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Il mio sguardo corre lungo il tettuccio splendente della macchina. «Ed ecco il<br />

trionfale ritorno della Mustang nelle nostre vite».<br />

prestito».<br />

Lei si sposta qualche ciocca di capelli castani dietro l’orecchio. «Lila l’ha presa in<br />

La incalzo con uno sguardo implacabile. «Me ne accorgo quando dici le bugie». Mi<br />

avvicino al lato del passeggero e Lila salta fuori dalla macchina. «Potevate farvi venire a<br />

prendere da me o da Ethan».<br />

«Lo so». Ella indugia vicino al marciapiede. «Ma volevo avere la possibilità di<br />

andarmene quando volevo».<br />

è?».<br />

«Io entro», ci interrompe Lila lanciando un’occhiata allo stabile di due piani. «Qual<br />

Senza staccare mai gli occhi da Ella, indico con il dito il secondo piano. «Ultimo<br />

piano, prima porta a destra».<br />

Lila annuisce e corre su per le scale, che scricchiolano sotto i suoi tacchi alti.<br />

«La macchina non vuol dire niente, Micha». Ella struscia i sandali sull’asfalto,<br />

evitando il contatto visivo con me. «Davvero. È solo una macchina che ho preso in prestito».<br />

«Capisco che possa non significare nulla per te, ma probabilmente non è così per<br />

Blake», le assicuro, infilando le mani in tasca per resistere alla tentazione di toccarla e di<br />

rivendicare i miei diritti su di lei. «Un ragazzo non presta una macchina come questa a una<br />

ragazza che non gli piace».<br />

Lei sospira e mi guarda di sottecchi. «Forse era meglio non venire. È troppo strano».<br />

«È strano solo se lo rendi strano tu». Mi avvio verso le scale e lei mi segue. «Smetti<br />

di preoccuparti così tanto, bellezza».<br />

«È più facile a dirsi che a farsi», mormora facendo una smorfia.<br />

Quando arriviamo ai piedi della scala, mi sposto di lato e le faccio cenno di andare<br />

avanti. «Prima le signore».<br />

Lei mi rivolge un sorriso incerto e sale di corsa i gradini, facendo scorrere la mano<br />

sulla ringhiera. Sorrido tra me e me e mi incammino dietro di lei, concentrandomi sul suo<br />

posteriore. Indossa dei pantaloncini rossi abbastanza stretti da lasciar sfuggire fuori una<br />

piccolissima porzione di culo. Quanto mi è mancato questo culo.<br />

Arrivata in cima alla scala si getta un’occhiata alle spalle e si accorge che la sto<br />

fissando. Sposta le mani dietro e appoggia la schiena al muro. «Mi hai fatta andare avanti solo<br />

per guardarmi il sedere? Pensavo che dovessimo essere amici».<br />

Scrollo le spalle, chi se ne frega se mi ha scoperto. «Ti guardavo il sedere tutto il<br />

tempo anche quando eravamo amici, prima. È solo che non te ne sei mai accorta».

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