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Non l’ho più visto né sentito dopo il nostro strano incontro a New York.<br />

Ella chiude il menu e lo lancia al centro della tavola, guardando Lila con una faccia<br />

divertita e sbattendo le ciglia lunghe. «Oh cara Lila, penso che dovrai ordinare tu per noi comuni<br />

mortali che non sappiamo il francese».<br />

Anche io e Ethan chiudiamo i menu e li lanciamo in mezzo, d’accordo con lei.<br />

Lila sospira e butta il suo in cima alla pila. «Ok ragazzi, volete filarvela e andare<br />

all’Applebee’s che ho visto dietro l’angolo?»<br />

«Sì», diciamo contemporaneamente io, Ethan e Ella.<br />

Ci alziamo in fretta dal tavolo, prima che il cameriere arrivi e provi a farci pagare<br />

l’acqua e il pane. Diamo spettacolo correndo fuori da quel ristorante pretenzioso mentre ci<br />

rotoliamo dalle risate. È venerdì e il marciapiede è trafficato come le strade. Le luci danzano sui<br />

nostri visi e c’è eccitazione nell’aria.<br />

Ella alza le mani sopra la testa mentre passa in mezzo a un gruppo di ragazzi e il mio<br />

istinto protettivo si risveglia. Le metto una mano sulla schiena e resto vicino, mentre uno dei<br />

ragazzi prova a guardarle il culo. Non posso biasimarlo, visto che sto facendo la stessa cosa.<br />

Indossa un paio di jeans attillati e una maglietta nera così corta che tra l’orlo e la vita<br />

dei jeans rimane qualche centimetro. La sua pelle bianca sembra morbida e io ci passo sopra un<br />

dito dolcemente, come per caso.<br />

Volta la testa e le luci si riflettono nei suoi occhi mentre urla per sovrastare il<br />

rumore: «Questo mi ricorda l’ultimo anno di scuola, quando abbiamo fatto quel viaggio a New<br />

Orleans!».<br />

«Quello in cui ti sei tolta la maglietta davanti a tutti». Le faccio l’occhiolino e lei mi<br />

dà una pacca sul braccio.<br />

«Non è mai accaduto e tu lo sai», dice cercando di reprimere un sorriso.<br />

«Lo so!», urlo al di sopra della musica di una band che sta suonando davanti a un<br />

negozio di articoli da regalo. «Ma quella notte è stata molto più vivace!».<br />

Il rumore si affievolisce mentre entriamo nel ristorante. C’è una fila di persone in<br />

attesa di un tavolo, ma è molto meglio dell’altro. Lila va dalla cameriera in piedi all’ingresso per<br />

aggiungere i nostri nomi sulla lista d’attesa.<br />

«Quella notte è stata vivace solo per merito tuo», sogghigna Ethan malizioso. «Se<br />

avessi tenuto chiusi i pantaloni non saremmo dovuti scappare via di corsa dal club».<br />

Lila torna e ci scruta uno per uno. «Non vi seguo. Chi è che non riusciva a tenere<br />

chiusi i pantaloni?»<br />

«È meglio che tu non ci segua, credimi». Le do una pacca sul braccio mentre Ella e<br />

Ethan cominciano a ridere. «Questi due stanno solo cercando di mettermi in imbarazzo tirando<br />

fuori un vecchio errore fatto da ubriaco».

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