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habitat rupestre.pdf - Società Friulana di Archeologia

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MIGRATIONS AND INVASIONSCRHIMA-CINP projecticonoclasta, ed il contatto con essa portò l’iconoclasmo nell’Impero bizantinodal 730 all’843, come ve<strong>di</strong>amo nella decorazione aniconica <strong>di</strong>molte chiese rupestri cappadocesi e <strong>di</strong> alcune chiese rupestri pugliesi,come quelle <strong>di</strong> Santa Margherita (prima fase) e San Nicola a Mottola(<strong>di</strong>pinto in una nicchia esterna).Le Vie dei PellegriniLa definizione <strong>di</strong> pellegrinaggio in<strong>di</strong>ca un andare finalizzato, un tempoche l’in<strong>di</strong>viduo stralcia dalla continuità del tessuto or<strong>di</strong>nario dellapropria vita per connettersi al sacro. Il termine proviene dal latino peregrinus,da per + ager (i campi), dove in<strong>di</strong>cava colui che non abita incittà, quin<strong>di</strong> lo straniero, ovvero qualcuno costretto a con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong>civilizzazione ridotte. Il suo uso posteriore invece - il nostro - implicauna scelta. Chi parte in pellegrinaggio non si trova ad essere, ma sifa straniero e <strong>di</strong> questa con<strong>di</strong>zione si assume le fatiche e i rischi, siainteriori che materiali, in vista <strong>di</strong> vantaggi spirituali, come incontrareil sacro in un luogo lontano, offrire i rischi e i sacrifici materialmentepatiti in cambio <strong>di</strong> una salvezza o <strong>di</strong> un perdono metafisici, grazie alleavventure e occasioni che, strada facendo, non possono mancare.In tutte le gran<strong>di</strong> religioni storiche esistono in<strong>di</strong>cazioni, forme, destinazionie finalizzazioni, del pellegrinaggio. Nel mondo cristianosono esistite due forme <strong>di</strong> pellegrinaggio, in seguito collegate e fusetra loro: il pellegrinaggio devozionale e il pellegrinaggio penitenziale.Il primo esiste fin dall’epoca paleocristiana e faceva parte del processo<strong>di</strong> conversione: per liberarsi dalle ansie e dalle tensioni del mondo sipartiva verso Gerusalemme, dove si viveva da “stranieri”, da “esuli”(secondo l’etimologia del termine “pellegrino”), magari fino al restodella propria vita. Un famoso esempio <strong>di</strong> pellegrinaggio devozionalefu quello fatto da sant’Elena, madre <strong>di</strong> Costantino I, nel IV secolo. Ilpellegrinaggio penitenziale, o espiatorio, invece ha origini più tarde,legate a tra<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> origini insulari (anglosassoni e soprattutto irlandesi),dove si <strong>di</strong>ffuse nell’alto me<strong>di</strong>oevo per venire poi esportato nelcontinente europeo dai missionari nel VI e VII secolo. Esso era originariamenteuna forma <strong>di</strong> dura condanna verso una colpa molto grave(dall’omici<strong>di</strong>o all’incesto), nella quale incorrevano soprattutto gliecclesiastici, non essendo essi sottomessi al <strong>di</strong>ritto dei laici. Il reo eracondannato a vagabondare in continuazione, per terre sconosciute epericolose, vivendo nella povertà grazie solo alle elemosine, impossibilitatoa stabilizzarsi altrove, lavorare e rifarsi una vita, in tutto similealla vita fatta da Caino dopo l’omici<strong>di</strong>o <strong>di</strong> Abele (Genesi, 4, 12-14).Essi dovevano portare ben visibili i segni del loro peccato: giravanoinfatti seminu<strong>di</strong>, scalzi e con ferri che ne cingevano i polsi e le gambe:non a caso in vari testi agiografici altome<strong>di</strong>evali