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ghiaccio vola intorno all’auto, lui ingrana una marcia più alta e accelera, puntando verso la fine
della strada, che è bloccata da un’enorme montagna di neve. Chiudo gli occhi e aspetto, so cosa
sta per succedere. Succede sempre.
«Tenetevi», ordina Micha prima di tirare il freno a mano.
La macchina va fuori controllo, ed è come stare su una giostra. A occhi chiusi
sembra di volare. Vorrei tirare fuori le braccia e godermi questa libertà. Qualche momento più
tardi, l’auto sbatte contro la neve e l’impatto mi fa volare per davvero. Atterro sopra Micha, e
sbatto la testa contro la sua mentre la macchina si ferma.
«Figlio di puttana», mugola Ethan. «Cazzo. Lila, tutto a posto?»
«Sto bene», assicura lei con la voce carica di terrore. «Ma perché nessuno mi ha
avvisata?».
Apro gli occhi e incontro quelli turchesi di Micha. «Ciao».
«Stai bene?». Mi sfiora delicatamente la testa con la punta delle dita. «Ci siamo dati
una bella capocciata».
Premo la mano sulla testa. «Secondo me l’hai fatto apposta per farmi finire in
braccio a te».
«Forse un po’». Si china e mi bacia con passione, mi succhia il labbro inferiore
prima di ritrarsi lasciando il mio corpo in preda a un calore soffocante. «In realtà puntavo a
un’entrata in scivolata, ma all’ultimo secondo mi è andato di traverso qualcosa e non ho
premuto il freno in tempo».
Provo a mettermi seduta, ma lui mi tiene giù mettendomi una mano sul petto.
«Penso che dovresti restare così per un po’. È un buon posto per te».
Ho la testa poggiata sulle sue gambe e riesco a sentire il rigonfiamento nei pantaloni.
«Ma dài? Persino in questa situazione?».
I suoi occhi brillano divertiti. «Hai di nuovo la faccia a un centimetro di distanza».
«Potreste piantarla voi due?», ci sgrida Ethan dal sedile posteriore. «Sta diventando
davvero fastidioso e non mi regge lo stomaco».
Micha mi bacia di nuovo facendo un gemito esagerato per farlo arrabbiare. La
portiera sbatte, Ethan è sceso e Micha mi aiuta a mettermi seduta.
«Torno subito», dice. «Vado a prendere il cavo da rimorchio nel camioncino».
Un attimo dopo, Lila passa davanti, sul lato del passeggero. «Fammi capire. Ha
incastrato la macchina qua dentro solo per poterla rimorchiare fuori?».
Rabbrividisco e alzo il riscaldamento al massimo. «Ha incastrato la macchina come
risposta al fatto che suo padre gliel’ha fatta riparare».
«Ma suo padre non è qui».