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Annuisce rivolto verso la porta d’ingresso, dove Ella e Lila ci stanno aspettando.
«Muoviamoci allora».
Non appena esce mi scolo un paio di sorsate di vodka da una bottiglia che tiro fuori
da una delle scatole e mi infilo un paio di bottigliette in tasca. La telefonata dell’ospedale mi ha
ricordato dolorosamente che mio padre è venuto a cercarmi soltanto perché ha bisogno di
qualcosa. Ma non è questo il vero problema. Ho fatto pace con l’idea che lui mi considererà
sempre poco più di un conoscente. Ciò che mi tormenta è il fatto che in fondo al cuore non
voglio fare questa cosa per lui. Vorrei farlo soffrire e mi sento quasi divorato da questa
sensazione. Non vorrei sentirmi così, ma non riesco a tenere a bada il rancore.
Ethan torna in cucina con un’espressione irritata in viso. «Che stai facendo?
Andiamo. Sto morendo di fame».
«Arrivo. Dio, cerca di calmarti». Mi precipito alla porta. «E non andremo con quella
maledetta Mustang».
Ella
Micha si è incazzato per la Mustang e ha fatto tutto un discorso drammatico per dire
che non ci salirà. Non esiste. Uh-uh. Più la serata va avanti, più diventa chiaro che la sua rabbia
viene da qualcosa di più profondo e che la macchina è solo una scusa.
Quando Ethan entra nel parcheggio, realizzo che il mio karma mi odia, perché è il
ristorante dove abbiamo lasciato Blake prima, quello in cui lavora.
qui».
Mi sporgo in avanti dal sedile posteriore del camioncino. «Non voglio mangiare
«Perché no?». Micha guarda l’insegna al neon del ristorante e le decorazioni
luminose che pendono dal tetto inclinato. I suoi occhi sono iniettati di sangue e scandisce
lentamente le parole, il che di solito vuol dire che è stanco, oppure che è ubriaco. «Mi sembra
carino».
«Ma il cibo fa schifo», interviene Lila slacciando la cintura di sicurezza. «C’è un
posto in centro che fa delle bistecche buonissime. Ci vuole solo un quarto d’ora per arrivarci».
Micha scuote la testa in modo teatrale e giurerei che sta facendo lo stronzo di
proposito. «Nah, davvero, secondo me questo posto va bene».
Lila e io ci scambiamo uno sguardo preoccupato mentre Micha e Ethan scendono e
sbattono le portiere, lasciandoci da sole nell’abitacolo buio.
«Non prevedo nulla di buono», borbotto osservando Micha fare il giro intorno al
camioncino. Poi getta indietro la testa e beve un sorso da una bottiglia. «Specialmente
considerando che è di pessimo umore».
«Credo sia ubriaco», sussurra Lila mentre io apro la portiera. «Mi è sembrato che il
suo alito puzzi d’alcol».