22.07.2015 Views

habitat rupestre.pdf - Società Friulana di Archeologia

habitat rupestre.pdf - Società Friulana di Archeologia

habitat rupestre.pdf - Società Friulana di Archeologia

SHOW MORE
SHOW LESS

Create successful ePaper yourself

Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.

MIGRATIONS AND INVASIONSCRHIMA-CINP projectcondo Plinio essa sarebbe stata tessuta con un sottilissimo filo trattoda una peluria delle foglie <strong>di</strong> ignoti alberi, da lui definita “lana delleforeste”. Il senato romano emanò invano <strong>di</strong>versi e<strong>di</strong>tti per proibire <strong>di</strong>indossare la seta. Il tessuto sarebbe infatti stato decadente e immorale.Ma il vero motivo <strong>di</strong> questi e<strong>di</strong>tti era il drenaggio <strong>di</strong> oro cui Roma eracostretta, con grave nocumento per quello che oggi si chiamerebbe“debito estero”.Ai tempi <strong>di</strong> Giustiniano Costantinopoli, grazie alla sua posizione geograficaprivilegiata, dominava i traffici commerciali nel Me<strong>di</strong>terraneo.I Bizantini non erano granché interessati a commerciare con nazionieuropee, ormai impoverite dalle invasioni barbariche; preferironopiuttosto stringere contatti commerciali con le nazioni dell’EstremoOriente, tra cui la Cina, dove veniva prodotta la seta. I Cinesi importavanodai Bizantini vasellame e stoffe prodotte in Siria ed esportavanola seta.Un grosso ostacolo ai traffici con l’Estremo Oriente era però rappresentatodalla Persia, nemico giurato dell’Impero, sul cui territorio eranecessario passare per giungere in Cina. Una conseguenza <strong>di</strong> ciò èche durante i frequenti conflitti con i persiani Sasani<strong>di</strong> i traffici conCina e In<strong>di</strong>a non erano possibili. Giustiniano cercò <strong>di</strong> ovviare a questoproblema tentando <strong>di</strong> aprirsi un passaggio per la Cina attraverso laCrimea, e in questa occasione i Bizantini avviarono delle relazioni<strong>di</strong>plomatiche con i Turchi, anch’essi venuti in conflitto commercialecon i Sasani<strong>di</strong>. Un altro modo con cui Giustiniano cercò <strong>di</strong> commerciarecon la Cina senza passare per la Persia fu giungere via marepassando per il Mar Rosso e per l’Oceano In<strong>di</strong>ano. In quest’occasionestrinse rapporti commerciali con gli Etiopi del Regno <strong>di</strong> Aksum. Tuttaviaentrambe le vie alternative presentavano inconvenienti: l’OceanoIn<strong>di</strong>ano era dominato dai mercanti sasani<strong>di</strong> mentre la via asiatica eraimpervia e piena <strong>di</strong> pericoli.Il problema fu risolto da due monaci provenienti dalla Cina o da qualcheregione circostante che si recarono a Costantinopoli nel 552 esvelarono all’Imperatore il segreto della produzione della seta. Essivennero allora incaricati dall’Augusto <strong>di</strong> procurarsi in Cina uova <strong>di</strong>bachi da seta, portarle a Costantinopoli e permettere ai Bizantini <strong>di</strong>autoprodursi la seta. Tuttavia passarono parecchi anni prima che laseta autoprodotta <strong>di</strong>venisse sufficiente per la domanda interna, cosicchél’importazione <strong>di</strong> seta dalla Cina attraverso la Persia continuòper qualche tempo. Comunque la fioritura della produzione della setanell’Impero che ne seguì, fece sì che tale produzione <strong>di</strong>venne uno deisettori più importanti dell’industria bizantina. Su quelle strade viaggiavanoanche le preziose spezie.In età comunale i mercanti italiani controllavano la compraven<strong>di</strong>tadelle merci attraverso co<strong>di</strong>ci e i da loro stessi elaborati; le spezie costituivanosenza dubbio una parte rilevante <strong>di</strong> questi traffici.Gli speziali, che avevano ere<strong>di</strong>tato dalle spezierie monastiche preciseregole professionali, si erano uniti in organizzazioni che selezionavanole innumerevoli spezie provenienti dall’Oriente e stabilivano sia lenorme atte a garantirne la qualità, sia le tariffe <strong>di</strong> ven<strong>di</strong>ta. Tali normeconfluirono nella prima farmacopea che la storia ricor<strong>di</strong> il RicettarioFiorentino compilato dal Collegio Me<strong>di</strong>co della città <strong>di</strong> Firenze nel1496. Ogni speziale aveva l’obbligo <strong>di</strong> preparare i me<strong>di</strong>camenti a base<strong>di</strong> erbe con gli ingre<strong>di</strong>enti, le quantità e i meto<strong>di</strong> <strong>di</strong> conservazione in<strong>di</strong>catenel Ricettario e in caso contrario era sottoposto a pesantissimesanzioni. Il Ricettario, in<strong>di</strong>cando la qualità delle spezie da utilizzarenei me<strong>di</strong>camenti ne influenzò l’importazione ed il commercio. Le spezieche giungevano a Firenze attraverso i porti <strong>di</strong> Pisa e <strong>di</strong> Livornovenivano poi <strong>di</strong>stribuite in tutta Italia. Venezia, grazie al commerciodelle merci asiatiche che giungevano in Italia dopo aver sostato nellemaggiori isole del Me<strong>di</strong>terraneo, acquisì un ruolo politico <strong>di</strong> primopiano e raggiunse l’egemonia sul mare Egeo.Più nisteriosa ed antica è la Via dello Stagno, che partiva dalle Cassiteri<strong>di</strong>,le mitiche isole dello stagno (cassiteros = stagno) ricordate damolti autori classici e localizzate abitualmente al <strong>di</strong> là delle Colonned’Ercole, in pieno Atlantico. Alcuni le tramandano come isole dal qualeproveniva lo stagno (coinciderebbero con la Britannia), altri come leisole attraverso le quali veniva trasportato via mare lo stagno estrattodalla Britannia. Con quest’ultimo significato le Cassiteri<strong>di</strong> non sarebberoaltro che dei ponti, delle tappe obbligate lungo il trasporto viamare <strong>di</strong> stagno e argento nor<strong>di</strong>co, ma <strong>di</strong> queste isole non si conosce inrealtà esistenza..Le vie commerciali del Sahara furono gli unici itinerari <strong>di</strong> comunicazionevia terra tra i paesi Me<strong>di</strong>terranei e l’Africa occidentale dall’VIIIsecolo fino alla fine del XVI. Il commercio era condotto essenzialmenteda lunghe carovane <strong>di</strong> cammelli o dromedari arabi che venivanomessi ad ingrassare per mesi nelle regioni del Maghreb o del Sahelprima <strong>di</strong> essere posti a formare una carovana. Secondo Ibn Battuta, ilviaggiatore marocchino che durante le sue peregrinazioni visse con iTuareg e seguì una delle carovane, la <strong>di</strong>mensione <strong>di</strong> ognuna <strong>di</strong> questeera da mille fino anche a 12.000 cammelli. I contatti tra le popolazioniche abitavano alle opposte estremità del deserto si verificarono sindalla preistoria.Le vie commerciali lungo la valle del Nilo, che mettevano in comunicazioneil Basso Egitto con la Nubia, furono frequentate sin dal IIImillennio a.C., in corrispondenza alla comparsa della civiltà, ma ilviaggio attraverso le sabbie del Sahara fino all’addomesticazione delcammello rimase impraticabile.Le economie me<strong>di</strong>terranee avevano bisogno <strong>di</strong> oro per battere moneta,ma potevano fornire sale, mentre i paesi dell’Africa occidentale avevanoabbondanza <strong>di</strong> oro e bisogno <strong>di</strong> sale. Ma lungo quelle carovanieresi <strong>di</strong>ffuse l’Islam con la sua cultura. Poi i viaggi dei portoghesi attornoalla costa occidentale dell’Africa aprirono nuove rotte commerciali fraEuropa ed Africa occidentale. Entro la prima metà del XVI secolo, perla presenza delle basi europee sulla costa ed il commercio con questiricchi commercianti, il commercio via mare <strong>di</strong>venne <strong>di</strong> prima importanzaper l’Africa occidentale. Il Nordafrica aveva subito un declinosia politico che economico mentre le rotte trans-sahariane rimanevanolunghe e rischiose e lentamente furono abbandonate.Fig. 6 Panoramic view of Saumur, France.volumeRicerca_OK_2012-11-15.indd 40 16/11/2012 15:00:56

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!