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N 2 Bollettino -2013 ok:Layout 1 - Figlie della Chiesa

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CredoVoglio credere in Dio Padre,che mi ama come un figlio, e in Gesù, ilSignore, che ha infuso il suo Spinto nellamia vita per farmi sorridere e portarmicosì nel regno <strong>della</strong> vita eterna.Credo nella mia storia, permeata dallosguardo benevolo di Dio, che nelprimo giorno di primavera, il 21settembre, mi è venuto incontro emi ha invitato a seguirlo.Credo nel mio dolore, infecondo per colpadell'egoismo, in cui mi rifugio.Credo nella meschinità <strong>della</strong> mia anima,che vuole prendere senza maidare... senza mai dare.Credo che gli altri sono buoni, e che devoamarli senza timore, e senza maitradirli per cercare una sicurezzaper me.Credo nella vita religiosa.Credo che voglio amare molto.Credo nella morte quotidiana, ardente,alla quale sfuggo ma che mi sorrideinvitandomi ad accettarla.Credo nella pazienza di Dio, accogliente,dolce come una notte estiva.Credo che papà sia in cielo accanto alSignore.Credo che anche padre Duarte, mio confessore, sia in cielo, a intercedere per il miosacerdozio.Credo in Maria, mia madre, che mi ama e non mi lascerà mai solo. E attendo la sorpresadi ogni giorno in cui si manifesterà l'amore, la forza, il tradimento e il peccato,che mi accompagneranno fino all'incontro definitivo con quel viso, meravigliosoche non so come sia, che sfuggo in continuazione, ma che voglio conosceree amare. Amen.Papa FrancescoIl Santo Padre conserva gelosamente un foglio scolorito dal tempo con una sentita professione di fede, scritta«in un momento di grande intensità spirituale» poco prima di essere ordinato sacerdote.3


Con il battesimo i cristiani sono chiamatia testimoniare la fede che hannoaccolto. Come credenti in Cristo non possiamoaccettare che il sale diventi insipidoe la luce sia tenuta nascosta: due immaginiefficaci che definiscono bene la peculiarità<strong>della</strong> fede e il ruolo che essa ricoprenel rinnovamento <strong>della</strong> <strong>Chiesa</strong>.Il credente è chiamato a qualificare lerelazioni interpersonali andando in profonditàe cercando la verità senza sensazionalismie ambiguità.Nell’oggi frenetico del nostro temponon dobbiamo lasciare la nostra fede inostaggio del passato nostalgico, né sacrificarlaalle esigenze di convenienza del presente.La nostra fede deve continuare adessere una fede viva in un mondo in continuocambiamento.Significato <strong>della</strong> simbologiaSe il simbolo del sale appare come unelemento che si diffonde e si amalgamacon i cibi, la luce ha la qualità d’illuminareil buio e di far emergere ciò che in essoè tenuto nascosto.Essere sale e luceMt. 5, 13.14Chi accoglie la fede deve impegnarsi adiventare un testimone autorevole. Laforza <strong>della</strong> fede passa attraverso la testimonianzapercepibile nel credente. Inoltrela fede implica una dimensione missionaria.Non si può essere cristiani senza essereinviati nel mondo a vivere come “sale eluce.” La cosa più importante è quella direndere contagioso in tutta la <strong>Chiesa</strong> quell’anelitoa annunciare Cristo all’uomocontemporaneo.È Cristo il centro <strong>della</strong> fede. Dio è ilprincipale soggetto dell’evangelizzazionedel mondo, mediante Gesù Cristo che hatrasmesso alla <strong>Chiesa</strong> la propria missionee continua a farlo infondendo lo SpiritoSanto nei discepoli sino alla fine deitempi.La <strong>Chiesa</strong> pone l’accento su Cristocentro del cosmo e <strong>della</strong> storia e sull’ansiaapostolica di annunciarlo a tutti. “Non èun vanto per me predicare il Vangelo. Eun dovere. Guai a me se non predicassi ilVangelo!” (1 Cor. 9, 16).Essere sale saporitoL’invito di Gesù ad essere “sale e luce”implica la consapevolezza <strong>della</strong> propriaidentità che si traduce in testimonianza;testimonianza che non si improvvisa mai.Essa esige di scendere in profondità, disapersi sciogliere come il sale nel cibo, perdare sapore e significato nuovi alle nostrerelazioni.Voi siete il sale <strong>della</strong> terra;...4


La ParrocchiaRipenso spesso all’impatto che ho provatonell’incontro con una parrocchia<strong>della</strong> periferia romana, negli anni ’55-’60quando, giovane sacerdote da poco ordinato,il Vescovo mi mandò in aiuto al parrocoche da poco ne aveva assunto la curapastorale; una comunità popolosa e moltovariegata, e si trovava solo di fronte atanta gente.Provenivo da una tranquilla regionepiemontese, le Langhe, col loro ambienteagricolo, le antiche tradizioni, le parrocchienon molto grandi, a misura d’uomo,e le differenze apparivano vistose, anchese l’energia giovanile e un sincero impegnoapostolico non fanno avvertire le difficoltà.Un fatto mi sorprese fin dall’inizio:numerose persone venivano in parrocchiaa chiedere una “passata”, cioè una raccomandazionesulla loro domanda che portavanoal Vaticano, all’Elemosiniere del S.Padre, per avere qualche aiuto nelle lorodifficoltà.Mi sembrava una mancanza alla carità,che deve animare una parrocchia, ildelegare ad altri il compito di provvederealle necessità dei parrocchiani.Compresi presto che si trattava di unasituazione particolare, dovuta alla massicciaimmigrazione di persone del sud ecentro Italia che si trovavano in situazioniprecarie con un lavoro occasionale eincerto, particolarmente legato all’ediliziache risente delle condizioni del clima.Così nel dopoguerra nacque l’OperaPontificia Assistenza (P.O.A.), dallamente e dal cuore di Papa Pacelli e diMonsignor Baldelli, un forte sostegno<strong>della</strong> carità <strong>della</strong> <strong>Chiesa</strong> che ha continuatofino agli anni ’70, sostenuta soprattuttodai cattolici americani, una presenza cristianache ha aiutato tanta parte <strong>della</strong>popolazione a superare le difficoltà e adavviare una ripresa che sembrava impossibile.Fu l’intelligenza del Papa Paolo VI adaiutare i credenti ad aprire mente e cuoreper “accorgersi e prendersi cura” dei poverie delle situazioni di difficoltà, con unanuova impostazione dell’opera caritativae la sua “azione pedagogica” di educareall’amore fraterno e alla solidarietà, nondelegando ad altri questo compito mafacendolo proprio, così che ogni comunitàprendesse coscienza del dovere di andareincontro ai fratelli, come insegna l’Evangelo.Ho conosciuto più tardi l’esperienza diun sacerdote salesiano che, nel primodopoguerra, collaboratore in una parrocchiadi Padova ben organizzata e con unamassiccia partecipazione alla Eucarestiadomenicale, si rese conto che annoveravapersone e famiglie in seria difficoltà disussistenza e nessuno <strong>della</strong> Comunità sene accorgeva (i poveri spesso preferisconorestare nascosti). Nacque da questa constatazioneil “Fraterno Aiuto Cristiano”,un progetto disegnato sulla parrocchia,ove i fedeli incontrano la Parola di Dio el’Eucarestia pane di vita e, raggiunti dall’amoredi Dio in Cristo Gesù e mossi daquesto Amore, si aprono concretamente eresponsabilmente all’amore dei fratelli.Perché, «se Dio ci ha amati così anchenoi dobbiamo amarci gli uni gli altri».Se Dio in Cristo è stato così solidale connoi al punto di farci dono <strong>della</strong> sua vita, laconseguenza è l’impegno <strong>della</strong> nostra solidarietànell’amore, perché tutti abbiano lavita e l’abbiano in abbondanza.6


