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Mi perdo nei suoi occhi che brillano di felicità. «No, va tutto alla grande».<br />

Micha<br />

Di solito tutta la band si accampa in una stanza sola. Naomi prende uno dei letti e<br />

poi si lancia una monetina per decidere a chi spetta l’altro. Ma stanotte ho una camera extra, così<br />

io ed Ella avremo ancora un po’ di tempo per noi.<br />

Devo usare un bel po’ di fascino e persuasione, ma alla fine convinco Lila a dormire<br />

in camera con la band. Non pare entusiasta al pensiero, anche perché Dylan non la smette di<br />

infastidirla.<br />

Quando restiamo soli, Ella crolla sul letto e stende le braccia sopra la testa. «Sono<br />

esausta. Che ora è?».<br />

tre».<br />

Abbasso lo sguardo sull’orologio con il cinturino di cuoio che ho al polso. «Quasi le<br />

«Davvero?». Si tira su appoggiandosi sui gomiti. «Fai sempre così tardi la sera?»<br />

«Di solito sì». Mi sfilo l’orologio e gli stivali e mi avvicino furtivamente a lei. «E<br />

posso andare avanti ancora per qualche ora». Mi libero della maglietta, salgo sul letto e copro il<br />

suo corpo con il mio. Le sue dita mi accarezzano i muscoli dello stomaco e la scritta del<br />

tatuaggio che ho sulle costole.<br />

«“Sarò sempre con te, per tutto il tempo”», legge. «“Nei momenti difficili e in quelli<br />

senza speranza, nell’amore e nel dubbio”».<br />

Mi tiro un po’ indietro, mi porto la sua mano alla bocca e le bacio dolcemente il<br />

palmo. «L’ho scritta per te quella, lo sai».<br />

«No, non è vero». Le sue palpebre fremono mentre soffio sul punto sensibile del<br />

polso. «L’avrai scritta a sedici anni».<br />

«Quindici in realtà». Le lascio la mano e mi stendo su di lei, sostenendomi con le<br />

braccia. «Mi ricordo che ero seduto a scriverla e la mia unica ispirazione erano i tuoi occhi tristi.<br />

Non riuscivo a togliermeli dalla testa».<br />

Mette il broncio. «Non ho gli occhi tristi!».<br />

Le sfioro con un dito lo zigomo e la pelle sotto uno degli occhi verdi. «Li avevi.<br />

Sempre. E a volte li hai ancora».<br />

«Anche tu sembri triste ogni tanto», mi dice. «Ma adesso sembri felice».<br />

«Perché sono felice». Comincio a cantare e il suo sorriso si allarga.<br />

«Ecco qua», dico. Poi la bacio profondamente, morsicandole un labbro.<br />

Lei mi cinge con le lunghe gambe e la situazione si surriscalda. Le passo le dita tra i

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