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l'uomo. "Questi sono i vantaggi di essere un accompagnatore, ma ci sono<br />
anche i doveri. Come per esempio raccogliere le magliette e i calzoncini da<br />
mandare in lavanderia. E occuparsi della fornitura di asciugamani. Dovrai<br />
imparare a massaggiare il collo e le spalle dei giocatori. Ti affiderò delle<br />
commissioni. E un sacco di altre cose. Insomma, si tratta di una bella responsabilità.<br />
Credi di potercela fare?"<br />
In quel momento, per la prima volta nella sua vita, Colin si vide dentro<br />
le cose, invece che ai margini, si vide inserito nei giri giusti, insieme con<br />
alcuni dei ragazzi più popolari della scuola. Nel suo intimo, sapeva bene<br />
che un accompagnatore non era altro che un fattorino con qualche pretesa,<br />
ma si rifiutò di pensarci. La cosa importante, la cosa incredibile, era che<br />
avrebbe fatto parte di un mondo fino a quel momento totalmente al di fuori<br />
della sua portata. Sarebbe stato accettato dai giocatori e, almeno fino a un<br />
certo punto, sarebbe stato uno di loro. Uno di loro! La visione di ciò che<br />
sarebbe stata la sua vita nel ruolo di accompagnatore era stupefacente, perché<br />
era sempre stato un paria. Non riusciva a credere che stesse accadendo<br />
proprio a lui.<br />
"Allora?" lo sollecitò l'allenatore Molinoff. "Credi che sapresti cavartela?"<br />
"Sarebbe perfetto," assicurò Roy.<br />
"Mi piacerebbe tentare," disse Colin. Aveva la bocca secca.<br />
Molinoff lo fissò, i suoi occhi grigioazzurri lo soppesavano, lo valutavano.<br />
Poi lanciò un'occhiata a Roy e disse: "Immagino che non mi raccomanderesti<br />
mai un imbranato senza speranza."<br />
"Colin è la persona giusta," ribadì Roy. "È molto affidabile."<br />
Di nuovo Molinoff guardò Colin, poi annuì. "D'accordo. Eccoti accompagnatore,<br />
figliolo. Presentati al primo allenamento. Il venti di agosto. E<br />
preparati a lavorare sodo!"<br />
"Sì, signore. Grazie, signore."<br />
Mentre con Roy tornava verso le biciclette, Colin si sentiva più alto e<br />
più forte. Sorrideva.<br />
"Ti piacerà viaggiare con il pullman della squadra," disse Roy. "Ci divertiremo<br />
un sacco."<br />
Mentre saliva in sella, Colin azzardò: "Roy, io... be'... credo che tu sia il<br />
miglior amico che un ragazzo possa desiderare."<br />
"Ehi, l'ho fatto anche per me," obiettò l'altro. "A volte queste trasferte<br />
sono una bella noia. Ma in due ce la spasseremo. Forza, ora, andiamo da<br />
me. Voglio mostrarti quei treni."