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Mi avvicino alla scena con cautela, sapendo che deve voler dire qualcosa di<br />

importante. «Che fai, bellezza?».<br />

Disegna una linea nera lungo una piastrella. «Sto facendo un santuario… E non<br />

chiamarmi bellezza, per favore».<br />

Mi accovaccio vicino a lei e trattengo il respiro mentre le poso le mani sulle spalle.<br />

Lei non le scrolla via, ma si irrigidisce al contatto. «Non hai idea di quanto mi dispiaccia».<br />

Traccia un cerchio intorno alla figura di una donna con le ali e un cupcake in mano.<br />

«Non devi scusarti. Non sono arrabbiata con te».<br />

Inarco un sopracciglio, perplesso. «Allora cosa c’è che non va?».<br />

Ombreggia gli occhi dell’angelo e aggiunge la fiammella di una candelina sul<br />

cupcake. «C’è che avevo ragione, su tutto quanto».<br />

Le scosto i capelli di lato mentre scrive “Ti voglio bene” sotto ai piedi dell’angelo.<br />

«Ragione su cosa?».<br />

Scrive “Ti voglio bene mamma, buon compleanno in ritardo”. Rimette il cappuccio<br />

al pennarello, si alza in piedi e mi guarda negli occhi. «Sul fatto che ti rovino la vita».<br />

Sgrano gli occhi mentre mi passa accanto e corre in camera. Questo davvero non me<br />

l’aspettavo. La raggiungo proprio mentre sta per richiudere la porta e la blocco con un braccio<br />

per poi spalancarla. «Non mi rovini la vita, Ella May. Come fai a pensare una cosa del genere?»<br />

«Perché è vera, credo». Getta il pennarello sul cassettone. «O comunque i miei<br />

problemi te la rovinano».<br />

Mi mordo un labbro, cercando di mantenere la voce ferma. «Sai meglio di me che<br />

quando le persone sono ubriache dicono cose che non pensano veramente».<br />

Lei deglutisce a fatica. «A volte invece le pensano».<br />

«Io non le pensavo. Lo giuro. Dio, quanto vorrei avere una macchina del tempo, o<br />

qualcosa di simile. Mi prenderei a schiaffi da solo piuttosto che arrivare anche solo a concepire<br />

quelle parole».<br />

«Le macchine del tempo non esistono», sospira dolcemente. «E non credo di poter<br />

continuare in questo modo. Ma non avrei neanche dovuto cominciare. Dovevo evitare le<br />

relazioni finché non mi fossi rimessa in sesto, ma quando sei insieme a me diventa impossibile.<br />

È sufficiente che tu mi guardi perché io mi senta affogare».<br />

cattiva?».<br />

«Non so se ho capito bene cosa intendi», dico con cautela. «È una cosa buona o<br />

Ella fa un sospiro di frustrazione, crolla sul letto e seppellisce il viso tra le braccia.<br />

«Potrebbe essere una cosa buona se io non fossi così incasinata… Quando siamo insieme, tu<br />

consumi ogni parte di me».

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