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Pochi istanti dopo Ethan compare sulla soglia e appoggia le braccia agli stipiti della<br />
porta. Le maniche della felpa nera sono tirare su e lasciano scoperti i tatuaggi colorati sulle<br />
braccia. «Hai bisogno di qualcosa?». Sorride, divertito dallo spettacolo di noi due.<br />
Cerco di tirare su la spalla. «Puoi darmi una mano a liberarmi?».<br />
Lui si sfrega la mascella coperta da una barba trasandata e valuta la mia richiesta.<br />
«Credo sia meglio se resti là. Così se si sveglia ancora ubriaco te la vedrai tu con lui».<br />
«Ethan», sibilo, ma se ne va ridacchiando tra sé.<br />
Chiamo Lila un paio di volte, ma non mi risponde, e mi chiedo se Ethan non le abbia<br />
per caso detto che poteva andarsene. Dopo parecchie contorsioni, riesco a liberare un braccio.<br />
Mi sfrego gli occhi stanchi, guardo Micha e lo ascolto inspirare ed espirare. Gli passo le dita tra<br />
i capelli, poi traccio una linea dalla tempia alle labbra. Dio, quanto è bello.<br />
«Che cosa ti passa per la testa?», sussurro riportandomi la mano sul fianco.<br />
Il suo respiro dolce mi accarezza la guancia. Rinuncio all’idea di andarmene e gli do<br />
un bacio sulla fronte, poi mi accoccolo accanto a lui con un leggero sorriso sulle labbra. Alla<br />
prossima seduta con la terapista potrò dire di essere stata abbracciata per dieci ore di fila.<br />
Capitolo 11<br />
Micha<br />
Apro gli occhi e vedo Ella che dorme beata tra le mie braccia. Una delle mie mani è<br />
appoggiata sul suo fianco e l’altra sotto il seno. In teoria sarei incredibilmente felice, ma la testa<br />
mi pulsa, lo stomaco mi brucia e non ho idea di cosa sia accaduto la notte scorsa, di cosa io<br />
abbia detto o fatto.<br />
Con cautela, per non svegliarla, mi alzo e vado in bagno. Tutta la stanza gira e mi<br />
sento come se il cervello stesse per esplodermi dentro il cranio.<br />
Vomito l’anima, poi mi lavo i denti e torno in camera. Ella è sveglia, seduta sul letto<br />
e appoggiata alla testiera.<br />
«Come ti senti?». Nei suoi occhi c’è una piccola scintilla di divertimento.<br />
«Malissimo, lo trovi divertente?». Striscio di nuovo sul letto e mi stendo a pancia in<br />
giù, con il sapore del vomito ancora in gola. «Che diavolo è successo ieri notte?».<br />
Con la punta delle dita mi disegna dei cerchi sulla schiena nuda. «Be’, è cominciata<br />
con te che ti sei scolato mezza bottiglia di vodka ed è finita con te che mi intrappolavi nel tuo<br />
letto».<br />
Tiro su la testa e alzo un sopracciglio. «Abbiamo…».<br />
Scuote la testa e si china, adesso è distesa su un fianco accanto a me. «Non volevi