geologico, anche a fini
turistico-ricreativi, l’Unesco, a
partire dal 1998, ha lanciato un
programma denominato “Unesco
Geopark”. Tale programma,
che scaturisce da un’ampia
collaborazione tra diversi organismi
internazionali – quali la
Divisione Scienze della Terra
dell’Unesco, la Iugs (International
Union for Geological Sciences),
il Whc (World Heritage
Centre) sempre dell’Unesco, la
Mab (Rete Mondiale delle Riserve
della Biosfera) e l’Igcp
(International Geoscience Programme,
già International Geological
Correlation Programme)
– ha il duplice obiettivo di
incrementare il valore dei siti
che costituiscono una testimonianza
fondamentale della storia
geologica ed evolutiva della
Terra e di creare, con tali presupposti,
anche occasioni di sviluppo
socio-economico compatibile
a livello locale.
Il primo e più importante atto
di riconoscimento nei confronti
della tutela degli elementi geologici,
l’Unesco lo ha tuttavia
ADAMELLO BRENTA
1.4 LA RETE MONDIALE UNESCO
DEI GEOPARChI E LA RETE EUROPEA
La Presanella e le cime limitrofe viste dal Castelletto Inferiore.
adottato il 16 novembre 1972 a
Parigi, sottoscrivendo la “Convenzione
sulla protezione del
patrimonio culturale e naturale
mondiale”. Il documento comprendeva,
nella definizione di
“patrimonio naturale”, le seguenti
categorie:
• i monumenti naturali, costituiti
da formazioni fisiche e biologiche
oppure da gruppi di tali
formazioni, aventi valore universale,
di particolare pregio
estetico e scientifico;
• le formazioni geologiche e fisiografiche;
• i siti naturali oppure le zone
naturali, aventi valore universale,
eccezionale dal punto di
vista della scienza, della conservazione
o della bellezza
naturale.
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Il riconoscimento internazionale
“Unesco Geopark” è destinato
a quei territori aventi elementi
di grande pregio dal punto di
vista geologico in senso lato, nei
quali si attuano strategie di gestione
partecipate finalizzate alla
conservazione del patrimonio
geologico, contestualmente allo
svolgimento di attività di ricerca
e divulgazione scientifica, di
ricreazione turistica e di educazione
ambientale. Tali territori
costituiscono il Global Unesco
Network of Geoparks (Ggn), ufficializzato
nel febbraio del 2004
con la pubblicazione dei principi-guida
per i geoparchi che desiderano
il supporto dell’Unesco
(Unesco 2004, 2006). Questo documento
pone l’accento sul fatto
che i geoparchi devono esse-
AdAmello BrentA GeopArk

e chiaramente delimitati e che
la loro gestione deve essere basata
sulla legislazione nazionale
(quadro giuridico, finanziamento,
supporto logistico, protezione
del patrimonio geologico).
Esso rammenta inoltre che un
Geoparco integra un obiettivo
di conservazione del patrimonio
geologico e un obiettivo di promozione
economica durevole. In
questo senso i geoparchi partecipano
agli obiettivi dell’Agenda
21 adottata durante il Vertice
mondiale della Terra di Rio
de Janeiro del 1992. Si va quindi
oltre i principi della Convenzione
del 1972 sulla Protezione del
Patrimonio mondiale, mettendo
in evidenza le potenziali interazioni
fra sviluppo socio-economico
e conservazione del patrimonio
naturale.
La Rete mondiale Unesco dei
geoparchi comprende, attualmente,
54 geoparchi distribuiti
in 18 Paesi del mondo.
European Geoparks Network
(Egn)
Dal 2004 è confluita nella Rete
internazionale (Ggn) un’altra
iniziativa avviata a livello europeo:
l’European Geoparks Network
(Egn) attivata nel giugno
del 2000 nel quadro del programma
europeo Leader II C,
oggi rete di 34 territori di tutta
Europa che lavorano insieme
per conservare e valorizzare il
loro patrimonio geologico.
La Rete è stata creata da quattro
partner iniziali: la Riserva
Geologica della Haute-Provence
(Francia), il Museo di Storia
Naturale della Foresta Pietrificata
di Lesvos (Grecia), il
Geopark Gerolstein/Vulkaneifel
(Germania) e il Parco Culturale
Maestrazgo (Spagna). Que-
AdAmello BrentA GeopArk
ADAMELLO BRENTA
sta cooperazione è nata con due
obiettivi: la protezione del patrimonio
geologico e la promozione
di uno sviluppo economico
durevole basato su questo patrimonio.
Le attività della Rete sono basate
su una carta firmata nel giugno
2000 a Lesvos (Grecia).
Nell’aprile 2001, una convenzione
di collaborazione è stata
sottoscritta dalla Divisione delle
Scienze della Terra dell’Unesco
(Unesco/Egn 2001) e la Rete
è stata posta sotto il patronato
dell’Unesco. La sede della Rete
è a Digne-les-Bains, nella Riserva
Geologica della Haute-
Provence.
Lo studio, l’analisi e la valorizzazione
dei paesaggi geologici e
dei geositi condotti dall’Egn si
propongono come uno strumento
nuovo per la lettura del territorio,
in quanto permettono di scoprire
e comprendere in pieno la
valenza di quel “Patrimonio”, al
fine sia di consentirne ed indirizzarne
la fruibilità che di tutelarne
e salvaguardarne l’integrità. E la
fruibilità, se piena e corretta, è sia
strumento di conservazione, tutela
e salvaguardia che motore straordinario
di sviluppo sostenibile,
reale e concreto.
L’Italia conta cinque geoparchi
che fanno parte dell’Egn e
del Ggn: il Parco delle Madonie,
in Sicilia, il Parco del Beigua,
in Liguria, il Parco geominerario
della Sardegna, il Parco
Rocca di Cerere e, ultimo in ordine
di tempo, il Parco Naturale
Adamello Brenta.
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ADAMELLO BRENTA
I GEOPARChI DELL’EGN
1. Réserve Geologique de haute
Provence - Francia
Trecento milioni di anni di storia della
Terra, unitamente a molte altre curiosità
naturali e architettoniche in
uno stupendo paesaggio.
2. Vulkaneifel European Geopark
- Germania
Un eccitante viaggio attraverso un
paesaggio costellato di crateri colmi
d’acqua, coni vulcanici e pareti
spettacolari.
3. The Petrified Forest of Lesvos
- Grecia
Un’antica foresta pietrificata di 20
milioni di anni posta nella bellezza
selvaggia di un paesaggio vulcanico.
4. Maestrazgo Cultural Park -
Spagna
Posti selvaggi, estesi panorami, paesaggi
accoglienti e superfici dove
hanno vagabondato i dinosauri.
5. Psiloritis Natural Park - Grecia
Una roccia brulla piena di vita, un
posto dove i segreti della vita e della
natura sono stati preservati per
centinaia di secoli.
6. Geo and Nature Park TerraVita
- Germania
Viaggio nella registrazione quasi
intatta di circa trecento milioni di
anni della storia terrestre, meravigliandosi
di fronte alle impronte di
dinosauro e visitando una miniera
di carbone del XIX secolo.
7. Copper Coast Geopark - Irlanda
Una storia catturata nella pietra e un
ricco patrimonio culturale con dolmi
neolitici, forti dell’età del ferro e
i resti di chiese medioevali.
8. Marble Arch Caves European
Geopark - Irlanda del Nord, UK
Una delle più belle grotte visitabi-
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li d’Europa, caratterizzata da passaggi
formati da tre fiumi che si
inabissano sottoterra sui pendii
del Cuilcagh Mountain.
9. Parco Naturale delle Madonie
- Italia
Un ricco patrimonio geologico con
spettacolari affioramenti rocciosi, un
mondo ancora inesplorato di grotte e
un paesaggio mitico molto amato.
10. Rocca di Cerere - Italia
Nel cuore della Sicilia, un esteso altipiano
gessoso solfifero, con rocce di
formazione evaporitica, racconta la
storia delle genti che da sempre vi vivono.
Dalle coltri dei sali l’uomo ha
estratto il gesso, lo zolfo, il salgemma
e i sali di potassio.
AdAmello BrentA GeopArk
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AdAmello BrentA GeopArk
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ADAMELLO BRENTA
11. Nature Park Steirische Eisenwurzen
- Austria
Viaggio verso le origini delle Alpi
in un terreno dove, ancor’oggi,
i processi geologici stanno cambiando
lentamente ma costantemente
il paesaggio.
12. Nature Park Bergstrasse
Odenwald - Germania
Tra graniti e arenarie alla scoperta
della storia della Terra, della natura,
dell’uomo e della cultura conoscendo
i processi dinamici del nostro
pianeta.
13. North Pennines: an Area of
Outstanding Natural Beauty - Inghilterra,
Uk
Un altopiano con scogliere emozionanti,
cascate spettacolari, caratteristici
paesaggi agricoli e minerari,
prati montani.
14. Geopark du Luberon - Francia
Un Geoparco caratterizzato da
un’eccezionale fossilizzazione, paesaggi
inusuali e una storia di sfruttamento
minerario.
15. The North West highlands
Geopark – Scozia, Uk
Il paesaggio irregolare e roccioso
caratterizzato da centinaia di piccoli
laghi è alla base di rocce che hanno
tre miliardi di anni.
16. The Geopark Schwabian Albs
- Germania
Uno splendido paesaggio, famoso
per la sua sequenza risalente al Giurassico
con la sua straordinaria ricchezza
di fossili, le più alte densità
di grotte della Germania e un cratere
meteorico ben preservato.
17. The Geopark harz Braunschweiger
Land Ostfalen - Germania
Il Geoparco ospita le Montagne
Harz, una popolare meta turistica,
con una storia di mille anni e il “Miglio
geologico classico” vicino alla
pittoresca città di Goslar.
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ADAMELLO BRENTA
18. Geopark Mecklenburgische
Eiszeitlandschaft - Germania
Un paesaggio giovane dove le tracce
dell’ultima era glaciale possono
essere trovate in vasti prati, numerosi
laghi, colline, brughiere ed
enormi blocchi erratici di rocce portate
dal ghiaccio.
19. hateg Country Dinosaurs Geopark
- Romania
Uno dei più bei paesaggi della Romania
caratterizzato da aree con
fossili di dinosauri nani. Il Geoparco
ospita inoltre la capitale della
provincia romana della Dacia.
20. Parco del Beigua - Italia
Oltre che per il suo importante patrimonio
geologico, il Geoparco è
anche noto per la ricchezza di uccelli,
piante ed enigmatiche iscrizioni
rupestri dell’Età della pietra.
21. Fforest Fawr Geopark – Galles,
Uk
Un Geoparco all’interno del Brecon
Beacons National Park, il Fforest
Fawr presenta, all’interno del
suo spettacolare scenario montano
che racconta 480 milioni di anni
di storia della terra, fantastiche cascate,
numerosi resti archeologici e
l’eredità di più di 2 secoli di attività
industriale.
22. Bohemian Paradise Geopark -
Repubblica Ceca
I visitatori saranno impressionati
dall’ampia varietà di monumenti
naturali e storici. Valli profonde,
gole, colline vulcaniche e le famose
“città di roccia” arenaria sono le caratteristiche
principali di questo paesaggio
romantico.
23. Cabo de Gata-Nijar National
Park - Spagna
Un paesaggio sub-desertico con una
storia spettacolare di attività vulcanica
ed un sistema di mulini a vento,
turbine, pozzi e cisterne per l’estrazione
e lo stoccaggio di acqua.
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24. Naturtejo Geopark - Portogallo
Un geoparco con straordinari paesaggi
ed un meraviglioso patrimonio
geologico, minerario e culturale.
25. Sierras Subbeticas Natural
Park - Spagna
Uno dei più suggestivi paesaggi della
Spagna, offre ottimi accessi alla
geologia delle montagne di Betic.
La Grotta dei Pipistrelli, una delle
700 grotte rilevate, contiene pitture
e resti paleontologici ed archeologici.
26. Sobrarbe Geopark - Spagna
Un paesaggio accidentato con un
clima mite ed un patrimonio naturale
e culturale ricco ed unico. La
struttura dei Pirenei presenta una
varietà di ambienti geologici all’interno
di un piccolo territorio.
27. Gea Norvegica Geopark -
Norvegia
Un paesaggio glaciale con superfici
rocciose naturali levigate, che raccontano
1,5 miliardi di anni di storia
della Terra. Il forte legame tra
geologia, storia naturale, insediamento
umano, agricoltura, industria
e cultura è molto ben espresso da
questo Geoparco.
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AdAmello BrentA GeopArk

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AdAmello BrentA GeopArk
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ADAMELLO BRENTA
28. Sardinia Geominerario Park - Italia
Un meraviglioso paesaggio montuoso con un’eccezionale diversità
geologica, biologica e culturale. Il Geoparco contiene diverse sorgenti
idrotermali, un importante sito della prima Età del ferro ed i
resti di otto città medioevali.
29. Papuk Geopark – Croazia
Nella Slavonia orientale. Un meraviglioso paesaggio montuoso
con una eccezionale diversità geologica, biologica e culturale. Il
Geoparco contiene diverse sorgenti idrotermali, un importante sito
della prima Età del Ferro ed i resti di otto città medioveali.
30. Lochaber Geopark – Scozia, Uk
Promossa “città all’aperto del Regno Unito”, la geologia di
quest’area può essere sintetizzata da tre semplici temi: montagne,
fuoco e ghiaccio.
31. The English Riviera Geopark - Ingliterra, Uk
Il primo Geoparco urbano in Europa, offre un incredibile esempio
della dominante influenza della geologia sulla storia e dello sviluppo
di un’area, dai primi residenti nelle caverne di Kent al turismo
di oggi.
32. Adamello Brenta Nature Park - Italia
Le fondamentali differenze tra la storia geologica del massiccio
vulcanico dell’Adamello-Presanella e il gruppo delle Dolomiti di
Brenta hanno creato un paesaggio altamente variegato con distinte
storie naturali.
33. Geo Mon - Galles, Uk
Nella più grande delle isole del Galles, un viaggio attraverso il tempo
guidati da rocce che ancora oggi nascondono agli studiosi la loro
storia
34. Arouca Geopark, Portogallo
Un territorio di eccezione, un sito unico al mondo per la presenza
di importanti fossili: i trilobiti.
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33 34

Il territorio dell’Adamello Brenta
Geopark (Abg) è un’area di straordinario
interesse e valore geologico-ambientale,
entro cui trovano
spettacolare espressione numerose
fenomenologie geologiche.
I molteplici siti ad elevata valenza
geologica, intesa nel suo significato
più ampio, comprensivo cioè
del valore scientifico, dell’esemplarità
didattica e dell’importanza
storica e culturale, rappresentano
le emergenze più significative di
un patrimonio di grande pregio
che il Geoparco si propone di valorizzare
e tutelare attraverso lo
sviluppo di forme congrue e sostenibili
di geoturismo.
Già nel 1999, con l’approvazione
del Piano del Parco, il Parco
Naturale Adamello Brenta
ha affermato l’intenzione di voler
promuovere la ricerca scientifica,
anche nel campo della
geologia e della geomorfologia,
sottolineando l’importanza del
censimento dei geositi e dei geomorfositi,
indicati come “monumenti
naturali”, e della divulgazione
degli studi relativi.
In linea con questo indirizzo, nel
2005, nell’ambito del percorso di
adesione alla Carta europea del
turismo sostenibile, è nata la proposta
di candidatura come European
e Global Unesco Geopark.
L’iniziativa prese subito forma
con l’inserimento del progetto di
candidatura nella variante al Programma
annuale di gestione del
2006, approvato con la deliberazione
della Giunta della Provin-
ADAMELLO BRENTA
1.5 ADAMELLO BRENTA GEOPARK:
PERChé?
Le cascate di Vallesinella di Mezzo.
cia Autonoma di Trento n. 1729
del 18 agosto 2006.
Sotto questo profilo è importante
sottolineare la forte condivisione
del Parco agli obiettivi
della Egn, quali:
• la cooperazione per tutelare il
patrimonio geologico;
• l’incoraggiamento, a livello
locale, dello sviluppo sostenibile
attraverso la valorizzazione
di un’immagine generale
collegata al patrimonio geologico
(da tempo il Parco è impegnato
nello sviluppo di un
turismo sostenibile testimoniato
proprio dall’adozione della
Carta europea del turismo sostenibile
nel 2006);
• la promozione di iniziative
di geoturismo per incrementare
l’educazione ambientale,
lo sviluppo e la divulgazione
della ricerca scientifica nelle
15
varie discipline delle Scienze
della Terra. In questa direzione,
da tempo, il Parco
Naturale Adamello Brenta organizza,
nell’ambito della valorizzazione
del patrimonio
naturale, anche azioni di promozione
specificatamente dedicate
ai temi geologici-geomorfologici.
Esempio ne sono
alcune iniziative inserite nel
programma di attività estive
“Un’estate da Parco”.
Inoltre, essere diventati Abg significa
poter proseguire e migliorare
la collaborazione con
le realtà locali, che partecipando
alla definizione delle misure
di valorizzazione del Geoparco
possono rinnovare l’antico
legame che le unisce al territorio.
Da sempre, infatti, la struttura
geologica tipica del paesaggio
di montagna caratterizza e con-
AdAmello BrentA GeopArk

diziona lo stile di vita della popolazione
residente.
Ancora, nell’ambito dell’azione
di ricerca che la Rete Europea
e Mondiale dei Geoparchi richiede,
c’è la possibilità di consolidare
le collaborazioni con il
Museo Tridentino di Scienze Naturali,
il Servizio Geologico della
Provincia Autonoma di Tren-
L’ITER DI CANDIDATURA
AdAmello BrentA GeopArk
ADAMELLO BRENTA
to, le università, gli istituti e le
fondazioni di ricerca. Diventare
il nodo di una rete internazionale
costituisce, altresì, un’opportunità
di crescita, condividendo
e confrontando le esperienze e le
conoscenze di tutti i componenti
che potranno, insieme, aderire
a progetti comuni finanziati con
fondi europei.
marzo-dicembre 2006
Predisposizione del Dossier di candidatura in collaborazione
con il Museo Tridentino di Scienze Naturali e il Servizio Geologico
della Provincia Autonoma di Trento.
Il dossier di candidatura contiene: informazioni sull’identificazione
della zona candidata; una descrizione scientifica della
stessa; le motivazioni della candidatura; l’illustrazione della situazione
economica del territorio e l’indicazione dei settori di
attività esistenti; la presentazione della politica di sviluppo sostenibile
adottata dal Parco, comprensiva delle azioni per il geoturismo
in questo contesto.
Organizzazione di diversi incontri pubblici con amministratori,
enti e associazioni locali per condividere il Progetto “Geopark”
e raccolta delle lettere, sottoscritte dai soggetti territoriali, a sostegno
della candidatura.
marzo 2007
Presentazione della richiesta formale di candidatura all’Unità di
coordinamento in Francia, accompagnata dal Dossier di candidatura
e dalle lettere di supporto sottoscritte da parte dei comuni,
degli enti turistici e culturali del territorio.
aprile 2007
Egn Meeting presso il Vulkaneifel Geopark in Germania con valutazione
del Dossier di candidatura e la richiesta di alcune integrazioni.
settembre 2007
Egn Meeting presso il North West Highland Geopark con valutazione
positiva della documentazione integrativa.
27-28 marzo 2008:
Visita dei valutatori Prof Nickolas Zouros e Dr Heinz Kollman
22-26 giugno 2008
Conferenza Mondiale dei Geoparchi presso il TerraVita Geopark
e consegna del riconoscimento ufficiale come Geoparco
Europeo e Mondiale Unesco.
16
Il Geoparco come occasione
per fare rete
Il Parco Naturale Adamello
Brenta è da sempre impegnato
nella costruzione di sinergie
con enti, istituzioni e aree protette
unite dal comune obiettivo
della tutela ambientale, seguendo
il principio “agire localmente,
pensare globalmente”.
Storicamente, in ambito nazionale,
partecipa attivamente all’attività
di Federparchi e a livello
internazionale alla Rete Alpina
delle aree protette (Alparc) di
cui è capofila del gruppo di lavoro
“Grandi carnivori”.
Il Parco opera seguendo una logica
di partecipazione, intesa
come condivisione e concertazione
con tutti gli attori istituzionali
e non che operano sul
territorio, ma anche come capacità
di partecipare e dialogare al
di fuori dei propri confini, contribuendo
a tessere reti e alleanze
strategiche per una politica
ambientale globale. È proprio in
questa prospettiva che va letta la
decisione del Parco di diventare
anche Adamello Brenta Geopark:
il fatto di entrare a far parte
di una rete europea non può
che aumentare le possibilità di
scambio di esperienze fra realtà
diverse, ma simili per obiettivi e
principi, con l’ulteriore opportunità
di scoprire o creare insieme
dei modelli di gestione, protezione
e valorizzazione del patrimonio
geologico esportabili da
un geoparco all’altro.
Un esempio di questo “modus
operandi” è la recente esperienza
della Carta europea del turismo
sostenibile (Cets), che ha portato
alla definizione di una strategia
di sviluppo turistico concertata
con gli operatori e i comuni
del Parco. La Cets rappresente-

ebbe uno strumento fondamentale
anche per i geoparchi, che
nelle linee guida si rifanno proprio
ai principi della Carta stessa:
a questo proposito il Parco
potrebbe farsi promotore di un
incoraggiamento, all’interno della
Egn, per la candidatura di altri
parchi all’adesione alla Cets.
Un’altra importante “rete” potrebbe
essere costituita dai Geoparchi
Europei che si trovano in Italia,
attualmente cinque: Beigua Geopark,
Madonie Geopark, Rocca
di Cerere Geopark, Parco Geominerario
della Sardegna e Adamello
Brenta Geopark. L’Abg si attiverà
per promuovere questa rete
italiana ed istituire un coordinamento
nazionale dei geoparchi.
In questo modo i nuovi candidati
alla Egn potrebbero avere un riferimento
e un valido appoggio per
le loro candidature.
L’Abg è impegnato, inoltre, nel
tessere rapporti di collaborazione
e definizione di strategie comuni
all’interno del World Heritage Site
(WHS) “Dolomiti”, lavorando ad
una possibile costituzione di una
rete tra i parchi dolomitici candidati
alla lista del patrimonio mondiale
naturale Unesco. Il Piano di
azione che accompagna la valorizzazione
dell’Adamello Brenta Geopark
rappresenta infatti una prima
applicazione concertata del Piano
di Gestione del “Bene Dolomiti”.
Un ultimo aspetto, ma non meno
importante, sempre in prospettiva
di allargare i propri orizzonti,
riguarda il fatto che l’Abg si farà
promotore, presso il Parco Regionale
dell’Adamello, della presentazione
di una nuova e comune
candidatura alla Egn che comprenda
l’area dell’Abg e dell’intero
Parco Regionale dell’Adamello.
In questo modo si potranno
mettere in comune strategie di ge-
ADAMELLO BRENTA
stione e valorizzazione del patrimonio
geologico e così arricchir-
17
si reciprocamente dello scambio
di esperienze e know-how.
GEOPARCO: UN VALORE AGGIUNTO PER IL PNAB
Un tema molto importante riguarda l’identità dell’Adamello Brenta
Geopark e il suo rapporto con l’identità del Parco Naturale esistente.
Dall’esperienza di altri parchi naturali/geoparchi sembra che si
possa correre il rischio di uno sdoppiamento, con l’immagine
del geoparco che può in alcuni casi “disturbare” o addirittura sopraffare
quella del parco naturale.
Nel caso specifico, è fuori dubbio che il Parco Adamello Brenta
parte da un’identità molto marcata come parco naturale, con una
storia ventennale alle spalle e un ruolo ormai acquisito nel contesto
sociale, ambientale e culturale. Tuttavia occorre evitare l’ambiguità
dell’attribuzione al Geoparco di un’immagine autonoma,
soprattutto per non indurre qualcuno nell’errore di credere nell’esistenza
di due enti di gestione o persone giuridiche differenti.
La denominazione ufficiale di Adamello Brenta Geopark dovrà
quindi essere veicolata sempre in combinazione con il prioritario
Parco Naturale Adamello Brenta, favorendo quanto più possibile
la fusione delle due denominazioni “Parco Naturale Abg”
in cui “Adamello Brenta” appartiene contemporaneamente al
Parco Naturale e al Geoparco. Raramente, e solo nei casi di necessità
(per esempio in documenti, relazioni, report etc. che riguardano
strettamente l’attività del Geoparco) verrà utilizzata la
denominazione Adamello Brenta Geopark in modo autonomo.
Se dal punto di vista formale il Geoparco ha durata quadriennale,
a scadenza della quale la Commissione valutatrice può rinnovare
o revocare il riconoscimento, la sua identità geologica non è una
condizione a termine, ma è a tempo indeterminato, indissolubilmente
legata, oggi come domani, a quella del Parco Naturale.
La cima del Carè Alto.
AdAmello BrentA GeopArk

AdAmello BrentA GeopArk
ADAMELLO BRENTA
2. LA GEODIVERSITÀ NEL PARCO
NATURALE ADAMELLO BRENTA
18

L’Adamello Brenta Geopark
è situato nelle Alpi Retiche.
All’interno dei suoi confini sono
compresi la porzione trentina
del Gruppo dell’Adamello-Presanella
e l’intero Gruppo delle
Dolomiti di Brenta.
Il territorio del Geoparco, oltre
a racchiudere l’intera area protetta
del Parco Naturale Adamello
Brenta, comprende anche ampi
settori periferici appartenenti
ai due massicci montuosi principali.
Il territorio così considerato
raggiunge l’estensione di
114.645,62 ettari, ampliando in
modo considerevole l’area già
Il laghetto del Mandrone e le Lobbie.
ADAMELLO BRENTA
2.1 INQUADRAMENTO GEOGRAFICO
tutelata del Parco Naturale Adamello
Brenta.
Se i confini “amministrativi”
del Geoparco appaiono alquanto
sfrangiati, seguendo il perimetro
esterno dei 39 comuni appartenenti
al Parco Naturale Adamello
Brenta, quelli fisico-geografici
seguono alcuni elementi morfologici
e strutturali ben definiti,
rappresentati dalle principali
vallate dell’area protetta. Le valli
ricalcano gli elementi strutturali
che hanno guidato la genesi
di questo territorio posto all’intersezione
della Linea delle Giudicarie.
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Val Rendena
Adamello -
Presanella
Scisti di Rendena
Graniti e tonaliti
Calcari e dolomie
Linea delle Giudicarie
Dolomiti
di Brenta
AdAmello BrentA GeopArk

Il Pian della Nana.
I limiti nord-orientali del Geoparco
sono costituiti dai due importanti
solchi vallivi percorsi dal
torrente Noce, uno dei principali
affluenti del fiume Adige. Si tratta
della Val di Sole, che dai 1880 m
di altitudine del Passo del Tonale
scende con orientamento est-ovest
fino alla stretta di Mostizzolo (594
m s.l.m.), e della Val di Non che
chiude verso est la porzione nordorientale
delle Dolomiti di Brenta.
I confini sud-orientali sono invece
delimitati dalla depressione,
con orientamento nord-sud, che
ospita il lago di Molveno e dalle
Valli Giudicarie Superiori, solcate
in questo tratto est-ovest dal
fiume Sarca, mentre la parte sudoccidentale
è chiusa dalla Val di
Fumo e dalla Valle di Daone.
Infine, il limite occidentale del
Geoparco corrisponde al crinale
nord-sud che separa la Val di Fumo
dalla Valle di Adamé e coincide
con i confini amministrativi
della Provincia Autonoma di
Trento e del Parco Naturale Adamello
Brenta.
Importanti gruppi montuosi circondano
il territorio dell’Abg.
I principali sono: l’imponente
Gruppo dell’Ortles-Cevedale
AdAmello BrentA GeopArk
ADAMELLO BRENTA
che si affaccia sul versante sinistro
della Val di Sole e la Catena
Paganella-Monte Gazza a est.
Il territorio del Geoparco è contraddistinto
da una morfologia
montuosa con dorsali separate da
profonde incisioni, che confluiscono
nelle vallate principali. Ne
è un esempio la Val Rendena, che
con il suo andamento da nord-est
a sud-ovest separa due “mondi”
geologici e geomorfologici contrapposti
l’uno all’altro: l’Adamello-Presanella
e le Dolomiti
di Brenta, solcati, a loro volta, da
selvagge valli tributarie confluenti
come la Val di Borzago, la Val
di San Valentino, la Val Genova,
la Val Brenta e Valagola. Numerose
sono le cime che superano
i 3000 m, tra queste spiccano, a
ovest, Cima Presanella, che con i
suoi 3558 m è la vetta più elevata
del Geoparco, il Crozzon di Lares
(3406 m), il Caré Alto (3463 m)
e, a est, nelle Dolomiti di Brenta,
Cima Tosa (3159 m), Cima Brenta
(3150 m) e il Crozzon di Brenta
(3135 m).
Alle numerose guglie e creste
che dominano il cuore dei massicci
del Brenta e dell’Adamello-
Presanella si contrappongono le
20
forme dolci e ondulate dei ripiani
morfologici della Val di Non, del
Bleggio e del Banale che bordano,
a est e a sud-est, il Geoparco.
Dal cuore dei due massicci montuosi
nasce il fiume Sarca, originato
dall’unione dei rami di
Nambrone, Genova e Nambino,
alimentati dai ghiacciai dell’Adamello-Presanella,
e dal ramo di
Vallesinella, che sgorga dalle
sorgenti carsiche del Brenta.
Il Sarca, immissario del Lago di
Garda, prima di immettersi nel più
grande specchio d’acqua italiano,
percorre l’intera Val Rendena e,
giunto in corrispondenza della
conca di Tione, cambia direzione
verso est, scorrendo in una profonda
e sinuosa forra, allo sbocco della
quale prosegue il suo corso verso
sud, nella Valle del Sarca, fino
a Torbole sul Garda dove termina
il suo corso. Dalla Vedretta di
Fumo, saldata al Ghiacciaio della
Lobbia, nasce il Fiume Chiese,
il secondo, per importanza, della
zona, che prima di immettersi nel
lago d’Idro, alcune decine di chilometri
più a sud, attraversa la Val
di Fumo e la Val di Daone.
Il Geoparco racchiude un’area
estremamente articolata e diversificata,
il cui cuore è racchiuso
nella spettacolare unicità dei
paesaggi delle alte quote e nella
marcata diversità geologica e
geomorfologia dei due massicci
montuosi – il Brenta e l’Adamello-Presanella
– che la dominano.
Nelle peculiarità e specificità dei
settori posti al loro margine si ritrovano
invece elementi distintivi
e caratterizzanti, che in passato
hanno influenzato in modo determinante
la vita delle genti di queste
terre, ribadendo l’indissolubile
legame tra le azioni dell’uomo
e il contesto geologico-ambientale
in cui esse si inseriscono.

