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teschi sui jeans neri. Si era spruzzato delle strisce di nero tra i capelli e aveva delle fettucce di<br />

cuoio intorno ai polsi.<br />

Erano in cucina, vicino al barilotto di birra alla spina, e io passai loro accanto<br />

tranquillamente, come se non ci fosse nulla di strano.<br />

«Lo sai che qualcuno ha rotto il piatto di ceramica di tua madre, vero?», gli dissi,<br />

tendendo la mano per prendere un bicchiere di plastica. «Fuori, nella veranda sul retro».<br />

Lui era tutto preso dalla brunetta. «Be’, dopo pulisco…». Quando i suoi occhi si<br />

posarono su di me, la sua voce si spense e la tipa mi lanciò un’occhiataccia. Micha passò in<br />

rassegna il mio costume e non parve contento. «Ma che cazzo ti sei messa?».<br />

Io sorseggiai la mia birra. «Un costume di Halloween».<br />

Mi squadrò. «E che cavolo dovresti essere?»<br />

«Una puttana», risposi lanciando un’occhiata alla brunetta. «A quanto pare era il<br />

tema della serata».<br />

venire?».<br />

Quella mi guardò torva e fece un sorriso melenso a Micha. «Io vado a ballare. Vuoi<br />

Lui se ne liberò con un gesto della mano. «Non puoi andare in giro vestita così».<br />

«Perché no?». Mi stavo divertendo un mondo a vederlo così nervoso per quell’abito.<br />

«Sono vestiti tutti così».<br />

Si chinò e controllò dietro. «Hai praticamente il culo all’aria… e le ragazze si<br />

vestono così quando vogliono farsi scopare, perciò vai a casa e cambiati».<br />

Stavo cominciando ad arrabbiarmi. Mi scolai tutta la birra, accartocciai il bicchiere e<br />

lo gettai sul bancone. «Ti stai comportando come un fidanzato geloso, è assurdo».<br />

«Sto cercando di proteggerti, Ella May», rispose lui urlando sopra la musica mentre<br />

io marciavo verso il salone dove tutti ballavano. «Dagli altri ragazzi presenti che staranno<br />

facendo gli stessi pensieri osceni che faccio io».<br />

Per un momento le sue parole mi eccitarono, ma misi a tacere quella sensazione.<br />

«Non hai il diritto di impedirmi di fare qualcosa, io me ne sto zitta mentre tu fai quello che ti<br />

pare, e ti fai chi ti pare».<br />

Mi guardò male e io lo ricambiai, prima di infilarmi tra la folla con il mento in alto<br />

in una posa provocatoria.<br />

Circa un’ora dopo ero piuttosto ubriaca e ballavo con un tizio moro che aveva gli<br />

occhi arrossati e odorava di erba. Era carino, ma non mi piaceva. Ogni volta che provava a<br />

toccarmi, io mi spostavo fuori dalla sua portata e andavo nel panico.<br />

Alla fine era riuscito a prendermi per la vita afferrandomi con violenza, e mi stava<br />

costringendo ad avvicinarmi a lui. L’ansia mi aveva serrato la gola, sentivo le sue dita stringersi

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