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FORD C-MAX

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DETTO<br />

TRA NOI<br />

SALONE DI PARIGI<br />

CITROËN<br />

PEUGEOT<br />

RENAULT<br />

LAND ROVER<br />

JAGUAR<br />

VOLKSWAGEN<br />

AUDI<br />

MERCEDES<br />

SMART<br />

MINI<br />

BMW<br />

JEEP<br />

<strong>FORD</strong><br />

OPEL<br />

ABARTH<br />

ALFA ROMEO<br />

SEAT<br />

SAAB<br />

VOLVO<br />

FERRARI<br />

PORSCHE<br />

LAMBORGHINI<br />

MASERATI<br />

LOTUS<br />

2<br />

3<br />

<strong>FORD</strong><br />

C-<strong>MAX</strong> E C-<strong>MAX</strong>7 22<br />

PEUGEOT<br />

ION 24<br />

OPEL<br />

MERIVA CDTI 26<br />

VOLKSWAGEN<br />

JETTA 27<br />

FIAT<br />

MIO 27<br />

<strong>FORD</strong> C-<strong>MAX</strong>


ECM - Ottobre/Novembre 2010<br />

2<br />

DETTO<br />

TRA NOI<br />

Nei venti anni che abbiamo passato<br />

insieme tante cose sono cambiate<br />

e il nostro giornale si è sempre<br />

sforzato di stare dietro ai tempi e ai<br />

mutamenti che sono intervenuti anche nel<br />

mondo della comunicazione.<br />

Questo è particolarmente valido in un<br />

settore come quello dell'automobile, sempre<br />

in evoluzione e bisognoso di informazione<br />

rapida e professionale. Proprio per<br />

questo, è fondamentale rinnovarsi continuamente.<br />

Nasce da questo presupposto l’idea e la<br />

necessità di creare Motorpad che affianca<br />

Japan Car Magazine dove le notizie e la<br />

velocità della loro divulgazione si fondono<br />

e caratterizzano un nuovo mezzo sicuramente<br />

specializzato e moderno.<br />

Un portale, www.motorpad.it, per<br />

l'appassionato e gli operatori del settore,<br />

dove l'universo automotive si può esprimere<br />

in tutto il suo potenziale, raggiungendo<br />

il numero più alto possibile di interessati<br />

e tutto ciò sfruttando al massimo<br />

i nuovi media disponibili con capacità<br />

giornalistiche, tecniche, organizzative e di<br />

copertura degne dei competitors di riferimento<br />

nel settore.<br />

Il progetto Motorpad ha infatti una sua<br />

strategia e una pianificazione di continuo<br />

ampliamento nel settore mobile.<br />

Copre già con specifiche applicazioni<br />

gratuite i prodotti Apple di maggiore diffusione<br />

come l'iPhone, l’iPod Touch e<br />

l'iPad, ma siamo impegnati a rendere disponibili,<br />

nel più breve tempo possibile, il<br />

più vasto numero di dispositivi mobili uti-<br />

lizzando tutte le piattaforme già in uso o in<br />

arrivo; e di questi progressi vi terremo<br />

regolarmente al corrente.<br />

Nella convinzione che questo modo di pensare<br />

venga condiviso, vi invitiamo intanto<br />

a visitare il nostro sito www.motorpad.it<br />

e a scaricare le nostre applicazioni gratuite.<br />

È inoltre possibile collegarsi direttamente<br />

con iTunes per scaricare il podcast della<br />

nostra rubrica televisiva settimanale TL<br />

Motori per vedere con tutta comodità le<br />

ultime novità, le prove e le interviste con i<br />

protagonisti del mondo dell’auto.<br />

I nostri incontri, pertanto, non dovranno<br />

più attendere l’uscita in edicola del giornale,<br />

ma staremo insieme, se lo vorrete<br />

(come spero) ogni giorno, con le pagine di<br />

Japan Car che in pratica vedrete nascere<br />

sotto i vostri occhi. Basterà un CLIC.<br />

Marcello Pirovano


Parigi vale sempre<br />

un “Mondial”<br />

CITROËN<br />

AParigi, Citroën presenta la nuova C4, che fa dell’aspetto conservativo la sua firma,<br />

pur non rinunciando agli stilemi tipici della casa. Così, stabilito che le originalità<br />

stilistiche e la ricerca estetica con il tocco della sperimentalità sono ora appannaggio<br />

della gamma DS, alle Citroën con la “C” viene riservato il ruolo più consolidato, con<br />

modelli dall’aspetto più classico. Ne consegue che la stessa C4, se prima mostrava<br />

affinità anticonformiste (che nel segmento “C” raramente pagano) con la più piccola<br />

C3 dal grande successo internazionale, con la nuova serie ha virato il timone verso la<br />

C5. La vettura è cresciuta in tutte le dimensioni (mm 4.330 x 1.790 x 1.490) ma è<br />

concepita più razionalmente, al punto che non si registrano indesiderati aumenti di<br />

peso. Anche l’interno, meno effettistico di prima, si presenta con un tono superiore,<br />

grazie a materiali di qualità e a giunzioni molto curate. Abbandonati la strumentazione<br />

dislocata e il volante a cuscino e pulsanti fissi, a favore di un cruscotto più tradizionale,<br />

ma indubbiamente appagante, per numero di informazioni e design.<br />

Il tocco di originalità viene invece dalla consolle rialzata, con ampio ripostiglio<br />

refrigerabile. Elevato il livello telematico della vettura, sia per l’intrattenimento e il<br />

lavoro, sia per le situazioni di emergenza. Nella gamma diesel troviamo il 1.600 cc<br />

HDi da 66 kW-90 CV, oppure 81 kW-110 CV, in questo caso anche in edizione e-HDi,<br />

con alternatore rigenerativo, start&stop e cambio automatico sequenziale a sei<br />

rapporti, mentre al top c’è il 2.000 cc da 110 kW-150 CV.<br />

Per i benzina, la C4 impiega il 1.400 cc VTi da 70 kW-85 CV, il 1.600 VTi da 88 kW-<br />

120 CV e il 1.600 turbo iniezione diretta THP da 115 kW-155 CV.<br />

Amolti italiani la concept Citroën Lacoste potrà ricordare le vetture da spiaggia di<br />

moda nelle estati dei primi anni Sessanta, ma ai più appassionati del marchio<br />

torneranno sicuramente alla memoria altre trovate funzionali e stilistiche già viste in<br />

passato. Con la sua livrea bianco (perlato) e blu la Citroën Lacoste può ricordare<br />

infatti un’altra celebre vettura del double chevron, quella Mehari in edizione limitata<br />

“Azur” ,che proprio del connubio bianco-blu faceva il suo segno di distinzione. Altri<br />

particolari interessanti sono l’assenza di portiere, sostituite da svasi sulla fiancata per<br />

accedere ai posti anteriori (per salire dietro si salta a bordo come su una barca), il Troof,<br />

cioè la massiccia centina di sicurezza longitudinale a “T”, alla quale sono appesi i<br />

poggiatesta anteriori, le panchette per 2+2 persone di ispirazione motonautica, il<br />

cruscotto a tutta larghezza, con affissioni simili a un display pubblicitario. Per il motore<br />

la proposta della casa è quella del tre cilindri a benzina (per esempio quello della C1),<br />

leggero, poco ingombrante e dalle minime pretese in fatto di consumo. Non manca<br />

naturalmente la possibilità di coprire l’abitacolo in caso di pioggia, ma soprattutto di<br />

troppo sole. Dal T-roof si può estrarre infatti una coppia di parasole gialli gonfiabili a<br />

tutta lunghezza, quasi fossero degli airbag a tendina. Proprio come succedeva a fine<br />

Anni 50 con le vecchie Panhard (marchio, guarda caso, finito in Citroën), le cui alette<br />

parasole erano da gonfiare (...a fiato) come se fossero dei materassini da mare.<br />

3<br />

ECM - Ottobre/Novembre 2010


ECM - Ottobre/Novembre 2010<br />

4<br />

Dopo la DS3, Citroën prosegue nell’ampliamento della sua gamma Premium con la<br />

DS4, vettura che travalica gli standard del segmento “C” per lambire le caratteristiche<br />

dei crossover e dei veicoli ricreativi. Lunga 4.270 mm, larga<br />

1.810 e soprattutto alta 1.530 mm, la DS4 gioca la carta della statura<br />

per apparire più imponente di quanto non sia in realtà, con un indubbio<br />

effetto scenico. A ciò contribuiscono le abbondanti<br />

finiture in metallo lucido all’esterno come nell’abitacolo,<br />

e un insieme di forme mosse che danno<br />

un evidente guizzo alla carrozzeria. Molto<br />

caratteristico è il formato del giro-finestrini<br />

laterale, soprattutto nella porta<br />

posteriore con maniglia nascosta nel<br />

profilo appuntito verso la coda.<br />

Confermate al loro posto le numerose<br />

luci diurne, “d’ordinanza” per una vettura<br />

della serie DS, completate da un sistema<br />

d’illuminazione attivo per meglio affrontare<br />

le curve. D’effetto l’abitacolo,<br />

con sedili dall’imbottitura ricercata, i tre<br />

posti dietro ben distinti, tutti rivestiti in<br />

pelle di qualità offerta in cinque combinazioni<br />

di colore, eventualmente applicata<br />

anche a plancia e controporte.<br />

Come la DS3, anche la DS4 vuole essere<br />

una vettura su misura, offrendo fra l’altro<br />

la possibilità di scegliere il sound di alcune<br />

spie sonore e indicatori di bordo.<br />

Sotto il cofano potranno prendere posto<br />

il motore diesel HDi 1.600, in allestimento<br />

da 80 kW-90 CV, la stessa unità in versione<br />

e-HDi micro-ibrida e infine con potenza<br />

di 117 kW-160 CV. Tre le opzioni<br />

per i benzina: 1.6 VTi da 88 kW-120 CV,<br />

1.6 THP da 114 kW-155 CV e 1.6 THP<br />

da 147 kW-200 CV.<br />

PEUGEOT<br />

AParigi è stata confermata la distribuzione della Peugeot 3008 Hybrid4, primo<br />

veicolo ibrido con motore diesel. Proprio con l’adozione del sistema<br />

Hybrid4, la 3008 realizza il concetto di architettura parallela, che vede<br />

sostanzialmente invariato l’avantreno mosso dal 2.000 cc diesel HDi 16 valvole<br />

FAP da 120 kW-163 CV di potenza, 300 Nm di coppia, con cambio<br />

automatico/sequenziale robotizzato a sei rapporti, mentre il retrotreno a bracci<br />

multipli è dotato di un motore elettrico sincrono a magneti permanenti da 20 kW-<br />

27 CV e 100 Nm continui e 27 kW-37 CV, 200 Nm nella funzione boost. Sempre<br />

al retrotreno è posto il PowerTrain Management Unit (PTMU), che gestisce la<br />

ripartizione del funzionamento dell’unità diesel e di quella elettrica. La 3008<br />

Hybrid4 può infatti procedere secondo la modalità “Auto” in cui la ripartizione è<br />

decisa in tempo reale dalla PTMU, oppure “ZEV” (zero emission vehicle) come<br />

auto elettrica dall’intervento limitato al minimo del diesel; ma anche come “4WD”<br />

con il motore elettrico posteriore funzionante a elevato intervento (in pratica è<br />

simile a un AWD in selezione lock) o, infine, come “Boost” per il massimo delle<br />

prestazioni, sfruttando appieno i 163+37 CV e i 500 Nm totali del complesso.<br />

Il consumo è di soli 3,8 km/litro (26,3 km/litro di gasolio), corrispondenti a un<br />

tasso di emissioni di CO2 di 99,9 g/km. Il posto guida replica le qualità mostrate<br />

con le 3008 “normali”, ma naturalmente ha una strumentazione implementata dal<br />

sistema informativo dei flussi di energia fra motore, catena cinematica e pacco<br />

batterie al nichel metallo idruro (NiMH).