Vita <strong>della</strong> <strong>Chiesa</strong>casa <strong>della</strong> caritàSu questa verità evangelica si è articolatoil “Fraterno Aiuto Cristiano”, chevede la parrocchia come una famiglia, ovese un membro soffre, tutti i membri se nefanno carico, così che nessuno resti solonella fatica del vivere quotidiano.Una proposta concreta che ha bisognodi persone e di metodo, persone disposte afarsi carico di questo servizio ed altreattente a rilevare le situazioni di disagio,ma soprattutto di far crescere nella Comunitàe tenere viva la coscienza di essere,tutti insieme, una cosa sola e lasciarsi educaredal Vangelo, per aprire gli occhi eaccendere i cuori, come conclude la paraboladel buon samaritano: “va’ e fa’ anchetu lo stesso”.È una versione più autentica <strong>della</strong> carità,che ha anticipato di 20 anni la “sceltapedagogica” dell’educazione all’amorefraterno, che è tuttora l’anima e la prassi<strong>della</strong> Caritas italiana.Se questa mentalità equesto spirito di fraternitàe amore viene accettato eperseguito, ogni parrocchiapuò diventare “casa<strong>della</strong> carità” e costituireluce ed esempio che portagli altri a fare altrettanto.Come è successo a me, epiù di una volta.Ricordo che, entrato nella Cattedraledove ero stato ordinato, ho trovato infondo alla chiesa, ben in vista, un tabellonecon una scritta «la Caritas parrocchialeinforma che…» e due riquadri, un po’come le due tavole di pietra su cui Mosèportava i comandamenti.Su un riquadro erano annotate le cosedi cui c’era un urgente bisogno, sull’altrouna serie di piccoli servizi che potevanoessere utili per eventuali necessità.Ho provato a fare la stessa cosa nellaparrocchia romana che mi era stata affidatae, se l’offerta dei servizi non risultavamolto gettonata, le richieste – ovviamenteanonime – per le famiglie che erano in difficoltàerano normalmente coperte edesaurite ogni fine settimana.Perché, spesso, la gente ha bisogno diessere aiutata a capire come impegnarsi inquello che le è possibile fare.+ Diego BonaLa Parrocchia,casa <strong>della</strong> carità,pronta ad accogliere7


La famiglia delle <strong>Figlie</strong> <strong>della</strong> <strong>Chiesa</strong>celebra l’XI Capitolo GeneraleDolcissimo Spirito,rivelaci col tuo dono di Pietàquesta tenera Madre, [la <strong>Chiesa</strong>],in cui Gesù ci amae vuole essereteneramente amato.Appassionaci per le sue fibreinferme e morte;per quelle che sonosolo ansie dell’anima sua.Fa’ che siano sanate,vivificate, inserite anch’essenel suo Corpoaffinché in breve si facciaun solo Corpo Misticocon un solo Cuore in cui noi,come la Piccola Teresa,vogliamo essere l’amore.m.o.m.c.Nella nostra Casa di Spiritualità – DomusAurea - (RM) si sta celebrando l’XI CapitoloGenerale; il tema su cui le Sorelle Capitolarisono impegnate a riflettere è: Processione di Diofra gli uomini, che semplicemente tradotto significaessere testimoni dell’Amore di Dio Padre,manifestando la Sua Bontà agli uomini delnostro tempo, ovunque e comunque si è chiamatia vivere e ad operare per il bene di tutti.Maria Oliva Bonaldo, nostra Fondatrice,amava ripetere: Se non amassi gli uomini nonparlerei … Espressione che richiama il servizioche siamo sollecitate a svolgere tra vicini e lontani,per chi crede e per chi dubita, per chi soffre eper chi gioisce, per quanti vivono nelle periferiedelle nostre città e per chi ci è vicino: Processionedi Dio fra gli uomini, cioè, essere portatrici diGesù, come Maria nel mistero <strong>della</strong> visitazione,secondo il Carisma delle <strong>Figlie</strong> <strong>della</strong> <strong>Chiesa</strong>.Viene spontaneo spiegare che cos’è un CapitoloGenerale: innanzitutto è evento di Graziache coinvolge non solo l’intero Istituto ma tuttala <strong>Chiesa</strong>, perché esso non è mai un avvenimentoprivato e quindi ha sempre un carattere teologicamenteecclesiale.Quando si celebra un Capitolo Generale èimpegnata l’intera Congregazione; non soltantodurante la fase preparatoria, in cui tutti devonointervenire studiando, approfondendo e suggerendoproposte, per realizzare uno strumento dilavoro preparato da una Commissione.Anche durante la sua celebrazione e, successivamente,nell’applicazione delle decisioni edelle direttive di vita, ogni Sorella è chiamata apartecipare in prima persona.8


Vita <strong>della</strong> <strong>Chiesa</strong>Questo evento, convocato ordinariamenteogni 6 anni, deve farsi eco di tutte e prendereconsapevolezza dei desideri, delle aspirazioni,delle inquietudini, dei problemi e delle necessitàdell’intero Istituto, ma soprattutto … in quest’ora<strong>della</strong> storia, la nostra Famiglia desideraaccogliere con rinnovata disponibilità e gioia laconsegna <strong>della</strong> nuova evangelizzazione che la<strong>Chiesa</strong> fa ad ogni comunità cristiana e ad ognipersona che ha incontrato Gesù.Il nostro Carisma, iniziativa dello Spirito diDio accolto dalla Fondatrice e a noi affidato, sirivolge ad ogni creatura, vuole annunciare atutti che Dio esiste ed è Amore, desidera farconoscere la <strong>Chiesa</strong>, farla amare, renderla presenzaoperosa a servizio di tutti!Rendiamo lode alla santissima Trinità perchédove non arrivano le Sorelle capitolari arriva puntualela Grazia dello Spirito che rende nuova ognicosa.La Parola di Dio aiuta a leggere in profonditàla tematica capitolare: sull’esperienza <strong>della</strong>Processione. Il concetto biblico di processione èun segno visibile <strong>della</strong> condizione <strong>della</strong> <strong>Chiesa</strong>,popolo di Dio in cammino che, con Cristo edietro a Cristo, consapevole di non avere in questomondo una stabile dimora, cammina per levie <strong>della</strong> città terrena verso la Gerusalemmeceleste … come la Costituzione conciliareLumen Gentium definisce la <strong>Chiesa</strong>. Un CapitoloGenerale fa anche lo sforzo di re- immetterein circolo energie nuove o sopite. Come sottolineavaMaria Oliva ci aiuta ad essere gocciolinedi sangue che portano ossigeno al corpointero. Tutto questo Speriamo!Essere processione di Dio fra gli uomini …La processione indica, in tal maniera, questocammino verso l'incontro con la Persona Amata,imparando lungo la via ad amare come lui ama!Il logo dell’XI CapitoloGenerale vuole esprimere lacaratterizzazione eucaristicoecclesialedel Carisma delle<strong>Figlie</strong> <strong>della</strong> <strong>Chiesa</strong>. L’Eucaristia,celebrata e adorata, culmine efonte dell’identità e <strong>della</strong> missionedell’Istituto, ne è il centro propulsore;da essa s’irradia e adessa tende ogni Figlia <strong>della</strong> <strong>Chiesa</strong>e tutta l’umanità, incamminataa convergere verso il Pane diVita.L’Eucaristia vissuta nellasequela e nel servizio quotidianofa <strong>della</strong> nostra esistenza una vitatutta eucaristica, segnata idealmentedai contorni dell’ostensorioche abbraccia e informa di sél’intero campo visivo.La Figlia <strong>della</strong> <strong>Chiesa</strong>, attrattae conformata al misteropasquale di Gesù, orienta e conduceogni uomo all’incontro conl’Amore che si dona; imitandoMaria nel mistero <strong>della</strong> visitazione,porta il Signore per via, doveurge il bisogno di carità, in facciaall’avvenire, nella gioia rinnovatadi essere processione di Diofra gli uomini.9


Corpus Domini 1913La grazia di Castelfranco VenetoMille anni sono come un giorno solo, diceil Salmo e cento anni, diciamo noi, sono appenaun sospiro dinanzi all’eternità. Dal 25 Maggioal 2 giugno <strong>2013</strong> si sono concluse a CastelfrancoVeneto le Celebrazioni del Centenariodell’ispirazione Carismatica <strong>della</strong> nostra FondatriceMaria Oliva Bonaldo.Ogni Figlia <strong>della</strong> <strong>Chiesa</strong>, compresi tutti iFigli <strong>della</strong> <strong>Chiesa</strong>, amici e conoscenti comuniha respirato aria di gioia con le Celebrazionipreparate e vissute intensamente, con i tempidi Adorazione dinanzi alla Santa Eucaristia …Tutto ha contribuito a farci gustare quantoMaria Oliva viveva e cantava … “Eucaristia,fior di Maria, c’è tutto il cielo sotto il tuo velo”… Ogni evento è stato organizzato con armoniae semplice bellezza, da un significativo percorsoartistico dove l’astratto si è tradotto inrealtà sulle tele futuriste di Cielo e terra si sonoincontrati … alla conferenza nel teatro comunaleche ha tracciato un percorso socio-politicodei primi anni del ‘900 in cui la Fondatrice èvissuta. La cittadina di Castelfranco si è rivestitaa festa in un bagno di gente accorsa per levarie celebrazioni e il Centro d’accoglienzaBordignon è risuonato di voci, di caloreumano come una grande famiglia.Ho un Sogno …aveva scritto Maria Oliva.Ho un sogno hanno suonato, cantato e danzatoi due attori di GARD-ART, che hanno raccontatoquesta passione nel Duomo, gremitodi gente! Ho una storia d’amore sembra ripeterela nostra Fondatrice sulle note del Canticodei Cantici, eseguito dal maestro G.M. Durighelloe dalla Schola. Ci siamo nutriti di bellezzafino al giorno in cui, nella solennità delCorpus Domini, a conclusione <strong>della</strong> CelebrazioneEucaristica presieduta dal Cardinale F.Rodè e da sacerdoti concelebranti, la processionesi è mossa al suono <strong>della</strong> tromba e dellecampane a distesa. Suono e parole da Giubileo,sotto lo sguardo attento o incredulo <strong>della</strong>gente sotto i portici.10


