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«Perché sono cose personali». Il mio petto si alza e si abbassa al ritmo del respiro.<br />

Mi mette una mano sulla guancia e mi accarezza con il pollice. «Credo che abbiamo<br />

superato la barriera del personale, sai?».<br />

Ha ragione, perciò proseguo, più sicura di me. «Dice che non sono stata abbracciata<br />

abbastanza e io le ho detto che tu mi abbracciavi sempre, ma non mi è parsa colpita dalla cosa».<br />

Lui ridacchia. «Mi ricordo la prima volta che ho provato ad abbracciarti… Credo<br />

avessimo otto anni, o giù di lì. Ti eri sbucciata un ginocchio provando ad arrampicarti su un<br />

albero e io volevo farti sentire meglio, perciò ti ho abbracciata».<br />

Faccio una smorfia. «E io ti ho dato un pugno sul braccio. Me lo ricordo… mi avevi<br />

spaventata. Nessuno si era mai avvicinato a me in quel modo».<br />

«Lo so». Accosta le labbra alle mie e con il dito segue il contorno del mio zigomo.<br />

«La volta successiva ci sono andato piano, e sono riuscito a stringerti il braccio un paio di volte,<br />

per non parlare delle pacche sulla schiena».<br />

«È stato strano per me», confesso. «Ma c’era troppa gente intorno, e non volevo<br />

scappare via di fronte alle tue dimostrazioni di affetto e sembrare una pazza… Dio, non riesco a<br />

credere che quando sono stata abbracciata per la prima volta ero così grande».<br />

«Quanti anni avevamo, tredici?». Micha cerca di ricordare, vagando con la mente<br />

mentre gioca con una ciocca dei miei capelli. «Ero così entusiasta di aver vinto quella stupida<br />

scommessa».<br />

«Era una scommessa davvero stupida». Sbatto le palpebre, mentre lui mi passa la<br />

mano tra i capelli e stringe una volta arrivato alle radici. «Sapevamo tutti che Danny soffriva di<br />

vertigini. Non ho davvero idea del perché abbia tentato di saltare nel lago dalla rupe».<br />

«Io ho trattenuto il respiro per tutto il tempo». Gli afferro la spalla. «Avevo paura<br />

che ti facessi male, o qualcosa del genere».<br />

«Perché mi amavi. Solo che ancora non lo sapevi».<br />

«Non lo sapevi neanche tu. Eri cieco quanto me».<br />

«Lo so, ma ricordo di essere uscito dal lago tutto gasato perché avevo vinto duecento<br />

verdoni. In più, avevo ancora tutta l’adrenalina in circolo. E quando ti ho vista sulla riva, con<br />

indosso i jeans corti che lasciavano scoperte le gambe lunghe e snelle…». Mi dà un pizzico sul<br />

sedere e io scuoto la testa. «Non ci ho neanche pensato. Mi sono avvicinato, ti ho presa in<br />

braccio e ti ho abbracciata».<br />

piaciuto».<br />

«Mi stavi quasi soffocando», ricordo. «E mi hai bagnato tutti i vestiti… ma mi è<br />

Lui inarca un sopracciglio. «Non sembrava, all’epoca».<br />

«Mi è piaciuto». Cerco il suo sguardo, ho bisogno di guardarlo negli occhi. «Mi ha<br />

fatto paura, ma è stato bello. Tutto con te mi fa paura ed è bello».

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