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habitat rupestre.pdf - Società Friulana di Archeologia

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R. CapraraMa per tornare a tempi più remoti, vanno ricordati gli ampi ‘sotterraneiattrezzati’ noti per la Francia ed ampi abbastanza per ospitareanche più <strong>di</strong> un centinaio <strong>di</strong> persone, dei quali è però incerta la cronologia,oscillando l’opinione degli stu<strong>di</strong>osi tra una datazione tardoantica/alto-me<strong>di</strong>evale,riferibile quin<strong>di</strong> all’epoca delle invasioni babrbaricheo migrazioni <strong>di</strong> popoli, ed una post-me<strong>di</strong>evale, riferibile alperiodo delle guerre <strong>di</strong> religione.In Italia sono <strong>di</strong> recente stati oggetto <strong>di</strong> attenzione gli inse<strong>di</strong>amentisotterranei <strong>di</strong> molti centri urbani, ignorati per secoli, tanto chesono oggetto <strong>di</strong> leggende metropolitane che confliggono spesso coirisultati della ricerca archeologica ancora in corso, come Osimo oSant’Arcangelo <strong>di</strong> Romagna, ed è appena agli inizi lo stu<strong>di</strong>o dellasingolare città ipogeica costituita da centinaia <strong>di</strong> abitazioni a pozzo- come quelle notissime <strong>di</strong> Matmata in Tunisia - che è l’abitatopiù antico <strong>di</strong> Massafra (Taranto), dove le abitazioni, scavate in unprimo tempo secondo uno schema ippodameo che lascia supporreuna razionale sud<strong>di</strong>visione per lotti <strong>di</strong> una Massa incolta, si sonocontinuate a scavare a partire dal V sino a tutto il XVIII secolo e adabitare ancora fino al XIX, dopo <strong>di</strong> che furono destinate a depositoo ricovero per animali.6. AbitazioniLe abitazioni nei villaggi rupestri sono in genere eatremamente semplici.É in un certo qual modo eccezionale una complessa abitazione<strong>rupestre</strong> nel villaggio <strong>di</strong> Casalrotto <strong>di</strong> Mottola.Ubicata nel fianco orientale della piccola lama in cui è scavato ilvillaggio, a pochi mettri a nord-ovest della chiesa <strong>di</strong> Sant’Angelo,appare costituita da due parti giustapposte, <strong>di</strong> cui la più antica sembraessere stata abitata dall’uomo già in età preistorica, perché è unrozzo rimaneggiamento <strong>di</strong> una cavità naturale con ingresso ad ovest.In epoca storica, probabilmente nella Tarda Antichità, vi furonointerventi <strong>di</strong> normalizzazione che aprirono nelle pareti nicchie edarcosoli.La parte più recente, che si estende verso nord, e a cui si accede peruna porta interna, sembra essere <strong>di</strong> piena età me<strong>di</strong>oevale, <strong>di</strong> XI-XIIsecolo, quando il villaggio, probabilmente abbandonato dagli abitantidurante o dopo la Guerra Gotica nel VI secolo, tornò a vivere,una volta <strong>di</strong>venuto possesso dell’Abbazia benedettina <strong>di</strong> Cava deiTirreni.Questa parte, costituita da un ampio vano quadrato centrale dal qualesi aprono a ventaglio tre profonde nicchie a mord e norde.est, haaltezza minore rispetto alla parte più antica, in linea con quanto èstato osservato stu<strong>di</strong>ando la cronologia delle abitazioni rupestri <strong>di</strong>Massafra.Davanti alla casa, ad ovest è un ampio spazio, come in genere davantia tutte le abitazioni <strong>di</strong> Casalrotto, oggi incolto e in abbandono, main origine coltivato come orto.La superficie complessiva della vasta abitazione è <strong>di</strong> circa 270 mq.Questo <strong>di</strong>mostra che a Casalrotto ogni famiglia ampliava, secondo lenecessità, la propria abitazione, a <strong>di</strong>fferenza <strong>di</strong> quanto osservato nelvillaggio <strong>di</strong> Madonna della Scala a Massafra, dove generalmente gliorganismi sono mono- o bi-cellulari, e ciascuna famiglia occupava<strong>di</strong>verse cavità artificiali separate fra loro, delle quali solo una, dotata<strong>di</strong> focolare, serviva da abitazione, mentre le altre servivano comedeposito, ricovero <strong>di</strong> piccoli animali, attività artigianali. Solo in alcuneabitazioni <strong>di</strong> XIV secolo, relative quin<strong>di</strong> all’ultima fase <strong>di</strong> vitadel villaggio massafrese, il modello <strong>di</strong> Casalrotto viene imitato inpochissime abitazioni, anche se nel villaggio <strong>di</strong> Petruscio (Mottola)sono abbastanza numerose le abitazioni con <strong>di</strong>versi vani comunicantie nel villaggio <strong>di</strong> Vitisciulo (Matera) le abitazioni mono. O bicellularihanno sempre un annesso perfettamente circolare cupolato,con foro <strong>di</strong> sfogo per il fumno al centro della cupola, usato comecucina.Quasi tutti i villaggi rupestri vengono abbandonati alla metà del XIVsecolo, probabilmente