Il territorio dell’Adamello Brenta
Geopark occupa una zona molto
importante, dal punto di vista geologico,
del Trentino nord-occidentale,
caratterizzata dal raccordo
di tre segmenti del Lineamento
Periadriatico o Linea Insubrica, la
grande faglia che separa le Alpi
settentrionali (Austroalpino) dalle
Alpi Meridionali (Sudalpino).
In questo settore le Alpi Meridionali
sono suddivise in due blocchi
distinti caratterizzati da litologie
contrastanti e delimitati dal
sistema di faglie delle Giudicarie
Sud e del Sabion. Nel blocco
orientale, ribassato, sono esposte
le coperture mesozoiche delle
Dolomiti di Brenta. Nel blocco
Paesaggio del Gruppo di Brenta.
ADAMELLO BRENTA
2.2 LA GEOLOGIA
occidentale, sollevato, affiorano
invece le rocce magmatiche del
Batolite dell’Adamello, con i plutoni
oligocenici della Presanella
e di Nambrone, il basamento metamorfico,
alcuni corpi intrusivi
permiani e limitate scaglie della
originaria copertura permo-triassica.
Il settore del Brenta
Le unità più antiche del settore
orientale del Geoparco sono
rappresentate da depositi vulcanico-sedimentari
del Permiano
inferiore, costituiti da lave,
ignimbriti e piroclastiti, con intercalazioni
di depositi fluviali e
lacustri, interpretati come i pro-
21
dotti di riempimento di un ampio
bacino localizzato nei pressi di
Tione. Generalmente la percentuale
dei depositi fluvio-lacustri
aumenta progressivamente verso
nord, raggiungendo il culmine
nella zona di Massimeno.
Complessivamente, la successione
vulcanica del Permiano inferiore
affiorante in Val Rendena
può essere suddivisa in un’unità
inferiore, costituita da lave e piroclastiti,
e un’unità superiore, in
cui prevalgono le ignimbriti.
A questa successione fanno seguito
conglomerati e arenarie (depositi
clastici) del Permiano superiore
(Verrucano lombardo e Arenaria
di Val Gardena) anch’essi ben
AdAmello BrentA GeopArk

esposti nel settore sud-occidentale
del Brenta (Massimeno e Malga
Plan, Val d’Algone tra Malga
Movlina e Malga Stablei).
Le unità del Triassico inferiore e
medio sono rappresentate principalmente
nelle zone occidentali
(Val Rendena) e sud occidentali.
Si ricorda la Formazione di Werfen
ben visibile nei pressi di Ragoli
e in Val d’Algone (a sud di Malga
Stablei) e il Conglomerato di Richthofen
affiorante in Val Perse.
Nella zona di Tione sono ben
rappresentate unità di mare profondo
come il Calcare di Prezzo,
una formazione rappresentata
da calcari a grana fine, scuri,
con impronte di ammoniti (Cima
Durmont) e sottili intercalazioni
di argille marnose grigio-verdi o
giallognole di origine vulcanica
(Formazione di Buchenstein).
Le successioni sedimentarie del
settore centrale del Gruppo di
Brenta poggiano su formazioni
del Triassico medio, sulla Formazione
del Contrin e sulla Formazione
dello Sciliar. Queste
formazioni costituiscono una successione
di dolomie di età Anisico
superiore-Ladinico, ben esposte
nelle pareti del settore interno
del Gruppo di Brenta (Val Brenta
Alta, Rifugio Casinei, Val Perse).
AdAmello BrentA GeopArk
ADAMELLO BRENTA
Al di sopra di esse, nel settore del
Brenta Centrale (Val Brenta Alta,
Rifugio Brentei e Val Perse)
una successione di circa un centinaio
di metri di dolomie e calcari
dolomitici selciosi è stata riferita
alla Formazione di Breno di
età Triassico superiore.
Segue, in successione stratigrafica,
la Dolomia Principale, una tipica
formazione di piattaforma carbonatica
costituita da una monotona
successione di strati dolomitici dal
tipico aspetto laminato. Si tratta
della formazione più diffusa nelle
Dolomiti di Brenta, che da questo
tipo di roccia prendono il nome.
In essa sono modellate le cime più
conosciute del gruppo montuoso:
Cima Brenta, Cima Tosa e il Grostè.
Sui versanti di queste vette risultano
molto evidenti le ripetizioni
regolari degli strati, ma anche
ampie e spettacolari vallate come
la Val di Tovel, la Val delle Seghe
e la Val Brenta Alta.
Alla Dolomia Principale si sovrappone
il Calcare di Zu (Val
delle Seghe, Val d’Ambiez, Rifugio
Grostè, pareti del Turrion
Basso, della Pietra Grande, del
Croz dell’Altissimo, Val d’Ambiez,
Val Ceda). Spesso questi sedimenti
sono ricchissimi di fossili
di bivalvi e coralli, ben visibili,
22
ad esempio, presso il “cimitero
dei fossili” a nord-ovest del Rifugio
“Al Cacciatore” in alta Val
d’Ambiez, ricchissimo giacimento
di bivalvi Megalodonti di dimensioni
talvolta ragguardevoli.
A seguire troviamo il Gruppo dei
Calcari Grigi, un’unità di piattaforma
carbonatica tra le più classiche
del Giurassico inferiore delle
Alpi meridionali, che si è depositata
sotto il controllo di eventi
tettonici distensivi. In questo periodo,
infatti, nel Trentino centro-occidentale
erano attive una
serie di grandi faglie subverticali
orientate da nord a ovest che,
con il loro movimento, hanno determinato
il progressivo abbassamento
delle aree poste più a occidente.
Durante il Giurassico il
Gruppo di Brenta era caratterizzato
da un’articolata paleogeografia
contraddistinta da zone di mare
poco profondo alternate a settori
dalle acque più profonde. In questo
particolare contesto ambien-
∑ Particolare delle rocce di dolomia.
œ Il Monte Peller.
† Il “cimitero dei fossili” in Val d’Ambiez.

tale si sono formate unità tipiche
delle Dolomiti di Brenta come il
Membro di Stenico (Formazione
di Monte Zugna dei Calcari Grigi)
costituito da calcari formati
da frammenti di gusci di organismi
marini (gasteropodi, bivalvi,
spugne, coralli) e ooliti che rappresentano
i depositi accumulatisi
sul bordo della piattaforma carbonatica
esposto al mare aperto.
Un altro esempio è rappresentato
dal Membro di Tovel (Formazione
di Rotzo dei Calcari Grigi) presente
solo nel settore del Brenta
che si affaccia sulla Valle di Tovel
fino alla Valle del Sarca.
Sopra ai Calcari Grigi si è depositata
l’Oolite di S.Vigilio che precede
il definitivo affondamento
della piattaforma in zone di mare
più profondo, testimoniate dai
sovrastanti calcari del Rosso Ammonitico
Veronese e della Maiolica.
Anche l’Oolite di San Vigilio,
costituita in prevalenza da sabbie
cementate di colore rossastro ricche
di crinoidi, mostra aspetti così
peculiari nel settore nord del
Brenta che a lungo è stata chiamata
Encrinite del Peller. Al suo interno
sono molto abbondanti i resti
fossili di brachiopodi, alcuni di
essi come la Rhynchonella pellerii
sono tipici del Brenta, e si trovano
concentrati in lenti discontinue
(Val Formiga) in associazione
con bivalvi ed ammoniti.
L’instabilità tettonica di questo
settore tra Giurassico e Cretacico
è magnificamente illustrata
dalle imponenti nicchie di frana
sottomarina fossilizzate nel settore
del Monte Peller-Sasso Rosso
e dai grandi accumuli di materiale
franato nelle profondità
marine. In vari settori del Brenta
sono visibili i corpi di queste
antiche frane sottomarine, rappresentati
da accumuli di brecce
ADAMELLO BRENTA
a grandi blocchi intercalati nella
Scaglia Rossa. Essi possono raggiungere
decine di metri di spessore
(50 m nei pressi del Castello
di Stenico). I franamenti sono
stati innescati dai movimenti avvenuti
lungo le scarpate di faglia
della linea Ballino-Garda e della
Linea del Monte Valandro e
Monte Ghirlo, che hanno provocato
il progressivo sprofondamento
del settore occidentale
del Brenta rispetto al blocco
orientale. Grandi fratture apertesi
nel substrato roccioso sono
state riempite dal materiale franato,
in buona parte costituito da
Scaglia Rossa. Si sono così formati
i filoni sedimentari che tagliano
gli strati dei Calcari Grigi
per alcune decine di metri.
Uno dei più imponenti e spettacolari
è il filone dei Marugini (a
nord-est del Castello dei Camosci),
dove il corpo di megabrecce
cretacee raggiunge uno spessore
di circa 250 m.
Un altro deposito sedimentario
del tutto peculiare testimonia le
prime fasi del sollevamento della
catena alpina in questo settore.
Si tratta della Formazione di
Valagola, ben visibile sul versante
sinistro dell’omonima val-
23
le. Appare come una successione
di conglomerati e arenarie direttamente
sovrapposta a pochi metri
di Scaglia. Si è formata per l’accumulo
di sabbie e ciottoli erosi e
trasportati sul fondale marino dalle
correnti durante le fasi iniziali
di sollevamento della Alpi avvenuto
oltre 50 milioni di anni fa.
Il settore dell’Adamello
Nel settore dell’Adamello (Val
Rendena), le rocce più antiche
sono rappresentate dal basamento
metamorfico Sudalpino costituito
dagli Scisti di Rendena che affiorano
diffusamente in Val Borzago,
in bassa Val Rendena e in minor
misura in Val Siniciaga.
Si tratta di micascisti, paragneiss
nodulari e filladi con intercalazioni
di ortogneiss acidi di età
compresa tra i 439 e i 470 milioni
di anni. Incassate nel basamento
si trovano le rocce magmatiche
intrusive del batolite del
Doss del Sabion e del batolite
dell’Adamello.
Il primo, di prevalente composizione
granodioritica, (Granodioriti
del Doss del Sabion e di
Caderzone), risale al Permiano
inferiore (280 milioni di anni fa)
e si è formato in seguito al lento
AdAmello BrentA GeopArk

affreddamento del magma risalito
fino a pochi chilometri di profondità
all’interno del basamento
metamorfico lungo la grande faglia
del lineamento periadriatico.
Il batolite dell’Adamello, in gran
parte costituito da tonaliti, si è
formato all’incirca con la stessa
modalità del precedente, ma è
molto più recente, si è infatti formato
in un intervallo di tempo
compreso tra 42 e 29 milioni di
anni fa. In particolare le porzioni
più antiche si trovano nei settori
meridionali (Re di Castello meridionale)
e sono datate attorno ai
42 milioni di anni fa.
Le rocce intrusive più recenti si
trovano invece in Val Genova e
hanno circa 30 milioni di anni.
Il massiccio della Presanella e buona
parte di quello dell’Adamello
sono formati da una roccia assai
caratteristica e di facile riconoscimento,
molto simile al granito: la
tonalite, che costituisce una sorta
di “isola geologica” circondata
da rocce di tipo diverso. Si tratta
del tipo di roccia di gran lunga
più diffuso nel settore occidentale
del Parco. La tonalite è una roccia
magmatica che si è formata dalla
solidificazione di lave incandescenti.
Ciò è avvenuto da 43 a 32
milioni di anni fa, alla fine del pro-
AdAmello BrentA GeopArk
ADAMELLO BRENTA
cesso di sollevamento della Catena
Alpina, quindi relativamente di
recente nella scala dei tempi geologici,
molto più tardi della formazione
delle Dolomiti. In quel tempo
la lava risalì in enorme quantità
dalle profondità della crosta terrestre,
lungo vaste spaccature, spinte
da immani pressioni. Le rocce preesistenti,
sedimentarie e metamorfiche,
furono inarcate verso l’alto
divenendo il “coperchio” dell’immensa
massa di lava. Questa ri-
24
mase quindi imprigionata, raffreddandosi
lentamente e formando la
tonalite, che per tal motivo è una
roccia magmatica “intrusiva”. In
seguito questo “coperchio”, deformato
e alterato dalla spinta e dal
calore, venne rapidamente smantellato
dall’erosione, con il risultato
di portare alla luce la massa intrusiva.
Osservando da vicino la roccia,
si vede che è “cristallina”, cioè
composta interamente da cristalli,
che hanno avuto modo di formarsi
grazie al raffreddamento assai
lento del magma. C’è una prevalenza
di cristalli chiari di quarzo
e feldspato plagioclasio, mentre i
cristalli scuri sono di mica biotite,
a contorno esagonale, e di orneblenda,
tossi e prismatici.
La tonalite è una roccia durissima
ed eccezionalmente compatta,
caratteristiche queste che sono
alla base della morfologia dei
suoi monti, percorsi da creste
strette e affilate. Le sue proprietà
ne fanno un materiale ideale
da costruzione e in tutta l’area
occidentale del Parco i manufatti
realizzati con essa trovano
grandissima diffusione.
∑ Il Gruppo dell’Adamello-Presanella dai
laghi San Giuliano-Garzonè.
√ Tonalite.
† La Cima Presanella.

Il paesaggio del Geoparco mostra
evidenti i segni dell’impronta glaciale
che ne ha plasmato profondamente
il territorio e che risulta ancora
attiva alle quote più elevate.
Al glacialismo sono poi seguiti i
processi di erosione e di deposito,
legati all’azione dell’acqua e della
gravità, che hanno generato forre,
piane alluvionali, conoidi di deiezione,
frane e falde detritiche.
Tra i fenomeni morfogenetici, il
carsismo è quello che più degli altri
ha determinato la netta diversificazione
tra gli articolati paesaggi
delle Dolomiti di Brenta e le
austere forme dell’Adamello-Presanella.
Nel Brenta, infatti, data la
natura carbonatica delle rocce che
lo costituiscono, trovano massima
espressione le morfologie carsiche,
che hanno in parte mascherato
o rimodellato le impronte glaciali,
delle quali comunque sono
ancora riconoscibili i tratti distintivi
più significativi.
In Adamello i processi carsici non
trovano riscontro a causa dell’origine
plutonica delle rocce.
I massicci montuosi del Geoparco
sono stati interessati dalle
grandi espansioni glaciali pleistoceniche,
in particolare quella
dell’Ultimo Massimo Glaciale
(Umg), dalle successive fasi
Tardiglaciali e in ultimo dalla
pronunciata e generalizzata pulsazione
nota come Piccola Età
Glaciale. Tracce delle successive
alterne vicende sono evidenti alle
alte quote in prossimità o a ridosso
delle attuali lingue glaciali.
ADAMELLO BRENTA
2.3 LA GEOMORFOLOGIA
Lingue di ghiaccio in Adamello.
In particolare, durante l’Ultimo
Massimo Glaciale, dal massiccio
dell’Adamello si diramavano verso
sud le lingue di alcuni dei più
grandi ghiacciai delle Alpi Meridionali,
il Ghiacciaio del Chiese
e quello dell’Oglio che occupavano
le omonime valli. Dalla Val di
Sole scendeva un’imponente lingua
che alla stretta di Mostizzolo
si univa al ramo del ghiacciaio
Atesino, transfluente in Valle
di Non attraverso le selle di Passo
Palade e della Mendola.
Questa grande massa di ghiaccio
cingeva ad est le Dolomiti di
Brenta, raggiungendo i 2000 m
di quota, proseguiva verso sud
attraverso la valle di Andalo riversandosi
prima nella conca del
Bleggio, poi nella Valle del Sarca
dal Passo Ballino.
I successivi episodi di recrudescenza
climatica non permi-
25
sero ai ghiacciai di raggiungere
le precedenti dimensioni. Le
lingue glaciali furono confinate
via via in settori sempre più limitati
verso le testate delle valli.
Dell’ultima espansione glaciale,
avvenuta tra il XVI e il
XIX secolo (Piccola Età Glaciale),
restano spettacolari testimonianze,
sotto forma di argini morenici
alle quote più elevate.
La lunga ed incessante azione
morfogenetica dei ghiacciai
ha prodotto forme generalmente
dolci, con spettacolari esempi di
ampie valli dal profilo trasversale
a parabola, come la Val di Fumo,
oppure con un lineamento longitudinale
contraddistinto da ampie
conche e tratti pianeggianti alternati
a soglie in roccia, a volte alte
anche alcune centinaia di metri,
come in Val Genova.
Pronunciate spalle glaciali mar-
AdAmello BrentA GeopArk

Testata della Val Genova.
cano i versanti. Creste frastagliate
e cime aguzze cingono gli ampi
circhi dei settori più elevati,
come in alta Val d’Amola e nella
zona dei laghi di Cornisello.
Numerose vallate conservano i
segni riferibili all’ultima Massima
espansione Glaciale e alla
Piccola Età Glaciale (Peg), come
nella testata della Val Genova,
dove una netta linea di demarcazione
(trimline) segna la quota
massima raggiunta dal ghiacciaio
e in Val d’Amola, ove sono presenti
imponenti argini morenici.
Numerosi sono i laghi che occupano
conche di sovraescavazione
glaciale, alcuni dei quali di recentissima
formazione in seguito al
consistente ritiro subíto dai ghiacciai
negli ultimi cinquant’anni del
secolo scorso (il lago nuovo del
Mandrone e il lago nuovo di Lares,
in Adamello).
In modo particolare nel gruppo
Adamello-Presanella sono diffusi
campi di rocce montonate
e striate, di natura cristallina
e dovute alla più recente deglaciazione,
sulle quali si instaura
una morfologia più conservativa.
Spesso le forme del modellamento
glaciale seguono e ri-
AdAmello BrentA GeopArk
ADAMELLO BRENTA
marcano i motivi strutturali che
caratterizzano questi rilievi.
Forme deposizionali riferibili alle
fasi finali dell’ultima grande glaciazione
ed alla Piccola Età Glaciale
costellano numerose valli
del Geoparco. In particolare i
depositi della Piccola Età Glaciale,
organizzati principalmente in
affilati argini morenici laterali e
frontali, si collocano nei dintorni
degli attuali ghiacciai o nelle zone
che ospitavano le vedrette recentemente
estinte. Notevoli esempi
di tali forme si possono osservare
in Val d’Amola e Valagola.
Per quanto riguarda l’ambiente
periglaciale, molto diffusi in
Adamello sono i rock glaciers
(ghiacciai di pietra). Queste particolari
forme sono da tempo
oggetto di approfonditi studi e
ricerche attivati dal Parco in collaborazione
con l’Università di
Pavia e di Padova.
Nelle Dolomiti di Brenta, come
accennato in precedenza, sono le
morfologie glaciocarsiche a prevalere.
Ampie conche carsificate
con estese superfici a blanda inclinazione
caratterizzate da crepacci
carsici, inghiottitoi e doline, spesso
allineati lungo strutture tettoni-
26
che (faglie e fratture), dominano
il settore centro settentrionale del
massiccio. Ne sono spettacolare
esempio il Pian della Nana, Pozza
Tramontana e la Conca dei XII
Apostoli, in cui le relitte testimonianze
glaciali fanno da contorno
ad un paesaggio carsico di estrema
suggestione. Anche il carsismo
ipogeo è molto sviluppato
e numerose sono le sorgenti di
origine carsica che alimentano i
corsi d’acqua del massiccio dolomitico.
Ne sono una dimostrazione
le cascate del Rio Bianco nei
pressi di Stenico e le celebri Cascate
di Vallesinella, da cui nasce
un ramo del fiume Sarca. Questa
tipologia di cascate sgorga da sistemi
di fratture e dalle fessure
che separano gli strati rocciosi.
Numerose sono anche le grotte,
le cavità e i pozzi carsici che convogliano
le acque in profondità,
rendendo il massiccio delle Dolomiti
di Brenta un acquifero carsico
di rilevante interesse e importanza,
da tempo monitorato e
studiato. Tra le grotte note fin dal
Medioevo vi è il Bus de la Spia
nei pressi di Sporminore, che ad
intervalli di tempo regolari subisce
un periodico allagamento per
la risalita delle acque attraverso
un sifone posto qualche centinaio
di metri dall’ingresso.
Oltre al carsismo, numerosi sono
i processi morfogenetici, non legati
all’azione dei ghiacciai, attivi
ancora oggi. L’azione della
forza di gravità si traduce nella
genesi di falde e coni detritici
situati alla base di quasi tutti i
canaloni e delle pareti rocciose.
Piane alluvionali e conoidi di deiezione
occupano il fondo delle
valli principali, mentre depositi
torrentizi, conoidi attivi e colate
di detrito (debris-flow) sono localizzati
alle quote più elevate.

Agli inizi del 1800, la geologia
era una scienza ormai affermata.
Studiosi e ricercatori percorrevano
le vallate alpine cercando di
svelare i meccanismi che avevano
portato alla formazione di paesaggi
vari ed affascinanti.
Nel 1836 venne fondata l’Associazione
di mineralogia e geologia
del Tirolo (Mineralogische
geognostische Verein in Tirol),
la terza associazione geologica
dopo Londra (1807) e Parigi
(1830). Pochi anni dopo, nel
1849, fu istituito l’Istituto Geologico
Imperiale di Vienna e
ben presto questa città divenne
il centro della ricerca geologica
nel Tirolo meridionale.
Tra il 1857 ed il 1863 si verificò
un episodio importante per la
storia geolgica dell’Adamello.
Gerhard Vom Rath, giovane mineralogista
tedesco presso l’Università
di Bonn, visitando i monti
dell’Adamello si accorse che le
sue stupende rocce granitiche non
rientravano in alcuna categoria di
nomi petrografici esistenti. Dettagliate
analisi dei campioni di roccia
portarono lo studioso ad introdurre
un nuovo nome per queste
rocce: la Tonalite. Questo termine
petrografico, ufficializzato in
una pubblicazione scientifica del
1864, è tuttora universalmente
utilizzato e riconosciuto.
Nella seconda metà dell’Ottocento
Ferdinand Freiherr von
Richthofen elaborò una delle teorie
più audaci della storia della
ricerca geologica, secondo la
ADAMELLO BRENTA
2.4 GLI STUDI GEOLOGICI NEL PARCO
La Capanna Lipsia e il primo Rifugio Mandrone
quale le scogliere tropicali dei
mari del Sud e alcune parti delle
montagne dolomitiche sarebbero
state accomunate dalla stessa origine:
coralli, spugne, alghe e altri
animali marini avrebbero costruito
formazioni rocciose che
si elevavano dal fondo del mare.
Richthofen riteneva inoltre che
molti dei mutamenti più impor-
27
tanti nella genesi delle Dolomiti
fossero da ricondurre a lenti
movimenti della crosta terrestre,
come pure ad un lento abbassamento
del fondale marino cui si
associava un innalzamento della
scogliera. Mentre Richthofen
lavorava nelle Dolomiti orientali,
H. Wolf (1856-57), R. Lepsius
(1875-78), G. Stache (1879)
e Bittner (1881, 1883) iniziarono
ad esplorare le montagne della
Val di Non e della Val di Sole,
osservando come questa zona
racchiudesse un grande numero
di aspetti interessanti e si configurasse
come un’area chiave di
raccordo tra i terreni dolomitici
a est e quelli della Lombardia a
ovest. Proprio negli stessi anni,
nell’area lombarda cominciavano
a lavorare i geologi italiani.
I primi studi specifici e sistematici
sui terreni del complesso Adamello-Brenta
e delle zone limi-
AdAmello BrentA GeopArk

trofe si devono a Gumbel che,
attorno al 1870, cominciò a studiare
le pareti della Mendola e del
Gruppo di Brenta, per confrontarle
con le cime dolomitiche.
Negli stessi anni anche Richthofen
giunse alla conclusione che i
territori in oggetto potevano avere
una storia geologica simile.
Pochi anni dopo, G. Loss raccolse
i dati dei geologi dell’Istituto Geologico
Federale di Vienna ed integrandoli
con i propri descrisse la
storia geologica della Val di Non
che, nei suoi tratti fondamentali, è
tutt’oggi di attualità. Di poco successivi
sono i lavori di M. Vaceck
e W. Hammer, finalizzati alla realizzazione
della Geologische Spezialkarte
der Osterreichische-Ungarischen
Monarchie alla scala
1:75.000 pubblicata nel 1903.
Diverso fu l’approccio allo studio
dell’ambiente glaciale e morfologico
dell’area poi diventata Parco
Naturale Adamello Brenta.
Le prime osservazioni scientifiche
presero l’avvio con la nascita
dell’alpinismo nei gruppi montuosi
dell’Adamello e del Brenta.
Va comunque sottolineato che, fin
dalla fine del 1700, osservazioni
AdAmello BrentA GeopArk
ADAMELLO BRENTA
di tipo geografico e fisico sul paesaggio
d’alta montagna, vennero
citate da vari autori (Roschmann,
1738) nelle cronache alpinistiche.
Le prime considerazioni relative
ai ghiacciai del Mandrone e della
Lobbia furono pubblicate tra la
metà del XIX secolo ed i primi
anni del XX secolo (Payer, 1865;
Suda, 1879; Marson, 1906; Merciai,
1924 e successivi). È tuttavia
a partire dal 1864, dopo la conquista
della cima dell’Adamello
da parte di Julius Payer, che si
diede avvio alla prima rappresentazione
cartografica delle masse
glaciali presenti nel massiccio. Di
Payer, Sonklar, Loretz e Richter
sono i preziosi rilevi cartografici
che illustrano la maggior parte
dei principali ghiacciai del Gruppo
dell’Adamello.
Dopo l’interruzione legata al primo
conflitto mondiale, Schubert
studiò i foraminiferi delle rocce
sedimentarie mesozoiche, mentre
Salomon, Heiritsh, Spitz e Klebersberg
delinearono un quadro
stratigrafico e strutturale generale
dell’area. J. Pia estese i suoi
studi sul Triassico delle Dolomiti
alle formazioni che affiorano ad
28
ovest della valle dell’Adige, confermando
le intuizioni di Richthofen.
Con il passaggio di questi
territori all’Italia, anche i geologi
italiani cominciarono ad occuparsi
dell’area. I primi studi sono probabilmente
quelli di Fabiani sul
Terziario della Valle di Non, importante
premessa per i successivi
lavori di rilevamento dei nuovi fogli
geologici alla scala 1:100.000
del Servizio Geologico d’Italia.
Arriviamo, poi, agli anni Trenta
quando Trevisan lavora alla realizzazione
di una monumentale
monografia relativa al gruppo
di Brenta, che pubblica nel 1939.
In essa l’autore riconosce tutte le
principali formazioni geologiche
tuttora accettate e mette in evidenza
come esista una chiara diversità
tra il versante destro, già
parte del massiccio, e il resto della
Valle di Non, che mostra caratteristiche
proprie. Negli stessi
anni, l’acquisizione di una nuova
mentalità scientifica nel campo
della geologia strutturale porta ad
indagare con attenzione diversa
gli aspetti tettonici dell’area.
Allo stesso tempo si evolve la
possibilità di definire in modo
sempre più preciso la natura
delle rocce intrusive del massiccio
dell’Adamello e soprattutto
di inquadrarle correttamente dal
punto di vista evolutivo e cronologico.
Negli anni Cinquanta
partono anche i primi studi sulla
radioattività naturale di alcuni
settori (ad esempio in Val Genova)
e le esplorazioni delle compagnie
minerarie alla ricerca di
mineralizzazioni uranifere nel
settore meridionale dell’Adamello
(Val Daone).
Continuano allo stesso tempo le
ricerche di glaciologia che mettono
in evidenza le variazioni areali
ed alcune volte anche volumetri-

L’attuale Centro studi “J. Pajer”.
che delle masse glaciali, (Merciai,
Morandini, Castiglioni).
Nella seconda metà del 1900 agli
studi puntuali si sovrappone la
costante attività di monitoraggio
condotta da parte del Comitato
Glaciologico Italiano (iniziata
già nel 1914 con la pubblicazione,
sul Bollettino del Comitato,
pur in modo non continuativo,
di dati relativi ai ghiacciai
dell’Adamello e del Brenta) supportata
successivamente dal Parco
Naturale Adamello Brenta. La
documentazione acquisita (misure
frontali, fotografie etc.) costituisce
un rilevante archivio di dati
depositato a Trento presso la
sede della Società degli Alpinisti
Tridentini (Sat) e a Torino presso
il Comitato Glaciologico Italiano.
Nell’ambito della ricerca
glaciologica va senza dubbio ricordata
la figura di Vigilio Marchetti,
per lunghi anni operatore
glaciologico della Sat e profondo
conoscitore dei ghiacciai presenti
ai confini del Parco. A lui si deve
un’ampia raccolta iconografica e
documentaria.
Sempre negli anni Cinquanta
grande attenzione fu rivolta
alle risorse idriche superficiali,
nell’ottica della progettazione
degli impianti idroelettrici che di
ADAMELLO BRENTA
lì a poco avrebbero interessato
numerose valli dell’attuale Geoparco.
Quasi contemporaneamente,
la necessità di conoscere
il potenziale idrico a disposizione
e la circolazione ipogea fece decollare
una serie di studi sul carsismo
nel massiccio carbonatico
del Brenta, che misero in evidenza
con sempre maggior dettaglio
i vari complessi carsici esistenti.
I primi anni Sessanta rappresentarono
un altro momento felice nella
ricerca geologica in Adamello.
A questo periodo risalgono, infatti,
le prime datazioni assolute
sulle tonaliti dell’Adamello, che
continuarono negli anni successivi
e, con sempre più raffinatezza,
fino ai giorni nostri.
Negli anni Settanta e Ottanta,
le conoscenze di base relative
all’assetto geologico del territorio
risultano oramai acquisite e gli
studi descrivono in modo sempre
più approfondito aspetti peculiari
di limitati settori geografici.
A partire dagli anni Ottanta l’attenzione
è rivolta soprattutto agli
aspetti legati alla geomorfologia
e alla geologia del quaternario,
con la produzione di carte geomorfologiche
di dettaglio di vasti
settori dell’area dell’Adamello e
con la ricostruzione dei processi
29
di modellamento che hanno portato
l’area all’assetto attuale.
Recentemente, nell’ambito degli
studi sul degrado della criosfera,
in conseguenza degli ormai conclamati
mutamenti climatici, sono
state avviate anche attività di
monitoraggio a lungo termine sul
permafrost, con lo scopo di studiare
le caratteristiche e la distribuzione
dei rock glaciers nel territorio
del Parco. Promotore di
questa attività è stato il Parco Naturale
Adamello Brenta, che ha
finanziato una ricerca triennale.
Attualmente questo vasto territorio
è interessato dai lavori di rilevamento
per produrre i nuovi
fogli della carta geologica della
Provincia autonoma di Trento
(Progetto nazionale Carg). Questi
studi coprono in modo esaustivo
tutti gli aspetti geologici del settore
e permettono di tratteggiare un
quadro sufficientemente completo
degli eventi e dei processi che
hanno portato il territorio ad assumere
la conformazione attuale. A
ciò si devono aggiungere i lavori
relativi alla produzione di una
carta dei pedopaesaggi dell’intero
territorio del Parco, frutto della
collaborazione tra Parco Naturale
Adamello Brenta e Museo Tridentino
di Scienze Naturali, il già
citato studio sui rock glaciers condotto
in collaborazione tra Parco,
Comitato Glaciologico della Sat
e Università degli Studi di Pavia
e Pisa ed i recenti lavori di indagine
relativi alla circolazione idrica
profonda promossi da Museo e
Provincia di Trento.
Da alcuni mesi infine sono disponibili
le nuove Carte geologiche
alla scala 1:50.000 Monte
Adamello, Tione e Malé, realizzate
nell’ambito del già citato
progetto di Cartografia geologica
nazionale (Carg).
AdAmello BrentA GeopArk

ADAMELLO BRENTA
3. I GEOSITI DELL’ADAMELLO BRENTA GEOPARK
AdAmello BrentA GeopArk
30

