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JOHN CONNOLLY TUTTO CIÃ? CHE MUORE

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l'uomo. "Questi sono i vantaggi di essere un accompagnatore, ma ci sono<br />

anche i doveri. Come per esempio raccogliere le magliette e i calzoncini da<br />

mandare in lavanderia. E occuparsi della fornitura di asciugamani. Dovrai<br />

imparare a massaggiare il collo e le spalle dei giocatori. Ti affiderò delle<br />

commissioni. E un sacco di altre cose. Insomma, si tratta di una bella responsabilità.<br />

Credi di potercela fare?"<br />

In quel momento, per la prima volta nella sua vita, Colin si vide dentro<br />

le cose, invece che ai margini, si vide inserito nei giri giusti, insieme con<br />

alcuni dei ragazzi più popolari della scuola. Nel suo intimo, sapeva bene<br />

che un accompagnatore non era altro che un fattorino con qualche pretesa,<br />

ma si rifiutò di pensarci. La cosa importante, la cosa incredibile, era che<br />

avrebbe fatto parte di un mondo fino a quel momento totalmente al di fuori<br />

della sua portata. Sarebbe stato accettato dai giocatori e, almeno fino a un<br />

certo punto, sarebbe stato uno di loro. Uno di loro! La visione di ciò che<br />

sarebbe stata la sua vita nel ruolo di accompagnatore era stupefacente, perché<br />

era sempre stato un paria. Non riusciva a credere che stesse accadendo<br />

proprio a lui.<br />

"Allora?" lo sollecitò l'allenatore Molinoff. "Credi che sapresti cavartela?"<br />

"Sarebbe perfetto," assicurò Roy.<br />

"Mi piacerebbe tentare," disse Colin. Aveva la bocca secca.<br />

Molinoff lo fissò, i suoi occhi grigioazzurri lo soppesavano, lo valutavano.<br />

Poi lanciò un'occhiata a Roy e disse: "Immagino che non mi raccomanderesti<br />

mai un imbranato senza speranza."<br />

"Colin è la persona giusta," ribadì Roy. "È molto affidabile."<br />

Di nuovo Molinoff guardò Colin, poi annuì. "D'accordo. Eccoti accompagnatore,<br />

figliolo. Presentati al primo allenamento. Il venti di agosto. E<br />

preparati a lavorare sodo!"<br />

"Sì, signore. Grazie, signore."<br />

Mentre con Roy tornava verso le biciclette, Colin si sentiva più alto e<br />

più forte. Sorrideva.<br />

"Ti piacerà viaggiare con il pullman della squadra," disse Roy. "Ci divertiremo<br />

un sacco."<br />

Mentre saliva in sella, Colin azzardò: "Roy, io... be'... credo che tu sia il<br />

miglior amico che un ragazzo possa desiderare."<br />

"Ehi, l'ho fatto anche per me," obiettò l'altro. "A volte queste trasferte<br />

sono una bella noia. Ma in due ce la spasseremo. Forza, ora, andiamo da<br />

me. Voglio mostrarti quei treni."

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