Corpus Domini <strong>2013</strong>Arrivati a piazza Giorgione, le parole diMaria Oliva ventenne le abbiamo sentite conforza:Eucaristia...C’è tutto il cielo sotto il tuo veloCapii Gesù … Capii la <strong>Chiesa</strong> e per cosadovevo vivere … Silenzio e commozione sisono mescolati nel canto. Tutto ha avuto inizioin un frammento d’Eucaristia: Era il 22 Maggiodel 1913!Clara CaforioPane di vita,nutri d’amorequesta smarritaterra che muore.Vivente vino,calore infondilungo il camminoai sitibondid’amore.Eucaristia,fior di Maria,c’è tutto il cielosotto il tuo velo.Svelati intero,dolce mistero,nutri chi langue,Pane di Sangue,Amore!Maria Oliva CM11


Corpus Domini 1913La Fondatricee le immagini <strong>della</strong> <strong>Chiesa</strong>:Proseguiamo il nostro itinerario di contemplazionedelle immagini <strong>della</strong> <strong>Chiesa</strong> che ilConcilio Vaticano II ci offre nel n. 6 <strong>della</strong>Lumen Gentium, la Costituzione dedicataall’approfondimento del mistero <strong>della</strong> <strong>Chiesa</strong>,sul quale M. Maria Oliva ha tanto meditato,grata e meravigliata perché Dio ha volutocoinvolgerci come Figli nel suo grande progettod’amore. La parte conclusiva del n. 6 èdensa e ricca di riferimenti biblici:La <strong>Chiesa</strong>, chiamata «Gerusalemmeceleste» e «Madre nostra» (Gal. 4,26; cfr.Ap. 12,17), viene pure descritta come l’immacolataSposa dell’Agnello immacolato(Ap. 19,7; 21,2 e 9; 22,17), Sposa che Cristo«ha amato, e per essa ha dato se stesso,al fine di santificarla» Ef. 5,26); che si èassociata con patto indissolubile ed incessantemente«nutre e ne prende cura» (Ef.5,29); che dopo averla purificata, volle a sécongiunta e soggetta nell’amore e nellafedeltà (cfr. Ef. 5,24); e che, infine, ha riempitoper sempre di grazie celesti, ondepotessimo capire la carità di Dio e di Cristoverso di noi, carità che sorpassa ogni conoscenza(cfr. Ef. 3,19).Ma mentre la <strong>Chiesa</strong> compie su questaterra il suo pellegrinaggio lontana dalSignore (cfr. 2Cor. 5,6) è come un esule, ecerca e pensa alle cose di lassù, dove Cristosiede alla destra di Dio, dove la vita <strong>della</strong><strong>Chiesa</strong> è nascosta con Cristo in Dio, fino ache col suo Sposo comparirà rivestita digloria (cfr. Col. 3,1-4).propria, ma le viene dalla munificenza delloSposo, Agnello senza macchia. Subito MariaOliva coglie anche il riferimento a Maria,Madre e Icona <strong>della</strong> <strong>Chiesa</strong>, pura Agnella,come la canta Melitone di Sardi:“La <strong>Chiesa</strong> è Sposa. Come il primo privilegio<strong>della</strong> Madre di Dio è la sua immacolata concezione,la prima nota <strong>della</strong> Sposa di Dio è la suaimmacolatezza. Il suo Sposo «immacolato,vergine, segregato dai peccatori» riversa in leiil Fuoco del suo Spirito da cui emerge senzamacchia e il Candore <strong>della</strong> sua Luce eterna incui splende senza ruga”.Maria Oliva sintetizza in pochi tocchi pregnantii ricchi doni nuziali offerti da Cristo allasua amata, come sono elencati dal testo conciliaree sottolinea come da questa abbondanzadi beni spirituali la <strong>Chiesa</strong> riceva la possibilitàdi essere a sua volta trasparenza <strong>della</strong> gloria diDio, capace di innalzare continuamente a Luila sua lode, traboccante d’Amore:“Perché è l’ultima figura <strong>della</strong> Rivelazione,l’ultima immagine dello SpiritoSanto, la Costituzione si indugia a contemplarla.Nel suo Commento, la Fondatrice studiacon la consueta attenzione e ammirazione iltesto e nota subito che è centrale l’immagine<strong>della</strong> Sposa, secondo la visione dell’Apocalissegiovannea; descritta anzitutto nella sua intattabellezza e purezza, prerogativa che non le è12


Corpus Domini <strong>2013</strong>Sposa amataEnumera le imperscrutabili ricchezze dello Sposoper Lei: il suo amore santificante, la sua fedeltàunitiva, il suo nutrimento, le sue sollecitudini, lesue esigenze di purezza, dilezione, fedeltà, i suoidoni divini. La Sposa è la rivelazione dello Sposo,riflette la sua gloria che è Lui, Amore, e il suo traboccoin noi. Per questo il Gloria è il suo canto”.Singolare però è il percorso di questa Sposa,secondo il Concilio: mentre anela all’unione conlo Sposo, deve percorrere le strade del mondo edei secoli facendo la dolorosa esperienza di unalontananza che, quando si prolunga, sembratogliere splendore perfino alla magnificenza degliastri e alla ricchezza esuberante <strong>della</strong> terra, rendendopiù acuto il desiderio dell’incontro:“La Sposa non può vivere lontano dalloSposo. Costretta alla lontananza soffre le penedell’esilio. Il senso dell’esilio misura il suo amoree la sua fedeltà. Nulla può appagarla completamente.«Guardai la terra, ripete, e la trovai squallida ebrulla; guardai gli astri e li trovai senza luce».«Gementi e piangenti in questa valle di lagrime ate sospiriamo» ripetono i figli <strong>della</strong> Sposa aMaria. Se la vita ci trattiene troppo, amiamopoco. Se «il nostro cuore non è inquieto finchénon riposa in Dio» non è più tutto di Dio”.Maria Oliva constata che se il primato delloSposo non è assoluto nel cuore <strong>della</strong> Sposa, cioèin ciascuno di noi, la vita diventa un esilio piùcrudo; tuttavia, la tensione intima verso le cosedel cielo, l’ala del cuore sempre rivolta al Signore,non impedisce affatto di impegnarsi in questaterra, lavorando con frutto e dedizione con ilsostegno dei fratelli che già hanno raggiunto lapienezza del’amore:“Il senso dell’esilio non è deprimente, noncontrasta col bisogno e il dovere dell’azione e dell’intraprendenza.Tutt’altro. Svuota per riempire, distacca perpotenziare. Il cuore libero dall’egoismo e dall’edonismosi arricchisce dei tesori del cielo chesono luce e amore, verità e carità. L’ossigenodelle alture dà forza maggiore ai polmoni:così i beni di lassù. Si lavora più fruttuosamentesulla terra dopo essere stati nell’orazionein cielo. Chissà quanto la <strong>Chiesa</strong>trionfante rapita in Dio ci sostiene nell’azionee ci aiuta a sopportare «l’affanno chebasta a ogni giorno»!Sarà una gioia per tutti noi, Figli e <strong>Figlie</strong><strong>della</strong> <strong>Chiesa</strong>, prendere consapevolezza,come ci esorta il Concilio e come la Fondatriceci conferma, di quanto sia importanteed esaltante vivere la nostra sponsalità conanimo generoso e dedizione piena; come laVergine, nostra Madre, che pienamente ciinterpreta e ci ispira con il suo esempio e lasua tenerezza.Maria Teresa Sotgiu ef13