ECM - Ottobre/Novembre 2010<br />

6<br />

La nuova vettura da viaggio Peugeot si chiama 508 e intende rinnovare la tradizione<br />

delle vetture di classe medio-superiore della casa del leone. Con la 508 si verifica<br />

un ritorno a linee più sobrie secondo quello che si potrebbe chiamare stile<br />

internazionale, riflettendo così le ambizioni della casa nei confronti non solo dei<br />

mercati europei, ma anche dei più promettenti scacchieri internazionali, Cina in prima<br />

linea. Realizzata come berlina quattro porte e wagon (anche con tetto trasparente), la<br />

508 misura 4.792 mm di lunghezza, 1.853 di larghezza e 1.456 di altezza; quote che<br />

crescono a 4.813 mm (lungh.) e 1.487 mm (alt.) per la wagon. Il passo ha il generoso<br />

valore di 2.817 mm. Erede della 407, la 508 si mostra quindi più abbondante ma anche<br />

più leggera: mediamente di 35 kg per la berlina e di 45 kg per la wagon, ciò grazie a<br />

numerosi accorgimenti, non ultimo l’impiego dell’alluminio per molti elementi fra cui<br />

anche il cofano anteriore. La gamma motori a benzina riflette bene la tendenza al<br />

downsizing, infatti è limitata alla sola cilindrata di 1.600 cc, nelle versioni VTi da 88<br />

kW-120 CV e 160 Nm con cambio robotizzato a 6 marce, e THP da 115 kW-156 CV<br />

e 240 Nm, con cambio sempre a sei marce, meccanico o automatico. Tre le cilindrate<br />

per il diesel HDi: 1.600 cc da 82 kW-122 CV e 285 Nm, con cambio a 5 marce o<br />

robotizzato a 6 nella versione e-HDi con stop-start; 2.000 cc da 103 kW-140 CV<br />

(manuale 6m) o 120 kW-163 CV (automatico 6m) entrambi con 340 Nm e, infine,<br />

2.200 cc 150 kW-204 CV e 450 Nm esclusivamente automatico 6m e filtro FAP.<br />

Da Sochaux arriva la Peugeot HR1, concept che reinterpreta il veicolo<br />

ludico e versatile secondo canoni nuovi. Molto compatta e dai<br />

volumi rastremati (lunghezza 3.694 mm, larghezza 1.755, altezza 1.492,<br />

passo 2.311), la HR gioca un po’ il ruolo del coupé sportivo come anche<br />

quello del SUV. Il design è un’evoluzione della recente svolta stilistica<br />

della casa, di cui ribadisce la forma della mascherina, simile a quella della<br />

neonata 508. Molto scenografiche le portiere con apertura a coltello<br />

(tipo Lamborghini, ma ancora più complicate perché traslano anche<br />

verso l’esterno) che permette di entrare e uscire anche da spazi angusti.<br />

All’insegna della versatilità l’abitacolo, con i due sedili posteriori che<br />

possono scorrere a coulisse aderenti a quelli anteriori, lasciando 734 litri<br />

di volume di carico. Il posto guida è sportivo, con volante molto piccolo,<br />

strumentazione head-up e un monitor centrale dotato di captazione<br />

remota del movimento delle mani, come nei più recenti video giochi. Il<br />

sistema propulsivo è un Hybrid4 realizzato con un motore tre cilindri a<br />

benzina turbo THP 1.200 cc da 81 kW-110 CV e 195 Nm abbinato, per la<br />

trazione posteriore, a un elettrico da 27 kW-37 CV e 100 Nm. Si tratta<br />

quindi di un esordio importante, poiché il piccolo tre cilindri è il più<br />

recente frutto della collaborazione fra PSA e BMW nel campo dei<br />

propulsori a benzina, che nel medio periodo vedremo sui nuovi modelli<br />

di entrambe le case.<br />

RENAULT<br />

La Renault DeZir mostra come anche un’auto elettrica possa portare in sé i geni<br />

e le prestazioni della vettura sportiva. Berlinetta lunga 4.225 mm, larga 1.968 e<br />

alta solo 1.163 mm, è mossa da un motore sincrono posteriore centrale alimentato<br />

da batterie agli ioni di litio, in grado di spingerla fino a 180 km/h di velocità massima.<br />

La potenza è di 110 kW-150 CV per soli 830 kg e il Cx è pari a 0,25. Non da meno<br />

lo stile, che nella mascherina prefigura il nuovo family feeling Renault. Curiose le<br />

portiere con cinematica di apertura asimmetrica.


Face lifting con tutti i crismi per la<br />

Renault Laguna, che abbandona<br />

il vecchio muso con feritoie a sviluppo<br />

orizzontale, in favore di un disegno più<br />

complesso con mascherina sviluppata in<br />

altezza, come vorrebbe il codice non<br />

scritto delle vetture Premium.<br />

Ai lati si trovano due recessi scuri<br />

ciascuno percorso da un baffo in colore<br />

metallo satinato sotto al quale è posto<br />

un semplice faretto fendinebbia rotondo.<br />

L’abitacolo conferma il confort,<br />

l’accoglienza e la buona qualità degli<br />

allestimenti che sono fra gli atout della<br />

Laguna, implementata dalla possibilità di<br />

disporre del navigatore satellitare<br />

Carminat TomTom. Sulla nuova serie il<br />

sistema 4Control per la sterzatura delle<br />

ruote posteriori si trova anche sulla 1.5<br />

dCi, a conferma dell’utilità del<br />

dispositivo, sia nelle manovre a bassa<br />

velocità, dove il retrotreno gira in<br />

controfase rispetto all’avantreno,<br />

diminuendo così il raggio di sterzata, sia<br />

alle alte velocità; qui il sistema agisce in<br />

fase con le ruote davanti, per un più<br />

veloce inserimento nelle curve e una più<br />

incisiva tenuta delle traiettoria impostata<br />

dal guidatore.<br />

Impegnata a fondo nello sviluppo delle tecnologie per la propulsione elettrica ad<br />

“emissioni zero” Renault ha confermato il programma che prevede, dal 2011, la<br />

concreta disponibilità di quattro veicoli Z. E. (Zero Emission): due derivati da modelli<br />

termici convenzionali, Fluence e Kangoo Express e due totalmente innovativi al<br />

100% elettrici: Twizy nel secondo semestre 2011 e ZOE un anno dopo. La casa<br />

francese arriva anche a indicare i prezzi dei primi modelli che saranno<br />

commercializzati, prescindendo però da quello che potrebbero essere gli eventuali<br />

incentivi (5.000 euro in Francia) e tenendo conto che la proprietà delle batterie sarà<br />

separato da quello dei veicolo che sarà equiparabile a quello di un diesel<br />

corrispondente. Il modello prescelto potrà essere acquistato o noleggiato e<br />

stipuleranno un contratto di servizio per le batterie al litio ed altri servizi. In pratica<br />

per la berlina Fluence Z.E. il prezzo sarà di 26.000 euro (esclusi eventuali incentivi)<br />

più 79 euro IVA compresa di noleggio batterie per 10.000 km. Il veicolo commerciale<br />

multiuso Kangoo Express Z.E. costerà 20.000 euro più 72 euro IVA esclusa per le<br />

batterie. Per le modalità di ricarica la più pratica e comune sarà quella dalla presa a<br />

domicilio o ad una colonnina di rifornimento pubblica con un tempo di 3,5/8 ore<br />

secondo il modello. Si potrà poi ricorrere ad una ricarica rapida all’80% da colonnina<br />

pubblica con il recupero del 50% dell’autonomia.<br />

La terza modalità, utilizzabile solo in qualche paese, (per ora Danimarca e Israele)<br />

prevede la sostituzione rapida del pack di batterie con una carica di tre minuti.<br />

Per ottimizzare l’autonomia tutti i modelli Z.E. prevedono un indicatore del livello di<br />

carica, un econometro che precisa il consumo di energia cambiando di colore e un<br />

computer di bordo che indica l’autonomia in km, il consumo medio e quello<br />

istantaneo.<br />

7<br />

ECM - Ottobre/Novembre 2010


ECM - Ottobre/Novembre 2010<br />

8<br />

Se la Laguna rompe gli schemi per sondare nuove vie dello stile, la Renault<br />

Latitude ne incarna la versione tradizionalista o, come dicono i francesi,<br />

“statutaria”, cioè di prestigio e rappresentanza. Del resto si tratta di una<br />

modello dedicato ai mercati dell’est europeo, in primis la Russia, dove i<br />

designer francesi hanno pensato che è meglio presentarsi con un look<br />

consolidato. La Latitude è una berlina tre volumi, con passo di 2.762 mm (lo<br />

stesso della Laguna), lunghezza di 4.888 mm, larghezza 1.832 e altezza<br />

1.495, dotata di ogni confort, fra cui il climatizzatore tri-zona, con<br />

ionizzatore e profumatore, il sedile guida con massaggio, il navigatore<br />

Carminat TomTom e la smart key per apertura e accensione. Per il mercato<br />

russo è previsto il motore 2.500 V6 da 130 kW-175 CV con cambio<br />

automatico a sei rapporti, oppure un 2.000 quattro cilindri da 103 kW-140<br />

CV con cambio CVT. Su altri mercati saranno disponibili anche il diesel 2.0<br />

dCi da 110 kW-150 CV o 127 kW-175 CV, come pure il 2.500 V6 dCi da 177<br />

kW-240 CV. Al top il 3.500 cc a benzina, anch’esso da 177 kW-240 CV.<br />

LAND ROVER<br />

La Range Rover Evoque rappresenta l’interpretazione<br />

della casa inglese sul tema del SUV compatto (lunghezza<br />

4.350 mm) di classe superiore. Realizzata, per ora, solo con<br />

la formula della carrozzeria a tre porte, l’Evoque riesce a<br />

riprodurre gli stilemi Range in scala ridotta con notevole<br />

equilibrio, molta eleganza e notevole dinamismo. Basta<br />

notare il tetto sospeso su montanti nascosti, i volumi netti o<br />

il cofano motore a guscio. Il tocco personale e innovativo è<br />

dato invece dalla tensione dell’insieme, generata soprattutto<br />

dalla linea di cintura picchiante verso l’anteriore e dal giro<br />

dei cristalli che si assottiglia guardando verso la coda.<br />

L’abitacolo è in linea con lo stile della casa: materiali lavorati<br />

con cura, legno, pelle, alluminio contribuiscono a ricreare il<br />

tipico ambiente Range, in equilibrio fra modernità e<br />

classicismo. La meccanica della Evoque è invece più affine a<br />

quella del Freelander; lo conferma la posizione trasversale<br />

del motore, cosa che ha consentito di realizzare con facilità<br />

anche una versione d’attacco con motore diesel a sola<br />

trazione anteriore, la prima volta per una Range Rover,<br />

caratterizzata da consumi d’omologazione molto ridotti,<br />

pari a 4,9 litri/100 km (130 g/km di CO2), ottenuti grazie al<br />

risparmio di peso nell’ordine dei 75 kg rispetto alla 4x4 e a<br />

una messa a punto più “magra” del motore. Lo stesso<br />

motore, un 2.200 cc sempre da 110 kW-150 CV, ma con<br />

diversa mappatura, può rappresentare l’entry level delle<br />

versioni 4x4, mentre chi chiedesse maggior prestazioni<br />

potrà optare per il livello di potenza superiore, pari a 140<br />

kW-190 CV. Non manca una brillante unità a benzina di<br />

2.000 cc da 176 kW-240 CV. Tutti i propulsori sono<br />

turbocompressi e a iniezione diretta. Di elevato livello la<br />

messa a punto della catena cinematica, completa di<br />

ammortizzatori a fluido elettroreologico (cambia viscosità<br />

quando sottoposto a un campo magnetico) che possono<br />

modificare la propria durezza, Terrain Response a quattro<br />

opzioni (“prato-ghiaia-neve”, “fango e solchi obbligati”,<br />

“sabbia” e “dinamico”) e giunto ripartitore centrale Haldex.<br />

Tre gli allestimenti: “Pure”, il più lussuoso “Prestige” e lo<br />

sportivo “Dynamic”.