Il territorio dell’Adamello Brenta
Geopark, per la sua unicità e grande
diversità geologica, racchiude
un numero considerevole di rilevanti
emergenze geologiche, comunemente
note come geositi.
Per focalizzare e caratterizzare al
meglio le peculiarità geologiche
e geomorfologiche del Geoparco,
sono state individuate quattro
grandi categorie di siti rappresentative
dei principali fattori responsabili
della genesi e dell’evoluzione
di questo territorio:
1. siti con morfologie glaciali e
periglaciali;
2. siti con morfologie carsiche;
3. siti a valenza geologica;
4.
siti a valenza demo-etno-an-
tropologica.
La scelta e la valutazione dei
singoli siti è avvenuta seguendo
i criteri impiegati nell’ambito
del progetto di censimento
e catalogazione dei geomorfositi
del Trentino coordinato
dall’Università di Pavia in collaborazione
con il Museo Tridentino
di Scienze Naturali e
inserito in un progetto di ricerca
di interesse nazionale finanziato
dal Ministero dell’Università
e della Ricerca Scientifica,
dal titolo “Geositi nel paesaggio
italiano: ricerca, valutazione
e valorizzazione”.
L’attenzione è stata posta su
quegli elementi che documentano
in modo chiaro ed esemplare
un evento del passato della Terra
o della storia del clima, consentendo
di comprendere l’evoluzione
del territorio nel quale si
trovano.
Partendo da questo presupposto
sono stati censiti quegli elementi
che, unitamente alla loro
spettacolarità, potessero dare
un contributo significativo alla
comprensione della storia geo-
ADAMELLO BRENTA
logica del territorio candidato
come European e Global Unesco
Geopark.
I criteri prioritari di scelta hanno
tenuto conto dell’integrità,
della rarità, della rappresentatività,
dell’esemplarità didattica,
dello stato di conservazione e
di naturalità, del valore (inteso
come testimonianza della storia
geologica), dell’interesse scientifico
e, infine, del valore paesaggistico,
storico, culturale ed
ecologico.
Inoltre è stata valutata l’eventuale
possibile fruizione in chiave
geoturistica dei siti, privilegiando
quelli che, a parità di
valore, sono situati in zone accessibili
e, in prospettiva, possono
essere visitati senza arrecare
alcun tipo di danno ai delicati
equilibri ambientali.
Oltre a costituire la struttura portante
del dossier di candidatura
alla Rete Europea de Geoparchi,
questo primo censimento è servito
come base di partenza per
la successiva elaborazione del
modello di valutazione studiato
e adottato per la redazione del
Piano di azione del Geo parco.
Morfologie glaciali e periglaciali
Di questa categoria fanno parte
tutti i siti legati ai processi glaciali
e periglaciali.
La maggior parte di essi è localizzata
nel Gruppo Adamello-Presanella,
territorio sede
delle principali aree glacializzate
dell’intero territorio del Geoparco
e di alcuni dei principali
ghiacciai dell’Arco Alpino.
Le caratteristiche geologiche di
questo settore hanno permesso
la perfetta conservazione anche
delle morfologie glaciali riferibili
all’Ultimo massimo glaciale
(Umg) pleistocenico e alle suc-
31
cessive espansioni tardiglaciali e
della Piccola Età Glaciale (Peg).
Morfologie carsiche
Appartengono a questo gruppo
le emergenze geologiche rappresentative
dei processi e delle forme
legate al carsismo.
Dato l’assetto geologico-stratigrafico
del Geoparco, tali siti si
trovano esclusivamente nel massiccio
carbonatico delle Dolomiti
di Brenta e nelle sue propaggini.
Particolarmente significativi sono
i fenomeni legati al carsismo
superficiale, che si sono sovrapposti
alle preesistenti morfologie
glaciali. Meno diffusi, ma molto
significativi, sono gli esempi
delle cavità ipogee e delle sorgenti
carsiche.
Siti di interesse geologico
Ricadono in questa categoria
tutti i siti a carattere geologicostratigrafico,
sedimentologico,
paleo geografico, paleontologico
e geomorfologico, non compresi
nei due precedenti gruppi.
Queste emergenze sono distribuite
in modo più omogeneo su
tutto il territorio del Geoparco,
dato che sono rappresentative di
una più vasta gamma di fenomeni
geologici.
Siti a valenza demo-etno-antropologica
Questa categoria comprende i siti
con peculiarità geologico-ambientali
che hanno avuto un ruolo
chiave nello sviluppo socio-culturale
ed economico dell’Adamello
Brenta Geopark. Si tratta di luoghi
che “raccontano” di un “bene
geologico” che, in passato, ha
rappresentato una risorsa per il
territorio. Tra i siti a valenza demo-etno-antropologica
troviamo
le antiche cave, le antiche miniere
e i manufatti inerenti a queste at-
AdAmello BrentA GeopArk

tività e i luoghi che, per la particolare
conformazione del territorio,
hanno favorito il sorgere di strutture
o attività umane.
Nell’ambito della redazione del
Piano di azione del Geoparco, tutti
i geositi censiti sono stati catalogati
compilando una dettagliata
e approfondita scheda suddivisa
in tre sezioni principali: la prima
comprendente una sintetica descrizione
del sito, la sua valutazione
e le azioni che lo possono
interessare; la seconda rappresentata
dall’inquadramento cartografico;
infine, la terza, costituita da
una tabella che riassume i parametri
del valore scientifico, della
fruibilità, del valore aggiunto,
della tutela e della vulnerabilità.
1. Ghiacciaio d’Agola
Descrizione È un piccolo ghiacciaio
di forma triangolare accolto nella
Conca circolare dei XII Apostoli,
nei pressi dell’omonimo rifugio.
Più ampio e ripido alla quota maggiore,
diventa più stretto e appuntito
mano a mano che l’altitudine decresce.
A monte, per oltre tre quarti
del perimetro, è circondato da pareti
rocciose dolomitiche. A valle termina
appoggiandosi su un versante
detritico quasi pianeggiante. Il
ghiacciaio è alimentato dalle numerose
valanghe che si staccano dalle
rocce attorno e si depositano al centro
della vedretta, in corrispondenza
di un cambio di pendenza. La di-
AdAmello BrentA GeopArk
ADAMELLO BRENTA
stribuzione centrale dell’accumulo
è anomala e costituisce una caratteristica
peculiare di numerosi ghiacciai
delle Dolomiti di Brenta. Le
pareti rocciose ai lati del ghiacciaio
e l’area a valle, in corrispondenza
della soglia, sono caratterizzate
da rocce arrotondate dall’azione
del ghiacciaio che si sposta verso
il basso. D’estate l’acqua generata
dallo scioglimento del ghiaccio
è catturata dal sistema di circolazione
carsica delle acque che contraddistingue
la conca dei XII Apostoli.
Valutazione Il Ghiacciaio d’Agola
fa parte di un gruppo di quattro geositi
che comprende anche la morena
della Piccola Età Glaciale del
ghiacciaio d’Agola (sito 1), la conca
glaciocarsica dei XII Apostoli
(sito 22) e la Grotta Silvia (sito
26), tutte collocate nella zona del
rifugio XII Apostoli. Il ghiacciaio,
lontano dai circuiti escursionistici,
conserva la naturale distribuzione
del manto nevoso e ha, quindi, un
elevato valore per la ricerca. È monitorato
e oggetto di studi sul bilancio
di massa da alcuni anni.
Sito di grande rilevanza ambientale
classificato come zona A di riserva
integrale (Capo III, art. 21 Tutela
dei ghiacciai-Piano del Parco).
Per la tutela e la gestione valgono
le norme previste per le riserve integrali.
2. Ghiacciaio d’Amola
Descrizione È un significativo
esempio di “ghiacciaio nero”, ricoperto
per oltre due terzi della
superficie da uno strato di detriti,
che in alcuni punti raggiunge il
metro di spessore. Questa caratteristica
rallenta la fusione e in particolari
zone permette la formazione
dei caratteristici “funghi”:
grandi massi sorretti da un sottile
gambo di ghiaccio. È l’unico
ghiaccio nero dell’Adamello
Brenta Geopark.
Valutazione È posto in un contesto
32
in cui sono presenti altri tre geositi
testimoni delle più recenti vicende
glaciali: Morene d’Amola e Rock
glacier d’Amola (sito 16), Rock
glacier Cima Laeng 1-2 (sito 9).
La posizione in alta quota e l’assenza
di sentieri nelle vicinanze non
pongono problemi di degrado antropico
del sito. La logistica favorevole
e la presenza di altri geositi
nelle vicinanze permettono lo sviluppo
di attività didattico-educative,
geoturistiche e di ricerca.
Sito di grande rilevanza ambientale
classificato come zona A di riserva
integrale (Capo III, art. 21 Tutela
dei ghiacciai-Piano del Parco).
Per la tutela e la gestione valgono
le norme previste per le riserve integrali.
3. Ghiacciaio della Lobbia
Descrizione È un ghiacciaio di “altopiano
dotato di due lingue a diffluenza
simmetrica”, il secondo più
esteso del Gruppo dell’Adamello.
Si trova in un ampio solco vallivo
disposto in direzione nord sud. A
est e a ovest è delimitato da due dorsali
rocciose con cime che in alcuni
casi superano i 3400 m. Nel fianco
occidentale dell’apparato glaciale
confluiscono alcuni piccoli ghiacciai
laterali. Al centro, scolpito nel
ghiaccio, si trova il Passo della Val
di Fumo, che separa la grande lingua
settentrionale che scende verso
la Val Genova da quella, molto
più ridotta ma più larga, che corre
a sud, in direzione della Val di Fumo.
Il ghiacciaio, alimentato quasi
esclusivamente per via diretta, è
caratterizzato da numerosi crepac-

ci, soprattutto in corrispondenza
dei bacini di alimentazione laterali
e dei cambi di pendenza delle due
lingue vallive.
Attorno al 1820, secondo le stime
di Julius Payer, la superficie
del ghiacciaio raggiungeva l’ampiezza
di 1200 ha, ridottasi a circa
930 nel 1925. Negli anni ’60 il
Catasto dei ghiacciai italiani stimava
una superficie di 760 ha. Attualmente
(2003) l’area ammonta a 666
ha. Fra la metà dell’Ottocento e la
metà degli anni ’80 del Novecento,
la fronte che oggi si affaccia sulla
conca del lago Nuovo si è ritirata
di oltre 2 km. Durante l’apice della
Piccola Età Glaciale (1850 circa) il
ghiacciaio raggiungeva la piana di
Malga Matarot ed intorno al 1820,
secondo una carta del Suda (1879),
era pressoché unito alla grande colata
del Ghiacciaio dell’Adamel-
lo/Mandrone. Negli ultimi anni,
la fronte settentrionale ha registrato
un forte ritiro (circa 220 m tra
il 1996 e il 2005) e oggi, a causa
del suo limitato spessore, si sta progressivamente
disgregando.
Valutazione Per la notevole valenza
scientifica e paesaggistica e
per il patrimonio ambientale intrinseco
rappresenta, nell’ambito del
Geoparco, insieme al ghiacciaio
dell’Adamello/Mandrone, il principale
sito connesso alle morfologie
glaciali. La valorizzazione geoturistica
sul posto è limitata all’itinerario
glaciologico “Vigilio Marchetti”
e all’attività divulgativa svolta
presso il Centro “Julius Payer”.
È un geosito ad alto valore scientifico
e a basso indice di fruibilità a
causa delle difficoltà dell’itinerario
ADAMELLO BRENTA
che occorre percorrere per raggiungerlo.
Il luogo sarà dunque valorizzato
attraverso iniziative di comunicazione
e divulgazione (punto
info, guida esplicativa, filmati). La
posizione in alta quota e il non facile
accesso rappresentano una naturale
limitazione all’afflusso dei visitatori.
Di conseguenza si ritiene
che il sito non sia soggetto ad un
immediato degrado per cause antropiche.
Non dovrà essere alterata
la naturale distribuzione del manto
nevoso e il suo attraversamento
avverrà solamente lungo itinerari
prestabiliti.
Sito di grande rilevanza ambientale
classificato come zona A di riserva
integrale (Capo III, art. 21 Tutela
dei ghiacciai-Piano del Parco). Per
la tutela e la gestione valgono le norme
previste per le riserve integrali.
4. Ghiacciaio dell’Adamello
(Vedretta del Mandrone,
dell’Adamè, di Salarno,
Ghiaccio dell’Adamello)
Descrizione È il ghiacciaio più
esteso delle Alpi italiane e costituisce
l’elemento principale del sistema
glaciale del settore centrale del
Gruppo dell’Adamello. Solo recentemente
è stato catalogato come un
apparato glaciale unitario, classificabile
come un ghiacciaio di “altopiano
con lingue diffluenti”. Recenti
indagini hanno verificato lo
spessore e le principali direzioni
dei flussi glaciali nella zona del
Passo Adamè e in corrispondenza
del Pian di Neve, suggerendo come
tale area sia una grande zona di accumulo
dalla quale si originano le
diverse lingue. La più estesa di esse
si incanala verso la Val Genova
(lingua del Mandrone) e ricade entro
l’area del Geoparco.
L’inizio della colata glaciale che si
incanala verso la Val Genova (lingua
del Mandrone) si trova in corrispondenza
del Passo Adamè. Il
ghiacciaio è alimentato direttamente
dalla neve ed è caratterizzato da nu-
33
merosi crepacci, soprattutto in corrispondenza
delle rotture di pendenza
e lungo i settori laterali più inclinati.
Secondo le stime di Payer, alla fine
dell’Ottocento la superficie del
ghiacciaio superava i 3000 ha, mentre
negli anni ’20 del secolo scorso
si era ridotta a meno di 2500. Nel
1997, quando è stato effettuato l’ultimo
rilievo completo dell’area, la
superficie del ghiacciaio misurava
1763 ha. La lingua che occupa la testata
della Val Genova si è ritirata di
circa 2 km dal 1820 quando, all’apice
della Piccola Età Glaciale, si è arrestata
a monte del rifugio Bedole
(1650 m circa). La fronte del ghiacciaio
si è molto assottigliata e tra il
1989 e il 2005 ha subito un ritiro superiore
a 130 m.
Valutazione Nell’ambito del Geoparco
rappresenta, con il Ghiacciaio
della Lobbia, il principale sito di
ambiente glaciale, caratterizzato da
un alto valore scientifico e un indice
di fruibilità medio-alto.
Tra i ghiacciai del Geoparco è
quello che più si presta allo sviluppo
del geoturismo e della ricerca.
Nell’ottica di rendere il centro Payer
e il Rifugio Mandrone un centro
di alta formazione, il sito, con la
zona circostante il rifugio e la conca
del lago Nuovo, rappresenta un
ideale laboratorio di osservazione
all’aperto. La posizione in alta quota
e il non facile accesso rappresenta
una naturale limitazione all’afflusso
di visitatori. Di conseguenza
si ritiene che il sito non sia soggetto
ad un immediato degrado per cause
antropiche. Non dovrà essere alterata
la naturale distribuzione del
manto nevoso e l’attraversamento
del ghiacciaio avverrà solamente
lungo itinerari prestabiliti, gestendo,
nella previsione di un consistente
incremento della frequentazione,
i flussi di visitatori.
Sito di grande rilevanza ambientale
classificato come zona A di riserva
integrale (Capo III, art. 21 Tutela dei
ghiacciai-Piano del Parco). Per la
tutela e la gestione valgono le norme
previste per le riserve integrali.
AdAmello BrentA GeopArk

5. Ghiacciaio di Lares
Descrizione È il terzo ghiacciaio
più esteso del Gruppo dell’Adamello
e occupa l’ampio versante
delimitato dalla dorsale Caré Alto-
Crozzon di Lares. La superficie è
regolare con limitati settori crapacciati.
La fronte, divisa in due parti
da una dorsale rocciosa, scende fino
a 2600 m di quota.
Valutazione Il valore scientifico e
l’indice di fruibilità risultano bassi e
il sito è quindi classificato tra quelli
“non prioritari”.
La posizione in alta quota e il non
facile accesso rappresentano una
naturale limitazione all’afflusso di
visitatori. Di conseguenza si ritiene
che il sito non sia soggetto ad
un immediato degrado per cause
antropiche. Non dovrà essere alterata
la naturale distribuzione del
manto nevoso e il suo attraversamento
avverrà lungo itinerari prestabiliti.
Sito di grande rilevanza ambientale
classificato come zona A di riserva
integrale (Capo III, art. 21 Tutela
dei ghiacciai-Piano del Parco). Per
la tutela e la gestione valgono le norme
previste per le riserve integrali.
6. Ghiacciaio Occidentale
di Nardis
Descrizione Secondo ghiacciaio
più esteso del Gruppo della Presanella,
è posto alla testata della
Valle Nardis, nell’ampio circo
esposto a sud est delimitato dalla
Cima Presanella e dalla Cima Vermiglio.
Da esso nasce il torrente
che alimenta le famose cascate di
Nardis.
AdAmello BrentA GeopArk
ADAMELLO BRENTA
Valutazione Il valore scientifico e
l’indice di fruibilità risultano bassi,
permettendo di classificare il sito
tra quelli non prioritari.
La posizione in alta quota e il non
facile accesso rappresentano una
naturale limitazione all’afflusso di
visitatori. Di conseguenza si ritiene
che il sito non si sia soggetto ad un
immediato degrado per cause antropiche.
Non dovrà essere alterata
la naturale distribuzione del manto
nevoso e il suo attraversamento avverrà
lungo itinerari prestabiliti. La
tutela di questo ghiacciaio è particolarmente
importante in quanto ad
esso è legata la presenza delle Cascate
di Nardis, luogo di alto richiamo
turistico.
Sito di grande rilevanza ambientale
classificato come zona A di riserva
integrale (Capo III, art. 21 Tutela
dei ghiacciai-Piano del Parco).
Per la tutela e la gestione valgono
le norme previste per le riserve integrali.
7. Morene della Piccola Età
Glaciale del Ghiacciaio
d’Agola
Descrizione Le morene laterali
della Piccola Età Glaciale delimitano
in modo perfetto le dimensioni
raggiunte dal ghiacciaio d’Agola
durante l’ultima pronunciata fase
di espansione, terminata attorno al
1850. Si tratta di due affilati cordoni
morenici la cui cresta è posta circa
40 metri più in alto dell’attuale
superficie del ghiacciaio.
Valutazione Il sito, di basso valore
scientifico e indice di fruibilità
medio-alto, si trova in area di Riserva
integrale ed è rappresentati-
34
vo delle morfologie glaciali e periglaciali
riferibili alla Piccola Età
Glaciale. È uno dei quattro geositi
censiti nella zona del rifugio XII
Apostoli. La sua collocazione in
prossimità del rifugio e la presenza
di altre tre importanti emergenze a
carattere geomorfologico – Ghiacciaio
d’Agola (sito 1), Conca glaciocarsica
XII Apostoli (sito 22)
e Grotta Silvia (sito 26) – ne fanno
un sito particolarmente adatto
allo sviluppo di attività geoturistiche.
La posizione in alta quota e di
non facile accesso rappresenta una
naturale limitazione all’afflusso di
visitatori. Di conseguenza si ritiene
che il sito non sia soggetto a rischi
di degrado antropico. In ogni
caso nella progettazione di eventuali
interventi di valorizzazione
dovranno essere valutate attentamente
le modalità di avvicinamento
e fruizione per evitare qualsiasi
rischio di degrado dell’argine dovuto
al calpestio.
8. Morene della Piccola
Età Glaciale del Ghiacciaio
d’Amola
Descrizione Si tratta di una serie
di affilati argini morenici posti ai
lati del Ghiacciaio d’Amola. Testimoniano
le dimensioni e la posizione
assunte dalla vedretta durante la
Piccola Età Glaciale.
Valutazione Sito di valore scientifico
medio-alto in quanto importante
testimonianza paleoambientale,
rappresentatività didattica e
indice di fruibilità elevato. È inserito
in una Riserva guidata B1

e in un contesto ambientale in cui
sono presenti altri tre geositi testimoni
delle più recenti vicende del
glaciali: Ghiacciaio d’Amola (sito
2), Rock glacier Cima Laeng (sito
9) e Rock glacier d’Amola (sito
16). La logistica favorevole e la
presenza di altri geositi nelle vicinanze
permettono lo sviluppo di
attività didattico–educative, geoturistiche
e di ricerca. Gli argini
morenici rappresentano il naturale
accesso al ghiacciaio d’Amola;
dato che una eventuale fruizione
di tale geosito potrebbe comportare
un potenziale degrado delle morene
sarà necessario prevedere un
itinerario che non vada ad alterare
il loro stato di conservazione.
9. Rock Glacier Cima Laeng
Descrizione È un rock glacier attivo
del tipo tongue shape. Si trova
nel gruppo dell’Adamello, a
2400 m nel circo (conca ad anfiteatro
sul fianco di un monte, dovuta
ad escavazione glaciale) modellato
dentro il versante nord di cima
Laeng. È caratterizzato da rughe
arcuate, fronte ripida e lingua sviluppata.
Valutazione Sito di valore scientifico
medio-alto in quanto rilevante
testimonianza paleoambientale
a elevato indice di fruibilità. È
inserito in Riserva guidata B1, in
un contesto in cui sono presenti altri
tre geositi testimoni delle più recenti
vicende glaciali: Ghiacciaio
d’Amola (sito 2), Morene d’Amola
(sito 8) e Rock glacier d’Amola
(sito 16).
La logistica favorevole, la vicinanza
del rifugio Segantini e la presenza di
altri geositi permettono lo sviluppo
di attività didattico–educative, geoturistiche
e di ricerca.
La necessità di osservare tale sito
da un punto panoramico non compromette
la sua integrità. L’assenza
di sentieri che lo attraversano e
la quasi impraticabilità della sua
superficie caratterizzata da gros-
ADAMELLO BRENTA
si massi intervallati da grandi depressioni
inibiscono qualsiasi tipo
di frequentazione diretta, se non a
scopo di studio.
10. Rock Glacier di Cima
Presena
Descrizione Rock glacier complesso,
di tipo tongue shape, localizzato
nel circo modellato nel versante
sud ovest di Cima Presena. È caratterizzato
da rughe sinuose, fronte
ripida, lingua sviluppata e rigonfia.
Valutazione È uno dei due rock
glacier complessi del Geoparco.
Inserito in area di Riserva integrale,
ha un alto valore scientifico, in
quanto importante testimonianza
paleoambientale, e un basso indice
di fruibilità dovuto alla difficoltà
di raggiungimento. È periodicamente
oggetto, insieme ad altri siti,
di tesi di dottorato e articoli scientifici
pubblicati su riviste nazionali
e internazionali.
L’ubicazione in alta quota e in posizione
di non facile accesso rappresenta
una naturale limitazione
all’afflusso di visitatori per cui
il sito non si reputa soggetto a rischi
di degrado antropico e non rientra
tra quelli da valorizzare. La
necessità di osservare tale sito da
un punto panoramico non compromette
la sua integrità. L’assenza
di sentieri che lo attraversano e
la quasi impraticabilità della sua
superficie caratterizzata da grossi
massi intervallati da grandi depressioni
inibiscono qualsiasi tipo
di frequentazione diretta, se non a
scopo di studio.
11. Rock Glacier di Forcella
di Marosso
Descrizione Rock glacier non attivo,
di tipo tongue shape, localizzato
nel circo modellato nel versante
sud est del Monte Marosso. È caratterizzato
da fronte ripida e lingua
rigonfia.
35
Valutazione Sito di basso valore
scientifico come testimonianza
paleoambientale e ridotto indice di
fruibilità. L’ubicazione in alta quota
e in posizione di non facile accesso
rappresenta una naturale limitazione
all’afflusso di visitatori
per cui il sito non si reputa soggetto
a rischi di degrado antropico e
non rientra tra quelli da valorizzare.
La necessità di osservare tale
sito da un punto panoramico non
compromette la sua integrità. L’assenza
di sentieri che lo attraversano
e la quasi impraticabilità della sua
superficie caratterizzata da grossi
massi intervallati da grandi depressioni
inibiscono qualsiasi tipo
di frequentazione diretta, se non a
scopo di studio.
12. Rock Glacier del lago di
Nambino
Descrizione Rock glacier non attivo,
si trova nei pressi del lago di
Nambino lungo il versante esposto
a nord. Sono ben visibili le rughe
sinuose e arcuate, la lingua sviluppata,
il corpo depresso e le cavità a
forma di imbuto.
Valutazione Sito di valore scientifico
medio ed elevato indice di fruibilità
data la vicinanza al rifugio
Nambino e all’abitato di Madonna
di Campiglio. Inserito in area di Riserva
guidata B1.
Le condizioni logistiche e le caratteristiche
morfologiche ne fanno un
sito valorizzabile ai fini geoturistici
e didattico-educativi. La necessità
di osservare tale sito da un punto
panoramico non compromette
la sua integrità. La presenza di un
sentiero ben tracciato non costituisce
elemento di degrado.
13. Rock Glaciers lago Scuro
Descrizione Gruppo di tre rock
glaciers non attivi: due tipo tongue
shape posti alla base del versante,
uno lobato posizionato nel fondovalle,
nei pressi del lago Scuro. Dal
AdAmello BrentA GeopArk

punto di vista morfologico presenta
rughe arcuate, fronte ripida, cavità
a forma di imbuto e lingua sviluppata.
Valutazione Sito di valore scientifico
medio, a medio indice di
fruibilità, in quanto, nonostante la
vicinanza al rifugio Malghette, la
sua visibilità è limitata dalla vegetazione.
Le modeste caratteristiche
morfologiche e la scarsa visibilità
compromettono la fruizione
del sito, che pertanto non si colloca
tra quelli di prioritaria valorizzazione.
La necessità di osservare
tale sito da un punto panoramico
non compromette la sua integrità.
La presenza di sentieri ben tracciati
non costituisce elemento di
degrado.
14. Rock Glaciers Monte
Fornace
Descrizione Gruppo di Rock glaciers
non attivi, di tipo lobate e
tongue shape, posti sul versante
nord est del Monte Fornace. Caratteri
morfologici evidenti: rughe
arcuate, rughe sinuose, fronte ripida,
lingua rigonfia, cavità imbutiformi.
Valutazione Sito di valore scientifico
medio e indice di fruibilità
medio-basso in quanto posto in
posizione decentrata e raggiungibile
tramite un itinerario piuttosto
lungo. È inserito in area di Riserva
guidata B4b. Per la posizione decentrata
e la lontananza dai punti
di appoggio più frequentati il sito
non si colloca tra quelli di prioritaria
valorizzazione. La necessità
AdAmello BrentA GeopArk
ADAMELLO BRENTA
di osservare tale sito da un punto
panoramico non compromette
la sua integrità. L’assenza di sentieri
che lo attraversano e la quasi
impraticabilità della sua superficie,
caratterizzata da grossi massi
intervallati da grandi depressioni,
inibiscono qualsiasi tipo di frequentazione
diretta, se non a scopo
di studio.
15. Rock Glacier Passo del
Maroccaro
Descrizione Gruppo di Rock glaciers
attivi di tipo lobate e tongue
shape, posti sul versante sud ovest
dell’Alta Val Genova, sotto il Passo
del Maroccaro. Caratteri morfologici
evidenti: corpo depresso,
fronte ripida e lingua rigonfia.
Valutazione Sito di valore scientifico
medio-alto e indice di fruibilità
elevato, posto alla testata della
Val Genova, in un contesto di
grande valore geologico e geomorfologico
non lontano dal Ghiacciaio
del Mandrone e dal Centro glaciologico
“Julius Payer”. Il sito è
periodicamente oggetto, assieme
ad altri, di tesi di dottorato e articoli
scientifici pubblicati su riviste
internazionali.
In quanto sito di interesse, funzionale
al Centro “Payer” e al monitoraggio
del permafrost alpino, può
essere inserito in un itinerario d’alta
quota come variante del sentiero
“Marchetti”. Potrebbe, inoltre, costituire
un tratto della costituenda
“Via GeoAlpina”.
Data la sua ubicazione e la necessità
di osservarlo da un punto panoramico
si ritiene non soggetto a
rischi di depauperamento per intervento
antropico.
L’assenza di sentieri che lo attraversano
e la quasi impraticabilità
della sua superficie caratterizzata
da grossi massi intervallati
da grandi depressioni impediscono
qualsiasi tipo di frequentazione
diretta, se non a scopo di studio.
36
16. Rock Glacier Val d’Amola
Descrizione Rock glacier di medie
dimensioni, esposto a nord e collocato
fra 2290 e 2490 m di quota.
Si sviluppa alimentato dalle tonaliti
e dai granodioriti dell’Adamello.
È costituito da un unico corpo detritico
piuttosto rigonfio, privo di particolari
strutture e ondulazioni. Lungo
circa 530 m e largo circa 250, ha
una superficie di circa 9,8 ha. Ai lati
presenta due creste allungate in
senso longitudinale, mentre la parte
centrale risulta più depressa. La
zona frontale è grossolanamente divisa
in due lobi. Il deposito è costituito,
in superficie, da massi di grandi
dimensioni. Le parti più profonde
sono invece caratterizzate da materiale
più fine. I massi più grandi
e meglio esposti sono interessati
da una sparsa copertura di licheni,
mentre manca del tutto la vegetazione
di ordine superiore. Nei pressi di
questo rock glacier sono presenti altri
due “ghiacciai di roccia”. Il primo
è situato immediatamente a destra
dell’apparato principale, mentre

il secondo occupa un circo adiacente
a quello del rock glacier descritto.
La presenza di rock glacier attivi
conferma che il versante destro della
Val d’Amola, come altre aree nelle
medesime condizioni, è interessato
da permafrost discontinuo, che nelle
zone più favorevoli raggiunge, verso
valle, la quota di quasi 2300 m.
Valutazione Sito ad elevata rappresentatività
didattica e importante
testimonianza paleoambientale.
Tesi di dottorato e articoli scientifici
pubblicati su riviste internazionali
lo hanno spesso studiato e analizzato.
Inserito in area di Riserva
guidata B1, è posto in un contesto
ambientale in cui sono presenti altri
tre geositi testimoni delle recenti
vicende del glacialismo: le Morene
d’Amola (sito 8), il Ghiacciaio
d’Amola (sito 2) e il Rock glacier
Cima Laeng (sito 9).
Il sito si presta ad una fruizione
geoturistica e didattico-educativa,
in quanto posto in prossimità del
rifugio Segantini dal quale è perfettamente
visibile. Tale caratteristica
non compromette la sua inte-
ADAMELLO BRENTA
grità. L’assenza di sentieri che lo
attraversano e la quasi impraticabilità
della sua superficie, caratterizzata
da grossi massi intervallati
da grandi depressioni, inibiscono
qualsiasi tipo di frequentazione diretta,
se non a scopo di studio finalizzato
al monitoraggio del permafrost
alpino.
17. Testata della Val Genova
Descrizione La Val Genova si addentra
per circa 20 km nel cuore
del massiccio dell’Adamello, separando
il Gruppo della Presanella
da quello dell’Adamello. La
sua testata, in particolare, conserva
alcune delle più chiare evidenze
morfologiche legate all’evoluzione
dei ghiacciai della Lobbia e
del Mandrone.
Ampie conche di sovraescavazione
glaciale (Piana di Bedole, Pian
Venezia e Conca del Matarot) sono
separate da ripidi gradoni in
roccia, da cui scendevano, in epoche
diverse, gli imponenti blocchi
(seraccate) dei due ghiacciai. La
Piana di Bedole (1580 m) è solcata
dal ramo di Genova del fiume
Sarca, che nasce al Pian Venezia
(1650 m).
Esso si origina dalla confluenza
37
del torrente di fusione del Ghiacciaio
del Mandrone, che scende
dalla bastionata rocciosa di Acquapendente,
con lo scaricatore
della Lobbia, proveniente dalla
Conca del Matarot (1720 m).
Quest’ultima si affaccia sulla
sponda destra della valle principale
e fino alla fine del 1800 era occupata
dalla lingua del Ghiacciaio
della Lobbia, la cui fronte, in seguito
arretrata di oltre 2 km, si tro-
va oggi a circa 2700 m di quota.
All’interno di questa valle la lingua
glaciale ha lasciato molte tracce
ben conservate del suo passaggio:
una serie di argini morenici
laterali e frontali testimoni della
posizione del ghiacciaio in alcune
fasi del ritiro. In corrispondenza
del salto morfologico tra il
Pian Venezia e la Piana di Bedole,
il Sarca ha scavato una profonda
forra che rappresenta una delle
più belle forme di erosione fluviale
della zona.
Nei fianchi della Val Genova sono
modellate numerose valli pensili,
la cui base si trova a quote ben
più elevate rispetto al fondovalle
principale.
Nel superare questi salti in roccia,
i corsi d’acqua che le solcano
danno origine a spettacolari
AdAmello BrentA GeopArk

cascate, fra le quali le rinomate
cascate di Nardis e di Lares. Sul
versante destro dell’alta Val Genova
è ben riconoscibile la cosiddetta
“Cintura del Menecigolo”,
una balza rocciosa che delimita
superiormente un netto truogolo
scolpito da una lingua di ghiaccio
molto spessa originata dalla
confluenza dei ghiacciai Lobbia e
Mandrone durante la loro massima
espansione.
Valutazione Sito ad elevato indice
di fruibilità e alto valore scientifico
per l’ottima conservazione
delle morfologie glaciali che hanno
permesso di ricostruire in modo
dettagliato e con precisi riferimenti
temporali le variazioni frontali
della vedretta nell’ambito della
Piccola Età Glaciale.
È una delle zone più frequentate
del Parco e per tale motivo oggetto
di progetti di controllo dei flussi
turistici. Si può considerare l’ultimo
avamposto accessibile alla tipologia
di turista che mediamente
frequenta la valle, escludendo gli
escursionisti esperti e gli alpinisti.
La zona del Matarot è inserita in
aree di Riserva: integrale poco sopra
Malga Matarot, guidata B3 al
di sotto della malga, guidata B4b
nel pascolo attorno.
La valenza multidisciplinare del sito
lo rende adatto ad affrontare da
più punti di vista le tematiche geologico-ambientali.
Rappresenta
quindi un sito ove sviluppare attività
didattico-educative, formative
e progetti di mediazione culturale e
divulgazione.
La frequentazione del sito avviene
lungo itinerari ben tracciati e non
si evidenziano situazioni di deterioramento
connesse alla sua fruizione.
I singoli elementi che costituiscono
il geosito (morene, rocce montonate,
forra, ecc.) non sono facilmente
degradabili per cui la
presenza dei visitatori al di fuori
degli spazi stabiliti non danneggia
il geosito.
AdAmello BrentA GeopArk
ADAMELLO BRENTA
18. Val di Fumo
Descrizione Rappresenta uno dei
più evidenti esempi di valle scavata
dall’erosione glaciale. Si estende
per quasi 11 km in direzione
nord sud nel settore meridionale
del massiccio dell’Adamello.
Il fondovalle, piuttosto regolare
e pianeggiante, è compreso tra i
1800 m del lago di Malga Bissina
e i 2300 m della Conca delle Levade.
La valle è scolpita nelle rocce
ignee del batolite dell’Adamello.
La ripetitività litologica di questa
zona dell’Adamello ha fatto sì che
l’erosione glaciale si traducesse
in forme perfette e spettacolari. A
partire dall’altezza del rifugio Val
di Fumo, e fino alla zona di testata,
si nota un marcato profilo trasversale
ad “U”, soltanto localmente
mascherato da detriti di falda o
depositi di altra natura. Sui ripidi
versanti e sul fondovalle affiorano
ampie superfici di rocce montonate,
lisciate e striate nella direzione
di scorrimento del ghiacciaio. Sia
in destra che in sinistra idrografica
sono splendidamente esposte le
due spalle glaciali, che interrompono
la continuità del versante.
La dorsale orientale culmina con
la cima Carè Alto ed è incisa da
una serie di circhi che ospitano al-
38
trettanti piccoli ghiacciai, in alcuni
casi caratterizzati dalla presenza
di imponenti morene risalenti alla
Piccola Età Glaciale. I circhi glaciali
si aprono poco a monte della
spalla principale della valle e sono
presenti anche sulla dorsale occidentale
della valle medesima, dove
però non ospitano più ghiacciai.
Nel fondovalle le conche di
sovraescavazione ospitano torbiere
e zone umide, in corrispondenza
delle quali il torrente Chiese, alimentato
dalle acque di fusione del
Ghiacciaio della Lobbia, dà luogo
a divagazioni e sinuosità.
Valutazione Sito ad alto valore
scientifico ed elevato indice di
fruibilità. La Val di Fumo rappresenta
la principale via di accesso
al settore meridionale del Gruppo
dell’Adamello ed è inserita parzialmente
in aree di Riserva guidata
B2, B4b e B1.
La logistica favorevole e la morfologia
pianeggiante del tratto di valle
che va dalla diga a Malga Breguzzo,
in parte fino al rifugio Val
di Fumo, ne fanno un sito molto
interessante per lo sviluppo di attività
geoturistiche rivolte ai diversamente
abili e/o ridotta capacità
motoria e di proposte educative rivolte
alle scuole. Inoltre il sito è la
naturale prosecuzione verso nord