Corpus Domini 1913Voci del centenarioIl campo di Dio dopo cento anniSono trascorsi cent’anni da quando ilSignore ha messo nel cuore <strong>della</strong> Fondatrice ilseme del nostro Carisma. Il campo di Dio erareso già bello dalla presenza di tanti altri fiori.Qualcuno più alto, qualche altro più piccolo edelicato, un’infinità di sfumature, di colori, econ mille profumi diversi.Madre Maria Oliva è stata guidata dalloSpirito per valorizzare questo ricco campo. Èbello poter lavorare perché il terreno sia fertile,aiutare le persone di ogni vocazione a“sfruttare” ciò che rende fruttuoso il terreno.La ricchezza che il Signore ci ha dato nellaliturgia, la grazia che ci è donata tramite isacramenti, la crescita che possiamo avereconfrontandoci con la Sua Parola, la guida el’educazione che riceviamo per mezzo delMagistero, sono il fertilizzante -per rimanerenell’immagine-; la pioggia, l’aratura delcampo, l’estirpazione delle erbacce, il rimaneredavanti al Sole per poter crescere al megliodelle nostre possibilità: tutto diventa strumentoper farci crescere nella santità.Quanto è ancora attuale la necessità di farconoscere la <strong>Chiesa</strong> e farla amare, di lavorareperché tutto il campo, il Corpo Mistico, cresca;e far sì che ogni fiore, ogni figlio, si sentaaccolto e guidato da questa Madre!Marta noviziaAlla nostra Madre Maria OlivaCento anni son passatida quei dì che folgorò...Madre Oliva!... e trasformata:sol di Te s'innamorò.L'hai sedotta, o buon Gesù!e per questo ti seguì,Tu l'hai presa tutta, tuttae il suo amor Ti disse: sì.Così il volto di ciascunogli parlava <strong>della</strong> <strong>Chiesa</strong>,e di vivo amor maternoverso tutti era protesa.Per le sue dilette figlieLei nutriva un sol desio:di vederle innamoratedi Gesù Figlio di Dio............................Tutte noi riconoscenti,ti esprimiamo il nostro amor:fa’ che ti restiamo fedelinella gioia e nel dolor.Madre Oliva, ci insegnaviche per giungere lassù,una sola era la strada:“Il volere di Gesù”.Ma il volere di Gesù,è la <strong>Chiesa</strong> che lo insegna:se saremo obbedienti,giungeremo dove regna,E per sempre ricolmatedall'amore di Gesù.regneremo con i Beatiche già vivono lassù.Rosetta, sorella dei primi anni14


Corpus Domini <strong>2013</strong>Semi di speranza a Castelfranco Veneto<strong>2013</strong>. Anno <strong>della</strong> fede. Cento anni dallafolgorazione mistica di Madre Maria Oliva,quando, giovane ventenne, vincendo ognirispetto umano, fu ispirata a professare pubblicamentela sua fede nella processione del CorpusDomini.Fu un attimo. La grazia la raggiunse nelmezzo <strong>della</strong> piazza di Castelfranco, durante ilcanto del «Tantum ergo». Non una grazia diamore – come lei stessa testimoniò –ma unagrazia di forza e di luce.Gli orizzonti le si allargarono permettendoledi entrare, con stupore e umiltà, neimisteri ineffabili di Dio, che conducono, inevitabilmente,alla passione per l'uomo. "CapiiGesù... Capii la <strong>Chiesa</strong>... Capii per che cosadovevo vivere…"Dì qui, la sua ammirabile avventura diamore e di croce. Dì qui, la sua ansia di portareDio agli uomini e gli uomini a Dio.La stessa ansia che convinse Papa BenedettoXVI a indire l'anno <strong>della</strong> fede, teso a sollecitare“un’autentica e rinnovata conversione alSignore" e a promuovere una nuova evangelizzazioneper “riscoprire la gioia nel credere eritrovare l'entusiasmo nel comunicare la fede".Questo, in un tempo di grave crisi morale cheattraversa l'intera umanità. Crisi morale chenon è altro che una crisi di fede. Dio è dimenticato,Dio è lasciato in disparte.Nell'illusione di onnipotenza e di autosufficienza,in un crescente egocentrismo, cheporta inesorabilmente al vuoto, allo smarrimento,alla disperazione, proprio come altempo di Madre Maria Oliva, per cui con lei,con la sua stessa passione, gridiamo: “Pane divita, nutri d'amore questa smarrita terra chemuore…”’ E quanto cercano di fare le sue<strong>Figlie</strong> con tutta la comunità parrocchiale, preparandosia tale commemorazione attraversouna serie di iniziative, ma, soprattutto, attraversol'adorazione eucaristica che lei ha lasciatoloro in eredità come sua passione. E nonpoteva essere diversamente.Il carisma nato dall'Eucaristia, il Dio-connoibenedicente nella processione del CorpusDomini, raggiunge la sua maturazione nell'adorazioneeucaristica, sentita come un donoecclesiale. Era certa che coloro i quali nellafede e nell'amore cercano e contemplano ilvolto di Dio, lo sanno poi riflettere e rivelarequali trasparenti ostensori per le vie delmondo.È così che il buon Dio compie l'impossibile:riapre i nostri occhi alla fede, risveglia inostri cuori alla speranza, ridona il coraggionella carità. E il deserto fiorirà in giardino.Incammino, dunque, forti <strong>della</strong> Sua presenzadi mistero, fino alla Pasqua eterna, quandoLui stesso, secondo la sua promessa, passerà aservirci saziandoci di gioia con la luce radiosadel suo volto. Tenendo presente, però, che lastrada del ritorno passa per l'Orto degli ulivi,sale sul monte <strong>della</strong> Croce, scende nella grottadel sepolcro, prima di sboccare nel giardino<strong>della</strong> Risurrezione.Ma non abbiamo paura. I Santi –icone<strong>della</strong> divina Bellezza – calcando le orme diGesù, ci hanno lasciato tracce ben visibili peril nostro cammino. Motivo di speranza e digioia per chi è ancora alla ricerca del valore edel senso <strong>della</strong> vita.Gigliola15


Corpus Domini 1913Una giovane incontraMadre Maria OlivaIl 22 maggio u.s. la <strong>Chiesa</strong> di San Raffaelea Milano si è vestita a festa nel ricordo dell’eventodi grazia del Corpus Domini 1913: ilcentro a cui tutto convergeva, era Gesù Eucaristia,a Lui richiamavano l’addobbo floreale,le didascalie, le simboliche decorazioni pittoriche:l’uva, l’Agnello, il Cuore trafitto, tuttofaceva sì che gli occhi e il cuore venisseroattratti spontaneamente dal Mistero che hacambiato la vita a Maria Oliva.Il 22 maggio di quest’anno centenario èstato speciale per tutte le <strong>Figlie</strong> <strong>della</strong> <strong>Chiesa</strong>.Anche noi, piccola comunità di Mater Creatoris,avevamo il grande desiderio di essere visitateda quella grazia di luce e forza per essernerinnovate. Marta novizia, che nel prossimo settembresi consacrerà a Dio nella nostra Famiglia,è stata la voce giovane che ci ha fatto rivivere,a distanza di 100 anni, l’appuntamento diMaria Oliva con l’ora di Dio.Marta, nell’anno 2011 –’12, aveva trascorsoil postulato, periodo di preparazione alnoviziato, nella comunità di Mater Creatoris;aveva lasciato un ricordo indelebile negli affezionatidel Centro Eucaristico e la possibilità<strong>della</strong> sua testimonianza aveva suscitato interessee gioia.Mano a mano che Marta comunicava lasua testimonianza serena e gioiosa, un luminoso,caldo spirito di comunione univa i cuori deipresenti: la sua, era una voce convincente, trasparente,quella che viene dal dono dell’incontrocon Gesù scelto e amato come Unico per lapropria vita. Insieme alle parole scorrevanosullo schermo le immagini del power-point cheillustravano visivamente il pensiero in cuidominante era l’Amore luce e forza che attira,trascina! Marta, appunto, ha testimoniato chead attrarla fino a “lasciare tutto” per iniziare ilcammino di consacrazione totale a Dio, è statol’Amore: l’unico, vero Amore che dà pienezza,significato e quindi gioia , alla vita.Questo stesso Amore è l’origine e il fondamentodell’Opera <strong>Figlie</strong> <strong>della</strong> <strong>Chiesa</strong> cometestimoniano gli scritti <strong>della</strong> Madre fondatriceche Marta ha citato:«Si sarebbero chiamate <strong>Figlie</strong> <strong>della</strong> <strong>Chiesa</strong>che in antico era detta “Amore” in cui Gesù siassocia le anime per amarci ed essere amatocome madre: debitrici quindi a tutti di carità.Per questo nel Corpo Mistico avrebbero avutola funzione del sangue che deriva la sua attivitàdal cuore e vivifica anche le fibre più lontane,donando calore e consumandosi.16