ECM - Ottobre/Novembre 2010<br />

10<br />

VOLKSWAGEN<br />

La nuova Volkswagen Passat presenta numerose<br />

caratteristiche che ne accentuano il livello di<br />

sicurezza. Citiamo i cristalli laterali stratificati invece che<br />

temperati (quindi strutturati come il parabrezza), la funzione di<br />

frenata d’emergenza automatica (fino a 30 km/h), il<br />

monitoraggio del livello di stanchezza del guidatore, il<br />

dispositivo per mantenere la distanza di sicurezza, i fari con<br />

funzione abbagliante/anabbagliante automatica, il differenziale a<br />

bloccaggio elettronico trasversale per una maggiore sicurezza<br />

della percorrenza in curva, il controllo del mantenimento della<br />

corsia, l’avvisatore luminoso della presenza di un veicolo<br />

nell’angolo cieco del retrovisore esterno e il controllo costante<br />

della pressione degli pneumatici.<br />

Disponibile anche il Park Assist, che ora opera anche nei<br />

parcheggi a pettine, in entrata e uscita. La Passat è lunga 4.769<br />

mm, larga 1.820 e alta 1.474 (Variant: lungh. 4.771, alt. 1.519).<br />

Dieci i motori fra cui scegliere. Il 1.400 cc TSI è l’emblema del<br />

downsizing, con la sua cilindrata ridotta e la sovralimentazione<br />

che dona una potenza di 89 kW-122 CV; a seguire il 1.800 cc<br />

TSI da 117 kW-160 CV, il 2.000 cc TSI da 155 kW-211 CV e il<br />

3.000 cc V6 da 220 kW-300 CV. Alimentati a carburanti<br />

alternativi sono il 1.400 TSI EcoFuel a metano, con potenza di<br />

110 kW-150 CV oppure, con potenza di 117 kW-160 CV, il<br />

1.400 cc TSI MultiFuel a benzina/etanolo (15/85%).<br />

Fra i diesel, si comincia con il 1.600 cc TDI da 77 kW-105 CV,<br />

quindi il 2.000 cc TDI da 103 kW-140 CV (anche in versione<br />

BlueTDI) e da 125 kW-170 CV.<br />

AUDI<br />

JAGUAR<br />

Celebra i 75 anni della casa il concept Jaguar X-C75,<br />

una berlina che, com’è di moda nelle sportive più<br />

estreme, mette in bella mostra la sua dote meccanica.<br />

Soltanto che, invece del tipico per quanto raffinato motore<br />

a scoppio, si intravedono due microturbine a gas da 70 kW<br />

a 80.000 giri costanti ciascuna, le quali, oltretutto, non<br />

fanno parte del sistema propulsivo. Infatti generano<br />

energia elettrica per alimentare le batterie agli ioni di litio,<br />

che a loro volta danno corrente ai quattro motori elettrici<br />

indipendenti da 145 kW-195 CV (780 CV in totale)<br />

ciascuno dei quali muove una ruota, realizzando una<br />

trazione integrale senza la complicazione di alberi, giunti e<br />

differenziali. L’autonomia in modalità elettrica plug-in è di<br />

110 km, ma con l’ausilio delle turbine si toccano ben 900<br />

km, con un livello di emissioni di soli 28 g/km di CO2. Dati ancora tutti da dimostrare, come del resto la velocità<br />

di 330 km/h e l’accelerazione di 3,4” sullo 0-100 km/h. Va<br />

però detto che le turbine sono realizzate dalla Bladon Jets,<br />

nel cui pacchetto azionario da poco è presente anche la<br />

Tata, proprietaria, guarda caso, della Jaguar. Qualcosa di<br />

concreto nel lungo periodo si dovrà pur vedere.<br />

Il concetto inaugurato in casa Audi dalla berlina aerodinamica A5 viene<br />

ora sviluppato su scala più grande con la A7 Sportback. Vettura di<br />

notevoli dimensioni - 4.469 mm di lunghezza, 1.911 di larghezza e 1.420 di<br />

altezza - gioca soprattutto sul fronte della versatilità piuttosto che su<br />

quello dell’abitabilità pura. Infatti, offre solo quattro posti, ma in compenso<br />

ha un ampio portellone posteriore. Naturalmente si tratta di quattro<br />

poltrone “regali” per dimensioni e fattura, ben sistemate entro<br />

l’abbondante passo dell’autotelaio, pari a 2.914 mm, che segna l’esordio<br />

dello chassis che sarà adottato anche dalla prossima serie della A6.<br />

Tipicamente Audi è poi l’utilizzo dell’alluminio per molti pannelli della<br />

carrozzeria e per i bracci sovrapposti delle raffinate sospensioni. La vettura<br />

conferma il nuovo corso stilistico della casa, che vuole linee più morbide<br />

rispetto alle rigorose geometrie del passato. Al momento è prevista la<br />

messa in circolazione di due versioni: la 3.0 V6 TFSI, con motore turbo a<br />

iniezione diretta di benzina da 220 kW-300 CV (euro 62.300) e la 3.0 V6<br />

TDI, diesel common rail da 180 kW-245 CV (euro 60.900), entrambe con<br />

trazione Quattro e cambio automatico sequenziale S Tronic a sette<br />

rapporti. La gamma sarà in seguito completata dalla 2.8 FSI da 150 kW-204<br />

CV, sempre con trazione Quattro e cambio S Tronic, e dalla 3.0 TDI con<br />

potenza di 150 kW-204 CV, con trazione anteriore e cambio Multitronic a<br />

variazione continua e otto rapporti prestabiliti.


Un poderoso propulsore V6 TDI biturbo montato dietro che eroga 300 CV al<br />

quale si aggiungono, sull’avantreno, due motori elettrici per una potenza<br />

complessiva di 64 kW; la coppia è di 650 Nm e altri 352 Nm vengono dalle due unità<br />

elettriche. Sono queste, dal punto di vista tecnico, le caratteristiche principali dell’Audi<br />

e-tron Spyder a trazione ibrida plug-in. Le prestazioni non possono che essere da<br />

sportiva di rango: 4,4 secondi da 0 a 100 km/h e 250 km/h di velocità di punta. La<br />

combinazione dell’efficiente tecnologia TDI e della trazione elettrica consente il<br />

clamoroso risultato di un consumo medio di solo 2,2 litri di gasolio per 100 km con<br />

emissioni di CO2 di 59 g/km. Questa sportiva aperta può inoltre percorrere fino a 50<br />

km in modalità esclusivamente elettrica; la velocità massima in questo caso è di 60<br />

km/h. Gli ingombri sono contenuti in 4,06 mt di lunghezza, 1,81 mt di larghezza e<br />

appena 1,11 metri di altezza. I gruppi ottici sono realizzati con la tecnologia LED e<br />

sotto il logo è sistemato il punto di ricarica per le batterie. Nella e-tron Spyder i<br />

designer hanno realizzato un tunnel e una consolle centrali molto snelli. L’unico<br />

elemento è la leva selettrice per il cambio automatico che fuoriesce solo quando il<br />

veicolo viene avviato. La struttura della carrozzeria si basa sulla tecnologia Audi Space<br />

Frame (ASF) ed è stata realizzata con la formula ibrida. Il cofano motore e molti altri<br />

elementi rilevanti per l’aerodinamica sono in carbonio.<br />

MERCEDES<br />

Dalla potente Audi RS5, una delle Audi di serie più sportive di tutti i tempi, deriva<br />

la nuova Audi quattro concept di Parigi. La carrozzeria a due posti secchi, in<br />

gran parte modificata, è realizzata prevalentemente in alluminio; cofano motore e<br />

bagagliaio sono invece in carbonio, come altri componenti, con il risultato di<br />

contenere il peso in soli 1.300 kg. Nella Audi quattro concept il motore cinque cilindri<br />

FSI Turbo, qui montato longitudinalmente, eroga una potenza di 408 CV regalando<br />

un’accelerazione da 0 a 100 km/h in appena 3,9 secondi. Il dosaggio della coppia in<br />

funzione del fabbisogno avviene attraverso un cambio manuale a 6 marce. Per<br />

scaricare la potenza alle ruote la Audi quattro concept si avvale della trazione<br />

integrale permanente quattro nella sua più recente evoluzione. Il differenziale<br />

centrale a corona dentata, che ne costituisce l’innovazione fondamentale, è compatto<br />

e leggero e può variare di molto la ripartizione della coppia tra avantreno e<br />

retrotreno. La vettura esprime già a prima vista tutte le sue potenzialità e le sue<br />

dimensioni compatte (4,28 mt di lunghezza, 1,86 di larghezza) assicurano un surplus<br />

di maneggevolezza. Tutti i gruppi ottici sono realizzati con l’efficientissima tecnologia<br />

LED. Nel cofano posteriore è integrato il grande spoiler, anch’esso in carbonio, che<br />

fuoriesce automaticamente in caso di necessità e può essere posizionato in modo da<br />

ottenere la deportanza ottimale. L’abitacolo della coupé è essenziale e ben<br />

strutturato. I sedili dei due occupanti sono leggerissimi e con cinture a tre o a quattro<br />

punti. Sulla slanciata consolle centrale sono alloggiate l’unità di comando del sistema<br />

MMI touch e la leva del cambio a 6 marce, mentre la strumentazione è<br />

completamente digitale. Il pilota può scegliere tra una modalità “Normale” e “Race”.<br />

Dopo i canonici sette anni di<br />

produzione, anche la Mercedes<br />

CLS cede il passo alla nuova serie, il cui<br />

approdo presso i concessionari è previsto<br />

per l’inizio del prossimo anno. La vettura<br />

ricalca la formula della coupé a quattro<br />

porte, aggiornata secondo gli stilemi ora<br />

in auge a Stoccarda.<br />

Ci riferiamo soprattutto ai parafanghi<br />

posteriori quasi muscolosi e protesi verso<br />

la coda, come pure al baule leggermente<br />

sporgente e ben distinto dalla fiancate.<br />

L’insieme mostra una maggiore<br />

aggressività sin dalla vista frontale, dove la<br />

mascherina è meno inclinata e più<br />

evidente, con la stella in formato maxi nel<br />

mezzo, come nelle Mercedes sportive o<br />

negli allestimenti estetici più modernisti.<br />

La snella superficie vetrata laterale è<br />

compensata dall’ampiezza del parabrezza<br />

e del lunotto. La nuova CLS propone tra<br />

l’altro, in prima mondiale, tutto il sistema<br />

di illuminazione basato su LED.<br />

L’abitacolo è sempre per sole quattro<br />

persone e vuole rappresentare il nuovo<br />

standard nella cura e nella possibilità di<br />

personalizzazione per un’auto di grande<br />

serie, con l’offerta di numerosi materiali<br />

naturali e sintetici (radica, alluminio,<br />

carbonio, pellami di varie qualità e<br />

caratteristiche, nonché la finitura nera<br />

“grand piano” oggi molto di moda) per<br />

plancia, portiere e selleria.<br />

Oltre ai tradizionali propulsori a benzina<br />

e diesel, non mancano gli ecologici<br />

BlueEfficiency come le soluzioni<br />

BlueHybrid benzina/elettrico.<br />

Di notevole interesse per i palati più fini,<br />

il nuovo otto cilindri 4.600 cc twin turbo<br />

a benzina da 320 kW-435 CV e ben 695<br />

Nm di coppia.<br />

11<br />

ECM - Ottobre/Novembre 2010


ECM - Ottobre/Novembre 2010<br />

12<br />

M ercedes mostra il proprio interesse per il veicolo elettrico “puro” con la Classe A<br />

E-Cell, che verrà prodotta in serie, per quanto limitata a 500 pezzi, destinata a<br />

clienti selezionati in Germania, Francia e Olanda. La vettura mantiene l’abitacolo di una<br />

Classe A standard, grazie all’alloggiamento del pacco batterie agli ioni di litio da 36 kWh<br />

nel caratteristico pianale a sandwich della vettura. Il motore elettrico eroga una potenza<br />

continua di 50 kW-68 CV, con un picco di 70 kW-95 CV nella funzione “boost”, mentre la<br />

coppia massima è sempre di 290 Nm a qualsiasi regime. L’autonomia è di 200 km, mentre<br />

la velocità di punta è di 150 km/h. Particolarmente evoluta sotto l’aspetto dell’utilizzo: la<br />

E-Cell può essere ricaricata presso stazioni pubbliche come pure da casa, tramite la rete a<br />

230 volt oppure con un apposito wallbox con il quale si ottiene un’autonomia di 100 km<br />

con tre ore di ricarica. La logica di bordo permette di interloquire fra la vettura e il<br />

gestore scelto dal cliente, scegliere la fascia oraria economicamente più vantaggiosa,<br />

nonché climatizzare adeguatamente l’abitacolo in tempo utile per la ripartenza,<br />

permettendo di monitorare le procedure tramite smartphone o Internet.<br />

SMART MINI<br />

Curiosamente, sono proprio i costruttori di auto di prestigio a interessarsi<br />

all’evoluzione della motorizzazione di base tramite lo scooter elettrico. Così, se<br />

BMW ha presentato il suo concept tramite il marchio Mini, Mercedes fa altrettanto<br />

per mezzo di Smart. Lo Smart Ecoscooter è un compatto veicolo elettrico con<br />

motore da 4 kW-5,4 CV e velocità di 45 km/h, che ne fa un appetibile oggetto anche<br />

per i quattordicenni. Le batterie agli ioni di litio da 48 volt sono poste nello scudo<br />

anteriore, che nella parte esterna ospita anche delle celle solari. La ricarica, oltre che<br />

con la rigenerazione in frenata a cura della ruota posteriore, si ottiene con una<br />

normale spina da collegare alla rete di casa, con la quale ci si può procurare<br />

un’autonomia di 100 km. Anche in questo caso la strumentazione è integrata a uno<br />

smartphone e molto completa appare la dotazione di sicurezza, con ABS,<br />

segnalazione di veicoli nell’angolo cieco degli specchietti e airbag frontale, sistemato<br />

sotto il manubrio. Nonostante le dimensioni compatte, il vano sotto sella, libero dalla<br />

presenza del classico motore a scoppio, consente di riporre due caschi.<br />

Trasporre il concetto Mini su un veicolo a due ruote, questo il “task” del Mini Scooter<br />

E Concept, primo due ruote con il celebre marchio inglese, per giunta a trazione<br />

elettrica. Della Mini sono stati ripresi i tratti salienti, primo fra tutti la compattezza<br />

generale, poi lo “sguardo” del faro, le rotondità generali. Così pure la forma dell’intaglio<br />

passaruota nello scudo anteriore, che ricorda il profilo della mascherina Mini, gli<br />

indicatori di direzione un po’ rétro, i doppi fari posteriori, i retrovisori a calottina<br />

colorata. Interessante l’interfaccia uomo-macchina, ottenuta utilizzando uno smartphone<br />

che, inserito nel cruscotto, fa da chiave di accensione e da navigatore, ma pure da music<br />

server e da monitor per la presenza di altri Mini Scooter, che può “salutare”<br />

automaticamente con il classico colpo di abbaglianti, ma anche invitare in quello che<br />

potrebbe essere il primo scooter social network. Il motore è nella ruota posteriore e la<br />

riserva di energia è provvista da un pacco di batterie agli ioni di litio, ricaricabili dalla rete<br />

mediante un cavo da 5 metri, naturalmente estraibile da un finto bocchettone del<br />

carburante, anch’esso in stile Mini.


