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Non avevo intenzione di bere così tanto e mi sento in colpa per aver trascinato<br />

Micha e gli altri in questo casino. Volevo solo dimenticare per due secondi che mio padre<br />

tornerà a casa per Natale e ha invitato Dean e Caroline, ma non me. Ho saputo cosa stava<br />

succedendo solo quando Dean mi ha chiamata e mi ha chiesto dove fossero le chiavi della<br />

Cutlass, perché stava pensando di ripararla e venderla, o una roba del genere, non so, ho<br />

riattaccato prima che finisse di dirmelo.<br />

Poi è arrivata la lettera di mio padre. Quella maledetta lettera che non ho avuto il<br />

coraggio di aprire, perché qualsiasi cosa ci sia scritta rischia di mandare in frantumi il mio<br />

mondo.<br />

Quando siamo arrivate a casa di Ethan e Micha ero sull’orlo di un attacco di panico<br />

e la mattina avevo dimenticato di prendere le medicine.<br />

Poi Ethan è andato a fare la doccia e Lila ha tirato fuori una bottiglia di Bacardi,<br />

intimandomi di dirle tutto mentre ci facevamo qualche shot. “Qualche shot” si è trasformato in<br />

una lunga e confusa serie e all’improvviso mi ritrovo diverse ore più tardi con delle carte in<br />

mano e una birra sulle labbra, nel bel mezzo di un’intensa partita di strip Texas Hold’em. La mia<br />

maglietta è per terra, insieme alle calze e agli stivali.<br />

Ethan e Lila sono andati a cercare altra birra e Micha si è fatto dare le chiavi del<br />

camioncino per essere sicuro che vadano a piedi e non provino a guidare. Io e lui continuiamo a<br />

giocare, entrambi decisi a vincere. L’ubriachezza è un po’ calata da quando sono passata alla<br />

birra, ma la mia capacità di fare le mosse giuste non è al massimo.<br />

Micha è seduto di fronte a me e rimugina sulle sue carte. «Penso che punterò il tuo<br />

reggiseno».<br />

Scuoto la testa con gli occhi socchiusi rivolti verso di lui. «Assolutamente no. Solo<br />

un capo di vestiario a ogni mano».<br />

Si passa la lingua sul piercing del labbro per tentare di sedurmi e giocare sporco. «E<br />

chi l’ha stabilita questa regola?»<br />

«Io». Traccio un cerchio con il dito sopra la testa. «Vedi questa corona invisibile?<br />

Significa che sono la regina del poker, perciò posso stabilire qualsiasi regola quando mi pare».<br />

Dalle sue labbra sfugge una risata scomposta. «Il gesto che hai fatto indica<br />

un’aureola, non una corona, e davvero non si può dire che tu sia un angelo».<br />

angelo».<br />

Resto a bocca aperta e gli tiro una fiche, colpendolo sul petto. «Eccome se sono un<br />

«Ahi». Si massaggia il capezzolo graffiato dalla fiche. «Che violenza».<br />

Gli mostro i denti e poi rido, bevendo un altro sorso di birra. «E adesso torniamo al<br />

gioco. Che hai in mano?».<br />

Tamburella le dita sul tavolo, scrutando le carte, poi mi rivolge uno sguardo

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