Corpus Domini <strong>2013</strong>La Figlia <strong>della</strong> <strong>Chiesa</strong> deve accumulareSole, Sole meridiano, per produrre i fruttispontanei dell'Amore e nutrire divinamente leanime… Il modello <strong>della</strong> <strong>Figlie</strong> <strong>della</strong> <strong>Chiesa</strong> èMaria, piena di Sole nel tragitto da Nazaret adEbron. Cammina frettolosa, comunica spiritoprofetico a Elisabetta, riveste di grazia e di giubiloGiovanni nascituro, magnifica Dio contutte le generazioni. La Figlia <strong>della</strong> <strong>Chiesa</strong>,sola con l'Amore solo, dona a tutti l'Amorespontaneamente, necessariamente, irresistibilmente».L’avventura spirituale di Maria Oliva è iniziataa partire da Gesù Eucaristia che Ellachiama appunto “il nostro Fondatore”; ella haraccontato alle sue figlie il momento <strong>della</strong> graziafondante in modo essenziale, ma in cui c’èveramente tutto: “Quando il Sacerdote alzò l’Ostia Santa per benedire, capii Gesù, ebbiun’idea chiarissima del Corpo Mistico. L’OstiaSanta me ne fece intuire i segreti”.L’Ostia Santa: Gesù, che amando fino allafine, incondizionatamente, si donato comePane di Vita e continua a donarsi a tutti , perla salvezza di tutti. E’ il Mistero d’Amore insuperabile,non è possibile un “oltre”! Qui è laFonte a cui attinge continuamente la <strong>Chiesa</strong>, èil Modello di vita per ogni Figlia <strong>della</strong> <strong>Chiesa</strong>.Marta è uno dei tanti giovani a cui il PapaFrancesco spesso si rivolge chiamandoli a“salire in alto”, a non accontentarsi <strong>della</strong>misura corta dell’umano:“Voi avete una parte importante nella festa<strong>della</strong> fede! Voi ci portate la gioia <strong>della</strong> fede e cidite che dobbiamo vivere la fede con un cuoregiovane, sempre: un cuore giovane, anche asettanta, ottant’anni! Cuore giovane! Con Cristoil cuore non invecchia mai! Però tutti noi losappiamo e voi lo sapete bene che il Re cheseguiamo e che ci accompagna è molto speciale:è un Re che ama fino alla croce e che ciinsegna a servire, ad amare.E voi non avete vergogna <strong>della</strong> sua Croce!Anzi, la abbracciate, perché avete capito che ènel dono di sé, nel dono di sé, nell’uscire da sestessi, che si ha la vera gioia e che con l’amoredi Dio.” (24 marzo ’13).Nell’incontro del 22 maggio, la grazia di“forza e luce” ci è stata mediata da una diqueste giovani che non hanno paura, né vergognadi seguire Gesù un Re che ama fino allacroce e che insegna a servire, ad amare.Alla conclusione, qualcuno dei presenti hacommentato: è un miracolo che oggi ci sianogiovani pronte a lasciare tutto…ma perchéhanno incontrato il “Tesoro nascosto” -Gesùe il suo Regno-, e allora, vendere le proprie,povere ricchezze per quell’Unico Tesoro,significa entrare nella pienezza <strong>della</strong> Vita: lacomunione d’Amore col Padre, Figlio, Spiritosanto e donarla ai fratelli.Comunità di Mater Creatoris Milano17


Professione perpetuaHo scelto… per sempre!Se avessi dovuto sognare il giorno <strong>della</strong>mia Professione, in questo caso il sognonon avrebbe potuto superare la realtà. La gioia,lo stupore, l’amore, il calore che ho sperimentatoin quei giorni è ancora vivo in me e riemergea volte come un’onda spumeggiante sulla spiaggia.Davvero non avrei potuto desiderare di più;come sempre il Signore la fa da Signore, ancheperché erano le sue nozze che si celebravano.Sì, perché una Professione Perpetua è per tuttiil ricordo del patto d’amore che Dio stringe conl’umanità e con ogni anima, ma è anche l’attuarsiconcreto di un legame intimo che Luiallaccia con una persona in particolare.In questi giorni di festa, nei momenti diriflessione o di preghiera in preparazione allacelebrazione, si alternavano nel mio cuore laconsapevolezza di un “io” e di un “noi”. Facevoio la Professione Perpetua ma la festa è ditutta la <strong>Chiesa</strong> che in me si unisce più intimamentea Cristo. Sono stata chiamata io, ma inme ognuno ha potuto riscoprire la propriachiamata alla vita, alla figliolanza divina,all’appartenenza piena alla Santa <strong>Chiesa</strong>.Ho potuto godere <strong>della</strong> presenza di tantesorelle, di amici vecchi e nuovi che hannovoluto partecipare a questo momento cosìimportante per me; dei sacerdoti, che mi sonostati più vicino in alcuni tratti particolari delmio cammino; dei familiari che per la primavolta si sono trovati a vivere un evento ecclesialecosì forte e speciale. Tra di loro, invisibilima presentissimi, i miei genitori, soprattuttola mia mamma, che si era sempre sentita onorataperché il Signore aveva scelto una dellesue figlie. E nel momento <strong>della</strong> prostrazione,che è assolutamente unico e intimissimo, doveti poni in incondizionato abbandono sul cuoredi Cristo, ho sigillato e implorato che la miascelta, con la Grazia di Dio, sia davvero persempre, totale, piena.A qualcuno che si poneva ancora perplessodi fronte alla mia scelta posso solo dire cheil mistero <strong>della</strong> vocazione è come il Mistero<strong>della</strong> <strong>Chiesa</strong>, come il mistero dell’amore; nonsi può spiegare con ragionamenti logici, si puòsolo sperimentare per capirlo. È vero, avreipotuto fino all’ultimo decidere di prendere inmano la mia vita e condurla io. Invece ho sceltodi farmi suora, che detto solo così suona unpo’ superato e invece contiene quella stessalibertà di chi decide la via del matrimonio.Sì, ho scelto di sposarmi non solo per amorema di sposare l’Amore.Ho scelto di avere un’infinità di figli, tutti quelliche il Signore vorrà mettere sulla mia strada,per amarli con cuore di madre, per farli crescereverso di Lui.18


Vita di famigliaHo scelto di abitare ogni luogo, ogni casa perportare a tutti il messaggio che in Dio siamouna sola Famiglia.Ho scelto di lavorare per la vita e per il Regnodi Dio, perché nei luoghi dove mi troverò adoperare esso trovi spazio per venire in mezzoa noi.Infine ho scelto di dire a tutti ciò che io stessaho sperimentato: che Dio è buono, è Padre, èAmico, è Servo nostro; ci ama, ci ama tanto enon vuole altro che renderci felici.Alla fedeltà di Maria Santissima affido il miocammino perché sia, come lei, perfetta discepoladi Cristo.Un ringraziamento di cuore a tuttele sorelle delle comunità delle <strong>Figlie</strong><strong>della</strong> <strong>Chiesa</strong> di tutto il mondo perchémi hanno fatto sentire la loropartecipazione e il loro affetto inmodo caloroso e concreto. Grazie peravermi accolto in Famiglia!RosariaGrazie!E un canto di lode al Signore <strong>della</strong> vitaquello che noi tutte, <strong>Figlie</strong> <strong>della</strong> <strong>Chiesa</strong>, innalziamoper quanto l’amore di Dio Padre ciregala in questo tempo di grazia; l’ora in cuiviviamo il nostro presente, abbracciate dalla<strong>Chiesa</strong> sposa e dallo Spirito che la anima. Edunque, solo l’espressione: ”Grazie!”, puòdire la gioia del cuore di ciascuna di noi pertutto quello che abbiamo vissuto a Foggia, neigiorni 19, 20, 21 aprile <strong>2013</strong>, in occasione<strong>della</strong> Professione Perpetua di Rosaria Stranierodi Gesù e Maria.Nel clima pasquale che il cuore assaporaper la vittoria di Cristo sulla morte, nell’abbondanzadel dono di amore del comandamentonuovo, nell’attesa del respiro dello Spirito,nella compagnia quotidiana di Maria,rendiamo grazie, un grazie pieno come ildono dell’amore di Gesù per ciascuno, unamore più grande, un difficile amore, unamore che si apre al grazie, anche se abbiamosbagliato, grazie alla storia che Lui ci ha regalato.Grazie, grazie per tutto, per tutti e persempre! Così cantiamo ancora insieme, perquesto evento di grazia, sulle note del canto diringraziamento scritta e cantata dal maestroClaudio Lo Polito:Grazie: un canto, Signore, si leva dal cuore esgorga per Te;grazie: risposta infinita e tutta una vita non cibasterà.Grazie è questa la storia che ci hai regalato,che hai scritto per noi:grazie se abbiamo sbagliato, se abbiamoimparato ad amare di più.Grazie per chi nel cammino ci è stato vicino,si è speso per noi;grazie per chi ci ha lasciato ma resta presente,sentiamo che è qui…Grazie per questa speranza che ci fa sognareuna volta di più,grazie: scommessa d’amore, miracolo nuovodi vita con Te.Loris Abate19


