Il mistero di tutti i misteri e la vita etica della comunità di Romano ...
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D O C U M E N T I706 <strong>Il</strong> termine ogni autonomia, soli<strong>di</strong>tà, nobiltà ed energia formatrice del<strong>la</strong> persona. Ma da solo anch’esso ce<strong>la</strong> in sétedesco Bildung un pericolo. Può rendere impossibile <strong>la</strong> comprensione; può produrre una riservatezza timorosa che(da Bildnon conduce al <strong>di</strong> là <strong>di</strong> sé, ad avvicinarsi all’altro, che non riesce più a dare né a ricevere. Questo atteggiamentopuò così rendere infine <strong>la</strong> comunità impossibile e l’uomo solo.= immagine,forma) significa“formazione”, Per questo è necessario un “completamento”, un gioco <strong>di</strong> correzione reciproca. Tuttavia questa“educazione”, “compensazione” delle anime non può essere concepita al modo delle forze naturali, come avviene“cultura”.in un sistema statico dove spinta e contro spinta mantengono il tutto in equilibrio. La compensazioneGuar<strong>di</strong>ni vuolsottolineare non avviene “da sé”, ma so<strong>la</strong>mente sotto l’influsso <strong>di</strong> un potere morale vivente: “<strong>la</strong> volontà <strong>di</strong> comunità”.La comunità non si compie attraverso <strong>la</strong> congiunzione <strong>di</strong> esseri naturali, ma attraverso <strong>la</strong>come taleprocesso de<strong>di</strong>zione libera e reciproca <strong>di</strong> personalità morali. Essa è sorretta dal<strong>la</strong> volontà <strong>di</strong> raggiungere unaspirituale sia forma <strong>di</strong> <strong>vita</strong> più elevata <strong>di</strong> quel<strong>la</strong> raggiungibile come singoli in<strong>di</strong>vidui. <strong>Il</strong> desiderio del<strong>la</strong> perfezione,dell’elevatezza <strong>di</strong> un’esistenza moralmente nobile, in ultimo il desiderio forse inconsapevole <strong>di</strong>propriamenteun “dare forma”al<strong>la</strong> forza Dio, è ciò che spinge <strong>la</strong> personalità a uscire dal<strong>la</strong> ristrettezza del proprio sé e a darsi a un altro, perdel<strong>la</strong> <strong>vita</strong> avvicinarsi al<strong>la</strong> compiutezza attraverso un movimento <strong>di</strong> espansione e <strong>di</strong> arricchimento reciproco.che altrimenti L’idea <strong>di</strong> comunità rego<strong>la</strong> il movimento dell’anima, caratterizzato dal<strong>la</strong> po<strong>la</strong>rità <strong>di</strong> de<strong>di</strong>zione e conservazione,attrazione verso sé e mantenimento del<strong>la</strong> <strong>di</strong>stanza. Questa volontà esige da entrambe leresterebbeschiava<strong>di</strong> impulsi personalità una fiducia reale, una comunicazione autentica del proprio patrimonio. Richiede che ognunoaccetti l’altro con schietta <strong>di</strong>sponibilità; insegna a riconoscere <strong>la</strong> propria in<strong>di</strong>genza; insegna a chie-<strong>di</strong>sor<strong>di</strong>nati (N.d.C.).dere e a ricevere. La volontà <strong>di</strong> comunità esige che questa de<strong>di</strong>zione duri nel tempo e che non si <strong>la</strong>sciscoraggiare dalle <strong>di</strong>fficoltà. Trasforma l’istinto naturale in azione morale <strong>di</strong> amore vero, gli dà ilcoraggio del sacrificio e <strong>la</strong> forza dell’umiltà, gli conferisce <strong>la</strong> costanza e l’esclusività del<strong>la</strong> fedeltà. Attraversoquesta volontà si compie <strong>la</strong> de<strong>di</strong>zione al dovere, e solo così si possono superare l’egoismo,<strong>la</strong> paura e <strong>la</strong> volubilità. Ma <strong>la</strong> stessa comunità esige che a costruir<strong>la</strong> sia un legame <strong>di</strong> personalità in<strong>di</strong>pendenti.L’uomo non può mai