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La sua espressione cambia di fronte alla mia sincerità, e si avvicina per baciarmi
appassionatamente, ponendo fine alla conversazione. Impaziente, tiro giù la lampo della giacca e
la lancio sul sedile posteriore. Lui mi sfila la camicia da sopra la testa e slaccia rapido il
reggiseno con un singolo movimento del dito. Guarda subito in basso. Mi poggia una mano su
un seno e la bocca sull’altro, e io getto la testa all’indietro, facendo suonare il clacson. Risuona
nel buio, ma io sono troppo presa perché mi importi. La mano di Micha mi scivola sulla pancia e
si infila nei jeans. Quando sento le sue dita dentro di me, chiudo gli occhi e il calore mi si
diffonde in tutto il corpo. Il clacson continua a suonare e dalle casse esce Don’t Wait dei
Dashbord Confession.
«Micha, ti voglio», gemo mentre mi bacia e mi succhia il collo e io riesco a
malapena a respirare. «Davvero».
Si tira leggermente indietro, gli occhi fissi nei miei. Quando le sue labbra tornano
sulle mie, non si tratta più di sola passione, o desiderio, si tratta di diventare una cosa sola.
Mentre tiro su i fianchi per togliermi jeans e mutandine, sbatto accidentalmente la
testa contro il tettuccio. Lui ride con fare tenero e riporta la bocca sulla mia, mentre io armeggio
con il bottone dei suoi jeans, che lui tira giù. Un secondo dopo è dentro di me, mi sposto in
avanti per far smettere il clacson di suonare e apro la bocca per permettere alla sua lingua di
divorarmi. I finestrini si appannano, mentre lui spinge dentro di me e io mi avvinghio al suo
corpo come se fosse la fonte della mia forza vitale. Perché lo è.
Capitolo 20
Micha
Sorrido per tutto il tragitto verso casa. Non solo perché l’abbiamo fatto in macchina,
ma anche perché sono cambiate tante cose. Lei si è aperta con me e i suoi occhi hanno perso un
po’ della loro tristezza.
Quando accosto davanti a casa sua, sento una fitta allo stomaco al pensiero che tutti
quei progressi potrebbero essere cancellati in un attimo, se Dean o suo padre decidessero di
tirare fuori argomenti dolorosi. Ancora prima di uscire dalla macchina, decido di picchiarli se lo
faranno.
La Porsche rossa di Dean è nel vialetto accanto al camioncino di Ethan.
Camminiamo verso l’entrata sul retro, tenendoci per mano, con la neve che cade dal cielo e
scricchiola sotto le scarpe, e nessuno dei due parla. Quando arriviamo alla porta, mi fermo prima
di aprirla.
«Sicura di volerlo fare?», le chiedo. «Perché potremmo andarcene adesso, solo tu e
io, dove vuoi».
fare».
Lei si alza sulle punte per baciarmi sulla guancia e annuisce. «Credo di doverlo