della Val di Daone, settore più meridionale
del Geoparco e sede della
Casa del Parco “Fauna”.
Il sito è sostanzialmente integro,
ad eccezione delle imponenti opere
idroelettriche presenti da oltre
cinquant’anni e divenute parte integrante
del paesaggio. Non si ravvisano
rischi di depauperamento
connessi allo sviluppo di attività
geoturistica, se questa prevederà
fin da principio un programma di
mobilità sostenibile e il controllo
dell’accesso dei visitatori. La frequentazione
del sito avviene lungo
itinerari ben tracciati, per cui non
si evidenziano episodi di deterioramento
connessi alla sua fruizione.
Dal punto di vista del Geoparco la
presenza della diga può rappresentare
un interessante spunto per stimolare
l’attenzione sulla gestione
della risorsa acqua e sull’impatto
che gli interventi antropici possono
avere sul territorio.
19. Arca di Fraporte
Descrizione Ponte naturale scolpito
nella formazione rocciosa dei calcari
grigi (Giurassico inferiore) a 1436
m di altitudine sul versante destro
della testata della Val Laone, a nord
ADAMELLO BRENTA
dell’abitato di Stenico nelle Giudicarie
Esteriori. Le sue dimensioni sono
così imponenti che, osservata da
vicino, la forma ad arco non si mostra
alla vista. Ad un primo sguardo
ha le sembianze di un’ampia caverna
lunga 66 m, alta 49 e larga 42, che
si riduce progressivamente verso il
fondo. Solo varcata la soglia dell’anfratto
si nota l’enorme ponte in roccia
sospeso a 50 m di altezza, lungo
circa 40 m e largo 31. Un’ampia finestra
a semiluna separa l’arco dalla
parete rocciosa posteriore.
La genesi dell’Arca di Fraporte è riconducibile
all’azione modellatrice
dell’acqua che si è insinuata nei settori
più fratturati e permeabili della
roccia. Una prima fase evolutiva ha
formato un’ampia cavità sotterranea
sotto la balza rocciosa in cui è modellata
l’arca. In un secondo periodo,
a causa dell’apertura e dell’ampliamento
della finestra a semiluna,
la porzione più esterna della volta si
è separata dal resto della parete. Sulla
parete opposta a quella dell’Arca,
si può osservare un enorme foro
circolare di alcune decine di metri,
anch’esso legato alla complessa
evoluzione idrogeologica di questa
piccola e angusta valle.
Valutazione Sito di valore scientifico
e indice di fruibilità medioalto,
rilevante come testimonianza
paleoambientale e per la valenza didattica.
Il sito è inserito in un territorio
ricco di emergenze carsiche (sorgenti
e cavità ipogee), tra cui le
sorgenti del Rio Bianco, presso
le quali si trovano la casa del
Parco “Flora” e un percorso didattico-geologico.
Può pertanto
rappresentare il naturale ampliamento
dell’offerta geoturistica di
tale itinerario. Ubicato alla testata
della Val Laone è difficilmente
raggiungibile e fruibile. È dunque
problematica una sua utilizzazione
come itinerario sistematicamente
frequentato, mentre è sicuramente
valorizzabile attraverso
iniziative editoriali e mediante
opportuna segnalazione.
39
20. Bus de la Spia
Descrizione Si apre sopra il paese
di Sporminore, poco oltre la Val
Gosalda, nei pressi di Castel Sporo-Rovina.
È una delle grotte naturali
più anticamente conosciute
in Trentino. Marx Sittich von Volkenstein
la cita già agli inizi del
1600 nel suo “Landesbeschreibung
von Südtirol”. La prima esplorazione,
accompagnata da una dettagliata
descrizione, è stata compiuta
agli inizi del ‘900 da Cesare Battisti.
La grotta si è formata lungo un
piano di faglia che si immerge verso
l’interno del versante. È costituita
da un’unica galleria, lunga circa
300 m e con diametro medio di 3 m,
che scende in profondità fino ad incontrare
un lago-sifone, il cui livello
minimo invernale è posto a circa
-59 m rispetto all’ingresso e oltre
il quale è possibile proseguire solo
in immersione. La galleria prosegue
con andamento discendente per oltre
200 m (dislivello massimo raggiunto
dagli speleologi -38 m) in direzione
sud. La grotta è nota per il
fenomeno della ritmica oscillazione
del livello del sifone terminale: ad
intervalli di 6-7 ore l’acqua inizia a
salire lentamente accompagnata da
cupi rimbombi provocati dall’espulsione
delle bolle d’aria intrappolate
negli anfratti della roccia. Dopo
circa 45 minuti il livello comincia a
calare progressivamente fino a raggiungere
la più bassa altezza iniziale.
Solo in rarissime occasioni l’acqua
fuoriesce all’esterno. Il sistema
carsico del Bus de la Spia è in stretta
connessione idraulica con la vici-
AdAmello BrentA GeopArk

na sorgente Acquasanta e ne segue
gli andamenti di portata.
Valutazione Sito ad alto valore scientifico
e di rilevante importanza storica,
indice di fruibilità medio-alto.
Il tratto di grotta visitabile, che va
dall’ingresso fino al lago-sifone, è
percorribile a piedi, purché muniti
di idonea attrezzatura speleologica,
e non comporta il ricorso a tecniche
di progressione su corda. La
sua ubicazione e la facilità di accesso
la rendono una delle grotte del
Geoparco più indicate per una valorizzazione
geoturistica, prevedendo
un servizio di accompagnamento
con guide speleologiche.
In caso di apertura al pubblico sarà
necessaria un’attenta valutazione delle
modalità di visita onde individuare
e ovviare a possibili cause di degrado
del sito, imputabili soprattutto
al danneggiamento e/o asportazione
delle concrezioni, all’abbandono di
rifiuti al suo interno e al disturbo di
eventuali colonie di chirotteri.
21. Cascata del Rio Bianco
Descrizione Ha origine da una sorgente
carsica che, attraverso una
fessura incisa nella roccia, alla fine
di un percorso che ha inizio molto
lontano, nelle zone d’alta montagna,
AdAmello BrentA GeopArk
ADAMELLO BRENTA
fa riaffiorare le acque incanalate
nelle profonde condutture naturali.
La sua particolarità è quella di essere
“intermittente”: la sorgente è
praticamente inattiva dall’autunno
all’inverno, mentre in primavera è
nel pieno del suo splendore, riversando
sul ripido pendio un’incredibile
quantità di acqua spumeggiante.
Il complesso carsico comprende
anche altre tre sorgenti, di portata
minore. Un percorso botanico si
addentra nella suggestiva forra scavata
dal torrente, mentre un piccolo
ponte e alcune passerelle in legno
portano a tu per tu con la potenza
modellatrice dell’acqua corrente,
permettendo di comprendere le dinamiche
dell’erosione, del trasporto
e del deposito.
Valutazione Sito di valore scientifico
medio e con elevato indice di
fruibilità, inserito in area di Riserva
integrale.
Il sito è già oggetto di valorizzazione
in quanto parte integrante del percorso
didattico realizzato all’esterno
della Casa del Parco “Flora”, ma
si presta ad una più approfondita rilettura
in chiave geologica che può
coinvolgere anche la Casa del Parco
e l’area natura che la circonda. Da
Stenico è possibile raggiungere la
forra di Ponte Pià e l’omonima diga,
luoghi potenzialmente inseribili
in un itinerario interpretativo legato
al carsismo e all’acqua. Nella fruizione
del sito non si individuano rischi
di degrado. La sua vulnerabilità
è invece legata all’integrità del
bacino idrogeologico a monte che
alimenta le cascate.
22. Conca dei XII Apostoli
40
Descrizione Conca glacio-carsica,
posta nel settore centro-meridionale
delle Dolomiti di Brenta, è una vasta
area corrispondente all’alto corso
della Val Nardis, delimitata, a
monte, dalle Cime d’Ambiez (3096
m), di Val d’Agola (2966 m) e Pratofiorito
(2909 m).
Il profilo della valle è caratterizzato
da una morfologia a gradoni
attraversata da alcune importanti
faglie, tra cui la Linea della Vedretta
dei Camosci che, con un rigetto
di circa 1500 m, mette a contatto
i Calcari Grigi ad ovest con
la Dolomia Principale ad est (Cima
Ambiez).
La struttura, complice la natura carbonatica
delle litologie affioranti,
ha favorito lo sviluppo di imponenti
morfologie glacio-carsiche,
dominate da grandi depressioni, di
dimensioni comprese tra i 150 e i
700 m e profonde fino a 20 m. Alle
quote più elevate, incastonati a ridosso
delle pareti, si trovano i piccoli
ghiacciai di circo delle vedrette
dei XII Apostoli, d’Agola e di Prato
Fiorito. A valle delle loro attuali
fronti vi sono le aree recentemente
deglacializzate con ampie superfici
di rocce montonate, dove sono
ben evidenti le morene latero-frontali
della Piccola Età Glaciale.
Il carsismo trova la sua massima
espressione nelle ampie e numerose
depressioni glaciocarsiche,
ma si articola anche in stretti
inghiottitoi carsici e in svariate
tipologie di microforme superficiali,
come solchi a doccia,
scannellature, cavità di interstrato,
vaschette di corrosione, fori e
crepacci carsici.

Valutazione Sito di alto valore
scientifico ed elevato indice
di fruibilità, rappresentativo delle
morfologie glacio-carsiche tipiche
del Brenta Centrale. Rappresenta
uno dei quattro geositi
censiti nella zona del rifugio XII
Apostoli, inserito in area di Riserva
integrale.
La sua ubicazione in prossimità
del rifugio e la presenza di altre
tre importanti emergenze a carattere
geomorfologico – Ghiacciaio
d’Agola (sito 1), Morene d’Agola
(sito 7) e Grotta Silvia (sito 26)
– ne fanno un sito particolarmente
adatto allo sviluppo di attività
geo turistiche. L’ubicazione in alta
quota e in posizione di non facile
accesso rappresenta una naturale
limitazione all’afflusso di visitatori.
Il sito non si reputa soggetto
a rischi di degrado antropico,
se non a quelli legati a potenziali
sversamenti delle acque reflue
del rifugio che potrebbero compromettere
l’integrità del substrato
carsico.
23. Grotta del Castelletto
di Mezzo
Descrizione Si apre a circa 2450
m di altezza in prossimità dei rifugi
Tukett e Sella, nel cuore del
Gruppo di Brenta. È caratterizzata
da stretti meandri che formano
diversi anelli che si intersecano
l’uno all’altro. Solo nella parte finale
la cavità si allarga in una vasta
sala abbellita da uno spettacolare
muro di ghiaccio stratificato,
alto quasi 25 metri. La temperatura
della cavità è sempre prossima
allo zero, sebbene in estate
la circolazione d’aria dall’esterno
permetta una modesta fusione del
ghiaccio.
Valutazione Sito ad alto valore
scientifico e basso indice di fruibilità,
inserito in area di Riserva integrale.
L’imbocco della grotta è posto
nelle vicinanze del rifugio Tu-
ADAMELLO BRENTA
ckett, alcuni metri più in alto della
base della parete del Castelletto
di Mezzo. L’accesso alla grotta e
la progressione al suo interno sono
possibili solo con attrezzatura
alpinistica e speleologica. È richiesta
esperienza di progressione
in grotta verticale. Per tale motivo
il sito è poco adatto ad una fruizione
geoturistica, se non da parte
di gruppi di esperti speleologi.
Un eventuale incremento della frequentazione
della cavità potrebbe
rappresentare una fonte di possibile
degrado del sito ed in particolare
degli accumuli di ghiaccio
fossile, importante testimonianza
paleoambientale. La grotta è di rilevante
interesse scientifico per ricerche
paleoclimatiche e sul carsismo
nelle Dolomiti di Brenta, in
parte già intraprese.
24. Grotta di Aladino
Descrizione Grotta di sviluppo
superiore ai 7000 m che interessa
i calcari metamorfosati al contatto
con il batolite dell’Adamello.
Utilizzata come postazione militare
durante la guerra 1915/1918, è
stata riscoperta in chiave speleologica
nei prima anni ‘90 del XX
secolo. Presenta una profondità di
41
circa 350 m e oltre 7 km di sviluppo
lineare articolato in numerose
diramazioni. Si è formata all’interno
di una lente carbonatica a
contatto con le propaggini meridionali
del plutone dell’Adamello.
È costituita da una serie di meandri
e pozzi di varie dimensioni
e morfologia. Il fondo della grotta
si trova vicino alla risorgenza del
Fontanon.
Valutazione Sito di medio valore
scientifico e basso indice di
fruibilità, localizzato al di fuori
dell’area protetta del Parco e in
“area invariante geologica” n° 80
del Piano urbanistico provinciale.
L’accesso al salone iniziale della
grotta non comporta il ricorso a
tecniche di progressione su corda,
necessarie invece per proseguire
la visita. Il sito non è agevolmente
raggiungibile e fruibile e si reputa
problematica una sua valorizzazione
mediante un itinerario di
visita, mentre è valorizzabile attraverso
iniziative editoriali e divulgative.
Il sito si trova al di fuori
dell’area protetta del Parco Naturale
Adamello Brenta. L’ubicazione
in zona impervia, difficilmente
raggiungibile e scarsamente servita,
rende molto remota la possibilità
di un suo degrado.
AdAmello BrentA GeopArk

25. Grotta di Collalto
Descrizione Si apre a 1000 m di
quota all’inizio della Val d’Ambiez
nei pressi di S. Lorenzo in Banale.
Una breve condotta suborizzontale
raccorda con l’esterno una
serie di pozzi di ampiezza variabile
che si susseguono fino ad una
profondità di 120 m, oltre i quali
la grotta si dirama in svariate gallerie
suborizzontali di dimensione
media 3x3 m. Queste, nella zona
più profonda, intercettano una serie
di ampi saloni, lunghi oltre 100
m ed alti fino a 40 m, sul cui fondo
vi sono cospicui accumuli di sabbia
e argilla e vi scorre a tratti un
torrente alimentato da sorgenti poste
su più livelli. Lo sviluppo complessivo
della grotta è di circa 5
km; ciò la rende la cavità carsica
più estesa delle Dolomiti di Brenta,
quella che racchiude alcuni degli
ambienti sotterranei (ipogei)
più grandi del Trentino.
Valutazione Sito di medio valore
scientifico e basso indice di fruibilità,
inserito in area di riserva guidata
B3. L’accesso alla grotta e la
progressione al suo interno sono
possibili solo con attrezzatura speleologica
e richiedono esperienza
di progressione in grotta verticale.
Per tale motivo il sito non si presta
ad una fruizione geoturistica
se non da parte di gruppi di esperti
speleologi. La vulnerabilità del
sito è legata al potenziale depauperamento
dell’ambiente di grotta
(concrezioni e habitat) connesso
all’incremento della frequentazione
antropica.
26. Grotta Silvia
Descrizione Cavità con sviluppo di
285 m, posta a 2465 m di altitudine
in Val d’Ambiez, nel Gruppo di
Brenta. Ha uno sviluppo spaziale di
285 m, planimetrico di 170 m e in
dislivello di 49 m. È costituita da
un’ampia sala interrotta sulla volta
da due pozzi di 30 m e da una gal-
AdAmello BrentA GeopArk
ADAMELLO BRENTA
leria comunicante con la sala stessa.
La grotta presenta, al suo interno,
accumuli di ghiaccio.
Valutazione Sito ad alto valore
scientifico e basso indice di fruibilità,
rappresentativo delle morfologie
carsiche sotterranee tipiche del
Brenta Centrale. Rappresenta uno
dei quattro geositi censiti nella zona
del rifugio XII Apostoli. È inserito
in area di Riserva integrale.
La sua ubicazione, a cavallo della
Conca dei XII Apostoli e della Val
Ambiez, la prossimità di altre importanti
emergenze a carattere geomorfologico
– Ghiacciaio d’Agola (sito
1), Morene del Ghiacciaio d’Agola
(sito 7) e Conca glaciocarsica dei
XII Apostoli (sito 22) – ne fanno un
sito particolarmente adatto allo sviluppo
di attività geoturistiche, anche
se la fruizione della cavità è limitata
dalla oggettiva difficoltà di visita,
per la quale sono necessari un
adeguato equipaggiamento speleologico
e capacità di progressione in
grotta. La vulnerabilità del sito è legata
al potenziale depauperamento
dell’ambiente di grotta (concrezioni
e habitat) connesso all’incremento
della frequentazione antropica.
27. Pian de la Nana
Descrizione Ampia vallata posta
alla quota di 2000 m circa, a sud
del Monte Peller, alle propaggini
settentrionali del Gruppo di Brenta.
Rappresenta un classico esempio di
paesaggio glacio-carsico. L’ampia
valle è costellata di vallecole, dossi
e depressioni, incisi nelle rocce
carbonatiche del substrato, rappresentate
dal gruppo dei calcari grigi
42
(Giurassico inferiore), dalle encriniti
del Peller (Giurassico inferiore)
e dal rosso ammonitico (Giurassico
superiore). Le morfologie glaciali,
in alcuni settori estremamente
sviluppati, sono state in parte rimodellate
dai processi carsici che hanno
originato doline, crepacci carsici
e karren. Le principali macroforme
carsiche si sono impostate lungo il
reticolo di fratture tettoniche che attraversa
l’intero altopiano.
Valutazione Sito ad alto valore
scientifico ed elevato indice di fruibilità,
di notevole rilevanza paesaggistica
e geomorfologica, inserito in
aree di Riserva guidata B1 e B4b.
All’interno del Pian della Nana si
trovano il sito paleontologico della
Val Formiga e il Bus de la Neo,
mentre nelle immediate vicinanze è
posto il Plan de l’Auter. Si tratta di
un’area ricca di emergenze geologiche
che le favorevoli condizioni logistico-morfologichepermetterebbero
di mettere in rete.
Il sito, per le caratteristiche geologico-ambientali
e la logistica favorevole
sia come accesso che come
presenza di strutture di appoggio
(rifugio Monte Peller, bivacco di
Malga Tassulla e baito degli Asini),
rappresenta la porta di accesso
alle aree di alta quota settentrionali
del Geoparco e si presta ad una valorizzazione
in chiave geoturistica
e di educazione ambientale.
Al fine di evitare che l’incremento
del carico antropico connesso allo
sviluppo di tali attività possa costituire
una potenziale fonte di degrado o
depauperamento dell’area si ritiene
necessario sviluppare un piano per la
gestione dei flussi dei visitatori.

28. Plan de l’Auter
Descrizione Conca glaciocarsica
con evidenti fenomeni di carsismo
superficiale posta al margine settentrionale
del Pian della Nana.
Valutazione Sito di medio valore
scientifico ed elevato indice di fruibilità,
di notevole rilevanza paesaggistica
e geomorfologia, inserito in
area di Riserva guidata B4b.
Il sito, per le caratteristiche geologico-ambientali
e la logistica
favorevole, sia come accesso che
come presenza di strutture di appoggio
(rifugio Monte Peller, bivacco
di Malga Tassulla e baito
degli Asini), si presta ad una
valorizzazione in chiave geoturistica
e di educazione ambientale
in quanto prossimo al Pian della
Nana e quindi elemento della potenziale
rete di geositi che insiste
in quest’area. Al fine di prevenire
che l’eventuale incremento
del carico antropico connesso allo
sviluppo di tali attività possa divenire
una potenziale fonte di degrado
o depauperamento dell’area, si
ritiene necessario sviluppare un
piano per la gestione dei flussi dei
visitatori.
29. Bus de la Neo
Descrizione Cavità carsica, rappresentativa
dei numerosi pozzi carsici
che caratterizzano il Pian della
Nana.
Valutazione Sito di scarso valore
scientifico e indice di fruibilità
medio-alto, rilevante quale testimonianza
dei processi carsici di superficie.
È inserito in area di Riserva
guidata B4b.
Il sito, per le caratteristiche geologico-ambientali
e la logistica
favorevole sia come accesso che
come presenza di strutture di appoggio
(rifugio Monte Peller, bivacco
di Malga Tassulla e baito
degli Asini), si presta ad una valorizzazione
in chiave geoturistica e
di educazione ambientale in quan-
ADAMELLO BRENTA
to posto all’interno del Pian della
Nana e quindi elemento della potenziale
rete di geositi che insiste
in questa area. Al fine di prevenire
che l’eventuale incremento del
carico antropico connesso allo sviluppo
di tali attività possa divenire
una potenziale fonte di degrado
o depauperamento dell’area, si ritiene
necessario sviluppare un piano
per la gestione dei flussi dei visitatori.
30. Pozza Tramontana
Descrizione Ampia depressione
glacio-carsica di forma ellittica
chiusa su tutti i lati e posta nel settore
centrale del Gruppo di Brenta.
È delimitata a nord ovest dal versante
sud di Cima Tosa, a nord est
da Cima Brenta Bassa, a sud est da
Passo Ceda e a sud ovest da Cima
Ceda. È modellata nelle unità carbonatiche
norico-liassiche della
dolomia principale, calcare di Zu
e calcari grigi ed è attraversata da
un importante lineamento strutturale,
la “Linea di Pozza Tramontana”.
Assetto tettonico e natura carbonatica
delle litologie affioranti
hanno favorito la formazione di
morfologie carsiche superficiali,
che drenano in profondità le acque
meteoriche o di fusione nivale, e
lo sviluppo di un reticolo di cavità
sotterranee, la principale delle
quali è l’Abisso dello Statale.
Valutazione Sito di alto valore
scientifico, rappresentativo delle
morfologie carsiche superficiali
tipiche del Brenta Centrale e di
indice di fruibilità medio, in quanto
penalizzato dai tempi di avvicinamento
piuttosto lunghi. È inserito
in area di Riserva integrale e
speciale S4.
La posizione decentrata e il difficoltoso
accesso dal fondovalle ne
compromettono una possibile fruizione
geoturistica, se non in chiave
di itinerario a tappe o di attrattiva
per gli ospiti dei rifugi in quota. La
vulnerabilità del sito, comune alla
43
maggior parte delle aree carsiche,
è legata al potenziale rischio di inquinamento
del sottosuolo da parte
delle acque reflue delle strutture ricettive
in quota.
31. Sorgenti di Vallesinella
Descrizione Gruppo di sorgenti
carsiche di interstrato, collocate tra
i 1550 e i 1610 m di quota, che danno
origine alle cascate alte di Vallesinella
da cui nasce il fiume Sarca
di Vallesinella.
La natura carbonatica delle rocce
affioranti ha favorito lo sviluppo
di un importante sistema carsico
sotterraneo (ipogeo). Ciò fa sì
che l’acqua, per alcuni tratti, scorra
in superficie per poi scomparire
nel sottosuolo e riaffiorare più in
basso da fessure incise nella dolomia
principale, originando un particolare
gioco di salti d’acqua. Le
cascate alte rappresentano l’espressione
di questo complesso e articolato
sistema carsico che pervade il
massiccio carbonatico dello Spinale
e dell’alta Vallesinella.
Valutazione Sito di alto valore scientifico,
rappresentativo delle morfo-
AdAmello BrentA GeopArk

logie carsiche superficiali tipiche del
Brenta Centrale e di indice di fruibilità
elevato, in quanto posto in una
delle valli più frequentate del Parco.
È inserito in area di riserva Guidata
B3. Rappresenta una delle maggiori
attrazioni del Geoparco. Nel 2007 è
stato approntato il sentiero autoguidato
delle sorgenti, accompagnato
dalla realizzazione di una guida divulgativa,
la prima della collana dedicata
alle guide del Geoparco. Il sito
è prossimo alle Cascate di mezzo
e basse, che caratterizzano la forra
nel tratto medio-basso di Vallesinella.
La facilità di accesso e la limitata
estensione dell’itinerario si prestano
anche ad un impiego didattico-formativo
del sito. Nella fruizione del
sito non si individuano rischi di un
suo potenziale degrado. La sua vulnerabilità
è invece legata all’integrità
del bacino idrogeologico a monte
che alimenta le cascate.
32. Calanchi di Tuenno
Descrizione Calanchi incisi nelle
marne terziarie della Formazione
di Ponte Pià (Eocene inferiore-medio),
affioranti sul versante destro
della valle del torrente Tresenga tra
quota 680 e 525 m di altitudine, osservabili
al km 20 della strada provinciale
Tuenno-Terres, in località
Rondei.
L’idrografia superficiale erode il
substrato lungo la direzione di massima
pendenza originando solchi di
dimensioni e profondità variabili,
più o meno ramificati, separati da
sottili e acuminate creste. I calanchi
di Tuenno sono poco articolati.
I solchi principali, convergenti
leggermente fra loro verso il basso,
presentano versanti simmetrici
inclinati di circa quaranta gradi.
Sono rappresentativi di un fenomeno
poco diffuso sul territorio trentino,
dove prevalgono le rocce carbonatiche
e magmatiche modellate da
processi erosivi di altro genere.
Valutazione Sito di valore scientifico
medio-basso e di indice di fruibi-
AdAmello BrentA GeopArk
ADAMELLO BRENTA
lità elevato. Il sito può avere un certo
interesse nell’ambito di attività
didattiche e di formazione in quanto
fenomeno piuttosto raro in Trentino,
ma data la scarsa spettacolarità
non si presta particolarmente ad
una valorizzazione geoturistica. Nel
caso di una sua valorizzazione sarà
necessario approntare un adeguato
percorso di visita sia per garantire
l’incolumità del visitatore sia per
ridurre al minimo l’impatto del calpestio
sul substrato già interessato
da un intenso processo erosivo.
33. Campanil Basso
Descrizione Monolite dolomitico
alto circa 250 m che raggiunge
i 2883 m altitudine, tipico esempio
di evoluzione morfostrutturale
44
e noto quale luogo simbolo dell’alpinismo
nel Gruppo di Brenta.
Processi di erosione selettiva hanno
modellato le massicce bancate
di Dolomia Principale (Norico),
scolpendo questo slanciato pinnacolo,
incastonato alla testata della
Val Brenta, al cospetto di Cima
Tosa e del Campanil Alto. La notevole
regolarità delle sue pareti che
si rastremano verso l’alto, l’assenza
di fessure significative che lo attraversano
e la posizione isolata, ne
fanno un mirabile esempio di erosione
selettiva. L’importanza del
Campanil Basso risiede inoltre nel
grande valore storico ed evocativo
che riveste in ambito alpinistico a
livello mondiale.
Valutazione Sito di medio valore
scientifico e indice di fruibilità me-

dio alto. Il Campanil Basso rappresenta
un’icona dell’alpinismo e per
tale motivo è noto a livello internazionale.
L’ubicazione in alta quota,
in posizione di non facile accesso,
e la verticalità delle sue pareti, che
costringe ad un approccio esclusivamente
di tipo alpinistico, rappresenta
una forte limitazione all’afflusso
di visitatori per cui il sito non
si reputa soggetto a rischi di degrado
antropico. La fruizione in chiave
geoturistica può avvenire esclusivamente
lungo i sentieri dai quali se ne
può apprezzare la vista in panoramica
e nell’ambito di manifestazioni o
iniziative divulgative.
34. Cascata di Nardis
Descrizione Spettacolare cascata di
collegamento tra una valle glaciale
sospesa e la Val Genova, alimentata
dalle acque di fusione della Vedretta
di Nardis.
Valutazione Sito a basso valore
scientifico ed elevato indice di
fruibilità. Le cascate di Nardis costituiscono
una delle principali attrattive
del Geoparco, visitate annualmente
da numerosi turisti,
concentrati soprattutto nei periodi
di massima affluenza turistica
ADAMELLO BRENTA
(agosto). Non si reputa necessario
impostare iniziative di carattere
geoturistico. La vulnerabilità
del sito per cause antropiche risulta
assente. Potrà invece vedere ridotta,
in futuro, la sua spettacolarità
in conseguenza del ritiro e della
possibile successiva estinzione del
ghiacciaio di Nardis, sua principale
fonte di alimentazione.
35. Castel Corona
Descrizione Grande nicchia naturale
in roccia, scolpita su una parete
verticale, all’interno della quale
è ubicato un edificio fortificato
del XII secolo. I ruderi sono rappresentati
da una muraglia di pietre
alta una ventina di metri per trenta
di lunghezza. Probabile riparo già
in epoca preistorica (Età del Bronzo),
trova le prime certe citazioni a
partire dal XIII secolo.
Valutazione Sito di basso valore
scientifico dal punto di vista geologico
(assume maggiore rilevanza
quale sito storico) e basso
indice di fruibilità. I ruderi sono
attualmente oggetto di restauro,
ultimato il quale il sito potrà essere
meta di escursioni guidate e valorizzato
quale sede di spettacoli o
manifestazioni a tema. Non si individuano
potenziali rischi di degrado
antropico.
36. Finestra di Cima Vagliana
Descrizione Arco naturale di grandi
dimensioni ubicato sul versante
orientale di Cima Vagliana, scolpito
nei Calcari Grigi e originatosi per
erosione selettiva.
Valutazione Sito di scarso valore
scientifico e basso indice di fruibilità.
Le sue caratteristiche non
lo pongono tra quelli di prioritaria
valorizzazione, che può limitarsi
alla citazione e breve descrizione
del sito nell’ambito di progetti di
più ampio respiro. Non si individuano
potenziali rischi di depauperamento.
45
37. Forra del Limarò (Sarche)
Descrizione Successione di spettacolari
gole torrentizie di larghezza e
morfologia diversa a seconda del tipo
di roccia attraversato, ubicate tra
Comano Terme e Sarche. Sono localmente
note con i toponimi di Gola
del Limarò e di Ponte Pià.
In funzione delle diverse litologie attraversate
e delle complesse strutture
tettoniche che le interessano, il fiume
ha scavato strette forre dall’andamento
sinuoso, profonde qualche
decina di metri, oppure gole delimitate
da strapiombanti pareti verticali
distanti tra loro alcune decine di metri
e alte alcune centinaia.
La prima tipologia caratterizza il
tratto di fiume a valle della diga
di Ponte Pià e del Ponte dei Servi.
In questi settori affiorano le successioni
sedimentarie della Formazione
di Val d’Oro, del Tofino, del
Rosso Ammonitico del Giurassico
medio e le unità cretacico-terziarie
della Scaglia Rossa e della Formazione
di Ponte Pià. La seconda
tipologia caratterizza l’imponente
forra del Limarò, a nord ovest del
paese di Sarche, incisa nella suc-
AdAmello BrentA GeopArk

cessione del Gruppo dei calcari
grigi (Giurassico inferiore).
Valutazione Sito di alto valore
scientifico ed elevato indice di fruibilità.
Nel complesso le forre del
Sarca presentano notevoli potenzialità
di valorizzazione, sia in chiave
geoturistica che come sito ove svolgere
attività di formazione e sensibilizzazione
in materia ambientale. La
forra di Ponte Pià è potenzialmente
inseribile in un itinerario interpretativo
legato al carsismo e ai differenti
ruoli dell’acqua, anche nell’ambito
del percorso natura della Casa del
Parco “Flora” di Stenico. Per le caratteristiche
morfologiche e logistiche,
i tratti di forra del Ponte dei Servi,
del Ponte Ballandino e del Limarò
si prestano allo sviluppo di itinerari
geoturistici finalizzati a rendere fruibile
il proposto parco fluviale.
Dal punto di vista della tutela, le forre
del Sarca sono esterne al territorio
del Parco Naturale Adamello Brenta,
ma sono inserite come “invarianti
geologiche” nel Piano urbanistico
provinciale. La vulnerabilità del sito
è per lo più legata alla progettazione
di eventuali infrastrutture atte a renderlo
fruibile, che potrebbero modificare
l’attuale aspetto della gola.
38. Frane del Brenta
Descrizione Grandi accumuli di
frana, che si presentano come grossi
blocchi calcarei, occupando vaste
porzioni di versante lungo il sentiero
di collegamento tra i rifugi Tuckett e
Brentei ed il settore alla base di Punta
Massari e Cima Mandrone.
Valutazione Sito di valore scientifico
medio basso e ridotto indice
di fruibilità. Per osservare le frane
non è necessario percorrere il sentiero
che le attraversa, in quanto sono
ben visibili in panoramica dai sentieri
di avvicinamento al rifugio Tuckett.
Inoltre il tracciato n. 328 attraversa
la porzione inferiore di uno
degli accumuli di frana. Non si individuano
potenziali rischi di depauperamento
del sito.
AdAmello BrentA GeopArk
ADAMELLO BRENTA
39. Fungo del Dos del Clamer
Descrizione Fungo in roccia di ridotte
dimensioni, dovuto a morfoselezione
in litotipi calcarei molto
fratturati.
Valutazione Sito di scarso valore
scientifico e basso indice di fruibilità,
in quanto penalizzato dai tempi
di avvicinamento piuttosto lunghi.
La posizione decentrata ne compromette
una possibile fruizione geoturistica,
se non in chiave di itinerario
a tappe o di attrattiva per gli ospiti
dei rifugi in quota.
L’eventuale degrado può essere legato
ad atti vandalici che possono
alterare il delicato equilibrio tra il
peduncolo alla base e la roccia sovrastante,
determinandone il crollo.
40. Giacimento di fossili
della Val Ambiez
Descrizione Affioramento posto a
nord-ovest del rifugio Cacciatori
in alta Val d’Ambiez. Ricchissimo
giacimento di bivalvi Megalodonti
di dimensioni talvolta ragguardevoli,
messi in risalto dall’erosione
e affioranti in superficie.
Valutazione Sito di valore scientifico
medio ed elevato indice di fruibilità.
Il sito, già parzialmente valorizzato
dal Parco, si presta ad una
46
fruizione in chiave geoturistica, ma
anche didattico-educativa, data la
relativa facilità di raggiungimento
e il limitato rischio di degrado antropico
legato alla modalità di affioramento
dei fossili, difficilmente
estraibili dalla roccia e di scarso
valore collezionistico.
41. Giacimento fossili Val
Formiga
Descrizione Sito storico dal punto
di vista della ricerca geologica,
posto a circa 1900 m di quota alla
testata della Val Formiga, piccola
incisione laterale della conca
glacio-carsica del Pian della Nana.
Noto e studiato fin dai primi
del ‘900 è stato meta di ricercatori
e collezionisti. Si tratta di una
piccola lente fossilifera all’inter-