essere per un altro uomo mezzo per un fine, ma solo fine in sé: <strong>la</strong>libertà del<strong>la</strong> sua coscienza, del suo giu<strong>di</strong>zio, del<strong>la</strong> sua decisione non può essere vio<strong>la</strong>ta. Intorno a ognipersonalità c’è un cerchio sacro, che nessuno può oltrepassare, a meno che non si apra da sé; ma finoa un certo grado questo cerchio non può aprire se stesso senza profanarsi. E mentre <strong>la</strong> pura volontà<strong>di</strong> comunità eleva l’anelito al<strong>la</strong> de<strong>di</strong>zione libera, al<strong>la</strong> nobile aspirazione, al<strong>la</strong> fedeltà certa, creaun contrappeso a tutto questo nell’atteggiamento del rispetto profondo <strong>di</strong> fronte all’altro e del pudorespirituale <strong>di</strong> fronte al<strong>la</strong> propria personalità. So<strong>la</strong>mente questo contrappeso assicura il “compimentodel senso <strong>di</strong> ogni comunità”. La schietta de<strong>di</strong>zione spezza il blocco dell’in<strong>di</strong>vidualità, espandel’“io” attraverso il “tu”. Ma, <strong>di</strong> nuovo, solo il rispetto profondo e il pudore preservano l’anima dal<strong>la</strong><strong>di</strong>ssipazione e dal<strong>la</strong> per<strong>di</strong>ta del<strong>la</strong> propria <strong>di</strong>gnità. Un movimento rende accessibile <strong>la</strong> ricchezza del<strong>la</strong><strong>vita</strong> comune; l’altro assicura <strong>la</strong> forma dell’atteggiamento interiore: solitu<strong>di</strong>ne e comunità; <strong>di</strong>venireun tutt’uno e mantenere le <strong>di</strong>stanze. Solo da queste due tendenze nasce <strong>la</strong> compiutezza.Sull’armonia <strong>di</strong> questi movimenti si basa <strong>la</strong> “bellezza” del<strong>la</strong> comunità: forma limpida, nobilenel<strong>la</strong> pienezza del dare e dell’accogliere. Se il termine “formazione” (Bildung) 6 ha un qualche significato,lo ha proprio qui, nel fatto che <strong>la</strong> forza del<strong>la</strong> <strong>vita</strong> viene dominata da una sottile sensibilitàper i limiti. È questa <strong>la</strong> urbanitas degli antichi, <strong>la</strong> “<strong>di</strong>sciplina e <strong>la</strong> misura” (zuht und mâze)del Me<strong>di</strong>oevo, che nel<strong>la</strong> varietà dei rapporti sociali istituisce allo stesso tempo ponti e barriere tragli uomini; il sentimento che in ogni situazione domina con sicurezza quel gioco <strong>di</strong> contrappesidelle forze che formano <strong>la</strong> comunità.La felicità o il dolore nell’uomo <strong>di</strong>pendono moltissimo dal fatto che egli assolva nel modo giustoil compito del<strong>la</strong> comunità. La sua <strong>vita</strong> può arricchirsi o intristirsi a seconda che l’uomo riesca omeno a stabilire con l’altro il giusto rapporto.Che cosa ha da <strong>di</strong>re a questo proposito “il <strong>mistero</strong> del<strong>la</strong> Santissima Trinità”? Dobbiamo solocollocarlo entro le re<strong>la</strong>zioni sopra descritte ed esso ci illumina quei rapporti con <strong>la</strong> sua luce.C’è un solo Dio. Un’unica natura e un’unica <strong>vita</strong> <strong>di</strong>vina. <strong>Il</strong> Padre le comunica totalmente al Figlio;il Padre e il Figlio allo Spirito Santo. <strong>Il</strong> Padre o il Figlio non trattengono nul<strong>la</strong> per sé. <strong>Il</strong> Figlio non respingenul<strong>la</strong> del dono del Padre, lo Spirito Santo nul<strong>la</strong> dei suoi due donatori. Quello riceve dal Padre tuttoAll’interno delle comunità umane,dal matrimonio ai gruppi complessi,le re<strong>la</strong>zioni si basano sempresu due opposti movimenti dell’anima:<strong>la</strong> «de<strong>di</strong>zione» e l’«attenersi a sé»
