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impegnata in profonde riflessioni. «Io sono grata per Micha».
Mi accosto a lei e la bacio di fronte a tutti. «E io sono grato che tu l’abbia detto».
«Aspetta un attimo», si intromette Dean, guardandoci con un’espressione disgustata
in faccia. «Voi due state insieme?»
«Sì», dice Ella con tono indifferente, avvicinando la sedia al tavolo. «Adesso
possiamo cominciare a mangiare?».
Per tutto il resto della cena mangiamo e chiacchieriamo. Ella continua a mordersi il
labbro e a osservare tutti, ma non sembra triste, solo sinceramente interessata a quello che tutti
dicono e fanno. Ci sono persino dei momenti in cui sembra felice.
È bellissima quando è così.
Ella
La cena è piuttosto imbarazzante, specialmente quando Caroline ci obbliga ad
ammettere le cose per cui siamo grati. All’inizio ho provato a pensare a qualcosa di profondo e
significativo, ma poi ho solo ascoltato il mio cuore. Alla fine laviamo i piatti in un clima privo
di tragedie. Non è niente di speciale, ma è la normalità, ovvero quello che ho sempre voluto da
quando ero una bambina. Niente padri ubriachi, niente urla, e non ho dovuto farmi il culo per
preparare una cena che nessuno ha mangiato.
Aiuto Caroline a pulire e lavo i piatti mentre mio padre va in camera sua a disfare i
bagagli. Dean sparisce da qualche parte e Micha è andato un attimo a casa perché sua madre ha
un regalo per lui. Lila e Ethan sono in salone e tentano di tenere in piedi un piccolo pino che
Dean ha tagliato dal cortile principale.
Quando porto fuori la spazzatura, una nuvola di fumo mi colpisce in viso appena
giro l’angolo della veranda. Nel buio, appoggiato alla parete della casa, c’è Dean intento a
fumare una sigaretta, con indosso una delle sue vecchie giacche di flanella con il cappuccio, che
ha tirato sopra la testa. Ho un flashback di quando avevo quattordici anni e l’ho beccato a
fumare qualcos’altro in garage.
«Che ci fai qui?». Apro il bidone dell’immondizia e ci butto dentro il sacco.
Si gratta la testa e aspira un’altra boccata. «Fammi un favore, non dire a Caroline
che sono qui. Lei pensa che io abbia smesso. E ho smesso. Più o meno».
Annuisco, mi stringo le braccia intorno al corpo e mi volto verso la casa.
«È strano, vero?», mi chiede Dean di colpo.
Mi giro e scruto nel buio per guardarlo. «Che cosa?».
Butta fuori una nuvoletta di fumo. «Vederlo qui sobrio».
Guardo dalla finestra e vedo mio padre parlare con Caroline. Indossa una maglietta a