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Infilo i sandali e controllo se le chiavi di casa sono nella borsa. «Blake».<br />

Balza in piedi e butta il torsolo della mela nel secchio dell’immondizia accanto al<br />

divano. «Lo sai che Micha si incazzerà con te quando ti vedrà arrivare con la macchina di<br />

Blake».<br />

«Non sarà incazzato», puntualizzo aprendo la porta, da cui filtra la luce del sole.<br />

«Solo un po’ infastidito e comunque sei stata tu a suggerirlo per prima».<br />

«Lo so, ma poi ho realizzato che probabilmente non era una grande idea». Mentre<br />

scendiamo le scale sospira. «Ogni tanto hai la tendenza a vedere le cose un po’ distorte. Sarà<br />

incazzato eccome, perché prima gli hai detto di restare amici per un po’ e poi ti presenti con la<br />

macchina di un altro».<br />

Schivo un albero e poi faccio un balzo sulla destra per evitare un tizio che sta<br />

giocando a football e che sta correndo nella mia direzione per fare una presa. «Allora guida, e<br />

diremo che l’hai chiesta in prestito tu, così andrà tutto a posto».<br />

«Tutto a posto?». Prende un pacchetto di gomme dalla tasca e ne infila una in bocca.<br />

«Sì, vedremo come sarà tutto a posto con la tensione sessuale che ci sarà tra voi due».<br />

Mi offre una gomma e io la accetto, sapendo benissimo che ha ragione.<br />

Micha<br />

Ethan apre il frigorifero e storce il naso. «C’è odore di spogliatoio qui dentro. Oh<br />

mio Dio, ci sono degli avanzi di spaghetti». Prende un contenitore Tupperware pieno di roba<br />

rossa e la esamina più da vicino. «No, non sono sicuro di cosa sia».<br />

«Buttali, amico». Sollevo una pesante scatola con la scritta “piatti” e la porto nella<br />

minuscola cucina, che ha un disperato bisogno di una mano di vernice. Sul piano da lavoro<br />

verde sono caduti pezzetti di intonaco e una delle pareti è stata stuccata in diversi punti.<br />

«Sembra che quella roba si muova».<br />

Ethan mi lancia il contenitore, trattenendo i conati di vomito per l’odore tremendo<br />

che emana. «È il tuo turno. L’ultima volta l’ho portata fuori io l’immondizia».<br />

Scuoto la testa e scendo le scale tenendo il contenitore davanti a me. Il complesso di<br />

appartamenti è in una zona piuttosto rumorosa, specialmente intorno al parco giochi. Ci sono<br />

bambini sulle altalene, oppure che corrono, ridono, urlano, piangono. Ogni volta penso a tutto<br />

quello che Ella, Ethan e io non abbiamo mai avuto.<br />

Mentre raggiungo il cassonetto, una Mustang rossa entra nel parcheggio del<br />

comprensorio. Accosta vicino al camioncino di Ethan, sotto la tettoia per le auto, e io mi<br />

avvicino, un po’ infastidito nel vedere Ella scendere dalla macchina.<br />

A giudicare dalla sua espressione, sa bene di essere nei guai. Mi saluta incerta con la<br />

mano. «Ciao».

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