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sui miei fianchi e stavo giusto per dargli un calcio dove non batte il sole, quando qualcuno lo<br />

strattonò, lontano da me.<br />

«Sparisci stronzo». Micha lo aveva spinto via, con le mani chiuse a pugno.<br />

Il tizio andò a sbattere contro un gruppetto di persone, recuperò l’equilibrio e tornò<br />

da Micha con i pugni chiusi. Ma gli occhi minacciosi di Micha gli fecero cambiare idea e quello<br />

indietreggiò tra la folla.<br />

Poi Micha portò lo sguardo su di me e io fui sopraffatta dalla sua intensità. «Vai in<br />

camera mia e mettiti a letto, prima di finire a fare qualcosa di cui ti pentiresti».<br />

«Vaffanculo», gli risposi. Odiavo litigare con lui, ma quel suo fare possessivo mi<br />

stava dando sui nervi. «Sei uno stronzo maniaco del controllo».<br />

La sua espressione si addolcì e mi offrì la mano. «Sto solo cercando di proteggerti.<br />

Sei ubriaca e sei vestita come…». Aveva ispezionato il mio corpo con lo sguardo e poi aveva<br />

scosso la testa, strizzando gli occhi. «Vieni, stenditi un attimo vicino a me».<br />

Gli presi la mano e lui mi guidò camminando dietro di me con le mani sui miei<br />

fianchi. Non mi lasciò andare finché non raggiungemmo la sua camera.<br />

Richiuse la porta e si succhiò il piercing, apparentemente a disagio, il che era strano.<br />

«Vuoi una maglietta per dormire?»<br />

«Ti stai comportando in maniera molto, molto strana». Mi sedetti vicino al letto,<br />

slacciai una scarpa e scossi il piede per tirarlo fuori, prima di cominciare a sfilarmi l’altra. «Che<br />

ti succede stasera? Qualche ragazza ti ha tirato un bidone, o cosa?»<br />

«Non mi agito mai per le ragazze, a meno che non si tratti di te». Lasciò andare il<br />

piercing che teneva tra i denti e cominciò a slacciare i bracciali dai polsi. «Dovrei essere io a<br />

chiederti cosa succede. Non ti avevo mai vista vestita così».<br />

«Sto bene». Sfilai il piede dalla scarpa e mi voltai per salire sul letto. «Volevo solo<br />

fare qualcosa di diverso».<br />

Stavo per infilarmi sotto le coperte e quando lo guardai di nuovo aveva un sorrisetto<br />

divertito in faccia.<br />

«Che c’è?», chiesi tirandomi addosso la coperta. «Perché mi guardi così?».<br />

Mi fece cenno di fargli spazio mentre si toglieva la maglietta. «Non è niente. Non<br />

riesco ancora a credere che tu sia venuta alla festa vestita in quel modo».<br />

Mi girai su un fianco e gli voltai le spalle, furiosa. «Tizio-come-si-chiama sembrava<br />

apprezzare».<br />

Entrò anche lui nel letto e si tenne stretto a me più del normale. «Non ho detto che<br />

fosse una brutta cosa… solo che mi ha sorpreso. Tutto qui». Mi appoggiò dolcemente una mano<br />

sul fianco e io sentii lo stomaco contrarsi. Non mi era mai successo prima.

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