BOLOGNA 4-12 DICEMBRE<br />

M O T O R S H O W . I T


ECM - Ottobre/Novembre 2010<br />

14<br />

BMW<br />

Dopo il rinnovamento delle Serie 5 e 7, BMW porta<br />

all’estremo l’era stilistica post Bangle con la<br />

6 Series Coupé. In questo concept, infatti, viene<br />

definitivamente abbandonato lo stile delle lamiere<br />

morbide, in favore di una nuova tensione, dal notevole<br />

dinamismo. La 6 Series, che naturalmente prefigura<br />

quella che sarà la nuova coupé upper class di Monaco,<br />

sottolinea soprattutto l’aspetto sportivo del suo stile.<br />

Lo vediamo nella fiancata, dove il solo cedimento al<br />

rétro è dato dal profilo discendente del passaruota<br />

Impensabile una Mini che non recuperi la gloriosa e preziosa<br />

tradizione sportiva e, in un certo senso, le versioni con<br />

motorizzazione Cooper assolvono a questo scopo. Ma il fascino dei<br />

rally, con le passate vittorie a Montecarlo in testa, in casa Mini è<br />

troppo forte ed evocativo. Ecco allora l’annuncio che la casa<br />

tornerà ufficialmente a competere nel Campionato Mondiale Rally<br />

(WRC) e questo a partire dal prossimo anno.<br />

Il programma è sviluppato da BMW insieme agli specialisti della<br />

Prodrive di David Richards che preparerà e gestirà una<br />

Countryman a trazione integrale mossa da un 1.600 cc turbo a<br />

iniezione diretta di benzina elaborato da BMW Motorsport che ne<br />

ha tratto 184 CV e un’accelerazione da 0 a 100 km/h in 7,6 secondi.<br />

I test nelle varie condizioni di gara sono già iniziati con il pilota<br />

Gronholm, ma la squadra ufficiale non è ancora stata definita.<br />

anteriore, da cui però parte graduale ma costante<br />

l’allargamento della carrozzeria dimensionare<br />

adeguatamente il parafango posteriore. Il frontale<br />

parla un linguaggio nuovo sia nella tipica duplice<br />

mascherina, sia per i fari dall’ottica adattiva. Di<br />

notevole effetto il padiglione: una compatta calottina<br />

di intonazione aeronautica, specie in<br />

quest’allestimento con tetto in cristallo. Nell’abitacolo<br />

si segnala un lieve ritorno alla consolle angolata, vero<br />

must per una BMW con tutti i crismi.<br />

BMW presenta la seconda generazione della X3, realizzata sotto forma di un<br />

armonioso sviluppo della serie precedente. Caratterizzata da un aspetto più<br />

fluente e cancellate alcune caratteristiche un poco sotto tono che la<br />

connotavano, la nuova serie ha una notevole presenza, ottenuta con frontale più<br />

verticale, fiancate mosse da pieghe ben raccordate e la parte inferiore nera<br />

opaca, tipica delle BMW “X”, meno ampia. Quattro le versioni previste per il<br />

mercato tedesco (ma in realtà la X3 è made in USA), ma per ora solo due<br />

quelle pianificate per l’Italia. Si tratta della X3 xDrive 35i, con motore sei cilindri<br />

3.000 cc a iniezione diretta di benzina, Twin Power Turbo e Valvetronic da 225<br />

kW-306 CV e 400 Nm di coppia e della X3 xDrive 20d, quattro cilindri 2.000 cc<br />

diesel common rail da 135 kW-184 CV e 380 Nm. Le altre due sono la xDrive<br />

28i sei cilindri a benzina, 3.000 cc da 190 kW-258 CV e 310 Nm (di interesse<br />

relativo per l’Italia) e la ben più appetibile xDrive 30d, diesel sei cilindri 3.000 cc<br />

anch’essa con 190 kW-258 CV ma ben 560 Nm di coppia.<br />

Di rilievo, come sempre, le prestazioni: la 20d tocca i 210 km/h e copre lo 0-<br />

100 km/h in 8,5” con un consumo normalizzato di 5,6 l/100 km (17,8 km/litro);<br />

la 35i raggiunge i 245 orari, 0-100 in 5,7” e ha un ciclo consumi di 8,8 l/100 km<br />

(11,3 km/litro). Molto interessante il cambio automatico Steptronic a otto<br />

rapporti, per la prima volta abbinato al sistema Start-Stop, di serie sulla 35i e<br />

opzionale sulla 20d, che normalmente ha un manuale a sei marce.


JEEP<br />

La quarta serie della Jeep Grand Cherokee, porta a un<br />

nuovo limite il difficile connubio fra la ricerca delle<br />

qualità stradali e di quelle off-road. Realizzato su un inedito<br />

pianale a ruote indipendenti, il Grand Cherokee è mosso dal<br />

tradizionale V8 Hemi 5.700 cc da 259 kW-352 CV e 520 Nm,<br />

con funzionamento modulare per risparmiare carburante,<br />

oppure e qui sta la novità di maggio interesse, dal V6 (60°)<br />

Pentastar 3.600 cc da 210 kW-286 CV e 347 Nm con il brevetto<br />

Fiat Multiair che elimina la farfalla di aspirazione e introduce la<br />

sovralimentazione e l’iniezione di diretta. Da qui un<br />

miglioramento sensibile della coppia e della potenza con una<br />

riduzione dei consumi stimabile nell’ordine del 25%. Per questo<br />

motore si programma anche un largo uso su altri modelli in<br />

quanto detinato a sostituire ben sette propulsori oggi esistenti.<br />

Nessuna notizia, per ora riguardo ai diesel, che non potranno<br />

mancare per un’adeguata diffusione europea, così come è “no<br />

comment” l’ipotesi della continuazione della produzione extra<br />

USA presso la Magna Steyr austriaca. Come vuole la tradizione,<br />

il nuovo Grand Cherokee si presenta ben munito a livello di<br />

catena cinematica. La trazione integrale può essere del tipo<br />

Quadra-Trac II con ripartizione elettronica della coppia fra i due<br />

assi oppure Quadra-Drive II con differenziale posteriore a<br />

slittamento controllato. Le sospensioni Quadra-Lift offrono<br />

cinque diversi assetti e il Selec-Terrain altri cinque “settaggi” del<br />

veicolo a seconda del terreno da affrontare.<br />

<strong>FORD</strong><br />

15<br />

Parigi è stata la ribalta anche per la terza<br />

generazione della Ford Focus. La nuova serie<br />

è sviluppata su tre carrozzerie soltanto: 5 porte,<br />

berlina 4 porte e wagon, rinunciando così alla tre<br />

porte così come alla coupé-cabrio. Prodotta in<br />

numerosi stabilimenti, per il nostro mercato<br />

arriverà dalla Germania, ma altri siti sono pianificati<br />

negli Stati Uniti, in Russia e in Cina, con modelli che<br />

nella loro totalità condivideranno l’80% dei<br />

componenti, ottenendo così economie di scala che,<br />

si auspica, possano riflettersi sul contenimento dei<br />

prezzi. Lo stile esprime una forte carica dinamica<br />

particolarmente evidente nel frontale, mentre<br />

l’abitacolo è spazioso e di notevole impressione<br />

per quanto riguarda la plancia, campeggiata da un<br />

cruscotto sportivo e da una console voluminosa e<br />

ricca di comandi. Proprio la strumentazione di<br />

bordo si presenta molto aggiornata, per la<br />

presenza di un menu a schermate (volendo, anche<br />

touch screen), di un sistema di connettività di<br />

nuova generazione, completo di Bluetooth e<br />

navigatore satellitare così come di sistemi di<br />

monitoraggio degli ostacoli e prevenzione dei<br />

sinistri. Non mancano l’ausilio alle manovre di<br />

parcheggio, al mantenimento della corsia e il<br />

riconoscimento dei segnali stradali. La gamma<br />

motori parte con il 1.600 cc a fasatura variabile da<br />

77 kW-105 CV o 92 kW-125 CV; con la stessa<br />

cilindrata, ma dotato di iniezione diretta e<br />

turbocompressore, si può scegliere fra l’unità da<br />

110 kW-150 CV e 132 kW-180 CV. Per i diesel<br />

l’offerta verte sul 1.600 da 70 kW-95 CV o 92 kW-<br />

125 CV. Disponibile anche il 2.000 cc TDCi da 84<br />

kW-115 CV, 103 kW-140 CV o 120 kW-163 CV.<br />

La sportiva ST eroga ben 183 kW-200 CV.<br />

Debutto parigino anche per la Ford Fiesta<br />

WRC, destinata a sostituire la Focus nelle<br />

attività rallystiche, dove la Ford detiene il numero<br />

record di 75 vittorie nel campionato mondiale.<br />

La Fiesta WRC conferma la politica della casa,<br />

secondo la quale le vetture da corsa devono<br />

rispecchiare gli orientamenti tecnici dei modelli di<br />

serie. In particolare il motore, in ossequio ai nuovi<br />

regolamenti per il 2011, è un 1.600 cc<br />

turbocompresso, strettissimo parente della<br />

gamma EcoBoost, che fa della cilindrata ridotta e<br />

della sovralimentazione i suoi punti di riferimento.<br />

La trazione è integrale permanente.<br />

ECM - Ottobre/Novembre 2010


ECM - Ottobre/Novembre 2010<br />

16<br />

OPEL<br />

Esordio parigino anche per l’Opel Astra Sport Tourer, che,<br />

mostra ora di tendere verso uno status più raffinato, pur<br />

senza cedere sul fronte della capacità di carico, che infatti varia<br />

fra i 500 e i 1550 dmc. Interessante novità è nel divano<br />

posteriore estraibile, come su un monovolume, per una<br />

versatilità fuori dal comune. Inoltre, lo stesso divano è dotato di<br />

meccanismo a molla FlexFold, che consente di ribaltare<br />

separatamente le due parti (40/60%) anche dal bagagliaio,<br />

semplicemente premendo uno dei due pulsanti posti sulle pareti<br />

laterali. In questo modo si ottiene un piano orizzontale e senza<br />

ostacoli lungo 1.835 mm, 28 più delle serie precedente. Il<br />

copribagagliaio è realizzato con cura, potendosi inclinare e<br />

ritrarre automaticamente all’apertura del portellone, come su<br />

vetture di classe superiore. È inoltre prevista la possibilità di<br />

installare il pratico portabici a cassetto, già visto su altre Opel.<br />

La gamma motori ricalca quella della berlina, con la novità del<br />

sistema start/stop, montato inizialmente sulla 1.3 CDTi, per poi<br />

estendersi sul resto della gamma.<br />

ABARTH<br />

Allo stand parigino di Abarth hanno debuttato le versioni Esseesse della Punto Evo<br />

e della cabriolet 500C. Vetture apparentemente simili nella ricerca delle massime<br />

prestazioni, le due Esseesse presentano ritratti tecnici diversi. La Punto Evo<br />

Esseesse porta in dote la tecnologia Multiair, caratterizzata dalla gestione elettronica<br />

della fase e dell’alzata delle otto valvole di aspirazione, che consente un vantaggioso<br />

rapporto fra le erogazioni di coppia e potenza in rapporto alla richiesta di carburante.<br />

La potenza del 1.400 cc turbo è di 132 kW-180 CV a 5.750 giri, la coppia tocca i 270<br />

Nm a 3.000 giri, mentre il consumo normalizzato è di 6,0 litri/100 km, grazie anche<br />

all’intervento dello Start & Stop. Il cambio è manuale e sei rapporti e il servosterzo è<br />

elettroidraulico. Le prestazioni sono di 216 km/h di velocità massima e di 7,5” per lo<br />

Per ora a livello di concept, la Opel GTC<br />

Paris prefigura quella che potrà essere<br />

la nuova Astra Coupé. Visivamente “piena”,<br />

scultorea, la GTC Paris è disegnata su volumi<br />

senza compromessi, con poche ma decise<br />

linee guida. Soprattutto nella fiancata, dove<br />

ritroviamo il motivo a lama che sta<br />

divenendo tratto distintivo delle auto di<br />

Rüsselsheim, completato da un lieve spigolo<br />

che piega la lamiera dalla maniglia verso la<br />

coda. Questa presenta un accenno di terzo<br />

volume a se stante, che dona un tocco di<br />

classe, pur mantenendo la formula del corpo<br />

vettura a tre porte, contenuto, in questo<br />

caso, in una lunghezza fuori tutto di 4,46<br />

metri, più che sufficiente per conservare<br />

l’abitabilità per cinque persone.<br />

Un vero “eye catcher” il profilo lucido alla<br />

cornice superiore dei finestrini laterali, che<br />

descrive un ampio arco interrotto<br />

bruscamente da una piccola piega nella parte<br />

posteriore. Il prototipo di Parigi è dotato di<br />

un 2.000 cc turbo a iniezione diretta di<br />

benzina, completo di start/stop.<br />

scatto 0-100 km/h. La 500C Esseesse è invece mossa dal 1.400 cc turbo T-Jet da 117<br />

kW-160 CV a 5.750 giri con 230 Nm a 3.000 giri, per un consumo di 6,5 litri ogni 100<br />

km. 209 km/h la velocità e 7,6” il tempo sullo 0-100. Il cambio ha solo cinque marce,<br />

ma è di tipo sequenziale con palette al volante, mentre il servosterzo è elettrico, con<br />

funzione Dualdrive. Entrambe hanno una messa a punto speciale dell’assetto, con<br />

ammortizzatori Koni, molle ribassate, freni maggiorati con quattro dischi forati e<br />

gestione elettronica differenziata della coppia sulle ruote anteriori.<br />

Coma da tradizione, l’allestimento Esseesse è disponibile a essere “trapiantato” sulle<br />

altre Abarth, presso le officine autorizzate, che forniscono anche l’aggiornamento<br />

dell’omologazione.