C L A S S I C I C R I S T I A N ILa <strong>vita</strong> dell’uomo può arricchirsi o intristirsia seconda che egli riesca o menoa stabilire con l’altro il giusto rapporto7Cfr. FRANCESCO DI SALES,Introduction à <strong>la</strong> viedévote: fac-simile del’unique exemp<strong>la</strong>ireactuellement connude l’e<strong>di</strong>tion de 1619,pubblicata da FabiusHenrion, Tours,Paris, 1934,parte II, cap. II.8 1 Pt 1, 3.9«...<strong>di</strong>vinitatis esseconsortes...»dall’Ordo Missae,quando si mesco<strong>la</strong>il vino con l’acqua.10 Rm 12, 10.11 At 2, 44.ciò che Egli è e ha; questo riceve tutto dal Padre e dal Figlio. Le tre persone <strong>di</strong>vine hanno tutto in comune:l’intera pienezza delle verità, tutta <strong>la</strong> nobiltà del<strong>la</strong> santità, lo stesso splendore del<strong>la</strong> bellezza,l’unica infinita ricchezza <strong>di</strong> beatitu<strong>di</strong>ne. <strong>Il</strong> Figlio è per il Padre comprensione totale; come perfettoamore li unisce lo Spirito Santo. Ciò che noi chiamiamo il primo movimento verso <strong>la</strong> comunità, <strong>la</strong> “de<strong>di</strong>zione”,<strong>la</strong> tensione verso l’unità, raggiunge qui il suo grado assoluto: le Persone <strong>di</strong>vine non sono legatetra <strong>di</strong> loro come avviene tra gli uomini nel<strong>la</strong> <strong>misteri</strong>osa unione delle anime attraverso l’amore.Tra <strong>di</strong> esse regna una perfetta identità <strong>di</strong> tutto ciò che chiamiamo <strong>vita</strong> ed essenza, perché sono unsolo Dio. Quel “dare del tu” dell’amore, che – come scrive san Francesco <strong>di</strong> Sales – «conduce al puntoche l’uno possa <strong>di</strong>re all’altro “il mio cuore che è presso <strong>di</strong> te”» 7 , si trova qui realizzato senza alcun“per così <strong>di</strong>re”, senza alcuna riduzione: Padre e Figlio e Spirito Santo vivono una e una stessa <strong>vita</strong>.Allo stesso tempo, però, è presente nel<strong>la</strong> Trinità al massimo grado <strong>di</strong> compiutezza anche l’altromovimento, l’attenersi a se stessi, <strong>la</strong> <strong>di</strong>stanza delle personalità. Perché anche se tutto in essa è comune,non lo sono le Persone. Queste rimangono non mesco<strong>la</strong>te, non scambiabili, del tutto invio<strong>la</strong>bili.<strong>Il</strong> Padre non è, in alcun modo, il Figlio, e da entrambi è inconfon<strong>di</strong>bilmente <strong>di</strong>stinto lo SpiritoSanto. Questa è <strong>la</strong> perfezione del<strong>la</strong> comunità. Amore, comunanza <strong>di</strong> tutto, fino all’identità dell’esseree del<strong>la</strong> <strong>vita</strong>. Ma allo stesso tempo perfetta custo<strong>di</strong>a <strong>di</strong> sé da parte del<strong>la</strong> persona.Al<strong>la</strong> perfezione <strong>di</strong> tale comunità corrisponde <strong>la</strong> sua “fecon<strong>di</strong>tà”. Non un rapporto tra personalitàestranee e già esistenti come tra gli uomini, bensì una comunità che, in un certo senso, generase stessa. Perché proprio dal<strong>la</strong> pienezza del<strong>la</strong> <strong>di</strong>vina comprensione <strong>di</strong> sé, il Padre fa nascere il Figlioal possesso del<strong>la</strong> stessa natura, e dal<strong>la</strong> forza infinita dell’amore reciproco Padre e Figlio generanolo Spirito Santo al possesso del<strong>la</strong> medesima <strong>vita</strong> <strong>di</strong>vina.La Santissima Trinità è il <strong>mistero</strong> <strong>di</strong> <strong>tutti</strong> i <strong>misteri</strong>. <strong>Il</strong> nostro pensiero viene meno <strong>di</strong> fronte a esso,ed è facile che ci assalga <strong>la</strong> sensazione <strong>di</strong> pensare parole e non più cose. E tuttavia il solo, nel qualenon riusciamo a guardare, getta <strong>la</strong> luce