no dei calcari giurassici dell’Oolite
di S. Vigilio. Vi è rappresentata
una notevole fauna di brachiopodi
e cefalopodi riferibili al Toarciano-Aaleniano
inferiore, alcuni
dei quali tipici del Massiccio
del Brenta, come la Rhynchonella
pellerii.
Valutazione Sito di alto valore
scientifico ed elevato indice di
fruibilità. Il sito è posto all’interno
del Pian della Nana ed è prossimo
agli altri geositi del Plan dell’Auter
(sito 28), del Bus de la Neo (sito
29) e delle Paleofrane del Sasso
Rosso (sito 44).
Il notevole significato storicoscientifico,
il contesto geologicoambientale
in cui è inserito e la
logistica favorevole sia come accesso
che come presenza di strutture
di appoggio (rifugio Monte
Peller, bivacco di Malga Tassulla
e baito degli Asini) ne fanno
un sito potenzialmente fruibile e
valorizzabile sia in chiave geoturistica,
che nell’ambito di attività
didattico-formative.
L’attività di scavo protrattasi nei
decenni scorsi ha portato ad un
sostanziale esaurimento del giacimento.
Pertanto si reputa ridotto
il rischio di depauperamento e
danneggiamento connesso ad un
eventuale incremento della frequentazione.
Il sito, inoltre, è ubicato all’interno
dell’area protetta, è tutelato
dalla Legge provinciale 31
ottobre 1983 n. 37 e appartiene
alla lista di “invarianti geologiche”
del Piano urbanistico provinciale.
In ogni caso, al fine di prevenire
un potenziale degrado dell’area a
fronte del carico antropico connesso
alla valorizzazione del sito,
si ritiene necessario sviluppare
un piano per la gestione dei
flussi dei visitatori ed eventualmente
predisporre la realizzazione
di idonee strutture di protezione
che limitino l’accesso al
giacimento.
ADAMELLO BRENTA
42. Lago di Tovel e foresta
sommersa
Descrizione Lago di sbarramento
causato da una frana, che a seguito
dell’innalzamento delle acque ha
sommerso una foresta, conservatasi
sul fondo del bacino.
Valutazione Sito di alto valore
scientifico ed elevato indice di fruibilità.
Il lago di Tovel è una delle zone
più rinomate e frequentate del
Parco oggetto, negli anni scorsi,
dell’ambizioso progetto Life Tovel
che ha riconfigurato la modalità di
accesso alla valle attraverso la realizzazione
di itinerari pedonali di
avvicinamento al lago dal fondovalle
e l’incentivazione dell’utilizzo
dei mezzi pubblici. Il percorso
delle Glare e l’anello di visita
attorno al lago prevedono numerosi
punti di osservazione a carattere
geologico e sono descritti da
apposite guide divulgative. Presso
il lago si trovano, inoltre, la Casa
del Parco “Il mistero del lago rosso”
e la stazione scientifica gestita
dal Museo Tridentino di Scienze
Naturali, sede di corsi di alta
formazione universitaria nel campo
dell’idrobiologia. Il sito è già
ampiamente valorizzato, ma le tematiche
geologiche permetterebbero
di ampliare l’offerta, relativamente
ad alcuni filoni di attività
nell’ambito dell’alta formazione
(es. summer school di idrogeologia)
e delle iniziative didattiche rivolte
sia alle scuole che ai turisti.
Il grande afflusso di visitatori
rappresenta il principale fatto-
47
re di disturbo del sito. Le misure
introdotte recentemente per ottimizzarne
e renderne sostenibile la
fruizione e la frequentazione hanno
ridotto considerevolmente il
rischio di degrado del bene geologico.
43. Monte Peller
Descrizione Circo glaciale di piccole
dimensioni, particolarmente
ben conservato e modellato.
Valutazione Sito di valore scientifico
medio-alto e di elevato indice
di fruibilità.
Nelle vicinanze del sito si trovano
anche i geoisti del Plan de l’Auter
(sito 28), del Bus de la Neo (sito
29), del Pian della Nana (sito 27)
e il giacimento di fossili della Val
Formiga (sito 41), che ne aumentano
il valore aggiunto e le potenzialità
di fruizione geoturistica (a piedi
e in bicicletta) ed educativa. La
presenza del capiente e facilmente
raggiungibile rifugio, oltre che degli
altri punti di appoggio come la
Malga Roi, Malga Tassulla e il baito
degli Asini e il contesto geologico-ambientale
in cui insiste il sito,
ben si prestano allo sviluppo di
attività stanziali come corsi di formazione
e aggiornamento, alta formazione
e turismo scolastico, in
parte già sperimentato nell’ambito
del progetto Life Tovel (“Corso
di formazione docenti delle scuole
del Parco”, anno 2004). Al fine
di evitare che l’incremento del carico
antropico connesso alla valo-
AdAmello BrentA GeopArk

izzazione del sito vada a costituire
una potenziale fonte di degrado
dell’area, si ritiene necessario sviluppare
un piano per la gestione dei
flussi dei visitatori. La vulnerabilità
del sito è riferibile a potenziali
modificazioni dell’assetto morfologico
(movimenti di terra, scavi,
rea lizzazione di infrastrutture) che
potrebbero compromettere l’integrità
degli elementi morfologici
(argini morenici, lago, falde di detrito)
che compongono il geosito.
44. Paleofrane del Sasso
Rosso
Descrizione Mirabile esempio,
spettacolarmente esposto sul versante
meriodianale del Sasso Rosso,
di nicchie di distacco e accumuli
di grandi paleofrane del Cretaceo
superiore, “fossilizzate” nella successione
sedimentaria calcareo-silicoclastica.
Valutazione Sito di alto valore
scientifico e di indice di fruibilità
medio-alto.
I punti di appoggio più vicini sono
il bivacco Costanzi (2360 m), poco
a ovest del Passo di Pra Castron, e
Malga Tassulla (2090 m) all’estremità
nord del Pian della Nana.
Il sito si trova sul margine meridionale
del Pian della Nana, ove sono
presenti altri geositi (Plan de l’Auter,
Bus de la Neo, giacimento di
Fossili della Val Formiga e Circo
glaciale del Monte Peller). Questo
aspetto permetterebbe di inserirlo
all’interno di un itinerario geoturistico
delle alte quote del settore
settentrionale del Geoparco. Per
la sua ubicazione, le dimensioni
AdAmello BrentA GeopArk
ADAMELLO BRENTA
che ne impongono una visione da
un punto panoramico e la tipologia
del processo geologico che rappresenta,
il sito non è soggetto a minaccia
di degrado antropico.
45. Passo del Frate
Descrizione Pinnacolo in roccia alto
circa 20 m posto in corrispondenza
del Passo del Frate (Val Breguzzo),
scolpito nei calcari del Triassico
medio che, metamorfosati (calcare
di Esino) nell’aureola di contatto
del plutone dell’Adamello, sono
attraversati da filoni vulcanici incisi
dall’erosione. In corrispondenza
dei filoni sono state scavate trincee
e camminamenti risalenti alla Prima
Guerra Mondiale.
Valutazione Sito di alto valore
scientifico e indice di fruibilità medio-alta.
Si tratta di un monolite marmoreo
dalla caratteristica sagoma che ri-
48
corda un frate in preghiera, rappresentativo
dei processi erosivi
che modellano i marmi saccaroidi.
Questa zona, inoltre, mostra
un notevole spaccato dell’aureola
di contatto del plutone dell’Adamello,
dominata dal forte contra-
sto cromatico tra i marmi bianchi
e i calcari bacinali scuri, solo debolmente
interessati dal fenomeno,
che affiorano immediatamente
a sud del passo.
La facilità di accesso, l’ampia visibilità
e la peculiarità dei fenomeni
geologici osservabili ne fanno
un sito unico nel suo genere nel
territorio del Geoparco. Non si individuano
rischi di degrado antropico
e merita di essere valorizzato.
Inoltre il particolare contesto geologico
ne fa un sito molto interessante
dal punto di vista mineralogico.
Sulle pendici del versante
meridionale di Cima Uzza sono
ancora visibili i segni delle antiche
cave di marmo bianco.
La vulnerabilità del sito è principalmente
legata al potenziale incremento
dell’erosione indotto dal
prolungato calpestio nel tratto di
sentiero che corre alla base del monolite;
tale fattore di rischio è peraltro
contrastabile con la costante
manutenzione del tracciato.

46. Sorgenti e cascate di
Mezzo di Vallesinella
Descrizione Gruppo di sorgenti di
tipo carsico, con portate anche notevoli,
che danno origine ad una serie
di cascate. Di notevole interesse
è il circuito carsico che drena gran
parte del Brenta centro-occidentale
e le cui acque emergono in corrispondenza
dei giunti di strato. Anche
la forra scavata nella dolomia
principale, che caratterizza il tratto
mediano di Vallesinella, si distingue
per la particolare imponenza.
Valutazione Sito di ridotto valore
scientifico ed elevato indice di fruibilità,
in quanto posto in una delle
valli più frequentate del Parco. Assieme
alle Cascate alte e basse, rappresenta
una della maggiori attrazioni
del Geoparco. La frequentazione
del sito è attualmente concentrata
nei periodi di massima affluenza turistica
(agosto); l’auspicio è di riuscire
a decongestionare l’afflusso,
dilazionandolo in un arco temporale
più ampio, tenendo conto che è
visitabile dalla tarda primavera fi-
ADAMELLO BRENTA
no ai primi mesi dell’autunno. Ciò
permetterebbe, inoltre, di diversificare
il target dei frequentatori ampliandolo
in particolare alle scuole.
La facilità di accesso e la ridotta
estensione dell’itinerario di visita si
prestano anche ad un impiego didattico-formativo
del sito. Non si individuano
potenziali rischi di depauperamento.
47. Turrion Basso
Descrizione È un rilievo isolato,
scolpito nei calcari marnosi della
Formazione di Zu. Ha forma affusolata,
è controllato strutturalmente
e modellato dall’azione glaciale.
Rappresenta un bell’esempio di erosione
selettiva impostata su litologie
calcareo-marnose interessate da due
importanti strutture tettoniche che
ne hanno condizionato il modellamento.
Sulle ampie superfici di strato
che affiorano lungo i sentieri di
avvicinamento sono facilmente osservabili
numerosi esemplari di Megalodonti,
fossili simili a quelli presenti
in Val d’Ambiez.
Valutazione Sito di alto valore
scientifico ed elevato indice di fruibilità.
Si trova in prossimità del lago
di Tovel e di Passo Grosté, due zone
molto frequentate da turisti ed escursionisti.
La relativa facilità di accesso,
la spettacolarità dell’ambiente e
49
la vicinanza alla Casa del Parco “Il
mistero del lago rosso” e alla stazione
limnologica presso il lago di Tovel,
ne fanno un sito a grande valenza
didattica-educativa, oltre che una
suggestiva meta di itinerari geoturistici
a piedi e in bicicletta.
Non si ravvisano pericoli di degrado
legati ad un possibile incremento
della frequentazione, ciò è legato
anche all’ubicazione del sito, all’accesso
regolamentato sul versante
noneso e legato all’apertura de-
gli impianti di risalita sul versante
della Rendena. Non si individuano
potenziali rischi di depauperamento
del sito per cause antropiche.
48. Antica cava di Malga
Trivena
Descrizione Antica cava di pietra
ornamentale dalla quale veniva
estratto il marmo di Breguzzo. Un
marmo di contatto la cui genesi è
riferibile alla forte alterazione termica
indotta, durante la genesi del
batolite dell’Adamello, sulle rocce
carbonatiche incassanti.
Valutazione sito non più riconoscibile
e identificabile con precisione,
in quanto i segni del tempo ne
hanno cancellato le evidenze. Per
tale motivo non è stato possibile redigere
la relativa scheda di valutazione.
AdAmello BrentA GeopArk

49. Antica cava di Pimont
Descrizione Antica cava di pietra
ornamentale dalla quale veniva
estratta la tonalite dell’Adamello,
una pietra utilizzata diffusamente
nella costruzione degli edifici tradizionali
della Val Rendena.
Valutazione sito non più riconoscibile
e identificabile con precisione,
in quanto i segni del tempo ne hanno
cancellato le evidenze. Per tale motivo
non è stato possibile redigere la
relativa scheda di valutazione.
50. Antica cava di Scaricle
Descrizione Antica cava di pietra
ornamentale dalla quale veniva
estratto il nero di Ragoli, una pietra
di colore nero uniforme, largamente
utilizzata nella decorazione
di chiese e palazzi.
Valutazione sito non più riconoscibile
e identificabile con precisione,
in quanto i segni del tempo ne hanno
cancellato le evidenze. Per tale motivo
non è stato possibile redigere la
relativa scheda di valutazione.
51. Antiche cave della Val
Algone
Descrizione Antiche cave di quarzo
da cui veniva estratto il minerale
destinato alla produzione vetraria.
Valutazione sito non più riconoscibile
e identificabile con precisione,
in quanto i segni del tempo ne hanno
cancellato le evidenze. Per tale motivo
non è stato possibile redigere la
relativa scheda di valutazione.
AdAmello BrentA GeopArk
ADAMELLO BRENTA
52. Antiche cave di Caderzone
Descrizione Antiche cave di quarzo
da cui veniva estratto il minerale
destinato alla produzione vetraria
presso le vetrerie delle Giudicarie
durante il XIX secolo.
Valutazione sito non più riconoscibile
e identificabile con precisione,
in quanto i segni del tempo ne
hanno cancellato le evidenze. Per
tale motivo non è stato possibile redigere
la relativa scheda di valutazione.
53. Antiche cave di Giustino
Descrizione Antiche cave di quarzo
da cui veniva estratto il minerale
destinato alla produzione vetraria.
Valutazione sito non più riconoscibile
e identificabile con precisione,
in quanto i segni del tempo ne
hanno cancellato le evidenze. Per
tale motivo non è stato possibile redigere
la relativa scheda di valutazione.
54. Antiche cave Val Borzago
Descrizione Antiche cave di quarzo
da cui veniva estratto il minerale
destinato alla produzione vetraria.
Valutazione sito non più riconoscibile
e identificabile con precisione,
in quanto i segni del tempo
ne hanno cancellato le evidenze.
Per tale motivo non è stato possibile
redigere la relativa scheda di
valutazione.
50
55. Antiche miniere di pirite
Val San Valentino
Descrizione Le miniere di S. Valentino
sono ubicate sul versante sinistro
della valle omonima, alla testata
della vallecola di Malga Coel
di Vigo. Il giacimento era conosciuto
anche nei secoli passati e la sua
coltivazione è definitivamente cessata
negli anni sessanta del ‘900.
La mineralizzazione coltivata era a
solfuri misti (pirite e calcopirite) e
le gallerie attuali sono l’ultima testimonianza
di una discreta attività
mineraria, di origini antichissime,
che ha interessato il versante orografico
destro della Val Rendena,
nel tratto tra Mortaso e fin oltre il
paese di Verdesina.
Valutazione L’attuale stato di conservazione
del sito è tale per cui si
ritiene non attuabile un suo ripristino
e una valorizzazione ai fini
geoturistici. Non è stato possibile
redigere la relativa scheda di valutazione.
56. Sito archeologico Campo
Carlo Magno
Descrizione Sito posto a circa a
1600 m di quota tra malga Campo
Carlo Magno e malga Mondifrà,
presso il quale sono stati rinvenuti
reperti del mesolitico recente.
Valutazione il sito non è più visibile
in quanto sepolto dal manto erboso.
Per tale motivo non è stato possibile
redigere la relativa scheda di
valutazione.

57. Conca dei Lasteri e
Grotta dello specchio
Descrizione Conca glacio-carsica
di circa 2 kmq, posta nel settore
centro-orientale del Gruppo di
Brenta. Caratteristica per le morfologie
carsiche superficiali e per
la presenza di tre grandi cavità ipogee,
tra cui la “Grotta dello specchio”
con evidenze di neotettonica
e ghiaccio fossile.
Valutazione Sito di alto valore
scientifico e basso indice di fruibilità.
L’ubicazione della conca glaciocarsica
la rende un sito adatto
allo sviluppo di attività geoturistiche,
mentre l’accesso alla
grotta e la progressione al suo
interno sono possibili solo con
attrezzatura alpinistica e speleologica.
È richiesta esperienza di progressione
in grotta verticale. Per tale
motivo la cavità è poco adatta ad
una fruizione geoturistica se non
da parte di gruppi di esperti speleologi.
L’ubicazione in alta quota e in posizione
di non facile accesso rappresenta
una naturale limitazione
all’afflusso di visitatori per
cui il sito non si reputa soggetto
a rischi di degrado antropico,
se non a quelli legati a potenziali
sversamenti delle acque reflue
dalle eventuali strutture presenti
in quota, che potrebbero compromettere
l’integrità del substrato
carsico.
Un’eventuale incremento della
frequentazione della cavità potrebbe
rappresentare una fonte di
possibile degrado del sito e in particolare
degli accumuli di ghiaccio
fossile, importante testimonianza
paleoambientale.
La grotta è di rilevante interesse
scientifico per ricerche paleoclimatiche
e sul carsismo nelle Dolomiti
di Brenta, in parte già intraprese.
ADAMELLO BRENTA
58. Antica vetreria di Carisolo
Descrizione Antica fabbrica di cristalli,
complesso di archeologia industriale
ancora ben conservato, testimonianza
della fiorente attività
vetraria che coinvolse le Giudicarie
e la Val Rendena nell’Ottocento.
59. Antica vetreria di Tione
Descrizione Antica fabbrica di cristalli,
complesso di archeologia industriale
non più conservato, testimonanza
della fiorente attività
vetraria che coinvolse le Giudicarie
e la Val Rendena nell’Ottocento.
60. Antiche vetrerie di Val
Algone
51
Descrizione Antica fabbrica di cristalli,
complesso di archeologia industriale
ancora ben conservato, te-
stimonianza della fiorente attività
vetraria che coinvolse le Giudicarie
e la Val Rendena nell’Ottocento.
61. Corno di Cavento
Descrizione Vetta di 3402 m nel
Gruppo dell’Adamello. Importante
caposaldo austrungarico durante
la prima guerra mondiale conquistato
dalle truppe italiane nel
1917. Il Corno appare come una
piramide a tre facce modellate in
seguito all’arretramento di tre testate
di circo. Gli spigoli della piramide
appaiono estremamente
affilati.
Valutazione Sito di scarso valore
scientifico e basso indice
di fruibilità. La logistica sfavorevole
legata in particolare
alla lunghezza e alla difficoltà
dell’itinerario (EEA) limitano
la possibile fruizione
geoturistica del sito ad escursionisti
esperti. Pertanto, ai
fini della valorizzazione, si
ritiene opportuno puntare su
iniziative di comunicazione
e divulgazione (punto info,
guida esplicativa, filmati).
Non si individuano particolari
rischi di degrado antropico.
AdAmello BrentA GeopArk

ADAMELLO BRENTA
4. LA VALORIZZAZIONE
DELL’ADAMELLO BRENTA GEOPARK

L’ordinamento del Parco Naturale
Adamello Brenta, Ente gestore
dell’Adamello Brenta Geopark,
nei suoi principi essenziali esprime
una moderna idea di protezione:
oltre alla necessità di conservare
e tutelare le bellezze naturali,
promuove l’uso sociale dei beni
ambientali e la ricerca scientifica.
Per questo motivo, tra le finalità
del Parco troviamo la tutela e
la conservazione attiva del territorio
e dei beni ambientali. Tutela
e valorizzazione sono inserite,
a loro volta, in una strategia più
ampia finalizzata alla valorizzazione
e fruizione di questi beni e,
parallelamente, alla promozione
dell’educazione ambientale.
In questo contesto il Parco ha
già intrapreso alcune azioni mirate
alla valorizzazione e divulgazione
del patrimonio geologico-geomorfologico
e, più in
generale, dell’ambiente naturale
e storico-culturale, anche in termini
di valorizzazione turistica e
didattica per le scuole.
Il Piano d’azione studiato per
la valorizzazione dell’Adamello
Brenta Geopark si inserisce
quindi, a pieno titolo, in un percorso
iniziato da tempo che coniuga
tutela, valorizzazione e ricerca
scientifica.
Nelle pagine seguenti vengono
illustrate le iniziative, suddivise
nei capitoli “interpretazione”,
“ricerca” e “tutela”, attuate
fino ad oggi per valorizzare
il patrimonio geologico e geomorfologico
dell’Adamello
ADAMELLO BRENTA
4.1 LA STRATEGIA
E IL PIANO D’AZIONE
Brenta. Quindi si prosegue con
la presentazione analitica dei
progetti di sviluppo dell’Adamello
Brenta Geopark previsti
per il periodo 2008-2012 e
pianificati nell’apposito Piano
d’azione. In conclusione sono
53
presentate le schede riepilogative
delle azioni che, seguendo
la programmazione e i tempi
definiti dal Piano d’azione, nei
prossimi quattro anni saranno
attivate per valorizzare in modo
organico l’Abg.
IL PIANO D’AZIONE NEL CONTESTO
DELLA PIANIFICAZIONE GENERALE DEL PARCO
Il riconoscimento come Geoparco della Rete europea dei Geoparchi
(Egn) e della Rete globale Unesco dei Geoparchi (Ggn)
ha una validità di quattro anni, al termine dei quali una visita
ispettiva, impostata sui medesimi severi criteri adottati nella fase
del primo riconoscimento, verificherà lo stato di attuazione
delle attività.
Per questa ragione risulta fondamentale una buona pianificazione
delle azioni, che consenta lo sviluppo di un programma di interventi
finalizzato a:
• favorire l’affermazione e l’identità dell’Abg nella fase di avvio;
• assicurare la crescita attraverso il miglioramento delle performance;
• garantire la conferma del riconoscimento al termine del quadriennio
di validità;
Questo processo di pianificazione si è tradotto, dopo l’ingresso
nella duplice Rete, europea e mondiale, dei Geoparchi,
nell’elaborazione di un Piano d’azione, una sorta di guida a
validità quadriennale per l’attuazione di un programma ordinario
“di mantenimento”. Il Piano d’azione definisce, inoltre,
un quadro operativo complessivo nell’ambito del quale si potranno
impostare i progetti straordinari (ad esempio i progetti
europei Interreg) che potrebbero venire finanziati nell’ambito
delle attività dell’Egn.
In particolare il Piano d’azione dovrà perseguire i seguenti obiettivi:
• l’equilibrio tra i diversi settori (tutela, ricerca, valorizzazione/
educazione);
• l’individuazione delle azioni possibili sui diversi geositi e, in generale,
nell’area del Geoparco, con definizione delle priorità;
• la pianificazione delle risorse.
Segue ➣
AdAmello BrentA GeopArk

Continua ➣
AdAmello BrentA GeopArk
ADAMELLO BRENTA
Un Piano di azione pluriennale, concreto, realistico e condiviso è
uno strumento di lavoro fondamentale in un’organizzazione piuttosto
complessa come quella del Parco, caratterizzata da numerosi
settori di attività.
Considerato che le attività connesse al Geoparco dovranno necessariamente
inserirsi nel quadro d’azione complessivo del Parco
naturale, il Piano d’azione andrà necessariamente ad incardinarsi
nei diversi strumenti di programmazione già operativi,
diventando una sorta di garante per assicurare, nel tempo, l’attuazione
di una strategia di valorizzazione del Geoparco stesso.
Non è un caso, infatti, se la recente Variante al Piano del Parco
ha previsto che il Piano d’azione venga ufficializzato come uno
dei progetti attuativi del Piano del Parco (art. 4.2.11 delle Norme
di attuazione del Piano del Parco).
Inoltre, in considerazione del fatto che l’Abg rientra nella più generale
politica di valorizzazione turistica sostenibile definita dalla
Carta europea del turismo sostenibile (Cets), anche il Piano
d’azione del Geoparco dovrà interfacciarsi attentamente con la
strategia turistica, esserne parte integrante.
In questo modo, si può dire che grazie al Piano d’azione, il Geoparco
viene elevato “ufficialmente” al rango di asse strategico
nella programmazione complessiva del Parco, in forza del quale
le azioni prioritarie programmate andranno a confluire nel Programma
annuale di gestione del Parco, allo stesso modo delle
azioni previste per gli altri settori (per l’ambiente dal Sistema di
gestione ambientale, per la fauna dal Piano faunistico, per il turismo
dalla Carta europea del turismo sostenibile, per l’educazione
ambientale e la comunicazione dal Piano di interpretazione
ambientale).
Il Piano d’azione sarà revisionato ogni quattro anni, in coincidenza
con il rinnovo del riconoscimento.
54
Escursioni in Brenta.

ADAMELLO BRENTA
4.2 LA VALORIZZAZIONE DEL
PATRIMONIO GEOLOGICO:
UNO SGUARDO AL PASSATO
Interpretazione: gli itinerari
geoturistici
Negli ultimi anni il Parco Naturale
Adamello Brenta ha realizzato
otto “percorsi natura” e “sentieri
speciali” allestiti con pannelli
informativi che illustrano le peculiarità
del luogo nel quale si
trovano e permettono una facile
interpretazione del paesaggio e
delle sue caratteristiche naturali,
storiche e culturali, valorizzando
anche gli aspetti geologici e
geomorfologici. Alcuni di questi
percorsi sono inoltre accompagnati
da guide o depliant descrittivi
del sentiero e delle peculiarità
che si incontrano percorrendolo.
Secondo le linee di indirizzo del
Piano di interpretazione ambientale,
i percorsi natura” vengono
individuati con scopi prevalentemente
didattico-educativi e sono
caratterizzati da un significativo
impiego di elementi espositivi
e divulgativi (pannelli, diorami,
guide cartacee). Di regola questa
tipologia di sentieri è localizzata
nei pressi delle Case del Parco. I
“sentieri speciali” sono, invece,
scelti con finalità escursionistico-ricreative
e non posseggono,
lungo il tragitto, pannelli, tabelle
o altri supporti didattici. La loro
individuazione, uno o due per
valle, avviene scegliendo, tra i
numerosi sentieri che si snodano
attraverso il territorio, quelli più
indicati per apprezzare nel modo
migliore il paesaggio, l’ambiente
e la natura dell’area protetta.
Gli 8 percorsi attualmente dedica-
55
ti alla geologia si trovano in Val
di Tovel (Sentiero speciale delle
Glare e Percorso natura lago di
Tovel), a Stenico (Percorso natura
Rio Bianco), in Val d’Algone
(Percorso natura Val d’Algone),
in Vallesinella (Percorso natura
le sorgenti di Vallesinella),
in Val Genova (Sentiero speciale
del Matarot), in Val Nambrone
(Percorso natura Amolacqua)
e in Val d’Ambiez (Sentiero speciale
Uomini e rocce).
Ogni anno, nel territorio del Geoparco,
vengono curate la manutenzione
e la segnalazione di
un’ampia rete di sentieri e strade
forestali che supera i 700 km di
sviluppo. Viene inoltre effettuata
la manutenzione di numerose
piste ciclabili, in particolare del
Dolomiti di Brenta Bike, doppio
anello per il cicloturismo e l’mtb
inaugurato nel 2008. È possibile,
sciegliendo la mobilità dolce della
bicicletta, percorrere gran parte
del territorio del Parco e apprezzarne
le particolarità naturalistiche,
in particolar modo quelle
geo logiche e geomorfologiche.
Interpretazione: le Case del
Parco, gli InfoParco e le altre
strutture
Come un racconto nel racconto,
la storia della geologia del Parco
si dipana attraverso la rete delle
Case e delle strutture del Parco,
ciascuna delle quali dedica, attraverso
l’allestimento di spazi
espositivi o l’organizzazione di
attività di educazione ambienta-
AdAmello BrentA GeopArk

le, attenzione al Geoparco e alle
sue particolarità. Le Case del
Parco rappresentano un viaggio
Casa del Parco “Orso”
Casa del Parco “Fauna”
AdAmello BrentA GeopArk
ADAMELLO BRENTA
sensoriale alla scoperta della varietà
della natura, un’introduzione-prologo
ad una successiva
Dove Tematismo
Comune di
Spormaggiore,
Palazzo
Corte Franca
56
Anno di
attivazione
escursione a diretto contatto con
l’area protetta e con l’Adamello
Brenta Geopark.
Descrizione
Orso 2005 Percorso espositivo
sull’orso bruno, animale
simbolo del Parco
Dove Tematismo
Comune di
Daone,
Villa De Biasi
Casa del Parco “Il mistero del lago rosso”
Casa del Parco “Flora”
Anno di
attivazione
Descrizione
Fauna 2006 Percorso espositivo che
presenta, con l’ausilio
di postazioni multimediali
e giochi interattivi,
gli animali che vivono
nell’area protetta
Dove Tematismo
Anno di
attivazione
Descrizione
Val di Tovel Lago di Tovel 2004 Percorso espositivo dedicato
al mistero del “lago
rosso” e ai suoi segreti.
Fornisce, inoltre,
alcuni elementi conoscitivi
sulla vita notturna
della fauna
Dove Tematismo
Comune di
Stenico,
edificio
del Bersaglio
Anno di
attivazione
Descrizione
Flora 2006 Percorso espositivo che
affronta i temi del mondo
vegetale dell’area
protetta e dell’acqua,
elemento modellatore
del paesaggio e risorsa
indispensabile per l’uomo
Info
sulla geologia
Pannelli esplicativi
sull’ambiente fisico
e le due rocce
principali del Parco
– la dolomia e
la tonalite – con relativi
campioni
Info
sulla geologia
Pannelli descrittivi
sulla dolomia, la
tonalite, l’ambiente
fisico e l’ambiente
acquatico dell’area
protetta. Alcuni
campioni di fossili
sono esposti in una
vetrina
Info
sulla geologia
Un plastico riproduce
l’infiltrazione
e la successiva riemersionedell’acqua
nell’ambiente
carsico; un pannello
illustra le caratteristiche
delle rocce
carbonatiche
Info
sulla geologia
Pannelli sul tema
della biodiversità
del Parco con riferimentiindiretti
alla geologia. Un
filmato mostra la
genesi delle rocce
calcaree del Parco

Casa del Parco “C’era una volta”
Dove Tematismo
San Lorenzo
in Banale,
Casa “Osei”
ADAMELLO BRENTA
Usi e costumi
della gente alpina
57
Anno di
attivazione
Descrizione
2007 Mostra etnografica permanente
che custodisce
la memoria della civiltà
contadina. Presenta utensili
d’uso quotidiano della
casa, oggetti del lavoro
agricolo e silvo-pastorale,
segni del passato che
tramandano la storia delle
attività tradizionali di
montagna
Info
sulla geologia
Non c’è alcun riferimentodiretto
alla geologia.
Gli utensili in mostra
appartengono,
tuttavia, ad antichi
mestieri legati
alla conformazione
geo morfologica
del territorio
Le foresterie del Parco ospitano attività didattiche indirizzate ad alunni e studenti delle scuole di ogni
ordine e grado, che hanno così la possibilità di sperimentare in modo diretto il contatto con la natura e
il territorio. Attraverso un approccio emozionale e sensoriale si persegue l’obiettivo di far nascere, nei
bambini e nei ragazzi, un sentimento di rispetto nei confronti dei fragili equilibri ambientali.
Punto Info e Foresteria di Mavignola
Foresteria di Valagola
Foresteria di Malga Stabli
Dove Attività Anno di attivazione
S. Antonio Informazioni 2001
di Mavignola sul Parco, atti-
(Comune vità di educa-
di Pinzolo) zioneambientale, settimane
verdi
Dove Attività Anno di attivazione
Casina E d u c a z i o n e 2001
di Valagola ambientale, set-
(Comune
di Stenico)
timane verdi
Dove Attività Anno di attivazione
Val d’Algone E d u c a z i o n e
ambientale, settimane
verdi
2001
AdAmello BrentA GeopArk

Centro Studi Adamello “Julius Payer”
AdAmello BrentA GeopArk
Dove Tematismo
Adamello,
ex Rifugio
Mandrone
ADAMELLO BRENTA
I ghiacciai e gli
ambienti delle
alte quote
Anno di
attivazione
1994
Per iniziativa
della Sat
e del Museo
Tridentino
di Scienze
Naturali
2004
Rinnovato
in collaborazione
con il
Parco
58
Descrizione
Dedicato alla memoria
di Julius Payer,
l’ufficiale austriaco
di origine boema primo
salitore dell’Adamello
(15 settembre
1864), il Centro ha
sede nell’edificio ristrutturato
del vecchio
rifugio Mandrone,
uno dei primi
rifugi alpini del Trentino
costruito dalla
sezione di Leipzig
del D.Oe.A.V.
nel 1878 e da tempo
in disuso
Stazione limnologica del Museo Tridentino di Scienze Naturali
Interpretazione/comunicazione:
pubblicistica
Negli ultimi anni il Parco Naturale
Adamello Brenta ha editato
numerose pubblicazioni, dalla
rivista istituzionale ai depliant,
dalle guide ai volumi di approfondimento
scientifico che, di
carattere generale o specifico,
hanno presentato ai visitatori
dell’area protetta e agli amanti
della natura le molteplici sfaccettature
del mosaico ambientale
del Parco. In particolare, informazioni
e conoscenze legate
alla geologia e geomorfologia
Dove Tematismo
Lago di Tovel Le particolarità
del lago di Tovel
Anno di
attivazione
del territorio sono state veicolate
attraverso: la “Guida del Parco”
(collana “Guide del Parco”),
la rivista quadrimestrale “Adamello
Brenta Parco”, il depliant
istituzionale di presentazione del
Parco (anche in lingua inglese), il
libretto “Valli del Parco”, la guida
sulla Val d’Algone “La valle
del vetro e delle malghe” (collana
“Percorsi”), i volumi “I laghi
del Parco Adamello Brenta”
(collana “Documenti del Parco”),
“Le sorgenti del Parco Adamello
Brenta” (collana “Documenti
del Parco”), “I ghiacciai del
Info
sulla geologia
Attraverso una serie di pannelli
illustrativi, si propone
di far conoscere i ghiacciai
e gli ambienti d’alta montagna,
promuovendo studi e
ricerche nelle diverse discipline
e divulgando i risultati
ottenuti. Una carta geomorfologica
di dettaglio
presenta il paesaggio geologico
dell’alta Val Genova.
Si propone anche come
base logistica per corsi di
formazione e incontri culturali,
potendo contare, nelle
vicinanze, dell’appoggio
offerto dal rifugio Città di
Trento al Mandrone
Descrizione
La struttura, posta sulle rive del lago, è un
piccolo laboratorio di ricerca che spazia dal
campo delle scienze geologiche alla biologia.
I due piani dell’immobile che ospita la stazione
comprendono una sala centrale per la
microscopia, un laboratorio per la chimica e
una piccola cucina. La struttura così concepita
permette a ricercatori e docenti di università
e istituti di ricerca di organizzare scuole
estive in completa autonomia o con il supporto
tecnico e scientifico dei ricercatori del Museo
Tridentino di Scienze Naturali
Parco Naturale Adamello Brenta”
(collana “Documenti del Parco”),
il dvd “Val di Tovel”. Fra
le pubblicazioni che trattano specificatamente
di geologia troviamo:
il depliant del percorso autoguidato
“Val d’Ambiez”, la
guida “Vallesinella suggestioni
d’acqua e di pietra” consultabile
sul sito internet del Parco (collana
“Percorsi”, www.pnab.it), la
serie di otto manuali per l’attività
didattica in Val di Tovel, due
dei quali sono specificatamente
dedicati alla geologia della valle
omonima e del lago di Tovel.