Alfa Romeo colma il vuoto esistente fra i 120 CV<br />

della 1.6 JTDm e i 170 della 2.0 JTDm con la<br />

2.0 JTDm da 103 kW-140 CV della Giulietta 2.0<br />

JTDm. Una versione tutt’altro che “tranquilla”,<br />

considerati i 205 km/h di velocità massima e i 9<br />

secondi netti per l’accelerazione da zero a cento<br />

km/h. Il consumo di soli 4,5 litri/100 km completa la<br />

presentazione di una vettura piacevole e tutt’altro<br />

che esosa in termini di richiesta energetica, come<br />

conferma anche la presenza del dispositivo Start &<br />

Stop. Come tutte le Giulietta, il cambio è a sei<br />

marce, inoltre è presente il selettore per due<br />

mappature del motore: la Normal, più lineare con<br />

320 Nm a soli 1.500 giri e la Dynamic con 350 Nm<br />

a 1.750 giri. A Parigi ha debuttato anche la 1.4<br />

Turbo Multiair da 125 kW-170 CV con cambio a<br />

doppia frizione TCT, che nel prossimo futuro si<br />

vedrà anche sulla 2.0 JTDm da 170 CV. La Giulietta<br />

ha conquistato linoltre e cinque stelle nei crash test<br />

EuroNCAP, nel nuovo e più severo standard<br />

entrato in vigore quest’anno.<br />

SEAT<br />

Completamente rinnovata à la Seat Alhambra, monovolume a cinque<br />

o sette posti di segmento intermedio ma dalle dimensioni generose<br />

fuori (mm 4.854 x 1.904 x 1.720) ma soprattutto dentro, grazie ai nove<br />

centimetri in più nella larghezza e a ben 22 in lunghezza. Il nuovo modello<br />

presenta raffinatezze molto apprezzabili, come il movimento elettrico<br />

delle portiere latero-posteriori scorrevoli e del portellone (entrambi a<br />

seconda delle versioni). Elevata anche la capacità di carico: con la seconda<br />

e la terza fila di sedili ripiegate a livello del pavimento si possono stivare<br />

fino a 2.430 litri di bagaglio, mentre con sette sedili in uso il valore è un<br />

accettabilissimo 267 litri. Come ormai quasi universale fra i nuovi modelli<br />

del gruppo Volkswagen di cui Seat fa parte, la gamma motori è composta<br />

da unità a benzina e diesel sovralimentati a iniezione diretta, common rail<br />

per i diesel. Due i TSI a benzina: 1.400 cc da 110 kW-150 CV, 240 Nm e<br />

2.000 cc da 147 kW-200 CV, 280 Nm; uno solo il diesel TDI 2.000 cc<br />

declinato però in due livelli di potenza e coppa: 103 kW-140 CV, 320 Nm<br />

e 125 kW-170 CV, 350 Nm. Il cambio a doppia frizione DSG è opzionale<br />

su entrambi i TDI e di serie sul 2.0 TSI.<br />

SAAB<br />

La rediviva Saab mostra anch’essa un concreto<br />

interesse per la trazione elettrica,<br />

presentando la 9-3 ePower. Basata sulla<br />

carrozzeria wagon SportCombi, la ePower si<br />

pone come uno dei modelli di serie dalla più<br />

elevata autonomia. Il propulsore da 135 kw-184<br />

CV alimentato da batterie agli ioni di litio può<br />

infatti percorrere fino a 200 km prima di<br />

necessitare di una nuova ricarica, mentre le<br />

prestazioni sono di tutto rispetto, con<br />

un’accelerazione di 8,5” sullo scatto da zero a 100<br />

km/h. I test della vettura sono previsti dall’inizio<br />

del 2011 su una preserie di 70 esemplari,<br />

impiegando un monitoraggio di impianto<br />

aeronautico, con tanto di scatola nera per data<br />

collecting. La Saab, indipendente dalla General<br />

Motors da febbraio 2010, ha riorganizzato la<br />

produzione ritrasferendola interamente in Svezia.<br />

ALFA ROMEO<br />

La Seat IBe rappresenta la visione della casa spagnola della vettura elettrica<br />

compatta, adatta all’uso cittadino, ma con un certo piglio sportivo.<br />

Disegnata con linee decise, spesso facenti riferimento al motivo del triangolo<br />

come nel frontale e nei retrovisori, la IBe si permette un’altezza da terra molto<br />

limitata (1.223 mm, mentre la lunghezza è di 3.830 mm e la larghezza di ben<br />

1.770 mm) così come un cofano molto profilato, ottenuto grazie al limitato<br />

ingombro del motore elettrico. Le batterie agli ioni di litio da 18 kWh sono<br />

poste invece sul retrotreno, per un migliore equilibrio delle masse. La potenza<br />

è di 75 kW-102 CV (coppia 200 Nm), certo non un valore estremo, ma ben<br />

rapportato al peso complessivo di 1.100 kg. Le prestazioni, infatti, dichiarano<br />

una velocità massima di 160 km/h e un’accelerazione 0-100 km/h di 9,7”.<br />

Interessante l’autonomia di 130 km. Come molti prototipi elettrici di questo<br />

periodo, la IBe mostra le potenzialità in termini di connessione con le reti<br />

telematiche. Tramite smartphone, infatti, è possibile gestire l’ascolto di brani<br />

musicali, navigare in Internet, ricevere informazioni sul traffico, così come<br />

monitorare lo stato di marcia della vettura.<br />

17<br />

ECM - Ottobre/Novembre 2010


ECM - Ottobre/Novembre 2010<br />

18<br />

VOLVO<br />

Completata la serie 60 con il lancio della wagon V60, Volvo partecipa anch’essa<br />

al filone del downsizing annunciando che la vettura avrà in gamma anche il<br />

nuovo motore 1.600 cc turbo iniezione diretta di benzina GTDi (Gasoline Turbo<br />

Direct Injection) nelle edizioni T3 e T4. La prima con 110 kW-150 CV, la seconda<br />

con 132 kW-180 CV, entrambe con coppia massima di 240 Nm, ma la T4 ha anche<br />

un overboost da 270 Nm. Il cambio potrà essere manuale o automatico<br />

Powershift, sempre a sei marce. Nei due casi, sono presenti diversi<br />

comandi per ridurre il consumo: nella manuale si tratta<br />

della funzione start/stop, mentre sull’automatica si<br />

può disinserire la marcia al rilascio<br />

dell’acceleratore, realizzando così una<br />

FERRARI<br />

Ferrari onora la sua tradizione di<br />

presentare sempre un modello<br />

importante al “Mondial” di Parigi con la SA<br />

Aperta, un’interpretazione in puro stile<br />

roadster della già ambita berlinetta 599 GTB<br />

Fiorano. Il nuovo modello suggella quindi la<br />

continuità con l’appuntamento francese,<br />

iniziato nel 1955 con la 410 Superamerica e<br />

rappresenta il massimo dell’esclusività,<br />

considerato che di questa vettura ne<br />

verranno prodotti solo 80 esemplari, poco<br />

più di un settimo rispetto al modello che l’ha<br />

preceduta, la 575 M Superamerica. Un<br />

saggio restringimento nei confronti della crisi dell’auto diranno alcuni,<br />

un arguto sistema per essere più preziosi diranno altri, alla luce del fatto<br />

che gli ottanta pezzi sono già tutti prenotati.<br />

Il quantitativo non è comunque casuale, ma deciso per celebrare gli 80<br />

anni della Pininfarina, storico disegnatore delle vetture del cavallino. La<br />

sigla SA riprende inoltre le iniziali di Sergio e Andrea Pininfarina<br />

continuatori e animatori dell’attività del fondatore Pinin. Le differenze<br />

con il modello d’origine, al di là dell’evidente impostazione spider, sono<br />

nelle pinne posteriori, già accennate nella GTB Berlinetta ma qui più<br />

evidenti per la scelta del colore alluminio satinato, condiviso con la<br />

cornice del parabrezza. Non mancano due roll bar profilati dietro<br />

ciascun sedile, mentre il tettuccio è un “fazzoletto” di tela, giusto per<br />

un impiego d’emergenza. Invisibili ma presenti i necessari irrobustimenti<br />

strutturali per compensare l’assenza del padiglione. La potenza del<br />

“V12” anteriore, dai 620 CV della Berlinetta, cresce a 492 kW-670 CV.<br />

Le possibilità di personalizzazione faranno sì che difficilmente ci<br />

potranno essere due esemplari gemelli in tutto e per tutto.<br />

specie di ruota libera. Vetture votate alla massima sicurezza, le Volvo S60 e V60<br />

non rinnegano l’indole sportiva, sottolineata dai nuovi allestimenti R-Design, con<br />

un assetto speciale, completato da un barra duomi nel vano motore,<br />

ammortizzatori monotubo al retrotreno per una maggiore reattività, molle più<br />

rigide del 15% e più corte di 15 mm, boccole delle articolazioni in una gomma più<br />

rigida per ridurre i giochi e la nuova funzione Corner Traction Control, disponibile<br />

anche per le altre<br />

versioni della<br />

gamma.<br />

S ono a uno stadio avanzato i test sulla Volvo C30<br />

DRIVe Elettrica; infatti è in programma una<br />

produzione di 250 esemplari, i primi dieci dei quali<br />

destinati all’azienda dei servizi elettrici di Göteborg.<br />

La vettura condivide gli accorgimenti aerodinamici della<br />

gamma DRIVe, come l’assetto più basso, i copricerchi<br />

speciali, spoiler e minigonne dedicati , ma si differenzia<br />

per i numerosi inserti azzurri e per la calottina a copertura<br />

della presa di corrente sistemata nella mascherina<br />

anteriore. La C30 DRIVe Elettrica richiede otto ore per<br />

una ricarica completa delle batterie agli ioni di litio, ha<br />

un’autonomia di 150 km e può toccare i 130 km/h, con<br />

un’accelerazione da 0 a 100 km/h in 10,9 secondi.