ci sono passi in cui lecatene si spezzano improvvisamente quale miracolo che segnalava lafine decisa da Dio della pena.Le prime notizie <strong>di</strong> pellegrinaggi penitenziali <strong>di</strong>retti a una specificameta risalgono al VIII secolo. I pellegrini avevano anche alcuni segninon infamanti che li contrad<strong>di</strong>stinguevano: il bastone (detto bordone),la schiavina, soprabito lungo e ruvido, la bisaccia in pelle per il denaroe il cibo, e i segni del santuario verso il quale si era <strong>di</strong>retti o dal qualesi tornava, ben in vista sul copricapo o sul mantello.Con l’uso <strong>di</strong> andare a Roma dei pellegrini penitenziali, essi si sovrapposeroai pellegrini devozionali, che ivi visitavano le tombe e le reliquiedegli apostoli Pietro e Paolo. Durante il me<strong>di</strong>oevo le due forme <strong>di</strong>pellegrinaggio si sovrapposero fino a confondersi e uniformarsi: ognipellegrino cercava l’espiazione <strong>di</strong> qualcosa.Ai pellegrinaggi verso Roma e la Terrasanta nel corso del XI secolo lapotente abbazia <strong>di</strong> Cluny si fece promotrice <strong>di</strong> un’altra destinazione, lacittà <strong>di</strong> Santiago <strong>di</strong> Compostela in Galizia, dove esiste la tomba dell’apostoloGiacomo. Santiago aveva il vantaggio <strong>di</strong> unire il flusso deipellegrini al processo <strong>di</strong> Reconquista della Spagna allora musulmana.Per quanto riguarda Gerusalemme essa era fin dal VII secolo in manodei musulmani, in un’area contesa tra i califfati del Cairo (fatimide,sciita) e <strong>di</strong> Baghdad (abbaside, sunnita). I pellegrini cristiani potevanovisitare la città e le chiese al prezzo <strong>di</strong> pagare per i salvacondotti. Finoal XI secolo i pellegrinaggi furono un fenomeno piuttosto limitato, perl’insicurezza generale e anche per una certa <strong>di</strong>ffidenza da parte dellastessa Chiesa: essi andavano oltre il controllo delle <strong>di</strong>ocesi, che erasaldamente territoriale, e non era gra<strong>di</strong>to dagli or<strong>di</strong>ni monastici, cheseguivano il precetto della stabilitas loci, che impe<strong>di</strong>va a un monaco <strong>di</strong>cambiare monastero. Essi inoltre sostenevano in genere che la propria“Gerusalemme” andasse trovata nel cuore <strong>di</strong> ogni cristiano, piuttostoche nel viaggio. In seguito la Chiesa riconobbe nel pellegrinaggioun’esperienza fondamentale della vita religiosa e lo <strong>di</strong>sciplinò, corredandolo<strong>di</strong> un apposito voto e delle relative indulgenze spirituali. Ipellegrinaggi <strong>di</strong>ventarono così, dopo l’anno Mille uno dei motori dellaritrovata mobilità delle persone e affiancarono il rinascere dei commerci.Le vie dei pellegrinaggi si attrezzarono con hospitalia (ospizi)dove rifocillarsi e curarsi, se infermi.Nei cinque pilastri dell’Islam è compreso il Hajj, il pellegrinaggio rituale,obbligatorio almeno una volta nella vita a La Mecca per chi neabbia le possibilità fisiche ed economihe. Il ḥajj va obbligatoriamentecompiuto nel mese lunare <strong>di</strong> Dhu l-Hijja, ultimo mese dell’anno islamico.In tutti gli altri mesi il rito è chiamato Umra, pellegrinaggio“minore” non obbligatorio che si <strong>di</strong>fferenzia dal ḥajj per la sua minordurata e per i suoi <strong>di</strong>versi e più semplici passaggi liturgici. Chiunqueabbia adempiuto all’obbligo del ḥajj acquista una particolare buonanomea agli occhi dei correligionari. Ha <strong>di</strong>ritto talora a indossare uncopricapo particolare che ricor<strong>di</strong> l’assolvimento dell’obbligo