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Espiro pesantemente. «Sì, lo credo anch’io, il che vuol dire che con ogni probabilità<br />

ci stiamo infilando in una spirale<br />

drammatica».<br />

«Sei sicura che Blake sia ancora al lavoro?». Lila si sposta sul sedile per scendere<br />

dalla mia parte.<br />

Annuisco. «Dobbiamo venire a prenderlo, ricordi?».<br />

Attraversiamo il parcheggio in direzione dell’ingresso. È già abbastanza buio per<br />

osservare le stelle che punteggiano il cielo e, a una certa distanza,vedere brillare le luci della<br />

Strip dai colori fluorescenti. Micha barcolla mentre cammina e inciampa nei suoi stessi piedi<br />

mentre salta per toccare la cornice della porta, prendendo una storta alla caviglia quando atterra.<br />

«Sì, stiamo decisamente andando incontro a una spirale drammatica», mormoro tra i<br />

denti mentre Ethan spalanca la porta.<br />

Le luci del ristorante sono soffuse e l’aria è stantia. È affollato e rumoroso, ma è<br />

rimasto qualche séparé libero. Sopra ogni tavolo sono appese piccole lanterne e dalle casse esce<br />

della musica country leggera.<br />

Dietro al bancone Blake sta servendo degli shot a un gruppo di ragazzi piuttosto<br />

vivaci. Mi schiarisco la gola e cerco un contatto visivo con Lila, alla quale faccio un cenno con<br />

la testa in direzione di Blake. Lei segue il mio sguardo e cambia espressione.<br />

«Aspetta, ho un’idea». Si avvicina leggiadra a una cameriera, una brunetta in<br />

camicia bianca e pantaloni neri. Da sopra il bancone Lila le allunga una mancia e poi torna verso<br />

di me con un sorriso allegro stampato in faccia.<br />

tempi».<br />

«Tutto sistemato», dice a voce bassa. «Sì, lo so, sono la migliore amica di tutti i<br />

«Che hai fatto?», le chiedo, ma lei si limita a sorridere.<br />

La cameriera ci accompagna al tavolo e io capisco che Lila le ha offerto una mancia<br />

per farci sedere a un tavolo d’angolo, un po’ appartato e fuori dalla visuale del bar. Vorrei<br />

abbracciarla, ma sarebbe strano, perciò mi siedo e Lila mi scivola accanto.<br />

Ethan si ferma dall’altra parte del séparé. «No, non ho intenzione di fare comunella<br />

con Micha. Lila può sedersi vicino a me».<br />

Lila mi lancia un’occhiata. «Per te va bene?».<br />

Ho i nervi a fior di pelle e la mia voce malferma ne è un segnale. «Credo, io…».<br />

«Non me ne frega niente di dove mi siedo». Gli occhi di Micha vagano in direzione<br />

del corridoio. «Tanto credo che andrò a fare un salto al bar».<br />

Lila balza in piedi e si precipita dall’altro lato, vicino a Ethan, rimettendo a posto<br />

qualche ciocca di capelli sotto la fascia. Micha si lascia cadere accanto a me al tavolo e mi mette<br />

un braccio intorno alle spalle. Indossa una maglietta grigia a maniche corte e la sua pelle calda

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