Rosino Gibellini In memoria del padre Jacques Dupuis teologo ...

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31.07.2015 Views

Nella elaborazione di questa sua nuova opera il p. Dupuis faceva un passoinnovativo: dal cristocentrismo inclusivista passava, argomentando edocumentando, alla posizione di un inclusivismo pluralista o pluralismo inclusivo.Dupuis, in sostanza, afferma la “decisività” dell’evento del Cristo che non esclude,anzi postula, l’operosità universale del Verbo e l’operosità universale dello Spiritooltre l’evento del Cristo, in forza delle quali rimane legittimato il pluralismoreligioso, e le religioni non-cristiane sono viste come mediazioni partecipate omediazioni complementari di salvezza, ma di una complementarità asimmetrica,dell’evento decisivo della salvezza, che si è compiuto in Cristo. In altri termini, ilpassaggio era: dalla concezione delle altre religioni come mediazioni subordinate,alla concezione delle altre religioni come mediazioni complementari.L’opera, tradotta nelle principali lingue europee (anche se manca la traduzionetedesca), ha suscitato recensioni, consensi e dissensi, richiamando l’attenzioneanche della Congregazione della dottrina della fede. La decisione della“Contestazione” del libro è stata presa in “assemblea ordinaria” dallaCongregazione per la dottrina della fede il 10 giugno del 1998. L’Autore ne haricevuto notizia in data 2 ottobre 1998. Iniziava così un lungo e faticoso processodi chiarificazione, che il p. Dupuis ha raccontato in un libro-intervista, maipubblicato.Nel frattempo, per contribuire a una chiarificazione, proponevo al p. Dupuis diraccogliere in un volume del “Giornale di teologia” le principali recensioni per fareil punto sulla discussione. Ricevevo, con lettera datata 13 dicembre 1999, ilmalloppo dei testi fotocopiati e del suo ampio intervento con una lettera diaccompagnamento, in cui indicava gli interventi da inserire: «Per quanto riguarda inomi e i contributi da ritenere nella documentazione ci ho pensato dopo la suavisita recente. Stando ai nomi e all’importanza dei contributi io penso che siano daritenere i seguenti (seguiamo l’ordine dell’indice che ho consegnato da lei):Gibellini, Dupuis, Geffré, Doré, Canobbio, Fitzgerald, Bianchi, O’Collins, deRosa, Toniolo, Di Giorgio, Sartori, Haight, Griffiths, Stefani, D’Costa, Alemany,Molari, Odasso, Elders, Merrigan, Gronchi, Scheuer, Waldenfels, De Souza,König, Valente, Ratzinger, Provinciali Gesuiti, Rose, Gabrielli, Balasuriya».Questo libro è rimasto allo stato di progetto, in quanto trovavo il materiale inviatopiuttosto disparato, e inoltre per ragioni di spazio, non era possibile inserire dueinterventi importanti ma lunghi (per complessive 100 pagine), uno molto criticodella Revue thomiste, e un altro molto elogiativo a firma del teologo brasiliano F.Teixeira, in Perspectivas teologicas. Si passava, invece, alla progettazione di unlibro più agile, in cui Dupuis riprendesse l’opera maggiore, con più essenzialità econ le opportune chiarificazioni. Il libro, Il cristianesimo e le religioni. Dalloscontro all’incontro, scritto direttamente in italiano e terminato il 31 marzo 2000appariva in “Giornale di teologia” (2001) con prefazione di Luigi Sartori e conImprimatur datato 3 giugno 2001 (ma con soppressione di un’Appendice giàinviata in cui l’Autore analizzava la Dominus Jesus).Nel frattempo la Congregazione per la dottrina della fede pubblicava laDichiarazione Dominus Jesus (5 settembre 2000) e una “Notificazione sul libro

Verso una teologia cristiana del pluralismo religioso di Jacques Dupuis”(pubblicata il 27 febbraio 2001). In sostanza la Dichiarazione vaticana imputa aDupuis di attenuare la tesi della unicità e universalità della salvezza in Cristo.Dove si situano i problemi?Nel delicato, e nuovo, tema del dialogo inter-religioso e della teologia dellereligioni, che ne costituisce il quadro di riferimento concettuale, semplificando, sipossono individuare due linee: la linea inclusivista (le Religioni sono vie salvifichesubordinate al Cristo); e la linea pluralista (le Religioni sono vie salvificheequivalenti). Ora, il problema che si pone è come aprire un passaggio trainclusivismo e pluralismo. L’inclusivismo sa di annessione delle altre religioni alcristianesimo; il pluralismo comporta una relativizzazione della identità cristiana.Nel cantiere teologico si vanno sperimentando alcuni tentativi per elaborare quelloche chiamo un cristianesimo relazionale, il quale ponga l’identità cristiana inrelazione costruttiva con le altre tradizioni religiose. Tra questi tentativi sicollocano: Claude Geffré, per il quale tuttavia le altre religioni sono mediazionisubordinate; Jacques Dupuis, per il quale le altre religioni sono mediazionicomplementari; Hans Küng con il “Progetto per un’etica mondiale”; MichaelAmaladoss, per il quale si dovrebbe parlare di mediazioni interconnesse. È unaesplorazione in corso in un terreno finora ignoto, che richiede di coniugare fedeltàe coraggio.Nel mio ultimo incontro con il p. Jacques Dupuis, pochi giorni prima della suaimprovvisa scomparsa, del 16 dicembre 2004, gli domandavo se, sull’esempio diTeilhard de Chardin, avesse affidato i suoi manoscritti non pubblicati (o fileselettronici) a persona di fiducia (estranea alla Compagnia di Gesù, anche se hasempre trovato un valido sostegno nel suo confratello della Gregoriana, il padreaustraliano Gerald O’Collins e a strutture ecclesiastiche), per metterli al sicuro. Sitrattava ovviamente di un accenno molto discreto. Il padre mi aveva risposto,proponendomi di leggere il testo di un suo nuovo libro, che mi avrebbe inviato,commissionatogli da una Casa Editrice canadese del Québec, e scritto in linguafrancese, che non riusciva ad ottenere il Nulla osta da parte dei revisori dellaCompagnia a ciò deputati, e voleva propormi come membro di una nuovacommissione di revisori, esterni alla Compagnia, che intendeva proporre alPreposito Generale, proposta che avevo accettato.Rimane, al di là di molti altri scritti, la sua trilogia (come amava chiamarla): 1989,1997, 2001, sul tema, difficile pionieristico e controverso, della teologia dellereligioni e del pluralismo religioso (dizione quest’ultima preferita da Dupuis): essasi rivela come un tentativo di trovare una nuova via praticabile tra annessione epluralismo, utilizzando la sua esperienza asiatica. Aveva anche già concordato,prima dell’impegnativo “colloquio” con la Congregazione della dottrina della fede,di completare il tema con un’opera di cui aveva già fissato il titolo: Gesù Cristoincontro alle culture, altro tema congeniale alla teologia asiatica, destinato aimporsi nei prossimi decenni.