Il Piano di interpretazione ambientale
(Pia)
È un documento guida che fornisce
un quadro di riferimento
dove inserire tutte le azioni e le
attività concernenti la fruizione
del territorio dal punto di vista
turistico-ricreativo e didatticoeducativo,
la gestione e l’accoglienza
del pubblico, l’informazione
e l’educazione ambientale.
L’obiettivo del Pia è quello di
pianificare le modalità di fruizione
culturale e ricreativa dell’area
protetta da parte dei frequentatori,
sia locali che ospiti, attraverso:
• la progettazione e la realizzazione
di strutture e infrastrutture;
• l’individuazione di opportuni
media per la comunicazione;
• l’informazione e la divulgazione;
• la definizione di proposte educative,
didattiche e ricreative.
Interpretazione: attività didattico-educative
per le scuole
Le particolarità geologiche del
territorio del Geoparco sono
uno degli elementi più importanti
della varietà ambientale del
Parco. Ad esse sono dedicati tre
progetti di educazione ambientale
indirizzati alle scuole primarie
e secondarie del territorio
afferente il Geoparco. Due progetti
– “La geologia del Parco”
e “Le rocce e i minerali del Parco”
– si propongono di far conoscere
la ricca Geodiversità che
contraddistingue il paesaggio, le
rocce e la loro origine. Una terza
iniziativa – “Tradizione e cultura:
le vetrerie” – affronta invece,
in prospettiva storico-culturale,
ma anche ambientale, l’epoca
dello sfruttamento delle risorse
del sottosuolo, in particolare del
ADAMELLO BRENTA
quarzo, a fini produttivi.
Alcuni dettagli sulle tre iniziative
didattiche. Il progetto “Le rocce
e i minerali del Parco” è rivolto
alla scuola primaria. I bambini,
guidati nell’esecuzione di alcuni
esperimenti, nella visione di
campioni, in confronti reciproci
e giochi, imparano a conoscere
cosa sono i minerali e le rocce.
Nel corso di un’uscita sul campo,
che viene effettuata nei pressi
della scuola di appartenenza,
acquistano inoltre familiarità nel
riconoscere le rocce principali
del luogo in cui vivono. Infine
è proposta la realizzazione di
un elaborato artistico attraverso
l’utilizzo della sabbia di fiume e
delle terre naturali.
Il percorso “La Geologia del
Parco”, indirizzato alla scuola
secondaria di primo grado, in tre
tappe successive guida i partecipanti
alla scoperta delle scienze
della Terra. Nel primo incontro
in classe, di carattere preparatorio,
si prende confidenza con il
tempo geologico della Terra; nel
secondo, che consiste in un’uscita
sul campo, si eseguono alcuni
Attività didattica sul campo.
59
rilevamenti geologici e si impara
a riconoscere e classificare le
rocce. Infine, nella terza e conclusiva
“lezione”, che si tiene
nuovamente in classe, l’attenzione
viene indirizzata sulle caratteristiche
dei campioni di roccia
osservati e sulla realizzazione di
una carta geologica del territorio
del Geoparco. Si apprende così
quanto ricca sia la geodiversità
che caratterizza l’Abg.
Infine “Tradizione e cultura: le
vetrerie” è il progetto di educazione
ambientale che, proposto
alle scuole primarie, ripercorre
la storia delle vetrerie attive,
nella seconda metà dell’Ottocento,
nel territorio del Geoparco. I
ragazzi, attraverso due incontri
in classe e un’uscita, avvalendosi
anche del supporto di alcune
schede didattiche, imparano a
conoscere le materie prime che
costituiscono il vetro e la lavorazione
tradizionale dei cristalli.
Completano il percorso una visita
guidata alle antiche cave di
quarzo di Giustino e al museo
del vetro presso l’Antica vetreria
di Carisolo.
AdAmello BrentA GeopArk

Interpretazione: formazione
permanente
Sotto il titolo “formazione permanente”
troviamo alcuni programmi
formativi di educazione
ambientale che, a cadenza annuale,
vengono proposti agli insegnanti.
Alla fine dell’estate 2007, per
l’anno scolastico 2007/2008, si
è tenuto, presso la Foresteria di
Valagola, un corso di formazione
rivolto ai docenti degli istituti
comprensivi e d’istruzione
superiore compresi all’interno
dell’area del Geoparco e convenzionati
con il Parco. L’incontro,
sul tema “La geologia
del Parco”, è durato due giorni e
si è svolto in collaborazione con
il Museo Tridentino di Scienze
Naturali, il Museo Civico di Rovereto,
l’Agenzia Provinciale per
la Protezione dell’Ambiente e il
Comitato Glaciologico Trentino
della Sat. A conclusione del percorso
è stata effettuata un’escursione
guidata lungo il percorso
“Alla scoperta del ghiacciaio
che c’era”, posto alla testata della
Val Genova. L’anno successivo,
in coda all’estate 2008, per
Attività nell’ambito del corso di formazione per insegnanti.
AdAmello BrentA GeopArk
ADAMELLO BRENTA
l’anno scolastico 2008/2009, è
stato svolto, presso le foresterie
di Valagola e S. Antonio di Mavignola,
un corso di formazione
sui cambiamenti climatici.
Interpretazione: geoturismo
Da diversi anni, nell’ambito del
programma di iniziative estive
“Un’estate da Parco”, sono presenti
alcune attività divulgative e
didattiche specificatamente dedicate
alla lettura e comprensione
del paesaggio in chiave geologica
e geomorfologica. Le numerose
escursioni proposte, con l’accompagnamento
di guide esperte,
aspirano a valorizzare l’osservazione
delle bellezze naturalistiche
dell’Adamello Brenta Geopark
implementando il geoturismo.
Da giugno a settembre, a cadenza
settimanale, con l’accompagnamento
di guide esperte, vengono
proposte le seguenti escursioni:
“Alla scoperta del Ghiacciaio che
c’era”, affascinante escursione alla
testata della Val Genova per
decifrare i segni impressi sul paesaggio
dal ghiacciaio che, un tempo,
si allungava fino alle pendici
della valle; “Le sorgenti di Val-
60
Escursione alla testata della Val Genova.
lesinella”, escursione di un’intera
giornata alla scoperta degli anfratti
più nascosti delle cascate di
Vallesinella; “Percorsi alle miniere
di quarzo”, escursione dal Doss
del Sabion lungo la Val d’Algone
alla riscoperta delle antiche cave
di quarzo e delle vetrerie risalenti
all’‘800; “La geologia del sentiero
delle Glare”, escursione lungo
lo straordinario paesaggio lunare
delle Glare, per conoscere la “storia
geologica” della Val di Tovel;
visita guidata al Centro Studi
Adamello “Julius Payer” con gli
esperti del Comitato Glaciologico
Trentino della Sat.
Nel 2008 è stata inoltre organizzata,
per la prima volta, “Dalla
madre Terra… il geolaboratorio
creativo”, attività didattica
per bambini dai 6 ai 10 anni che
hanno l’opportunità di osservare
e conoscere le proprietà della
Terra e il fenomeno dell’erosione.
La sabbia di fiume è l’ele-

mento naturale utilizzato, nella
parte pratica del “geolaboratorio”,
per realizzare una semplice
opera d’arte elaborando, creativamente,
i materiali offerti
dall’ambiente.
Infine, sempre nel 2008, all’interno
della proposta di vacanza
“Un Parco da vivere”, studiata
in collaborazione con l’Azienda
per il turismo Terme di Comano-Dolomiti
di Brenta e la società
di marketing territoriale Trentino
Spa, sono state inserite due
settimane “geoturistiche”.
Ricerca Scientifica
Nell’area del Geoparco sono state
svolte in passato e sono tuttora
in corso numerose ricerche
scientifiche, dando così piena attuazione
alla finalità attribuita al
Parco Naturale Adamello Brenta
dalla legge provinciale 18/1988
istitutiva dell’Ente che così recita:
“Finalità dei parchi naturali è
la tutela delle caratteristiche naturali
e ambientali, la promozione
dello studio scientifico e l’uso
sociale dei beni ambientali”.
Per ulteriori approfondimenti si
rimanda al Dossier di candidatura
e all’indirizzo web del Parco
www.pnab.it, dove si può consultare
la bibliografia informatizzata
di tutti gli studi scientifici
effettuati in campo naturalistico.
Periodicamente vengono sottoscritti
protocolli di collaborazione
con il Comitato Glaciologico
Trentino della Sat nell’ambito di
attività didattiche, divulgative e
di ricerca scientifica sulla conoscenza,
conservazione e valorizzazione
consapevole della risorsa
glaciale. Parimenti analoghe
convenzioni sono stipulate con
il Museo Tridentino di Scienze
Naturali per l’attività di ricerca
scientifica.
ADAMELLO BRENTA
LE RICERChE SCIENTIFIChE
SVOLTE E IN ATTO NELL’ABG
1990-91 Realizzazione di un catasto dei ghiacciai nel Parco
(Società Alpinisti Tridentini)
1996-99 Realizzazione di un catasto dei laghi del Parco
(Museo Tridentino di Scienze Naturali)
1996-99 Riconoscimento delle principali tipologie pedologiche
del Parco (Museo Tridentino di Scienze Naturali)
1999-2002 Realizzazione di un catasto dei rock glaciers presenti
nel Parco (Comitato Glaciologico della Società
Alpinisti Tridentini, Università di Pavia e Pisa)
2004-2007 Progetto “Inhumus” (Centro di Ecologia Alpina)
2006-2009 Progetto di Ricerca “Geositi nel paesaggio italiano:
ricerca, valutazione e valorizzazione”, Progetto
“Prin” (Università di Pavia)
1992-93
1996
(fasi 1 e 2): Verifica e misurazione dei ghiacciai del Parco, indagini
e rilievi su alcuni dei principali ghiacciai
del Parco (Comitato Glaciologico della Società
Alpinisti Tridentini)
1997 Studio della stagionalità dei laghi Serodoli e Tre
laghi (Museo Tridentino di Scienze Naturali)
1999-2001 Studio sugli aspetti degli acquiferi carsici nelle
Dolomiti di Brenta con riferimento alle sorgenti
di Vallesinella (Museo Tridentino di Scienze Naturali)
2002-oggi Monitoraggio topografico e termico di alcuni rock
glacier (progetto “Interreg PermaNet”)
2004-2007 Bilancio di massa dei ghiacciai d’Agola (Società
Alpinisti Tridentini)
2004-2007 Progetto “Crenodat” (Museo Tridentino di Scienze
Naturali)
2008 Pubblicazione del Foglio geologico alla scala
1:50.000 Monte Adamello Progetto “Carg” realizzato
dal Servizio Geologico della Provincia
Autonoma di Trento (rilevamenti effettuati dal
1995)
61
AdAmello BrentA GeopArk

In questo capitolo viene illustrata
la strategia messa a punto per valorizzare,
nei prossimi quattro anni,
l’Adamello Brenta Geo park.
La strategia è un insieme organico
di progetti e iniziative suddiviso
nelle seguenti macroaree:
“interpretazione”, “ricerca scientifica”
e “tutela”. Attraverso l’attuazione
delle azioni definite, il
Geoparco intende sviluppare al
meglio la propria azione, razionalizzando
gli sforzi e le risorse.
Operativamente i progetti e le iniziative
riguardanti il Geoparco saranno
attuati da una struttura funzionale,
identificata in un “Gruppo
di lavoro”, articolata su tre livelli:
Segreteria tecnica del Geoparco,
Convenzione-quadro con il Museo
Tridentino di Scienze Naturali,
Gruppo di lavoro permanente o
Comitato Geoparco.
Segreteria tecnica del Geoparco:
sarà costituita da un funzionario
geologo che avrà il compito
principale di promuovere
l’attuazione del Piano d’azione,
monitorando costantemente
lo stato di avanzamento dei progetti,
contemporaneamente dedicandosi,
di volta in volta, in
Panoramica dal Carè Alto alla Presanella.
AdAmello BrentA GeopArk
ADAMELLO BRENTA
4.3 LA STRATEGIA DI
VALORIZZAZIONE DELL’ABG
veste di collaboratore, coordinatore
o esecutore diretto alla realizzazione
delle azioni previste.
Il funzionario geologo svolgerà,
inoltre, attività di educazione
ambientale ed interpretazione
e sarà il principale referente
dell’Adamelo Brenta Geopark
all’interno dell’Egn, occupandosi
della gestione della fitta corrispondenza
che i geoparchi aderenti
si scambiano, partecipando
ai due meeting annuali della Rete
Europea dei Geoparchi e facendosi
parte attiva dei progetti
europei che spesso vedono protagonisti
i geoparchi della Rete.
Infine, il funzionario geologo
potrà eseguire semplici perizie
geologiche a supporto dei lavori
pubblici interni, garantendo così
maggior semplicità ed economicità
all’azione tecnico-amministrativa
del Parco.
Convenzione-quadro con il
Museo Tridentino di Scienze
Naturali: dal punto di vista gestionale,
prevedendo un aumento
delle attività di educazione ambientale
e di interpretazione, che
richiedono formazione specialistica
per operare con uno stan-
62
dard qualitativo elevato, risulta
conveniente orientarsi verso una
convenzione-quadro con il Museo
Tridentino di Scienze Naturali
(Mtsn), ente di lunga tradizione
e all’avanguardia nello
studio dell’ambiente, ma anche
nelle attività di divulgazione nei
confronti dell’opinione pubblica.
Gruppo di lavoro permanente,
o “Comitato geoparco”: vi faranno
parte personalità del mondo
accademico, funzionari del
Museo Tridentino di Scienze
Naturali, del Servizio Geologico
della Provincia Autonoma di
Trento e del Parco Naturale Adamello
Brenta. Avrà il compito di
proporre nuove strategie, lavorare
all’aggiornamento del Piano
d’azione, occuparsi dell’alta formazione,
prestare la collaborazione
nell’ambito dei progetti comunitari,
coordinare le attività di
ricerca scientifica, elaborare progetti
per attività specialistiche.
Il Comitato non avrà alcun costo
se non specificatamente incaricato,
nel suo complesso e/o
nella persona di qualche componente,
allo svolgimento di particolari
compiti.

Uno degli obiettivi strategici
del Geoparco è rappresentato
dalla valorizzazione del
proprio patrimonio geologico
al fine di promuovere e divulgare
la realtà del Geoparco
medesimo, favorendo la diffusione
di una cultura che prenda
coscienza dell’esistenza e
dell’importanza del bene geologico
e del ruolo rilevante e
alternativo che esso può assumere
nello sviluppo del tessuto
economico e sociale del territorio.
Nell’ottica dei geoparchi la valorizzazione
del bene geologico,
impostata secondo precise
azioni di comunicazione e
mediazione culturale, costituisce
inoltre un importante strumento
per garantire la tutela e
la salvaguardia del bene geologico.
Per quanto riguarda la realizzazione
delle varie strutture,
si avrà cura di adottare tutti gli
accorgimenti necessari ad assicurare,
dove possibile, una
fruizione agevole da parte di
un’ampia utenza, con particolare
riferimento alle persone
con ridotte o impedite capacità
motorie o sensoriali quali anziani,
bambini, persone con disabilità.
Di seguito vengono illustrate le
azioni di valorizzazione previste
dal Piano d’azione e inserite
nella cornice più generale
del Piano di interpretazione ambientale
(Pia), per il quadriennio
2008-2012.
ADAMELLO BRENTA
4.4 IL PIANO D’AZIONE
INTERPRETAZIONE
Formazione del personale
Le risorse umane rivestono un ruolo
chiave nel conseguimento degli
obiettivi dell’European Geoparks
Network. A qualunque livello
esso operi, il personale addetto
all’accoglienza del pubblico, alla
divulgazione e alla didattica necessita
di una professionalità specifica.
In tale contesto, risulta necessario
individuare e formare un
gruppo di persone motivate e predisposte
al rapporto con il pubblico,
curandone poi la formazione
mediante appositi corsi di qualificazione
e aggiornamento, come
peraltro già previsto dal Pia.
Documentazione e strumenti
informativi
Una misura propedeutica allo sviluppo
di progetti e iniziative coerenti
con le indicazioni del Piano
d’azione appare quella di dotare
la struttura operativa di gestione
del Geoparco di qualificate e aggiornate
fonti di dati e informazioni
che vadano a costituire gli
strumenti conoscitivi di base su
cui poter elaborare e sviluppare
nuovi progetti e iniziative.
Sarà realizzato un sistema informativo
territoriale che consentirà
di disporre rapidamente delle
fonti di dati relative al Geoparco.
In esso confluiranno, mediante
la compilazione di schede
apposite (secondo quanto stabilito
dal progetto sui geomorfositi),
le informazioni relative ai singoli
geositi complete di descrizio-
63
ne, estratti cartografici (corografie,
geologia, geomorfologia,
vulnerabilità, rischio, pericolosità),
iconografia e bibliografia
(scientifica, divulgativa).
Si potrà prevedere l’accesso alla
banca dati direttamente dalla
rete internet, permettendone la
consultazione da parte di utenti
esterni mediante opportuni filtri
di accesso.
Verrà inoltre predisposta una
cartografia geologica e geomorfologica,
di base e di dettaglio,
georeferenziata.
Case del Parco
Una priorità, evidenziata anche
dalla commissione valutatrice della
Rete Europea dei Geoparchi, è
rappresentata, nell’ambito del Piano
d’azione per la valorizzazione
del Geoparco, dalla realizzazione
di una Casa del Parco dedicata
alla geologia. Il Parco Naturale
Adamello Brenta è già dotato di
cinque case del Parco tematiche,
in cui la geologia rappresenta però
un aspetto marginale, a corollario
di ciascun argomento principale
sviluppato: flora, fauna, orso,
etnografia, lago di Tovel.
La Casa del Geoparco, prevista a
Carisolo, sarà il centro di interpretazione
della geologia e riunirà,
in un unico luogo, centro visite,
centro di documentazione, strutture
adeguate per un utilizzo anche
a scopi didattici e formativi e
spazi per eventi temporanei (mostre,
installazioni, manifestazioni).
La Casa del Geoparco sarà il punto
nodale in grado di fornire al visita-
AdAmello BrentA GeopArk

tore le motivazioni e le conoscenze
di base per scoprire la geologia
del territorio circostante.
In questa direzione si ritiene strategico
mettere in rete la Casa del
Geoparco con le altre case del
Parco, presso le quali, dove possibile,
saranno identificati appositi
spazi, interni o esterni, destinati
ad affrontare una specifica
tematica geologica attinente con
il territorio nel quale si trovano.
AdAmello BrentA GeopArk
ADAMELLO BRENTA
Inoltre, secondo quanto previsto
dalla Egn, in ogni struttura del
Parco ci sarà uno spazio dedicato
alla Rete europea e mondiale
dei Geoparchi Unesco, in modo
tale da dare visibilità all’“alleanza”
tra i parchi d’Europa e del
mondo dedicati alla geologia.
Itinerari geoturistici
Gli itinerari, a piedi, in mountain
bike, a cavallo e con gli sci, costituiscono
un punto di forza del
Geo parco in quanto permettono
di inoltrarsi in sicurezza nel territorio,
alla scoperta delle emergenze
geologiche e culturali. I
geositi, in questo caso, possono
rappresentare l’elemento totemi-
Postazione del sentiero tematico attorno al lago di Tovel.
64
co e/o la chiave di lettura di un determinato
tratto di territorio attraversato
dal percorso. In linea con
il Piano di mobilità e gestione dei
flussi turistici adottato dal Parco,
è necessario impostare gli itinerari
geoturistici utilizzando la rete
viaria esistente (viabilità ordinaria,
viabilità forestale e sentieri).
Si possono individuare diversi
gradi di accesso all’interno del
territorio del Geoparco, in funzione
delle valutazioni in merito
alla fruibilità dei geositi (potenziale
vulnerabilità dei siti, facilità
di accesso, scelte strategiche
di concentrazione e gestione dei
flussi in precisi settori del Geoparco).
Ciò potrà avvenire, ad

esempio, tramite l’individuazione
di itinerari ad anello a grande
raggio, (“Dolomiti di Brenta
Trek”), utilizzando la rete sentieristica
esistente e, dove possibile,
gli itinerari naturalistici ed
escursionistici già predisposti (ad
esempio il Sentiero glaciologico
“Vigilio Marchetti”, il Sentiero
delle “Sorgenti di Vallesinella”, i
Sentieri tematici della Val di Tovel)
che dovranno, se necessario,
essere opportunamente aggiornati
relativamente ai temi geologici,
andando a costituire una rete
integrata di percorsi tematici.
Gli itinerari saranno scelti sulla
base delle indicazioni emerse
dall’analisi del catasto dei geositi
del Geoparco, con il preciso
intento di pianificare e gestire la
fruizione del bene geo logico, guidando
l’escursionista solamente
attraverso le zone ritenute idonee
dal Piano del Geoparco.
Per la realizzazione di nuovi
itinerari si dovrà porre grande
attenzione alle modalità comunicative,
evitando l’utilizzo
eccessivo di pannelli, secondo
quanto già stabilito dal Pia.
Rifugi e dintorni
Si prevede, presso i rifugi presenti
nel Geoparco, la messa a disposizione
di materiale informativo e
la predisposizione di pannelli finalizzati
alla lettura del territorio
circostante, indipendentemente
dalla presenza di geositi. Si provvederà,
inoltre, alla formazione
del personale operante nei rifugi,
in modo che diventi prim’attore
nella divulgazione e valorizzazione
dell’ambiente nel quale opera.
Valorizzazione degli aspetti
storico-culturali delle attività
estrattive
Saranno realizzati brevi itinerari
ADAMELLO BRENTA
Verso il rifugio Brentei.
finalizzati alla conoscenza della litologia
locale e degli aspetti storico-culturali
delle attività estrattive
presenti nel territorio del Geoparco.
Si prevede la predisposizione
di materiale informativo (pieghevoli,
filmati documentari) e l’allestimento
di piccoli musei nei
pressi dei geositi demo-etno-antropologici,
dove già ci siano delle
strutture atte a ospitarli.
Mediazione culturale e divulgazione
Al fine di promuovere e divulgare
la realtà del Geoparco, favorendo
la diffusione di una cultura
che prenda coscienza dell’esistenza
e dell’importanza del bene
geologico e del ruolo rilevante e
alternativo che esso può assume-
65
re nello sviluppo del tessuto economico
e sociale del territorio, è
fondamentale impostare un’adeguata
strategia di comunicazione
e mediazione culturale finalizzata
alla sensibilizzazione e al coinvolgimento
dei residenti e degli
operatori socio-economici.
Un approccio più mirato alla comunicazione
e divulgazione degli
aspetti naturali e ludico-ricreativi
del Geoparco va invece
rivolto alla sfera dei fruitori e frequentatori
del Geoparco: escursionisti,
turisti e alpinisti.
In quest’ottica è importante predisporre
una serie di pubblicazioni
con tematiche inerenti anche
le scienze della Terra e una linea
di prodotti geoturistici per il merchandising.
AdAmello BrentA GeopArk

Grafica: F. Periotto - testi: C. Ferrari, V. Masè; foto: G. Alberti, E. Guella, V. Masè, G. Andina, H. S. Lorenzoni, E. Dorigatti, M. Zeni, G. Pincelli - cartografia: Matteo Viviani - stampato su carta Gardapat 13 Kiara delle Cartiere del Garda S.p.A.
Come previsto dal Piano di interpretazione
ambientale, tutto il
materiale prodotto dovrà essere
pubblicato in due lingue (italiano
e inglese).
Inoltre, su suggerimento anche
della Egn, occorrerà dare enfasi
alla fase comunicativa dello
straordinario patrimonio geologico
attraverso diversi canali
comunicativi: dalle tradizionali
guide cartacee alle audio-guide.
Pubblicazioni
Le pubblicazioni rientreranno, a
seconda dei contenuti, nelle collane
“Guide” o “Percorsi” del
Parco, in quanto la maggior parte
delle iniziative editoriali riguarderà
più temi, sia di carattere geologico
che biologico. Quindi, nel
caso di pubblicazioni monografiche
su temi geologici, l’argomento
trattato non sarà evidenziato
dalla presenza di un logo particolare
o dall’inserimento in una
specifica collana, ma sarà messo
in evidenza attraverso il titolo.
Nello specifico si proporranno
snelle pubblicazioni divulgative
che descrivano gli aspetti geologici
e geomorfologici di aree
migliora l'ambiente
naturale e quindi la
vita della gente che lo
abita.
coinvolge
gli abitanti,
gli enti, le organizzazioni pubbliche e le
imprese nella gestione e valorizzazione dei siti
geologici, mirando al
progresso economico
locale;
sostenibile e
durevole;
economico
strategia di
sviluppo
strutturata,
che ha già
adottato una
è gestito da una struttura manageriale
coerente e
tutela, attraverso una
strategia coordinata di
protezione, il
patrimonio geologico e
geomorfologico
attraverso innovative
strategie di
conservazione che non
escludono l'uomo dalla
fruizione
dell'ambiente; senza
l'integrità dei siti, che
ne giustifica
l'esistenza, il
Geoparco non esiste;
valorizza il patrimonio geologico e
geomorfologico, promuovendo l'educazione
comuni azioni di
valorizzazione;
culturale, oggetto di
comprende più
geositi, di interesse
geologico, ma anche
archeologico,
ecologico, storico e
naturale e quello
culturale;
s o n o i m p o r t a n t i
anche il patrimonio
educativo. La sua identità è strettamente
legata alla geologia,
ma in un Geoparco
speciale per rarità,
i n t e r e s s e
scientifico, richiamo estetico e valore
Cos’è un Geoparco ? Ad
tà
o
a:
I.P.
P R E S E N T A Z I O N E
Adamello Brenta Geopark
v i v e r e i l p a r c o
La Rete Europea e
la Rete Globale UNESCO
dei Geoparchi
Hai mai passeggiato in uno splendido
paesaggio e ti sei mai chiesto come sia
possibile che si possano essere formate così
tante varietà di rocce e così tante forme
diverse di montagne, colline e valli?
Hai mai provato una forte
emozione guardando dall'alto
il mare che si infrange sugli
scogli o da una cresta nevosa
delle montagne e ti sei mai
chiesto come queste
meraviglie della natura
possano essersi formate?
Se sì, benvenuto allora nel
mondo dei Geoparchi
Europei il cui scopo è quello
di esplorare il patrimonio
geologico e dare delle risposte
a tante di queste domande. La
rete, istituita nel 2000, mira a
promuovere la conservazione
della geodiversità, la
divulgazione del patrimonio
geologico e lo sviluppo
sostenibile a livello locale
attraverso l'incremento del
geoturismo e la valorizzazione
di un'immagine generale
collegata al patrimonio
geologico.
AdAmello BrentA GeopArk
Terra e una forma
particolare di
turismo sostenibile:
il geoturismo;
delle scienze della
ricerca scientifica
nelle varie discipline
ambientale, la
formazione,
l'incremento della
g e o m o r f o l o g i c o
s i g n i f i c a t i v o e
g e o l o g i c o e
è un'area, dai
c o n f i n i b e n
definiti, con un
p a t r i m o n i o
ADAMELLO BRENTA
ben definite del Geoparco quali
le valli principali o parti di esse
(ad esempio il percorso di Vallesinella,
quello della Val Genova,
il percorso glaciologico “Vigilio
Marchetti” e quello dell’Alpe
Nana). La finalità delle guide
è quella di far emergere, accanto
agli altri aspetti naturalistici e
culturali, la marcata geodiversità
del territorio dell’Abg, mettendone
in risalto le peculiarità
geologiche-geomorfologiche e
i risvolti che esse hanno avuto
sulle attività dell’uomo.
Depliant
Il Geoparco necessita, per la sua
divulgazione e conoscenza, di un
depliant generale che introduca
alla realtà, europea e mondiale,
dei geoparchi e illustri le peculiarità,
le attività e le caratteristiche
geologiche dell’Adamello
Brenta Geopark, proponendo
una descrizione semplice, comprensibile
a tutti.
qui sono vissute; questa storia è scritta nelle
pietre, nelle rocce e nei paesaggi che ci
circondano...
ruolo importante.
Vieni a provarne qualcuna, e scoprirai la storia
non solo delle rocce, ma anche delle genti che
complessa strategia di conservazione del
patrimonio naturalistico e culturale, realizza
diverse attività, dove il geoturismo gioca un
Per questo il Parco, all'interno della più ampia e
L'Adamello Brenta Geopark è così un
laboratorio all'aria aperta dove i bambini, gli
studenti e i geoturisti possono scoprire e
comprendere la ricca geologia del territorio.
Studiare e conoscere il patrimonio geologico
migliora la comprensione delle
trasformazioni del paesaggio nel tempo e
nello spazio e la responsabilità di ciascuno nei
confronti della natura.
Cartografia dei geositi e cartografia
geoturistica
La cartografia geoturistica è un efficace
mezzo di divulgazione e di
Assieme a lei, vi sono tante altre varietà di
rocce, che assieme formano l'unicità di questo
territorio: un'elevata geodiversità che
ritroviamo in tutta l'area del Geoparco
(114.645,62 ha) che comprende l'intera area
protetta del Parco Naturale Adamello Brenta e il
territorio dei 38 comuni ad esso afferenti.
mondo con questo nome che ha origine da un
toponimo locale, il passo del Tonale.
Brenta Geopark, riconosciuto dalla Rete
Europea e Globale UNESCO anche grazie a
Tonalite, la mia roccia-mamma, nota in tutto il
Ciao, io sono Tonalì.
Sono nato nel 2008, assieme all'Adamello
Per il conseguimento di questi obiettivi
lavorano attivamente e in modo dinamico i
34 Geoparchi riuniti nella rete e
appartenenti a 13 diversi paesi europei,
collaborando assieme sotto gli auspici
dell'UNESCO. Infatti l'UNESCO nel 2004, a
Parigi, ha istituito la Rete Globale dei
Geoparchi (GGN) cui appartengono anche i
Geoparchi Europei.
La GGN sotto
l'egida dell'UNESCO
rappresenta una
base attiva di
cooperazione tra
esperti della
conservazione
del patrimonio
geologico e in
questo modo
importanti siti
geologici di
interesse nazionale
acquisiscono un
riconoscimento di
Adamello Brenta Geopark
portata
internazionale e
beneficiano dello
scambio di
conoscenze,
competenze,
esperienze tra
Geoparchi.
66
07/09
comunicazione, soprattutto verso
quel vasto pubblico ancora poco
ricettivo nei riguardi della geologia.
Si auspica che, quanto prima,
la presenza del geomorfosito o più
generalmente del geosito, venga
segnalata e recepita anche nelle
tradizionali carte turistiche ed
escursionistiche, a fianco di altre
indicazioni naturalistiche, biologiche,
storiche e architettoniche.
Filmografia
Si prevede, come primo passo,
la ricognizione di tutto il materiale
già prodotto sull’argomento
da altri soggetti (ad esempio
le immagini video della Grotta di
Aladino e del Bus della Spia), verificando
quindi la possibilità di
un’acquisizione, e conseguente
valorizzazione, da parte del Parco
Naturale Adamello Brenta.
Saranno poi sfruttate appieno le
potenzialità del software Rte, acquisito
recentemente dal Parco,
che consente di visualizzare tridimensionalmente
e in modo dinamico
il territorio del Parco, implementando
le immagini 3D con
informazioni grafiche e file audio.
L’obiettivo è quello di pre-
Grafica: F. Periotto - testi: C. Ferrari, V. Masè; foto: G. Alberti, E. Guella, V. Masè, G. Andina, H. S. Lorenzoni, E. Dorigatti, M. Zeni, G. Pincelli - cartografia: Matteo Viviani - stampato su carta Gardapat 13 Kiara delle Cartiere del Garda S.p.A.
migliora l'ambiente
naturale e quindi la
vita della gente che lo
abita.
progresso economico
locale;
gli enti, le organizzazioni pubbliche e le
imprese nella gestione e valorizzazione dei siti
geologici, mirando al
coinvolge
gli abitanti,
è gestito da una struttura manageriale
coerente e
strutturata,
che ha già
adottato una
strategia di
sviluppo
economico
sostenibile e
durevole;
l'esistenza, il
Geoparco non esiste;
dell'ambiente; senza
l'integrità dei siti, che
ne giustifica
conservazione che non
escludono l'uomo dalla
fruizione
attraverso innovative
strategie di
geomorfologico
tutela, attraverso una
strategia coordinata di
protezione, il
patrimonio geologico e
? Adamello Brenta Geopark
Le Dolomiti
patrimonio mondiale dell'Umanità
Le “montagne più belle del mondo”,
dallo straordinario valore paesaggistico
singoli minerali che le compongono. Caratteristica della tonalite è anche l'impermeabilità:
48 e laghi naturalistico: incantati, numerose e spettacolari così cascate l'Unesco, e impetuosi torrenti il regnano 26 nel
paesaggio dell'Adamello, dove l'acqua è il tema dominante.
giugno 2009, a Siviglia, ha decretato
A est, troverai un mondo
completamente differente:
l'inserimento delle Dolomiti nel
l'acqua superficiale sparisce in
profondità, e solo 4 laghi, di
patrimonio naturale una incomparabile mondiale
bellezza,
ornano il paesaggio roccioso
dell'Umanità, coronando delle Dolomiti di Brenta. un Ci lungo
troviamo al cospetto di un
grandioso castello di rocce
cammino.
sedimentarie, dove torrioni,
campanili e ardite guglie
I nove gruppi tolgono dolomitici il fiato. – Dolomiti di
Avresti mai immaginato che circa 200 milioni di
anni Brenta, fa, dove oggi si Pale trovano quei di monti, San vi era un Martino-San
mare sottile, caldo e tropicale, ricco di barriere
coralline? Lucano, Eppure Marmolada, abbiamo le testimonianze: Pelmo-Croda da
“popolano” le rocce calcaree e dolomitiche del Brenta
numerosi fossili, scheletri e gusci di organismi
Lago, Dolomiti Bellunesi, Dolomiti
marini. Tra questi spicca il Megalodon, fossile guida
della Dolomia Principale, formazione rocciosa che
costituisce Friulane il cuore del gruppo e d'Oltre montuoso. Piave, Dolomiti
Fra Settentrionali, i due gruppi montuosi affiorano Puez-Odle, Sciliar-
le rocce più antiche della zona, che
s o n o c h i a m a t e “ S c i s t i d i
Rendena”. Catinaccio- Hanno circa Latemar 300 e Bletterbach
milioni di anni e sono rocce
metamorfiche, –hanno formatesi ottenuto come dice il riconoscimento
la parola stessa per trasformazione
di rocce preesistenti. dall'organizzazione delle Nazioni unite
Il territorio del Geoparco risulta
così per un vero l'Educazione, laboratorio a cielo la Scienza e la
aperto, in cui si possono osservare
tutti Cultura e tre i tipi come di rocce: bene seriale per la loro
magmatiche, sedimentarie e
metamorfiche.. non ci resta che
andare eccezionalità a scoprirlo! geologica e paesaggistica:
iscritti nella lista dei beni naturali
dell'Unesco dovranno sottostare a
precise regole di tutela e di
valorizzazione.
P R E S E N T A Z I O N E
Adamello Brenta Geopark
Calcari, dolomia, granodiorite, tonalite, porfidi, scisti…poche aree geografiche al mondo presentano una così grande varietà di
rocce e ambienti, una geodiversità così elevata. Eccoci nell'Adamello Brenta Geopark: un'area estremamente articolata e
diversificata il cui cuore è racchiuso nella spettacolare unicità dei paesaggi delle alte quote e della marcata diversità geologica e
geomorfologica dei due massicci montuosi che la dominano: il massiccio dell'Adamello - Presanella e il gruppo delle Dolomiti di
Brenta.
A ovest, la dura e compatta tonalite (roccia magmatica) dona
ai monti dell'Adamello e Presanella una morfologia
massiccia, percorsa da numerose creste affilate. È questa la
roccia più “giovane” del Parco, originatasi dai 29 ai 42 milioni
di anni fa grazie alla cristallizzazione di roccia fusa (magma)
risalita dalle profondità lungo le fratture nella crosta terrestre e
raffreddata all'interno senza uscire in superficie come la lava di
un vulcano. Con un “coperchio” che rallentava il
raffreddamento, i singoli cristalli hanno avuto il tempo e la
possibilità di formarsi: osserva le rocce mentre passeggi in
questa zona del Parco e vedrai che riesci a distinguere bene i
I 61 Geositi
1 Ghiacciaio d'Agola
16 Rock Glacier Val d'Amola
31 Pozza Tramontana
46 Sorgente e cascata di Mezzo di Vallesinella
dell’Adamello Brenta Geopark
2 Ghiacciaio d'Amola
PARCO NATURALE ADAMELLO BRENTA
3 Ghiacciaio della Lobbia
I geositi sono luoghi che testimoniano European in modo - UNESCO Global 4 Ghiacciaio Geopark dell'Adamello/Mandrone
particolarmente significativo l'evoluzione
5
della crosta terrestre o l'influenza Ghiacciaio di Lares
Via Nazionale che 24, 38080 Strembo (Tn)
questa ha avuto sullo sviluppo della vita e
6 Ghiacciaio Occidentale di Nardis
dell'uomo. Includono affioramenti di rocce, info@pnab.it - www.pnab.it
7 Morene PEG Gh. d'Agola
suoli, fluidi, minerali e fossili o anche tel. 0465 806666 fax 0465 806699
17 Testata della Val Genova
18 Val di Fumo
19 Arca di Fraporte
20 Bus de la Spia
21 Cascata del Rio Bianco
22 Conca dei XII Apostoli
32 Calanchi di Tuenno
33 Fungo del Dos del Clamer
34 Cascata di Nardis
35 Castel Corona
36 Finestra di Cima Vagliana
37 Forra del Limarò
47 Turrion Basso
48 Antica cava di Malga Trivena
49 Antica cava di Pimont
50 Antica cava di Scaricle
51 Antiche cave della Val Algone
52 Antiche cave di Caderzone
particolari forme del paesaggio e fenomeni
8
23
38
53
Morene PEG Gh. d'Amola
Grotta del Castelletto di Mezzo
Frane del Brenta
Antiche cave di Giustino
naturali.
9 Rock Glacier Cima Laeng
24
39
Grotta di Aladino
Campanile Basso
54 Antiche cave Val Borzago
10
La componente geologica del paesaggio è un
Rock Glacier Cima Presena
25 Grotta di Collalto
40 Giacimento fossili della Val Ambiez 55 Antiche miniere di pirite Val San Valentino
libro aperto sulla storia della vita sulla
11
26 Grotta Silvia
41
Sito archeologico Campo Carlo Magno
Rock Glacier di Forcella di Marosso
Giacimento fossili Val Formiga
56
Terra!
12 Rock Glacier Lago di Nambino
27
42
57
Pian de la Nana
Lago di Tovel e foresta sommersa Grotta degli Specchi
I 61 Geositi dell'Adamello Brenta Geopark
13
28
43
58
Rock Glacier Lago Scuro
Plan de l'Auter
Monte Peller
Antica vetreria di Carisolo
sono stati suddivisi in 5 grandi categorie: il Parco per un mondo migliore
14 Rock Glacier Monte Fornace
ghiacciai, morfologie glaciali e periglaciali,
15 Rock Glacier Passo del Maroccaro
morfologie carsiche, siti a valenza geologica e
29 Bus de la Neo
30 Sorgenti di Vallesinella
I.P.
44 Paleofrane del Sasso Rosso
45 Passo del Frate
59 Antica vetreria di Tione
60 Antica vetreria di Val Algone
siti a valenza demo-etno-antropologica.
61 Corno di Cavento
v i v e r e i l p a r c o
ne
e
di
sse
che
lore
ente
ogia,
arco
a n t i
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ello
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mera
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Se sì
mond
Euro
di es
geolo
a tan
rete,
prom
della
divul
geolo
sost
attra
geotu
di un
colle
geolo