PORSCHE<br />

LAMBORGHINI MASERATI<br />

Molto di più di una “Concept” o di una “Show Car”. Piuttosto una clamorosa<br />

ridefinizione della supersportiva del futuro e una dimostrazione unica di<br />

competenze tecnologiche d’avanguardia nell’uso della fibra di carbonio per<br />

costruzioni di straordinaria leggerezza. È la Lamborghini Sesto Elemento che, a<br />

tutto questo, aggiunge un design con un’ineguagliabile carica emozionale fatta di linee<br />

decise e spigolose, aggressive senza riserva e funzionali ad un’aerodinamica molto<br />

sofisticata. Grazie alla tecnologia della fibra di carbonio la Sesto Elemento ha un peso<br />

complessivo di soli 999 kg, includendo in questo risultato da record il motore V10 da<br />

570 CV e il sistema di guida a trazione integrale permanente. Altrettanto da primato è<br />

il rapporto peso/potenza pari a 1,75 chilogrammi per CV e da qui un’accelerazione da<br />

0 a 100 km/h in soli 2,5 secondi e una velocità massima ampiamente superiore ai 300<br />

km/h. Gli interni sono realizzati in chiave minimalista a cominciare dai sedili che<br />

rinunciano completamente alla struttura convenzionale posizionando le sedute<br />

realizzate in materiale high-tech direttamente sulla monoscocca; questa realizza<br />

inoltre l’intero abitacolo. Il nome del modello deriva dalla tavola periodica degli<br />

elementi, nella quale il carbonio è classificato al sesto posto.<br />

19<br />

Con soli 356 esemplari, la Porsche 911 Speedster celebra<br />

la sua famosa progenitrice, la 356 Speedster, quintessenza<br />

della vettura sportiva. Questa speciale edizione, rigorosamente<br />

a sola trazione posteriore, sarà offerta nelle tinte “blu puro” o<br />

“bianco Carrara”, con richiami dei medesimi colori<br />

nell’abitacolo. Non mancano il parabrezza più inclinato e<br />

ribassato di 60 mm, il tetto manuale in tela (di pura<br />

emergenza), le carene posteriori ai sedili, che celano due<br />

robusti roll bar.<br />

La carrozzeria è allargata di 44 mm a livello dei passaruota<br />

posteriori ed è modificata nel frontale, nella minigonne laterali e<br />

nella coda. Il motore è il classico boxer, con cilindrata 3.800 cc,<br />

potenziato a 300 kW-408 CV.<br />

Pur essendo una vettura “strip”, tendenzialmente nuda e cruda,<br />

la Speedster non si fa mancare un moderno cambio a doppia<br />

frizione a sette rapporti, il controllo attivo delle sospensioni<br />

(PASM) e gli efficacissimi freni in carboceramica. Il prezzo è già<br />

stato definito in 204.332 euro, tasse incluse.<br />

Di minori pretese all’acquisto (106.772 euro il Coupé,<br />

116.972 il Cabriolet) rispetto alla Speedster, ma non di<br />

minore fascino è la Porsche 911 Carrera GTS, modello di<br />

punta della gamma Carrera e trait d’union con la corsaiola GT3.<br />

Il motore, naturalmente boxer sei cilindri posto a sbalzo del<br />

retrotreno, è il 3.800 cc con potenza di 300 kW-408 CV e<br />

coppia di 420 Nm, stesso valore della Carrera S, ma ottenuto a<br />

4.200 giri invece che a 4.400. La trazione solo posteriore della<br />

GTS è stata migliorata con l’adozione al retrotreno di<br />

pneumatici 305/30R19 e conseguente allargamento dei<br />

passaruota di 22 mm per lato. Di impostazione agonistica i<br />

cerchi con singolo dado centrale. Il cambio è manuale a sei<br />

marce oppure, in opzione, PDK doppia frizione a sette<br />

rapporti, che accoppiato al pacchetto Sport Chrono Plus<br />

permette di ottenere i migliori dati nell’accelerazione da fermo,<br />

dichiarata in 4,2” sullo 0-100 km/h. La velocità massima,<br />

nonostante la sezione frontale più ampia rispetto alla Carrera S,<br />

regala 4 km/h in più, toccando i 306 km/h.<br />

Arriva la Maserati GranTurismo MC Stradale, ovvero la più potente, veloce e 2010<br />

leggera auto del Tridente regolarmente a listino. Prende spunto, e molta della<br />

tecnica, dalla versione che prende parte al trofeo monomarca e da qui, infatti deriva il<br />

motore V8 di 4.700 cc da 450 CV, vale a dire 10 in più rispetto alla GranTurismo S di<br />

serie. La potenza arriva alle ruote tramite un cambio elettroattuato di rara precisione e<br />

rapidità di risposta. Folgoranti le prestazioni velocistiche che salgono a 300 km/h.<br />

Questo è anche dovuto al profondo lavoro di alleggerimento della vettura che ricorre<br />

largamente alla fibra di carbonio in molte parti della struttura; inoltre è stata rivista Ottobre/Novembre -<br />

l’aerodinamica e tutto questo proprio grazie alle esperienze nel campionato Fia GT4.<br />

Non risultano aumentati i consumi medi dichiarati, pari a 15,2 litri per 100 km. ECM


ECM - Ottobre/Novembre 2010<br />

20<br />

LOTUS<br />

Elite Esprit Elise Elan Eterne<br />

Se c’è un costruttore che a Parigi ha fatto le cose in grande, questo è Lotus<br />

(paradossalmente, uno dei più piccoli) che ha presentato numerosi modelli inediti.<br />

E così, anche dell’auto che ha segnato la rinascita del marchio, la Elise, è stato<br />

presentato il concept della nuova serie, prevista per il 2015. Si nota in primo luogo<br />

che la futura Elise non dovrebbe essere più una barchetta pura, bensì un ricercato<br />

coupé a tetto trasparente. A ciò si accompagnerà una maggiore praticità d’uso,<br />

soprattutto per quanto riguarda l’accessibilità a bordo. Altra importante novità è la<br />

disposizione longitudinale del motore, un 2.000 cc sovralimentato. Se ne deduce,<br />

quindi, un netto salto di classe, purtroppo anche nella massa, che dagli 860 kg attuali<br />

passerebbe a 1.095 kg. C’è da prevedere che le elevate prestazioni (270 km/h e 4,5”<br />

sullo 0-100) non saranno più dovute alla magica alchimia del peso limitato, ma alla<br />

potenza prevista in 235 kW-320 CV.<br />

Ritorna anche la celebre Lotus Elan, sotto forma di un coupé 2+2, in vendita dal<br />

2013. Dotata di motore centrale V6 turbo 4.000 cc da 330 kW-450 CV e 465 Nm per<br />

1.295 kg di massa complessiva, si porrà come passo intermedio fra Elise e nuova<br />

Esprit. Interessante la possibilità di equipaggiarla del KERS sviluppato in Formula<br />

Uno. Cambio a 7 marce, velocità 310 km/h e 0-100 km/h in 3,5”.<br />

Al top della gamma un’altro nome celebre: Lotus Esprit. Berlinetta a motore<br />

centrale V8 5.000 sovralimentato da 456 kW-620 CV e 720 Nm, si pone<br />

nell’empireo delle supercar. Anche in questo caso, KERS opzionale e cambio a 7<br />

velocità. Sarà pronta a fine 2012.<br />

Con lo stesso propulsore della Esprit, si propone la Lotus Elite, granturismo a<br />

motore anteriore, abitacolo per 2+2 persone e formula costruttiva coupé-cabriolet,<br />

che ne fa una credibile sfidante della Ferrari California. 215 km/h il plafond<br />

velocistico e 3,5/3,7” l’accelerazione 0-100. Debutterà nel 2014.<br />

Sulla struttura della Elite sarà poi realizzata la Lotus Eterne, che interpreta il<br />

concetto della top car sportiva a quattro porte, oggi al centro dell’attenzione di<br />

molti costruttori. Prodotta a trazione anteriore o integrale, la Eterne toccherà i 315<br />

km/h e impiegherà 4,0” per raggiungere i 100 orari. Debutto in serie per la<br />

primavera 2015. Speriamo.<br />

SSorprendentemente, Lotus ha voluto mostrare il proprio know-how anche sui<br />

veicoli elettrici, presentando la Concept City Car, un ibrido plug-in a quattro<br />

posti, con motore e trazione posteriori, tre cilindri”range extender” policarburante<br />

1.200 cc da 35 kW-47 CV in supporto a un elettrico da 54 kW-73 CV e 240 Nm.<br />

Accelerazione 0-100 km/h in 9,0”, velocità 170 kmk/h, autonomia solo plug-in di 60<br />

km, 500 km con range extender.<br />

A Parigi si sono viste anche le prime variazioni sul tema Evora, ora prodotta anche in<br />

versione S con compressore volumetrico da 253 kW-345 CV e IPS (206 kW-280 CV)<br />