ed è insignitodel titolo onorifico <strong>di</strong> Ḥājjī. Per quanto non contemplati dall’Islam,sono pur tuttavia estremamente popolari i pellegrinaggi devozionalialle tombe <strong>di</strong> mistici e <strong>di</strong> persone ritenute <strong>di</strong> elevata spiritualità.Ciò avviene specialmente in Nordafrica (dove tali personaggi sonochiamati marabutti – dall’arabo murābiṭ: che vive cioè in un ribat) ein Egitto, dove si celebra un elevato numero <strong>di</strong> mawlid, ovvero giornonatale, ma questo può avvenire in tutto il mondo islamico, vicino, me<strong>di</strong>oed estremo-orientale.La Via Francigena, anticamente chiamata Via Francesca o Romea èparte <strong>di</strong> un fascio <strong>di</strong> vie, dette anche vie Romee, che conduceva alletre principali mete religiose cristiane dell’epoca me<strong>di</strong>evale: Santiagode Compostela, Roma e Gerusalemme. I primi documenti d’archivioche citano l’esistenza della Via Francigena risalgono al XIII sec. e siriferiscono a un tratto <strong>di</strong> strada nel territorio <strong>di</strong> Troia in provincia <strong>di</strong>Foggia. Il percorso <strong>di</strong> un pellegrinaggio che il vescovo Sigerico, nelX secolo, fece da Canterbury per giungere a Roma rappresenta unadelle testimonianze più significative <strong>di</strong> questa rete <strong>di</strong> vie <strong>di</strong> comunicazioneeuropea in epoca me<strong>di</strong>oevale, ma non esaurisce le molteplicialternative che giunsero a definire una fitta ragnatela <strong>di</strong> collegamentiche il pellegrino percorreva a seconda della stagione, della situazionepolitica dei territori attraversati, delle credenze religiose legate allereliquie dei santi.Il pellegrinaggio a Roma, in visita alla tomba dell’apostolo Pietro eranel me<strong>di</strong>oevo una delle tre peregrinationes maiores insieme alla TerraSanta e a Santiago <strong>di</strong> Compostela. Per questo l’Italia era percorsa continuamenteda pellegrini <strong>di</strong> ogni parte d’Europa. Molti si fermavano aRoma, gli altri scendevano lungo la penisola fino al porto <strong>di</strong> Brin<strong>di</strong>sie da lì si imbarcavano per la Terra Santa. Una tappa importante prima<strong>di</strong> giungere a Brin<strong>di</strong>si era il Santuario <strong>di</strong> San Michele Arcangelo aMonte Sant’Angelo, sul Gargano. Nella maggior parte dei casi i pellegriniseguivano le Strade consolari romane. I pellegrini provenientisoprattutto dalla terra dei Franchi in età post-carolingia cominciaronoa valicare le Alpi ed entrare in Italia. Con l’itinerario primitivo si entravain territorio italico attraverso il Colle del Moncenisio (talvoltatransitando anche dal Colle del Monginevro), dando così alla stradail nome <strong>di</strong> Francigena, cioè proveniente dalla Terra dei Franchi. Lavia prese quin<strong>di</strong> a far parte <strong>di</strong> quella vasta rete <strong>di</strong> strade e percorsi chesegnava l’Europa <strong>di</strong> pellegrinaggio e che univa tutti i maggiori luoghi<strong>di</strong> spiritualità del tempo. La presenza <strong>di</strong> questi percorsi, con la grandequantità <strong>di</strong> persone provenienti da culture anche molto <strong>di</strong>verse traloro, ha permesso un eccezionale passaggio <strong>di</strong> segni, emblemi, culturee linguaggi dell’Occidente Cristiano. Un passaggio continuo che hapermesso alle <strong>di</strong>verse culture europee <strong>di</strong> comunicare e <strong>di</strong> venire involumeRicerca_OK_2012-11-15.indd 38 16/11/2012 15:00:56

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