disporre un documentario sulla
geologia del Geoparco e sul
rapporto tra l’uomo e l’ambiente
esemplificato, ad esempio, nelle
antiche cave, nelle miniere e nelle
vetrerie, ormai dismesse, ma
le tracce delle quali sono ancora
ben visibili nel paesaggio.
Il documentario sarà impiegato
sia nell’allestimento della Casa
del Geoparco prevista a Carisolo,
sia per arricchire la sezione del sito
internet dedicata all’Abg. Tale
software potrà essere anche utilizzato
per visualizzare un “volo
virtuale” sul Geoparco, utile nella
fase di preparazione di un’escursione
o per scoprire, da prospettive
inusuali, alcuni aspetti geologico-strutturali,
non apprezzabili
da una visione a livello terreno.
L’ipotesi di produrre nuovi do-
ADAMELLO BRENTA
cumentari video si presenta molto
impegnativa e quindi non realizzabile
nel breve periodo.
Sito internet
Per sottolineare ulteriormente la
piena appartenenza dell’Adamello
Brenta Geopark al Parco Naturale
Adamello Brenta, è prevista
la realizzazione di pagine
web dedicate da inserire nel sito
ufficiale del Pnab, www.pnab.
it, all’interno della sezione “Chi
siamo”. Nel sito saranno disponibili
i formati pdf delle guide, dei
depliant e delle cartografie. Sarà
inoltre possibile accedere, attraverso
una versione consultabile
dal pubblico, al sistema informativo
territoriale del Geoparco fornendo
all’utente la possibilità di
interrogare in modo interattivo la
cartografia, reperire informazioni
sui geositi e programmare itinerari
escursionistici.
Loghi e grafica
Dopo l’ingresso del Parco Naturale
Adamello Brenta nella Rete
europea e mondiale dei Geoparchi,
il logotipo “Geoparco” è stato
integrato nel logo ufficiale del
Pnab, dando equilibrio all’esigenza
di visibilità dell’Abg senza
disturbare l’identità consolidata
del Parco Naturale.
67
È stato creato, inoltre, uno specifico
logo per il merchandising
che sottolinea il carattere di “geoprodotto”,
da utilizzare in abbinamento
al logo generale.
Merchandising
L’Egn, nell’ambito dell’iter che ha
portato al riconoscimento ufficiale,
ha suggerito, fornendo un’indicazione
di miglioramento, di realizzare
una serie di “geoprodotti”.
Tali gadget dovranno essere rappresentativi
del patrimonio geologico
e affiancarsi ai prodotti già
esistenti e in vendita presso tutti
gli Info Parco e le Case del Parco.
Saranno creati, ad esempio, segnalibri
diversi l’uno dall’altro,
ciascuno dei quali riprodurrà
l’immagine di un geosito con
relativa descrizione. Sarà inoltre
realizzato un distintivo in metallo
del Geoparco, appartenete ad
un’unica collezione, da concordare,
per forma e stile, con gli
altri geoparchi europei.
Mascotte
Si chiama “Tonalì” ed è la mascotte
disegnata da Fulvio Bernardini
- “Fulber”, per il Geoparco.
“Tonalì” raffigura un
ciottolo di tonalite, scelto come
elemento che riunisce insieme
la massima specificità litologica
del Geoparco e la facilità di rappresentazione.
AdAmello BrentA GeopArk

Dal punto di vista dell’utilizzo,
la sua applicazione sarà circoscritta
ad un ambito ben preciso,
affinché non si verifichino
sovrapposizioni con la mascotte
ufficiale: “l’orso Osvaldo”. Sarà
quindi rigorosamente limitata
a veicolare, attraverso un’immagine
semplice e accattivante,
i difficili concetti geologici al
pubblico dei bambini.
Attività didattico-educativa
Secondo le indicazioni fornite
dall’Egn, il Geoparco dovrà incrementare
e ampliare i progetti
didattici già attivati dal Parco Naturale,
impostando programmi ad
ampio respiro che coinvolgano
attivamente gli istituti comprensivi
del territorio e realizzando,
inoltre, nuove iniziative didattiche,
riguardanti tematiche geologiche
che si inseriscano coerentemente
nel “curricolo verticale”
previsto dal Piano di interpretazione
ambientale.
Il curricolo è un percorso di educazione
ambientale, articolato in
più progetti, che segue lo svolgersi
del curriculum studiorum
della scuola dell’obbligo, prevedendo
specifici progetti di educazione
ambientale rivolti alle
classi dalla prima elementare alla
terza media dei nove istituti comprensivi
del territorio del Parco e
convenzionati con lo stesso.
Inoltre si intende sviluppare l’offerta
didattica sul fronte dei laboratori,
delle escursioni e degli
incontri con esperti in ambito
geo logico, progettando e realizzando
nuovo materiale didattico.
Formazione permanente
Per accrescere la sensibilità e le conoscenze
nel campo della geo logia
saranno promossi corsi di aggiornamento
per i docenti delle scuo-
AdAmello BrentA GeopArk
ADAMELLO BRENTA
le di ogni ordine e grado, affrontando,
di volta in volta, tematiche
diverse nell’ambito delle scienze
della Terra. Saranno inoltre organizzati
momenti di aggiornamento-programmazione
riguardanti il
Geoparco e i progetti didattici proposti
e specifici corsi di aggiornamento
rivolti al personale di enti,
servizi della pubblica amministrazione
e soggetti privati che operano
nel campo ambientale.
Alta formazione
Il contesto del Geoparco, anche
per essere l’oggetto di una
lunga tradizione di studi e ricerche
scientifiche, rappresenta
uno straordinario laboratorio
all’aperto a disposizione di
ricercatori, equipe scientifiche
e università. Le ricerche compiute
nei gruppi dell’Adamello-Presanella
e delle Dolomiti
di Brenta si sono soprattutto
concentrate sul glacialismo, la
geomorfologia, il carsismo, la
stratigrafia e la petrografia del
cristallino.
Per tale motivo il Geoparco ha
le potenzialità per diventare un
centro permanente per la didattica
e l’alta formazione nel campo
del rilevamento geomorfologico,
della glaciologia, della geologia
glaciale, della petrografia
del cristallino, del carsismo
68
e dell’idrogeologia dei massicci
carbonatici.
Il Geoparco, a chi si occuperà
della ricerca dei settori sopra
citati, potrà offrire sostegno logistico
e mettere a disposizione
l’esperienza di tecnici ed esperti
nei singoli settori.
A tal fine è fondamentale stabilire
una proficua rete di contatti
con le università e i centri
di ricerca che tradizionalmente
svolgono attività didattiche
e di ricerca in loco, strutturando,
nel tempo, rapporti duraturi
con tangibili ricadute sul territorio.
Il Geoparco potrebbe ospitare,
mettendo a disposizione le
tre foresterie del Parco, la sede
distaccata delle università e dei
centri di ricerca che tradizionalmente
svolgono attività nel territorio
dell’Adamello-Brenta.
Geoturismo
Un approccio più mirato alla comunicazione
e divulgazione degli
aspetti naturali e ludico-ricreativi
del Geoparco riguarda
la sfera dei fruitori e dei frequentatori
del Geoparco (escursionisti,
turisti, alpinisti).
Oltre all’aspetto della comunicazione
è importante che si sviluppi
un’offerta mirata di prodotti turistici
imperniati sulla fruizione
e valorizzazione del bene geologico,
secondo le linee guida del
Piano di azione del Geoparco.
Per raggiungere questo obiettivo
è fondamentale continuare a
sviluppare la rete tra il Parco, gli
operatori economici e le amministrazioni
locali, seguendo il modus
operandi già sperimentato
con la Carta europea del turismo
sostenibile e il progetto di marketing
territoriale “Qualità Parco”.
Il gradimento, da parte dei fruitori,
delle attività e delle inizia-

tive proposte dal Geoparco, sarà
costantemente verificato.
Sensibilizzazione e coinvolgimento
dei residenti
Uno degli obiettivi strategici del
Geoparco è quello di rendere il
patrimonio geologico-ambientale
protagonista dello sviluppo
socio-economico del territorio,
attraverso un percorso condiviso
volto alla sensibilizzazione della
popolazione, degli amministratori
locali e degli operatori socio-economici,
individuando e
suggerendo vie alternative o integrative
rispetto a quelle praticate
fino ad oggi.
Il Parco, attraverso la Carta europea
del turismo sostenibile,
già da qualche anno ha imboccato
questa strada. Il Geoparco si
innesta così in una realtà in parte
già avviata e può rappresentare
un’importante occasione per
applicare concretamente i principi
della Carta.
Per perseguire tale obiettivo
saranno promosse iniziative
di informazione, indirizzate
ai residenti, sul significato e le
potenzialità del Geoparco, coinvolgendoli
direttamente nel processo
di crescita e sviluppo del
progetto.
Saranno programmati, a cadenza
regolare, incontri e dibattiti
pubblici che, intersecandosi
con i forum della Carta europea
del turismo sostenibile, avranno
l’obiettivo di condividere con il
maggior numero di soggetti il
progetto Geoparco, facendone
crescere la consapevolezza.
Contemporaneamente le amministrazioni
locali saranno incoraggiate
a collaborare attivamente
nella salvaguardia e valorizzazione
del patrimonio geologico, avendo
come riferimento le linee guida
ADAMELLO BRENTA
stabilite dal Piano di azione.
Nei confronti degli operatori economici
e culturali si potranno programmare
attività di formazione per
far conoscere il Geoparco, offrendo
loro strumenti idonei per comprenderne
le potenzialità, anche in termini
di ricadute economiche.
Infine saranno incentivate le iniziative
private che si muoveranno
verso un utilizzo coscienzioso e
sostenibile della risorsa ambiente,
in particolare geologica, che
per sua natura non è rinnovabile.
PROGETTI DI RICERCA
SCIENTIFICA
Completamento della cartografia
geologica e realizzazione della
cartografia geomorfologica
Il territorio del Geoparco è per
buona parte coperto dai rilievi
della nuova cartografia geologica
alla scala 1:50.000 realizzata
nell’ambito del Progetto “Carg-
Pat”. Vi sono però ancora alcune
aree parzialmente scoperte o che
meritano un ulteriore approfondimento,
soprattutto per quanto
riguarda gli aspetti geomorfolo-
69
gici. Pertanto, al fine di disporre
di una cartografia geologica e
geomorfologica a scala di dettaglio,
unitaria ed omogenea, sarà
promosso il completamento
delle zone attualmente scoperte,
attraverso rilevamenti mirati
accompagnati dalla reinterpretazione
e dall’adeguamento di dati
esistenti.
Ricerca e sviluppo di progetti
di idrogeologia sulle aree e le
cavità carsiche.
Il Gruppo di Brenta rappresenta
uno dei principali complessi carsici
del Trentino, da alcuni anni
oggetto di approfondite ricerche
e monitoraggi, in particolare
sugli acquiferi carsici. All’interno
delle Dolomiti di Brenta sono
state individuate alcune aree e
cavità carsiche che rientrano nella
lista dei geositi (ad esempio la
Conca dei XII Apostoli).
La Giunta della Provincia Autonoma
di Trento, con delibera
n. 594 del 14 marzo 2008, ha
attivato presso il Servizio Geologico
provinciale, il Catasto
provinciale delle grotte naturali
esistenti sul territorio trentino.
AdAmello BrentA GeopArk

Al fine di integrare e aggiornare
i dati del Catasto e di disporre
di adeguate conoscenze che ne
permettano la tutela e valorizzazione,
ognuna di queste aree potrebbe
essere oggetto di ricerche
mirate.
Risorse idriche in quota, approvvigionamento
di rifugi,
malghe e altre strutture.
Al fine di garantire l’approvvigionamento
idrico delle strutture
collocate in alta quota,
si ritiene importante avviare
un progetto di monitoraggio
e quantificazione delle risorse
idriche presenti alle quote più
elevate.
Il progetto si propone di realizzare
delle previsioni a medio
termine e programmare adeguati
interventi strutturali e di gestione
della risorsa idrica.
Particolare del Ghiacciaio dell’Adamello.
AdAmello BrentA GeopArk
ADAMELLO BRENTA
Ricerche e monitoraggio del
permafrost (Progetto “Perma-
Net”)
Il permafrost alpino è il terreno
che rimane ad una temperatura
inferiore a 0 °C per almeno due
anni consecutivi. Il Progetto “PermaNet”
si propone di iniziare un
monitoraggio a lungo termine di
alcune aree che si trovano all’interno
del Geoparco. Scopo principale
del progetto è analizzare
nel dettaglio le condizioni termiche
della superficie del suolo, in
relazione alla presenza di permafrost
e in funzione delle variabili
climatico-ambientali (temperatura,
esposizione, presenza ed
evoluzione del manto nevoso) e
di monitorare, a medio termine,
le manifestazioni superficiali di
questo stato fisico del substrato,
attraverso lo studio dei rock glacier
attivi ed inattivi.
70
Calcolo della perdita di volume
dei ghiacciai dalla Piccola
Età Glaciale ad oggi.
I ghiacciai sono dei sistemi naturali
in grado di fornire indicazioni
sulla storia ambientale e
sull’evoluzione climatica di un
dato territorio. Il loro comportamento
passato fornisce una
chiave di interpretazione per la
comprensione dei meccanismi
che ne regolano la dinamica e
per la previsione del loro comportamento
futuro. La ricerca
si propone di valutare la perdita
di volume di ghiaccio e, conseguentemente,
dell’equivalente
in acqua, confrontando i volumi
dei ghiacciai del Geoparco
nei vari periodi. La variazione
dei volumi si desume dalle evidenze
del terreno, dalla cartografia
storica e dalle fotografie
aeree.

Ricerche stratigrafiche, paleontologiche
e mineralogiche.
Alcuni settori del Geoaparco sono
noti per la presenza di interessanti
siti mineralogici e paleontologici,
ma ci sono anche
settori meno conosciuti o poco
studiati che per le loro caratteristiche
geologiche meritano di
essere analizzati più in dettaglio.
Pertanto, al fine di approfondire
le conoscenze del patrimonio
paleontologico e mineralogico
del Geoparco, si considera importante
sviluppare un programma
di ricerche finalizzato all’individuazione
di nuovi siti, alla
riscoperta di quelli già noti e al
loro successivo studio.
Studio di terremoti fossili nel
Massiccio dell’Adamello-Presanella.
Questo progetto di ricerca è già
attivato ed è coordinato dall’Università
di Padova con la partecipazione
del Museo Tridentino di
Scienze Naturali. Lo studio si inserisce
nell’ambito di un progetto
internazionale rivolto all’analisi
della meccanica dei terremoti
attraverso lo studio di faglie esumate.
Lo studio in atto può avere
ricadute importanti nell’ambito
del monitoraggio sismico che il
Servizio Geologico della Provincia
Autonoma di Trento conduce,
da diversi anni, in Trentino e
nell’interpretazione dei meccanismi
che stanno alla base di eventi
sismici recenti ed attuali.
Nel massiccio dell’Adamello-
Presanella, faglie sismo–genetiche,
che erano attive 30 milioni
di anni fa ad una profondità
di circa 10-13 km, affiorano
oggi in esposizioni eccezionali
che non hanno equivalenti nella
letteratura geologica, fornendo
l’opportunità unica di osser-
ADAMELLO BRENTA
Escursionisti lungo il sentiero delle Glare in Val di Tovel.
vare direttamente i processi che
sono avvenuti su un piano di faglia
durante un terremoto. I terremoti
maggiori, infatti, si scatenano
a profondità di 10-15
km. Pertanto informazioni sui
parametri fisici di una sorgente
sismogenetica derivano in larga
parte da osservazioni indirette,
principalmente da elaborazione
di dati sismologici o monitoraggio
in remoto. Le condizioni
di affioramento delle faglie
dell’Adamello-Presanella rappresentano
invece uno straordinario
elemento visibile per dare
una spiegazione ad eventi verificatisi
a profondità superiori ai
10 km.
71
Progetto di valutazione della
pericolosità geomorfologica
lungo gli itinerari escursionistici,
nei pressi delle aree di
stazionamento e dei geositi.
La frequentazione dei numerosi
sentieri del Geoparco conduce il
turista a un contatto diretto e talvolta
rapido con ambienti che, in
determinate circostanze, mutano
in tempi brevi per cause naturali.
Esistono alcuni elementi morfologici
del territorio che di per sé
non costituiscono una pericolosità
in senso stretto ma che, a seconda
delle capacità del fruitore,
possono essere fonte indiretta di
rischio. Contemporaneamente
anche la stagionalità e la va-
AdAmello BrentA GeopArk

iabilità meteorologica possono
rappresentare una fonte di pericolo
per i frequentatori. Un’analisi
del rischio geologico lungo
gli itinerari escursionistici può
dunque essere un utile strumento
di pianificazione e di gestione
dei flussi di visitatori.
TUTELA
Valorizzazione e tutela dei
geo siti: gli aspetti normativi
Per quanto riguarda la valorizzazione
e la tutela dei geositi, il
Geo parco si avvale degli strumenti
messi a disposizione dalle
norme provinciali di settore quali
il Piano urbanistico provinciale
(Pup), la Legge provinciale n.
37/1983 “Protezione del patrimonio
mineralogico, paleontologico,
paletnologico, speleologico
e carsico” e il Piano del Parco.
Per quanto riguarda i siti di rilevanza
geologica individuati
all’interno dell’area protetta
La roccia calcarea modellata nel corso del tempo.
AdAmello BrentA GeopArk
ADAMELLO BRENTA
del Parco, essi sono soggetti alle
norme di protezione indicate
all’interno del Piano del Parco
approvato con deliberazione
n. 6266 del 23 luglio 1999 dalla
Giunta provinciale.
In particolare ci si riferisce alle
norme di attuazione dello stesso
per cui l’attività di prelievo e di
asporto dei minerali e dei fossili
è interdetta in tutto il territorio
del Parco.
Anche i siti di interesse geologico
presenti nel territorio del
Geoparco, ma in zona esterna
all’area protetta, sono soggetti a
significative misure di protezione,
che riportiamo di seguito:
Legge nazionale n. 1497 del
29/06/1939 che tutela le singolarità
geologiche;
• Legge provinciale n. 37 del
31/10/1983, modificata dalla
L.P. n. 1 del 04/01/1988, che
ha come scopo la “tutela del
patrimonio mineralogico, paleontologico,
paletnologico,
speleologico e carsico nel ter-
72
ritorio della Provincia Autonoma
di Trento”. L’art. 2 asserisce:
“Ferme restando le norme
vigenti in materia di miniere,
cave e torbiere, l’estrazione e
la raccolta di minerali e fossili,
anche se si presentano in frammenti
sciolti superficiali, è consentita
solo a chi è in possesso
di apposita autorizzazione”;
• Piano urbanistico provinciale,
adottato con delibera n. 2402
del 27/11/2006, che individua
le cosiddette “invarianti”, ovvero
“gli elementi territoriali
che costituiscono le caratteristiche
distintive dell’ambiente
e dell’identità territoriale in
quanto di stabile configurazione
o di lenta modificazione
e che sono meritevoli di tutela
e valorizzazione al fine di garantire
lo sviluppo equilibrato
e sostenibile nei processi evolutivi
previsti e promossi dagli
strumenti di pianificazione
territoriale (art. 8)”. Rientrano
nelle invarianti i principali ele-

menti geologici e geomorfologici
(geositi), quali vette, forre,
cascate, morfosculture, marocche,
aree carsiche, grotte, morfologie
glaciali e periglaciali,
aree di interesse paleontologico,
mineralogico e stratigrafico.
È data possibilità ai comuni
di aggiornare e integrare la lista
delle invarianti. È importante
sottolineare che gli obiettivi
delle invarianti non sono solamente
la tutela e la valorizzazione
secondo le norme di settore,
ma anche la più dettagliata
conoscenza del territorio;
• Piano generale di utilizzazione
delle acque pubbliche (Pguap),
reso esecutivo con D.P.R. del
15 febbraio 2006, che regola la
gestione integrale delle acque
sia sotto il profilo quantitativo
e della sicurezza del territorio,
sia sotto quello qualitativo.
Inoltre, gran parte dell’area è soggetta
a misure di protezione in attuazione
di specifiche direttive della
Comunità Europea in materia di
tutela delle risorse ambientali. Infatti
nel territorio del Geoparco
sono presenti 25 Siti di Interesse
Comunitario (Sic) ai sensi della
“Direttiva 92/43/CEE sulla conservazione
degli Habitat” e 4 Zone di
Protezione Speciale (Zps) ai sensi
della “Direttiva 79/409/CEE sulla
conservazione degli uccelli selvatici”
che interessano l’81% dell’intera
superficie del Geoparco.
Si ritiene che tutto il sistema di
leggi e normative presente nella
Provincia Autonoma di Trento riguardante
la protezione dei beni
di interesse geologico, geomorfologico,
idrogeologico, paleontologico
e mineralogico sia sufficiente
a garantire un’adeguata e
soddisfacente tutela di questi siti.
Ciononostante il Parco, in accordo
con i comuni, ha inten-
ADAMELLO BRENTA
zione di incrementare le azioni
di tutela attiva già in atto, rivolgendole
in maniera più specifica
verso gli aspetti geologici-geomorfologici,
aumentando anche
le azioni di valorizzazione.
A seguito del riconoscimento
come European e Global Unesco
Geopark, i comuni di questo
territorio si impegnano, come
esplicitato in un’apposita lettera
sottoscritta, a segnalare come
“invarianti” nel nuovo Piano urbanistico
provinciale tutti i siti
di interesse geologico e geomorfologico
individuati all’interno
del loro territorio, ma esterni
all’area protetta. In tal modo
i comuni hanno la possibilità di
assicurare una maggior tutela di
questi siti, indicando i criteri di
protezione anche secondo le linee
guida date dalla Provincia e
dal Pup, al fine di aumentare le
azioni e le possibilità di valorizzazione
dei geositi.
L’intero territorio del Geoparco è
soggetto alle misure di tutela indicate
dal nuovo Piano urbanistico
provinciale (Pup), approvato
con Legge provinciale 27 maggio
2008 n. 5, pubblicata sul Bollettino
Ufficiale della Regione 10 giugno
2008, n. 4, suppl. n. 2, che
rappresenta il principale strumento
di programmazione e governo
del territorio provinciale, teso a
salvaguardare le risorse ambientali
e a valorizzare il paesaggio quale
elemento fondante dell’identità
e qualità territoriale, avendo come
primo principio la sostenibilità,
intesa come utilizzo ragionato
del suolo e delle risorse.
Il Piano urbanistico provinciale
riconosce nell’inquadramento
strutturale le principali strutture
fisiche del territorio provinciale,
vale a dire quegli elementi che risultano
dalla costruzione geolo-
73
gica del territorio e che ne connotano
la geomorfologia e le
condizioni di trasformazione. Tra
gli elementi di permanenza, vere
e proprie “invarianti” fisiche del
territorio, il Piano indica una selezione
delle grandi morfologie
tettoniche e delle loro emergenze
(morfosculture, morfologie carsiche,
morfologie glaciali, siti di interesse
paleontologico, mineralogico
e stratigrafico) al fine della
relativa tutela e valorizzazione.
Le invarianti sono dunque intese
“come gli elementi, i connotati,
gli aspetti del territorio dei quali
tutelare, mantenere e arricchire le
caratteristiche distintive di stabile
configurazione o di lenta modificazione”;
vale a dire l’insieme
degli elementi (areali, lineari,
puntuali) diffusi, strettamente relazionati
con l’ambiente e con il
territorio che li esprime e assimilabili
alle categorie di “beni” in
cui le comunità si riconoscono e
si identificano.
Le “invarianti” sono costituite
dalle seguenti componenti:
• gli elementi geologici e geomorfologici
principali (morfosculture,
morfologie carsiche,
morfologie glaciali, aree di interesse
paleontologico, mineralogico
e stratigrafico), compresi
negli elenchi allegati al Pup,
da tutelare e valorizzare secondo
la legge specifica;
• i beni del patrimonio dolomitico,
compresi nell’allegato
“D”;
• la rete idrografica, costituita
da tutto il sistema delle acque
superficiali e sotterranee
(laghi, fiumi e torrenti, pozzi
e sorgenti selezionati) nonché
dai ghiacciai; per la disciplina
di tale rete il Pup rinvia alle
norme di settore, assicurando
nelle proprie previsioni la ne-
AdAmello BrentA GeopArk

cessaria coerenza con il Piano
generale di utilizzazione delle
acque pubbliche;
• le foreste demaniali e i boschi
di pregio per la particolare funzione
di protezione e la valenza
paesaggistico-ambientale,
specificamente individuati mediante
i piani forestali e montani,
le aree a elevata naturalità
(parchi naturali, siti e zone della
rete europea “Natura 2000”,
riserve naturali), da tutelare e
valorizzare secondo le specifiche
disposizioni di legge;
• le aree agricole di pregio, individuate
dal Pup sulla base del
pregio colturale e paesaggistico,
da riconoscere e tutelare al
fine della valorizzazione produttiva
e dell’attrattività complessiva
del territorio;
• i paesaggi rappresentativi (beni
ambientali, beni archeologici, architettonici,
storico-artistici rap-
AdAmello BrentA GeopArk
ADAMELLO BRENTA
presentativi), in quanto elementi
identificativi dei luoghi, da riconoscere
e approfondire al fine
della conservazione dell’identità
territoriale, per la cui precisa individuazione
e disciplina di protezione
si rinvia alle specifiche
disposizioni di legge o ai provvedimenti
di istituzione.
Nell’ottica della flessibilità complessiva
del sistema pianificatorio
provinciale, l’inquadramento
strutturale del Pup è costruito, attraverso
successivi aggiornamenti
e integrazioni, in funzione degli
approfondimenti condotti sia
dalle strutture della Provincia che
dalle comunità nell’ambito dei
piani territoriali delle comunità.
Gli elementi e i fenomeni più rappresentativi
delle caratteristiche
geomorfologiche del territorio
provinciale (morfosculture, morfologie
carsiche, morfologie glaciali,
aree di interesse paleontolo-
74
gico, mineralogico e stratigrafico)
sono descritti dal Pup nell’inquadramento
strutturale (allegato
“C”) e assunti tra le invarianti di
cui allo specifico elenco allegato
al Piano stesso (allegato “D”).
La disciplina richiama l’esigenza
di approfondirne la conoscenza
al fine della relativa valorizzazione
nonché della corretta trasformazione
del territorio, secondo
quanto stabilito dalla legge provinciale
di tutela del patrimonio
mineralogico, paleontologico,
speleologico e carsico (Legge
provinciale 37/1983).
Rispetto agli elementi geologici
e geomorfologici che il Pup
individua come invarianti è importante
sottolineare che gli
obiettivo non sono solamente la
tutela e la valorizzazione secondo
le norme di settore, ma anche
la più dettagliata conoscenza del
territorio.