sul<strong>la</strong> nostra <strong>vita</strong>, e <strong>la</strong> getta proprio dal suo nucleo centrale:dal fatto che un Dio è in tre persone. La Trinitas Augusta ci insegna che mettersi in comunitàsignifica essere pronti a dare tutto; significa aprirsi con schietta <strong>di</strong>sponibilità per <strong>la</strong> pienezza dell’altro.La Trinità insegna che tutto, proprio tutto, potrebbe essere e, al massimo grado, dovrebbeessere comune. Una cosa non dovrebbe esserlo, e con ciò si contrappone al<strong>la</strong> de<strong>di</strong>zione il suo contrappeso:<strong>la</strong> personalità. Questa deve rimanere invio<strong>la</strong>ta nel<strong>la</strong> sua in<strong>di</strong>pendenza. <strong>Il</strong> suo sacrificio nonpuò essere né desiderato, né offerto, né accettato.Con questo l’atteggiamento essenziale <strong>di</strong> ogni comunità è chiaramente circoscritto. La de<strong>di</strong>zionedeve essere permessa e offerta nel modo e nel<strong>la</strong> misura giusta, e imperfetta è quel<strong>la</strong> comunitàin cui uno nasconde se stesso e le sue cose all’altro. Ma il <strong>di</strong>ritto al<strong>la</strong> personalità è sacro e inalienabilee deve rimanere in sé invio<strong>la</strong>to: non appena è varcato questo confine, una comunità <strong>di</strong>venta subitocontro natura, immorale, <strong>di</strong> qualsiasi tipo essa sia.Nel <strong>mistero</strong> del<strong>la</strong> Santissima Trinità c’è <strong>la</strong> Magna Charta <strong>di</strong> ogni comunità umana. In tuttele sue forme <strong>la</strong> comunità umana è un vestigium Trinitatis, un’immagine riflessa del<strong>la</strong> comunità<strong>di</strong>vina del<strong>la</strong> Trinità. Tuttavia questa è più che un semplice modello. In Cristo noi veniamo unitida un nuovo legame che oltrepassa ogni realtà naturale. In lui, attraverso l’azione <strong>di</strong> graziadello Spirito Santo, siamo rinati e fatti <strong>misteri</strong>osamente partecipi del<strong>la</strong> stessa natura <strong>di</strong>vina 8 .Siamo fratelli <strong>di</strong> Cristo, figli del Padre, e lo Spirito Santo è per <strong>tutti</strong> noi giuda ed amico.Non riusciamo mai in realtà a capire come l’uomo possa essere nel<strong>la</strong> grazia “partecipe del<strong>la</strong><strong>di</strong>vinità” 9 e tuttavia rimanere creatura senza confusione alcuna. Riusciamo però a intuire chenoi, uomini, ora <strong>di</strong>ventati fratelli in Cristo, siamo uniti da un inesprimibile legame <strong>di</strong>vino, del<strong>la</strong>cui realtà pro<strong>di</strong>giosa san Paolo <strong>di</strong>ce cose tanto profonde nelle lettere agli Efesini e ai Colossesi.Questa unità, che supera ogni affinità naturale, è <strong>misteri</strong>osa ma reale.Solo questo legame del<strong>la</strong> grazia dà agli uomini <strong>la</strong> forza morale <strong>di</strong> realizzare <strong>la</strong> meta essenzialedel<strong>la</strong> comunità, <strong>di</strong> <strong>di</strong>ventare veramente una “traccia” vivente del<strong>la</strong> Santissima Trinità.Dal<strong>la</strong> Trinità, in tal modo, deriva all’uomo non solo il modello del<strong>la</strong> <strong>vita</strong> comunitaria, ma anche<strong>la</strong> forza per raggiungerlo. È <strong>la</strong> grazia che esercita <strong>la</strong> sua azione nel rispetto profondo con cui i figli<strong>di</strong> Dio «gareggiano nello stimarsi a vicenda» , e nell’amore, nel quale «hanno tutto in comune» .[Brano tratto da ROMANO GUARDINI, Opera Omnia VI, Scritti Politici, a cura <strong>di</strong> MICHELE NICOLETTI, Morcelliana E<strong>di</strong>tore, Brescia 2005 .Su gentile concessione del<strong>la</strong> casa e<strong>di</strong>trice Morcelliana - Brescia, © E<strong>di</strong>trice Morcelliana, Via Gabriele Rosa, 71, 25121 Brescia]71