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L’aereo atterra, ci registriamo all’hotel assurdamente lussuoso che mio padre ha<br />

prenotato e decidiamo di fare un giro turistico. I marciapiedi sono strapieni e il traffico è<br />

praticamente fermo. È il primo pomeriggio, ma fa freddo e gli edifici sono così alti che il sole<br />

quasi non arriva ai piani più bassi, o al suolo.<br />

Ella indossa una giacca con il cappuccio e dei mezzi guanti, ma trema di freddo<br />

mentre sorseggia il caffè.<br />

«Hai freddo bimba?», le chiedo tirandomi il cappuccio sulla testa.<br />

Annuisce con il caffè accostato alle labbra. «Mi sa che mi sono abituata un po’<br />

troppo al clima di Las Vegas».<br />

Mi avvicino e le sfrego le mani sulle braccia per generare calore. «Pensa come sarà<br />

tornare a casa a Natale allora. A Star Grove fa molto più freddo che qui».<br />

Mentre beve il caffè la cingo con le braccia, guidandola tra la folla. «Non penso di<br />

andare da nessuna parte a Natale».<br />

Torno al suo fianco e intercetto il suo sguardo. «Che vuoi dire? Non puoi restare da<br />

sola al campus per tre settimane».<br />

«Non voglio tornare in una casa vuota, Micha», dice. «E non starò da sola. Neanche<br />

Lila torna a casa».<br />

Ci fermiamo al semaforo e aspettiamo il verde in mezzo alla folla, il traffico ci<br />

sfreccia davanti.<br />

«Puoi stare da me», le propongo. «Sono disposto anche a cederti il mio letto».<br />

in hotel?»<br />

Mi lancia un’occhiataccia. «Certo, non dovevamo avere due letti separati anche qui<br />

«Ehi, è stato mio padre a prenotare», dico mentre lei si toglie i capelli dalla bocca.<br />

«Non è colpa mia».<br />

«Ah sì». Alza gli occhi al cielo. «Ma guarda che fortuna per te».<br />

«Sì, per me è una fortuna». Sto camminando sul filo del rasoio. «Così se sarò troppo<br />

eccitato dovrò solo convincerti a mettere una gamba sopra di me e scommetto che ti lascerai<br />

toccare un’altra volta. Sai, diventi un po’ monella quando sei in una stanza buia».<br />

Un ragazzo più grande con i capelli fini e gli occhiali sta ascoltando la nostra<br />

conversazione con un gran sorriso sulla faccia. «Non è andata proprio così», dice Ella.<br />

Lancio uno sguardo intimidatorio al pervertito che ci sta ascoltando, lui si volta di<br />

colpo. «È andata esattamente così, bellezza, e tu lo sai».<br />

Butta giù il caffè per nascondere l’espressione imbarazzata. «Non so di cosa parli».<br />

Intreccio le dita alle sue, attraversiamo la strada insieme alla folla e ci fermiamo<br />

dall’altro lato per guardarci intorno.

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