Nella elaborazione di questa sua nuova opera il p. <strong>Dupuis</strong> faceva un passoinnovativo: dal cristocentrismo inclusivista passava, argomentando edocumentando, alla posizione di un inclusivismo pluralista o pluralismo inclusivo.<strong>Dupuis</strong>, in sostanza, afferma la “decisività” <strong>del</strong>l’evento <strong>del</strong> Cristo che non esclude,anzi postula, l’operosità universale <strong>del</strong> Verbo e l’operosità universale <strong>del</strong>lo Spiritooltre l’evento <strong>del</strong> Cristo, in forza <strong>del</strong>le quali rimane legittimato il pluralismoreligioso, e le religioni non-cristiane sono viste come mediazioni partecipate omediazioni complementari di salvezza, ma di una complementarità asimmetrica,<strong>del</strong>l’evento decisivo <strong>del</strong>la salvezza, che si è compiuto in Cristo. <strong>In</strong> altri termini, ilpassaggio era: dalla concezione <strong>del</strong>le altre religioni come mediazioni subordinate,alla concezione <strong>del</strong>le altre religioni come mediazioni complementari.L’opera, tradotta nelle principali lingue europee (anche se manca la traduzionetedesca), ha suscitato recensioni, consensi e dissensi, richiamando l’attenzioneanche <strong>del</strong>la Congregazione <strong>del</strong>la dottrina <strong>del</strong>la fede. La decisione <strong>del</strong>la“Contestazione” <strong>del</strong> libro è stata presa in “assemblea ordinaria” dallaCongregazione per la dottrina <strong>del</strong>la fede il 10 giugno <strong>del</strong> 1998. L’Autore ne haricevuto notizia in data 2 ottobre 1998. <strong>In</strong>iziava così un lungo e faticoso processodi chiarificazione, che il p. <strong>Dupuis</strong> ha raccontato in un libro-intervista, maipubblicato.Nel frattempo, per contribuire a una chiarificazione, proponevo al p. <strong>Dupuis</strong> diraccogliere in un volume <strong>del</strong> “Giornale di teologia” le principali recensioni per fareil punto sulla discussione. Ricevevo, con lettera datata 13 dicembre 1999, ilmalloppo dei testi fotocopiati e <strong>del</strong> suo ampio intervento con una lettera diaccompagnamento, in cui indicava gli interventi da inserire: «Per quanto riguarda inomi e i contributi da ritenere nella documentazione ci ho pensato dopo la suavisita recente. Stando ai nomi e all’importanza dei contributi io penso che siano daritenere i seguenti (seguiamo l’ordine <strong>del</strong>l’indice che ho consegnato da lei):<strong>Gibellini</strong>, <strong>Dupuis</strong>, Geffré, Doré, Canobbio, Fitzgerald, Bianchi, O’Collins, deRosa, Toniolo, Di Giorgio, Sartori, Haight, Griffiths, Stefani, D’Costa, Alemany,Molari, Odasso, Elders, Merrigan, Gronchi, Scheuer, Waldenfels, De Souza,König, Valente, Ratzinger, Provinciali Gesuiti, Rose, Gabrielli, Balasuriya».Questo libro è rimasto allo stato di progetto, in quanto trovavo il materiale inviatopiuttosto disparato, e inoltre per ragioni di spazio, non era possibile inserire dueinterventi importanti ma lunghi (per complessive 100 pagine), uno molto critico<strong>del</strong>la Revue thomiste, e un altro molto elogiativo a firma <strong>del</strong> <strong>teologo</strong> brasiliano F.Teixeira, in Perspectivas teologicas. Si passava, invece, alla progettazione di unlibro più agile, in cui <strong>Dupuis</strong> riprendesse l’opera maggiore, con più essenzialità econ le opportune chiarificazioni. Il libro, Il cristianesimo e le religioni. Dalloscontro all’incontro, scritto direttamente in italiano e terminato il 31 marzo 2000appariva in “Giornale di teologia” (2001) con prefazione di Luigi Sartori e conImprimatur datato 3 giugno 2001 (ma con soppressione di un’Appendice giàinviata in cui l’Autore analizzava la Dominus Jesus).Nel frattempo la Congregazione per la dottrina <strong>del</strong>la fede pubblicava laDichiarazione Dominus Jesus (5 settembre 2000) e una “Notificazione sul libro

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