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«“Ma era così figa mentre ballavamo”», dice Ella facendo la mia imitazione con un<br />

tono di voce più basso. «“E giuro che sembrava più giovane”».<br />

Ethan scoppia di nuovo a ridere, appoggiandosi a Ella che sghignazza anche lei a<br />

crepapelle. Ethan mi ha detto della storia del frullato con Mikey ed è come se quell’episodio<br />

avesse abbattuto una barriera tra loro due.<br />

Gli do una spinta e lui urta una bionda alta con un bel paio di tette, finendo per<br />

toccarle uno dei seni con la mano. Ella si gira verso il muro ridendo come una pazza.<br />

«Mi dispiace». Ethan fa un sorriso divertito mentre si scusa con la bionda. «Non ti<br />

avevo vista, dolcezza».<br />

Deve avere più o meno la nostra età, forse è un po’ più grande. Socchiude gli occhi e<br />

se ne va a passi pesanti verso i tavoli, tenendo le braccia incrociate mentre si accomoda<br />

sull’angolo di una panca.<br />

«Grazie di avermi fatto passare per un pervertito». Ethan mi guarda arrabbiato, poi<br />

lancia un’occhiata discreta a Lila.<br />

«Non ti serve il mio aiuto per quello». Mi accorgo che Ella è ancora faccia al muro,<br />

con le spalle che sussultano. «Ehi, bellezza, sei ancora viva?».<br />

Scuote la testa e si volta, con la mano davanti alla bocca e le lacrime agli occhi. «Mi<br />

dispiace», dice tra le risate. «Non riesco a smettere di pensare a quella signora di New Orleans<br />

che ti sei quasi fatto nel bagno. E poi abbiamo dovuto trascinarti fuori dal club perché lei ci<br />

inseguiva…».<br />

«È questo che è successo?». Lila comincia a ridacchiare, con le gambe quasi curve<br />

mentre si piega in avanti tenendosi la pancia.<br />

«Non era così vecchia, avrà avuto trentacinque, quarant’anni», ribatto, spostandomi<br />

per far passare delle persone appena arrivate. Insieme a loro entra anche una brezza fresca. «E<br />

poi ero ubriaco».<br />

Ethan mi dà una pacca sulla spalla e mi rivolge uno sguardo comprensivo. «È tutto a<br />

posto. Le panterone ci piacciono».<br />

Gli do un pugno sul braccio ed Ella ride così tanto che quasi non riesce a stare in<br />

piedi. Decido di punire anche lei e le punto gli occhi addosso. Smette di ridere e fa una smorfia<br />

preoccupata.<br />

del male».<br />

«Non mi fai paura, Micha Scott». Indietreggia fino all’angolo. «So che non mi farai<br />

«Hai ragione. Non ti farei mai del male». Spalanco le braccia, ora non può più<br />

scappare. «Ma ho visto una fontana alla fine dell’isolato».<br />

«Ti prego, no», mi implora con le mani tese in avanti per proteggersi. «Fuori ci<br />

saranno dieci gradi».

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