Professione perpetuaSì per sempreSono Devadass Ancila di Gesù. Sonodavvero felice di essere nata in unafamiglia cristiana che ha nutrito la mia fedecristiana. Appartengo alla parrocchia dedicataa Sant'Antonio da Padova, benedetta dallapresenza di varie congregazioni religiose e hofrequentato la scuola parrocchiale.Ho conosciuto l’Istituto <strong>della</strong> <strong>Figlie</strong> <strong>della</strong><strong>Figlie</strong> <strong>della</strong> <strong>Chiesa</strong> attraverso due Sorelle chesono venute nella mia famiglia e mi e’ piaciutotanto il motto: dal corpo eucaristico alcorpo mistico. Durante lo juniorato ho compresomeglio la presenza forte di Gesù nell’eucaristiae nei poveri, membri preziosi del suocorpo mistico. Questa conoscenza mi ha aiutatoa fare con amore l’apostolato lavorandoper gli handicappati, le donne, gli emarginati.I doni che il Signore mi ha dato di mi sonostati tanto utili per compiere la missione nelmodo migliore.Sono grata al Signore, che mi ha chiamatoin questa famiglia religiosa <strong>della</strong> <strong>Figlie</strong> <strong>della</strong><strong>Chiesa</strong>. La vita fraterna semplice e gioiosa, laspiritualità eucaristica e liturgica, la conoscenza<strong>della</strong> vita <strong>della</strong> <strong>Chiesa</strong>; tutti questi elementimi sono serviti per amare e vivere il nostrocarisma con gioia.Sono Mary Avila Teresa <strong>della</strong> DivinaMisericordia. Con Maria nostra madre,magnifico il Signore con profondo senso digioia e gratitudine. Esulto nel Signore che hafatto grandi cose in me. Mi riempie di gioiaessere tutta del Signore facendo la mia professioneperpetua l’11 maggio <strong>2013</strong> assieme adAncila di Gesu’.Facendo memoria degli anni <strong>della</strong> mia formazionesono piena di meraviglia per comeDio ha lavorato in me, potando dove eranecessario per farmi portare più frutto. Sonostata introdotta alla Famiglia religiosa delle<strong>Figlie</strong> <strong>della</strong> <strong>Chiesa</strong> dal mio parroco, P. AbrahamGiriraj. “Offrire la mia vita per Gesu’ eper il servizio del suo popolo” è stata la miaintenzione fin da piccola. Ho cominciato asentire la chiamata del Signore mentre facevola quinta elementare. Pian piano il seme<strong>della</strong> vocazione ha preso radice in me equando ho finito la scuola aiutata dal mioparroco ho fatto un tempo breve di esperienzanella Comunita’ di Arunodaya nelmese di Aprile 2000, dopodiché ho decisodi entrare in questa Famiglia delle <strong>Figlie</strong><strong>della</strong> <strong>Chiesa</strong>.Cio’ che mi ha attirato subito è l’amorealla <strong>Chiesa</strong>, alla Liturgia e all’Eucaristia inparticolare. Sento la mia chiamata comeinvito ad essere fermento che opera dal didentro per dare vitalità alla gente che hafame e sete di Amore. Impegnandomi pienamentecon il Signore voglio proclamare atutti con la stessa ansia <strong>della</strong> nostra FondatriceMadre Maria Oliva Bonaldo che “Dioesiste ed e’ amore”.Avila e Ancila ringraziano i partecipantidopo la celebrazione20


Tra la gente per testimoniareVita di famigliaIl dono dell’annuncio“Dio ama chi dona con gioia” (2 Cor 9,7):è questa la parola che è apparsa più evidentenell’esperienza missionaria fatta nella parrocchiadi s. Croce a Raviscanina, un piccolocomune <strong>della</strong> provincia di Caserta.Con sr. Norma Alvarez, sr. Olinda Pereirae con Eleonora Faiazza, una nostra amica,domenica 17 marzo, nel pomeriggio, siamoarrivate in una piazza affollata di personeimpegnate negli ultimi preparativi per la ViaCrucis vivente, che di lì a poco sarebbe cominciatae avrebbe attraversato tutte le vie delpaese. Sembrava di essere arrivate in una famigliache sta organizzando qualche ricorrenza:ognuno impegnato in qualcosa, dal più piccoloal più grande.Il parroco, d. Armando Visone, ci ha presentatealla comunità all’inizio <strong>della</strong> Via Crucise insieme ci siamo addentrati nella contemplazionedi questo adorabile mistero, ammirandocon quanta fede e quanta partecipazionei giovani hanno interpretato le varie scene<strong>della</strong> Passione.Siamo state ospiti di questa bellissimacomunità per soli tre giorni e negli incontri congli ammalati, ai quali abbiamo portato il confortodell’Eucaristia, con i giovani e con lefamiglie incontrate sia in parrocchia, per lafesta del papà che nelle case per i centri diascolto <strong>della</strong> Parola di Dio, abbiamo potutocomunicare la verità che ci fa così felici: cheDio esiste ed è amore!E come sempre accade con il Signore, ciòche abbiamo ricevuto in affetto, partecipazione,amicizia, ma anche nel necessario alimentoche generosamente ci è stato donato, è statodi gran lunga superiore a quanto poveramentenoi abbiamo potuto fare.È nello stile di Dio: noi mettiamo i cinquepani e i due pesci…Egli li moltiplica! La generositàdei cristiani di Raviscanina è andataperò oltre il possibile e il giorno dopo la nostrapartenza le cose che non avevamo potuto portare,sono arrivate direttamente alla comunità<strong>della</strong> Domus Aurea, tra lo stupore di tuttenoi… davvero grande è il cuore di questacomunità e del suo parroco!Colme di gratitudine al Signore per le grandiopere che compie, ringrazio di cuore anome anche delle mie sorelle tutte le personedi Raviscanina e in particolare il caro d.Armando, per tutto il bene che abbiamo ricevuto,assicurando la nostra costante preghieraal Datore di ogni bene, perché custodisca questafamiglia parrocchiale e la aiuti a cresceresempre di più nella comunione e nell’amore!«Il Signore è casa…!»Anna Cipro“Una missione? Ma cosa devo fare? Ma no,che vengo a fare?”. Questa è stata la miaimmediata risposta a suor Anna quando mi haproposto di accompagnare lei e altre sue consorellea Raviscanina. Facevo la dura e cercavoscuse a me stessa per non andare!Non mi sono ritrovata li perché suor Annami aveva invitata, ma perché Qualcuno di piùgrande mi voleva lì in quel momento, avevaqualcosa da dirmi in un luogo lontano da casa,e farmi vivere questa esperienza.Mi sono ritrovata per l’ennesima volta adire SI a Dio e senza accorgermene ho accettato,lo Spirito ha deciso per me e mi ha preparatola strada per poter partire, nonostante ledifficoltà che ho trovato per organizzare ilviaggio. Poi una volta li chissà cosa mi aspettavodi trovare!21