con cambio automatico/sequenziale.<br />


Sulla GLK arriva anche<br />

la sola trazione posteriore<br />

Riorganizzata<br />

la gamma<br />

Mercedes GLK:<br />

due allestimenti e<br />

un nuovo motore<br />

CDI 2.2 e 143 CV.<br />

La Mercedes GLK, sport utility di<br />

classe intermedia (ma di status alto)<br />

della casa di Stoccarda, vede la propria<br />

gamma ampliata e al tempo stesso razionalizzata.<br />

Entra in scuderia anche la<br />

versione 200 CDI, con motore 2.200 cc,<br />

potenza di 105 kW-143 CV e coppia di<br />

350 Nm, con trasmissione manuale a sei<br />

marce e trazione posteriore. La 200 CDI<br />

diviene quindi la versione d’ingresso a<br />

supporto delle pari cilindrata 220 CDI<br />

(125 kW-170 CV, 400 Nm) e 250 CDI<br />

(150 kW-204 CV, 500 Nm). Confermate<br />

anche le altre versioni: 350 CDI (V6 3.000<br />

cc, 170 kW-231 CV, 540 Nm) e, fra quelle<br />

a benzina, la 300 (V6 3.000 cc, 170 kW-<br />

231 CV, 300 Nm) e la 350 (V6 3.500 cc,<br />

200 kW-272 CV, 350 Nm).<br />

Tutte sono a trazione integrale 4Matic e<br />

cambio sequenziale a sette rapporti 7G-<br />

Tronic con duplice modalità Comfort oppure<br />

Sport, con l’eccezione della 220<br />

CDI, che può essere richiesta anche con<br />

la sola trazione posteriore associata al<br />

cambio manuale a sei marce.<br />

La gamma più ampia dei motori è compensata<br />

da una semplificazione degli allestimenti,<br />

che dai tre originari (base,<br />

Chrome e Sport) ora si basa su Sport e<br />

Premium.<br />

Ne consegue che se prima la Sport rappresentava<br />

la scelta più costosa, ora è invece<br />

quella più economica, con un sostanziale<br />

contenimento dei prezzi: ad<br />

esempio la GLK 220 CDI 4Matic Sport<br />

scende da 47.580 euro a 41.560 euro<br />

(-12,6%), pur con un allestimento di serie<br />

paragonabile. La gamma parte quindi<br />

dai 34.990 euro della GLK 200 CDI Sport<br />

due ruote motrici e arriva ai 55.340 euro<br />

della GLK 350 CDI 4Matic Premium.<br />

Dove la GLK non cambia, o cambia pochissimo,<br />

è (oltre che nelle dimensioni<br />

canoniche: lungh. 4.528 mm, largh. 1.840<br />

mm, alt. 1.689, passo 2.755) nell’aspetto,<br />

disegnato su linee tese e decise, con alcuni<br />

riferimenti ripresi direttamente dal<br />

mondo dei fuoristrada, come gli sbalzi ridotti<br />

della carrozzeria, il tetto piatto e<br />

orizzontale, i montanti di ingombro ridotto<br />

e la vetratura ampia.<br />

Degno di nota, nonostante questa impostazione<br />

piuttosto squadrata dell’insieme,<br />

il coefficiente di penetrazione aerodinamica<br />

pari a 0,34, che permette alla nuova<br />

versione 200 CDI di dichiarare un plafond<br />

velocistico di 195 km/h (0-100 km/h<br />

in 10,3”) con un consumo combinato di<br />

5,8 litri/100 km. Le due versioni si distinguono<br />

dai particolari.<br />

La Sport, con mascherina frontale a tre listelli,<br />

ha l’assetto più basso di 20 mm,<br />

cerchi in lega da 19 pollici con ruote a<br />

dieci razze gemellate e profili cromati<br />

sulle fiancate. Nell’abitacolo, selleria in<br />

tessuto tecnico, con sedili anteriori a regolazione<br />

elettrica, il climatizzatore bizona<br />

e un completo sistema audio.<br />

21<br />

La Premium ha invece la calandra a due<br />

lamelle, luci diurne a led, cerchi AMG da<br />

20 pollici e sottoporte in tinta. Nell’abitacolo,<br />

selleria misto pelle-tessuto, climatizzatore<br />

tri-zona e finiture metalliche; di<br />

serie anche il Parktronic per le manovre<br />

di posteggio.<br />

Di particolare interesse, per coloro che<br />

ancora sentono il fascino della guida, le<br />

possibilità di completare le versioni Sport<br />

con il pacchetto estetico Offroader, che<br />

offre numerose protezioni per la carrozzeria<br />

e cerchi da 17 pollici con pneumatici<br />

a spalla più alta.<br />

Ancora più sostanzioso il pacchetto Offroader<br />

Pro, che comprende il DSR, che<br />

regola la velocità nella discese estreme, la<br />

funzione “G” (Gelande) che adatta il<br />

comportamento del motore, della trasmissione,<br />

dell’ABS e dell’ESP alla guida<br />

fuori strada, offrendo inoltre una modalità<br />

aggiuntiva nel display in plancia, che<br />

mostra bussola, altimetro, coordinate<br />

GPS e persino una memorizzazione del<br />

percorso anche in zone non mappate.<br />

Infine, non manca una carenatura in materiale<br />

antiurto applicata al pianale. •<br />

ECM - Ottobre/Novembre 2010


ECM - Ottobre/Novembre 2010 Cinque<br />

22<br />

o sette<br />

la C-Max rilancia<br />

Arriva la nuova<br />

generazione della<br />

Ford C-Max a 5 o<br />

7 posti e molte<br />

comunanze con<br />

la Focus.<br />

Èimportante perché sostituisce un<br />

modello che ha riscosso, un po’<br />

ovunque, molto successo, ma è anche<br />

importante perché comincia a portare<br />

allo scoperto una famiglia che deve svolgere<br />

un grande lavoro per conto dell’O-<br />

vale Blu, ovvero per casa Ford. Stiamo<br />

parlando della nuova generazione della<br />

monovolume di taglia media C-Max, che<br />

entra nelle concessionarie proprio in questo<br />

periodo anticipando di qualche settimana<br />

quello della nuova Focus, con la quale<br />

condivide moltissime soluzioni tecniche<br />

e della quale può essere considerata una<br />

derivazione.<br />

Insieme con le consanguinee, prima fra<br />

tutte la C-Max7 che è la versione “strecciata”<br />

grazie al passo allungato di 13 cm e<br />

con abitacolo per 7 persone, deve sostenere<br />

l’ambizioso piano messo a punto dalla<br />

Ford, ovvero realizzare entro il 2012 almeno<br />

2 milioni di vetture basate sul nuovo<br />

gruppo pianale-sospensioni sviluppato<br />

per le vetture di taglia media.<br />

Un programma che è sostenuto, oltre che<br />

dalla caparbietà con cui la Ford sta uscendo<br />

dalle secche della crisi testimoniata dal<br />

fatto che in questo periodo ha totalizzato<br />

il volume di utili più alto mai registrato nei<br />

107 anni della sua esistenza, anche dal fatto<br />

che Focus e derivate sono vere e proprie<br />

world-car destinate a essere prodotte<br />

e commercializzate in tutto il mondo.<br />

Alla nuova famiglia di monovolume di casa<br />

Ford spetta anche il compito di portare<br />

allo scoperto, non solo una componente<br />

fondamentale come il gruppo pianale-sospensioni,<br />

ma anche l’ultima interpretazione<br />

del Kinetic Design e il secondo motore<br />

della recentissima famiglia Ecoboost.<br />

Si tratta di un 1.600 turbo a iniezione diretta<br />

di benzina con 110 kW-150 CV.<br />

Unitamente alle altre 4 unità con cui<br />

prende il via la commercalizzazione - il<br />

1.600 a benzina con 93 kW-125 CV e i<br />

turbodiesel common rail con filtro per il<br />

particolato di 1.6 con 85 kW-115 CV e di<br />

2.0 litri, declinato in varianti da 85 kW-<br />

115 CV e abbinato solo con il cambio automatico<br />

a doppia frizione Powershift e<br />

da 120 kW-163 CV - e agli allestimenti<br />

Plus e Titanium - origina gamme molto<br />

articolate per entrambe le C-Max.<br />

E già che ci siamo parliamo di prezzi. Il listino<br />

della C-Max spazia dai 19.000 euro<br />

della 1.6 a benzina ai 25.000 richiesti per<br />

la 2.0 TDCI da 163 CV con cambio Powershift<br />

anziché manuale a 6 marce.<br />

Quello della C-Max7, che è offerta in una<br />

gamma speculare alla sorella di taglia inferiore,<br />

è superiore di 1.500 euro per tutte<br />

le versioni. La stessa differenza di prezzo<br />

è richiesta per passare da una C-Max o


Le concorrenti<br />

CITROËN C4 PICASSO<br />

Recentemente aggiornata e<br />

ampliata grazie a nuove<br />

motorizzzaioni, questa famiglia<br />

di monovolume - nella quale la<br />

Grand Picasso si presenta con<br />

abitacolo per 7 persone - è una<br />

delle più gettonate del settore.<br />

RENAULT SCENIC<br />

È stata la prima monovolume di<br />

taglia media e anche la prima a<br />

declinarsi in due varianti. La<br />

generazione attuale propone la<br />

X-Mod con abitacolo per 5<br />

persone e la Scénic con interno<br />

configurato a 7 posti.<br />

VOLKSWAGEN TOURAN<br />

Questa monovolume che rientra<br />

nella famiglia della Golf, di base<br />

ha l’interno a 7 posti. A richiesta,<br />

però, si può optare per la<br />

configurazione per 5 persone<br />

che, ovviamente, offre migliori<br />

possibilità di carico.<br />

una C-Max7 Plus a una Titanium.<br />

La presenza del nuovo pianale, più grande<br />

del precedente, imprime alla C-Max una<br />

personalità più autorevole rispetto al passato.<br />

Ovviamente, è anche frutto dei lineamenti<br />

che ridimensionano un po’ l’impostazione<br />

monovolume della carrozzeria,<br />

grazie al profilo che trae slancio dall’andamento<br />

del frontale e dall’inclinazione<br />

dei montanti anteriori del padiglione,<br />

oltre che dalla parte posteriore rastremata.<br />

L’originalità dell’aspetto è determinata<br />

anche dalla muscolosità delle fiancate e<br />

dal taglio delle superfici vetrate. Unitamente<br />

all’espressione del frontale contribuiscono<br />

a imprimere alla linea della nuova<br />

C-Max una certa sportività, lontana dai<br />

classici canoni del settore delle monovo-<br />

23<br />

lume. Un contesto in cui, invece, rientra<br />

quella della C-Max7 per il padiglione<br />

“orizzontaleggiante”, l’andamento verticale<br />

della coda, lo sviluppo della terza<br />

luce laterale e, infine, il solco tracciato<br />

dalle guide delle pratiche porte scorrevoli<br />

sui parafanghi posteriori.<br />

All’interno la parentela fra le due C-Max è<br />

rammentata solo dallo stile dell’arredamento,<br />

in alcune zone forse un po’ troppo<br />

elaborato, ma nel complesso gradevole,<br />

mentre le differenti “mission” sono<br />

trasmesse dall’ampiezza della zona posteriore<br />

dell’abitacolo.<br />

Quella della C-Max7 abbina alla funzionalità<br />

impressa dalla possibilità di potere<br />

fare affiorare nella zona di carico le due<br />

poltroncine che originano la terza fila di<br />

sedili, anche quella di ripiegare il sedile<br />

centrale della seconda fila sotto quello di<br />

destra, per ottenere un layout che può<br />

spaziare anche da 4 a 6 posti prima di<br />

giungere a quello per 7 persone.<br />

Ma la nuova famiglia originata dalla duplicazione<br />

della C-Max per affermarsi punta<br />

anche sull’upgrading dei contenuti che coinvolge<br />

tanti fattori come il confort piuttosto<br />

che la cura costruttiva e l’equipaggiamento,<br />

assai ricco anche nel caso dell’allestimento<br />

entry-level Plus.<br />

Il top di gamma Titanium è naturalmente<br />

ancora più completo ed è, inoltre, ulteriormente<br />

arricchibile con optionals hitech<br />

. È il caso dell’Active Park - un sistema<br />

capace d’individuare gli spazi adeguati<br />

per il parcheggio e, all’occorrenza, in grado<br />

di effettuare automaticamente la manovra<br />

- piuttosto che il dispositivo che<br />

“sopprime” gli angoli bui dei retrovisori,<br />

la telecamera per la retromarcia e il portellone<br />

ad azionamento elettrico.<br />

Il balzo in alto compiuto dalla C-Max è<br />

ben percepibile anche dal posto guida,<br />

specie quando si mette alla prova la versione<br />

spinta dal nuovo motore Ecoboost<br />

1.600 da 150 CV. Un’unità che sorprende<br />

sia per l’elasticità e il rendimento pieno e<br />

regolare sin dai regimi più bassi, sia per<br />

l’incisività che sfodera nelle progressioni<br />

sino a quelli più alti. E che soddisfa anche<br />

per il fatto che sotto sforzo non innesca<br />

fenomeni parassiti per il confort. Un<br />

aspetto sui cui si riflettono anche l’assenza<br />

di fruscii in velocità e la gradualità con<br />

cui le sospensioni superano le irregolarità<br />

del fondo stradale. La taratura dell’assetto<br />

si rivela adeguata anche ai fini del dinamismo<br />

e unitamente all’equilibrio generato<br />

dalle caratteristiche del nuovo pianale, all’omogenea<br />

azione dello sterzo e al dispositivo<br />

elettronico che simula l’attività del<br />

differenziale autobloccante imprime alla<br />

C-Max 1.6 Ecoboost un comportamento<br />

rigoroso e assai agile. •<br />

C-<strong>MAX</strong> / C-<strong>MAX</strong>7 1.6 1.6 ECOBOOST 1.6 TDCi 2.0 TDCi 2.0 TDCi<br />

Prezzo Euro<br />

da 19.000 a 22.000 da 20.500 a 23.500 da 20.500 a 23.500 da 22.000 a 25.000 da 23.500 a 26.500<br />