In questa conclusiva sezione sono
descritte le azioni specifiche che
si intendono attivare tra il 2008 e
il 2012, quattro anni a conclusione
dei quali l’operato dell’Adamello
Brenta Geopark sarà sottoposto
alla verifica dei commissari
dell’European Geoparks Network
(Egn) e del Global Unesco Network
of Geoparks (Ggn).
Le azioni includono sia iniziative
di carattere generale inerenti
il Geoparco nel suo complesso,
sia obiettivi specifici riguardanti i
singoli geositi e aspetti particolari
che meritano di essere sviluppati.
L’individuazione delle azioni
deriva da valutazioni di carattere
tecnico-scientifico combinate
con altre di carattere politicogestionale.
Per la scelta delle azioni da attivare
si seguirà il seguente ordine
di priorità:
• priorità alta, misura necessaria
che sarà realizzata;
• priorità media, misura importante,
ma realizzabile solo in
presenza di finanziamenti specifici;
1. Interpretazione
ADAMELLO BRENTA
4.5 SChEDE RIEPILOGATIVE
DELLE AZIONI 2008-2012
• priorità bassa, misura interessante,
ma attuabile solo
nell’ambito di progetti europei,
previa disponibilità di finanziamenti
ad hoc.
La precedenza è stata assegnata
agli interventi strategici necessari
per dare corpo e sostanza alla
struttura del Geoparco e alle
iniziative, ritenute molto importanti,
di valorizzazione e tutela
dei geositi.
Le azioni sono state definite tenendo
conto anche delle indicazioni
fornite dalla Egn in occasione
del riconoscimento del Parco
Naturale Adamello Brenta come
European Geopark. In particolare
la Egn segnalava al Parco di effettuare
i seguenti miglioramenti:
1. al fine di procurare le informazioni
necessarie al pubblico
per una migliore comprensione
dell’unicità delle
caratteristiche geologiche
dell’area dell’Abg, è necessario
poter contare su un museo
o un centro interpretativo
del Geoparco;
2. oltre ai geositi esistenti e in-
75
3.
4.
5.
6.
7.
terpretati, è necessario introdurre
nuovi siti per coprire la
complessa e attrattiva storia
geologica di quest’area estremamente
spettacolare da un
punto di vista geologico;
è necessario predisporre ma-
teriale interpretativo e promozionale
in lingua straniera;
fra i progetti di educazione
ambientale già esistenti (corredati
di rilevante materiale
educativo) deve aumentare il
numero di quelli relativi alla
geologia;
è raccomandata l’organiz-
zazione di attività geoturistiche
aggiuntive, di escursioni
geologiche guidate e di guide
indirizzate/orientate alla
geo logia;
è raccomandata la creazione
di prodotti geoturistici, materiali
e gadgets;
la promozione dello straordi-
nario patrimonio geologico
dell’area necessita miglioramenti
e potrebbe diventare
cruciale per un ulteriore sviluppo
del Geoparco.
AREA AZIONE TEMPISTICA PRIORITÀ PARTNER
1.1. Azioni trasversali
1.1. Formazione del personale 2009-2010-2011 alta
1.2. Integrazione degli strumenti informativi di base 2009 alta SG
1.3. Verifiche e questionari 2009 alta
1.4. Catalogo informatizzato dei contributi scientifici a carattere geologico 2010 media
1.5. Archivio cartografico (cartaceo e informatizzato) 2009-2010 media SG, MTSN
1.6. Archivio iconografico delle emergenze geologiche 2010-2011 alta SG, MTSN
1.7. Reperti museali 2009 alta MTSN
AdAmello BrentA GeopArk

AdAmello BrentA GeopArk
ADAMELLO BRENTA
AREA AZIONE TEMPISTICA PRIORITÀ PARTNER
1.2. Strutture
1.3. Comunicazione
2.8. Casa del Parco “Geoparco” 2009-2010-2011 alta
2.9. Pannello di presentazione
2.9.a. Aggiornamento pannelli di presentazione nelle
strutture del Parco
76
2009-2010-2011 alta
2.9.b. Aggiornamento pannelli di presentazione delle valli 2009-2010-2011 alta
2.10.a. Pannello Adamello Brenta Geopark, EGN e
GGN in ogni struttura del Parco
2009-2010-2011 alta
2.10. Geopark corner 2.10.b. Totem nelle strutture del Parco 2009 alta
2.10.c. Quadretto del riconoscimento ABG in ogni
struttura
2009 alta
2.11. InfoParco Mavignola: geomosaico 2009 alta
2.12. Percorsi natura
2.13. “Rifugi e dintorni”
2.14. “Cave e dintorni” - Valorizzazione
degli aspetti storicoculturali
delle attività estrattive
2.12.a. Percorso natura “Testata Val Genova” 2009-2010 media
2.12.b. Percorso natura “Vigilio Marchetti” 2010 alta
2.12.c. Percorso natura “Peller-Pian della Nana” 2009-2010 alta MTSN
2.12.d. Percorso natura “Val di Fumo” 2010-2011 alta MTSN
2.12.e. Percorso natura “Doss del Sabbion-Val Algone” 2010-2011 bassa
2.12.f. Via GeoAlpina 2009-2010-2011 bassa UNI PD
2.12.g. Percorso natura “Val Nambrone” 2010 media
2.12.h. Percorso natura “Val d’Ambiez” 2010-2011 alta
2.12.i. Percorso natura “Val di Breguzzo” 2011-2012 bassa
2.12.l. Percorso natura “Cornisello” 2012 media
2.13.a. Rifugio XII Apostoli 2010 alta
2.12.b. Rifugio Segantini 2011 media
2.14.a. Cave tonalite in Val Genova 2011 media
2.14.b. Allestimento casina ex Elvio 2011 bassa
2.14.c. Allestimento galleria miniera Giustino: valutazione
di fattibilità
2012 media
2.15. Pannelli descrittivi delle singole emergenze geologiche - geomorfologiche 2010 media
3.16. Depliant
3.16.a. Depliant ABG, EGN e GGN 2009 alta
3.16.b. Aggiornamento depliant presentazione 2010 alta
3.17. Sito internet 3.17. Aggiornamento pagine dedicate 2009-2010-2011 alta
3.18.a. Documentario geologia dell’ABG utilizzando RTE 2010 alta
3.18. Filmografia area Geoparco 3.18.b. Progetto pilota: documentario sulla geologia
delle Dolomiti di Brenta
2009 media SG
3.19. Cartografia dei Geositi e Cartografia geoturistica 2011 media SG, MTSN
3.20.a. Percorso “Testata Val Genova e Vigilio Marchetti” 2009 alta
3.20. Pubblicazioni nelle “colla-
3.20.b. Percorso “Val Nana” 2009-2010 media
ne” Percorsi
3.20.c. Percorso “Val di Fumo” 2010 alta
3.20. Pubblicazioni nelle “collane”
Percorsi
3.21. Pubblicazioni nelle “collane”
Guide
3.22. Audioguide
3.20.d. Percorso “Vallesinella” 2011 alta
3.20.e. Percorso “Val d’Ambiez” 2011 media
3.20.f. Percorso “Val di Breguzzo e Arnò” 2012 bassa
3.21.a. Guida “La Geologia dell’Adamello-Presanella
e delle Dolomiti di Brenta”
2011 alta
3.21.b. Guida “Glacialismo e Permafrost” 2012 alta
3.21.c Guida “Carsismo” 2013 alta
3.22.a. Audioguida “Sentiero delle cascate Val Genova” 2009 media
3.22.b. Videoguida parallela all’audioguida realizzata
con RTE
2010 bassa

ADAMELLO BRENTA
AREA AZIONE TEMPISTICA PRIORITÀ PARTNER
1.3. Comunicazione
1.4. Attività
3.23. Guida cartacea del “Dolomiti di Brenta Bike” e del “Dolomiti di Brenta Trek” 2010 bassa APT
3.24. Mascotte 2009 alta
3.25. Merchandising
3.26. Loghi e grafica
4.27. Scuole
3.25.a. T-shirt 2008 alta
3.25.b. Ciottolo tonalite come “antistress” 2009-2010 alta
3.25.c. Ciottolo tonalite realizzato dalle cooperative sociali 2010 alta
3.25.d. Calendalibro geositi dipinti da Giovanna d’Avenia 2011 alta
3.25.e. Cartoline e poster dei geositi principali 2011 media
3.25.f. Segnalibri geositi 2012 media
3.26.a. Definizione nuovi loghi 2008-2009 alta
3.26.b. Definizione grafica della carta intestata 2009 alta
4.27.a. Ampliamento progetto “Tradizione e cultura:
le vetrerie”
2008-2009 alta
4.27.b. Ampliamento progetto “Parco in tutti i sensi” 2009-2010 alta
4.27.c. Ampliamento progetto “La diversità botanica
del Parco”
2010-2011 alta
4.27.d. Inserimento tappe inerenti le scienze della
Terra nel progetto “Una giornata nel Parco”
4.27.e. Sperimentazione progetto “Geologia” c/o Istituto
Guetti
4.27.f. Schede didattiche del progetto “La Geologia
del Parco”
4.27.g. Schede didattiche del progetto “Minerali e rocce
del Parco”
77
2008-2009-2010-
2011
alta
2009 alta
2009 alta
2011 alta
4.28.a. Corsi di formazione per insegnanti del Trentino 2009-2010-2011 media
4.28. Formazione esterna
4.28.b. Corsi di formazione in collaborazione con enti
nazionali
2009-2010-2011 media
4.28.c. Formazione rivolta a enti e servizi della pubblica
amministrazione
2009-2010-2011 media
4.29.a. Predisposizione rete di contatti con istituti universitari
2009-2010-2011 alta
4.29. Alta formazione
universitaria
4.29.b. Master post universitario (summer school) 2010-2011 media
4.29.c. Indagine sull’interesse di atenei per ricerca o
didattica nell’ABG
2010-2011 media
4.30. Geoturismo 2009-2010-2011-2012 media MTSN
4.31. Sensibilizzazione
e coinvolgimento dei residenti
4.31.a. Presentazione Piano di azione ai sindaci 2008 alta
4.31.b. Pubbliacazione numero speciale rivista ABG 2009 alta MTSN, SG
4.31.c. Programmazione incontri e dibattiti pubblici
nell’ambito dei Forum CETS
4.31.d. Programmazione serate su tematiche ambientali
e delle scienze della Terra
4.31.e. Programmazione attività di formazione operatori
economici locali
4.31.f. Corso di formazione operatori alberghieri
“Qualità Parco”
2008-2009-2010-
2011
2008-2009-2010-
2011
2008-2009-2010-
2011
alta
media
alta
2008 alta
4.32. Settimana dei Geoparchi 2009-2010-2011 alta
4.33. Meeting, workshop
e convegni
4.33.a. Partecipazione dei rappresentanti ufficiali
ABG ai due meeting annuali
2008-2009-2010-
2011
4.33.b. Organizzazione 2° Workshop Geoparchi italiani 2009 - 2010 alta
4.33.c. Organizzazione EGN Meeting da definirsi alta
4.33.d. Partecipazione a convegni, fiere, corsi vari inerenti
le tematiche dei geoparchi
da definirsi alta
alta
AdAmello BrentA GeopArk

2. Ricerca scientifica
AdAmello BrentA GeopArk
ADAMELLO BRENTA
AZIONE TEMPISTICA PRIORITÀ PARTNER/CAPOFILA
5.34. Cartografia tematica (geologica e geomorfologia di dettaglio) 2010 alta SG
5.35. Progetto di valutazione del rischio geologico lungo gli itinerari
escursionistici, nei pressi delle aree di stazionamento e dei geositi
2011 media SG
5.36. Ricerche e sviluppo di progetti di idrogeologia in aree carsiche in corso bassa SG
5.37. Ricerche monitoraggio permafrost – progetto “Permanet” in corso alta SG
5.38. Ricerche stratigrafiche, paleontologiche e mineralogiche 2011-2012 media MTSN
5.39. Ricerca perdita di volume dei ghiacciai dalla Piccola Età Glaciale a oggi 2012 bassa
Comitato Glaciologico
SAT, SG
5.40. Studio di terremoti fossili nel Massiccio dell’Adamello-Presanella in corso media MTSN
5.41. Geodiversità/biodiversità
3. Tutela
AZIONE TEMPISTICA PRIORITÀ PARTNER
6.42. Misure di tutela tramite consultazione allegato 3 sempre alta SG
6.43. Modalità di tutela geositi Grotta Silvia e Giacimento fossili Val d’Ambiez 2011 alta MTSN
6.44. Geositi esterni al Parco indicati come invarianti 2012 alta SG
6.45. Localizzazione precisa e perimetrazione geositi con aggiornamento
database del Parco
6.46. Individuazione nuovi Geositi
78
2009 -2010-2011 alta
2009-2010-2011-
2012
alta SG, MTSN
SG - Servizio Geologico Pat; MTSN - Museo Tridentino di Scienze Naturali; UNI PD - Università di Padova, APT - Azienda per il Turismo;
SAT - Società Alpinisti Tridentini.

Batolite
Enorme struttura costituita da roccia
magmatica intrusiva, in genere granito,
formata da una risalita di magma (roccia
fusa) da una grande camera magmatica
posta in profondità entro la crosta
terrestre e poi lentamente solidificata.
Calcare
Roccia sedimentaria il cui componente
principale è rappresentato dal minerale
calcite, carbonato di calcio. Può avere
diversa origine a seconda delle condizioni
di formazione: chimica, organogena
o clastica.
Carbonatiche (rocce)
Rocce sedimentarie calcaree e dolomitiche
formate almeno per il 50% da carbonati
(per la maggior parte calcite, dolomite,
aragonite). Rappresentano circa
il 20% delle rocce sedimentarie e ricoprono
ampie superfici dei continenti.
Carsismo
Con carsismo si indica il fenomeno di
soluzione chimica delle rocce solubili,
ovvero le rocce carbonatiche, come i
calcari e le dolomie, e quelle evaporitiche,
come gessi e salgemma, esercitata
dalle acque naturali. Il vocabolo deriva
dal nome di una regione geografica
che si estende tra l’Italia, la Slovenia
e la Croazia, chiamata Carso (dal croato
Kar e dallo slavo Krs, che significa
roccia, pietra) dove la grande estensione
di rocce calcaree ha permesso
un esteso sviluppo di questi processi.
Il paesaggio carsico più tipico è caratterizzato
dall’assenza di idrografia superficiale
e da una abbondanza di cavità
sotterranee.
Circo glaciale
Forma del rilievo creata dall’azione dei
ghiacciai alla loro testata: il circo glaciale
è una depressione subcircolare a
forma di anfiteatro che si presenta come
una “poltrona con braccioli”, generalmente
chiusa nella direzione verso
valle da una soglia rialzata e contornata
da pareti molto ripide.
ADAMELLO BRENTA
GLOSSARIO
Cristallina (roccia)
Roccia i cui elementi costituenti si presentano
sotto forma di cristalli, ovvero
minerali che hanno una forma geometrica
regolare.
Crosta terrestre
Involucro esterno della Terra, costituito
da rocce allo stato solido. Si suddivide
in continentale (più spessa e meno
densa) e oceanica (meno spessa e più
densa e pesante).
Depositi morenici
Accumulo di detriti trasportati e depositati
da un ghiacciaio alla sua fronte,
ai lati e/o sul fondo durante il suo ritiro
in seguito alla fusione.
Deposizione
Abbandono di granuli, frammenti di
roccia, fossili, etc. da un mezzo fluido
in cui sono sospesi e/o trasportati (aria,
acqua, ghiaccio).
Depressione
In geomorfologia il termine indica una
forma di rilievo composta da versanti
convergenti verso il basso per formare
una conca.
Detritico
Composto di detriti. Una roccia detritica
è costituita da schegge di un’altra
roccia, cementate in un secondo tempo
da calcite o da silice.
Dolomite
Minerale di colore bianco o grigio
composto da carbonato di calcio e magnesio.
Ha forma romboedrica ed è il
minerale principale della dolomia, roccia
sedimentaria carbonatica.
Dorsale
Grandi rilievi montuosi sul fondo degli
oceani risultanti dalla divergenza
di due placche di crosta oceanica
che si assottiglia facilitando la risalita
di magma. Le dorsali non sono altro
che enormi vulcani lineari che si snodano
per migliaia di chilometri sul fondo
oceanico.
79
Emergenza (geologica)
Con questo termine si indicano le particolarità
geologiche e geomorfologiche
di un determinato paesaggio.
Èra
È una delle suddivisioni della scala
del tempo geologico trascorso dalla
formazione della Terra a oggi. Sottintende
un intervallo temporale superiore
al milione di anni e normalmente è
compresa tra due grandi estinzioni di
massa o importanti fenomeni orogenetici.
Un’èra si divide in periodi o
sistemi, in serie o epoche, in piani e
sottopiani.
Erosione
Insieme dei fenomeni e dei processi fisici
e chimici che sulla superficie del suolo
o sott’acqua intervengono nel disgregare
e asportare le formazioni rocciose esistenti
modificando le forme del rilievo.
I principali agenti di erosione sono l’acqua,
il vento e il ghiaccio.
Faglia
Frattura in una massa rocciosa accompagnata
da uno spostamento relativo
dei due blocchi separati da essa. La superficie
lungo cui si verifica la frattura
e il successivo spostamento è detto
piano di faglia; la parte visibile di tale
piano è lo specchio di faglia che porta
talvolta tracce di levigazione dovuta
allo scivolamento di un blocco contro
l’altro. Il tracciato di una faglia sul
terreno è detto linea di faglia.
Feldspato
Feldspato è il nome di un importante
gruppo di minerali - i silicati - che costituisce
circa l’80% della crosta terrestre.
I feldspati si cristallizzano dal
magma sia nelle rocce intrusive (granito)
che in quelle effusive (porfido);
sono anche presenti in molti tipi di
rocce metamorfiche e sedimentarie.
Il nome deriva dal tedesco Feld campo,
e Spath, termine che indica in modo
generico un minerale a struttura laminare.
AdAmello BrentA GeopArk

Filladi
Roccia metamorfica con grana media,
originata solitamente dal metamorfismo
di originarie rocce argillose. Tra i componenti
essenziali, miche e cloriti sono
quelli che le conferiscono la caratteristica
lucentezza o la colorazione grigio-verde.
Fossile
Il termine fossile (dal latino fodere,
scavare) in paleontologia abitualmente
viene usato per indicare resti integri o
parziali di organismi un tempo viventi
(scheletri, gusci, foglie, etc); più in
generale viene usato per una qualsiasi
testimonianza di vita geologicamente
passata quali evidenze di attività vitale
(orme, tane, tracce legate all’alimentazione,
etc). Indica inoltre un rilievo o un
fenomeno geologico coperto da un deposito
o da un sedimento più recente.
Geomorfologia
Scienza che ha per fine lo studio e l’interpretazione
del rilievo della superficie
terrestre; essa si propone di descriverne
le forme, spiegarle e rintracciarne l’evoluzione,
compararle e classificarle.
Ghiacciaio
Massa di ghiaccio accumulata su un
continente, su un altopiano o in una valle
montana dovuta al progressivo accumulo
di neve al suolo, trasformata gradualmente
e ricristallizzata in ghiaccio
compatto grazie alla pressione della neve
soprastante e a ripetuti e complessi
fenomeni di disgelo parziale e rigelo.
Ghiaccio morto
Massa di ghiaccio immobile situato in
una depressione; si tratta di un frammento
di ghiacciaio scomparso; cessa
di “scorrere” per mancanza di alimentazione
e di fondere perché protetto da
una copertura di detriti.
Glaciale (Èra, periodo)
Lungo periodo (milioni di anni) durante
il quale, per effetto di un generale abbassamento
delle temperature del clima
terrestre e delle forti precipitazioni, le
calotte polari si estesero fino a ricoprire
gran parte dell’Europa e del Nord America
e strariparono largamente dal continente
antartico. Ne conseguirono, per la
superficie del globo, profonde modifiche
del livello marino, della fauna, della
flora e dell’attività umana. Periodo
glaciale è riferito ai periodi più freddi
di una glaciazione mentre periodo interglaciale
ai periodi più caldi.
AdAmello BrentA GeopArk
ADAMELLO BRENTA
Glaciazione
Lungo periodo (generalmente migliaia
o milioni di anni) di generale abbassamento
della temperatura del clima terrestre,
che comporta una espansione delle
calotte glaciali in direzione dell’equatore.
In glaciologia, la scienza che studia i
ghiacciai, con glaciazione si intende un
periodo di tempo in cui i poli della Terra
sono ricoperti da calotte glaciali.
Gneiss
Roccia metamorfica con struttura laminata
in cui si alternano letti di miche
molto scure e letti di feldspati e di
quarzo più chiari. Gli gneiss provengono
per lo più da rocce magmatiche intrusive
come graniti e granodioriti.
Granito
Per la maggior parte dei geologi, il granito
è una roccia di origine magmatica
intrusiva. Per altri si tratta dell’ultimo
processo di metamorfismo che, per
granitizzazione, trasforma gli gneiss in
granito. Il granito è interamente cristallino
(dal latino granum - a grani - con
chiaro riferimento alla sua struttura),
formato da quarzo, da feldspati, da plagioclasi,
da mica nera e talvolta da mica
bianca o muscovite.
Granodiorite
È una roccia intrusiva della famiglia
del granito a struttura olocristallina
composta da quarzo, plagioclasio
(in genere oligoclasio o andesina) e da
feldspati; solitamente, contiene anche
biotite e orneblenda. Visivamente assomiglia
al granito dal quale si differenzia
però per la maggiore presenza
di plagioclasio e per l’aspetto più scuro
dato dai minerali mafici (biotite e
orneblenda).
Idrogeologia
Dal greco idro- “acqua”, e geo-logia
“studio della Terra”, l’idrogeologia è
una branca delle scienze della Terra
che si occupa dello studio della distribuzione
e dei movimenti delle acque
di superficie all’interno dei suoli e delle
rocce della crosta terrestre (generalmente
nelle falde acquifere), dello scorrere
delle acque attraverso gli acquiferi
e attraverso rocce porose.
Ipogeo
Indica ciò che è situato sotto terra.
Lingua glaciale
Parte inferiore di un ghiacciaio di montagna
costituita da una stretta e lunga
80
propaggine di ghiaccio situata in una
valle o in un incavo del rilievo. Può raggiungere
varie decine di chilometri.
Litologia
L’insieme dei caratteri fisici e chimici
che definiscono l’aspetto di una roccia:
colore, tessitura, struttura, granulometria,
minerali, fossili, modo di fratturarsi,
stratificazione.
Litosfera
Parte solida e inorganica della Terra
che comprende la crosta terrestre e la
porzione più superficiale del mantello
superiore, per uno spessore complessivo
variabile tra i 70-75 km in corrispondenza
dei bacini oceanici e i 110-
113 km al di sotto dei continenti.
Metodo scientifico
È lo studio sistematico, controllato, empirico
(cioè fondato sull’esperienza) e
critico di ipotesi formulate sui fenomeni
che si osservano nella realtà sensibile,
cioè nel mondo che ci circonda.
Micascisto
Roccia metamorfica formata per metamorfismo
regionale di medio grado, tra
500 - 700 °C di temperatura, e 3 - 10 bar
di pressione. Sono di prevalenza rocce a
grana media e grossa con tessitura scistosa
(a fogli) e irregolare per la presenza
del quarzo. Il colore varia dal grigio
argento al bruno a seconda della quantità
di biotite e miche presenti. I micascisti
compaiono in tutte le aree che sono
state interessate dal sollevamento orogenico
e particolarmente in quelle dove
l’erosione ha portato alla luce gli strati
più profondi.
Mineralogia
Branca delle scienze della Terra che
studia la composizione chimica, la
struttura cristallina e le caratteristiche
fisiche (ad esempio durezza, magnetismo
e proprietà ottiche) dei minerali,
nonché la loro genesi, trasformazione e
utilizzo da parte dell’uomo. Le specie
mineralogiche riconosciute dall’Ima
(International Mineralogical Association)
al 2002 sono 3910.
Montonate (rocce)
Rocce modellate dai ghiacciai, con un
lato liscio a pendio dolce e arrotondato
verso monte (per effetto dell’abrasione)
e un lato a valle ripido, irto, irregolare
(per effetto dell’asporto di
rocce). Sono strutture comuni a molte
aree di glaciazione e possono presenta-

e delle caratteristiche striature dovute
all’azione erosiva dei massi inglobati
nel ghiacciaio mentre avanza.
Morfologia
Studio descrittivo ed esplicativo delle
forme di rilievo. La morfologia analizza
i dati della struttura (natura delle
rocce) e i sistemi morfogenetici attuali
o passati relativi alla formazione e
all’evoluzione delle forme di rilievo.
Movimenti tettonici (o tettonica)
La teoria della tettonica a zolle o a
placche considera che la litosfera sia
composta da un esiguo numero di zolle
pressoché rigide che si muovono
sull’astenosfera. Il movimento reciproco
tra queste placche può determinare
il loro allontanamento, il loro avvicinamento
che può culminare con la
collisione, o lo scivolamento di una rispetto
all’altra. Questi movimenti sono
responsabili delle deformazioni subite
dalle rocce dopo la loro formazione,
della loro traslazione rispetto al luogo
di formazione e del loro assetto strutturale.
I terremoti, l’attività vulcanica, la
formazione delle montagne e l’espansione
degli oceani dipendono dal movimento
reciproco tra le placche.
Nivale
Che si riferisce alla neve. Una copertura
di neve viene chiamata manto o
tappeto nivale; la fusione delle nevi
si traduce con il ruscellamento nivale.
Orogenesi
Insieme dei processi di deformazione
della crosta terrestre che portano alla
formazione di una catena montuosa.
Periglaciale
Si riferisce a luoghi posti ai margini
delle aree di un ghiacciaio.
Permafrost
Il permafrost è la parte di terreno permanentemente
ghiacciato.
Petrografia
Branca della petrologia che descrive nel
dettaglio le rocce, i loro minerali e le loro
tessiture. L’analisi petrografica parte
dall’osservazione dell’affioramento, fino
ad arrivare all’utilizzo del microscopio.
Il microscopio è infatti lo strumento
più importante nell’analisi petrografica,
perché attraverso lo studio delle sezioni
sottili consente di analizzare otticamente
i minerali, di vedere le microstrutture
della roccia e di capirne la sua origine.
ADAMELLO BRENTA
Petrologia
Branca delle scienze della Terra che,
attraverso l’uso di investigazioni di varia
natura (soprattutto mineralogiche,
cristallografiche, geochimiche e chimico-isotopiche),
studia la genesi delle
rocce. L’indagine petrologica si svolge
sia con l’osservazione e analisi diretta
di campioni, sia sperimentalmente, ricreando
in laboratorio le presunte condizioni
genetiche delle rocce, sia come
composizione chimica o mineralogica
di partenza, che come parametri di
pressione e temperatura.
Plutone
Corpi rocciosi di dimensioni e forma
estremamente varie, costituiti da rocce
ignee intrusive (graniti, granodioriti)
derivanti dal consolidamento di magma
all’interno della crosta terrestre.
Quarzo
È il minerale più abbondante nella crosta
terrestre, appartenente alla famiglia
dei silicati, è costituito da un atomo di
silicio e due di ossigeno (SiO 2).
Rete idrografica superficiale
Insieme dei corsi d’acqua superficiali,
in connessione tra loro, che scorrono
su un determinato territorio della superficie
terrestre.
Rilevamento geologico
Operazioni che consistono nella raccolta
di dati geologici del terreno e nel loro
trasferimento su una carta topografica
per ottenere una carta geologica.
Rilievo
Effettiva configurazione della superficie
terrestre. Indica le differenze di
quota e d’inclinazione, le disuguaglianze
della sua superficie, il suo andamento
e le sue forme.
Rocce magmatiche (o ignee)
Le rocce magmatiche derivano dalla solidificazione
di un magma. Il magma,
la cui temperatura è compresa tra 700 e
1200 °C, è composto da materiale roccioso
fuso e da quantità variabili di gas
e di solidi (pezzi di roccia o cristalli). Le
rocce magmatiche si distinguono in: intrusive
(prodotte da un lento raffreddamento
del magma nella profondità della
crosta, per esempio il granito) ed effusive
(prodotte dal raffreddamento rapido
del magma, ormai lava, che raggiunge
la superficie attraverso un vulcano, per
esempio il basalto).
Rocce metamorfiche
III
Derivano dalla trasformazione di rocce
preesistenti (sedimentarie, magmatiche
o metamorfiche) in condizioni di
pressione e/o temperatura diverse da
quelle esistenti al momento della loro
formazione. Il metamorfismo avviene
sempre per ricristallizzazione allo
stato solido e non modifica la composizione
chimica complessiva della
roccia.
Rocce sedimentarie
Si formano per l’accumulo e la successiva
compattazione di sedimenti
(minerali e granuli di varia natura)
che derivano dall’erosione di rocce
preesistenti (rocce sedimentarie clastiche),
dalla precipitazione chimica
nell’acqua (rocce sedimentarie chimiche)
e dall’attività biochimica di organismi
(rocce sedimentarie organogene).
Sifone
In una rete di circolazione sotterranea,
il sifone è rappresentato da un condotto
a collo d’oca con un ramo ascendente
che viene superato soltanto dall’acqua
sotto pressione.
Stratificazione
Disposizione delle rocce sedimentarie
in letti, detti strati, tramite superfici,
dette superfici di stratificazione o
di strato.
Stratigrafia
Branca della geologia che studia gli
strati sedimentari disposti sulla superficie
del globo e la datazione delle rocce.
L’analisi degli strati rivela l’origine
dei sedimenti, le modalità del loro deposito.
La successione degli strati costituisce
una cronologia molto utile per
ricostruire la storia della Terra.
Struttura
In petrografia costituisce l’architettura
della roccia. In geologia, per struttura
si intende la natura delle rocce e l’ordinamento
degli strati del terreno.
Substrato
Rocce ricoperte da suolo, falde o detriti.
Traforo idrogeologico
Sistema carsico in cui attraverso un
percorso sotterraneo (costituito da gallerie
e grotte) l’acqua, a partire da un
inghiottitoio iniziale, arriva alla risorgente
finale.
AdAmello BrentA GeopArk

INVOLUCRO RICICLABILE
ADAMELLO BRENT A
Editoriale
Verso una strategia globale per la protezione della
Terra, la conservazione del patrimonio geologico e
lo sviluppo locale sostenibile
Il concetto di geoparco è stato sviluppato in Europa durante
l’ultimo decennio, in collaborazione con l’Unesco. Un
geoparco è un territorio che abbina la protezione e la promozione
del patrimonio della Terra con lo sviluppo locale
sostenibile.
Una strategia di sviluppo territoriale sostenibile è quindi
considerata un presupposto per il successo di un piano
d’azione per la conservazione geologica di un territorio, che
deve includere attività scientifiche, formative e turistiche.
La protezione e lo sviluppo sostenibile del patrimonio della
Terra e della diversità geologica mediante un geoparco contribuiscono al raggiungimento
degli obiettivi di Agenda 21, l’agenda della scienza per l’ambiente e lo sviluppo nel XXI
secolo adottata dalla Conferenza delle Nazioni Unite sull’ambiente e lo sviluppo (Unced,
Rio de Janeiro, 1992), successivamente riconfermata presso il Summit mondiale sullo sviluppo
sostenibile tenutosi a Johannesburg nel 2002.
Il network ha unito vari territori d’Europa che condividono questi obiettivi e che attualmente
collaborano in modo attivo e dinamico al fine di raggiungerli. In origine costituito da quattro
territori, il network è successivamente stato esteso in modo da includere, ad aprile del
2009, 34 territori di 13 differenti Paesi Europei.
Nel febbraio del 2004 l’Unesco ha istituito il Network globale dei Geoparchi (Ggn), un forum
globale di cooperazione tra i geoparchi nazionali nel mondo, al fine di promuovere i tre
obiettivi di conservare un ambiente salutare, educare il pubblico alle scienze della Terra in
generale e promuovere lo sviluppo economico locale sostenibile.
Nel 2008 il Geoparco Adamello Brenta è stato iscritto nel Network europeo e mondiale dei
Geoparchi.
Il Parco possiede elevate potenzialità per essere un eccellente geoparco ed una destinazione
geoturistica di elevata qualità, a causa della diversità e della qualità dei suoi siti dotati di
patrimoni naturalistici, la consolidata struttura di gestione attiva, la strategia di sviluppo territoriale
che crea una connessione tra patrimonio culturale, protezione della natura e geoconservazione,
le infrastrutture di interpretazione, le attività esistenti nel settore dell’educazione
e del geoturismo, così come l’approccio entusiastico ai valori della geoconservazione
da parte della popolazione locale.
L’essere stato riconosciuto come geoparco testimonia la ricchezza e la diversità dell’Adamello
Brenta Geopark, delle sue infrastrutture ed attività, ed evidenzia la sua unicità, offrendo
uno dei migliori esempi di protezione e promozione del patrimonio della Terra in Europa.
Nickolas Zouros
Asoc. Professor of the University of the Aegean, Greece
Coordinator of the European Geoparks Network
Member of the Unesco Geoparks Bureau
Stampato su carta fornita da Cartiere del Garda Spa, azienda specializzata nella produzione di carte patinate senza legno. Certificata ISO 14001,
Registrazione EMAS (30 giugno 2005). Cartiere del Garda pone molta attenzione alla scelta delle materie prime e impiega prevalentemente cellulose
selezionate provenienti da fornitori che attuano una buona gestione delle risorse forestali. Tutte le carte sono prodotte in ambiente neutro senza acidi (acidfree).
Interno: GardaPat 13 KIARA 90 g/m² - Copertina: GardaPat 13 KIARA 150 g/m² OBA-free.