Le nostre giovaniAvevo timore, non conoscevo il programmadelle giornate, non sapevo cosa fare, ma misono fidata.Mi sono ritrovata in un paesino di 1400abitanti tra gente sconosciuta a non saper cosafare. Il mio unico punto di riferimento eraSuor Anna, sapevo che mi potevo fidare di lei,perciò ho messo il mio servizio di quelle giornatein mano a Dio e tutte le paure si sonoaffievolite.I giorni passavano e man mano conoscevo iluoghi e le persone. Non c’è stato nessuno chenon ci abbia accolto con un sorriso e con unbenvenuto, tra gli anziani, i malati, i giovani, lefamiglie. Entravo nelle loro case da sconosciuta,ma la loro accoglienza era talmente cordialeche mi sentivo tra amici e ne uscivo contenta efelice.Ogni persona mi dava un po’ di se stessa eda ciò non potevo che imparare. È stato bellissimovedere una comunità guidata da un giovaneparroco che vive per la sua comunità, chedona intere giornate alla sua parrocchia, allasua gente, ai suoi giovani, e vedere che i fedelirispondono con il loro impegno quotidiano èstato un esempio di fede. Ciascuno si mette alservizio <strong>della</strong> parrocchia perché la sente comesua, come la sua casa, ognuno mette a disposizionequello che ha, senza nulla in cambio.Sono andata lì per dare la mia testimonianza,ma quella che ha ricevuto di più sono stata io.Questa piccola comunità non può che essereun esempio, per me e per tutti noi, di servizioquotidiano e gratuito al Signore, nella semplicitàe nell’amore. È bello vedere una fedecosi viva in una parrocchia, soprattutto tra igiovani che si mettono al servizio gratuitamenteperché si sentono accolti, si sentono a casa,perché hanno capito che il Signore è casa!Eleonora Faiazza«Il Signore è casa…!»Testimonianzadi un cammino di fedeDalla II lettera di Paolo a Timoteo, 1,3-6:«Rendo grazie a Dio che io servo, come i mieiantenati, con coscienza pura, ricordandomi dite nelle mie preghiere sempre, notte e giorno.Mi tornano alla mente le tue lacrime e sento lanostalgia di rivederti per essere pieno di gioia.Mi ricordo infatti <strong>della</strong> tua schietta fede cheebbero anche tua nonna … e tua madre … cheora, ne sono certo, è anche in te. Per questomotivo ti ricordo di ravvivare il dono di Dio,che è in te mediante l’imposizione delle miemani». Sì, tutto questo oggi si è avverato lungoil mio cammino.Sì, la porta <strong>della</strong> fede si è aperta per me dasempre e questo attraverso il dono del Battesimoe la presenza di persone che hanno segnatoil mio cammino. La nonna, con la sua preghiera semplice miè stata di esempio. I miei genitori trasmettendomi con la lorovita una fede vera, semplice e sincera che halasciato in me un segno profondo di come sipuò, e si deve amare e servire il Signore Gesù. I sacerdoti assieme ai genitori sono stati perme i pilastri forti, che ancora oggi sostengonoil mio cammino. Con la loro parola e il loroesempio mi hanno donato tanta forza per iniziaresempre nuovi cammini e con nuovo slancio.DiceSan Paolo: “ Dio non ci ha dato unospirito di timidezza, ma di forza, di carità, diprudenza.” E di questo ringrazio il Signore,perché, la chiamata alla fede per me è statasempre un SI’ al volere di Dio con coraggio,senza paura e testimoniando l’amore che Cristoha per me e per tutti.Gesù mi ha chiamata poi a collaborarenella sua <strong>Chiesa</strong>, come “Figlia <strong>della</strong> <strong>Chiesa</strong>”,e questa vocazione per me è una grande grazia;è un dono del Signore, perché ogni giornoposso rispondere all’appello divino a qualunquecosto e mettermi sempre al servizio delVangelo, per Lui e con Lui.22


Vita di famigliaLa fede semplice l’ho sempre vissuta e hocreduto che il Signore ha compiuto e compie inme cose grandi: continuamente!.Ricordo ancora il mio primo incontro conla Fondatrice, Madre Maria Oliva, in un colloquiocon lei, dove mi disse: “ Sei pronta a patiree a morire per Cristo?...”.Alla mia risposta affermativa, con un grandeSI, mi sorrise e mi incoraggiò ad andareavanti (allora avevo 13 anni). Mi sono fidatadelle parole <strong>della</strong> Madre, di quel sorriso, eforse, senza allora capire il significato, ma locapisco oggi, perché proprio in quel momentoha avuto inizio al mio nuovo cammino, cercandodi approfondire qual era la mia vocazione.Oggi ringrazio ancora di più il Signore peril dono <strong>della</strong> vocazione alla vita consacrata.Senz’altro è stato anche un sì ricco di fedee coraggioso per me, ancora così giovane. Hovissuto tutto e sempre con una fede semplice,quelle dei miei nonni, a volte anche sofferta,ma che ha maturato nel tempo.Tutto è stato dono fatto dal Signore nellevarie tappe <strong>della</strong> mia vita. Soprattutto attraversol’amore e la testimonianza di persone chehanno guidato, fortificato e sostenuto il miocammino.La guida spirituale dei miei sacerdoti diallora e di oggi. La meditazione fin da piccola,il mio parroco in quel tempo mi diede un librotroppo grande per me, ma è stato quello che miha insegnato a meditare; era l’Imitazione diCristo. Per me è stato tutto un crescere.Oggi dico grazie, di poter vivere questoanno <strong>della</strong> fede in cui tutti possiamo ravvivarela nostra fede, rinvigorirla con la preghiera,come diceva mio papà: “Pregate con devozione,perché la preghiera mantiene e aumenta lanostra fede”.Ritorniamo ogni giorno al fonte battesimalein cui la fede ci è stata donata come donoprezioso da custodire e testimoniare nel nostroquotidiano.Gilda De GrandisIn missione per riscoprire l’unitàPreghiera, centri di ascolto, festa:la missione popolare prepara la parrocchia diSanta Croce, ad una Pasqua diversa.Dal 17 al 21 marzo la parrocchia Santa Crocedi Raviscanina ha vissuto un evento di graziacon la missione popolare delle Suore <strong>Figlie</strong><strong>della</strong> <strong>Chiesa</strong> (provenienti da Roma) promossadal parroco don Armando Visone.Nell’anno <strong>della</strong> fede, voluto da Papa BenedettoXVI, la comunità parrocchiale ha volutovivere l’esperienza di una fede annunciata evissuta nella condivisione concreta e vera <strong>della</strong>carità.La Missione, preceduta dalle visite fattedalle religiose presso numerose famiglie delposto, si è poi caratterizzata attraverso il colloquiopersonale, il confronto dei Centri d’ascoltoprogrammati per la sera, le celebrazionicomunitarie, l’animazione festosa e l’ascolto<strong>della</strong> Parola di Dio nel silenzio dell’adorazione.Il percorso formativo di questi giorni haeducato la comunità ad una nuova consapevolezza<strong>della</strong> propria fede e ad un cammino diannuncio, comunione e missione.La risposta agli incontri è stata più chepositiva da parte degli adulti e dei più giovani.La presenza delle Suore ha facilitato nell’ambito<strong>della</strong> comunità un nuovo dialogo: lacondivisione di gioie, tradizioni ed esperienze,di fede desiderosa di crescere e maturare.E bastato stare insieme “con lo stile di Cristo”per riacquistare la forza e il dinamismonecessari ad una comunità.“Ora – come dicono molti in parrocchia –ci tocca osare coraggiosamente, mettendo adisposizione <strong>della</strong> piccola comunità che èRaviscanina, i talenti, seppur semplici e imperfetti,con impegno e dedizione per proseguirein questo progetto di comunione nella fra-tellanzaappena riscoperta.Sabina Mattiello23


Le nostre giovani«Venite exultemus Domino,venite, adoremus.»L’incontro con la Comunità ecumenicadi Taizè, è stata un’occasione per lodare Dioe far sentire a Roma l’entusiasmo e la fededei giovani cristiani d’Europa. Anche noi<strong>Figlie</strong> <strong>della</strong> <strong>Chiesa</strong> non potevamo mancarea questo evento, che da un po’ di anni vienevissuto nelle varie capitali europee. Condiverse forme abbiamo collaborato perchéchi arrivava dai Paesi lontani potesse respirareun bel clima di famiglia.Due nostre comunità hanno ospitato delleragazze provenienti dalla Polonia e dalla Germania,un’altra ha accolto un gruppetto di italiani.Il Noviziato ha aperto le porte per tuttele necessità.Anche la nostra Casa Generalizia ha offertoil suo prezioso contributo ospitando ventiragazze. Quando si partecipa a questi incontriallargati, alla fine è sempre grande il Grazieche viene detto al Signore.Condividere la fede con ragazzi, che danazioni lontane e con culture differenti, sisono messi in cammino senza nessuna sicurezzama con tanta fiducia in Dio e nei fratelli,è stata un’esperienza di ricchezza ineguagliabilee di autentica testimonianza cristiana!Lo stile semplice e profondo propriodi Taizè, ci ha favorito poi in questo scambiosincero e fecondo.I momenti di preghiera, condivisi nellegrandi basiliche <strong>della</strong> cristianità, sono staticaratterizzati dalla ripetizione continua dicanoni biblici e da prolungati momenti disilenzio e dalle preziose meditazioni diPadre Alois (priore <strong>della</strong> Comunità diTaizè), che ci hanno realmente aiutato asentirci una cosa sola nell’unica fede in CristoSignore e nell’adorazione di Lui. In quelsilenzio adorante le distanze si abbattono eti accorgi che esiste davvero un luogo in cui,proprio perché centrato in Dio, è possibileincontrarsi senza paure e difese: il nostrocuore. Anche gli incontri sul tema, a cui erapossibile partecipare durante il giorno, volevanoessere una possibilità per crescere inuna comune coscienza cristiana da unpunto di vista culturale, teologico e sociale,oltre che un’occasione per visitare i luoghipiù importanti e significativi <strong>della</strong> nostrafede.Emozionante l’incontro con il Papa inpiazza San Pietro: il silenzio denso di preghierache si è creato, la Piazza illuminatadalla luna piena e le fiaccole di vari colorihanno creato un’atmosfera indimenticabile.I lavori di gruppo sono stati momenti fortiper condividere il nostro “credo”.Luciana CapriglioCasa GeneraliziaViale Vaticano - Roma24