Potenza kW (CV)<br />

Coppia massima Nm<br />

Velocità massima km/h<br />

Accelerazione da 0 a 100 km/h<br />

Consumo medio litri/100 km<br />

Emissioni CO 2 g/km<br />

Lung-Larg-Alt mm<br />

Bagagliaio dmc<br />

92 (125) 110 (150) 84 (115) 85 (115) 120 (163)<br />

159 240 270 300 340<br />

185 202 180 182 205<br />

12”3 9”9 14”1 12”3 9”2<br />

6,9 6,8 4,9 5,8 5,3<br />

159 159 129 154 139<br />

4380-1928-1626 / 4520-1828-1684<br />

da 432 a 1684 / da 56 a 1706<br />

SCHEDA TECNICA<br />

ECM - Ottobre/Novembre 2010


24<br />

Peugeot<br />

attacca la spina<br />

La iOn è la city<br />

car elettrica del<br />

Leone su base<br />

i-Miev Mitsubishi.<br />

PSA intende consolidare la propria<br />

presenza nell’ambito delle<br />

vetture elettriche. Il Gruppo ha deciso infatti<br />

di distribuire i rischi non solo sui suoi<br />

due marchi Peugeot e Citroën, ma di condividerli<br />

con la giapponese Mitsubishi.<br />

Operazione non nuova per la casa francese,<br />

che ha già praticato questa strada,<br />

per esempio assieme a Fiat, per i veicoli<br />

commerciali e i monovolume e proprio<br />

con Mitsubishi per i SUV.<br />

La piccola iOn, infatti, è realizzata sulla<br />

base della Mitsubishi i-MiEV e ciò, alla<br />

luce delle impressioni rilevate, è ancora<br />

più sorprendente, poiché da una kei car<br />

giapponese, cioè una vettura dagli standard<br />

meno esigenti rispetto a un’auto<br />

classica, è stata sviluppato un modello<br />

dalle caratteristiche degne di nota.<br />

La iOn si presenta sotto forma di un monovolume<br />

ovoidale, strutturato su un pianale<br />

dal passo generoso (2.550 mm), per<br />

una lunghezza di 3.474 mm, un’altezza di<br />

1.608 mm e una larghezza di soli 1.475<br />

mm.<br />

Ne risultano delle proporzioni particolari,<br />

che grazie soprattutto alle ruote poste<br />

ai quattro estremi della scocca, consentono<br />

di offrire la necessaria abitabilità per<br />

quattro persone, sorprendentemente a<br />

loro agio anche per quanto riguarda la libertà<br />

di movimento a livello dei gomiti.<br />

Il bagagliaio di 168 dmc rappresenta<br />

un’offerta coerente per una city car.<br />

Fuori dal coro (Smart esclusa) anche la<br />

disposizione meccanica, che prevede il<br />

ECM - Ottobre/Novembre 2010 Con la presentazione della iOn,


propulsore elettrico in posizione centrale<br />

posteriore, come posteriore è naturalmente<br />

la trazione, supportata da un raffinato<br />

retrotreno a schema De Dion, cioè<br />

con ponte rigido e parte meccanica sospesa.<br />

All’avantreno, invece, non ci si è<br />

discostati dalla classica geometria a montante<br />

telescopico (MacPherson).<br />

Il complesso da 88 cellule delle batterie<br />

agli ioni di litio da 16 kW/h è posto sotto<br />

il pavimento in uno speciale vassoio in acciaio<br />

e fibre rinforzate e può essere ricaricato<br />

tramite presa domestica a 220 volt<br />

(6 ore per il 100% della carica) oppure<br />

presso appositi distributori a 380 volt (30<br />

minuti per l’80%). L’autonomia normalizzata<br />

è di 150 km.<br />

Lo sviluppo della vettura a cura di Peugeot<br />

è stato fatto all’insegna della familiarità,<br />

in modo che qualsiasi utente si trovi<br />

subito a suo agio. In effetti, l’abitacolo luminoso,<br />

la posizione rialzata, la strumentazione<br />

di facile lettura fanno subito predisporre<br />

al meglio. Cosa che arriva, una<br />

volta inserito il contatto e prontamente<br />

apparso il “ready” sul cruscotto, appena<br />

la vettura si mette in marcia. La leva del<br />

cambio espone la sequenza di lettere,<br />

“D”, “N”, “R”, “P” di un classico automatico,<br />

ma in realtà il cambio non c’è, poiché<br />

il motore elettrico, dotato di una<br />

coppia costante di 180 Nm, non ne ha bisogno.<br />

Inserita la “D”, la iOn mostra di<br />

che pasta è fatta. Infatti, se le prestazioni<br />

canoniche dichiarate non sono da sportiva<br />

(potenza di 47 kW-64 CV, 130 km/h di<br />

velocità massima, 0-100 km/h in 15,9”) la<br />

vivacità di marcia è notevole, con uno<br />

spunto da 30 a 60 orari in soli 3,5” e da<br />

80 a 120 in 13”. Ce n’è d’avanzo per disimpegnarsi<br />

molto bene nel traffico,<br />

come pure sulle strade normali.<br />

L’assetto aiuta molto, con un retrotreno<br />

dalla stabilità granitica e un avantreno<br />

sottosterzante solo nelle condizioni limite,<br />

forse a causa degli stretti pneumatici<br />

da 145/65R15, mentre dietro ci sono due<br />

175/55R15, tutti dotati di ruote in lega.<br />

Fugato ogni dubbio sulle prestazioni, rimane<br />

da dire che la iOn, pur bene attrezzata<br />

con quattro freni a disco, ABS, ed<br />

ESP, non è la macchina per “tirare la frenata”<br />

(anche se lo fa benissimo...) bensì<br />

va guidata in modo previdente, staccando<br />

l’acceleratore (verrebbe da dire “il gas”,<br />

ma qui di gas proprio non ce n’è) con<br />

molto anticipo, per sfruttare così la funzione<br />

rigenerativa del motore, che in<br />

questo modo rallenta in modo consisten-<br />

te la marcia. Il tutto indicato con chiarezza<br />

dal power-meter.<br />

Tutta da godere la silenziosità di marcia,<br />

sia per chiacchierare durante la guida, sia<br />

per ascoltare la propria musica preferita,<br />

con il solo tenue rumore di fondo del<br />

flusso d’aria. Infine, per fugare il timore<br />

della panne per un’eventuale scarica<br />

completa delle batterie, la iOn mette<br />

progressivamente in atto una serie di<br />

contromisure, che vanno dalla duplice segnalazione<br />

di poca riserva con la presunta<br />

autonomia calcolata sul comportamento<br />

di guida nei km precedenti, all’esclusione<br />

di riscaldamento e climatizzazione, alla limitazione<br />

delle prestazioni segnalata dalla<br />

sagoma luminosa di una tartaruga sul<br />

cruscotto. Nel caso di forza maggiore,<br />

una serie di servizi telematici della piattaforma<br />

Peugeot Connect presenti a bordo<br />

segnala la richiesta di aiuto al centro di<br />

assistenza. Alla luce di quanto provato e<br />

considerato che la iOn è offerta in Francia<br />

(dove ci sono ancora gli incentivi per i<br />

veicoli elettrici) con una formula di mobilità<br />

“tutto compreso” (energia a parte)<br />

del costo di 499 euro mensili per cinque<br />

anni possiamo confermare che un’auto<br />

elettrica come la iOn è tecnicamente<br />

pronta per fare molta strada, mentre dal<br />

punto di vista della valutazione economica<br />

per il singolo utilizzatore, di strada da<br />

fare ne ha ancora tanta, ma la via è ben<br />

tracciata. •<br />

1) motore elettrico<br />

2) gruppo batterie di trazione<br />

3) invertitore<br />

4) caricatore a bordo<br />

25<br />

ECM - Ottobre/Novembre 2010


ECM - Ottobre/Novembre 2010 lrrinunciabile<br />

26<br />

il diesel<br />

che valorizza la Meriva<br />

Le motorizzazioni<br />

diesel con potenze<br />

da 75 a 140 CV<br />

completano e<br />

rendono ancora<br />

più interessante<br />

la gamma della<br />

Opel Meriva.<br />

In pochi mesi di commercializzazione la<br />

nuova Meriva ha messo in chiaro di volere<br />

fare ancora meglio della precedente,<br />

a lungo al vertice della classifica<br />

delle vendite del settore delle monovolume<br />

di taglia compatta. In questo periodo,<br />

infatti, ha totalizzato vendite che superano<br />

addirittura del 25% quelle ipotizzate<br />

dalla Opel per la fine dell’anno.<br />

Un risultato di spicco, specie se si considera<br />

il fatto che è stato ottenuto da una<br />

gamma non ancora completa perché “orfana”<br />

delle varianti turbodiesel, che s’affacciano<br />

nelle concessionarie solo in questo<br />

periodo. Alla luce della ritrovata competitività<br />

del prezzo del gasolio rispetto a<br />

quello della benzina, è facile ipotizzare<br />

che la compagine, indubbiamente, darà<br />

un ulteriore contributo alle performances<br />

commerciali della nuova Meriva.<br />

Il nuovo repertorio, offerto a prezzi che<br />

spaziano da 17.750 a 22.750 euro, è composto<br />

dalle versioni 1.3 CDTi spinte da<br />

unità da 55 kW-75 CV e 75 kW-95 CV e<br />

dalle 1.7 CDTi mosse da motori, anch’essi<br />

con filtro per il particolato, con potenze<br />

di 74 kW-100 CV per l’abbinamento<br />

con il cambio automatico a 6 marce e di<br />

81 kW-110 CV e 96 kW-130 CV con quello<br />

meccanico sempre a 6 rapporti.<br />

Insieme alle varianti a benzina di 1.4 litri -<br />

una aspirata da 74 kW-100 CV e due turbo<br />

da 88 kW-120 CV e 103 kW-140 CV -<br />

formano una gamma che adesso s’articola<br />

in 8 versioni, tutte declinabili negli allestimenti<br />

Elective e Cosmo.<br />

Quest’ultimo propone una dotazione che<br />

aggiunge a tutto quanto attiene alla sicurezza<br />

attiva e passiva (patrimonio anche<br />

delle versioni Elective) i cerchi in lega da<br />

16”, i cristalli posteriori oscurati, il clima<br />

automatico bi-zona, il cruise control e i<br />

fendinebbia.<br />

In entrambi i casi si riconoscono da quelle<br />

a benzina unicamente per la scritta d’identificazione<br />

e, quindi, mettono in campo<br />

la stessa gradevole personalità, frutto<br />

dell’equilibrio con cui la ricercatezza stilistica<br />

sposa la funzionalità richiesta, oltre<br />

che ben sostenuta, dalla filosofia Flex(ibility)<br />

by Opel. In altri termini, i lineamenti<br />

esterni e interni integrano soluzioni premianti<br />

tanto per l’originalità della linea<br />

quanto per la praticità della vettura.<br />

Spaziano dalle porte incernierate ad anta<br />

d’armadio, le cosiddette FlexDoors, con<br />

un angolo d’apertura che arriva a 84° al<br />

FlexRail, ovvero il binario su cui si può<br />

fare scorrere il vano portaoggetti fra i sedili<br />

anteriori, e arrivano al FlexSpace e al<br />

FlexFloo. Sono accorgimenti che permettono<br />

sia di ribaltare la selleria posteriore<br />

sia di ampliare la profondità della<br />

zona di carico e lo spazio per chi siede<br />

dietro con pochi semplici gesti.<br />

Su strada la Meriva 1.7 CDTi da 130 CV<br />

sfodera un comportamento sano, costante<br />

e se vogliamo persino inaspettatamente<br />

agile, frutto tanto dell’azione omogenea<br />

dello sterzo quanto del rigore dell’assetto<br />

che non risulta penalizza per il confort.<br />

Su questo invece si riflette la tonalità<br />

non sempre sommessa del nuovo turbodiesel.<br />

Un motore estrapolato, grazie a<br />

numerosi interventi rivolti soprattutto ad<br />

allineare le emissioni alle normative<br />

Euro5 e a incrementare le percorrenze<br />

(sino a 19,2 chilometri con un litro) da<br />

quello che per molto tempo ha spinto<br />

tante Opel.<br />

Da quest’ultimo si distingue anche per i<br />

maggiori picchi di coppia (300 Nm) e potenza<br />

che decretano un funzionamento<br />

più redditizio e migliori prestazioni: 196<br />

all’ora di velocità e un tempo di 9”9 per<br />

scattare da fermo sino a 100 orari.<br />

Per tutte queste caratteristiche, valorizzate<br />

dall’azzeccata spaziatura del cambio<br />

a 6 marce che sostiene sempre adeguatamente<br />

le variazioni di regime, si dimostra<br />

perfettamente in sintonia con la robusta<br />

corporatura della nuova Meriva. •


Con la nuova edizione la Volkswagen<br />

Jetta si scrolla di dosso l’immagine<br />

di parente troppo stretta<br />

della Golf che, almeno nel nostro paese,<br />

l’ha sempre destinata a un’esistenza in ombra.<br />

Ora, ancora condividendo la struttura<br />

con la celebre sorella, si regala un look<br />

personale, pur nella vena stilistica VW.<br />

Nell’abitacolo l’intero complesso planciacruscotto<br />

evidenzia un design più lineare,<br />

da vettura di maggiore status. Rispetto alla<br />

serie precedente, la Jetta risulta cresciuta<br />

nelle dimensioni generali, toccando<br />

i 4.640 mm di lunghezza (+ 90 mm), 1.450<br />

di larghezza e 1.780 di altezza. All’opposto,<br />

la gamma motori (tutti a quattro cilindri)<br />

si presenta all’insegna del downsizing,<br />

cioè della riduzione generale delle cilindrate,<br />

compensata dalla presenza della sovralimentazione<br />

TSI e dall’iniezione diretta.<br />

A benzina ci sarà il 1.200 cc da 77 kW-<br />

105 CV/175 Nm, quindi il 1.400 da 89 kW-<br />

122 CV/200 Nm oppure con turbo+volumetrico<br />

da 118 kW-160 CV/240 Nm e,<br />

infine il 2.000 da 147 kW-200 CV/280 Nm.<br />

Due i diesel TDI: 1.600 da 77 kW-105<br />

CV/250 Nm e 2.000 da 103 kW-140<br />

CV/320 Nm. In Germania la Jetta 1.2 TSI<br />

a iniezione diretta di benzina, parte da<br />

20.900 euro, mentre la 1.6 TDI ha un<br />

prezzo iniziale di 23.475 euro. •<br />

Fiat Mio<br />

City-car brasiliana<br />

Quasi a ribadire i concetti espressi solo qualche giorno fa<br />

dall’A.D. Sergio Marchionne circa il problemi e le (scarse)<br />

prospettive di Fiat in Italia e dopo una presenza al<br />

Salone di Parigi praticamente priva di novità di rilievo, ecco<br />

che Fiat si prende il ruolo di protagonista assoluta al Salone di<br />

San Paolo. E questo in ossequio all’importanza che per la marca<br />

sta sempre più assumendo il mercato brasiliano e quello sudamericano<br />

in generale. Sotto i riflettori, insieme alle novità<br />

della Uno Concept Ecology a basso consumo e ridotte emissioni<br />

ed alla Uno Concept Cabrio, ecco la concept Fiat Mio<br />

FCC (acronimo che sta per Fiat Concept Car) III, che segue di<br />

quattro anni la prima FCC I e di due la seguente FCC II, entrambe<br />

mostrate per la prima volta proprio durante le passate<br />

edizioni del Salone di San Paolo.<br />

Quella che pare una city car dalla linea futuristica è un esempio<br />

di crowdsourcing applicato all’automobilismo. Seguendo questa<br />

filosofia le aziende più disparate ricercano un servizio e<br />

tentano di progettare e/o realizzare un oggetto, che può essere<br />

reale o virtuale, sfruttando l’esperienza di numerose persone,<br />

che mai prima avevano lavorato insieme. Fiat Mio FCC III<br />

nasce proprio da questa dinamica: un sito internet, due milioni<br />

di visite da 160 Paesi differenti, 17.000 persone registrate<br />

sul portale, 10.000 idee vagliate dalla casa automobilistica e<br />

proposte proprio dalla gente comune (crowd). •<br />

DIRETTORE RESPONSABILE<br />

Marcello Pirovano<br />

SILVIA PIROVANO<br />

PAOLO PIROVANO<br />

coordinamento redazionale e grafico<br />

FEDERICA CAPPELLI<br />

per la grafica e impaginazione<br />

redazione1@japancar.it<br />

VW Jetta<br />

Nuova vita<br />

MASCIA FOSCHI - MATTEO GALLI<br />

MASSIMO MAMBRETTI - ANDREA MASSARA<br />

PAOLO PIROVANO - SILVIA PIROVANO<br />

MATTEO POZZOL I - STEFANO POZZOLI<br />

IVANO SIRONI<br />

hanno collaborato a questo numero<br />

per le news, la tecnica e il prodotto<br />

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27<br />

ECM - Ottobre/Novembre 2010

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