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Lei sospira e lascia ricadere le braccia ai lati del corpo. «Potrei avere solo una<br />

piccola pausa? Ti prego, ti prego. Tipo di un’ora».<br />

«Va bene». Faccio una smorfia delusa e penso a qualcos’altro da fare. «Okay, so<br />

cosa voglio fare».<br />

Lei si muove sensuale mentre indossa i jeans e allaccia il bottone. «Che cosa?».<br />

Vado verso la porta e raccolgo un accendino che mio padre ha dimenticato quando<br />

se ne è andato. «Voglio bruciare tutta la roba che mi ricorda mio padre».<br />

Aspetto che lei mi rimproveri, invece raccoglie la giacca e tira su la lampo. «Ma<br />

dovremmo farlo in uno spazio aperto, sul vialetto magari», dice imperturbabile. «Solo per<br />

sicurezza».<br />

«Nessuno al mondo mi capisce più di te, bellezza». Le prendo la mano e usciamo a<br />

preparare il falò.<br />

Fuori splende il sole, ma l’aria è ancora fredda. È tutto ricoperto di ghiaccio e<br />

qualcuno ha spalato la neve sul vialetto.<br />

Ella cerca la legna e il liquido per riempire l’accendino, io vado in garage e raccolgo<br />

alcuni oggetti appartenuti a mio padre. Quando torno sul vialetto, ha acceso un piccolo fuoco e<br />

ha un’espressione rilassata mentre guarda le fiamme.<br />

Comincio a gettare gli oggetti tra le fiamme uno per uno, cominciando da una<br />

vecchia camicia da lavoro dimenticata nel garage. «Ho deciso di non parlargli più».<br />

Lei prende l’accendino e lo getta nel falò. «E se ti chiama e vuole davvero fare di<br />

nuovo parte della tua vita?».<br />

Butto nel fuoco uno dei suoi vecchi cacciavite, anche se non brucerà. «Dovrà fare<br />

molto di più di una semplice telefonata». Prendo un profondo respiro e fisso la foto di me e mio<br />

padre davanti alla sua vecchia Dodge Challenger parcheggiata nel garage.<br />

Ci lavoravamo sopra tutti i giorni. Era una cosa nostra, finché lui non se ne è andato,<br />

portando via con sé la macchina e lasciandosi dietro solo un garage vuoto pieno di ricordi di<br />

merda.<br />

Accartoccio la foto, la lancio nel fuoco e la guardo bruciare. «Dovrà<br />

guadagnarselo».<br />

Ella mi prende la mano e me la stringe. «Bene, perché lui non ti merita».<br />

Faccio per lanciare un’altra cosa tra le fiamme, ma lei mi blocca.<br />

«Che stai facendo?», mi chiede tenendomi il polso, per evitare che io lanci la<br />

cassetta di birra da sei nel falò.<br />

«Me ne libero».<br />

«Micha, non ti ho detto che dovevi smettere di bere, solo che dovevi evitare di

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