Vita di famigliaSaldi nella fedeLatiano (Brindisi): 1-2-3 marzo <strong>2013</strong>: tregiorni per testimoniare quello che da <strong>Figlie</strong><strong>della</strong> <strong>Chiesa</strong> abbiamo sperimentato e cerchiamodi vivere tutti i giorni, in continuitàcon la nostra fondatrice, Maria Oliva Bonaldo:Dio esiste ed è Amore!È spinte da questo desiderio che abbiamoraccolto con entusiasmo l’invito del vice parroco<strong>della</strong> <strong>Chiesa</strong> di Santa Maria <strong>della</strong> Nevedi Latiano, Don Francesco Sternativo (conosciutoqualche anno fa a Roma, nei suoi annidi formazione e con cui abbiamo condivisol’esperienza <strong>della</strong> Gmg), di animare una tregiorni nella sua comunità parrocchiale.Insieme a sr. Maria Chiara Zulato e sr.Anna Cipro abbiamo trascorso giornatesemplici e gioiose all’insegna <strong>della</strong> fraternitàe <strong>della</strong> condivisione, circondate dall’accoglienzae dalla vivacità dei parrocchiani, diDon Francesco e del parroco Don AngeloAltavilla.La sera del primo abbiamo portato lanostra testimonianza di <strong>Figlie</strong> <strong>della</strong> <strong>Chiesa</strong>,in una veglia di preghiera organizzata daigiovani di tutte le parrocchie di Latiano etenuta nella <strong>Chiesa</strong> Madre (cioè la parrocchiache ci ha accolte), la prima di una seriepensata per la formazione permanente.«Saldi nella fede» è il titolo degli incontriche ha visto la partecipazione creativa eintraprendente (con danze e video) deiragazzi coinvolti nell’organizzazione.Il pomeriggio del due è trascorso nell’animazionedi tutti i gruppi Acr fino ai giovanissimi,nel meraviglioso oratorio in cui eravamoospitate: un’antica e spaziosa struttura attualmenteadatta per accogliere i giovani, <strong>della</strong>parrocchia e non, e offrire loro una realtà vivae dinamica in cui crescere nella fede e in unagenuina fraternità.Dopo un momento di festa e presentazione,con un breve video su chi siamo e ciò chefacciamo, è stato molto divertente drammatizzarecon i piccoli le scene <strong>della</strong> chiamatadi Mosè e <strong>della</strong> liberazione del popolo diIsraele dalla schiavitù egiziana, in conformitàcon le letture <strong>della</strong> liturgia domenicale; unmodo efficace e simpatico per annunciareanche a loro: Dio ti ama e chiama anche te!Mentre i piccolissimi si sono dilettati a colorareun cartellone con l’immagine di Mosè edel roveto ardente.Con i più giovani invece abbiamo riflettutoinsieme, aiutati dalla visione del cortometraggioamericano “ Il circo <strong>della</strong> farfalla”,su quanto ognuno di noi è amato in modounico e personale da Dio; quanto preziosisono i doni che Lui ci fa; quanta forza puòsprigionarsi dall’esperienza di questo amore.La domenica infine abbiamo animato laSanta Messa delle otto e partecipato a quelladelle undici, concludendo in entrambecon la nostra testimonianza “a tre voci” sullagioia di appartenere a Dio nella famiglia religiosadelle <strong>Figlie</strong> <strong>della</strong> <strong>Chiesa</strong>, illustrandonebrevemente il carisma ampio e radicale checi fa vivere nel cuore <strong>della</strong> <strong>Chiesa</strong> come figliee come madri al servizio del popolo di Dio.Ringraziamo il Signore per quanto ci hadonato e preghiamoLo che la bella amicizianata con questa comunità parrocchiale,possa crescere e portare frutto.Giulia Iuso25


Ricordiamo le tue meraviglie, Signore!Maria Oliva BonaldoOlga GugelmoMaddalena VolpatoEvento straordinario di grazia in Maria Oliva Bonaldo il Corpus Domini 1913, una chiamataineludibile alla santità, a maternità feconda nella <strong>Chiesa</strong>.Come dall’incondizionata risposta di Maria Oliva vennero le figlie, così in questo centenariodel carisma <strong>2013</strong> si avvicendano altri significativi e cari anniversari. Tra maggio e ottobre,si può dire: i mesi di Maria e del Rosario. Quel Rosario dalla cui recita confidente esenza fine, madre Maria Oliva sperò con certezza il compimento dei suoi desideri— Ah, poter essere in molte … — Dammi delle figlie, Signore!Lodiamo il tuo nome e ricordiamo le tue meraviglie, Signore, come nella Madre cosìnelle “figlie”!1943, 11 aprile — Settanta anni fa nasceva al cielo Olga Gugelmo, dono di Maria e primaspiga ricolma. — Il 23 ottobre dello stesso anno, M. Maria Oliva accoglieva tra le sue figlieMaddalena Volpato, la novizia sorridente che seguendo lo Spirito sì immolò per l’unità deicristiani. Serve di Dio, modello autentico delle figlie <strong>della</strong> chiesa. Incarnato anche da unadodicenne, la piccola figlia <strong>della</strong> <strong>Chiesa</strong>, Emma Moser, di Palù di Giovo che, circa 20 annidopo, offriva la sua leucemia per il Concilio Vaticano II.1973, 23 maggio — E come non ricordare la nostra dolcissima e serafica Sor. Maria Gaidonidel Divino Amore nel quarantesimo <strong>della</strong> sua nascita al cielo? Certamente ci sorridelassù, accanto alla Madre Fondatrice, con la sua inconfondibile trasparenza evangelica, diuna santa, semplicemente, come sentiamo di dire quante l’abbiamo conosciuta.1993, 14 ottobre — E ancora vogliamo ricordare (una per tutte le cento e più Sorelleormai giunte a Mater Admirabilis, la casa del cielo) nel ventennio <strong>della</strong> santa morte in assolutapovertà e abbandono sereno: Silvana Termignone di S. Agostino.Pina Audasso26


Vita di famigliaSr. Giuseppina Ghezzo Di Gesù Sommo sacerdoteVenezia 11-05-1928 – Castelnovo VI 22.04.<strong>2013</strong>«Giuseppina. Nella sua vita la sofferenza è stata di casa, eppurelei ha saputo accettarla come una missione. Nei suoi appunti spirituali,in occasione del 50° di Professione, ha scritto: “Ti ringrazio,Madonna benedetta del Rosario, perché il tuo posto nel miocuore è più profondo. Circonda la mia vita, fa’ che io sia tutta diDio sempre più, sempre più».Sacrestana <strong>della</strong> cappella <strong>della</strong> Comunità di Levico, variava ognigiorno l’addobbo dell’altare con un fiore o un altro piccolosegno, con tenerezza, notata dai frequentatori, verso Gesù nelSacramento. Amelia, una sorella che le è stata vicina negli ultimianni, la ricorda infatti per la presenza sempre composta all’adorazionee nella preghiera. Dice ancora che la calma, la pace e la“gioia” di Giuseppina nell’andare incontro allo Sposo hannolasciato in lei il desiderio e la speranza di poter avere lo stessodono, rasserenando il suo cammino verso la meta.La vita di noi mortaliè la perenne attesa.Si attende qualcosa, qualcuno.Scivolano via i giornii mesi, gli annie la vela del pensierocontinua a veleggiare.(Doraforino)27


La Vita <strong>della</strong> <strong>Chiesa</strong> è una Pentecoste continua,un’effusione ininterrotta dello Spiritodi Sapienza e d’Intelletto,dello Spirito di Consiglio e di Fortezza,dello Spirito di Scienza e di Pietàe lo Spirito del Timor del Signore la riempie [Is. 11,2-3].Questi spiriti, o spirazioni, o semplicemente doni,sono movimenti divini,impressioni illuminanti e delizioseche compenetrano l’anima di amore e di luce:«L’amore divino si è riversato nei nostri cuori» [Rom. 5,5].«Dio stesso lampeggiò nei nostri cuori» [2 Cor. 4,6].M. Maria Oliva BonaldoClicca e naviga in: www.figlie<strong>della</strong>chiesa.orgse vuoi scriverci: bollettino@figlie<strong>della</strong>chiesa.orgTipografia River Press Group - Roma

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