perché spopolati dalla peste nera <strong>di</strong> cui parlail Boccaccio nel Decamerone, che dovette imperversare con pèarticolarevirulenza in questa parte d’Italia e per cui mancano testimonianzescritte, anche se agli archeologi pare più che sufficiente latestimonianza resa dallo spopolamento dei villaggi rupestri.Ma forse già da qualche secolo, in seguito alle invasioni <strong>di</strong> Goti, Arabi,Longobar<strong>di</strong>, nei villaggi rupestri pugliesi – tutti posti, come giàdetto, lungo la via Appia, l’Appia Traiana e l’Itinerario <strong>di</strong> Guidone edesposti, quin<strong>di</strong>, alle violenze <strong>di</strong> eserciti e bande armate - si scavaronocase fortificate, con i vani collegati fra loro da passaggi stretti e bassi,che avrebbero costretto l’invasore a camminare piegato, avendo,per conseguenza, ridotte possibilità <strong>di</strong> offesa, per entrarvi o passareda un vano all’altro e quin<strong>di</strong> avrebbero dato agli abitanti maggioripossibilità <strong>di</strong> <strong>di</strong>fesa.La carenza <strong>di</strong> acque superficiali e <strong>di</strong> sorgenti hanno determinato l’esigenza<strong>di</strong> escavazione <strong>di</strong> cisterne per la raccolta dell’acqua piovana,presenti in tutti i villaggi, ove spesso si notano complessi sistemi <strong>di</strong>captazione e adduzione dell’acqua nelle cisterne.7. AttivitàFino a non molti anni fa gli stu<strong>di</strong>osi, privi <strong>di</strong>n informazioni per carenza<strong>di</strong> ricerche, usavano, per in<strong>di</strong>care le attività che si svolgevanonei villaggi rupestri, la vuota formula ‘agricolo-pastorale’, nella certezzache almeno le attività primarie per il sostentamento vi dovevanoaver luogo.Ora che le ricerche archeologiche serie sono state avviate, si à scopertoche la gamma <strong>di</strong> attività era molto più vasta, e non solo quelleattinenti all’agricoltura, come la produzione <strong>di</strong> vino e <strong>di</strong> olio (frantoirupestri sono stati scoperti in Puglia ed in Libia) e mulini, ma ancheattività assolutamente impreve<strong>di</strong>bili, come la produzione siderurgica,attestata nel villaggio <strong>di</strong> Madonna della Scala a Massafra, dovesono state rinvenute scorie <strong>di</strong> fusione.In Sicilia sono state identificate cavità artificiali con complessi impiantiper la concia delle pelli e in Toscana, a Sorano (Grosseto) inun’abitazione <strong>rupestre</strong> franata, si sono recuoperati attrezzi e scarti <strong>di</strong>lavorazione <strong>di</strong> un calzolaio. Questo ha condotto ad un’affinamentodei meto<strong>di</strong> <strong>di</strong> ricerca, per cercare <strong>di</strong> identificare, nelle cavità rupestrinon usate come abitazione, <strong>di</strong> tracce <strong>di</strong> attività artigianali. Sono statiidentificati già numerosi locali in cui si svolgeva attività <strong>di</strong> tessituracon telai <strong>di</strong> tipo ‘moderno’, entrati in uso almeno dal XV secolo,dove la tessitura era praticata non solo per le esigenze familiari maper finalità <strong>di</strong> commercio.8. E<strong>di</strong>fici <strong>di</strong> cultoNecropoliLe necropoli rupestri note sono generalmente piccole perché afferentia minuscoli centri demici e poco conosciute. Molte <strong>di</strong> esse appaionoviolate ab antiquo e semi-<strong>di</strong>strutte. Una delle più importanti,quella <strong>di</strong> Casalrotto <strong>di</strong> Mottola è stata scavata con un importanteintervento archeologico ed è stata datata ai secoli XII-XIV, il periodo<strong>di</strong> maggiore vitalità del villaggio. Un’altra piccola necropoliinviolata è davanti alla chiesa <strong>di</strong> *** <strong>di</strong> Palagianello e si spera chepossa essere presto scavata, per trarne preziosi dati archeologici.Una piccola necropoli scavata da clandestini è nel sopraterra dellachiesa <strong>rupestre</strong> della Madonna degli Angeli a Mottola, che aveva,all’esterno dell’abside, un parecclesion funerario con tre tombe adarcosolio. Tombe ad arcosolio e terragne sono in numerose chiese rupestripugliesi e cappadocesi, e non solo in quelle funerarie, ubicateanche all’esterno degli e<strong>di</strong>fici sacri.Le numerose necropoli <strong>di</strong> Cappadocia sono state generalmente scavatein anni piuttosto recenti, ma si ignorano i risultati degli scaviche non sono stati pubblicati.EremitaggiArchiviata definitivamente, grazie alla ricerca archeologica degliultimi trent’anni, la tenace tesi ottocentesca che voleva tutti i sitirupestri dell’Italia meri<strong>di</strong>onale scavati da torme <strong>di</strong> monaci orientaliin fuga dalle violenze degli iconoclasti, nell’incapacità della cultura49volumeRicerca_OK_2012-11-15.indd 49 16/11/2012 15:01:05

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