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verso il bagno. «Hai mai considerato il fatto che io sono così? Che forse non puoi salvarmi<br />

perché dovresti salvarmi da me stessa?». Chiudo la porta e crollo sul pavimento, stringendo le<br />

ginocchia al petto mentre i pensieri mi attraversano sfrecciando la mente.<br />

Vorrei che non fosse qui.<br />

Vorrei che mi avesse lasciata andare.<br />

Vorrei non dovermi svegliare più e non dover affrontare la vita, perché fa male.<br />

Tutto quanto fa male.<br />

Qualche secondo più tardi, qualcuno bussa alla porta. «Ella, apri questa maledetta<br />

porta, prima che la butti giù».<br />

«Voglio essere lasciata in pace», grido. «Non ti ho mai chiesto di venire, Micha».<br />

«So che non l’hai fatto», dice dolcemente attraverso la porta. «È stata Lila a<br />

chiamarmi perché era preoccupata per te. E lo sono anche io. Ti comporti come se stessi per<br />

tornare in quel posto buio».<br />

«Non è così, lo prometto». Sono troppo stremata per affrontare altro, perciò mi<br />

allungo verso la doccia e apro l’acqua, lasciando che il rumore scorra sopra la sua voce. Mi<br />

sento come se stessi piangendo, ma i miei occhi sono asciutti.<br />

Mi stendo a pancia in su sul tappeto viola peloso che copre il pavimento e fisso la<br />

piccola crepa nel soffitto. Non mi aspettavo che venisse. Volevo più tempo per prepararmi, ma è<br />

giunto il momento di affrontare l’inevitabile.<br />

Lo lascio andare. Recido i fili. Perché lo amo fino a questo punto.<br />

Ho preso questa decisione mentre tornavo a casa, con le parole di mio padre ancora<br />

nella mente a perseguitarmi. Per Micha voglio qualcosa di meglio di un futuro buio e tenebroso.<br />

All’improvviso il pomello della serratura salta via. La porta si spalanca e Micha<br />

compare sulla soglia con una stampella appendiabiti piegata in mano.<br />

«Che stai facendo, bellezza?», chiede mentre mi scruta attentamente. «Un minuto fa<br />

era tutto a posto e adesso mi stai di nuovo tagliando fuori».<br />

Chiudo gli occhi, inspiro, poi li apro di nuovo ed espiro. «Dobbiamo parlare».<br />

Scuote la testa, come se avesse capito cosa sta per succedere. «No, non dobbiamo, a<br />

meno che non si tratti di qualcosa di bello». Butta la stampella nel lavandino e si mette in<br />

ginocchio davanti a me. «Puoi avere tutti gli sbalzi d’umore che vuoi, ma non lascerò che tu mi<br />

escluda. Ti passerà».<br />

Mi appoggio sui gomiti. «No, non lo farà. È parte di me». Prendo un respiro incerto.<br />

«Penso che dovremmo lasciarci».<br />

Micha scuote subito la testa e si sposta sopra di me. «Ora basta. Non lascerò che tu<br />

vada avanti così. Dimmi cosa sta succedendo e proverò a sistemare le cose».

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